31 LUG 2020
intervista

Lettera aperta di Alessandro Tessari al senatore Matteo Salvini dopo il voto del Senato sul caso OpenArms

INTERVISTA | di Lanfranco Palazzolo - Radio - 13:30 Durata: 9 min 59 sec
A cura di Valentina Pietrosanti
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Caro Senatore Salvini, non sono mai stato vicino alla sua parte politica fin da quando - lei forse non era neanche nato - nella mia regione, il Veneto, la Liga veneta fece i suoi primi esperimenti elettorali.

Capivo che il successo di questi movimenti in cui si mescolavano tante cose, autonomismo, diffidenza verso la classe politica nazionale e la burocrazia romana ecc ecc rischiava di crescere quanto più la casta diventava ‘Casta’ e sempre meno rappresentava il paese.  Nel 1991,alla vigilia del voto che portò Bossi ad uno spettacolare successo in parlamento, io avevo preparato una
proposta di legge che sognava di frenare la marcia trionfale di Bossi.

Si era capito da tempo che stava crescendo in maniera preoccupante la scheda bianca, la disaffezione,che oggi sia alle amministrative che alle politiche viaggia attorno al 50% degli elettori.

Per dare uno sbocco a questo malcontento avevo concepito una proposta di legge per dare peso costituzionale al simbolo della scheda bianca da mettere sulla scheda assieme ai simboli dei partiti.

Se non ti riconosci in nessun partito vota il simbolo ‘scheda bianca’ e concorri a  lasciare vuoto il seggio parlamentare.

Lo scopo era:lascia a casa il parlamentare impresentabile.

Tutti i partiti mi dettero la corsia preferenziale, comportando questa proposta una leggera modifica costituzionale (la Camera è valida fino a 630 deputati).

Se le schede bianche votate avessero raggiunto il 10% o il 20% dei voti, il 10% o il 20% dei seggi sarebbe rimasto non assegnato.Il partito di Ochetto, da cui provenivo prima di aderire al partito radicale, nella persona di D'alema mi negò il consenso.

Riconobbe che la proposta avrebbe certamente raffreddato il successo leghista,ma ritenne che il successo leghista non minava la forza del pci ma quella della Dc.

Tentai invano di dire che il fenomeno leghista,come del resto quello radicale o quello grillino più tardi, sono fenomeni che pescano trasversalmente.

Nel ‘92 finii la mia quinta legislatura e ritornai al mio lavoro universitario.

In occasione delle elezioni politiche del 2013 molti amici di diverso orientamento politico mi spinsero a ripresentare la mia vecchia proposta di legge, questa volta per sterilizzare il voto ‘grillino’.Presentai la mia proposta sulla scheda bianca in un libriccino che discussi con deputati e senatori di diverso orientamento politico.

Tutti si stupivano che io paventassi lo tsunami grillino.

Mi si disse da parte di qualche autorevolissimo esponente della classe politica italiana che Grillo non avrebbe portato più di 30-40 deputati e sicuramente nessun senatore.

Io che a quel tempo vivevo in Germania, e quindi lontano dal quotidiano politico italiano, azzardai che secondo me Grillo avrebbe portato in parlamento da 100 a 200 parlamentari.

Ma fui considerato un classico catastrofista.

Ne portò quasi 170.

Se mi fossi trovato al senato oggi avrei votato contro la curiosa maggioranza che si è saldata sul teorema ‘colpire Salvini’.

Si può discutere all’infinito sul linguaggio che lei usa molto spesso per piacere a quello che una volta si chiamava il sottoproletariato e oggi si chiama la ‘gente di bocca buona’, quella che si fa intontire da un sistema mediatico che meriterebbe di andare sotto processo per la violazione sistematica del buon senso e del diritto all’informazione.

Quanto lontani i tempi in cui il genio di Pannella invitava a non pagare il canone RAI per farsi indottrinare o menare per il naso.

Se dovessi discutere sulla sua eleganza linguistica dovrei mandarla alla corte marziale,ma se debbo discutere sul merito del grande tema della migrazione che dall’Africa sale verso l’Europa lei è molto più vicino a quello che io penso della difficile e complessa questione.

Se non ho difficoltà a dire che lei pur avendo ragione sbaglia i toni, debbo concludere che anche gli altri, il centrosinistra della cui cultura ho fatto parte per molto tempo, azzecca i toni ma sbaglia la sostanza.

Siccome sono molto vecchio posso permettermi anche di esprimere senza paura qualche incerta opinione.

La prima è che lei e i suoi antagonisti sbagliate entrambi nell’affrontare il problema soltanto guardandolo a valle.

Gli africani scappano dalle guerre e dalla miseria,si dice.

Io credo che scappino da secoli dalle guerre che noi ricchi occidentali sappiamo organizzare e alimentare.

Oggi aiutati nel saccheggio anche dall’oriente.

Mentre gli africani si dissanguano in guerre tribali e fratricide noi occidentali ed orientali facciamo la fortuna di alcune riconoscibilissime lobbies che da sempre puntano con fiuto sopraffino alle immense risorse della terra africana.

Anche le dispute su qualche centinaio di profughi che i vari paesi europei si rimpallano a vicenda sono la dimostrazione miserabile della nostra incapacità di vedere che la devastazione africana metterà in moto esodi biblici che nessuno potrà contenere.

Se lei non facesse troppo disinvolto uso di rosari o casacche della polizia, potrei perfino consentire con lei che le onlus, anche quelle in odore di santità, oggettivamente offrono ai mercanti di schiavi,alle mafie magrebine e nostrane immense opportunità affaristiche.  Concordo pienamente con lei quando denuncia la latitanza europea che non ha il coraggio di mandare le immense navi da crociera a prendere quel milione o due di braccia che ci servono in Europa,ogni anno, per far funzionare il nostro sistema produttivo, oltre che quello procreativo, che l’Europa sembra aver cancellato dai suoi interessi primari.

Il costo di un biglietto per la traversata è un’inezia.

Perchè allora tolleriamo che questi disperati si facciano salassare dai mercanti di schiavi,e arrivino da noi dopo aver perso un figlio o la moglie? Come potrà o vorrà integrarsi questa gente che a questo prezzo giunge da noi? La Raquete lei l’ha chiamata pirata.

Io avrei preferito che lei,la Raquete,avesse davvero avuto il coraggio di fare la pirata e con la sua nave si fosse messa di traverso davanti alle gigantesche navi da crociera che invadono piazza san Marco.

I veri pirati, sani di mente, questo dovrebbero fare: svuotare le immense navi da crociera e dirottarle sulle coste africane per caricarvi con ogni sorta di controllo delle autorità che convivono da migliaia di anni attorno al bacino del Mediterraneo.

Additare la crudeltà libica da parte di chi ha schiavizzato per secoli i poveri di tutti i continenti è un modo banditesco per nascondere il problema.

Piangere su cento o mille cadaveri in mare è pianto da coccodrilli, sapendo che stiamo lavorando per buttare in mare, a morte sicura, milioni di esseri umani nei prossimi anni.

Soprattutto oggi che assieme alla loro disperazione potrebbero portare perfino il panico pandemico.

Caro Salvini, non sia ingrato e ringrazi la maggioranza che oggi le ha fatto questo regalo.

Sono certo che nessun magistrato vorrebbe ripetere quello che già è successo.

E staremo tutti attenti che non si ripeta.Dalla sua, lei che di troppe cose deve chiedere scusa agli italiani, ha una cosa sopra ogni altra.

Gli italiani hanno capito che tutti i partiti hanno paura delle elezioni ad eccezione del suo.L’on.

Rosato con il suo mirabile ‘rosatellum’ voleva fare un regalo al partito suo e di Renzi.

Ha sbagliato mira e il regalo lo han ricevuto i 5 stelle.

Ma il boomerang non ha finito la sua corsa e forse alla fine il regalo finirà proprio nelle mani dell’odiato Salvini.

Se la condannano, vada in carcere con serenità.

Un carcere ingiusto può portare a mete impensabili.

La storia nostra ed europea è piena di carcerati passati dalla polvere alle stelle.

E non si vergogni mai davanti ai suoi figli.

E prenda loro come bussola quando deve fare una scelta importante.

Con prudente cordialità, Alessandro Tessari.

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  • Alessandro Tessari

    già deputato del Pci e del Partito radicale

    Emerito di Filosofia della scienza all'Università di Padova
    13:30 Durata: 9 min 59 sec