A memoria e Thanatos

Un saluto a tutti voi sono qua anche quest'anno presenta quindi l'appuntamento un alla fine dei conti riflessione sulla vita sulla morte
La Provincia sin dalla prima edizione è stata promotrice di questa iniziativa che quest'anno giunge alla su quinta edizione
E questo forte del consenso di pubblico e di critica che si è consolidata col passare degli anni
Il progetto culturale che sta alla base della rassegna si prefigge di offrire al pubblico mantovano e non solo spunti momenti di riflessione sul tema Dalla nuove sappiamo che questo un argomento che non dico sia un dovuta ma di cui spesso c'è difficoltà a parlare se non addirittura Antonio pregiudizio
Con intelligenza e sensibilità invece ideatore della rassegna propongono un approccio che definirei
Multidisciplinare in questa edizione si negherà l'esempio solo porto morte fotografia morte lavoro e sui bambini di fronte al lutto per la perdita di una personalità
Verranno anche proposte approfondimenti e letture sull'argomento
Il format della proposta resterà lo stesso degli anni precedenti anche nel due mila ventuno cambieranno forse le modalità di partecipazione causa emergenza accordi come tutti sappiamo
Casa del Mantegna sarà sempre comunque il luogo dove si terranno incontri conversazione ma il pubblico per i noti motivi non potrà essere in sala
In questo ci aiuterà la tecnologia che poi verrà arriverà illustra
Ringrazio la dottoressa Elena Alfonsi per dichiarazione e il coordinamento organizzativo aveva tutti un buon ascolto mi auguro che anche quest'anno la rassegna possa vedere
Lo stesso successo che ha avuto appunto dall'edizione precedente
Ringrazio il presidente della Provincia di Mantova il dottor Beniamino Morselli
Per le parole che ha voluto dedicare all'avvio della quinta edizione della rassegna di cultura titolata alla fine dei conti riflessioni sulla vita e sulla morte
Un presidente sensibile che dal due mila e diciassette ha sostenuto il nostro Progetto di cultura un Progetto grazie atea onoranze funebri del gruppo crea spazi dopo il due mila venti in cui siamo stati costretti ad interrompere la rassegna ritorniamo per il quinto anno consecutivo a Mantova nella prestigiosa sede della Casa del Mantegna
Avremo aspetti in presenza in collegamento on line uno spazio di appuntamenti in libreria in collaborazione con librerie Coop Mantova uno spazio di appuntamenti informativi esperienziali
E se le condizioni lo permetteranno anche un'esposizione pittorica
Il programma sarà ampiamente diffuso attraverso la stampa esiti di alla fine dei conti della Casa del Mantegna e del gruppo STEA spacca alla fine dei conti è promossa dall'associazione culturale a rete in collaborazione con la Provincia di Mantova
Il master Index stadi è inviando of life del Dipartimento fisco dell'Università degli studi di Padova il Politecnico di Milano Polo territoriale di Mantova istituto mantovano di storia contemporanea
L'associazione di promozione sociale la corte dei poeti di Mantova con il patrocinio del comune di Mantova
Desideriamo inoltre esprimere un sentito ringraziamento all'artista che ci ha donato l'immagine di un'opera pittorica perché divenisse immagine di alla fine dei conti due mila ventuno
Si tratta di Agostino Arrivabene un artista italiano
Di fama internazionale
Che nel due mila e sedici a Mantova fu il protagonista di una ricca esposizione allestita proprio alla Casa del Mantegna e che quest'anno che è dedicato ai settecento anni d'alla nascita di Dante Alighieri sarà l'autore di trentatré tavole dipinte realizzate per una nuova straordinaria edizione illustrata della Divina Commedia edita da Apax edizione Torino che ci auguriamo di poter presentare amante grazie maestro per l'apprezzamento verso il nostro lavoro e per la sua disponibilità
Alla fine dei conti è una rassegna culturale di innovazione sociale un'occasione per far conoscere le proprie strategie di sostenibilità attivando comportamenti positivi
Uno spazio dove la necessità di un cambiamento è la promozione di una educazione alla morte al morire
Che significa promuovere un rinnovamento radicale importanza fondamentale soprattutto dopo quello che è accaduto
Noi continueremo a sensibilizzare gli individui di quanto possano essere d'aiuto fare in modo che il pensiero della fine della vita riesca a dei ad abitare lo spazio interiore dell'uomo perché l'aver coscienza della fine certa dia più forza alla vita e un maggior rispetto verso se stessi e verso gli altri
E dia la forza a non sottrarsi alla vita
Al peso delle esperienze più dure
Personali familiari professionali alle drammatiche prove di sofferenza fisica e psichica di fraintendimento di emarginazione sociale di persecuzioni ideologica e anche di prigionia
I pensieri spirituali sono la forza di ogni culto in quanto determinato da contenuti di fede di qualsiasi fede
Che calmano consolano infondono speranza aiutano uscire dal buio riaccendono il cuore di sentimenti e affetti rinnovati
Alla fine dei conti sostiene la ricerca di una materia multidisciplinare vastissima tela Tanato Lucia affinché aiuti gli individui a non essere travolti dal dolore per la morte di chi amiamo
Un impegno dei vivi per risolvere sciogliere dipanare le matasse di angoscia causati dal morire di chi ci è vicino
La cultura di più discipline specialistiche è in grado di trasformare il dolore
è in grado di distogliere dalla chiusura della sofferenza è in grado di proiettare l'attenzione oltre l'immediatezza per costruire un valore di memoria un valore morale
Il ventisette gennaio ricorre il Giorno della memoria e alla fine dei conti in collaborazione con il Festival Mantova polizia curato dall'associazione di promozione sociale la corte dei poeti
Offre in quest'occasione un contributo di riflessione intenso e profondo su alcune tematiche inerenti la Shoah
Caduca mille novecentotrentadue siano chi è in Germania la foto che vedete fu scattata nella propria casa Tarak la moglie del rabbino della città a chi va posta in una cannocchiale sta sul davanzale della finestra mentre sullo sfondo appare una bandiera nazista
Racket scrisse in tedesco sul retro della foto
Morte aggiunta dice la bandiera Giunta diverrà per sempre rispondono le luci
Il buio e le tenebre si restringono con la luce quella cannocchiale arrivati in Israele dopo la guerra continua a essere utilizzata
I discendenti di Akiva irachene accendono ancora ogni anno le candele di canta usando per il candelabro
Le luci vincono le tenebre
Cos'è la vita
Chiede il figlio al padre
La vita è una bolla nella quale siamo soliti scrivere gli esiti della nostra vitalità
Dentro questo sacco tessuto col filo di vivide ma impercettibili vibrazioni stanno ricordi aspirazioni emozioni sentimenti idee tutto grovigli atto sì che spesso non riusciamo ad intravedere se ci sia un ordine a una logica che possano ricucire la storia che immaginiamo sia la nostra vita
La bolla non appeso né sostanza
Tuttavia l'insieme dei suoi contenuti lascia un'ombra nel nulla
La morte
Quell'ombra comunque faro spento riflette una luce mai nostra è un riflesso scuro che tuttavia con la sua pure impalpabile immanenza ci angustia e spesso ci tormenta
Così finché si è Moretti dalla vitalità
Ne diciamo in modo fantasioso sempre giocando Trabuio speranza tra principio e fine
La vita
Fatta di mille schegge di passato presente e futuro si fonda sul dubbio procede tra quelli che siamo soliti chiamare successi e quelli che si riveleranno fallimenti
Si tratta dell'intreccio del sì e del no che ci dona la forza del nonostante tutto
Quel tuttavia che tutta la vita formula magica che apre nuove categorie di pensiero che consentono di immaginare insieme il bene e il male la gioia e la paura il buon risultato dell'errore
Forse figlio
La vita è questo Fastello di elettriche sinapsi prima e poi dei corto circuito intelligenti
Che prendono forma in noi e oltre nove in quello che e sarò in altre mutevoli forme la nostra luce nella nostra ombra sul mondo
Ma bada figlio tutto questo si muove nel regno del silenzio
Quando scioglierà il la cinta che ti stringe
E ti Serra con forza se mi chiedi cos'è la vita verrà i svuotato trasfigurato ribaltato dei silenzi andanti nei silenzi distanti e la in quello strano mondo senza parole già ascoltate
Incontrerai l'ignoto che induce chimere voti memorie future dissonanze mutando l'esistere in incanto ti troverai uno spazio nuovo anch'esso però è per sempre con qualcosa o con qualcun altro di incompiuto lottare con l'ENI ma ruvida tante
E tutto tacque ma proprio in quel tacere avendo un nuovo inizio c'hanno il mutamento Rainer Maria Rilke
E ora la parola a Stefano migliori per a memoria e Thanatos
Ogni sopravvissuto all'Olocausto ha avuto una storia diversa è un modo differente di affrontarla
Ma c'è uno schema generale che può essere rilevato tutti costoro almeno inizialmente hanno scelto il silenzio
Silenzio su quello che era successo loro nei campi
Non ne hanno parlato per anni a volte per decenni argomento sospeso
E accaduto Liliana Segre Sami Modiano e tanti altri
Anche persone che mi furono vicine tacque ero a lungo
Le loro esperienze legate alla persecuzione degli ebrei alcuni sino alla morte
Un'eccezione è rappresentata da Primo Levi cioè questo è un uomo fu pubblicato in prima edizione nel mille novecentoquarantasette da De Silva
Percezione di levi conferma la regola
Cosa hanno fatto tanti sopravvissuti nel loro primo periodo di silenzio si sono messi a costruire una casa
Molti di loro in un nuovo Paese lo Stato che Israele fra tutti
Pensarono a crearsi una famiglia sposarsi ad avere figli perché la maggior parte di loro
Se anche già aveva avuto una famiglia da vide morire per mano dei nazisti
Hanno iniziato a impegnarsi nel lavoro cioè sviluppare una carriera costruire una vita nuova solo molto più tardi spesso dopo decenni di silenzio hanno cominciato a revocare la loro storia
I sopravvissuti alla Shoah dopo il silenzio andarono in giro per le scuole ebraiche non ebraiche raccontando il loro dramma i ragazzi perché volevano che capissero quanto fosse prezioso e fragile la libertà
E così fu per tanti reduci dei campi che sentendo avvicinarsi la propria fine che avrebbe cancellato ogni memoria Diretta non volevano morire senza testimoniare lasciando l'eredità del ricordo
Ripensando al silenzio in cui visse a lungo la maggior parte dei sopravvissuti
Mi sono reso conto che c'era e c'è una struttura semplice in quel loro comportamento prima hanno costruito il futuro e poi hanno ricordato il passato quel passato che il perfido raziocinio nazista voleva annientare per cancellare il futuro del popolo ebreo
I sopravvissuti hanno parlato solo dopo aver ricostruito il proprio futuro
Per rafforzare le idee che vi sto esponendo prenderò spunto dalla parashah di Bereshit
Le pare Schott sono brevi passi della Torah commentati ampliati in ottica esegetica
Comprendendo interpretazioni supportate anche da leggende religiose che si accumularono nei secoli
L'ultimo dei sei giorni della creazione Hashem formò il corpo di Adam
Prese la terra che aveva raccolto sul monte moria Tina impasto con acqua e con l'argilla così ottenuta modello alla forma del primo uomo
Mentre la sagoma di ad Amman giaceva ancora immobile al suolo Hashem pece scorre davanti ai suoi occhi la visione di tutta la sua posterità
Ad Ambra contemplano Novak che i giusti di tutti i tempi avrà e future convertiti insacca e coloro che avrebbero offerto Sacrifice Jacobs e gli studiosi della Torah
Moshe e gli uomini umili a Roma
E sacerdoti David e tutti il re
Dei testi domandò Hashem tutti questi giusti discendono da tempo Adam si rallentano
La parashah prosegue sviluppandosi nella descrizione fisica di Adam e a dire che il suo corpo il fatto di polvere ma la sua anima eterna
E che egli è destinato a vivere in due mondi il mondo terreno è quello a venire futuro insomma
Adam ricevete tale visione mentre la sua sagoma giaceva ancora immobile al suolo quindi ancor prima nel suo iniziale respiro la visione del futuro precede segna la vita stessa di Adam
I Donà un futuro anticipato
Il futuro mostrato da Dio definisce il cammino del primo uomo e lo indirizza verso ciò che avverrà a modi viatico effettivo e determinante
Ciò nella tradizione ebraica significa chiaramente che l'uomo è qui oggi ma vive nel futuro proprio quella dimensione che i sopravvissuti ai campi di concentramento
Hanno dovuto ricreare prima di narrare il loro terribile passato pensa avrebbe avuto la forza di annullare ogni speranza
Ora Paolo Aldrovandi
Legge un breve passo tratto dai racconti dei casi di
Il passo attribuito arrabbi Burnham
Continuamente passiamo attraverso due porte fuori di questo mondo dentro il mondo futuro
E di nuovo fuori ed è
Adam al momento dell'adesione descritta nella parashah di Bereshit non aveva passato solo del presente dell'istante il futuro per lui come Peroni uomo-donna al momento della nascita prima c'è solo il nulla
Anche se nulla ebraico non è vuoto
Arrivando alla centralità del mio intervento
Non c'è la fine di ogni espressione di ogni speranza della poesia dopo Auschwitz come sostenne Theodor Adorno
Si pensi al detto del filosofo tedesco è un atto di barbarie scrivere poesia dopo Auschwitz
Primo levi lo confutò subito affermando che dopo Auschwitz è barbaro scrivere poesie se non su Auschwitz
La parola ritorna che tornano i ricordi dell'orrore dei sopravvissuti riemergono per scongiurare che il male venga replicarsi
Nell'auspicio di un oggi e di un domani di consapevole e ragionevole pacificazione ciò significa svuotare il passato ricostruendo lo nell'oggi e poi nel futuro attraverso la parola
L'obiettivo dell'evento odierno quello di comprendere come e perché dopo la tragedia della Shoah gli ebrei abbiano potuto in un certo senso risorgere
In merito a quanto detto vengo introdurre il pensiero di Danilo Di Matteo psichiatra e filosofo Apruzzese
Come spiegazione più approfondita delle mie parole introduttive
Di Matteo ha affrontato il tema oggi trattato nel suo libro L'esilio della parola il tema del Silenzio nel pensiero di André Heller pubblicato da Mimesis nel due mila venti
La sua trattazione si incanala nell'ambito della filosofia ebraica
Gli ebrei scrive l'autore si sono voluti popolo a responsabilità universale in un tempo illimitato senza fine
E l'incompiuto infatti risiede l'incessante ritorno dell'uomo e di Dio
Nell'incompiuto dove senza fine appare la speranza che tende a superare ogni fallimento e ogni tragedia
è in questo ambito che Danilo Di Mattei ravvisa la figura psicoanalitica dell'immagine dell'inaccessibile
Come la promessa è intimamente legata al silenzio e all'incompiutezza ci si addentra così nella selva dei contrari simultanei dove fallimento e speranza sono facce della stessa medaglia
Tali estremi rotte non sul perno del libero arbitrio
Non la fine di ogni espressione dopo Auschwitz come teorizzava Adorno ma la ripartenza della speranza proprio dalla tragedia
Il non ancora ebraico è il forse dell'incertezza dell'incompiutezza ma anche del possibile
Si tratta della formula della contraddizione che esprime la contiguità del sì e del no la forza del nonostante tutto
La congiunzione avversa attivati tuttavia sintetizzando il pensiero di France Rosen vecchi filosofo tedesco citato da Di Matteo
Apre nuove categorie del pensiero le quali consentono di pensare insieme il bene e il male Auschwitz e il futuro
Danilo Di Matteo scrive tra l'altro della vicenda di Giobbe a del silenzio di Dio
Che secondo me era sarebbe stato un volto a costringere Giobbe stesso ad ammettere e ad accettare che la sofferenza viene dal male
E questo nella logica di Dio che si fa beffa di ogni altra logica
Questa sarebbe la condizione finché ogni incontro con qualsiasi entità fosse pure il male o il demonio Hitler aggiungo come personale nota
Non possa essere che nonché un incontro con Dio stesso
Di Matteo precisa il concetto della dimensione straordinaria del male nel nostro caso la Shoah si tratterebbe non di un troppo tout-court ma di un eccesso del male che oltrepassa ciò di cui le tecnico umane vengono a capo
Insomma una sproporzione tra il pensiero dell'uomo e la follia del mondo dell'Olocausto
Tale eccesso non è singolare come nel caso di Giobbe coinvolge tutta l'umanità
La tragedia degli ebrei non si può affermare che l'uomo Gioberti sia l'accusato ed io il giudice
Essendo Dio colui che di lui si può dire con eguale verità che il giudice testimone accusatore accusato il difensore Dio è contemporaneamente tutte le istanze del nostro ipotetico processo e via al di sopra e al di là di ogni legge
Di Matteo cita Elie Wiesel che suo libro la notte
Dov'è Dio eccolo e appeso qui a una forca
Ma nulla risolto noto ancora Di Matteo dalle mediante Gerusalemme divisa nulla è ancora risolto e si tratta di continuare ovvero di risorgere
Il riproporsi e l'inizio non la fine dov'è dunque la fine
La vita intera si può rispondere è un perpetuo itinerario di opera in opera fino all'indomani della fine dei tempi ciò che importa per l'ebraismo è l'incompiuto la promessa intimamente legata all'incompiutezza
E al silenzio
Le porte restano aperte all'energia infinita del possibile il verbo non ha ancora detto la sua ultima parola
Riproponiamo ora il contributo di Danilo Di Matteo
Il capolavoro di antenne
E l'esilio della parola dal silenzio biblico al silenzio di Auschwitz
Il sottotitolo potrebbe essere capovolto dal silenzio di Auschwitz al silenzio biblico
E la silenzio gli Auschwitz dall'abisso dal silenzio abissale di Auschwitz che prende le mosse la riflessione filosofica e teologica dell'autore c'è una circolarità regole Silenzi presidenze umani di Dio della Bibbia
Eloquente il silenzio di Dio
Nel Libro di Giobbe
E il silenzio di Auschwitz il silenzio di Dio il silenzio degli esseri umani
Auschwitz
Rappresenta la tragedia la tragedia
Per antonomasia forse seria del ventesimo secolo di un secolo il Novecento ricco pieno colmo di eventi tragici
Ne nasce all'inizio della Grande Guerra della prima guerra mondiale
Attraversa poiché le vicende della persecuzione degli ebrei la Shoah
Quella che definiva una tragedia per antonomasia
La seconda guerra mondiale ovviamente
E
Percorre le altre tragedie del secolo prende e insieme quasi interminabile
Dalla guerra dei sei giorni del mille novecento sessantasette l'evento che lo spinge a tornare è l'unica ritorno a Gerusalemme dalla Francia ad alzarsi e a a Gerusalemme
La guerra di chi pur nel mille novecento settantatré
Guerra
Carica del Lirico della Shoah per il nostro dolore
Ecco
Il
Nostra opporre concepisce
Il tragico
Prendendo quando prendendo a prestito un'espressione di Elie Wiesel
Il possibile
Il rapporto fra possibile l'impossibile l'impossibile è possibile questo e il tragico l'essenza della tragedia e nella ostilità dell'impossibile
Ciò che sembrerebbe impensabile indicibile diviene un fatto
Dinanzi al qua spesso riusciamo a rispondere
Solo con il silenzio facendo
Il silenzio come risposta
All'impossibile che diventa realtà
E nel contempo bene risponde a Silenzio e alla tragedia con il forse
Con la speranza
Del nonostante tutto
Nonostante tutto come concepito da una cultura ebraica
Non è solo nonostante ogni cosa
Non ho stando in realtà positiva no
E anche nonostante il nulla l'assenza la mancanza nonostante il no
Nonostante il diniego
Nonostante
Il nulla
E da quello che può scaturire il sì
E può scaturire la possibilità
Il discorso fine dunque
E si estende alla categoria alla dimensione della storia
E abbraccia nel contempo
Le vicende personali l'esistenza di ciascuno e di ciascuna Dinoi
La tragicità della nostra esistenza individuale
E insieme di quella collettiva
Nonostante tutto dunque e nonostante il nulla
Nonostante le conferme ed e.Biscom ferme
Il silenzio
Può dominare nel monologo
Chi
E
Può di Ingrao Govone sorriso Nilo Loti parlano solo solo che tavola sconfina nel vaniloquio
Non riesce ad ascoltare l'altro o l'altra
E quindi
In mezzo
Non riuscendo a tacere
Nel proprio io
Nel proprio egocentrismo il Silenzio dunque può rappresentare un momento per fare spazio all'altro
Per dare spazio all'altra dall'alto
Il silenzio dunque come momento costitutivo del dialogo
Taccio
E nel momento in cui taccio ascolto
Non ci ascoltò senza silenzi
Il silenzio anche come tesa come attesa silenziosa come predisposizione all'ascolto come concede un covo in cui un centro anzi un ritrarsi in se stessi peraltro io sì per esempio a un'esecuzione musicale
Distante prima dell'inizio di un concerto il direttore d'orchestra di musicisti il pubblico tacciono
Preparandosi predisponendo sì all'ascolto
E i silenzi o sfida il silenzio del
Della risposta rinunce dove sei ecco la domanda che tante volte nel nostro intimo rivolgiamo addio per chi crede
Dove sei
Bene sostiene che la questione la domanda essenziale della cultura ebraica
è il dove
Dove Dio no tiene Dio non la domanda riguardo a chi sia dio ma dove si trova perché non mi risponde
Perché nasce perché sembra lontano assente estraneo alle mie alle nostre vicende dove sei
La cultura ebraica la storia ebraica si pongono secondo me e così anche i libri biblici della genesi dell'esodo aggiunge via dei chi ed è dove del chi sei rivolto a Dio ed è dove sei è del resto di nuovo la circolarità
La prima domanda che io questa volta ogni all'essere umano andavamo al primo uomo
è dove sei questo richiede dirlo non chi sei dove dove i fondi
Sì presente sei assente il grande dilemma degli esseri umani Iddio e nel rapporto verticale
Fa l'uomo o la donna
Dio dell'apporto orizzontale fra gli esseri umani
Dov'è il mio amico dov'è il mio nemico dove nell'alto dov'è l'altra
Perché non risponde il Silenzio sfida lo definisce né il silenzio cioè
Che mette alla prova
A modo suo no rispondendo negando la risposta
Prodi sposta mancata
L'uomo la o uomo l'altro essere umano non mi risponde o non risponde alla chiamata di Dio oddio non risponde al mio appello quasi si sottraesse
Alla mia in votazione dove sei
La vicenda di Giobbe
Facevamo un cenno prima e paradigmatica riguardo Iddio che non dà spiegazioni che si sottrae che si nasconde
Nonostante l'ostinazione dall'essere umano di Giobbe in tal caso a chiedere che
Ecco probabilmente ha più senso un'altra domanda quella nel senso relativa al senso montando per che ma in vista di cosa
In quale prospettiva
Ecco all'orizzonte la prospettiva della
Vicenda umana
Che trascende puri lo stesso secolo breve interminabile novecento
E diventa interrogazione universale e questo ti mando dalla Bibbia
Che è una delle matrici
Della cultura della civiltà occidentale in modo particolare
Che la Shoah
Lo sterminio
Di milioni
Di donne di uomini di bambini uno sterminio
A cui conferisce una valenza se possibile ancor più ampia è universale la partecipazione e il coinvolgimento altrettanto tragico
Dice in dinari migliaia gli altri esseri umani non ebrei
Pure internati
E tragicamente
Scomparsi nei campi di concentramento Auschwitz è la tragedia del popolo ebraico e carpenteria di tantissimi altri esseri umani
Ciò le conferisce un una valenza un carattere ancor più ampio e per l'appunto universale
Tanti esseri umani parteciparono della morte degli ebrei la morte degli ebrei divenga la morte della civiltà lucidità negli umiliata sola fatta e nonostante tutto nonostante quel nulla anzi quel no
Viene dice la speranza la possibilità il senso della possibilità il fosse nonostante tutto Fox nonostante tutto è possibile che nonostante il nulla nonostante l'atomica anche tali tragedie del Novecento non dimentichiamo Hiroshima Nagasaki la tragedia della bomba atomica
Nonostante il tragico l'esistenza nella vita individuale e collettiva va avanti
Multa la storia di ciascuna di ciascuna la nostra storia condivisa prosegue
Ecco dunque l'appello alla speranza e insieme l'ammonimento il monito
Riguardo al nostro comune destino di morte e di vita il male ebbene
La vita e la morte
Un attimo l'eternità l'istante che fa irruzione
Nella storia e la storia
Parola tragica
Paura esaltante parola piatta prosaica insensata
Anche Dio può fallire si legge nel libro di Di Matteo
Ma il fallimento corrisponde alla consolazione ovvero a riprendersi di fronte al fallimento con volontà Energia speranza si è abbandonati e immediatamente raccolti
Forse vuol dire sì tutto può essere
Essi del Silenzio forse nonostante tutto ovvero nonostante il nulla come diceva Di Matteo
Dal cuore del no scatto ricevessi esiste il male e tuttavia c'è il bene
Per ricorda che il nome che Dio ha nella Qabbalah ebraica e nessuna fine e che tale nome identifica il Dio nascosto e silenzioso della Bibbia
La verità è che Dio è silenzio in silenzio fa nascere il dialogo
Il mondo non è quello che è in quanto non potrebbe essere altrimenti il mondo è quello che ma potrebbe essere altrimenti scrive Salvatore Veca nella sua postfazione al libro di Di Matteo
Questo nel quadro di una radicale incertezza
Tutto ciò dopo Auschwitz e nonostante Auschwitz
Silenzio Energia che genera la promessa e la speranza
L'ignoto
Vero padrone della vita non abbandona mai questo mondo
Lo trascende rimanendo fino
Siete ottanta in questo caso disse l'ufficiale tedesco se qualcuno manca sarete tutti fucilati come cani
Le porte prenderò chiuse eravamo in trappola fino al collo
Il monte Roncato ermeticamente chiuso
C'era fra lui la signora Shutter cinquant'anni con figlio di dieci
Aveva perduto la ragione con il braccio indicava la finestra urlando un fuoco vedo un fuoco guardate
Gli uomini attaccati alle sbarre guardavano ma fuori non c'era nulla eccetto la notte
C'eravamo consolati Bertazza poverina
Il figlio grattato le gonne non è nulla mamma calmati faceva più male delle grida della madre
Niente riusciva a calmarla continuamente urlava e Bradley ascoltate mi vedo un fuoco leghiamo il rogo
Un'anima maledetta era entrata in lei ancora un giorno e ci saremmo messi a urlare tutti
Ma ecco una stazione che nessuno conosceva Auschwitz
Non potevamo scendere lunghe attese e poi ancora il treno in movimento un breve viaggio il treno si ferma nuovamente dei reticolati capimmo che era un altro campo
Ed è guardato il fuoco richiami macchiati d'urlato la signora Shutter era molto indifferenti assente mentre noi guardavamo le fiamme nella notte
Un odore abominevole alloggiava nell'aria
Due uomini saltarono sul carro contorce bastoni si misero a picchiare gridare scendete lasciato il tutto su caro davanti a noi le fiamme e nell'aria l'odore di carne bruciata
Eravamo arrivati a Birkenau
Figli di cani perché siete venuti
Non abbiamo chiesto noi di venire rispose qualcuno Tabacci figlio di porco vuoti schiaccio dove sei avreste dovuto in Piccardia dove eravate piuttosto che venire qui
Non so pedate cosa si preparava per voi
Vedete il cammino le fiammelle vedete e la Giunti andrete quella è la vostra tomba figli di cani non capite nulla vi brucerà annodi ridurranno vincente
Restammo pietrificati
Questo non era un incubo
Più di un incubo
Non bisogna perdere la fiducia anche sia stata sospesa sulle nostre teste
Così parlavano i saggi
Il dottor Mengele aveva una bacchetta da direttore d'orchestra che si muoveva senza tregua una volta a destra una volta a sinistra una volta a destra una volta a sinistra
Ricordatelo sempre non siete in una casa di riposo
Questo è un campo di concentramento dovete lavorare o Andrea dritti nel cammino lavorare o al crematorio la scelta e nelle vostre mani
Ancora un trasferimento al campo di Bunna lavoro botte lavoro selezioni
Ormai non mi interessavo d'altro che è una mia scodella quotidiana di Zhou
Il mio è un pezzo di pane raffermo
Il Pac-Man lassù
Tutta la mia vita
Era un corpo forse ancora meno uno stomaco affamato soltanto lo stomaco sentiva il tempo passare
Razza di Delvecchio sfatti Kato lo chiami lavorare questo la guardia cominciò a picchiare mio padre con la spranga di ferro
Mio padre prima si piegò sotto i colpi poi sembra spezzarsi con un albero colpito dal fulmine collo
Tardivo assistito alla scena senza moderni Daccico
Pensavo di allontanarmi per non ricevere colpi anch'io
Ecco cosa aveva fatto di me il campo di concentramento
Ma lei di con la Germania
Aveva gridato prima di morire il ragazzo impiccato senza lacrime
Non ho mai visto un condannato piangere da molto tempo i corpi ignavi viti avevano dimenticato il sapore amaro delle lacrime
Dov'è il Burundi io domando qualcuno dietro di me dove io eccolo appeso a quella sporca
Pensavo con rabbia
Ci sei tu Dio Dio
Cosa significa la tua grandezza di fronte a tutta questa debolezza di fronte a questi corpi infermi benedica il nome dell'eterno dicono i saggi
Perché deve dirlo
Per aver fatto bruciare migliaia di bambini nelle fosse per aver fatto funzionare sei crematori giorno e notte anche di sabato e dei giorni di festa per vedere i nostri padri le nostre madri i nostri fratelli finire nel crematorio Dio
Questi uomini che tu hai lasciato torturare sgozzare bruciare cosa fanno
Pregando
Davanti a tutte
Lottano
Il tuo nome
Non accettato più il silenzio di Dio
Non ero il solo ad aver perso la fede in quei giorni di dura selezione cono di Urbino
Polacco un vecchio curvo le labbra tremanti
Perché soprattutto il tempo recitava a memoria pagine intere del Talmud poneva domande si dava risposte ma un giorno disse è finita Dio non è più con noi
L'uomo è troppo piccolo
I serrati
Per cercare di comprendere le vie misteriosi di Dio
Cosa posso fare io
Su uno saggio sono una creatura in carne e ossa con l'inferno nell'anima
Il fronte di opposizione al nazismo si avvicinava nel vento gelido della violenza il dieci aprile eravamo circa venti mila nel campo la fame ci attanagliava non mangiavamo da sei giorni
Soltanto Erba e qualche buccia di patata il movimento di resistenza decise di entrare in azione uomini armati sorsero l'improvviso bombe raffiche noi stavamo sorvegliati a terra nel blocco la battaglia non durò a lungo
L'SOS erano fuggite
Fui ricoverato in ospedale
Un giorno
Riusciti ad alzarmi
Dopo aver raccolto tutte le mie forze Ulivo determi Allo specchio che era atteso
Al duro di fronte dal fondo dello specchio
Un cantate rinvii contemplata
Il suo sguardo nei miei occhi
Non vi lascerà mai più
Il giovane divise l'aveva abbandonato la speranza aveva dubitato di Dio
Lui che sin da bambino aveva studiato la Torah il Talmud e poi la cabala
Era divenuta cadavere
Era morto nell'anima
Eppure
Nonostante tutto è vissuto ha ricordato ha ammonito
Lo fece da uomo che dubitava
Che era divenuto incerto ma lo fece
Da ebreo che riusciva a intravedere nel domani comunque la speranza al di là di ogni cieca ortodossia
Visse nell'incertezza interiore ma visse e diede luce alla cultura
Compiamo azioni ogni giorno e queste sono ciò che Dinoi rimarrà per sempre
Il complesso di tali attività le pensieri determina la nostra tenuta la costanza del vivere nonostante tutto al di là del male
E del buio che ci sovrasta
E dicendo del buio
Penso anche agli effetti della pandemia che tanti morti ha fatto nel mondo
Ci pare un castigo divino come la Shoah
Una plenum appena scusate inflitta all'umanità dalla natura maligna del mondo perché perché accade questo e dov'è Dio in questo frangente si potrebbe chiedere un redivivo Elie Wiesel
Non comprendiamo appieno questo castigo che razionalmente ci pare insensato ma la natura come il Dio degli ebrei agisce al di fuori delle regole umane
Per capire ciò che accade oggi come di ieri come negli anni tra il mille novecentotrentatré quando entrarono in vigore le leggi razziali naziste il mille novecentoquarantacinque non possiamo appellarsi alla ragione ma solo all'evidenza
Il male avvolto il mondo trascinando con sé la titubanza dei governi e le coscienze degli umani
Quanti uomini e donne hanno votato il capo per non vedere la tragedia della Shoah
Anche oggi della pandemia ci opponiamo ma senza forzare e così ci abituiamo ci adattiamo al male spesso proprio come fece il mondo nel decennio della persecuzione degli ebrei adattarsi significa volgersi nel monologo del Silenzio e patire il silenzio senza dialogo
Questi lectio che provano da Dio
E tacque nonostante gli errori dell'Olocausto
Oggi siamo tutti vittime del nostro silenzio ma nostro silenzio cambia forma e pelle
Non siamo complici
Ma l'Harvey impotenti di fronte al male della pandemia
Nonostante tutto il virus compirà il suo ciclo è questa ennesima era del male finirà e allora qualcuno comincerà a uscire dal Silenzio ricordare a testimoniare ad ammonire perché orrori quali quelli che stiamo vivendo oggi non accadono più perché si cambi passo
Solo di fronte all'imminenza della fine l'umanità si sveglia solo a un passo dalla morte viene capovolgimento del pensiero la nuovi intuizione
Che vorrei definire salvifica e rivoluziona ante
C'è quindi la comprendere il nostro spicca bile ripensamento d'oggi alla luce del ricordo della Shoah il male non può ritornare come la parte buona dell'umanità comincio a condannare la scelleratezza del nazismo oggi bisogna iniziare a vivere da protagonisti di un nuovo cambiamento
Incidendo sulla politica dei singoli Paesi perché non ci sfatti un ci si faccia più accecare dal rigore del predominio economico a tutti i costi
Deforestazione mancanza di rispetto per l'ambiente e per gli appelli della comunità scientifica inquinamento tagli alla sanità e alla ricerca
Sono state le micce della pandemia
Non possiamo più essere numeri per ma globale Izzo azione riduttiva incentrata sull'unica dimensione del profitto
Un'ottica ristretta che ha cancellato la questione delle grandi sfide umanista in favore di un fondamentalismo di mercato sempre più un meccanico
Oggi siamo tutti ebrei di fronte al disastro pandemico innescato dalla cecità dei poteri forti
Chi sopravviverà dovrà divenire artefici della memoria e della speranza nonostante tutto
Qui è stato Auschwitz di estati Hiroshima che tuttavia vi è un futuro scrisse Nervo che vegliardo sue prime trasmissioni se fosse vivo oggi forse aggiungerebbe vi è stata la pandemia
Ringrazio Stefano Jorio
L'associazione di promozione sociale la corte dei poeti per il primo appuntamento di alla fine dei conti a memoria e Thanatos
Vi lascio col video di Stella Bassani decantata raggi gamma misericordia tenui sì vediamo al prossimo appuntamento lunedì otto febbraio Cogne conservare l'arte Thanatos grazie a tutti
Merafina
Malissimo un
Da
Alienum riuscirà laurea in lire
Anzi a mischia che
Non
E allora su Bendandi leggi
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