"Rai, tv private, informazione"

Si possa
Iniziare questa tavola rotonda
Che io presiedo per invito dell'amico Giovanni Galloni al quale credo rivolgiamo tutti anche questa occasione
Il nostro più amichevole e cordiale augurio sperando che la prossima volta attorno a lui
A presiedere questi incontri di itinerari
Il tema di questo
Dibattito
Sì il collega molto bene ad uno degli interessi
Più evidenti della rivista itinerari che nel corso degli ultimi anni in più occasioni in più momenti importanti del dibattito culturale e politico su un sistema dell'informazione
A costituito la occasione per un confronto di opinioni per una verifica delle posizioni politiche ed anche per una
In qualche caso opportuna convergenza di posizioni in vista delle e decisioni che ci dovevano assumere a livello legislativo
Molti degli amici presenti ricorderanno l'ultimo di questi appuntamenti nella autunno
Dell'ottantaquattro quando si era alla vigilia della presentazione del decreto legge poi convertito dal Parlamento dopo una lunga discussione
E ricorderanno quali sono state le posizioni che allora
Si sono confrontate con la presenza oltre che di Galloni che introdusse di Battistuti giacchetto di Tempestini che la mia presenza quest'oggi sono stati invitati a dare il loro contributo professore di Kelli Nuccio Fava già Walter Veltroni Roberto Zaccaria che
In qualche misura interpretano posizioni e politiche abbastanza precise ed in modo qualificato ma conoscendovi io conoscendoli voi sapete
Che il loro atteggiamento nel dibattito politico non è mai stato né credo sarà questa mattina una schematica
Riproposizione delle posizioni ufficiali ma sarà piuttosto un apporto critico libero chiede in questo senso più interessante e più costruttivo
Nella incontri della rivista itinerari
Il modo di guardare a a questi problemi
è stato sempre uno in modo che rifletteva una preoccupazione fondamentale cioè la consapevolezza che sia quando si parlava di legge sull'editoria sa sia quando si parlava di riforma della RAI
Sia quando si è iniziato a discutere
Una situazione che si andava modificando per la presenza delle radio e televisioni private
E era dominata dalla obiettivo di costruire un sistema o un modello che si preoccupasse principalmente di garantire la pluralità delle voci
Come condizione per una soluzione democratica e corrispondente alla ricchezza delle posizioni culturali e politiche che esistono nel nostro paese
Così come credo sia evidente
Solo che si sfogli inno i numeri delle riviste che hanno registrato questi dibattiti
La grande attenzione è dedicata al al ruolo della RAI dell'interlocutore pubblico
Che in passato
Aveva una posizione di monopolio che si è poi andata modificando oggi parliamo e il proposta di legge del ministro Gava
In questo senso è molto esplicita di sistema misto
Ma Sempre attribuendo alla RAI alla presenza pubblica uno ruolo del tutto particolare
Certo quando si discutere di pluralismo e poiché difficile individuare
Il confine e informalmente credo sia
Impossibile definirlo è un problema di contenuti di maturità culturale di responsabilità politica
Tra a pluralismo lottizzazione
è una
Questione che si pone quando parliamo del sistema informativo
è una questione che a maggior ragione si sa si pone quando guardiamo in modo più esplicito alla RAI
E penso che questo sia uno dei grandi problemi che prestano ancora aperti e che qualche volta
Esplodono in polemiche piuttosto vivaci in questa o due in quella occasione
Io credo poiché negli ultimi tempi lo abbiamo visto in occasioni
Della precedente tavola rotonda a acquistato grande rilevanza il rapporto tra Pubblico e privato e all'interno del discorso sul privato il rapporto tra network privati che televisioni i locali
In questo modo vorrei dire individuata una serie di questioni che sono affrontate dalla proposta di legge governative ed altre proposte di legge
Che saranno al centro della discussione del parlamento sono ragioni e costituzionali
Ci sono ragioni di ordine più strettamente tecnico che vanno considerati
Ieri dal punto di vista costituzionale
La necessita di ricordare come
Sia stata inizialmente
Messa in discussione la posizione di monopolio della RAI e successivamente
Ci sia discusso invece con
Maggiore interesse
Dei limiti da porre ad una altrimenti disorganica e avventurosa presenza privata nel sistema televisivo quindi sono si sono sviluppati i discorsi e approcci che hanno ragioni gli interessi obiettivi tra di loro diversi ma tutti di grande importanti
Così come credo sia stata molte volte in ombra ma forse oramai opportuno che anche questa questione emerga con maggiore chiarezza il rapporto tra le informazioni
Televisiva e l'informazione a mezzo stampa
Forse qualcuno
Si è chiesto negli ultimi tempi per per quale ragione gli editori dei quotidiani e dei settimanali che erano stati di un passato così attenti al problema del tetto pubblicitario della RAI
Siano stati politicamente meno presenti interlocutori meno attivi
Nel momento nel quale con
La rafforzarsi della presenza privata nel settore radiotelevisivo sia registrata contestualmente una forte crescita del mercato pubblicitario ma anche una forte pressione della pubblicità televisiva a danno della pubblicità sui mezzi tradizionali a stampa sono questioni grosse che dobbiamo considerare ma credo che il punto di riferimento in questo momento più interessante quello che ci porta a discutere del proposta di legge del ministro Gava che sarà certamente alla base dei lavori della commissioni parlamentari
Quindi delle competenze del Parlamento delle competenze
Della Commissione parlamentare delle competenze del consiglio di amministrazione della RAI delle competenze e delle direttore generale da un lato dall'altro dei rapporti tra pubblico e privato e nel privato dei rapporti tra network e televisioni i locali e quindi un
Tema molto ampio quello che oggi possiamo affrontare anche se posso prevedere che gli amici che hanno accolto l'invito della rivista sì porranno dei limiti
Sceglieranno
Alcune questioni sulle quali esprimere il loro contributo e e insieme la loro opinione il loro giudizio
Io mi riservo di fare poi qualche considerazione conclusiva
A questo punto mi fermo ringrazio i partecipanti e
Nell'ordine alfabetico che poi
Corrisponde anche a una certa
Alternanza di posizioni ci permette di avviare la discussione con un intervento qualificato sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista politico do la parola al professor che credo che
Tentare di dare una risposta al tema di questa tavola rotonda il futuro dell'emittenza
Dopo il progetto governativo bisogna fare uno sforzo io lo vorrei fare per punti molto veloci perché il tempo naturalmente limitato e a fare uno sforzo per immaginare tre ipotesi l'ipotesi più pessimistica che questo progetto non passi a far
L'ipotesi diciamo più ottimistica alla luce del Progetto che passi così come o con piccole varianti che non siano tali da alterare la struttura di questo progetto
L'ipotesi che passi ma con varianti sostanziali dico subito per
Diciamo enunciare i miei gusti che io tra tutte preferisco la terza tipo sì il progetto non passa e Progetto non passa
Significa questo vestiva una proroga della situazione attuale così come oggi risulta disciplinata da decreto legge del dicembre convertito nella legge numero dieci del mille novecento ottantacinque ecco una prospettiva di questo tipo cioè di congelamento di una disciplina transitoria che venga poi prorogata di sei mesi in sei mesi prima non hanno mi sembra molto poco esalta
Cosa c'è in questo decreto legge del dicembre ci sono come voi sapete norme che riguardano il servizio pubblico la RAI e norme che riguardano l'emittenza privata
Sul servizio pubblico cioè un principio che a mi pare positivo
Che il principio dell'articolo nove quello che ha ridato la flessibilità l'azienda abrogando l'articolo tredici per cui oggi l'azienda la sovranità della propria organizzazione interna e questo principio consente alla RAI resta una richiesta da molto
Tempo veniva avanzata come il recupero di un certo dinamismo nel servizio pubblico cioè norma che Rita alla RAI flessibilità e capacità di adattamento
Diciamo allo spirito del mercato
C'è invece un è un altro elemento che non so se valutare con assoluta decisione negativamente che mi lascia molto perplesso e lo spostamento dei pesi nel governo del servizio
Certamente l'operazione che è stata fatta ridurre i poteri del consiglio amministrazione aumentare i poteri a direzione legale era una operazione in partenza giusta corretta senza questo era una delle cose che oramai l'esperienza negativa di certi trend negativi che aveva determinato la riforma del settantacinque importava
E in questa direzione cioè ridare più spazio e più forza all'autonomia imprenditoriale al vertice aziendale ridurre i poteri
Diciamo di intervento troppo minuti nel consiglio d'amministrazione ecco rispetto a questa esigenza corretta mi pare che l'arrivo delle decreto legge così come è stato convertito sia un po'troppo drastico da questo punto mi su questo punto mi nascono le perplessità era giusto alleggerire certi poteri del Consiglio distrazione era giusto aumentare
Certi poteri del direttore generale mi sembra che la soluzione data sia un po'brutale un po'rozza
Cioè abbia portato a un eccesso di verticalizzazione che abbia chiamato certi elementi di mediazione che ad esempio il consiglio con i vecchi poteri poteva dei una soluzione di questo genere nella nuova distribuzione poteri potrebbe forse avere un senso
O come un un comitato di di direzione con un botta e dal rettore succhi
Con un solo direttore generale e un consiglio d'amministrazione così drasticamente ridotto i poteri e così amministrazione sono al di sotto del limite medio dei poteri di un consiglio amministrazione società per azioni da un eccesso in un senso legge Trifone settantacinque
Si è fatto un'oscillazione del pendolo troppo drastica in senso in senso opposto perciò direi
Per quel che riguarda alla prima ipotesi nulla cambia rispetto alla situazione attuale un giudizio in parte positivo sulla disciplina RAI intatte negativo sulla disciplina per quel che riguarda l'aspetto sempre prima ipotesi non passa il progetto Gava essi prolunga la situazione attuale per quel che riguarda le private ecco mi pare che non ci siano in questo disegno di legge elementi nonostante tutte le polemiche che ci sono state elementi sensibili di novità
Questo disegno di questo tipo nei disegni di il decreto legge la disciplina attuale transitoria
Legittima l'esistente alla all'ottobre tra l'ottobre ottantaquattro elementi di novità salvo queste elemento di legittimazione di una situazione di fatto che era già né i fatti legittimato e questo non ci si può nascondere non le porta
Quello che manca completamente in questa disciplina transitoria perché viene rinviato esplicitamente la disciplina antitrust dodici Chimenti Trust allora andare a una proroga semplice di una disciplina di questo genere poté terminare
Veramente sul lungo periodo dei problemi di legittimità costituzionale alla luce della legge centoquarantotto dello ottantuno che intanto ammette un tipo di liberalizzazione come quella che si è determinata militare
In quanto ci sia una seria ma solida disciplina antitrust perché la disciplina transitoria del decreto legge non pone non mi pare infatti che si possa considerare disciplinante Rita stop
L'articolo tre bis introdotto dalla Camera in tema di pubblicità i limiti alla pubblicità possono operare in senso di antitrust no però prevalentemente in senso di tutela dell'udienza più che di tutti di Antitrust e ciò del resto la stesso decreto legge all'articolo uno rinvia alla disciplina finale la la la disciplina la disciplina antica però perciò dire
Situazione dal punto di vista dei privati immodificata rispetto all'esistente alla vigilia del decreto legge difficoltà di prorogare semplicemente una disciplina di questo tipo in assenza di una seria previsione di una disciplina antitrust
Elementi l'unico elemento direi in fondo veramente positivo che prepara poi la disciplina finale a cui si collega al decreto Gava mi pare invece la norma del Censimento queste veramente una norma importante perché per la prima volta consente all'autorità amministrativa ministero i posti di avere un quadro di una situazione di fatto che era un po'sfuggita al controllo di tutti però è un'ipotesi una valutazione positiva di un quadro conoscitivo non tanto la soluzione la soluzione dello stato di delle cose come oggi si è unita guardiamo la seconda ipotesi cioè l'ipotesi passa al decreto grava passa al Progetto Gava così com'è o con piccoli aggiustamenti quali sono quelli che normalmente si hanno si possono avere in sede di un normale tranquillo dibattito parlamentare
Ora noi sappiamo che il disegno di legge Gava cerca di dare una definizione a regime del sistema radiotelevisivo italiano come sistema misto questa è già la definizione che si trova nell'articolo uno del progetto di legge allora dire per valutare questo progetto
E quelle che possono essere le conseguenze dell'applicazione della traduzione in questo progetto in una legge definitiva credo che bisogna rispondere a due domande cosa si deve intendere per sistema misto
Nella radiotelevisione e se questo progetto risponde
A un sistema misto calibrato sulla situazione politica istituzionale e culturale italiana di ora cos'è un sistema
Credo che la risposta che si debba dare e che se applichiamo questo concetto questo modello il sistema misto a una realtà politica quale quella italiana cioè democrazia pluralista fondata sul principio
Della pluralità delle voci delle correnti culturali ideologiche dei partiti eccetera
Sistema misto quel sistema che incentiva il pluralismo informativo usando non solo l'articolazione pluralistica e si possono determinare all'interno di un servizio pubblico così come accade nella scuola pubblica
Si è ma usando anche un'altra tecnica che la tecnica della concorrenza cioè la tecnica del mercato
Cioè
Sistema misto si differenzia diciamo dalla soluzione del monopolio riformato la legge sessantacinque settantacinque perché mentre il monopolio riformato il pluralismo era un pluralismo nella fonte fonte pubblica che si articola pluralisticamente per rispecchiare
La società
Col sistema misto si crea un doppio binario pluralismo nella fonte nel servizio pubblico pluralismo delle fonti
Con un aspetto di complementarietà
Cioè ma intanto il sistema misto si giustifica una democrazia pluralista in quanto sia volano di pluralismo in quanto sia volante di pluralismo
In quanto cioè riesca a usare la logica di mercato proprio per accrescere le voci le presidenze le articolazioni culturali le espressioni informative della della società e allora se questo ma certo discorso potrebbe essere molto più lungo e vado solo per persone mica
Se questo è un po'la logica di fondo che può spiegare l'opzione politica per un sistema misto anziché un monopolio riformato perché è una fase più adulta dello sviluppo del pluralismo una società pluralismo al sistema misto rispetto al monopolio riformato
Occorrono però delle condizioni perché questa funzione di democrazia del sistema misto si sviluppa la prima condizione che il rapporto tra pubblico e privato sia un rapporto equilibrato sì ho rapporti equilibrati
La seconda condizione che ci siano regole di mercato molto robusti
E che ci sia un'autorità pubbliche in grado di far rispettare le regole del mercato come volano di sviluppo del del delle pluralismo
Un altro elemento essenziale che dire è un po'un elemento di metodologia d'impostazione e che il sistema misto per poter funzionare
In vista come volano di pluralismo deve essere considerato un sistema unitario
Come un sistema dove cioè non sono contrapposto il settore privato che ha una logica sua quella di mercato con il settore pubblico analogica diverso ma è la logica complessiva del sistema che nasce dalla concorrenza tra pubblico e privato
Che svolgono ruoli diversi perché gli obiettivi sono diversi ma che poi sono complementari nell'obiettivo finale che l'incentivo e lo sviluppo
Delle pluralismo perciò intanto esiste un sistema misto in quanto questo sistema sia interpretato come unitariamente cioè come un mercato corretto come un monopolio corretto come un mercato corretto con un mercato controllato
Ma sono vari soggetti che operano nello stesso tessuto dove pubblico e privato
Svolgono funzioni diverse in relazione allo stesso obiettivo che poi l'obiettivo diciamo costituzionale di un sistema radiotelevisivo in una democrazia in una democrazia pluralista
Perciò sistema misto pubbliche e private in equilibrio regole forti
Autorità pubbliche in grado di far rispettare queste regole unitarietà del sistema perché la logica di fondo sia pure nella diversità dei ruoli pubblico privato deve essere unita ecco se questi sono i rapidissima sintesi devo su ogni punto bisognerebbe parlare tanto
Le caratteristiche diciamo essenziale un sistema visto così come si è sviluppata nella riflessione di questi anni intorno alla comparazione dei modelli radiotelevisive nel mondo occidentale
L'interrogativo che dobbiamo fare il Progetto Gava come oggi è risponde a queste logiche a queste esigenze
Cioè costruisce un sistema misto adatto alla realtà italiana
Io su questo punto dare una risposta molto perplesso delle una risposta molto perplessa direi che questo progetto ha una buona partenza ha una buona impostazione un mediocre arrivo un mediocre un mito
Quali sono gli aspetti positivi di impostazione del progetto primo aspetto positivo a una legge quattro cioè una legge che si sforza di trattare insieme pubblica privata e questo è un aspetto positivo
Secondo aspetto positivo da un'impostazione globale nei principi generali che è corretta l'impostazione sui tre porti
Che poi e la fotografia di una situazione esistente che cerca poi di comprimere un polo che rischiosa mente si è troppo dilatato e rafforza un altro polo che invece si va spegnendo
Servizio pubblico
Emittenza privata nazionale emittenza locale questi sono direi impostazione e estremamente corretta fotografa bene
Una situazione da le linee le coordinate di un modello che risponde proprio alla definizione moderna di un sistema misto adatta alla realtà italiana
Così come mi pare corretta sempre sui principi la distinzione tra autorizzazione concessione sono due strumenti diversi
I tecnici del diritto sanno cosa significa ma è chiaro l'emittenza privata può operare in regime di autorizzazione l'aveva già detto la corte molti anni fa otto anni fa
Popolare perché il quadro e l'autorizzazione naturalmente da più di dettaglio emittenza privata Angra ATO
L'intesa locale un grado di rischiosità molto minore di quella nazionale perciò autorizzazione emittenza invece nazionale ci sono dei doveri maggiori che sono poi anche quelli
Per certi aspetti del servizio pubblico allora occorre un quadro di garanzie più forti potere politico il potere amministrativo si garantisce con l'atto di concessione che e invece è uno strumento molto più vincolato Peugeot diretto aspetti positivi l'impostazione in questo progetto ci sono
Ecco ma accanto a questi aspetti positivi anche dei dettagli positive l'impulso la disciplina certi radici pialla vere so tanto per fare alcune coi equiparato la diffamazione a mezzo televisione a quella mezzo stampa è già un passo avanti oggi è trattata immane più sfavorita la la diffamazione a mezzo stampa è quella mezzo televisione invece molto più incisiva
La disciplina che si dà delle trasmissioni pre elettorali applicandola al pubblico al privato anche quello mi pare
Un altro dato positivo la disciplina delle frequenze ci sono molti elementi di dettaglio positivo ma sempre restare a quattro perché credo che la valutazione un progetto così complesso debba essere quattro sulle grandi coordinato io individuo tre limiti di fondo Chelli che a mio avviso nasce la preferenza
Per uno scenario che veda un progetto cava profondamente riformato rispetto alla situazione attuale
La prima obiezione che questo disegno così come è arrivato in porto non crea veramente un sistema misto secondo quelle definizioni che si tentava di dare prima cosa manca di essenziali
Manca la costruzione di fare del sistema su interni unitari del sistema sistema misto che nessun sistema unitario che vide organicamente perché ha dei perni omogenei l'audience le frequenze
La ripartizione pubblicitaria ci sono dei punti di raccordo tra pubblico e privato del progetto ma manca il governo unitario del sistema si è creato due governi farà le
La solita commissione parlamentari a poteri ridotti giusto aver fatto questa operazione ridurre i poteri della Commissione parlamentare poteri di amministrazione diretta
La commissione parlamentare
Ha poteri ridotti sul che governa il servizio pubblico la commissione nazionale di di di controllo non mi ricordo come si chiama della commissione nazionali di garanzia che invece governa il settore privato più in comitato nazionale per la radiodiffusione che secondo me Porta una scomposizione di poteri tra due organi che invece poteri che invece forse andrebbero ricomposti in un unico organo comunque la
Costruzione generale che abbiamo due settori pubblico e privato governati da due diversi diverse autorità e questo mi pare sia già un modo per mettere incrinare proprio la logica di fondo che un sistema misto avrebbe dovuto avvenire in partenza per essere un sistema moderno
Secondo punto la chiave del sistema misto si diceva sono le regole del mercato forti e maturità pubblica forte in grado di farla rispettare
E qua abbiamo una risposta adeguata sul progetto cava io direi no
Abbiamo una risposta abbastanza deboli sul piano della costruzione della disciplina antitrust più o meno si limita la disciplina dell'editoria che già suscita forti critiche qui si doveva andare a regole
Più incisive in realtà ci sono regole più sfumate
Tutto è recuperabile perché è un problema di dosaggio poi sappiamo benissimo che in Italia sono i primi esperimenti di antitrust tutto molto difficile però certamente questa è uno dei settori dove il progetto nella sua tradizione leggi traduzione legge dovrebbe essere sensibilmente migliorato e riforma così come dovrebbe essere migliorato e riformato quello che lo strumento di garanzia
Delle regole del mercato cioè la vera novità di questo progetto è la commissione nazionale di garanzia che probabilmente avrebbe dovuto operare sull'intero sistema non solo sul settore privato
Che dovrebbe essere nella lotta diciamo nella logica di un sistema misto avrebbe dovuto essere proprio
Il perno di garanzia che rapporto pubblico-privato rispetta le regole del mercato rispettate queste questo richiedeva la costruzione di un organo veramente indipendente veramente autorevole ecco c'è una risposta
Adeguata in questo progetto Gava dire c'è a mezzo c'è il tentativo di scegliere personalità di grande rilievo molto lunga la durata della carica molto buona la remunerazione cioè di creare un organo forte però Pozzi da completamente la decisione nella scelta dell'organo all'esecutivo e dire che si attenua immediatamente la credibilità della costruzione di questo perciò anche qui c'è una contraddizione di fondo se si vuole creare un organo imposizione indipendente che abbia una vera capacità arbitrale di tutto il sistema bisogna non solo garantire l'autonomia e l'indipendenza l'autorità soggettiva delle persone ma anche dare una derivazione che sia più rappresentativa di tutto il sistema o per lo meno che garantisca come per i giudici della Corte costituzionale un grado di indipendenza un grado di indipendenza maggiore Terzo limiti e che a mio avviso è il più serio di tutti ma anche questo è ampiamente recuperabile e che manca in questo progetto qualcosa di molto importante cioè manca proprio un capitolo
Il capitolo che manca e che poi direi un po'
Fa vedere questa legge Giacomo introdotto abbastanza vecchio nel merito stesso in cui nasce già c'è un segno di vecchiaia che oggi tutta l'evoluzione del sistema radiotelevisivo e nel senso che questo sistema è un troncone è un capitolo
Di un un disegno più ampio che il sistema delle delle telecomunicazioni non si può più parlare di radio televisione come nel settantacinque come un oggetto assi il cui referente solo sistema politico radio televisione è il è la radio e e lo schermo e i suoi rapporti col Parlamento così se a Policoro ma il il quello che si sta delineando sviluppando e oramai alle porte tutti lo sappiamo è che questo è uno spezzone di una macchina molto più grande che il sistema delle telecomunicazioni per cui lo schermo non sarà sul
Lo strumento per ricevere i programmi di intrattenimento i telegiornali ma sarà uno strumento di lavoro sono uno strumento interattivo sarà uno strumento per avere dati informatici e così via tutto questo non è in un avvenire lontano tutto questo oramai e alle porte perché già in alcuni Paesi del mondo
Esistono del resto anche l'Italia vediamo l'esperimento del televideo esistono già le premesse perché questa sia la nuova prospetti del sistema radiotelevisivo elemento del sistema generale delle telecomunicazioni questo significa che una legge che si fa oggi sul sistema radiotelevisivo non può ignorare
Questa proiezione generale non può ignorare in particolare tutto l'aspetto tre nuove tecnologie si deve parlare il satellite si deve dire chi governa il saccheggio qui c'è un cenno velocissimo sull'articolo uno ma poi il discorso rimane o viene affidato alle convenzioni o rimanenze qui si deve dire cosa si fa per il cavo
Il cavo probabilmente è una delle delle più grandi scelte di politica industriale che il nostro Paese sia si trova a dover affrontare che altri Paesi hanno già fatto in questo disegno di legge parla il sistema pedigree il capo non viene mai menziona mi pare perlomeno solo nell'articolo uno quando si parla ecco e queste sono veramente le lacune le lacune grossi della legge però dico lacune recuperabili perché problema è che manca decisamente in questa legge decisamente in questa legge un capitolo e direi proprio questo capitolo delle nuove tecnologie del sistema radiotelevisivo proiettato nel sistema più generale delle telecomunicazioni mi porta un osservazione finale
In cui esprimo un gusto personale cioè io credo che
Tutta l'evoluzione che oggi si sta determinando nel nostro sistema e che ci ha portato a una scelta di sistema misto
Sì comporta l'esigenza di creare regole di mercato molto forti e strumenti pubblici di controllo molto autorevoli dovrebbe anche orientarci sempre di più a individuare quali sono i punti su cui il potere pubblico non può recedere
E io credo che questi punti siano non solo il riconoscimento dalla pubblicità dell'etere che traspare tra le righe del progetto ma cioè non c'è ma anche il riconoscimento della pubblicità degli impianti di telecomunicazione su scala nazionale
Questo è mi pare che un punto assolutamente decisivo che già in altri Paesi è un tipo di scelte che altri paesi che si avviano al sistema misto
Viene viene fatto e l'unico punto che consente poi di rendere effettivo autorevoli il controllo il controllo del mercato cioè credo che la linea di fondo vediamo c'è una linea complessa perché può in Italia gli operatori del settore dell'arte sono tanti sia privati che pubblici che segni pubblici
Ma è una linea di fondo che il legislatore dovrebbe beccare cioè netta distinzione tra hard e so un sistema misto intanto può vivere in quella funzione di sviluppo del pluralismo se ci sono degli elementi sorti di controllo pubblico elemento forte e il controllo dell'hard su scala nazionale qualcosa nel progetto c'è devo dire cioè all'articolo cinquantadue si ha sottomano il progetto lo può vedere utilizzo dei sistemi di telecomunicazione dove si dice che per la trasmissione si deve usare
Sistemico però anche qui una direi un accenno che poi rimane abbastanza opaco che poi viene abbastanza scura su questo punto credo che invece il legislatore dovrebbe far perché queste sono le vere scelte di modello
Che poi consentono a un sistema vistosi svilupparsi appunto in senso in senso moderno
Adesso la parola Nuccio Fava Vantaggiato di parlare per secondo
E anche prima mi lamentavo dicono facciamo parlare i primari perché cosiddetti che poi impropriamente cioè i costituzionalisti e poi io giornalista politico giornalista pure lui per la verità
E invece sono molto privilegiato perché non sentiamo due cose sostanzialmente analoga che avrebbero detto subito dopo e poi parla uno che sostanzialmente d'accordo dal punto di vista dell'inquadramento di analisi della situazione del disegno di legge di Gava
Che ha fatto appunto Enzo che il professor Cheli
E direi forse a giugno hanno subito una considerazione già l'ultimo punto quello cioè dell'hard della pubblicità dell'etere ricordando l'antica e cose di questo di con Puglia atti che fra l'altro un privatista ma suddetto pure spazio per esempio era una una voce enciclopedica giuridica Messina che sosteneva proprio questo
Tra radicale mutamento che avveniva anche del discorso della sovranità riferita appunto alla nuova realtà tecnologica
Devo dire che su quel piano il discorso dell'arte in particolare a mio avviso e fondamentale
Per il discorso stesso dell'autonomia
Diciamo indipendenza nazionale
Nel senso che il problema dell'industria culturale e il discorso sui modelli che attive adesso l'industria culturale in senso ampio in cui la televisione certo ma è uno spezzone rilevantissimo ma collegata a tutto il resto e un modo per conservare diciamo alla possibile tutela di interesse generale quindi del pubblico lo strumento fondamentale in una visione assolutamente non autarchica ma di rapporto sia europeo che ancora più largo
Detto questo io potrei brevissimamente aggiungere che beh in fondo siamo in attuazione di pagina perché
Il progetto di legge ha il vantaggio per la prima volta di indicare sostanzialmente un tentativo di intervento globale
Propone tutto sommato soprattutto nella prima parte come che li rilevava una impostazione nuova ciò che tiene conto di tutte le cose positive che sono state dette è però poi sostanzialmente i limiti anche qui schematicamente che ricordava anche che però siamo fortunati perché il ministro delle Poste uscendo dal consiglio dei ministri che ha varato questo provvedimento questa proposta di legge questo disegno di legge ha subito detto ai giornalisti
E questo è una base mai riaperta a contributi e il Parlamento è in grado con l'apporto di tutte le forze politiche di fare una del finalmente una bella riforma
Ecco le
Però appunto questo è in effetti sarebbe un'interpretazione superficiale della situazione
Perché le notizie che arrivano dal fronte quotidiano che un giornalista non può non avere presente compreso i fatti di ieri il regolamento la Commissione i problemi della rinnovo del consiglio
Altro che il rischio di professore di poteri del direttore in teoricamente direttore generale già i poteri Lear perché il decreto è stato approvato e così via ma in larga misura viviamo una condizione di totale paralisi nel servizio pubblico
Quindi è difficile in qualche modo limitare una riflessione al discorso non perché sia stato tecnico dico al discorso ulteriore di approfondimento dei punti della legge e non capire che come sempre in gran parte c'è un problema politico
è un problema politico-culturale dietro tutto questo discorso
Io personalmente devo dire visto che Guido Bodrato ha ricordato in qualche modo la caratterizzazione e le aree politica cui facciamo riferimento che su questa tematica io mi sento molto vicino come collocazione ideale
Al documento dell'Azione cattolica cioè quello che Rodolfo lega democratica quello che ha letto Pietrobelli in quell'incontro
Dicendo che loro diciamo sul piano più dei principi e dei valori che sostanzialmente lo sforzo della politica deve essere quello di sfuggire alla alternativa secca mercato o lottizzazione
E questo è il problema a mio avviso opposto autorevolmente e significativamente da persone da movimenti da associazioni che hanno un forte riferimento ai valori ma che problema che automaticamente nella corretta mediazione culturale e politica si trasferisce agli operatori della politica
Perché il problema da qualunque punto di vista lo si consideri
E forte anche del tutta la parte che mi posso fa l'alto pedestre mentre da parte mia invece autorevolmente espressa da Cheli rimane interamente quello cioè noi oggi siamo dinanzi ad una situazione che per certi versi a e in ritardo ovviamente
A legittimato transitoriamente l'esistente
I cui limiti inutile sottolineare sono sotto gli occhi di tutti per rischia con un istituto della prorogatio che chi vive in RAI a maggior ragione in attività la qualità italiana
Sa quanto sia l'istituto in certi momenti unico e fondamentale
Legittimare sempre di più un esistente che non è che mi preoccupa come operatore RAI anche quello come giornalista mi preoccupa molto come cittadino di una società italiana che ha seri problemi di passaggio di trasformazione di democratizzazione di possibili mutamenti politici panche rilevanti che poi purtroppo rischiano di essere sempre tutti nel senso di un'accentuazione del distacco tra sistema dei partiti tra politica attuale e opinione pubblica
E cos'è allora il nodo e realmente questa mia noi dobbiamo stare molto attenti
A che le giuste esigenze e le giuste intuizioni pur contenute nel disegno di legge non diventano in assenza di un
O di una visione unitaria di una vera definizione complessiva del sistema non diventano dei punti di maggiore debolezza soprattutto di quell'interesse generale che si e così fortemente implicato in una materia come questa
Intendo dire per esempio figurarsi se vivendo in RAI o pensando comunque a un sistema come quella volta non capisca l'esigenza di uscire da certo assemblearismo dei consigli d'amministrazione
E di uscire una certa impotenza
Di decisione e da certa prorogatio inesorabile di una cosa che si dalla logica del rinvio permanente
Però bisogna stare attenti al fatto che noi possiamo rischiare di a vere la parte positiva
Della decisione e la parte positiva della rapidità che di fatto non si riesce poi a realizzare e di non avere invece le garanzie effettive di una come dire controllo
Democratico serio essenziale fatto nell'interesse generale degli utenti che sono poi in gran parte assente in queste discussioni cioè che sono gli interessi nella collettiva nazionale
Quando io penso per esempio al discorso vero importante figurarsi della riforma della Commissione parlamentare
Peraltro paramento diciamo delle deformazioni della riforma del settantacinque settantasei
Ognuno ha le sue ostaggi ricorda certe battaglie fatte ricorda per esempio l'importanza del spostamento del baricentro dall'esecutivo al Parlamento
E io personalmente in quanto implicante un problema di motore di concezione del discorso sull'informazione sull'interesse generale personalmente continuo ritenere che fosse giusto soprattutto in quegli anni e in quel contesto
Però noi dobbiamo uscire da una valutazione di congiuntura lirismo così stretto per cui di volta in volta e diciamo il segmento Ino di realtà che abbiamo sotto gli occhi che decidiamo realmente non è possibile pensare che si decide fuori da una logica e da un tentativo di impostazione generale e dico c'è il rischio realmente oggettivo di una come dire
Discorso di un superamento delle distorsioni del modo in cui la riforma del settantacinque è stata applicata per cui la concorrenzialità interno è quello che giustamente Cheli chiamava come una sforzo di realizzazione del pluralismo nel servizio pubblico in un contesto che fra l'altro era di monopolio e che poi è stata esasperata è stata forzata è stato ideologizzata è stata lottizzata e così via
E ma oggi si può passare al un rischio opposto se non è tutto
Diciamo sistematicamente modo sistemico calibrato e cioè che in qualche misura si vada o un riaccorpamento
Uso un termine forte diciamo autoritario insomma di mano forte nel sistema ho ad un dipendenza di sedimenti aziendali e ancora più forte dal sistema politico partitico
Il quale invece ha problemi serissimi in ordine a questo ambito di questioni ma le ha in quanto rischia sempre di più di puntare ad una come dire rappresentazione
Suggestiva ad una rappresentazione anche lui di frammento o di singole cose ma non capire che attraverso non solo l'informazione ma tutto il sistema radiotelevisivo e in gioco
I criteri di di di comportamento il costume i modelli culturali nella società italiana
Poi pensate banalmente mi ha molto colpito ieri che dinanzi a questo popolo di discussione
I laici ho letto sui giornali stamattina ma pare che pure granchi l'avesse scritto l'ho letto sicuramente sul manifesto e da qualche altra parte si sono riuniti prima chiedendo alcune cose alla democrazia cristiana e per i fatti suoi pure arriva un'altra parte perché insomma al bisognava definire insieme alle nuove regole siamo in stazione anche in qualche modo gli organigrammi
In quanto c'era in ballo questa cosa scandalosa io non l'ho vista per la verità di non so Fracanzani a domenica che questo significherebbe che le regole sono distorte che si va alla campagna elettorale senza correzioni
Ora insomma fa un po'dico impressione
Non dico a un giornalista ma un cittadino medio
Che si possa ancora oggi immaginare che il problema delle garanzie sia a questo livello
Perché io farà altro annunci Lizzy carissimi a cominciare da Battistutti e su un altro piano anche da da Tempestini così come altri che a dicembre
Che nell'immediatezza dell'urgenza di una loro iniziativa ad una loro dichiarazione di un loro fondamentale convegno eccetera eccetera sono tutti angosciati per giustamente preoccupato contesta di potere essere rappresentati in televisione
Ma non è quello il problema detto
Il problema di fondo è come direbbe la linea politico culturale
Complessiva che si ritiene debba essere quella propria del sistema culturale e informativo in una situazione così forte di transizione nel nostro Paese e su questo problema di fondo
Il tipo diciamo non di Filosofia nella parte in cui è riconducibile ma di mancate risposte
Che sono contenute sia nella legittimazione razionalizzazione a posteriori
Secondo me anche dal punto di vista educativo per la gente gravissima che il decreto affatto rileggi chinando illegale
Sia nei nodi non affrontati nel progetto di legge
E noi non ne veniamo fuori perché è il sistema politico che non è non si sente reciprocamente garantito e non a una strategia su queste materie così radicale che realmente risponde al momento storico e agli interessi generali che sono in gioco
è questo che mi preoccupa molto
Pensando per di più poi e qui può sembrare un discorso di Cicero pro domo sua perché ho lavorato regionale lavoro in RAI pensando poi che ancora di più questo discorso è serio ed è preoccupante perché noi andiamo giustamente io dico
Ad una liberalizzazione anche del sistema dell'informazione
Ma questo pone problemi enormi
Pone problemi enormi perché bene e l'abbiamo visto nel piccolo sulla vicenda talento Di Biasi
E beh sulla vicenda di Biagi anche lei è stata patetica dal da ogni punto di vista di coltivo discussione che si è fatto io parto verso Biagi però nessuna particolare
L'amore viscerale come loro in genere per nessun altro collega stima più o meno appare degli altri ce l'ha non è questo il problema anche l'indicativo del fatto che l'idea che nel servizio pubblico in qualche modo condividendo meno il modulo Bianchi si potesse contribuire ad uscire ad ampliare la sfera all'intervento informativo rispetto a condizionamenti oggettivi anche di struttura e di formula che hanno i telegiornali e fosse una cosa sconvolgente
E questo è il momento in cui si va inevitabilmente si è già non si va in un sistema informativo senza regole per il privato in cui Bettino Demi
Le rive la bardatura della commissione parlamentare di Battistuti che s'arrabbia perché va Fracanzani e non va Luís di cosa di questo genere
Ora se il discorso di un comparto rilevante pubblico nel sistema misto si giustifica proprio per gli interessi che sono in gioco e noi rischiamo di non solo di fare un la foglia di fico
Ma di mettere di fatto il servizio pubblico sempre più nel delicatissimo settore dell'informazione e in condizione di dovere
Rispondere a tutta la complessità del sistema politico e non solo politico italiano perché voi abbiamo pure i sindacati riguardo la Confindustria perché abbiamo il sistema nel suo insieme che ha a modo suo diritto e forse però andrebbe rappresentato in altro modo e ci vorrebbero criteri diversi eccetera eccetera e dall'altro lato la concorrenza col privato su questo terreno avverrà secondo le forme sempre più rampanti di una politica spettacolo
Discutibilissimo secondo me ma che in ogni caso è pone problemi seri sia dal punto di vista della equilibro e dell'economia del sistema sia dal punto di vista della funzione dell'impatto educativo emerge ecco e a questo punto io personalmente il discorso si potrebbe approfondire molto col discorso sul sulla pubblicità e col discorso anche lì del l'influenza perché poi il sistema è tutto unitario che per esempio i tetti pubblicitari alla RAI possono essere una cosa bellissima su cui discutere e così via ma a condizione che non si faccia la finzione poi che non esiste un problema analogo per il settore privato e che non si può anche lì prendere atto della situazione attuale quale visita un minimo di razza redazione poi le cose vanno così come sono sempre andate che ci hanno portato a questo punto per cui io dico che il problema fondamentale e se si riesce a in qualche modo fare un salto rispetto al modo in cui fino a oggi il sistema politico italiano si è atteggiato di rispetto a questo problema
Sapendo che ci vuole un sistema complessivo che ci vuole un criterio di regola generale perché comunque al di là del regime e al di là degli interessi al di là dei valori tutti legittimi in astratto ci mancherebbe altro l'impresa privata l'iniziativa di librai cioè i principi costituzionali
Il discorso di una riserva allo stato una sua concessione incerti partì per garantire sono sono tutti i valori fondamentali ma che vanno equilibrati tutti insieme per che cosa per garantire proprio i valori costituzionale cioè per garantire l'interesse della gente ad essere diciamo tutelata all'estero soprattutto sollecitata stimolata
Ad avere strumenti culturali e di svago e di informazione in grado di farla muovere meno precariamente in una società così complessa in cui se no le logiche commerciali e le logiche consumistiche
Che hanno per carità insiste ci mancherebbe altro una loro non possono essere le sole
Ho e neanche le prevalenti a guidare il criterio di gestione del sistema e noi oggi mi pare che Allo stato attuale con lo dicevo all'inizio le notizie che arrivano dalle dal fronte sulle difficoltà ad attuare gli stessi meccanismi innovatori che il decreto comunque dovrebbe contro consente e dicono che il nodo in gran parte resta politico e che se non si fa dico un salto di fantasia di questo genere con i chiari di luna anche la sua azione politica elezioni amministrative Pertini che torna e che riparte il Quirinale che comunque li che incombe
Lille il referendum che non sovrasta di meno eccetera eccetera noi rischiamo di avere proprio quella permanenza della trance autorità e della precarietà
Che non è soltanto la transizione la transitorietà la precarietà mai e la legittimazione nei fatti sempre di più di una situazione negativa è controproducente non solo per il servizio pubblico e ci tengo molto a dire qui non solo per il servizio e negativa per la Società italiana e per i cittadini di questa Repubblica democratica fondato sulla
Per Walter Veltroni io credo che questo dibattito abbia
Un certo rilievo e di una certa importanza perché forse la prima volta che uomini di diverse aree politiche culturali
Si confrontano nella valutazione del disegno di legge che il Consiglio dei ministri a presentato all'attenzione del Parlamento
La caratteristica degli interlocutori di questa tavola rotonda può consentire di fare di questa discussione io credo un punto avanzato nel senso non solo che la definizione di ciò che non va
Ma anche delle possibili alternative delle possibili soluzioni
Nell'ambito di una valutazione che è emersa già dagli interventi di Cheli e poi è stata ribadita anche dall'intervento di farla perché io come dire non solo condivido
Ma tendo ulteriormente a rafforzare di assoluta inadeguatezza del disegno di legge Gala
Io sento che è un po'paradossale che noi ci ritroviamo dieci anni dopo la sentenza della Corte costituzionale
A discutere di una organizzazione
Del sistema radiotelevisivo e cioè di uno dei comparti decisivi dell'informazione di questo Paese cioè di uno dei comparti decisivi di questo Paese
Nei modi e nelle forme che ci vengono proposte dal disegno di legge che hanno io sento che qui c'è qualcosa di culturalmente vecchio di politicamente arretrato
Qualcosa che io credo però debbano essere affrontato con lo spirito che che gli proponeva l'obiettivo non può essere quello di non far passare un disegno di legge l'obiettivo deve essere quello di fare finalmente decisamente un passi in avanti in direzione di una regolamentazione dell'intero sistema
Ne veniamo da dieci anni di una storia che è stata definita secondo me con un termine un po'eufemistico deregulation
Perché la deregulation in tutti i Paesi del mondo ma si fa con le leggi
Qui la deregulation la si è fatta la si è praticata scegliendo di non legiferare
E cioè scegliendo in sostanza di rendere impossibile anche l'esercizio di quella concorrenza interna un mercato nuovo che si andava definendo il mercato rappresentato e costituito dalla irruzione nel campo della televisione di nuovi soggetti privati
E che è stato impossibilitato però a definirsi nella condizioni di mercato dall'assoluta assenza di altre leggi che non fossero le leggi della concorrenza spietata ma in tutto il mondo anche in questo campo
Le leggi di mercato vengono definite vengono scritte vengono regolati
Io credo che oggi il punto vero sul quale noi dobbiamo ragionare sul quale il sistema politico se non vuole in qualche modo a fare un po'una specie di spesso diamo un po'questa impressione insomma sembra la rappresentazione finale gli alza Poppi nel modo in cui i partiti politici discutono della regolamentazione il sistema televisivo
Se noi vogliamo invece cercare di dare un contributo concreto dobbiamo pensare un pochino più in alto
Intanto dobbiamo considerare partire credo che appunto la natura degli interlocutori di questa tavola rotonda ci consenta di farlo dalla natura istituzionale del problema dell'informazione e delle comunicazioni di massa in un Paese come il nostro
E dalla necessità che dentro questa premessa che se volete una premessa di carattere metodologica vi possa essere l'indicazione di una possibile convergenza che riguarda anche il merito e cioè domande e aspettative spinte posizioni politiche culturali che attraversano
I diversi partiti alle singole aree
Noi in un convegno che abbiamo tenuto recentemente sul tema dell'informazione abbiamo indicato una possibilità e cioè la possibilità di quella che abbiamo definito una nuova alleanza riformatrice
E cioè la possibile convergenza di uomini del mondo cattolico dell'area laica socialista dell'area comunista attorno ad un obiettivo che noi riteniamo debba essere quello di dare a questo Paese
Un governo unitario del sistema delle comunicazioni
Rispetto a questo cioè rispetto all'esigenza di affrontare una questione che attiene a problemi di carattere industriale
Che riguarda la collocazione gerarchica del nostro Paese nella divisione internazionale nel corso dei prossimi anni che attiene a problemi di ordine culturale a questioni di valori
A questioni come il pluralismo la libertà
Io credo che su questi temi vi sia bisogno di una risposta più alte più impegnativa sul piano legislativo di quella che il disegno di chiaro
Perché il disegno di Rava di Gava quali caratteristiche propone in sostanza io da questo punto di vista sento di doverlo
Di doverlo contestare
Nella sua arretratezza appunto nella sua vecchiezza è un disegno di legge che si sforza solamente di fare un'operazione cioè di fotografare l'esistenza di un inesistente di metterlo in legge
Non c'è quindi nessun confine nessun rapporto con tutto ciò che di nuovo di impegnativo
Lo scenario tecnologico l'evoluzione porterà con sé vi ha fatto riferimento cavo e satellite vengono ritenute altra cosa dalla definizione dell'assetto del sistema delle comunicazioni di massa il nostro Paese
Ma vorrei dire di più nella fotografia delle esistenze non dell'esistente non c'è nessun nessuna coscienza della fragilità e in qualche modo della drammaticità della condizione in cui versa l'industria culturale in Italia in questa fase
Delle condizioni entro le quali sono state minate
L'autonomia e il pluralismo e la produttività della nostra industria culturale
Dentro la quale anche sono state minate condizioni come quelle dell'autonomia anche dei privati io mi mi sento in qualche modo di dover difendere la stessa autonomia di uomini quindi nei confronti dei quali faccio diciamo una battaglia di carattere politico culturale
Ma che hanno svolto una funzione imprenditoriale del nella storia dell'emittenza privata e che hanno spazi di autonomia propria molto limitati come recenti vicende come quelle dei decreti hanno dimostrato e allora ecco che io che sento che il sistema politico riesce a come dire metabolizzare culture e competenze e conoscenze che da questo disegno di legge anche in parte dal dibattito che lo accompagna non sembrano affiorare si mette nella condizione di dare risposte agili e in tempi rapidi ai problemi nuovi che l'evoluzione propone oppure noi rischiamo di trovarci in questo scenario un progetto di legge che non piace
Non solo a noi ma non piace ad ampi settori diciamo dell'opinione pubblica delle diverse aree politiche e culturali un disegno di legge che non sarà approvato in qualche mese
Il quattro di giugno io lo vorrei ricordare scade la parte sulla emittenza privata del decreto di legge convertito dalla Camera e dal Senato
E a quel punto che cosa succederà
Si penserà di fare un decreto legge di nuovo di pure
In più c'è chi ha censito dei privati
Io sarei personalmente molto contrario chi ha questa soluzione si andasse o invece si penserà io credo che questa sarebbe la strada giusta di cominciare a definire le norme di stralcio di un possibile assetto del sistema che tenga conto di quelle esigenze di pluralismo e di autonomia
Che nel disegno di legge non vengono contemperate che non possono essere che l'oggetto è risultato di una rapida e sollecita opera di confronto e di rapporto in sede politica e parlamentare tra tutte le forze
Perché la vera questione alla quale occorre rispondere oggi è appunto il rapporto tra pubblico e privato nel sistema televisivo italiano nel sistema informativo più in generale questione alla quale bisogna dare giustamente la risposta in termini di sistema misto di governo del sistema misto
E che però deve essere come dire viste riclassificata non alla luce di quello che c'è ma alla luce di quello che deve essere
Io da questo punto di vista cito spesso la decisione assunta in altri tempi ma in un Paese sicuramente non
Non sospettabile di simpatia per le per interventi autoritario pelle interventi pianificatoria autoritari mente imposti come gli Stati Uniti nel quale nel Milan poco dopo il mio centoquaranta
La Commissione federale di controllo impose
La cessione da parte della CBS e di una delle due reti Cass delle quali essa disponeva perché si era venuta a creare una situazione di monopolio
E in qualche modo lavorò per riscrivere e tutta la storia dalla legislazione americana è segnata costantemente dallo sforzo di impedire il formarsi di condizioni di monopolio detto il sistema televisivo e dentro il sistema informatico
Io sento che invece noi oggi andiamo ad una definizione del rapporto tra pubblico e privato che è sbagliato
Nella fotografia dell'esistente ma che è ancora più inquietante per le prospettive che esso apre dal punto di vista del rapporto con le nuove tecnologie
Pubblico e privato almeno per noi non possiamo impiccare da questo punto di vista noi correggiamo anche errori e impostazioni sbagliate che sono parte della nostra storia anche la nostra cultura
Il rapporto tra pubblico e privato non può significare la difesa o l'arroccamento nella sfera pubblica
Deve significare da un lato la condizione di mettere la parte pubblica la possibilità di mettere a parte pubblica in condizione di competere senza perdere la sua natura le sue caratteristiche
Ma dall'altro deve consentire un equilibrio delle sfere di competenza e di influenza tra pubblico e privato delle quali vi è bisogno oggi nel sistema televisivo ma vi sarà un bisogno estremo di fronte alle innovazioni tecnologiche che abbiamo di fronte ai nostri occhi
Il futuro che io immaginavo da bambino sfogliando le enciclopedie fatto di astronavi che solcavano il cielo e di viaggi sulla Luna non vi sarà perché per tanti motivi la ricerca spaziale si è orizzontalità orientata verso altre dimensioni il vero futuro
Sarà quello rappresentato dalla dilatazione delle funzioni del teleschermo che sarà lo ha detto che egli non solo lo strumento di intrattenimento ma sarà anche lo strumento di formazione delle conoscenze e di socializzazione di di possibilità di esercizio di funzioni di lavoro e via discorrendo
Ora è evidente che
Affrontare questo il Pubblico e privato io credo affrontarla non Ethernet il quale viene affrontata presente in Paesi come l'Inghilterra la quale è stata messa in vendita in Borsa la British Telecom è il primo risultato che abiti isterico ma a deciso di importare sul territorio inglese il la Rete ventiquattro ore su ventiquattro assieme di Ted Turner che farà la sua irruzione
In Gran Bretagna nel corso dei prossimi dei prossimi mesi e cioè spostare in sostanza il controllo pubblico disse il menti fondamentale attraverso i quali passeranno informazioni coscienza e conoscenza nel corso dei prossimi anni
A favore del privato
è successo in Inghilterra è successo anche in Giappone e io credo che in Italia oggi non si possa pensare ad un equilibrio del sistema televisivo se non dentro un comparto più generale che è quello dell'equilibrio del sistema delle telecomunicazioni
E non si possa oggi affrontare il problema di una legislazione nel campo televisivo scissa dalla legislazione in altri comparti decisivi dell'industria culturale noi abbiamo una legge del cinema ferma al mille novecentosessantadue
Non abbiamo una disciplina organica per altri settori decisivi dell'industria culturale io sento che quello che manca insomma
Più che la legge di sistema è una politica italiana per le comunicazioni
E cioè il modo in cui la democrazia di questo Paese risponde naturalmente
Come dire accettando la sfida perché è una sfida
Che cambia anche i partiti loro modo di funzionare o che comunque deve mettere in discussione le vecchie tradizionali categorie entro i quali si sono mossi i partiti nel rapporto con i mezzi di comunicazione in questo intreccio in questa combustione perversa di
Deregulation e di controllo che ha portato alla situazione italiana
Beh si debba cercare di adottare una nuova cultura
Che presieda appunto ad un ad una legislazione d'insieme ad un governo unitario del sistema perché quindi mi pare che la fotografia dell'esistente sia sbagliata
Perché andare a organizzare un sistema televisivo su tre livelli
Tre livelli che vorrei dire non esistono in altri Paesi del mondo lo studio parametrare diciamo delle legislazioni negli altri Paesi del mondo dimostra che non esistono altri Paesi del mondo nei quali vi sia la sanzione dell'esistenza di reti nazionali private
E credo che questo sia un problema con quale dobbiamo fare i conti se vogliamo pensare non solo in termini nazionali
Se vogliamo pensare a una politica per l'Italia nel campo della televisione che guardi anche a uno scenario più largo che guardi la dimensione europea che guardi al suo rapporto con le culture le industrie delle comunicazioni di altre parti del mondo
E perché io contesto diciamo la fotografia dell'esistente non solo dal punto di vista della considerazione politica immediata e cioè io contesto il fatto che si possano violare una sentenza della Corte costituzionale
Che io vorrei richiamare perché dovrebbe essere un po'il punto di riferimento della definizione anche le scelte sul piano legislativo si possa costituire una posizione di monopolio
E questa posizione di monopolio la si possa ritenere non più scalfito bile
Non più riscritti bile all'interno iscrivibile all'interno di un sistema che viene leggi deve legiferato sulla base degli interessi comuni e non degli interessi particolari che si sono consolidati in assenza di normativa nel corso degli anni
E io credo che oggi il potere politico dovrebbe avere l'intelligenza la forse vorrei dire alla modernità vera di creare le condizioni le opportunità e le condizioni entro le quali sia possibile riorganizzare il sistema in nuove grandezze io non auspico la fine
Del l'impero di Berlusconi o di altri imperi che si possono essere consolidati ma vorrei capire perché nel disegno di legge Gava si stabilisce l'esistenza di reti nazionali e poi si dice nessuno può essere proprietario più di due reti e perché due e perché non un Atreo o quindici o diciotto
Viene il sospetto che quelle due corrispondano ad uno scenario già definito di divisione del sistema che è una divisione sostanzialmente politica e quindi torna qui come dire la vecchiezza
Di un atteggiamento di una filosofia di una cultura che io credo debba essere contestato ma il sistema anche una sua fragilità strutturale
Dopo gli anni dell'opulenza diciamo così si è determinata una situazione io credo di grande fragilità che non potrà che crescere nel corso degli anni
Noi abbiamo questa singolare contraddizione abbiamo una aumentato a dismisura gli ordini ore i canali di trasmissione ma abbiamo avuto una fortissima restrizione della produzione
Oggi l'Italia produce molto meno di quello che produceva nel passato io sento questo Comuna grande questione sulla quale lei culture
Delle diverse aree dovrebbero oggi cimentarsi nello sforzo di definire politiche per la ripresa produttiva la nostra industria culturale
De perché si colga la dimensione non assistenziale ma immediatamente industriale entro le quali la ripresa della cultura italiana può e deve avvenire la definizione degli scenari nuovi
Delle opportunità delle condizioni entro le quali per esempio il cinema italiano può non morire
Io vorrei le cifre spesso sono molto aride ma ci sono anche cifre che parlano che hanno un'anima insomma noi nell'ottantatré abbiamo avuto un calo di trentatré nel rapporto tra tre ottantadue di trentatré milioni di presenze nelle sale cinematografiche
Abbiamo perso cioè il diciassette virgola uno quando nello stesso periodo in Francia si perdeva l'uno virgola sette in Germania si aumentava lo zero virgola sei
Noi abbiamo speso duecento milioni di dollari per acquistare film e telefilm d'importazione
In una condizione nella quale la nostra cultura e anche la nostra storia
Non riesce a trovare gli spazi e le opportunità entro le quali esprimersi
Partendo anche da uno stereotipo dell'ascolto televisivo che mi pare i dati più recenti mettano in discussione
Se si guardano in filigrana i palinsesti di molte televisioni private sia si scorge io credo anche qui una filosofia e una visione vecchia di un modello di spettatore che i dati del mite per esempio rivelano essere profondamente diversi
Ma ancora vorrei dire lo squilibrio che esiste in maniera molto pesante dal punto di vista della del rapporto tra offerte produzione ma qui anche qui come riequilibrare questo questo squilibrio questa contraddizione c'è una risposta come di carattere mal Pusiano comprimendo
L'offerta il consumo io credo che la possibilità invece di consumare televisioni essi televisione spettacolo intrattenimento sia un'opportunità straordinaria che si presenta ad un Paese civile modesto il punto non è quindi quello di comprimere consuma di elevare i livelli di produzione
E anche di capire che le innovazioni tecnologiche il satellite per primo necessiterà che l'industria culturale italiana se vuole esistere in quanto tale e qui si pongono enormi problemi di identità nazionale e torna qui anche sollecitazioni poste
Dal documento dalla lega democratica d'Azione Cattolica che hanno offerto anche contributi di pressione sui nomi molto interessanti da questo punto di vista solo nella misura in cui questo Paese riuscirà a tornare a produrre riuscirà a tornare a competere quindi ad avere un diritto di cittadinanza in in uno dei cuori decisivi nel sistema televisivo
Ma la contraddizione gli anche dal punto di vista pubblicitario
Qui per parlare concretamente si prefigura una situazione in Italia in cui ci sono tre reti pubbliche e io credo ce ne debbano essere tre e poi però per un attimo concludendo ad una riflessione sulla RAI
Vi sarebbero sicuramente due reti nazionali private ma credo che il disegno di legge Gava lasci intendere che ve ne possano essere almeno altre due se è vera questa impertinente prefigurazione di scenario che mi sono permesso di fare quindi si tratterebbe in sostanza di sette reti nazionali
Poi esisterebbero delle sindacale Sean cioè delle possibilità di rapporto tra emittenza locale e trasmissione nazionale e poi le emittenti locali
Esistono in Italia le risorse pubblicitarie per alimentare un sistema così organizzato
Noi abbiamo nel corso del mille novecentottantaquattro avuto tre mila miliardi di investimenti di questi tre mila miliardi ottocento sono andati nelle mani di uno di uno solo e siccome i Monopoli si costituiscono non negli vediamo solamente non si costituiscono sulla base di cose concrete ottocento miliardi costituiscono una posizione di monopolio per lo meno nel campo televisivo
Per raggiungere quegli ottocento miliardi Canale cinque o meglio il gruppo Berlusconi ha trasmesso trecentonovantasei mila spot televisivi sbotto pubblicitaria
E trecentonovantasei mila spot pubblicitari non fanno ottocento miliardi farebbero una cifra molto maggiore
Si sta scoprendo che l'ascolto televisivo non è quello che veniva definito e cioè non sono ventisei milioni persone che tutte le sere guarda la televisione ma sono di me
Si sta scoprendo che l'ascolto televisivo non è ripartito come era stato in qualche modo raccontato e e e spiegato ai pubblicitari e su questo si erano costruiti gli investimenti si sta scoprendo c'è una ricerca molto interessante in ufficio marketing della RAI
Che l'affollamento eccessivo di pubblicità sta comportando un processo di disaffezione rispetto al messaggio pubblicitario
Vi è una situazione di assoluta anarchia anche qui anarchia di mercato
Al di là dell'opulenza apparente dal punto di vista degli investimenti pubblicitari e io vorrei dire in due direzioni e lo dico da è un uomo che ritiene che in questa condizione il rapporto e la possibilità di esistenza di un mercato sia un fatto vitale vi è un'aggressione nei confronti del consumatore
Ed è una assoluta impossibilità di certezza
Per l'azienda che investe nel campo pubblicitario che in una condizione di bollette per cui può accadere che tu hai sette mila e di ascolto ma può accadere anche che c'è mai due milioni e mezzo avendo però pagato per sette milioni
In una condizione di affollamento pubblicitario ha perfettamente ragione che è lì a dire che quella non è una normativa antitrust
In condizioni di affollamento pubblicitario superiori al tetto stabilito addirittura per autoregolamentazione dall'UPA è superiore a quello ho letto recentemente un'intervista del presidente mi pare di una delle più grandi agenzie pubblicitarie medicale diciamo già voi siete matti perché non potete pensare che con livelli di affollamento pubblicitario il venti per cento voi possiate attenere
In una condizione nella quale appunto siete costretti per fare ottocento miliardi appare trecentonovantasei mila sporto e si sostiene e che diciamo il regime dovrebbe essere quello del dieci per cento
E per di più con una idea
Entro la e con una prefigurazione di scenari che fa pensare che le vacche ma le vacche grasse siano finite io
Ho letto questa ricerca fatta in maniera molto seria dall'Inter Matrix per conto dell'UPA e che prevede
Non abbiamo avuto nell'ottantuno parlo qui solo delle tv commerciali tra l'ottantuno e l'ottantadue un aumento il cinquantacinque per cento tra l'ottantadue e l'ottantatré un aumento del sessantatré per cento
Rispetto all'anno precedente tra l'ottantatré e l'ottantaquattro un aumento del ventisei per cento quindi già c'è stata un ridimensionamento del trend positivo
Tra l'ottantaquattro e ottantacinque l'aumento sarà del sei virgola tre per cento
Tra l'ottantacinque e ottantasei non vi sarà un mento tra l'ottantasei e l'ottantasette vi sarà una diminuzione del due virgola cinque
Allora se questa è la situazione verso la quale ci andiamo
Andiamo stiamo andando nel corso dei prossimi anni quali sarà con l'ottantasette una ripresa ma la ripresa vi sarà a condizione che il sistema italiano sia a regime quando la ripresa potrà avvenire
Alla luce di queste considerazioni è possibile pensare ad un sistema televisivo organizzato in questo modo o invece non ci troveremo nei in una condizione nella quale saremmo costretti a determinare la fragilità e l'esposizione di tutti i diversi soggetti o peggio non c'è un'aria o sei per cui il problema vero è quello di riequilibrare anche qui rapporto tra pubblico e privato il che mi spiegherebbe tanto accanimento
Nel cercare di definire livelli di affollamento orario per la Rai con l'obiettivo di comprimari al punto tale da spostare artificialmente risorse nei confronti di altri soggetti
E allora se noi guardiamo dentro questo scenario io credo che noi ci dobbiamo dare delle risposte nuove più avanzate convinto come sono che oggi problemi di produzione di risorse pubblicitarie di strategie delle offerti tendano a configurarsi come problemi nuovi di una fase ho letto una cosa molto interessante una relazione molto interessante svolta da Massimo Fichera convegno sul quale riformismo a Bologna e come l'entrata in una fase vorrei dire posteri visiva nella quale noi siamo e cioè il fatto che si è chiusa una stagione se ne apre un'altra e che questa stagione deve essere regolata governata definita secondo una strategia culturale e industriale di tipo esattamente non vorrei dire opposto ma insomma di tipo diverso rispetto a quella che c'è stata le corse in questi dieci anni e che dopo dieci anni venne messa per legge
Io contesto noi faremo da questo punto di vista una battaglia politica e culturale molto molto aperti molto franco
Riteniamo che si debba modificare l'impianto di questa legge
E si debba cercare di ritrovare quelle condizioni di equilibrio dentro le quali sia possibile garantire pluralismo autonomia e produttività del sistema
E quando dico autonomia dicotomia della RAI ma dico anche autonomia dei soggetti privati
Perché tanto più è fragile il sistema e le cifre che ho dato prima danno conto della fragilità che non avremo nel corso dei prossimi anni tanto più il sistema non è autonomo i singoli soggetti saranno costretti a ricercare patinati politici tutele e copertura
L'ultima cosa che voglio dire è quella che riguarda la RAI
Io credo che noi anche qui siamo una situazione paradossale si è fatto un decreto lo si è fatto con ragioni di urgenza se scelta quella quell'iter di approvazione parlamentare che io ritengo di discutibile diciamo quasi non si è fatto io credo essenzialmente perché si riteneva che fosse necessario dare un governo ad un'azienda che da un anno e mezzo e più è senza governo e che ha di fronte a sé immensi problemi
Anche se ha dato segni di quella che definirei una disperata vitalità
Disperata ma anche straordinaria vitalità nel corso di questi di questi anni
è passato son passati quasi due mesi dall'approvazione dalla conversione del decreto in Consiglio mista siederà RAI ancora non c'è
Noi abbiamo scelto di rompere il meccanismo consociativo cioè di avviare una composizione del Consiglio che non impegnarsi alla ricerca di accordi diciamo estranea la fase politica che viviamo
Speravamo che questo potesse portare a alla risoluzione di problemi cioè che solidarietà di maggioranza consentissero così non è stato
Ancora oggi mi diceva il capogruppo alla commissione vigilanza è mancato il numero legale in commissioni cioè
Via via rotolando
Io credo che sia importante che la RAI abbia il suo consiglio amministrazione
E però voglio dire una cosa la voglio voglio cogliere proprio questa occasione per dire
Io sono convinto che la RAI che un'azienda di straordinarie possibilità di straordinaria ricchezza professionale
A viene possa vedere se è vero il ragionamento che facciamo e se volete lo dico con grande sincerità proprio perché condivido le cose che che le ha detto se volete dal punto di vista dell'interesse immediato di partito di un partito che è all'opposizione
Noi avremmo forse dovuto rafforzare i poteri di controllo del consiglio d'amministrazione estenderli a dismisura se avessimo ragionato in termini esclusivamente l'interesse di partito ma abbiamo fatto un altro ragionamento
E cioè riteniamo che nella definizione dell'equilibrio tra pubblico e privato si debba strategicamente investire sul servizio pubblico
E cioè che il servizio pubblico debba e possa avere le condizioni per essere ad un tempo servizio pubblico ma anche azienda competitiva e che le condizioni e gli equilibri aziendali che si erano definiti impedivano che fosse davvero un'azienda competitiva per i meccanismi che siano determinati questo significa però naturalmente che nessuno può pensare che vi sia una delega in bianco io condivido qui l'osservazione fatta da che e io credo che ragionevolmente si debba pensare nulla di un direttore generale che che nelle sue ma ad uno staff ad una direzione orizzontale che possa consentire definire una direzione generale in grado di governare un'azienda complessa come la RAI
Ma io voglio dire questo la RAI ha oggi ancora un'organizzazione interna definita sulla base della legge centotré di una legge approvata in tempi di monopolio e che prescriveva la sua organizzazione interna
Dieci anni dopo
Si può pensare che oggi la Rai possano affrontare e speriamo che lo faccia al più presto possibile il guado di una nuova legislatura prescindendo da un ragionamento strutturale sulla sua organizzazione sulle sue caratteristiche sui compiti nuovi che un'industria moderna delle comunicazioni deve avere in un sistema come quello italiano
E allora il problema vero è il primo problema che avrà il consiglio a me stazione della RAI non dovrà essere lo dico perché sono convinto di questo quello di definire questione sulla quale già c'è una grande passione
Di finire agli organigrammi futuri e la Rete due quell'altro no
Io sono convinto che sia un errore gravissimo mortale per l'azienda se si farà ancora una volta l'errore di partire dalle questioni di potere
E di prefigurare di organizzare le strutture a partire dalle esigenze diciamo di definizione degli schieramenti e dei posti
Proviamo a fare un'operazione inversa proviamo a consentire al consiglio d'amministrazione della RAI che si trova di fronte ad una nuova legge perché l'articolo tredici non c'è più
E il coach amministrazione può definire la sua organizzazione aziendale
I consumi stazioni definisca strutture e strategia aziendale io per esempio sono convinto lo dico tra parentesi e concludo che sia un assurdo continuare ad avere dentro la RAI
Tre reti concorrenziali tra di loro che hanno comportato come aspetto l'omologazione dello offerta anche se vi sono segni diciamo di inversione di tendenza proprio in queste ultime settimane qualche segno positivo
Che hanno comportato una
Come dire il cui elemento di distinzione non è perché cosa fanno ma per chi le fa
E cioè le reti e le testate televisive si caratterizzano non perché cosa appunto per quale obiettivo strategico aziendale hanno ma per il fatto di essere una democristiana una socialista e questo non mi rassicurerebbe anche se ci fosse una comunista
Io credo che invece il problema sia quello di definire una nuova organizzazione aziendali io credo e lo diremo al momento opportuno a un'organizzazione unitaria
Che consente alla RAI anche di andare in direzione di essere consenta di quella fase di specializzazione dell'ascolto che si va definendo delle nuove condizioni del rapporto tra utenti e servizio pubblico
Ma che questo debba essere il primo obiettivo
Sul quale il Consiglio d'amministrazione lavori
E e che questo non possa avere alternative cioè definire strutture e strategie aziendali
Perché questo significa concretamente mettere un argine a Lotito io vedo se dovessi scegliere due questioni la questione dell'organizzazione aziendale è un'altra questione piccola ma grande
Che il problema dell'accesso e RAI
Io sono convinto che se il consiglio amministrazione tra le sue prime decisioni stabilisse il fatto che in RAI si entra solo per concorsi e borse di studio questo avrebbe un valore innovativo Stra undici sarebbe un modo concreto
Di far finire almeno uno degli aspetti della lottizzazione e siccome tutti diciamo che la lottizzazione non ci deve essere e che il mostro brutto abbiamo uno strumento per dare un colpo brutto mostro dalla lottizzazione facciamo
Ecco io credo che questo sia lo spirito il respiro con il quale si deve pensare al ruolo strategico della RAI
Perché altrimenti ogni soluzione di piccolo capo da ogni situazione intesa dentro una vecchia filosofia in una vecchia politica rischia di dare un colpo decisivo in qualche modo definitivo a questa azienda che immense ricche possibilità
Rolla Roberto da fatto deve accettare il consiglio di parlare all'inizio
Veramente ingeneroso che io in pratica li avete soltanto lasciato la possibilità di dire che sono d'accordo integralmente
Con il testo del disegno di legge presentato dal ministro grave questo è l'unica novità che io potrei percorrere però non mi sono preparato anche se qui e prepararsi serve relativamente poco su questa linea quindi
Dovrò cercare di
Voglia di fare un po'lo slalom tra le cose
Che sono state sufficientemente dette
Ecco però non perché voi crediate che io voglio mantenere federale all'unico ruolo possibile di originalità a questo punto a vorrei dire che questo me l'ero messo come conclusione lo metto come premessa
Che insomma noi dopo dieci anni approdiamo sia pure con notevole complessità a ad un tentativo serio di regolamentazione
Un tentativo di regolamentazione che si potrebbe definire a cannocchiale perché indubbiamente noi oggi abbiamo il pezzettino più piccolo
Secondo alcuni il pezzettino che abbiamo oggi non è poi veramente il più piccolo
E abbiamo poi una sorta di di quadro più generale questo è stato tra l'altro in qualche modo la carota che è stata agitata durante anche la discussione parlamentare
Però a parte questo io credo che non si possa negare che arrivare dopo dieci anni una regolamentazione è stato particolarmente difficile e
Lo sforzo diciamo di sintesi
Ma vuole dire anche di approfondimento dei problemi e soprattutto di impostazione
Del del disegno di legge che noi abbiamo di fronte non può essere sottovalutato
Sia pure nell'atteggiamento consueto di chi evidentemente e portato a porre l'attenzione sugli aspetti che meno lo convincono
Ad esempio
Io sono convinto che proprio avere concepito un sistema partendo dagli organi di governo da una serie di regole comuni e da una serie di disposizioni speciali sia un'impostazione valida al problema che abbiamo di fronte
La stessa obiezione che che mi faceva all'inizio sulla mancanza di un capitolo che io condivido in parte credo che potrebbe essere rapidamente recuperata se si pensa che qualche mese fa sono state approvate tra importanti convenzioni quella con la SIP con Telespazio e condita Cable che praticamente
Governa no il settore delle telecomunicazioni
Non credo che sarebbe troppo difficile estrapolare da quelle convenzioni tra l'altro se ho detto per inciso noi nel settore delle telecomunicazioni e soprattutto nella normativa nel settore delle comunicazioni assistiamo a un meccanismo di specializzazione crescente non solo per la complessità del fenomeno non solo per la complessità dei problemi e delle definizioni tecniche degli stessi
Non vorrei dire e per cui diventa un campo riservato a quattordici persone praticamente che riescono a manovrare contemporaneamente lo strumento normativo lo strumento tecnico
Ecco la lettura di quelle convenzioni per me è piuttosto complessa ma comunque credo che potrebbe dare lo spunto per estrapolare una serie di principi
E costituire quel capitolo che che lei considerava mancante e inserirlo almeno con disposizione di raccordo in questa normativa ma allora io vorrei dire ecco limiterò l'intervento a la risposta tre interrogativi che in fondo sono sempre sulla linea oggettivamente obbligata di vedere quali sono i punti che richiedono una un intervento un'attenzione particolare per dare poi quel giudizio incondizionato di adesione a un progetto di legge e come tale essendo arrivato dicevo dopo tanti anni evidentemente dei margini di messa appunto necessariamente liriche
La prima domanda e quella alla quale che le ha corrisposto all'inizio abbiamo noi oggi un sistema misto cioè siamo riusciti con questa legge a dar vita al tanto agognato sistema misto
Io tempo addietro sostenevo che il nostro sistema si era venuto attraverso questa deregolamentazione tipica nostro all'italiana se l'avvenuto configurando come un sistema sostanzialmente privato un c'è un sistema diciamo in cui operavano soggetti privati e pubblici ma cui regole generali del gioco erano diventate regole di natura sostanzialmente privatistica
Ecco siamo riusciti con questo disegno di legge a rimettere in pista un sistema misto
Ecco la mia sensazione non è molto diversa da quella di Cheli io la sento così leggendo e rileggendo il disegno di legge
Non vado oltre la convinzione che si sia usciti a legare due spezzoni autonomia e separati sia fatto una sorta di cucitura centrale ma noi abbiamo due sottosistemi che rimangono governati da logiche diverse i punti di contatto sono marginali
Perché insisto soprattutto sul punto che anche che l'ha toccato degli organi di governo abbiamo praticamente tre organi di governo diciamo di derivazione pubblica che sono la commissione parlamentare che si occupa e si deve occupare soltanto del settore pubblico ma poi vedremo che in pratica non può essere così
Abbiamo a livello di settore privato due organi con una netta apparentemente distinzione di ruoli uno il comitato della diffusione si occupa di dare le licenze ed eventualmente di toglierle la Commissione di garanzia si occupa diciamo della normativa antitrust del rispetto di questa normativa quindi trasparenza delle riprese
Ecco questi organi animo di vedere sono mal congegnati vorrei dire che in qualche modo
O s'
Tenderanno a bisticciare sì tra di loro o apprestarsi i piedi mi spiego la commissione parlamentare nell'attuale e configurazione censurate nella futura configurazione diventa fortemente ancora più di oggi fotocopia del consiglio d'amministrazione
Quindi non si può pensare che verrà all'intero Consiglio di Amministrazione perché il Consiglio imitazione e di sua derivazione però ci sarà certamente un po'una rincorsa su un terreno che è simile non a caso l'uno commissione d'indirizzo e di vigilanza l'altro è consiglio di amministrazione di indirizzo e di controllo
Evidentemente la materia e quella
Quindi dicevo nel settore pubblico abbiamo una parziale sovrapposizione di due organi con competenze simili anche se con composizione grazie nel settore privato invece il punto è il più delicato perché noi abbiamo la Commissione di garanzia il comitato per le che rilascia praticamente le licenze le concessioni
Cioè si è sdoppiata quella figura che nell'ordinamento americano ad esempio è unita nella Federal communication Commission
Cioè non c'è non ci sono due organi ce n'è uno soltanto
Evidentemente diventa molto difficile in concreto capire come poi potranno dividersi le competenze in teoria il discorso è abbastanza semplice in pratica soprattutto quando si verificano delle trasgressioni ci sarà possibilità di conflitto
Un altro problema riguarda le regole comuni ecco disegno di legge contiene una serie di regole comuni per fare un sistema misto
Ci vogliono molte regole comuni vorrei dire che bisogna tenere più regole comuni possibili e limitare le norme speciali laddove c'è una diversità di funzione di ruolo di carattere
Ecco a mio modo di vedere il lo sforzo in questa direzione è stato modesto
E soprattutto vorrei dire occorre fare un paio di esempi
Tre uno sulla pubblicità sulla pubblicità
Sì mantenuto un ordinamento differenziato nel settore pubblico nel settore privato questo è a mio modo di vedere
E dirò subito dopo in maniera più esplicita abbastanza ingiustificato cioè non ingiustificato che il limite sia diverso cioè che evidentemente pesi di più sul pubblico e meno sul privato ma che l'articolazione di questo limite sia diverso a questo io voglio dire non c'è non c'è una giustificazione si poteva operare con la percentuale in maniera omogenea senza creare delle distorsioni sul piano tariffario il pericolo forte del meccanismo differenziato dei limiti sulla pubblicità sta nel fatto che avremo una politica delle tariffe praticamente incontrollabile e soprattutto avremo delle diciamo delle distorsioni che potranno andare a colpire in maniera abbastanza singolare diversi aspetti della vita del pubblico del privato
Cioè la pubblicità è un po'un torrente in piena evidentemente quando tirerà e se il settimo meccanismo di regimazione non è analogo
Il rischio che queste acque che poi vanno fuori vanno a finire dappertutto vanno a finire nei programmi vanno a condizionare la programmazione vanno a determinare delle pratiche dicevo commerciali abbastanza improprie
Il fiorire accanto a alla pubblicità la sponsorizzazione di tutta una serie di categorie diciamo di pubblicità indiretta di di di di metafora sponsorizzazione pubblicità
E proprio a me o a vedere un frutto di un meccanismo di regimazione di questo torrente
Sbagliato un meccanismo di regimazione che soprattutto si concretizza in quel tetto quantitativo
Il meccanismo della pubblicità ha già nel disegno di legge due tetti Killing tetto percentuale sulle trasmissioni e il tetto orario che riguarda l'affollamento per singola ora l'aggiungere l'aver raggiunto per la RAI il tetto quantitativo è a mio modo di vedere un meccanismo che porterà delle conseguenze
Disastrose perché evidentemente quel tipo di pressione che si esercita per fare pubblicità su un mezzo che ascolto si scaricherà altrove scaricherà altrove e si scaricherà in maniera impropria
Quindi dicevo questo punto che avrebbe potuto essere un punto nevralgico anzi vorrei dire se dove si fanno i relatori è il primo punto del governo del sistema misto
Perché evidentemente è il rapporto con il mercato questo punto avuto imprevedibilmente ma forti forse non del tutto impropriamente una soluzione differenziata
Io non so non soffrendo che la RAI deve avere la stessa pubblicità dei privati me ne guardo bene perché evidentemente col col tetto percentuale diverso già si ottengono dei risultati
Mi pare molto diversi da una parte c'è il sedici e il venti per cento dall'altra c'è il cinque e il quattro per cento sono evidentemente due meccanismi che già
Sono meccanismi di regimazione differenziati
Però l'introduzione di questo ulteriore meccanismo è un meccanismo di forte distorsione risorgere troveremo poi dopo in tutto il sistema
Infine c'è il meccanismo delle lezioni anche qui è vero che non si poteva fare un meccanismo normativa per le lezioni uguali però per il settore privato l'applicazione della regola
Farris di favore cioè c'è un certo punto si si possono dire gli spazi che si dava pubblicità elettorale si possono dire le tariffe che si applicano ma come si può controllare poi la tariffa di favore fatta a al gruppo Eriksson gruppo Y
Quindi a mio modo di vedere anche qui si poteva camminare di più
E in fondo l'ultima considerazione riguarda meccanismo concessorio
Per la concessione del del servizio pubblico RAI c'è un meccanismo molto strutturato obiettivi di concessione ai vincoli di concessione molto e per la legge praticamente imposta la concessione e gli oneri che graveranno sul gestore del servizio
Ecco io sinceramente non capisco perché non si sia fatto non dico per le autorizzazione a livello locale ma per le concessioni a livello nazionale dei privati uno un tipo di ragionamento analogo
Perché evidente che al momento in cui a un soggetto privato si dà una prerogativa così rilevante di trasmettere su scala nazionale si imposta meccanismi interni concessori non si lascia poi alla discrezionalità
Di chi dalla concessione di modellare la concessione stessa e i suoi oneri liberamente perché perché gli oneri di concessione sono il negativo cioè parla la negativa in termini fotografici di quei valori e che il legislatore deve tutelare quindi i valori morì che l'esattore deve tutelare non li può poi delegare alla discrezionalità dell'amministratore pro tempore può essere più o meno illuminato allora il modello di concessione
E vincolato per il servizio pubblico ed è giusto che sia così però è libero per i privati su scala nazionale e non è giusto che sia così perché non c'è diciamo il veicolo tecnico-giuridico perpetrata transitare larga l'ansia di quei valori di cui abbiamo parlato quindi la prima risposta è che il sistema televisivo e misto sulla prospettiva ma non è ancora misto con questo intervento normativi
Perché ci sono appunto dicevo alcuni snodi il principale dicevo è quello della pubblicità che sono stati tenuti non so se scientemente o meno differenziate in maniera ingiustificate
Il secondo la seconda domanda la Rari con questa legge potrà essere più impresa di prima ecco e questo è sì ma linguaggio ormai di questi di questi mesi di questi anni lodato anch'io per fare la domanda imprese tu tra virgolette evidentemente vorrei dire che la risposta più corrente che sia nel dibattito di questi giorni è certamente s'è stato tolto di mezzo l'articolo tredici e quindi la RAI ora può correre comunque avallo diciamo senza bardatura nella prateria liberamente
Io ho la sensazione che le e ingessatura di cui soffriva la Rai prima degli interventi normativi fossero due volendo schematizzare al massimo una era certamente l'ingessatura di tipo organizzativo derivante dall'articolo tredici anche se nel modo di vivere non era poi un'ingessatura nella quale non si potesse muovere per nulla comunque ora un'ingessatura che era di in data ma cronisti dica e quindi positivo sia la sua eliminazione
Ma l'altra ingessatura era l'ingessatura del meccanismo di finanziamento cioè la RAI tradizionalmente ha avuto un meccanismo di finanziamento così dice eterodiretto questo sia per il meccanismo del canone sia per il meccanismo della pubblicità per la pubblicità per l'effetto combinato dei prefetti percentuale quantitativi
Ecco è Sato alta l'ingessatura organizzativa ma l'ingessatura del finanziamento eterodiretto vincolato e governato in un certo modo è più che mai presente ora io sono convinto che un'impresa che non può modellare la sua organizzazione
Vuole a parte il fatto che bisogna che fare un esame su quella che è l'organizzazione scritta sulle carte del consiglio di amministrazione L'organizzazione che vive l'azienda perché e l'organizzazione non è un fatto teorico che si scrive sui manuali e quella di atto operante e credo che quindi si sia già modellata nel bene o nel male ma in maniera molto diverso all'organizzazione effettiva dell'azienda e quindi qui c'era un margine di manovra ma sul finanziamento no il finanziamento rime a me puntigliosamente e minuziosamente eterodiretto il finanziamento di un'impresa quando eterodiretto in questo modo e noi abbiamo vissuto sulla pelle giorno per giorno
Il significato del degli ammiccamenti dei ritardi delle concessioni delle blandizie con riferimento agli aumenti dei canoni
Tutti ricordiamo le vicende dell'aumento canone Vittorino Colombo quattro mila lire e due giorni dopo Darida sedici mila lire cioè tutti noi sappiamo cosa vuol dire un certo tipo di governo del finanziamento eterodiretto se a questo aggiungiamo la ciliegina che poi non è tanto il Regina della pubblicità
Evidentemente noi rimaniamo in una logica di un'azienda che non può essere impresa sul serio fino a quando rimane legata a questo schema ma questo è anche importante dal i punti di vista ce ne parliamo tanto di lottizzazione mercato eccetera ma il vero punto il vero tipo di dipendenza si sono certamente i meccanismi delle nomine perché le nomine hanno o il peso che tutti abbiamo nella vita una fisiologia un'agenda ma il punto veramente nevralgico che consente all'azienda di di di avere un un certo margine di autonomia io non dico adesso credo possa avere totale ci sono dei problemi di carattere generale che devono restare ma è certamente questo del finanziamento ecco io insisto sono convinto che fino a quando non non si riusciva a trovare un meccanismo tra l'altro è strano che nel due nel decreto col quale è stato concesso l'aumento del canone il ministro ha fatto riferimento a un meccanismo adeguamento del canone quasi periodo di lo quindi tutto sommato questa norma poteva essere inserita nel disegno di legge era non era certamente l'indicizzazione non era certamente il lo svincolo delle da finanziamento eterodiretto ma era un meccanismo di risposta più pronta a determinate esigenze dell'impresa è un'impresa che deve affrontare oggi dico domani ma il problema dei satelliti problema degli investimenti in questo settore evidentemente se non si affronta questo nodo io credo che sia pura astrazione parlare di libertà il dinamismo sul mercato il vero meccanismo di governo rimane in questo punto e niente lo sposta quindi a mio modo di vedere questa è apparentemente una piccola cosa si risolve con una virgola nel testo di legge ma è nodale nel né l'equilibrio del sistema e infine il pluralismo nel settore privato ecco io qui anch'io ho notato questa particolare ricchezza dal punto di vista organizzativo che il disegno di legge crea nel settore privato da un lato le emittenti nazionali dall'altro qui le emittenti locali che possono diventare nazionale un meccanismo punto che assomiglia a quello che sembra che ci sono forse addirittura viene tuttavia si riesce a network perché in realtà le vere le concessioni nel Canali non sono dei netto non li chiamiamo così ma sono dei broadcaster cioè sono praticamente una figura del tutto diverso quindi abbiamo concessione nazionale abbiamo i locali che possono diventare nazionale e abbiamo poi questo sotto sistema di emittenti locali autorizzato ecco la domanda è questa complessità questa ricchezza di strumentazione di modello vipera io già rimproverato certe cifre non non so non ho sentito serrato le cifre relative al di al fatturato pubblicitario del mercato locale che sono che sono abbastanza significativo e non si possono forse stimare per Elena avremo tra centocinquant'centocinquanta e duecento miliardi probabilmente di pubblicità che affluisce a questo settore senza pensare che una certa parte era stellata dalla pubblicità tabellare diciamo che le emittenti nazionali noi continuiamo ad avere in Italia insomma tra le cinquecento quattrocento emittenti sulla carta insomma certamente saranno molto di meno ma anche se fossero cento non vivrebbero con cento rotti miliardi di pubblicità di cinque anni fa la stima di sopravvivenza e con amica di una televisione indipendente era stata fatta in circa due miliardi io credo che oggi saremo certamente più vicina ai cinque quindi evidentemente nel modellare questo sistema c'è una certa sta Tezze perché non si tiene conto del fatto che oggettivamente il mercato oggi non è in grado di dare più di tanto e il sommerso le quali queste attingono anche quello sia pure in forme di astio dico le analoghe più di tanto non potrà dare ma la domanda legittima sarà saranno imprese l'informazione imprese diciamo di commerciale commerciali di diciamo di intermediazione commerciale protocolli di ricerca tra però qui il problema più grosso è un altro io credo che la disciplina antitrust preesame vittoria fosse l'unica strada necessaria fantasia difficile per esercitare in questo campo e inventare un nuovo modello trust ma io io non so se ho letto bene il testo del disegno di legge
Ma una cosa re non riesco a a a capire prima di tutto non capisco come si possa negare l'autorizzazione alla concia pone
Quando un titolo cioè per quanto riguarda i crismi ricco di concentrazione intersettoriale certe revisione stampa cioè la legge dice che uno non può avere l'autorizzazione alla concessione se contemporaneamente a
Già un terra profeta di un giornale che ha un terzo della tiratura nazionale ora a legge per la vittoria dice che il massimo che uno può avere il venti per cento no ciò non può avere più del venti per cento la legge sulla televisione dice che uno non ha
La concessione sia più del trentatré per cento quindi evidentemente le due lune o è in corso una modifica della legge dell'editoria poi evidentemente si dà per scontato che Sinopoli garante vittoria non riesce poi a controllare bene il rispetto di quel venti per cento l'ipotesi è anche lo so quella del dell'espansione fisiologica diciamo di una testata a questi livelli comunque io ritengo che sia sbagliato non raccordarsi e quel a quell'impostazione e poi una cosa che certamente è sbagliata
E non tener conto delle posizioni di monopolio locale che sono le più rilevanti la ricevitoria ritiene presenti ma qui uno potrebbe avere teoricamente a livello regionale ultraregionale
Il settanta per cento della tiratura di un giornale cioè essere titolare di un giornale che al settanta per cento l'ottanta per cento e contemporaneamente avere il diritto perché non c'è nessun divieto ad una
Emittente addirittura su scala nazionale
E veniamo all'ultima considerazione che riguarda sì in quel il non più di due emittenti nazionali e io qui questa è una è una questione certamente
Talmente dica altre politico che è difficile e poi andare a dire che ci sono dei condizionamenti o delle soluzioni dettagliate quello che è singolare che io però ho ho notato è che le uniche due norme che non sono citate
E nelle sanzioni forse perché legislatore ha pensato di applicare le sanzioni diverso di unità ma non ce l'ha le sanzioni sono proprio queste cioè c'è c'è il divieto di avere più di due emittenti nazionali poi quando si richiamano le sanzioni in mano a alle ai vari con i dati commissione queste due norme l'articolo quarantadue l'articolo quarantacinque non vengono citate cioè quindi sembrerebbe questo però non vorrei dirlo piacentina sembrerebbe anche un punti una una norma senza sanzione strabico sembrerebbe perché tutta l'impalcatura qualche progresso
Ma io quello che voglio dire e in conclusione è che il meccanismo antitrust non è difettoso perché esportare vittoria non è difettoso soltanto perché non ci sono questi raccordi con la legge per editoria ma perché c'è una normativa troppo dettagliata per un verso perché tuta ma devo editoria molto dettagliata però quando poi è stata la vicenda del Corriere della Sera in Parlamento Amato dovuto dire che sostanzialmente la legge consentiva un'interpretazione l'altra e quindi sostanzialmente si capisce queste norme dettagliate non risolvono mai casi concreti quindi più norme di principio meno norme di dettaglio padronale normativa troppo dettagliata e organi di controllo troppo deboli
Cioè avendo sdoppiato quella che in America un organismo sollevate dai Comuni che c'è un Commission e avendo creato due organi l'avviso di garanzia e il comitato per la di Gione evidentemente si è minata anche quella possibilità che c'era di avere un organo di governo forte che potesse applicare determinati principi
In maniera efficace cioè l'esperienza Sinopoli con tutto il rispetto per la persona il garante solo anche voi due gas la mente isolato in questa struttura più grande di lui è qui la si è voluta ricaricare con due organi che possono in qualche modo fare
Le liti tra di loro quindi in questo senso io dico che sarebbe un peccato che tutta quell'impostazione positiva del disegno di legge Gava che a mio modo di vedere invece affrontato una serie di altri problemi
Che abbiamo ricordato che in particolare ma anche io in qualche modo all'inizio andasse in qualche modo delusa quanto ai suoi obiettivi per non mettere appunto queste non marginali
Io non vorrei che sono marginali questioni ma questioni che certamente possono essere isolate risolte se si accetta certamente una certa filosofia del sistema misto Tamgho tutti seguito con
L'interesse
Grande attenzione negli interventi credo che consideriamo il contributo che è stato dato un contributo importante
Certo l'ampiezza del dibattito ha fatto consumare quasi senza che ce ne accorgessimo accorgessimo tutto il tempo che avevamo a disposizione io credo che se ci sono interventi brevissimi Illy possiamo ascoltare ma debbono essere davvero interventi può il tuo Brevi mentre gli amici che sono intervenuti in una tavola rotonda ritengono di avere esaurito il il loro compito è di non dover esercitare perché superfluo un diritto di replica quindi vorrei sentire intanto se qualcuno deve i presenti vuole aggiungere qualcosa vuole sottolineare qualcuno degli aspetti che sono stato peggiorativo che sono stati dimenticati pare di no
Allora concluderò io molto brevemente dicendo che
Certo un provvedimento legislativo non può
Non può esaurire tanto meno in questa occasione
Un campo così vasto e che tende ad ampliarsi nel momento nel quale noi ne discutiamo
Nella relazione introduttiva al disegno di legge il ministro Gava
Ricorda con me
E ieri inviti e ci sono stati in questi anni sono stati determinati anche dalla difficoltà
A fotografare una situazione in forte movimento non solo per gli interessi concreti che si agitano nel campo della informazione
Dello spettacolo ma a anche dal punto di vista tecnico
D'altra parte
Alcuni interventi questa mattina ci hanno ricordato come questo disegno di legge non considera momenti di grande importanza come il raccordo con l'industria culturale da un lato e dall'altro il raccordo con il sistema delle telecomunicazioni
A me pare che ciò che è necessario più che un disegno di legge che essi proponga di esaurire tutte queste questioni e è una politica coerente in questa direzione
E credo anch'io di poter dire
Che la preoccupazione che oggi dobbiamo avere è quella di assistere per la dimensione dei problemi e per le complicazioni che si delineano ad un ulteriore rinvio in ordine a decisioni che sono invece di particolare urgenza
Da questo punto di vista mentre mi pare che e le considerazioni critiche siano state e abbastanza convergenti vi è stata una valutazione di ordine politico più generale che è stata svolta da Veltroni che
Se fosse totalmente accolta a mio parere conterrebbe
Una invincibile contraddizione perché
Porterebbe a considerare non ancora matura
Una decisione politica e quindi finirebbe per paralizzarci di fronte invece
La esigenza di un intervento legislativo
Mi sembra che d'altra parte anche Veltroni abbia poi le delineato l'ipotesi come dire di un provvedimento stralcio cioè di un provvedimento che all'interno del disegno presentato dal al governo e definito fin dal momento della sua presentazione come aperto ad un dibattito e ad un approfondimento parlamentare si raccolgano quelle questioni che debbono ottenere in tempi più rapidi
Una decisione politica che altrimenti rischia di slittare nuovamente senza alcun riferimento concreto e mi pare che da questo punto di vista sono state avanzate molte considerazioni che saranno certamente considerate dai colleghi e i parlamentari che sono già impegnati a livello di di commissione inutile dibattito individuato come è fondamentale soprattutto a me pare
Il problema del raccordo tra un sistema unitario e il pluralismo senza una unità di impianto sterile qualunque discorso sul pluralismo rischia inevitabilmente di prevalere un criterio
Rispetto al quale tutti in Teoria solleviamo obiezioni molto a spalle ma che poi in pratica rischiamo di praticare cioè quello del ma lottizzazione
Il sistema pubblico in modo particolare ed una qui a me pare sottolineo una osservazione che avevo fatto anche nella introduzione e bisogna riconoscere che non si risolve il problema di una gestione e equilibrate intelligente moderna corretta
Con ricchezza di formulazioni giuridiche ci sono questioni che non sono risolte dal diritto
Dalle leggi né dai regolamenti quelle che apposto Nuccio Fava sono questioni di maturità culturale di equilibrio politico che se esistono
Presiedono la stessa formulazione delle leggi se non esistono sono tali da corrompere la applicazione concreta di qualunque provvedimento legislativo con questo non intendo affatto dire
Che ne puntuali considerazioni dei giuristi che hanno portato oltre che il loro intervento sul terreno tecnico anche sul piano politico non ne siano da considerarsi con grande attenzione non intendo sfruttamento e dire questo ma intendo dire che la unità perché permette l'esercizio di un pluralismo corretto e la conseguenza di una maturità e di un equilibrio politico non la conseguenza di
Una costruzione formale principalmente la prima cosa
Credo soltanto secondariamente la seconda
A me pare che leggeremo poi tutti con grande attenzione
Gli atti di questa tavola rotonda credo che ne leggeranno con interesse anche i legislatori e quindi mi auguro che si possa rapidamente passare dalla registrazione alla pubblicazione delle cose dette e per le quali ancora ringrazio
Via accolto l'invito della rivista itinerari e voi che ci avete onorato con la vostra presenza grazie