Fortezza Italia - Trasmissione sulle chiusure della politica e dell'informazione sull'immigrazione e non solo

Radio radicale benvenuti alla nuova puntata di fortezza Italia la trasmissione sulle misure della politica dell'informazione sull'immigrazione e non solo
In questa puntata i proponiamo un'intervista su un libro che sfata molti pregiudizi sulla questione e immigrazione
Radio radicale e ci occupiamo di un libro il libero sono di uno dei studiosi più importanti in Italia del fenomeno migratorio Maurizio Ambrosini
Il titolo è altri cittadini di immigrati nei percorsi della cittadinanza edito da vita e pensiero e da avvenire benvenuto su Radio Radicale Ambrosini
Grazie buongiorno a voi
Allora la innanzitutto questo un po'un un libro piccolo libro ma molto denso è una sintesi si potrebbe dire del suo lavoro di studioso anche dei soli contributi attraverso di articoli per il quotidiano avvenire come è strutturato questo questo libro
Ma in Libano anzitutto presentai il quadro dell'immigrazione in Italia
E cercando di sfatare alcuni stereotipi per esempio che l'immigrazione sia in aumento drammatico non è vero l'immigrazione sostanzialmente stabile da più di dieci anni
Secondo che gli immigrati siano poveri che arrivano dall'Africa non è vero gli immigrati sono prevalentemente donne ed europei
L'asilo e gli arrivi dall'Africa sono molto minoritari gli africani in tutto sono ventuno per cento degli immigrati residenti e per lo più vengono dal Nordafrica
L'asilo incide attualmente secondo gli ultimi dati per circa duecentosettanta mila persone su cinque milioni e mezzo di residenti ecco quindi all'inizio cerco di rimettere un po'il quadro nelle sue vere proporzioni
E poi riferito al prosegue
Cercando di scandagliare le diverse dimensioni di un concetto complesso come quello di cittadinanza cittadinanza a diverse dimensioni significa il primo è quello dell'appartenenza uno stacco
Il secondo è quello di un pacchetto di benefici
Il terzo e quello della partecipazione attiva democratica e il quarto aspetto è quello di lui dell'identificazione per cui noi ci definiamo italiani altri si definiscono francesi e così via
Poi discuta di come l'immigrazione trasformano e in un certo senso interpellano la cittadinanza che è stata storicamente e rimane definita sostanzialmente dalla lega a me un la nazione con la dimensione nazionale gli immigrati stranieri che arrivano e si insedia Non è un paese diverso da quello
Che e aveva il loro sono una sfida per i sistemi di cittadinanza fino a da quando sono solo che gli Stati nazionali nell'Ottocento
Avere sul territorio degli stranieri che parlano un'altra lingua tra di loro che spesso professa un'altra religione che hanno usi e costumi diversi
Una la sfida è una provocazione per la coesione sociale a cui gli stati nazionali hanno puntato cercando di costruire o in un certo senso la propria nazione ricordiamo Massimo D'Azeglio o almeno lui attribuita questa frase non è sicuro e sia sua fatta l'Italia bisogna fare gli italiani
Arrivo l'inserimento degli immigrati in una sfida rispetto a questa idea del fallita gli anni del costruire una comunità Orissa
E eliminazione mette in moto alcune novità la doppia cittadinanza per esempio
O la richiesta di votare dall'estero due dimensioni che oggi sono riconosciuta in un centinaio di soldati nel mondo
C'è poi la formazione di comunità diaspore che per cui d'immigrati punto pur vivendo all'estero tendono a soprattutto i più organizzati quelli che hanno più storia tradizione l'archetipo e il caso ebraico naturalmente poi quello armeno
Formano comunità che rimangono in contatto tra di loro attraverso i confini e facendo riferimento a una patria ancestrale
Poi ci sono forme di cittadinanza e di partecipazione transnazionale
Penso i giovani di origine immigrata nordafricana che in Europa sono scesi in piazza a favore delle primavere arabe delle manifestazioni e della ricerca di libertà nei paesi di origine delle loro famiglie
Che magari hanno visto solo qualche volta in vacanza
E magari neppure
Poi
Ci sono degli approfondimenti che vanno nella direzione oggi molto battuta dagli studi sociologici difforme di cittadinanza che vanno oltre la dimensione dei gale
Ecco allora la cittadinanza mediata cioè quella esercitata attraverso soggetti collettivi
Le associazioni ma legati pur essendo individualmente privi di cittadinanza possano però in una certa misura incidere nel dibattito pubblico attraverso formazioni associative
Questo e poi vero in Italia ancora più vero per la partecipazioni sindacale più di un milione di immigrati iscritti i sindacati
E attraverso i sindacati possono trovare un canale per esprimere i loro bisogni e le loro istanze ci sono contratti collettivi che riconoscono alcuni diritti che beneficiano in modo particolare gli immigrati come la possibilità di compattare di ferie
In terzo luogo cioè la partecipazione nell'ambito delle comunità religiose in questo caso almeno nell'esperienza contemporanea comunità in cui la cittadinanza si esercita soprattutto all'interno assumendo ruoli di leadership organizzando forme di mutuo aiuto di quello che si può definire welfare dal basso
Mentre ancora debole la partecipazione dei realtà a base religiosa delle aggregazioni religiose sulla scena pubblica
Nonostante che nel caso Musulmano sia continua
La Dialettica da parte delle società riceventi soprattutto nello sfidare interpellare min. convocare
Il vero io presuntivo rappresentativi esponenti dell'Islam a dire qualche cosa su fatti di cronaca in particolare sugli attacchi terroristici
Da ultimo parlo di cittadinanza vissuta
E quindi di quello che si possono chiamare processi di cittadini d'azione con un neologismo non bello ma efficace cioè il fatto che vivendo qui
Praticando la società mandando non so i figli a scuola
Accedendo la dei servizi intrattenendo rapporti con i vicini di casa gli immigrati e diventano sempre di più di fatto dei cittadini e delle realtà un cunicolo delle città in cui vivono
Una la particolare questa cittadinanza che sale dal basso la cittadinanza vissuta si esprime attraverso degli atti di cittadinanza
Che sono nella concezione originaria soprattutto atti politici manifestazioni proteste dimostrazioni scioperi da parte degli immigrati
Io propongo di allargare questo concetto e di vedere gli atti di cittadinanza come tutta una serie di azioni intenzionali spesso formali attraverso cui immigrati in un certo senso prendono parte opponendo alla piede nelle società riceventi
Siglare un contratto di lavoro per esempio aprire una partita IVA ricongiungere la famiglia iscriversi a un corso di formazione
Che ha nominato però e prendere un diploma tutti questi possono essere considerati degli atti di cittadinanza deviate per caso unici negli Emirati e diventano sempre più cittadini della realtà in cui vivono
Una peculiare espressione di questa cittadinanza che cresce dal basso e il volontariato degli immigrati
Per cui li abbiamo dedicato una ricerca si concluse circa un anno fa e di cui riprendo alcuni risultati nelle ultime pagine del libro
Non ce l'ha qualche pensare agli immigrati come beneficiari di forme di aiuto che vengono dalla società ricevente ma in realtà ci sono anche sempre più immigrati che si rendono disponibili per fornire aiuto alla Società ricevente
E l'abbiamo visto proprio durante la pandemia
Dove molte associazioni comunità di immigrati hanno realizzato delle collette per esempio a favore della Protezione civile o degli ospedali
Altri ci sono le resi disponibili a consegnare pacchi di di cibo chi non poteva uscire di casa o altre forme ore di aiuto a livello di città e di vicinato
Quindi io concludo rompono rovesciando il paradigma ce degli immigrati come soggetti passivi e assistiti
Mettendo invece in rilievo come cittadinanze significhi Yi partecipazione attiva e su questo ci sia un numero crescente di immigrati che si è incamminato
Bene allora adesso affrontiamo alcuni temi in modo più particolareggiato perché innanzitutto vorrei partire dalla fenomeno della mobilità umana contemporanea che è caratterizzato da flussi migratori che sono molto Diversi tra loro sia per le ragioni dello spostamento sia per le direzioni ce ne può parlare
Sì
Noi parliamo di migrazioni e di solito pensiamo a gente che arriva dal Terzo mondo e che si insedia nel Primo Mondo
In realtà immigrati secondo gli ultimi dati che e qui vado anche oltre il libero sono duecentottantuno milioni nel mondo
Stimati naturalmente e gli immigrati intesi come emigrati internazionali residenti all'estero
E però nella nostra vita quotidiana quando gli immigrati vengono dal Nord del mondo posso i vicino casa mia c'è la scuola giapponese io ho avuto i Cingano giapponesi nessuno li ha mai chiamati immigrati
Poi c'è una sinagoga ho avuto dei vicini di casa libanesi di religione appunto ebraica che tre di loro parlavano arabo nessuno né mai chiamati immigrati
Ho avuto vicini di casa due consoli tunisini con le loro famiglie in successione neanche a loro nessuno richiamare immigrati
Quindi quando vengono dal Nord del mondo o quando vengono dal Sud del mondo o da Paesi intermedi ma appartengono a fasce particolarmente benestanti o privilegiate
Potrei fare l'esempio di campioni del calcio cantanti attori comunque imprenditori persone del mondo degli affari noi non li chiamiamo immigrati
Inoltre in questi duecentottantuno milioni ci sono anche i flussi che vanno dal nord al sud del mondo e in questo caso di solito vengono chiamati espatriati o è stato all'inglese
Ci sono flussi dal Nord al no certi le migrazioni o come lei giustamente diceva sono una delle forme della mobilità umana
In modo particolare secondo loro non si può parlare di immigrazione quando si tratta di persone che hanno attraversato un confine si sono fermate in un paese diverso da quello di residenza abituale per oltre un anno
Quindi c'è l'attraversamento di un confine poi c'è l'insediamento che distingue l'immigrazione da altre forme di mobilità per esempio il turismo
Che ha caratteristiche di brevità
Ecco però anche così circoscritto il fenomeno riguarda flussi di tipo molto diverso e che vanno in tutte le direzioni per esempio o una collaborazione con la Norvegia lontano Paese
Ho scoperto che a ogni anno circa settanta ottanta mila persone vanno a vivere in Norvegia ma cinquanta mila vanno via
Anche in uno dei Paesi più ricchi meglio organizzati del mondo ci sono significativi flussi in uscita
Per svariate ragioni
Da quelle professionale via quelle romantiche a quelle dello studio o oggi c'è il fenomeno dei pensionati che vanno verso sud
Spagna e Portogallo guidano il gruppo per godere di Clini migliori e di situazioni in cui il potere d'acquisto delle loro pensioni e avvantaggiato
Ecco quindi giustificazioni si intrecciano con la mobilità in i modi molto Complessi interessanti
Si è mai sottolineando due aspetti ricarichi avevamo già prima
Con riferimento all'Italia ma allargherei lo sguardo nel mondo lire donne sono quasi il cinquanta per cento degli immigrati internazionali quarantanove virgola qualcosa ma se togliamo l'Africa
Diventano la maggioranza in tutti gli altri continenti Europa compresa
Quindi eliminazioni sono un processo di umidità a forte caratterizzazione femminile
E negli ultimi decenni più che nel periodo precedente molte donne partono da sole
Partono per lavoro e non solo per ricongiungimento familiare
Questo fatto ha anche una conseguenza complessa e travagliata si tratta spesso di madri che lasciano i figli
Il loro Paese affidati alle cure delle nomine per lo più dei padri quando ci sono si formano quindi le cosiddette famiglie transnazionali
E questo fenomeno non mette in moto altre dinamiche che sono quelle
Della nella ricerca del mantenimento di contatti attraverso le frontiere degli sforzi per ritrovarsi delle volontà di ricongiungere la famiglia in un altro Paese
I ricongiungimenti familiari sono la fonte principale di nuovi ingressi negli ultimi decenni nei principali paesi sviluppati in Francia negli Stati Uniti ma anche in Italia
Dove i ricongiungimenti familiari pesano di più degli ingressi per asilo anche negli anni di punta
Degli ingressi di persone che arrivavano per chiedere protezione internazionale
Quindi questa dimensione familiare un delle level fondamentali della mobilità negli ultimi anni
Ecco lei ha giustamente come fa anche a inizio del libro del saggio
Proprio fatto questa distinzione tra contro coloro che vengono considerati immigrati e coloro che non vengono considerati tali
Di fatto fa distinzione tra appunto i ricchi che non vengono considerati tali e i poveri che invece vengono considerati tali e anche da una plusvalenza di verza al termine molto in uso extra come Italia o nel senso che la vera diciamo il vero significato è proprio quello di non appartenere alla comunità insomma dei diciamo così privilegiati poi c'è il dato che lei ricordavano come la maggior parte però di quelli che migrano nel nord del mondo in particolare
Non solo rappresentanti per la maggiore per lo più dei delle classi più povere del Sud del mondo
E nemmeno dei Paesi più poveri ma anche molto spesso vengono da quelli intermedi nella classifica dello sviluppo mondiale e inoltre diciamo che c'è un dato che potrebbe sembrare paradossale ma che tra l'altro smonta anche per il lo slogan la famosa aiutiamoli a casa loro perché più insomma aumenta lo sviluppo più c'è per un certo periodo una propensione all'emigrazione in alcune fasce della popolazione e solo a lungo termine questo sviluppo può rendere preferibile restare e poi c'è anche la questione delle rimesse
Sì
è un fatto importante noi pensiamo che gli immigrati siano pochi appunto ma bisogna fare un piccolo ragionamento per emigrare occorrono delle risorse
Risorse economiche prima di tutto se i viaggi legali non sono autorizzati bisogni utilizzare altri mezzi di trasporto questi costano di più di quelli legali
Inoltre occorrono risorse culturali
Per esempio l'istruzione positivamente correlata con l'immigrazione emigrati più chi istruito
E per ma ci vogliono risorse sociali contatti relazioni con qualcuno che già insediato
Questo facilitare l'arrivo facilita l'inserimento facilita il reperimento di un'occupazione
Quindi emigrazioni sono processi selettivi
Poi c'è il rapporto con lo sviluppo che lei evocava
Gli studi di economia dello sviluppo dicono sostanzialmente che fino a un reddito di circa mille dollari pro capite all'anno
La gente non ha le risorse per partire
Sopra gli otto mila non ha più interesse a partire
E quelli che partono sono quelli che stanno in mezzo
In questa forbice
Quindi quando un Paese superare la soglia fatidica di un reddito medio di mille dollari all'anno all'incirca
Aumenta il numero di persone che hanno le risorse per partire
Localmente non ci sono ancora le condizioni per vivere bene non ci sono ancora lavori sufficientemente stabili e redditizi ma c'è qualche soldo in più che consente di cercare
La fortuna all'estero
Ecco perché è in una prima fase quando un Paese comincia a svilupparsi a un mente hanno le carte in
E solo in un secondo momento una appunto dopo un periodo lungo
Che lo sviluppo di un Paese e consente di vedere sutura opportunità sul posto senza pagare il costo dell'emigrazione con tutti i disagi che comporta
E in questa forbice che si concentrano le partenze
A livello internazionale i Paesi che hanno i numeri più alti di emigranti sia attualmente sono in via primo poi c'è il Messico la Russia la Cina paese in termini di
Anche facendo la tara delle grandi dimensioni della loro popolazione resta che si parte molto di più da questi Paesi intermedi che dal cuore dell'Africa
Dal cuore dell'Africa clinica anche internazionali sono relativamente pochi
Tra l'altro la maggior parte cioè più dall'ottanta per cento dell'emigrazione internazionale dell'Africa subsahariana è interno alla Regione
Si muove nello stesso contesto Africa subsahariana
E difficile partire per gli africani e e difficile da raggiungere l'Europa o gli Stati Uniti o altre destinazioni dal torrente
Ecco quindi l'emigrazione ha delle caratteristiche selettive
Sia a livello di reddito di classi sociali distruzione sia per quanto riguarda i paesi di provenienza
Ecco accendiamo verso diciamo la conclusione perché il tempo e tiranno e quindi io però vorrei a questo punto affrontare il dato poi più pregnante del della discussione sull'immigrazione che è la percezione della stessa e che nonostante questi dati indiscutibili che lei ha fornito l'immigrazione viene continuata a essere percepita come destabilizzante e e questo perché poi invece vengono diffuse informazioni che non sono vere lei prima ha citato per esempio la questione
Della cosiddetta invasione ecco c'è però nella lotta per la cittadinanza che soprattutto chi chi già vive cui c'è tutto la la tensione no del secolo generazioni il naturalmente sulla questione dello ius soli che adesso il nuovo segretario Partito Democratico ha riportato in luce ma c'è anche un tema che lei affronta che mi sembra molto importante
Che nella lotta per il riconoscimento del diritto alla cittadinanza
C'è una voglia da parte di chi fa questa lotta di non essere discriminato di essere uguale ma di mantenere un diritto a differenziarsi a fare accettare la cittadinanza del Paese
In modo diverso di essere italiani quindi lei definisce questo il passaggio dall'identità reattiva a quella di re invenzione
Sì diventano più complesse il rapporto tra agli immigrati le società riceventi e nel loro società di origini
Non ci sono percorsi predeterminati anche le società riceventi
Sono diventate più tolleranti
Nei confronti della diversità Turconi
Crescente diffidenza e qualche passo indietro quando si tratta di Isla ma penso al recente referendum svizzero in cui è stato vietato il velo sino alle donne negli spazi pubblici
L'idea di uno Stato che voglia dire alla gente come deve vestirsi un un po'inquietante sì conta sì tanti volesse ma
Sì
Perché in questo troncone negli orari a volte no non lo so anche perché questo si fa nei paesi appunto che vengono criticati per essere fondamentalisti insomma Kindle magari non è sui destini ma anche sui vestiti che quindi voglio dire va be
Andiamo avanti sappi cinque minuti di tempo per assumere poi d'accordo
Il tema del rapporto con la propria identità culturale è diventato più fluido Complesso per gli stessi immigrati
A hanno tendenze non lineari da una parte desiderano essere accettati essere incluse le essere trattati con equità dall'altra spesso
Rivendicano fedeltà alle loro radici per esempio c'è un ritorno identitario anche le da parte di componenti dell'immigrazione che si esprime appunto nell'abbigliamento per esempio
Un maggior numero di donne porta il velo ci chimico in viale Bligny sia in emigrazione più di quanto non accadesse in un tempo per esempio in Francia succede che nelle università le ragazze di famiglie musulmane portato con orgoglio il vero oggi come rivendicazione di libertà di autodeterminazione dopo essere state costrette a toglierlo nelle scuole superiori dallo Stato francese
E quindi ovvero diventa paradossalmente un singolo di libertà un simbolo di emancipazione un simbolo di resistenza nei confronti delle imposizioni dello Stato francese
Ecco quindi la cittadinanza oggi vuol dire quei storione essere soltanto uguali agli altri
La cittadinanza vorrei dire alla Martin Luther King
Essere trattati come uguali
Ma la cittadinanza come il diritto di essere insieme uguali o diversi
Certamente ci sono anche poi il contraddizioni interno né da parte degli stessi immigrati o di loro esponenti
Il il piccolo simbolo sono quelli di due rappresentanti del mondo immigrazione che destro in abiti tradizionali
E portano un orologio modernissimo impulso le scale pedinarli Ka sportive ecco così come noi spesso
Abbiamo la contraddizione di non voler immigrazione e poi di assumere una signora straniera per assumere per assistere i nostri anziani genitori così anche la parte degli immigrati
Il rapporto tra tradizione identità ancestrale e inserimento nella nuova società anche influenze culturali raccolte dalla nuova società è un rapporto complesso e interessante
Ecco questi dunque è un po'alcuni temi perché e rivediamo il libro a apparenza insomma non è un libero grosso Ibra è un saggio
Insomma anche agile tra l'altro ma molto denso di temi e e di informazioni che questa un po'è la cosa più importante e quindi noi ringraziamo Maurizio Ambrosini
Che autore di altri cittadini gli immigrati nei percorsi della cittadinanza edito da vita e pensiero e da Avvenire grazie per la sua disponibilità questa intervista su Radio Radicale e buon lavoro
Grazie a voi e auguri
Con questa intervista si chiude la puntata odierna di fortezza Italia
Di ricordiamo che noi andiamo in onda il sabato alle tredici e trenta e in replica mercoledì alle sei di mattina che potete trovarci sul sito di radio radicale punto it cliccando nella sezione rubriche su fortezza Italia dove trovate anche le puntate precedenti e poté descriverci
Ah io ascolto chiocciola radio radicale punto it