Capire per conoscere

Grazie appaia loro dunque però fargli professore Baldassarre
Direi di iniziare da cuneo fiscale
Lui si riduce così si riducono così le tasse sul lavoro non è una cosa positiva ma certamente positivo però francamente negli ultimi due o tre mesi e questo è un argomento è stato rivenduto dieci volte
Nel corso della presentazione dibattiti eccetera l'ultima volta nell'incontro con le parti sociali in particolare con i sindacati
Per cui ogni volta esce un comunicato in cui abbasseremo il cuneo fiscale sui lavoratori bla bla bla bla
è sempre quello cioè il legge finanziaria per quest'anno sono stati messi tre miliardi per ridurre diciamo il cuneo fiscale dei lavoratori
E in previsione due mila venti
Si sono previsti che questi tre miliardi salgano a cinque miliardi nell'ultimo incontro con i sindacati si è ventilata l'ipotesi che arrivino a sei miliardi ricordando sempre però che nel due mila ventuno
Quando il cuneo fiscale a favore dei lavoratori dovrebbe passare da tre a cinque miliardi o sei miliardi e sono scritte clausole di salvaguardia cioè aumenti automatici dell'IVA per venti miliardi e nel due mila ventidue
Altri ventitré ventiquattro miliardi quindi stanno scritti qua quarantaquattro quarantacinque miliardi di aumenti automatici dell'IVA per legge vigente nel due mila ventuno e ventidue
Ora il provvedimento che sta nella legge di bilancio per quest'anno due mila venti parte da luglio
Perché sostanzialmente perché per far vedere un po'di lavoratori che questa riduzione è un po'più consistente ma ripeto ridurre di tre miliardi le tasse ai lavoratori significa in realtà ridurre
Di circa quaranta euro al mese
Quaranta euro al mese sono un caffè e poco più al giorno
Certamente positivo per un lavoratore avere quaranta milioni quaranta euro in più al mese macchinette non lo spinge certo a cambiare a il suo modo di andare a far la spesa a rilanciare i consumi e quant'altro
Per di più attenzione che è stata fatta un'ulteriore confusione
Nel senso di dire no saranno cento centoventi euro al mese perché perché si considerano già agli ottanta euro date a suo tempo come bonus dal Governo Renzi
E quindi a questo punto però quelli c'erano già negli anni scorsi non è che un di più in busta paga quindi attenzione
Il vero tema è una riforma seria e strutturale dell'IRPEF che renda l'IRPEF che attualmente iniqua e regressiva perché pagata prevalentemente da lavoratori dipendenti e pensionati e prevalentemente da redditi medio medio-bassi escludendo ovviamente i redditi bassissimi che non pagano IRPEF perché è la parte dell'anno non tax area ecco allora una riforma strutturale dell'IRPEF deve semplificare le aliquote quindi dalle attuali cinque a mio parere come abbiamo proposto più volte concetto sull'economia reale scendere a tre aliquote
Dopo di che gli sgravi fiscali devono essere significativi consistenti cioè se l'IRPEF non si riduce di venticinque trenta miliardi e l'effetto sull'economia rimane sempre modesto dello zero virgola ora e questi sgravi fiscali IRPEF devono andare prevalentemente forse anche esclusivamente ai redditi medio-bassi sotto i cinquantacinque mila euro lordi all'anno e magari lasciare l'aliquota alta sopra i cento mila euro all'attuale quarantatré per cento
Tutto questo fa emergere un tema e cioè la grande ipocrisia di questi incontri di questi dibattiti di queste comunicazioni mediatiche
Perché si annunciano sgravi IRPEF poi si confondono le idee mettendoli insieme anche ai pregressi cioè gli ottanta euro di Renzi e quant'altro
Ma nessuno discute dove si vanno a prendere i soldi cioè dove sono le risorse
Per poter fare una riforma dell'IRPEF seria nell'ultimo grave e permanente come le mitiche copertura beh faceva appunto ma bisogna partire prima dalle coperture cioè i soldi dove li andiamo a prendere per fare la riforma dell'IRPEF ricordando ancora una volta che nel due mila ventuno e ventidue
Ci sono clausole di salvaguardia legge vigente di aumenti Iva per quarantatré quarantaquattro miliardi di euro
Chiarissimo e qui arriviamo a un altro tema di questi giorni le pensioni perché in questo Paese ogni tre secondi arriva il dibattito sulle pensioni specialmente dopo la riforma Fornero che ha dato un taglio
Significativo ha il alla dinamica delle pensioni prima c'era stata la riforma Dini guarda caso in entrambi i casi i due governi tecnici il governo Dini e il Governo Monti
Però io te che certo una riforma drastica importante significativa ma che con numerose contraddizioni sulle pensioni poi c'è sempre dopo Luigi successivi interventi di chiama oli correzione
E ora c'è stato quest'incontro con i sindacati che ne pensa innanzitutto
Beh anche questo è stato un incontro su dei principi generali direi generici senza entrare nel merito perché ad esempio
Landini della CGIL annunciato a tutto il mondo che propone l'andata in pensione a sessantadue anni ora una dichiarazione del genero e priva di significato perché ora a sessantadue anni sì con quanti anni di contributi con quale pensione e quant'altro questo non l'ha detto per di più attualmente l'ultimo anno nel due mila diciannove italiani mediamente vanno in pensione già a sessantadue sessantatré anni come Becker Cusini
La media di chi va in pensione in questo Paese a unità di sessantadue sessantatré anni è vero che teoricamente la pensione di vecchiaia e a sessantasette anni ok
Ma a e il lavoratore raggiunge prima il numero di anni di contributi e sommato all'età va in pensione ovviamente su tutto questo c'è stata una accelerazione per l'andata in pensione con pro quota cento
Ecco questo a accelerato un po'l'andata in pensione ma di questo si tratta
E allora
Non possiamo fare una riforma pensionistica all'anno la vera grande riforma pensionistica di struttura è la riforma Dini del mille novecento novantacinque ventidue anni fa perché perché nel novantacinque la riforma Dini aveva posto questo paletto importante
Cioè il passaggio dal metodo retributivo al metodo contributivo il diritto pensionistico fino al novantacinque
Era calcolato in base allo stipendio che il lavoratore aveva percepito negli ultimi anni di lavoro non in base ai contributi versati
Dal novantacinque in poi
Il metodo contributivo dice che il lavoratore va in pensione in base ai contributi versati
Ora però in quell'anno nel novantacinque si è determinato un periodo enormemente lungo di transizione perché si è detto il nuovo principio il metodo contributivo però chi nel novantacinque aveva già diciotto anni di lavoro e quindi dei contributi versati avrebbe continuato ad avere la pensione retributiva
Vita natural durante e cioè fino a che non sarebbe andato in pensione
Chi stava sotto i diciotto anni
Di lavoro avrebbe avuto il pro rata cioè una quota di pensione calcolata sullo stipendio è una quota di pensione calcolata sui contributi soltanto chi entrava sul lavoro
Dopo il mille novecentonovantacinque e quindi tutti i giovani avrebbero avuto soltanto il metodo contributivo ora siamo siamo ventidue anni dopo
E ancora oggi e ci sarà fino alle soglie del due mila trenta
Ci sono lavoratori che vanno in pensione con un pezzo di retributivo è un pezzo di contributivo solo dopo il due mila trenta saranno tutti a sistema contributivo una precisazione grande se il sistema è contributivo di stermini pieni per tutti e allora vuol dire che il lavoratore prende di pensione quanto ha pagato di contributi
E a quel punto l'età pensionabile diventa un non senso
Perché dovrebbe essere lasciata alle libere scelte del lavoratore in che termini lavoratore
Chiede se io vado in pensione a sessantadue anni con questi contributi versati quant'è la mia pensione talk e può decidere se gli sta bene quella pensione va in pensione se non gli sta bene decide di lavorare qualche anno in più per avere un po'più di contributi versati è un po'più di pensione presso il rione andrebbe una cosa logica ne sei perché se il contributivo io pare ricevo di pensione quello che
Ho pagato quindi se vuole sempre il problema dell'età pensionabile perché in realtà non siamo in regime contributivo pieno ma ci sono ancora pezzi consistenti di regime retributivo antico beh atleti delle pensioni attualmente in essere
All'ottantacinque per cento quelle in essere quelli di tutti quelli che sono andati in pensione nei decenni passati sono all'ottantacinque per cento retributive ancora noi l'ottantacinque per cento se
E questa mi mi par di capire spiega anche perché se non ho letto male in un recente alla luce una precisazione perché ci ascolta che vuol dire retributivo
Che la pensione calcolata sullo stipendio il che vuol dire allora che chi lavora e paga contributi quei contributi vengono usati immediatamente per pagare la pensione a chi è andato in pensione e la riscuote in base al proprio stipendio
Allora si determinano le norme redistribuzione di reddito tra lavoratori perché e perché quelli che sono andati in pensione con il metodo retributivo quindi con gli ultimi anni di stipendio normalmente col metodo contributivo avrebbero dovuto avere una pensione molto più bassa questa differenza gli è pagata da chi oggi lavora e paga i contributi
Il metodo retributivo aveva senso quando l'economia cresceva il l'occupazione cresceva e quindi nel tempo si pensava ad una demografica
E non c'è ancora l'invecchiamento progressivo della popolazione o almeno non compensato l'adeguamento all'Euro tanto per fare un lontano ricordo questo metodo fu introdotto dal gol dal Ministro Brodolini nel mille novecentosessantanove
Il metodo retributivo
Perché Emma nel mille novecentosessantanove noi avevamo quattro pence quattro lavoratori attivi Roy bensì per ogni pensionato ok
Quindi a quell'epoca idea brillante si disse ma sei quattro lavoratori attivi pagano un venticinque per cento di contributi sociali questo ci basta per pagare il cento per cento della pensione a colui che va in pensione
E il problema è che con la demografia oggi come la mancata crescita oggi siamo vicini a rapportarmi verremo tra sei o sette anni ad un rapporto quasi di un lavoratore attivo un pensionato
Ok o una pensione e quindi non sta più in piedi quel meccanismo questo mi sembra sono dati estremamente precisi estremamente chiari che la ringrazio tra l'altro apriamo un altro punto
Io recentemente ho letto posso essermi sbagliato che la spesa pensionistica
Ma complessivamente assomma circa trecento miliardi
Di euro che e sarebbe un terzo circa dell'intero bilancio pubblico e quindi circa un sesto nell'intero PIL non solo che gli incrementi delle pensioni sono superiora lì agli incrementi
Dei salari in poche parole che i salari crescono meno delle pensioni innanzitutto capito bene perché se così la situazione ancora più grave
Sì un'ulteriore precisazione sulla sul sulla liberalizzazione dell'età pensionabile che io sostengo da anni laddove ci sia un metodo contributivo per tutti
è ovvio che il lavoratore può decidere andare in pensione sulla base dei calcoli che gli spettano come pensione
Se quella pensione supera il minimo per la pensione sociale perché altrimenti lui va in pensione con meno pensione poi il giorno dopo chiede la pensione sono quello che è l'unico vincolo da porre ora veniamo i dati macro economici
Circa trecento miliardi di euro di spesa pensionistica lei ha detto bene
Da trent'anni quarant'anni questi trecento miliardi di euro hanno come contropartita due terzi di contributi sociali pagati dai lavoratori attivi il restante un terzo è pagato ogni anno dallo Stato con trasferimenti all'INPS e cioè con il il PEF con le tasse dei lavoratori
Quindi il sistema da questo punto di vista contributi pensione non è in equilibrio da decenni l'INPS è più o meno in equilibrio perché lo Stato eroga ogni anno un terzo
Di quella spesa pensionistica e quindi trasferisce le tasse poi pagate dai lavoratori e quindi al momento però qui ci dice che alcuni di queste specie in realtà siano spese assiste ecco e qui punto e cioè
Giustamente spesso da parte dei sindacati si fa notare che dentro quella spesa pensionistica ci sono almeno settanta ottanta miliardi di euro all'anno
Che non sono vere e proprie pensioni ma sono sussidi cioè pensioni sociali pensioni a chi in una nessun'altro reddito e quindi fanno parte dell'assistenza
Giustamente sindacato dice trecento miliardi non sono tutti previdenza perché contengono dentro questi settanta ottanta miliardi di assistenza
Se togliessimo questi settanta ottanta miliardi di assistenza
Ecco allora che le pensioni sarebbero più o meno in equilibrio con i contributi pagati dai lavoratori e quindi saremmo nell'ambito della previdenza
Per cui il trasferimento all'INPS attraverso le tasse pagate dai cittadini in gran parte dai lavoratori
In realtà serve a finanziare l'analisi è valeriana sociale che sono le pensioni minime le pensioni sociali salire l'assistenza l'assistenza
Eh ma è vero questo
Bene i grandi numeri si userà guai se non ero certo ed abbastanza giusto questo conteggio
è Angela seri stare la macro economica se del dei dei dati ufficiali del ministero dell'economia del ministero del lavoro i numeri che ci danno loro non ci siamo mai inventati quindi questa nostra rubrica ora
è è vero ma va detto anche che all'interno della gestione pari evidenziare
Si sono diciamo ammucchiati
Vari fondi che erano prima di speciali categorie e quant'altro e quindi i singoli fondi non so le pensioni dei commercianti le pensione degli artigiani le pensioni dei dirigenti d'azienda le pensioni dei medici dei predetti così quelli che avevano dei fondi autonomi
Negli ultimi anni sono stati fatti fu il più grosso è stato quello dei dipendenti pubblici che si chiamava Inpdap che è confluito dentro l'INPS e quindi adesso è tutto un calderone dentro l'INPS in cui sono confluiti anche questi fondi che prima avevano le cosiddette gestioni autonome se nel totale
Contributi pagati e pensioni previdenziali togliendo l'assistenza Pio o meno stanno in equilibrio all'interno però ci sono fondi
Che hanno degli avanzi cioè che raccolgono ancora contributi maggiori delle pensioni che erogano e fonde che invece hanno dei disavanzi e cioè raccolgono contributi e pagano pensioni per importi superiori
Caso più clamoroso è quello dei lavoratori dell'agricoltura
è è un è un dato macroeconomico poi magari anche giusto dare al lavoratore l'agricoltura la loro pensione c'era però è evidente che nel corso della vita hanno pagato pochi contributi
Con l'aumento dell'età media e e questi vanno poi in pensione e quindi hanno pochi contributi però hanno diritto a quel tipo di pensione è avvenuto così anche per esempio opere i commercianti periodo alcuni lavoratori autonomi e quant'altro ora però questo è il sistema tre evidenziarle e quindi all'interno c'è una redistribuzione
Tra varie categorie ci sono categorie
Che pagano più pensioni dei contributi che incassano e altre categorie che pagano più contributi delle pensioni che incassa trenta ma c'è troppa cammina assistenza dispensa assistenziale a carico del sistema previdenziale cioè gli altri Paesi come funziona
Ma guardi può funzionare in un modo o nell'altro basta che i conti siano chiari e trasparenti
E non ho niente in contrario a che l'INPS gestisca la parte di assistenza però va fatta chiarezza sui conti bisogna sapere e quindi bisogna far sapere a tutti i cittadini che sui trecento miliardi circa di pensioni pagate
Ce n'è un terzo un po'meno di un terzo che assistenza
Che non non riguarda i contributi
Riguarda le persone indi fino agli altri Paesi europei come il fatto che in alcuni paesi sono insieme come da noi in altri sono nettamente separati
La previdenza è una cosa l'assistenza e un'altra e anche per questo magari le sue il settore pensionistico negli altri Paesi è più piccolo
Anche per questa ragione un no perché di solito si sommano poi i dati del fare i confronti tra i vari paesi hanno come mai non abbiamo una spesa Desailly spiega un agente ecco non è che questo modifica
Il fatto che in Italia la spesa pensionistica
è più alta nel totale ovviamente non al singolo pensionato che alcuni prendono anche pensioni da fame francamente Ali perché succede questo
Beh perché noi attenzione è il risultato non di ieri l'altro ieri di un governo fa o di tre governi fa è il risultato di trent'anni
Di meccanismi
Ancora oggi
E per fortuna di tutti noi visto che l'età media cresce la gente vive più a lungo noi paghiamo pensioni
Ai cosiddetti pensionati baby
Ora quelle pensioni baby non ci sono più
Nessuno può adesso andare in pensione dopo quattordici anni sei mesi e un giorno di contributi indipendentemente dall'età ma chi vent'anni fa trent'anni fa è andato in pensione a quarant'anni
Con
Sì da quarant'anni a quarant'anni trentotto quaranta anni
Con o i piloti dell'Alitalia i piloti dell'Aeronautica eccetera cinquanta cinquantacinque anni
Ma prendiamo il caso più eclatante soprattutto nel pubblico impiego si poteva andare in pensione dopo per le donne
Quattordici anni sei mesi e un giorno perché perché così calcolavano quindici anni per gli uomini
Quindici anni sei mesi e un giorno perché così calcolavano sedicenti indipendentemente dall'età quindi decenni fa molte persone nella scuola
In vari settori del pubblico impiego sono andati in pensione
A quarant'anni circa o anche un po'prima dei quarant'anni
E riscuotono la pensione ancora oggi perché come dicevo fortunatamente per tutti ancora con il campano e quindi scrissi quattro la pensione perché hanno intonato aggirabili grandi squilibri è certo non sarà
Certamente una pensione da ricconi voglio dire è una pensione comunque modesta contenuta però che tutti possono capire che se io verso quindici anni di contributi
Vado in pensione a quarant'anni di età e la mia vita media arriva a ottantacinque anni
è difficile avere un equilibrio pagando quindici anni di contributi e riscuotendo la pensione per quarantacinque anni per di più quella pensione era calcolata sullo stipendio non sui contributi pagati
Quindi evidentemente c'è stata un'enorme redistribuzione a favore di questo tipo di pensionati
I tanti slittamenti concessi per risolvere delle crisi aziendali allora si facevano i cosiddetti prepensionamenti cioè si regalavano anni di contributi
E che vuol dire però che gli attuali lavoratori
E in prospettiva i giovani che pagheranno i contributi stanno pagando e pagheranno le pensioni
Anche di questi antichi lavoratori che sono andati in pensione in età francamente insostenibili cioè ripeto il caso estremo e quello dei quarant'anni trentotto anni perché una maestra elementare
Che cominciava a fare la maestra elementare all'epoca attorno a diciannove vent'anni dopo quattordici anni sei mesi e un giorno poteva andare in pensione cioè a trentacinque anni
Magari aspettava trentotto magari aspettava quaranta mandava in pensione ancora una volta se io pago contributi sociali per quindici anni
Vado in pensione a quarant'anni e riscontro la pensione fino a che campo quindi mediamente ottantacinque anni oggi l'età media delle donne
è chiaro che se riesco a otto quarantacinque anni di pensione calcolata sul mio stipendio e ho pagato quindici anni di contributi storici avendo un gigantesco regalo
Da parte dello Stato ma non dello Stato da parte degli altri lavoratori che restano al lavoro e pagano i contributi e pagano pure le tasse per tappare questa allora lo squilibrio che si è creato e quindi la sua annotazione che dice ma l'Italia risulta essere in Europa il Paese che ha la più alta spesa pensionistica questo dato vero
è il cuculo di questi venti trent'anni di provvedimenti prepensionamenti pensioni del vice
Che attualmente sono ancora in vigore nel senso che siccome la gente campa giustamente fortunatamente per tutti noi almeno fino circa ottantacinque anni
è chiaro che lo squilibrio diventa un fatto puramente aritmetico che chiunque di ti ascolta può capire da solo
Ecco ora per questo era un sequestro su quel legno per questo dicevo prima se fossimo stati tutti al contributivo
E la pensione fosse stata calcolata sui contributi versati ecco che l'età di pensionamento diventa un problema minore
A condizione che lavoratore decide ho pagato sotto i contributi ho diritto a Toto pensione se mi sta bene vado in pensione sennò continua a lavorare se non sto male a parte i lavori usuranti eccetera diverso è il discorso
Del sostegni o collettivo a chi ha avuto un particolare lavoro usurante pesante e difficile e che quindi forse
Oltre i sessant'anni non ce la fa più a lavorare penso al muratore che sta sull'impalcatura
Erano al lavoratore nelle miniere o c'è esattamente o il chi sta in un'acciaieria e poi qualcuno sostiene che c'è anche un'usura psicologica per cui anche la maestra d'asilo
è un lavoro usurante perché sì però comunque una cosa è però una maestra posso andare in pensione a sessantadue sessantatré anni in base al contributivo i contributi versati
è un'altra cosa è che ci siano situazioni come lei ha spiegato dei pensionati baby e tuttora vigente che fra quaranta e i cinquant'anni di età e andato in pensione che evidentemente è uno che ancora oggi disco dotato mi pare ripetersi oralmente
Ognuno di questi di rigore che riesco ad un autentico rito sai quanto gigantea venga prendo mai una pensione che però è praticamente uguale al Salario Mellon lavoratore salariato nell'industria
Notevole mille più o meno sì piombo e questo crea ulteriori squilibri e spiega bene e certamente di più dei tanti giovani precari che portano a casa quattro cinque allora innanzitutto che è insostenibile anche perché questo freme comunque cigno sull'economia
E ne diminuisce la PUTT la possibilità di produttività perché se tutta sta gente sta intenzione è evidente che poi è un problema anche su di peso sul sistema produttivo a lungo andare sì per di più all'epoca
Fu fatto un provvedimento per cui chi andava in pensione non poteva più lavorare
Era esclusa la possibilità che il pensionato lavorasse qual è stato il risultato
Che la gente andava in pensione lavorava in nero per cui cumulando la pensione magari non gigantesca con un lavoretto in nero finiva per incassare a fine mese di più
Di quanto non lavorasse don continuasse a lavorare c'è un grande incentivo ad andare in pensione prima perché riscontro la pensione e faccio lavoretti in nero
Dunque dopodiché Speyer cercheremo di spiegare come questo questo in una prossima puntata perché mai abbiamo esaurito il tempo come questa situazione come si collega e sia interagisce con la struttura produttiva del italiana del capitalismo degli stretti perché ci probabilmente ci sono
Se non mi ricordo male nelle mie studi universitari col professor Becattini dell'interazioni che spiegano bene alcuni molti ma Sam le nostre contraddizioni per la nostra economia
Comunque ringraziamo tantissimo come sempre il professor Mario Baldassarri corriamo tra l'altro che i due grandi studiosi delle comuni questo tipo di economia della furono forse obbligati a Firenze il professor fu Ancona se non mi ricordo male
Sì l'economia dei distretti come analisi economiche sono il ventidue esatte a me
E fu è stato primo maestro e lo ricordano portata a Croff perché mi sono ricordato di questo particolare va be'io mi ricordo ovviamente del mio professore
Che mi dovevo dal proprio mi dette trenta capisce bene però insomma voi fu arrivando anche a però insomma e non i due grandi se non mi ricordo una valanga caposcuola dalle mai ti da Franco Modigliani quindi voglio dire
La confusione della sequenza fortunata serie la mia scrisse tra l'altro grosso che ha una lunghissima come quelli di tutti i grandi economisti un piccolo libretto molto utile se non mi ricordo male edito da una casa editrice importante di Bologna bene ricordiamo ringraziamo tantissimi il professor Mario Baldassarri
Pochi istanti e poi riprendiamo con lo spazio di approfondimento sull'economia se non vado dalla col professor quelli grazie prossimo
Voglio