Intervista a Nicola Spagnuolo, direttore del Centro di Formazione Management del Terziario (CFMT)

Un saluto agli ascoltatori di radio radicale da Emiliano Silvestri oggi quattordici ottobre a Milano nella sede della CM effetti al microfono della nostra emittente il direttore del Centro Nicola Spagnuolo
Fondato nel mille novecentonovantaquattro dal Conf commercio e Manageritalia questo centro di formazione e management del terziario associa nove mila aziende del terziario italiano
Lei oggi è alla guida del CFMT in passato ha diretto un settore importante di Conf commercio livello nazionale si è anche occupato di turismo alla guida di una fondazione ITS
Negli anni è maturato esperienze che le consentono uno sguardo d'insieme sul terziario oggi in Italia
In che condizioni è questo complesso settore dopo l'irruzione alla pandemia coronavirus
Ma intanto buona sera
No il tema è che il mondo del terziario attraversava da diverse difficoltà certo la pandemia ovviamente le accentuate del rese più evidenti ma generale il mondo del terziario soffriva già abbastanza
Certo il turismo stava negli ultimi anni forse mesi trainando abbastanza l'economia del terziario perché tutto l'indotto legato al turismo cresceva molto crescevano molto le città d'arte però in realtà anche Milano è cresciuto molto Bologna era cresciuto molto ovviamente Firenze Roma però in realtà
C'è da dire che
Sul mercato del turismo internazionale l'Italia aveva sempre numeri non particolarmente coerenti con le potenzialità turistiche del nostro territorio
Questo perché probabilmente del mondo del terziario risente di una schegge di crescita e di sviluppo probabilmente non proprio tarata sul terziario cioè il nostro mondo come dire
A partire dalla scuola fino al mondo delle politiche industriali appunto legato all'industria no
Anche tutto il tema delle relazioni industriali non sono particolarmente confezionate per il mondo del terziario che avrebbero invece bisogno di
Una maggiore flessibilità di una maggiore capacità di allattamento e forse questi limiti sono emersi in maniera così prorompente
Quando lo da un Mircea ci ha consentito per certi aspetti di guardarci diritti negli occhi insomma
Come hanno reagito i manager depotenziare io a questa crisi è questo che lei appena descritto
Certamente insieme a Manageritalia recentemente promosso un sondaggio affidato ad Astra Ricerche in cui sono stati sentiti mille e ventisei manager del terziario quali sono stati i risultati di questo lavoro
Sì c'è fermenti si occupa della formazione di ventiquattro mila manager del terziario
E all'inizio dello da una volevamo capire come i nostri Managers si stessero muovendo per certi aspetti anche adattando ai cambiamenti che in quel momento erano evidenti ma che ci sarebbe ci si sarebbe potuti aspettare di lì a poco
Quindi con una star dei verso i nostri e i nostri manager associati e ben cercato di capire intanto quale fosse la situazione in quel dato momento ciò che è emerso e che contrariamente forse a quanto ci si aspettava
In meno ha già erano pronti a reagire erano già pronti a reagire
Questo di la dice lunga anche rispetto alla capacità di adattamento ai cambiamenti della nostra classe manageriale
Tante che dalla star abbiamo riscontrato una immediatezza nella reazione sia rispetto ai mercati aziendali essi rispetto all'organizzazione interna
Durante lo dava molte aziende ovviamente si son dovuti adattare l'abbiamo avuto dei panorami molto diversi rispetto alle aziende grandi lo tanto che c'erano alcune aziende che per ragioni ovviamente di business hanno dovuto quasi chiudere no non avevano più più mercato e quindi anch'praticamente chiuso altre invece che continuavano a correre apprezza tutto il tema del derive che al grande distribuzione queste correvano molto
I manager hanno reagito adattandosi alle esigenze delle delle varie aziende erano fatti in maniera molto rapida
Perché non basta dire di Managers si sono adattati hanno adattato la loro organizzazione allo smart working che quelle un po'la punta dell'iceberg
Ma in realtà lo smart working perse non ha significato molto cioè anche la dovere imposto durante lo dal se dietro lo smart working manager non ha ragionato di un'impostazione organica del sistema organizzativo aziendale
Lo smart working perse non avrebbe mai potuto consentire a quella stessa azienda di adattarsi realmente al mercato che stava cambiando non so se mi spiego cioè la capacità dei manager è stata non tanto quella di adattare se stessi ma di guidare i propri collaboratori con strumenti nuovi
Una nuova cultura aziendale verso modelli organizzativi peraltro ancora sconosciuti perché questa capacità di adattamento in questo periodo storico ci sta guidando verso modelli che sono ignoti
Chi viene dalle organizzazioni come me conosce modelli organizzativi quelli sono in maniera rigida no ecco
Quelli si interpretano le mie aziende in realtà quello che sta succedendo adesso
E che molti manager han dovuto adattarsi con tanta creatività adattando modelli organizzativi a specificità aziendali è anche a tipologie di collaboratori molto diversi fra loro
Lui ci siamo accorti che i nostri manager avevano veramente una forza in più
Che forse hanno dimostrato più di altri ambiti per lo più istituzionali come capacità di risposta ad un dramma che stavamo in quel momento vivendo
Ne parlava di smart working il confinamento nelle nostre case succeduto alla pandemia lo stato di emergenza tra l'altro rinnovato oggi fino al trentuno gennaio ha portato un incremento del lavoro svolto da casa con i computer
Un fenomeno che appunto non ancora smart working non ancora lavoro agile come viene chiamato nella legislazione italiana
E che però si incrocia con un cambiamento già in corso una cultura aziendale un cambiamento che vede emergere per citare Marco Bentivogli e il suo libro indipendenti un modello di gestione diverso da quello centrato su comando e controllo qual è il ruolo delle imprese del terziario in questo processo di cambiamento qual è stato il quale e quali sono le sfide che in prese manager e e dipendenti si trovano oggi ad affrontare quali gli strumenti per il futuro
Partono gli strumenti in questo momento di strumenti per la gestione del lavoro ad istanza lo definisco così per non addentrarmi nel dibattito smart working lavoro Agide
E quant'altro di strumenti in questo momento ce ne sono tantissimi forse troppi esistono molteplici piattaforme consentono una facile gestione dell'amore di stanza
Il punto vero è che
Soprattutto le aziende del terziario che sono quelle che meglio si prestano ovviamente lo smart working perché in una filiera produttiva industriale bisogna star lì non c'è scusa vitale dei bulloni di instabili nel terziario molto più semplice il punto è è proprio quello che dice Bentivoglio nel suo libro cioè è un problema culturale
Il nostro modello macro economico un modello che è nato sulle spoglie di mo'dell'industria visti i precedenti
Che erano molto orientate al controllo e al comando come esattamente dice Bentivogli
Qual è il punto e che quando ci siamo accorti dell'evoluzione del nostro modello economico verso la terziarizzazione lo abbiamo fatto corrispondere a questa evoluzione
Tutta una serie di processi culturali che avrebbero dovuto guidare le aziende anche la classe manageriale verso l'adattamento di nuove evoluzioni ad una nuova mentalità questo è quanto oggi invece siamo costretti a fare perché parlare di smart working senza questa evoluzione culturale nelle aziende non significa assolutamente nulla se continuiamo a pensare più a come adattare lo smart working ai processi di comando e controllo
Diciamo più
E soprattutto non saremo mai inefficienti nel Ficacci
Secondo me quello che è indispensabile in questo momento e cercare di capire che le aziende devono fare veramente un passo avanti e che in qualche modo il diciamo le istituzioni devono accompagnarli non tanto verso l'esortazione dello smart working aziendale che di per sé è incerto adesso sentivo addirittura prima di quest'ultimo DPCM una nuova esortazione del governo verso lo smart working che va benissimo però non basta
Il punto è che dobbiamo capire che occorre andare verso un'evoluzione Vera demo del mostro modello economico setter teorizzazione deve essere dobbiamo andare a concepire delle politiche di supporto reale al mondo del terziario che non è il mondo industriale è tutt'altro
Quindi bisogna costruire delle politiche anche e soprattutto di sviluppo che consentono a quelle stesse aziende di sviluppare un modello culturale che si adatti allo smart working all'incontrario
Non so se mi sono spiegato perché altrimenti il dramma e che ne anche entreremo in una la terza quarta e quinta fase delle dell'epidemia
Ad avere ormai una capacità delle persone di adattarsi allo smart working no ormai tutti non l'abbiamo fatto un po'nostro smart working
Ma le aziende non saranno in grado di accogliere gli esiti dello sul i vantaggi dello smart working
Mi bisogna cambiare i modelli organizzativi soprattutto i sistemi culturali che sono alla base dei modelli organizzativi allora sì che lo smart working avrà effetto
Quando esortazione di governo
Le necessità di cui dai faceva cenno quali sono i provvedimenti che secondo lei il legislatore dovrebbe mettere in campo
Vede proprio quello che dicevo prima cioè secondo me bisogna partire dalla base
Cioè a partire dalla base nei
E penso che abbia un sistema scolastico formativo che deve adattarsi a esigenze che se un cambiata pensi questo io mi occupo noi ci occupiamo di formazione manageriale però la formazione non è altro che uno strumento
In questo periodo in questi mesi in queste settimane molti pare un'informazione da quasi come una risposta che le aziende dovrebbero dare guardandosi all'interno attraverso la formazione per rispondere appunto al dramma di questi pini
Ora per carità la bacchetta magica non c'era nessuno e neanche la formazione a
Un potere così tanto prepotente da risolvere di per sé il problema la formazione non è altro che uno strumento
Va adattato a delle politiche di sviluppo vere cioè io definisco delle linee di sviluppo in base alle quali costruisco delle strategie formative no coerenti con la mia strategia di sviluppo
Solo in quel caso la formazione e compensi che come una macchina no come l'automobile lato mobile severamente lungo la strada non è che di per sé deciderà strada
Segue la strada che lei che la guida segue la strada con la formazione esattamente l'automobile ma è la strada che gli indica la direzione nell'auto di per sé che dalla direzione questo è quello che sta avvenendo in Italia
In questo momento io ho la sensazione netta
Che si parli tantissimo di formazione che ci si aspetti molto dalla formazione il problema è che
Mi pare di non aver letto nulla da nessuna parte rispetto a ciò che la formazione dovrebbe fare cioè dovrebbe esser funzionale a che cosa a quale tipo di sviluppo
Ecco allora che secondo me in questo momento penso ci voglia vedere sviluppo vera
Quando dico vera intendo un'idea di sviluppo che parto dalla realtà non siamo in un sistema economico che per lo più terze Rizzato
Anche laddove i grossi marchi industriali
Di Roma roba che a molti potrà sembrare paradossale i grossi marchi industriali chi guida del made in Italy all'estero
Ferrari Ducati Lamborghini no solo per parlare del settore automotive
Lì in che settore siamo
Meccanico industriale o terziario lei potrà portare sul mercato la Ferrari togliendo il Cavallino
E poi a fare la stessa roba però la moto togliendo il marchio Ducati
O togliendo il marchio Lamborghini il processo che sta dietro queste aziende e molto terzi a Rizzato ecco perché dico che secondo me in questo momento la dobbiamo costruire delle competenze che va benissimo essere molto tecniche ingegneristiche per carità ma attenzione anche quadro Abbado potrà sembrare paradossale
Il nostro mondo manageriale fatto di due tipologie di competenze che si intersecano
Quelle tecniche verticali
Che sono paradossalmente semplici da ottenere faccio il percorso ingegneria gestionale universitario finisco so fare delle cose
E anche là dove ho bisogno di approfondire o manutenere manutenere delle competenze tecniche posso farlo prendendo un qualunque smartphone e guardano tutore alloggi un tutore al dico sempre possiamo operare anche a cuore aperto paradossalmente quello che non possiamo fare però se non seguendo dei percorsi molto approfonditi e cambiare il nostro modo di essere
Dicevo che ci son due tipologie di competenze quelle tecniche quelle trasversali quelle trasversali sono quelle che attengono al modo di essere dei merger
No al modo di fare ed è quello che fa la differenza se ne costruiamo le competenze dei manager rispetto al loro modo di essere tarando le sue esigenze di tipo meramente industriali noi avremo degli ottimi controllori
Con una gerarchia probabilmente organizzativa molto solida
Ma non avremo la capacità di cogliere delle opportunità e soprattutto di adattarci rapidamente ai cambiamenti
Ecco perché dico sempre che secondo me le vere Arts il sono quelle trasversali
Perché laddove ci fossero la capacità di resilienza gli anti fragilità di adattamento al cambiamento e ne cito solo alcuni sarebbe facile inserirci competenze tecniche è il contrario che è difficile ecco perché dico che secondo me sin dalle dalle scuole le dobbiamo iniziare a pensare che la formazione deve essere un po'un sistema di Pontedera transizioni no se ci pensa la formazione un sistema di transizione
Finisco nelle scuole primarie transizione alla secondaria finisco le scuole secondarie transizione università transizione verso il mercato del lavoro queste transizioni devono consentire non tanto l'ingresso nel mercato del lavoro ma la permanenza del mercato del lavoro e per farlo
Non sono le competenze tecniche e ce lo garantisco perché le competenze tecniche devono essere costantemente aggiornate a prescindere
Ciò che ci garantisce la permanenza in un mercato del lavoro stabile
è la nostra capacità di adattarci al mondo reale se il mondo reale va verso la terziarizzazione non possiede le politiche che vadano in quella direzione Novara direzione opposta altrimenti l'intero sistema cade
Grazie grazie a Nicola Spagnuolo
Direttore del centro l'informazione è un'eccellenza della terziario