Presentazione della riedizione del libro "Il cambiamento impossibile. Biografia di uno strano democristiano" di Mino Martinazzoli e Annachiara Valle (Rubbettino)

Allora buon pomeriggio
Cominciamo con qualche minuto di ritardo siamo in tanti la sala praticamente viene ci sono ancora persone che devono entrare quindi intanto partiamo anche perché siamo siamo in tanti questo pomeriggio ha ricordare Mino Martinazzoli a dieci anni dalla sua morte e a parlare di questo libro
Il cambiamento impossibile biografia di Uno strano democristiano edito da Rubbettino che una riedizione arricchita del libro che Mino Martinazzoli scrisse colonna Chiaravalle nel due mila nove Uno strano democristiano
C'è un punto ringrazio la Camera per questo questa ospitalità ringrazia ringrazio il gruppo parlamentare di Italia viva e e tutti gli intervenuti
E c'è un punto di questo titolo da cui vorrei partire per rapidamente per introdurre i nostri lavori
Quando Martinazzoli dice oggi guardo da lontano sono stato amico di un dolce Ippolita Di Grado Biagio Marin che di tanto in tanto mi mandava di sue edizioni e cominciava sempre delle sue missive scrivendo da questa lontananza
E mi capita adesso di ripeterla per me questa lontananza
Allora Martinazzoli sembra
Arrivare da una lontananza per noi che siamo nel due mila ventuno siamo qui dieci anni dopo la sua scomparsa e in un tempo forse politicamente ancora più lontano dal momento della sua scomparsa
Questo libro è anche una
Conversazione è una lettera che arriva da una lontananza dalla lontananza in cui visse e operò FC politica e parlo di politica Mino Martinazzoli
Il cambiamento è impossibile che il titolo della nuova edizione mi fa venire in mente quello che lui disse in quel discorso che il ventuno febbraio mille novecentottantanove al Pala EUR di Roma
Di fatto l'ultimo congresso della Democrazia Cristiana
Quel discorso molto applaudito tanti minuti di applausi ventuno ventiquattro forse ventisette minuti
Che Martinazzoli ascoltò lo dice nel libro fumando una sigaretta con Benigno Zaccagnini gli applausi quel discorso abbraccio come tutti i discorsi erano braccio di Mino Martinazzoli c'è un punto dove dice
Fare politica per un cristiano è impossibile doveroso è un paradosso
è impossibile perché non c'è una coincidenza dell'impegno religioso con l'impegno civile e politico e doveroso perché la politica non era necessaria per il cambiamento
Allora questo cambiamento impossibile ma anche un cambiamento doveroso che per un uomo della cultura cattolico-liberale di Martinazzoli significava comunque intrecciare quello che c'era di profondo nella sua formazione nella sua coscienza di Cristiano critico adulto
E oggi è diventato forse un'impossibilità che avvertono
E tutti quelli che a vario titolo venendo da culture politiche diverse raccolte spesso anche da da culture in certe nella loro formazione nei loro nelle loro radici e sentono come un dovere ma anche i Comuni impossibilità il cambiamento impossibile
E Martinazzoli in quel discorso ma anche in altri discorsi e tanti in sono contenuti in questo libro che è coordinato curato da Anna Chiara che raccontava verso le darò la parola forse lo racconterà lei stessa come ascoltare le parole di Martinazzoli fosse un privilegio e come non fosse facile è strappare Vieri soprattutto per i giornalisti ma come fosse anche per altri versi invece non difficile
Essere ammessi alle sue confidenze quando appunto si era stabilito un rapporto di fiducia un mio ricordo personale alcune telefonate che gli facevo intervistando lo del Segno sette che nel settimanale dell'Azione Cattolica per cui ormai chiara abbiamo lavorato qui Angelo Bertani che l'ha diretto e fondato
Lo chiamavo lo studio di Brescia componevo il numero fisso lui rispondeva di dicevo vorrei fare un'intervista su sul centrosinistra assurdo Luigi Sturzo si sentiva un silenzio poi si sentiva sì
Sentiamo una zaffata
Si era accesa una sigaretta e allora segnale che si poteva cominciare a quel punto si poteva stare anche molte ore al telefono
E eravamo ragazzi insomma ad essere ammessi comunque la sua confidenza non era secondario non era banale per minori
E in quelle queste parole in questo discorso ci sono tante rievocazioni che secondo me sono attuali in un personaggio che è stato in attuale anche nel suo tempo cioè nella stagione
Della repubblica dei partiti e anche della decadenza della fine della repubblica dei partiti perché la biografia di Martinazzoli attraversa esattamente in questi decenni radiografia
Di politico di primo piano della della stagione repubblicana abbiamo scommesso noi abbiamo combattuto chi scommetteva sul tutto della politica non possiamo ammettere che vinca chi scommette sul nulla della politica
Oppure non vogliono vogliono il potere nonne perché a mediare i comportamenti del nostro potere mantenere invitarlo per sostituirci senza cambiare i nostri comportamenti
E ancora e chiudo quel passaggio che ha una chiara ricorda nella sua introduzione
Dovremo attento attrezzarsi per essere un popolo posizione però so che questa è una frase di don Primo Mazzolari
Ma non all'opposizione degli altri piuttosto l'opposizione di noi stessi delle nostri grettezza e del nostro egoismo se necessario delle nostre ambizioni
Parlava Martinazzoli in un tempo in cui le ambizioni di politiche erano certamente anche ambizioni di occupare cariche posizioni di potere ma erano anche ambizioni di un cambiamento possibile
Successivamente è successo che e possibile occupare posizioni di potere ma senza avere la possibilità di cambiare le cose credo che questa sia qualcosa sia una lezione attuale forse più attuale oggi di quando Martinazzoli pronunciava queste parole
Ma io mi fermo qui sul cambiamento impossibile su la biografia di Uno strano democristiano do la parola dama Chiaravalle che avuto il privilegio di ascoltare di riportare le parole di Mino Martinazzoli
Grazie a Marco verrà questa bella introduzione grazie a tutti voi che siete
Detenuti
Grazie anche alla gruppo parlamentare di palliativa che ha promosso questa questa iniziativa ha ragione Marco ascoltare ascoltare Martinazzoli Terraferma è stato un privilegio un privilegio perché si imparava Sempre qualcosa perché si lasciava il suo studio con la voglia di di studiare di approfondire si dice che i i grandi non hanno eredi questo credo che sia vero soprattutto per Mino Martinazzoli
Nonna non ci sono eredi non Nanni su nessuno può dire di essere e il suo delfino di detenere da solo villa il pensiero di Mino Martinazzoli neanche io che insieme con Louie ho scritto la la sua biografia
Martinazzoli era un uomo solo
Lo indossava spesso sul suo cognome diceva che Martinazzoli veniva da un manticora anziché in ecco il cui soprannome era Martin solo e poi con l'ironia che lo contraddistingue va aggiungerà anche evidentemente non è rimasto coi solo lungo se avuto una rapina stia che è arrivata fino fino a me
Era una persona sola ma era una persona che faceva politica per gli altri uno degli aneddoti che raccontava nella nella sua biografia e il suo incontro con Berlusconi qua Berlusconi non era ancora sceso in politica ho servito a seconda della del concetto che ognuno ha della politica e era andato da lui per convincerlo alla prendere alcune posizioni la Cina non riuscendoci in alcun modo
Annan andandosene via un po'stizzito
Gli disse ma perché noi non possiamo far politica assieme e Martinazzoli e risposte abbiamo un concetto diverso di politica per lei far politica e i farisei interessi per me fa politica e fare gli interessi degli italiani
Ecco questa era la politica di Martinazzoli
è una politica che aveva una visione lungimirante una visione Luca un pensiero lungo immaginava che cosa sarebbe successo nonna domani e neanche dopo dopo
Dopodomani ma nelle generazioni future e questo da da sempre già da studente e si ricorda nel libro la sua tesi di laurea presso una tesi di laurea sul dolo eventuale
Cioè non c'era ancora nella nel Codice penale questo questa fattispecie che lui descriveva in Brera e Luis diceva nella sua tesi che se uno si danza con una macchina in una piazza affollata
E poi qualcuno una si fa male non può essere accusato di colpa ma deve essere accusato di Dolo
Artista la sua tesi fu pubblicata il suo relatore stroncò la sua tesi
Ma a distanza di anni ebbero a zone perché effettivamente fu introdotto nel Codice quell'articolo
E così era lungimirante Jenna in tanti suoi interventi poi anche da da politico ed amministrerà lungimirante nella sua visione delle carceri
Battaglie condotte insieme con Marco Pannella ma anche con lo appoggiò e il consiglio di padre Turoldo e ho trovato diverse lettere che Turoldo gli scriveva quando Martinazzoli era Guardasigilli
Ed erano sempre punto nell'ottica di capire quali erano le condizioni carcerarie si deve a lui illa così è pari a zero al trenta cioè mettere un termine alla carcerazione preventiva Valpreda l'ex ballerino anarchico era stato era detenuto in via cautelare già da tre anni ecco grazie a Martinazzoli
Si introduce invece un termine per la carcerazione preventiva ma poi lo ricordava l'altra sera l'onorevole Castagnetti
Anche tutta la sua battaglia per lo statuto dell'embrione travi poneva interno in tempi in cui ancora
Le cose non erano così attuali nel dibattito come oggi il tema dell'embrione e perché lo poneva lo poniamo perché era convinto che la tecnica
è l'economia se non fossero stati governati dalla politica avrebbero sopraffatto la politica e avrebbero portato il Paese verso una direzione che non era quella della crescita e dello sviluppo complessivo
Aveva quindi una una visione di una politica mite
Questo più volte a Luino lo sottolineava
Una politica dove ci sono dei leader e non dei capi questo un po'la differenza che mi faceva fra la Prima e la Seconda Repubblica visto nella prima Repubblica c'erano dei leader di partito
Nella seconda Repubblica invece si sono applicati la differenza non è non è banale perché la politica che poi esce fuori da queste due diverse concezioni sotto gli occhi di tutti è una politica che non ha fretta quella di Martinazzoli una politica che deve capire la direzione rispetto dice no non capisco tutto questo agitarsi per decidere più in fretta bisogna decidere bene non più in fretta
Era una politica sempre ancorata alla Costituzione esodo negli ultimi anni Luigi Rava tantissimo proprio per parlare della Costituzione spiegare la Costituzione una Costituzione che diceva
Doveva essere attuata prima ancora che riformata
E
Fa sul sulle riforme a cui spesso tornava sul Titolo quinto su come malamente era stato riformato Titolo quinto ed abbiamo avuto una stasera una visione è un marzo abbiamo visto praticamente con questa pandemia come l'articolo quinto ampia impedito in realtà che gli italiani avessero ovunque
La stessa attenzione la stessa sicurezza al ministero anche questa riforma degli autonomi avrebbe portato delle regioni sempre più ricche ma sempre più lontane dagli interessi reati del del cittadino
Di lui si si diceva che fosse un po'un ma un crepuscolare una persona negativa una persona cupa in realtà era una persona realista che aveva però anche un grande senso di speranza
Una speranza che guardava ripeto non al domani ma alle nuove generazioni
E quando lui era convinto di non aver chiuso la storia della democrazia cristiana ma semmai di averne preservato il seme
E appunto con questa sua speranza guardava alle nuove generazioni e via e diceva questo seme non può essere diventato infruttuoso
Io preservato questo seme verranno generazioni che risentiranno come nuove le cose che sono state e dagli questo seme tornerà ad avere il furto
Grazie
Grazie a una chiara allora do la parola per il primo intervento a Maria Elena Boschi Carlo capogruppo alla Camera di Italia viva che appunto appartiene a una generazione successiva e quindi la domanda che fa ponevano a Chiaravalle sull'eredità sul se la la ritiro atte grazie
Grazie e buonasera intanto e benvenuti perché diciamo che faccio gli onori di casa anche se il direttore era a Milano e Ana Chiaravalle hanno già introdotto un poi i lavori di questo pomeriggio
Ma ci tengo a ringraziare non soltanto tutti i relatori avvisi che sono qui oggi con noi a ricordare la figura di Mino Martinazzoli ma soprattutto secondo me a condividere insieme a tutti noi quello che è il lascito l'insegnamento e l'eredità attuali di Mino Martinazzoli
Ma anche le tante persone che sono presenti questo convince a cominciare ovviamente da dai colleghi parlamentari Giachetti nobili han fallito insomma
Molte persone presenti in sale vorrei ringraziare in particolare l'associazione culturale di Castenedolo Aldo Moro Mino Martinazzoli che insieme al gruppo di Italia viva a fortemente voluto quest'evento era ha collaborato fattivamente all'organizzazione di questo incontro
Insieme ai tanti amici bresciani che sono oggi qui a Roma
E credo che sia in qualche modo anche il segno della
Impronta Kakà lasciato Mino Martinazzoli la presenza oggi in quest'aula la camera e la scelta di di ricordarlo a dieci anni dalla sua scomparsa
Credo che sia il segno di un affetto profondo cassa frutto lasciare in tante persone quindi un ricordo un legame che c'è tanti volti che vedo oggi qui presenti ma che il desiderio la curiosità
Di conoscere meglio la sua figura e la sua eredità politica
Che per esempio ha spinto tante persone anche anche molto più giovani di me ad essere presenti qui oggi in sale che sicuramente non l'hanno conosciuto di persona ma che magari hanno letto Dinoi hanno ascoltato i suoi interventi e si sono appassionati alla sua figura e alla al suo insegnamento
E tra tutti consentitemi un ringraziamento particolare a Giambattista Groli che è stato uno dei suoi collaboratori più stretti e che con grande molestie grande umiltà ma anche con una grande impegno
Costantemente porta avanti il l'eredità di di Mino Martinazzoli lavora appunto perché questo insegnamento rimanga attuale io sono sicuramente fra tutti i relatori la meno adatta a parlare di Mino Martinazzoli perché sono l'unico fra tutti i relatori che non ho avuto l'opportunità di conoscerlo di persona quindi non ho non ricordo diretto come voi purtroppo data condividere però tutto sommato posso essere l'esempio di come tu non avendolo conosciuto di persona
Possa appunto imprimere in qualche modo in in chi lo incontra anche indirettamente un un messaggio ed è quello che è capitato a me avvicinandomi ovviamente all'esperienza politica
Sicuramente facilitata anche dall'ambiente familiare in cui sono cresciuta una famiglia democristiano una famiglia che poi ha seguito la strada tracciata da Mino Martinazzoli perché nel centro di aderire al Partito popolare italiano e poi diciamo tutte
Le diverse di santi e di di quella storia
Ma io troppo piccola ovviamente no non ricordo quegli anni in modo così vivido
Quindi molto ho imparato ascoltando i suoi discorsi che come diceva prima il direttore da Milano venivano Sempre forte abbraccio e questo qualcosa che ho cercato di replicare sedici imparare da lui
Perché hanno sicuramente molta più efficacia ma anche leggendo i suoi interventi tra l'altro proprio qui alla Camera qualche anno fa presentammo col presidente Napolitano e e molti di voi una raccolta dei suoi discorsi parlamentari così così ricchi
E da chi lo ha conosciuto meglio più da vicino a cominciare dall'onorevole Castagnetti ho imparato anche la cura che Martinazzoli dedicava la scelta delle parole
Soprattutto quando scriveva ovviamente perché poi le parole rimanevano sì a disposizione il tipo e le avrebbe lette e interpretate ma comunque diventavano un qualcosa di non modificabile quindi la cura con cui venivano scelte e quindi tuttora ci parla
Allora Martinazzoli soprattutto dalle parole con le quali lui ha scelto di raccontarsi anche attraverso questo libro biografia internista volano a Chiaravalle
Ma anche la cura nello scegliere parole che non fossero mai aggressive o offensive nei confronti dell'avversario politico che è una caratteristica
Abbastanza rara ai tempi d'oggi ma tutto sommato io non voglio neanche
Esaltare i tanti andati come un tempo in cui il dibattito politico non era altrettanto acceso a volte ho altrettanto cruento quindi c'era non soltanto un tempo un'abitudine versano una scelta personale
Di distinguersi utilizzando un certo modo
Di fare politica e di esprimersi in politica
Che a questa mitezza che veniva ricordata ricordato il presidente Mattarella nelle belle pagine di introduzione che ha dedicato a questo libro nano mitezza fiera fermezza al tempo stesso che non era arrendevolezza
E che hanno fatto sì che tutt'oggi noi ricorriamo Mino Martinazzoli non come una figura evanescente ma come un protagonista di quegli anni perché questa mitezza è stata in grado comunque di segnare il suo tempo con la decisione il determinazione
E appunto e la fermezza
E lui stesso non amava sentire parlare disse o del proprio progetto politico come un progetto politico moderato o conservatore
Ma parlava di una correggetemi se sbaglio perché vede in prima fila chi ascoltato direttamente da lui queste parole guardare con attenzione come un prodotto una persona caratterizzata dal fatto che fosse temperato e centrale nella scena politica
E sono parole che secondo me sono molto attuali ancora oggi quando tanto si discute
Nella possibilità di uno spazio per un nuovo centro in questo paese di progetti centristi ecco pensare a progetti che siano centrali per la vecchia politica del Paese per la vita dei cittadini a tutt'altro valore tutt'altro ha significato
Ha fatto tutto nella sua vita politica ha ricoperto ovviamente ruoli istituzionali più importanti i ruoli più importanti all'interno del partito è stato sindaco quindi diciamo ha fatto tutte le esperienze possibili
Nella vita politica gli ha mancato a quella del Presidente della Repubblica ma se fosse stato ancora vivo come ho già avuto modo di raccontare Renzi sarebbe stato un nome che prima della scelta di Mattarella sarebbe piaciuto molto
Ma ha fatto veramente tutto e lo ha fatto anche quella capacità avvolte di andare controcorrente a modo suo magari senza alzare i toni ma andare controcorrente perché sessanta assunto anche delle responsabilità
Significative non soltanto per la commissione d'inchiesta Nocchi ma anche con il suo sostegno al processo nel mille novecentottantasei per mafia sostenendo il lavoro di Falcone
Gestire la strage di Ustica da ministro della Difesa fu sicuramente un momento complicato e politicamente le vicende legate al partito da uomo di partito tra la fine della democrazia cristiana e l'inizio di un nuovo progetto
E io credo sia inviando di assumersi una grande responsabilità consenso di servizio perché forse in quegli anni
Non era così semplice portare avanti
Anche quelli che erano stati nel bene o nel male
I valori gli ideali della democrazia cristiana probabilmente chi ha vissuto quegli anni si è trovato da un momento all'altro dev'essere tra diciamo il partito che rappresentava il Governo la la classe dirigente quindi di cui tutti in qualche modo andavano orgogliosi ad essere quasi in una condizione di vergognarsi diciamo di aver fatto parte di di quella storia no in un momento sicuramente delicato
In anni complicati gli attacchi in cui forse si faceva fatica veniva raccontato da molti anche a trovare personalità che si esponessero chi si candidasse ero
In una fase di passaggio complicata negli anni di Tangentopoli ecco svolgere quel tipo di incarico che svolge un servizio alla comunità che comunque gli aveva dato molte quindi aveva dato molto negli anni e
Nel nel ricordarlo nel cercare di condividere con voi quello che mi ha colpito di più della sua figura
Io vorrei soffermarmi su un aspetto che è molto personale permette riguarda più forse la sua figura come uomo non solo come politico
Cioè da un lato l'aver sempre cercato di riportare la parte umana del dell'ironia e della pietà al tempo stesso nel l'umanizzare la politica
E sono due valori fondamentali
Nella serietà delle responsabilità che ci assumiamo le nostre impegno politico però riuscirà mantenere Sempre l'idea di un'ironia quindi una grande pietà per l'altro non solo rispetto per le idee altrui l'ascolto ma proprio anche il mito pietà di condivisione di compartecipazione
E poi una un ricordo molto personale
Grazie appunto l'amicizia con Giambattista Groli ha avuto anche la possibilità di avere qualche racconto più più diretto personale del della sua figura della sua vicenda umana
E Mino Martinazzoli diceva di di tenere sempre a mente che la politica è importante
Ma la vita conta più della politica
Questo è l'insegnamento principale perché quello che nel mio piccolo cerco di fare da quando ha iniziato questa esperienza in politica per tutti il Dinoi fa politica a tutti i livelli dal territorio al Parlamento a ruoli di governo sa che la politica una grandissima passione da cui poi non ci si libera per tutta la vita
Ma al tempo stesso a volte rischiamo di esagerare e di pensare quasi che fuori dalla politica non ci possa essere gratificazione soddisfazione e sacrifichiamo spesso tanto volte troppo all'impegno politico
E invece è fondamentale ricordarsi che per quanto si appassionante bello poter far parte di una comunità politica provare a cambiare le cose
Attraverso la politica avere il potere di cambiare le cose la vita fuori conta sempre di più
E sentirlo dire da una persona che ha dedicato tutta la vita all'impegno politico
Con grande fatica a volte con grande responsabilità con spranghe e senso del dovere con grandi soddisfazioni anche riconoscimenti
Ma sapere che è fondamentale ricordarsi la vita fuori secondo me è il più grande insegnamento ed è un insegnamento che secondo me dice molto anche di una profonda Fede
In cui comunque
La ditta vera e le persone contano Sempre e sono stati tra il primo posto rispetto a qualunque altra attività impegno possa prendersi coinvolgesse appassionarci nella vita
Questo spero che sia l'insegnamento che trema mentre noi che facciamo politica in prima persona ma non soltanto noi grazie
Accennava a me viene da posti che ringrazio a quella stagione in cui la politica era una lotta dura una una lotta severa e confinava con con la vita ma anche con la morte e c'è una scena particolarmente drammatica in questo libro
I funerali delle vittime della strage di Piazza della Loggia il ventotto maggio mille novecentosettantaquattro
I fischi durante i funerali al Presidente della Repubblica Giovanni Leone e alla classe dirigente dell'epoca
Il sindaco democristiano il Brescia Boni che non può intervenire e soprattutto nel momento in cui i
C'è una sfilata di bandiere di bandiere anche i giovani democristiani coperti di sputi dalla folla un certo punto arrivati nei pressi della Poliambulanza Enrico Berlinguer mi si avvicinò per dirmi
Perché non chiede a quei ragazzi di lasciar giù le bandiere
Non vedi che sono coperti di spunti
Che era il gesto del capo del Partito comunista quindi un avversario politico che non era il gesto di mettere giù le bandiere Dirty porle ma un gesto di rispetto nei confronti dell'avversario politico
Che in quel momento era in difficoltà
E mi sono chiesto tante volte perché una scena che che viene in mente accanto a tante altre
Cosa è successo negli anni successivi quando il conflitto politico nella società e molto più stemperato lo abbiamo avuto leadership politiche che invece ai sanno
I propri seguaci troppi follow ex la i troppi sostenitori a ai ad avventarsi contro le bandiere degli altri partiti
Laddove invece una caratteristica di quella classe dirigente dei della Prima Repubblica della Repubblica i partiti erano delle leadership che cercavano sempre di moderare e di riportare un senso comune quello che spesso le basi percepivano come diviso
E dove adesso la parola parlando di Brescia a Paolo Corsini che stato senatore del Partito democratico storico ha scritto dato su Martinazzoli ed è stato anche il suo successore come sindaco di Brescia
Sotto
Dice
L'acqua è un problema che con la mascherina mi si attaccano gli occhiali va be'
No io innanzitutto voglio ringraziare Anna Chiaravalle
Che
Riuscita in un'impresa pressoché impossibile
Far scrivere insieme a lei un autobiografia Mino Martinazzoli
Che peraltro riferendosi a questo testo parla di un'iniziativa per molti versi preterintenzionale
Vedo che oggi ci sono giovani leader che scrivono più libri di quanti non ne abbiano letto
Non è certamente il caso di Mino Martinazzoli che aveva una disposizione soprattutto allora riflessività e all'argomentazione peraltro sorretta da un linguaggio che arrivava ad una sorta di autopsie persino di dissezione appunto dalla parola
Peraltro mi permetto di suggerire di leggere questo testo in parallelo con un secondo testo che
Fa riferimento
All'autobiografia di Mino Martinazzoli che è uscito poco tempo fa un paio d'anni fa ma che è rimasto nel cassetto questo per dire la sua riluttanza questa disposizione istintiva al pudore rispetto alla possibilità del racconto disse
Ora io non mi seguirò come dire le tappe della carriera politica di Mino Martinazzoli
Che ho conosciuto da vicino perché sono stato suo predecessore come sindaco il suo successore e nell'intervallo suo dice il sindaco e quindi ho avuto con lui una frequentazione molto diretta ma proporrà una lettura che secondo me poi essere utile Fertile cioè leggere questi due testi in parallelo come una sorta di vademecum pedagogico
Mino Martinazzoli è l'esponente di un sistema di partiti
Da della cosiddetta Prima Repubblica quelle che gli studiosi dicono la Repubblica ortopedica
Esponente di un partito pedagogico rispetto all'affermazione oggi se si guarda in modo disincantato il sistema politico della Repubblica dell'antipolitica ed alla Repubblica appunto dei partiti demagogici
Un dicevo un vademecum e cercherò di proporre una sorta di piccolo dizionario
Delle parole chiave insomma della sua riflessione teorica e delle modalità con le quali lui vive direttamente l'esperienza della politica
La prima parola è appunto il cambiamento
Nonostante tutto si intitola la seconda autobiografia
Perché ammiro dice il cambiamento può essere un'esperienza di liberazione
Ma suscita in me è un atteggiamento guardingo perché tiene sempre dentro delle insidie
è un'immagine che si accompagna a quella
Il capitolo che riguarda il incardinamento impossibile
Copre gli anni dal mille novecentottantasette al mille novecentonovantadue mille novecentonovantaquattro
Quando Minolta per assurgere diciamo così a responsabilità di primo piano
E sente che il suo partito ma complessivamente la politica e nella tempesta
E dice non ci si può illudere
Di vince la tempesta nuotando sopra le onde
Come per dire che è necessario invece un cambiamento che definisco una meta che individua una direzione che si alimenti appunto di un progetto e questo progetto si fonda nella sua visione dalla politica su alcune premesse la prima la prima è a mio avviso la centralità dalla persona
La persona che per lunghi non è i diritti non ha soltanto i diritti ma Rosmini alla mente è il diritto la persona è il diritto quindi questa centralità che rimanda ad una categoria che vi era chiarissima e cioè che nel tempo della posti ideologia di coloro che predicano la posta ideologia e poi praticano ed è rivendicano la politica la concretezza ma la vivono come un affare
Sostiene bisogna sostituire all'ideologia il fondamento dell'etica ed all'antropologia
Del resto i temi della biopolitica
Con Pierluigi abbiamo curato l'edizione delle delle dei discorsi parlamentari di Mino Martinazzoli
Chi avesse tempo pazienza di legge simile profondi rivelerebbe che il tema è la via politica oggi così diciamo così complesso indiscusso è uno dei nuclei fondamentali della sua della della sua riflessione
La vita diceva già prima bene Mariella in
La vita che conta più della politica come a dire che il metro di misura la politica non può essere il metro del successo perché questo viene smentito dalle proprie dure dagli affanni del vivere e del morire
Ancora la libertà
Non c'è dice Mino libertà senza liberazione ma non c'è liberazione senza libertà Britel secondo me Mino Martinazzoli è certamente un cattolico democratico ma è soprattutto un cattolico liberale
Un cattolico liberale che recupera la tradizione del cattolicesimo liberale concilia corista tranci gente
Che recupera il valore il principio che la libertà della Chiesa e nella chiesa ma soprattutto recuperare sistematizzare i valorizza il principio e la pratica della libertà della coscienza che comprende il dubbio
Il testo che scrive nell'occasione sedi conferenze su Nicodemo
Testo straordinario
Perché sposta l'attenzione dal momento nolano ed all'uopo dal nucleo centrale del messaggio che il primato della libertà la coscienza del dubbio perché la ragione dice lui non sa tutto ma non sa nient'altro
C'è dentro tutta la vecchia filosofia dell'Anpi per feticismo di derivazione appunto ancora rossiniana la democrazia
Però poi concludendo rapidamente
Alla presentazione di Mino inattuale perché lui si leggono tutte le antinomie irrisolte della politica contemporanea la democrazia
Che non è aritmetica del contratto ma è sentimento di una obbligazione
Quindi la democrazia come una sorta di vincolo come principio di un legamento
E come partecipazione
Come sentimento interiorizzato della responsabilità che come dice la parola il minore
Le parole di maneggiava diciamo così con assoluta consapevolezza è appunto rispondere la responsabilità e rispondere ad una chiamata
E rispondere diciamo così ad un orizzonte che sostanzialmente che sostanzialmente ci ci trascende
Io ancora altre parole di questo dizionario Martinazzoli gli hanno
Per il limite dalla politica che il direi il contributo fondamentale secondo me alla elaborazione culturale perché credo che negli anni della
Prima della Seconda Repubblica nessuno abbia pensato a fronte criticamente la politica come Mino Martinazzoli il limite della politica che cosa significa ha sostanzialmente prevalenze la politica non è in grado di interpretare e presume disse in modo oltre la costante se pensa di di raccogliere di descrivere la totalità dei valori della coscienza
Ancora
La il secondo valore della del limite dalla politica una sorta di Caserta anti intrusivo
La politica non può esaurire le domande della vita e si guardino bene i partiti dal presumere di poter legiferare su materie rispetto ai quali è bene che faccia un passo indietro
Infine la politica come principio diciamo così di antintrusione
Il limite della politica sta nel fatto che i partiti debbano ritornare al loro posto
Ed è la denuncia del processo di privatizzazione dei partiti
E
Soprattutto
Il riferimento alla democrazia perché c'è vedete bene un un bellissimo dibattito tra Martinazzoli e Bobbio
Bobbio scrive un libro sull'elogio dalla mitezza lo manda Martinazzoli dice onorevole forse avrei costruirono interesserà perché la politica non ha a che fare con la mitezza
E Mino appunto gli risponde discute alla pari insomma un gigante del pensiero egli dice no la politica a che fare con la mitezza perché il principio fondamentale politica come io la penso è che essa è limitazione nei confronti degli abusi del potere dalla volontà di potenza
La politica e e in questo si riconnette la sua interpretazione la democrazia che è contro la tirannide della maggioranza che rispetto del principio appunto della minoranza la laicità
Beh qui si potrebbe tenere un seminario sull'interpretazione che Dino da dalla laicità
Lui che aveva sempre rivendicato la presenza dello stigma cristiano da cattolico liberale
Semplicemente crediamo che i laici non debbano essere necessariamente uomini senza fede
Ma uomini capace di tradurre sul piano morale e civile la risonanza della loro fede così da evocare gli incontri più significativi intorni alle Regioni umane della politica
Agli incontri più significativi intorno alle ragioni ma politica quindi una valenza da un lato anti integralisti Ca'e dall'altro lato anti laicisti Ca'
Infine
Ancora due parole l'uguaglianza
Qui vale diciamo così le il il filosofo morale ma vale anche il giurista
Che osserva come si stia vivendo una stagione nel corso della quale la politicità della giustizia
Espone a rischiosi fraintendimenti
Perché sì mette sullo stesso piano l'uguaglianza della legge e l'uguaglianza della giustizia lui che era attentissimo l'articolo terzo della Costituzione però era consapevole del valore formale dell'uguaglianza delle leggi che rimanda peraltro ad un principio che è stato largamente smentito nella politica italiana e cioè il problema il primato del governo delle leggi sul governo degli uomini
Questo è fondamentale per il mantenimento diciamo così del principio costituzionale e l'ultimo tema prima di avviarmi alla conclusione la speranza cristiana perché minore
Un uomo di ispirazione cristiana anche se dice che la parola cattolico non è una parola della stiva del politico
Però non ha mai dismesso insomma l'autenticazione discende il riconoscimento dalla propria vocazione di questo stigma appunto cristiano
E parla non casualmente di speranza cristiana dall'Accademia della Virtù teologali della speranza
Perché
è critico nei confronti di quelle che sono diciamo così gli abbagli aventi utopici l'utopia in realtà quasi sempre nelle pratiche nella vicenda storica si rovescia nella visto piglia
Anche con ancora qui intorno alla filosofia dell'anti perse antismog del senso della limitazione della condizione umana del riconoscimento dalla nostra finitudine
Ecco a me pare che siano un po'questi insomma i temi sarebbe interessante
Portare la riflessione su una ricognizione dei fondamenti teorici dalla sua elaborazione e in modo particolare Romano Guardini del mille novecentocinquantaquattro
Su il potere e la fine della dell'epoca moderna che il nucleo fondamentale io credo della sua ispirazione teorica
Per concludere Mino Martinazzoli è un uomo assolutamente inattuale
Io attuale ma questa immaturità vale per noi come un paragone come un giudizio come una sanzione
Perché e quali sono le antinomie leggibili insomma nella sua esperienza politica
Le parole d'ordine la sua esperienza politica sono la mediazione
La mediazione perché la politica per definizione composizione e moderazione conciliazione del conflitto degli interessi dei valori delle forze in campo è il centro
Badate bene non date Saint un tedesco secondo il modello tedesco ma il centro che non è un luogo topografico della politica ma è il luogo della coagulazione dell'aggregazione degli umori degli interessi delle propensioni
Non è un luogo topografico e soprattutto questo questo centro e questa moderazione non rimanda anni tra unità a neutralità rispetto lo schieramento delle forze politiche
Anche quando Mino Martinazzoli non accetta l'alleanza con Occhetto quando nasce la gloriosa macchina da guerra in realtà crea un argine un fallo di contenimento alla espansione delle forze berlusconiane
Perché se non avesse fatto questo il grosso del mondo cattolico si sarebbe dislocato con Berlusconi e io che sono un uomo di sinistra rileggendo questa esperienza largamente la rivaluto
Credeva all'onorevole Occhetto secondo la sapienza diciamo così largamente praticata dei comunisti di conquistarsi offrendoci qualche seggio
Ma il problema non è questo il problema e riconoscere l'autenticità dell'ispirazione che ci fa esponenti di un partito di un partito popolare
Ancora il tema della rappresentanza
Mino Martinazzoli chiedeva un sistema organizzato di partiti popolari radicati dentro mondi vitali espressione insomma di tradizioni culturali di esperienze
Che ha in me sono andate neglette perdute se non addirittura dissipati
E quali sono allora le antinomie con questo concludo
Beh Mino Martinazzoli è il politico dell'argomentazione oggi la politica e soprattutto per usare il il il titolo di un mio collega di università è una politica recitativa la politica pubblicitaria
è il politico della rappresentanza
Mino ASS è sempre stato anti bipolarista e teorico di una rappresentanza di tipo proporzionale e scriveva e diceva badate bene che il potere costituito non può diventare potere costituente
Se vogliamo mettere mano alla Costituzione allora si passa attraverso l'elezione su base proporzionale di un'assemblea costituente
Ancora era il politico della mediazione
Oggi è prevalente nel nel campo della politica il meccanismo che tutti riconoscono della disintermediazione
Era il politico che pensava un Progetto oggi la politica e la politica dell'occasioni Isma'della seduzione della predicazione del sogno e dell'istante
Ancora
Era il politico diciamo così che pensava di fondare la politica sulla tradizione storica oggi la politica e preda della dimenticanze dell'amnesia e senza memoria
Nino è il punto di compimento delle tradizioni del cattolicesimo tre così gente e di quello diciamo così di ispirazione sociale cattolicesimo liberale del cattolicesimo democratico
Oggi conosciamo i partiti personali e monocratici minò era per il partito democratico non per il Pdci evidentemente era molto critico anche nei confronti dell'esperienza dell'Ulivo o della Margherita hanno buttato via il bambino con l'acqua sporca
Scrive appunto nelle interviste che rilascia al Corriere
Bene che cosa rimane allora di tutto questo lo ripeto una inattualità che un giudizio un'interrogazione e voglio concludere citando un passo straordinario della introduzione che Mino scrive la pubblicazione dei discorsi parlamentari di Aldo Moro
Quell'Aldo Moro che lo aveva assassinato soprattutto per quanto attiene lezioni di filosofia del diritto del mille novecentoquarantatré Love's laddove aveva teorizzato lo stato del valore umano lo Stato regola della società
Che è esattamente un tema che Mino ripetutamente appunto riprende
Posso dire di lui
Che Mino Martinazzoli ci ha lasciato delle parole nelle quali far riconosciuto il senso di una domanda che continuamente esige di essere pronunciata
Perché è una domanda che trascende la politica e investe pienamente il senso che seguiamo le nostre vite
Grazie fa questo decalogo Martinat Sogliano molto molto appassionato il sindaco di Brescia Emilio Del Bono e pubblico parte in venire non è qui con noi e assente giustificato e lo salutiamo
Quel libretto di Bobbio sulla mitezza sulla più Luini in quel libretto proprio dice la mitezza la più in politica delle virtù quel libretto del mille novecentottanta tre e Corsini Paolo Corsini ha anche parlato della rappresentanza e della rappresentazione che è una parola che appartiene più allo spettacolo che la politica poi è diventata anche una parola della politica
E nel mille novecentottantasette quando finisce la legislatura in uno dei suoi interventi più famosi Martinazzoli nel libro ordini Anna Chiara dice che fu furono scritte delle tesi di laurea e fu tradotto perfino in inglese in quel discorso
Che si conclude con la richiesta sbalorditiva alla Democrazia Cristiana di astenersi su un governo monocolore democristiano nel governo presieduto da Amintore Fanfani sono costretto a chiedere deputati DC di astenersi sulla fiducia al governo
Prima però dice e non ci faremo imprigionare da una scissione se la commedia già al mediocre e diventata intollerabile e rischiosa conviene calare il sipario quello che si poteva avvertire ma forse lui avvertiva è che il sipario stava per calare non solo su quello a legislatura non solo su quella formula politica ma su tutta quella stagione politica perché poi possiamo leggere la legislatura successiva
Come un lungo avvicinamento alla crisi finale della repubblica dei partiti come la chiamava Scoppola
E soprattutto quello che non si era capito ma Luigi Grillo che con queste parole invece l'avesse intuito che ci stava per alzare il sipario su un'altra stagione politica una stagione in cui la politica e il potere avrebbero confinato strettamente con lo spettacolo
Che ha le sue regole che non conosce fragilità laddove invece la politica di Martinazzoli era anche una critica del potere
è un percorso sulle fragilità del potere è così do la parola a Marco Follini
Ma dunque a proposito di parole io ho conosciuto Martinazzoli nel settantasette settantotto lui era presidente dalla Commissione inquirente era un parlamentare che cominciata a far parlare di sé
Era seguito da molti di voi con suggestione io ero segretario dei giovani democristiani e lo incontrai in una piazzetta in centro
Ero accompagnato dal segretario dei giovani di Brescia
Che glielo presentò lui andava la stazione a prendere uno dei suoi amati vagoni letto per tornare a casa
E allora mi offrì di accompagnarlo in macchina
E lungo il tragitto perché non era troppo lungo ma neppure brevissimo per andare alla stazione
Ho registrato il numero di parole pronunciate
Numero di parole pronunciato da me zero però io ero timido e alle prime armi non sapevo come districarmi
Numero di parole pronunciate da Mino zero
Non si spiegano le parole di Martinazzoli se si prescinde dai suoi silenzi
Poiché nulla nel suo vocabolario era mai detto a caso
Ogni argomentazione era rifinita negli accenti e nelle virgole nei dettagli con una proprietà di linguaggio lo ricordava prima anche Paolo Corsini molto particolare
E appunto perché dava un gran valore alle parole era attento a non sprecarla e a non dissi parla in occasioni nelle nelle quali forse non ne valeva la pena
Un altro giorno
I giornalisti lo ha tornavano erano passati un bel po'di anni
E gli chiesero un commento su una dichiarazione di Buttiglione
E Martinazzoli ci pensa un po'e poi disse
Per quanto ci pensi non mi viene in mente niente se non gli veniva in mente niente non parlava e non diceva
In questo libro credo sia merito di Anna Chiara
Non è omissivo non è reticente
Si rivela fino in fondo per come poi abbiamo imparato a conoscerlo e la prima edizione di questo libro recava un titolo diverso che era uno strano democristiano
E io mi sono sempre chiesto se era strano Martinazzoli nella DC
O se furono strani gli ultimi democristiani che lo scelsero come il loro capo tra virgolette
Perché
Si stava giocando il tempo supplementare di quella esperienza ma il risultato era in qualche modo già deciso
E perché dentro quella DC
Tra le tante divisioni che vengono sempre raccontate sotto forma di correnti di leader di Progetti in realtà c'erano fondamentalmente due stati d'animo
Si opponevano Ealing custodi della precarietà democristiana
E i padroni dell'eternità democristiana
E questi due stati d'animo hanno dato vita a un conflitto che probabilmente ha lacerato quel mondo in maniera pressoché irrimediabile
E la curiosità di quel passaggio
E che venne affidato al più emblematico dei custodi della precarietà democristiana il compito di assicurare l'eternità del partito è una contraddizione in termini non poteva riuscire e Martinazzoli in qualche modo anche in questo libro rivendica il fatto che
Tra sé e il resto del suo partito
Ci fosse un piccolo divario che lui non aveva intenzione di colmare più di tanto anzi lui rivendicava dice non rappresentavo la continuità di una fisionomia democristiana che è un modo elegante di giudicare
Non proprio amichevolmente ai suoi colleghi tuttavia penso che chi è stato democristiano magari ancora lo è
Debba gratitudine a Martinazzoli per aver attraversato quel passaggio con una straordinaria
Dignità e profondità politica
E però contemporaneamente credo che tutti noi dovremmo a Martinazzoli uno sforzo di interpretazione che prescinde da quelle vicende perché Martinazzoli
Non parlava solo ai democristiani
Né quelli di allora né quelli di oggi il suo discorso aveva un respiro molto più ampio
E di cose ne ha insegnato e un'infinità alcune sono state dette anche prima
E io non voglio insistere troppo ce ne sono due però che restano impresse
La prima è che per Martinazzoli il valore della politica non sta nella celebrazione del suo trionfo
Il valore della politica stanno e l'attraversamento della difficoltà e per Martinazzoli in modo niente affatto autobiografico esiste una nobiltà delle sconfitte
Che la politica deve saper riconoscere illuminare
E da cui si traggono una discreta quantità di insegnamenti che nei tempi più recenti non vengono altrettanto considerate ma fanno parte inesorabilmente del suo lascito Martinazzoli non era un uomo come dire che cavalcava l'onda era un uomo che si trovava sempre
Dentro l'onda e qualche volta sotto l'ombra illo rivendicarla
E l'altra caratteristica è va detto prima Maria Elena Boschi in quella frase che ricorre tante volte che tante volte ci siamo detti
La vita è più importante della politica
La politica sta dentro la vita ma non la sovrasta
E frase che intendiamoci il più accanito di minori
Il più malato di politica quello che ha più bisogno di essere sempre sul proscenio
Di tanto in tanto racconta se stesso è una frase che credo d'aver sentito dire più o meno da tutti anche quelli che hanno uno stato d'animo meno distaccato di quello che riconosciamo a Mino
Però per lui era la condizione per affrontare la battaglia politica
Era un assillo quotidiano un argomento che Luís quotidianamente recitava a se stesso e ed era come dire conficcato più in profondità
Nella sua biografia nelle sue abitudini nel suo modo di vita
Nel suo modo anche probabilmente di pensare se stesso
E quindi non era una frase di circostanza si sentiva che dentro quella frase c'era tanta parte di Luigi Marco Damilano citava prima quel famoso congresso in cui Martinazzoli fu sommerso dagli applausi venti minuti ma erano le due opposte tifoserie che si misuravano anche in modo un po'muscolare per cercare di capire chi avrebbe più applaudito
E quello che colpisce però di quelle immagini
Invito a rivederle
è un po'la sigaretta ascesa per tenersi a distanza cioè Martinazzoli non si bea degli applausi
Non pensa che quegli applausi siano la soluzione
Di un'equazione politica che quel congresso era chiamato a risolvere quegli applausi
Lì vive
Col sentimento nobile di una persona che sa che fuori da quel congresso fuori da quell'ambiente fuori da quel tifo c'è altro
E lui
Quell'altro lo cerca
L'ha trovato
Non lo so
C'è un autore che Martinazzoli amava molto che la borghesia
Che dice alla fine della vita
Il sentimento che è più forte in mente è quello della perplessità ecco io credo che noi dobbiamo immaginare Martinazzoli
Come un grande nobile Hidalgo perplesso grazie
Grazie ma come questo quegli applausi erano probabilmente un problema non era era un problema politico anche dentro quel congresso ma erano un problema più generale tant'è vero quello come dire come dicevo prima qualche l'ultimo congresso della democrazia cristiana e voglio anche dire questo libro c'è il Mino Martinazzoli uomo di governo ministro della giustizia da ha fatto costruire Laura del maxiprocesso
Rispetto alla prima edizione che ricordava Follini Rossano dove si annuncia un apparato fotografico molto bello e molto interessante
E questa foto di Martinazzoli ministro della Giustizia accanto a Giovanni Falcone che ci porta in una stagione in cui
Cui c'era già una contrapposizione con la magistratura ma c'era anche la possibilità di una collaborazione tra politico di governo è dei magistrati che per la prima volta portavano alla sbarra i capi della mafia
Così come sul Martinazzoli ministro della Difesa insistono
Preoccupazioni anche perplessità non banali su temi anche che potevano sembrare laterali come tutta la regolamentazione dell'obiezione di coscienza e e della leva obbligatoria del servizio militare che Martinazzoli sosteneva temendo che senza di questa sarebbe venuto meno anche il servizio civile e comunque la formula di impegno dei giovani nei confronti dello Stato e poi c'è il Martinazzoli parlamentare siamo qui
Nell'auletta dei gruppi parlamentari nel dare la parola Agazio Loiero che è stato parlamentare insieme a Martinazzoli il suo amico personale leggo una sua battuta
Rivolta dal presidente della Camera Nilde Iotti quando furono installati sui banchi dei deputati i primi telefoni
E lui dice vede presidente i segni della nostra decadenza una volta telefonava telefonavano da fuori per sapere cosa succedeva dentro adesso telefoniamo da dentro per sapere cosa succede fuori
Oggi che siamo in epoca di digitale sono già abbozzate pure tutto il resto questa che sembra una battuta di ironia che ricordava prima Maria Elena
In realtà era un modo di segnalare un problema il Parlamento che rappresentava sempre di meno che contava sempre di meno che era sempre più impreca allievo arrivavano da fuori tutte positive e non tutte controllabili Agazio Loiero grazie
Gli annunci selezione
Sì
Dunque devo fare team di tutti i continenti o c'è una voce molto bassa perdonatemi
A ad Anna Chiara perché l'ha detto sia Marco Damilano ma anche altri beh è riuscito a fra di uscita fare un'intervista che era inimmaginabile secondo me l'avesse detto non ci avrei creduto
Perché lui era schivo
Non si faceva un volo care come sanno tutti qua dentro in questa sala
Era ogni quindi esserci riuscito è stata una cosa di grandissima qualità
Devo dire che
Era quando lui si insedia a Piazza del Gesù siamo nell'ottobre del novantadue
E c'è già una televisione commerciale che
Che come dice lui faceva i dibattiti su nulla e lui si rifiutava sistematicamente di andarci
E non c'erano ancora i sociale
Che sono un mondo maggioritario del parallelo chissà se l'avesse visti almeno in questa dimensione io non parlerò dell'esperienza di governo aggiungo a quello che dice Marco che lui
Parlando della sua attività come il ministro della giustizia
Pur avendo fatto era così importanti
Penso per esempio al Codice di procedura penale che fu approvata fino a lui se ne andò dal ministro alla Giustizia lui diceva che
Con la sua auto ironia che aveva fatto una così importante cioè c'erano si usavano al Ministero delle buste grandi confronti Cobolli grandi che costavano molto comprò le buste il piccone
Ora identifico di immaginazione dunque lui Piazza del Gesù come dice anche alla base c'è arrivato per disperazione perché noi dobbiamo dirci la verità c'è arrivato per disperazione
Dopo la morte di Moro siamo nel settantotto non c'era un un democristiano che non dicesse che il successore naturale dovessero essere Martinazzoli
Il segretario ideare dopo Moro
Eppure
Il diciamo
Possiamo dirlo con sincerità e passato tanti anni dalla sua morte l'oligarchia che reggeva il politica lo teneva in una riserva dorata Martinazzoli per un futuro
Che verrà prima o poi e ma perché non lo è diventato prima cioè diventato in quel momento drammatico
Perché la sua cultura la sua diversità gli faceva ombra
E lei quando parlava e tutti sappiamo che riusciva a dischiudere
Spazi di Incantesimo era un unico in questo diciamo questo dobbiamo dirlo e naturalmente questo suscitava gelosie
Anche tra persone corrette
Esiste un sentimento così abietto
Non bisogna stupirsi in un partito poi come la DC condannato a governare
Beh il potere la faceva da padrone e ai e rappresentava una afrodisiaco irresistibile a qui nessuno finiva per
Per rinunciare
Non esisteva nessuno Mino sotto questo aspetto faceva paura
L'ha detto non non so chi prima di me che lo ha definito crepuscolare Castagnetti dice un esteta
Fra tutti invidia tutte Fidia
In politica spesso allignano questi sentimenti meno non se ne faceva un cruccio tenuti non se ne faceva un cruccio io credo di averlo conosciuto bene come tantissimi tricolori
Ce n'è una che avanza una ragione Lori tra i suoi autori preferiti c'era a Roma Aronne nelle sue memorie ti dice che per pensare una politica bisogna essere più nazionali possibile ma per fare la la politica bisogna tener conto dei sentimenti degli uomini
E dei risentimenti degli uomini
Mino queste cose lei sapeva
E quindi se ne faceva lunghe una ragione
Come ho detto a Piazza del Gesù arrivò tardi arrivò nell'ottobre del novantadue in piena Tangentopoli
E lo si trova subito si trovò subito in un conflitto drammatico il conflitto tra l'uomo delle garanzie e lui era un avvocato
Aveva studiato e approfondito Cesare Beccaria laddove
Afferma che del reo
Non può essere una persona
Già condannata mai lo zero è anche un pretesto per arrivare alla verità
Lui era stato in Senato dove ci sono stati sempre grandi giuristi
Accanto a Marcello Gallo a Bettiol
A Carraro
E quindi c'era un conflitto drammatico che Luigi c'era l'uomo delle garanzie che aveva una cultura profonda delle garanzie e quelli camme quelli quand'è che fuoriusciva
Dalle inchieste
Picchi non dava i giornali
Inchieste anche questo a distanza di tempo possiamo dirle condotto del Colle in manette sul tavolo
In cui si spingeva ad abitazione come elemento per essere il Libano e non andare in carcere
Dunque a uno sconfinamento dell'arbitrio
Di non poco conto
In questo clima
Mino le proprio tutte
A zero la classe dirigente
Cambiò il nome al partito
Per riportarlo per richiamarlo Pippi e riportarla alla purezza delle origini
Alcuni lo seguirono con entusiasmo tanti giovani ma il corpaccione del partito non ho seguito l'immagine accanto alla riva del fiume per vedere come andava a finire era sempre andata definire che poi tutto alla vecchia dirigenza si impossessa asse di nuovo del potere
Anche il cambio del nome se posso dirlo fu una cosa un po'dubbio perché stiamoci attenti
Qualcuno glielo diceva che il cambio del nome e significa perdere quattro cinque punti e perché c'era tutto un mondo un paese come l'Italia
Che si era sviluppato
In cui le famiglie erano progredite
E tutto sotto leggi dal sotto quello scudo crociato che evocava
La foto di De Gasperi di Moro
Ma lui in questo fu fermo
La verità che la DC aveva fatto aveva svolto la sua funzione storica Berlinguer disse del suo partito ora che la spunti la la spinta propulsiva
Non c'era più ecco non c'era più neanche per noi gli voglio dire solo due parole ancora e sull'uomo
E sull'uomo politico
La Valle lo descrive dieci che è riuscito a gestire in tutto il suo fulgore carismatico era un uomo colto come tutti sanno
Ma anche generoso io lo dico dal mio punto di vista personale ma in certi casi è stato il di straordinaria generosità
Lui leggeva molto ma non reggeva
Leggeva alcuni autori
Tolstoj a Rondi Cevo Balzac
Non sempre e non necessariamente politici
Ma soprattutto leggeva polizia
Mi riservo Saba Montale e io sono convinto che la ricerca accurata delle parole
Provengono proprio da questa apertura da lì
Per un poeta la scelta della parole tutto
Come si scrive per lunghi era importante quanto quel che si scrive
Manzoni era il suo
Mi aspettavo che la distinzione Paolo ma mantenere il suo riferimento costante
Perché bene era un lombardo era un cattolico dello scrittore sommo
Avesse fatto i panni in Arno prima di scrivere i Promessi Sposi aveva una chiarezza espositiva che è stato poi un modello per tanti studenti per tanti lettori Mino lo difendeva
E lo esaltava su tutto anche quando il poeta ora diciamo la verità
Manzoni Manzoni
Ha come priorità non è a livello di contemporanei libagioni pensando a partire del mille settecentonovantotto pensata Foscolo che ebbe del settanta del mille settecentosettantotto
Ora ma le riferì di toccarli anche il poeta anche il cinque maggio che io non sono un critico letterario manda queste modesta quella
Subito difendeva a spada tratta
Naturalmente aveva un solido impianto ideologico o meno aveva una sensibilità sopraffina
Ed era di un sillogismo disarmante
Non avveniva mai tiene un discorso politicamente complessa
Dove bene e male ragioni e torti si fronteggiano lui non riuscissi e poi a trovare una soluzione convincente aveva sì vicino a pagamento del cattolico lo diceva Marco Damilano
Quello che trova negli spazi della coscienza nel suo giudice supremo
Era dichiara che assomigliava Zaccagnini
Io ho sempre pensato che somigliava molto corrotti
Che richiamava Moro in tutto
Quel muro che lui aveva
Ammirato apprezzato leggendo gli atti della Costituente
Il giovane Moro
Il ventinovenne
Sì fumo fronteggia personaggi come Togliatti come vengono come Costantino Mortati
Amava soprattutto il monogramma maturità e dalla complessità
Lo richiamava anche in atteggiamenti
Diciamo così esteriori quel pugno chiuso
Oltre fotografia lo ritraggono così che comprimeva allo zigomo
Quei sospiri lo diceva Marco Damilano quei lunghi profili sospiro utopici
Il
Un rifiutato
Lo gli assomigliava anche nel vissuto dell'aereo
Che lui amava prendere quel vagone letto fu forse l'unica operazione che fece quello di avere un giretto per Brescia
Potersi addormentare a termini e svegliarsi mentre vedeva gli organi che sfidavano dal finestrino accreditava l'idea che era arrivato
E certo era definito il poeta della politica era infatti un parlatore delizioso
Se glielo ricordo da Castagnetti ad altri
Che quando lui prendeva inaugura la parola
Ma c'è in aula c'è sempre un brusio che non cessa mai perché ci sono seicentotrenta deputati e ci sono cinquanta persone tra dirigenti e commessi
Quindi il dossier c'è sempre quando prendeva la parola Luigi commessi abbassato il volume si azzerava il volume
E
Stavano zitti tutti anche gli avversari soprattutto gli avversari che lo potevano sentire meno frequentemente
Sotto quel lucernario le sue parole sentiamo robotizzate decise manchi convincenti
è un silenzio delizioso accompagnava il suo discorso
Quello che si coglie l'aveva ormai solo nelle chiese di campagna o anche a teatro dove l'applauso del tributo dell'ultima scena ma l'apprezzamento dello spettacolo e scandito dal rigore del silenzio
L'ultimo ricordo poi vado velocemente alla fine riuscì a convincere lui Zavoli lui era stato appena eletto avvenire a fare un incontro incontro liberano intimato di Potenza
Facemmo questo viaggio trovando un teatro gremito non bocciare coi si mettono a dialogare parlano due ore
Le persone li ascolteremo un sì anche anche le zavorre avrebbe Fassino straordinario delle parole
Più persone sono stati all'improvviso in silenzio e lo sono rimasto per due ore
Poi un delirio di applausi
Chiudo con una considerazione Martinazzoli erano lombardo lo ricordava delle
Nel suo libro nonno lumbard chi all'epoca nel novantadue dava morta anche in Lombardia
Per un lombardo vero aveva coscienza di appartenere a una regione
Che aveva dato molto al risarcimento volta all'Unità d'Italia
Che anche alla democrazia la Repubblica
La Regione dalle mille
Aziende competitive in Europa dalle tante associazioni solidaristiche
Che non mettevano mai da partiti restava indietro
La Regione dove se posso fare un riferimento alla mia terra quindi un poco autobiografico dico la regione dove o nel nel dopoguerra un esercito di contadini meridionali
A questo esercito regionale offerto lavoro un tetto e futuro
Dunque Martinazzoli
Erano lombarda dunque in Italia
Diceva adesso grazie Loiero che Moro era il suo punto di riferimento nel libro però e forse Martinazzoli lo racconta qui per la prima volta c'è uno scontro durissimo Gomorra al momento delicato la Rocchi della quando Martinazzoli presidente la commissione inquirente durante una riunione dei capi democristiani
C'è una contabilità dei socialisti a votare a favore i cui di Tanassi Moro dà incarico a galloni di parlare con i socialisti Martinazzoli
Interrompe dice dopo aver parlato con Craxi parli anche con me perché il più non voterò per Tanassi e dice Pirandello chiaramente mi si è rotta mi si è strappata la marsina
Cioè su un gesto di dissenso e di contrarietà di opposizione di Martinazzoli verso Aldo Moro poi lo ripagò
Con un pungente riferimento inaugura nel discorso famosa in cui Moro visse da vicino si lascerà processare nelle piazze un un riferimento che sembra un complimento è invece assai grava una bacchettata lo dico perché in conclusione di questo pomeriggio abbiamo detto molte cose dobbiamo dire Martinazzoli era humus politico era dentro la battaglia politica conosceva di la durezza della battaglia politica delle logiche dei rapporti di forza del risorgive del potere e la vissuto offerto da impolitico uno anche riconoscendone la dimensione e non sfuggendo cioè non facendo nuovi che fu girandosi in una dimensione di testimonianza
Nel libro Martinazzoli cita Paul Valéry scrittore poeta filosofo e quella frase per cui
Mentre in quello che è utile per uomini riguarda la profondità e la lentezza con la politica si gioca sulla terra superficie e sulla dell'uscita e aggiunge Martinazzoli
Non si poteva prevedere un riscontro così clamoroso di questa affermazione
Ai nostri giorni in questo era un un leader politico un leader politico che tentava di tenere insieme queste due dimensioni la dimensione della superficie della velocità a cui fu chiamato soprattutto nell'ultima fase quella che alcuni dirigeva ed era segretario della DC nella parte finale
E la dimensione della profondità della lentezza che fanno di un leader politico carismatico e il carisma spesso può essere un artificio può essere una costruzione
Può essere una uno spettacolo può essere una finzione fanno di questo anche un leader carismatico nel fango anche un leader empatico cioè capace di entrare in profondità e intensa
Nel corpo di un di un partito o anche nel corpo più ampio della società civile e do la parola al Pier Luigi Castagnetti presidente dell'Associazione i Popolari perché è stato il capo della segreteria della democrazia cristiana dei popolari durante la segreteria di Mino Martinazzoli quindi di certo la persona più vicina
Ringrazio beh
Ringrazio tutti ma insomma ringrazio in particolare
Marco Damilano per questo intervento perché non ci siamo accordati ma io volevo appunto parlare un po'del Martinazzoli
Più politico insomma
Ma intanto parto però doverosamente con
Un apprezzamento un ringraziamento a danno a Chiaravalle per le cose che sono già state dette perché riuscita
A
Prima che ci lasciasse purtroppo
A a raccogliere
Una testimonianza preziosissima da parte di Mino Martinazzoli
Credo che per quello che l'ho conosciuto abbia
Abbia faticato molto perché sappiamo tutti come fosse reticente a parlare disse
Ma la ringrazio anche perché nella introduzione a questa nuova edizione a giunto
Degli anelli tutti del
Forse partire spunti e non so nella prima edizione sta di fatto comunque
A aggiunto degli elementi che si aiutano anche a capire ancora meglio
Martinazzoli e lo ringrazio la ringrazio perché essendo riuscita a scrivere il pensiero di Martinazzoli con un linguaggio un lessico che insomma lo avvicinava non poteva per forza perché
In questa sala ci sono delle persone che sanno quanto lui fosse esigente
Nel difende il suo lessico insomma no anche persone che stimava moltissimo
Per come scrivevano eccetera ma insomma
Se è riuscito in un'impresa veramente molto difficile
Allora e del libero io apprezzo però l'apprezzamento va a Mino Martinazzoli
Anche i silenzi nel senso che Martinazzoli anche nell'occasione che avrebbe avuto
Perché lui presentino insomma no anche la fine della sua vita
Nell'occasione che avrebbe avuto per menzionare episodi
Che hanno accompagnato soprattutto la sua esperienza di segretario politico
Si è astenuto dal farlo
E dunque
Qualche volta mi sono interrogato
Essendo anch'io a conoscenza di qualcuno di questi episodi mi sono interrogato che fare ma evidente che se
Ha fatto silenzio Rutallo silenzio anche io
Ciò detto io vorrei sottolineare questo fatto
Martinazzoli sapeva di parlare un linguaggio non consueto
Sapeva di avere una formazione di coltivare degli interessi letterari non consueti in politica
Amava i poeti come appena detto Agazzi leggeva studiava i poeti
Però se c'erano
Degli apprezzamenti che Luís soffriva moltissimo e si conteneva nel manifestare la sofferenza vera
Erano quelli relativi alla presunta in politica città
E di fronte a questa accusa rispondeva citando Alessandro Manzoni ma al luglio rifiutava l'idea che dietro quelle Sicco ci fosse l'impolitico città
E l'altra cosa che ha sofferto moltissimo lo so perché ne abbiamo parlato più volte l'accusa
Di essere stato lui a liquidare la Democrazia Cristiana
Su questo per dignità per come era fatto per perché per la sua personalità
Non si non concedeva nessuna replica su questo punto
Semmai un'affermazione icastica delle tante che faceva
Dicono che lo lo finita io l'hanno finita loro sono stati loro a chiudere la democrazia cristiana in quel loro c'era scritto
Sì ma il giudizio su chi lo accusava di queste
Allora
Io vorrei dire una cosa che
E compatibile con il silenzio di Martinazzoli su alcuni passaggi politiche politici
In tutta l'esperienza di guida di Martinazzoli del partito dalla Democrazia cristiana e di costruzione del Partito popolare
Ci fu sicuramente un certo iato
Fra la percezione drammatica che Mino aveva
E anche altri capi della DC onestamente macché Mino sicuramente aveva
Della fine di una fase politica
E ciò che lui
Era in grado di potere fare
Giustamente
In quel giudizio contenuto nell'intervista di Napolitano il Corriere della Sera che voi avete riportato Marra
Quarta di copertina si dice che la fine della DC in effetti era la fine di una fase politica di una stagione politica
Che era durata quarantacinque anni c'era una coincidenza temporale che legava moltissimo
Il destino della DC con il destino del Paese della democrazia del Paese
Di questo lui aveva piena consapevolezza prima ancora che esplodesse Tangentopoli se voi andate a leggere o a riascoltare perché sei tu c'è il testo detto insomma no
Il discorso dell'ottantanove al congresso più volte citato anche oggi
Lì si era tutta la consapevolezza che era finita una fase politica
E che dunque la democrazia cristiana avrebbe dovuto assumere la sfida di una invenzione lui usava l'espressione di un ricomincia mento perché è una fase storica si era conclusa
Che in una qualche misura pressing deve trascende Eva anche le colpe dei partiti
L'idea che il Concilio non avesse avuto ancora una traduzione politica concreta nel partito nell'impegno politico dei cattolici essendo finita la stagione della cristianità
L'idea che con i due referendum
L'idea era stata riassunte in termini assolutamente precisi nel consiglio nazionale della Democrazia Cristiana del luglio del mille novecentosettantaquattro da Aldo Moro quando diceva
è cambiata la storia con questo referendum cari amici
Questo referendum ci dice che il
Il popolo Italia quella parte del popolo italiano che ha accettato fino a per lunghi decenni di sacrificare i diritti soggettivi e personali
Per per seguire un presunto diritto d'interesse generale
è finita nel senso che con l'esito del referendum sul divorzio abbiamo capito che gli italiani non accettano più
E allora bisogna in una qualche misura
Indennità massimo una modalità nuova diversa
Moro dirà essere alternativi a noi stessi la DC se non c'è la possibilità di creare un'alternanza trovi il modo di essere alternativa che vuole dire inventarsi una modalità nuova
Tutte queste considerazioni in meno erano presenti Issime
Epilogo
Sapeva che
La sfida era veramente
Troppo grande
Era grande troppo grande
Soprattutto
Senza la presenza dei giganti che sono stati suoi riferimenti noi ricordiamo Momo Moro ma Moro lo scopre dopo la Lockheed loco la curiosità su il personaggio di Moro
Lassini Luigi dopo quel discorso
Teniamo presente che lui era un basista e i basisti era anche vicini a Fanfani che a Moro
E Moro viene scoperto dopo
E non si è mai sottolineato abbastanza l'influenza che ha avuto giustamente diciamo cattolicoliberale De Gasperi
Sicuramente non Dossetti ma De Gasperi erano un punto di riferimento
Anche se lui non lo cita perché a un certo momento preso dalla scoperta perché lui parlo di scoperta
Di Aldo Moro senza questi giganti raccogliere questa sfida era difficile
E la difficile soprattutto per una persona che
Era costretto a una solitudine dunque Martinazzoli era un solitario per indole
Aveva amici ma lavorava da solo
Pensava da solo
Organizzava i suoi interventi da solo
E non solitario la solitudine la subiva e la cerca
Spesso c'era anche una sua insopportazione per la mediocrità
Diciamo così
Possiamo dirlo insomma no che aveva caratteristiche personali cartoon carattere personale
E
Soprattutto appunto dicevo
Questa sua condizione di uomo solitario capiva Martinazzoli che non gli consentiva di riuscire nell'impresa da solo
Soprattutto perché il partito era un partito impoverito da usurato da lunghi anni di potere
Era un partito importo impaurito dalla ostilità crescente contro la politica e dunque controllasse rappresentato dalla Democrazia cristiana
E soprattutto ecco la cosa che voglio dire sentiva il peso
Dell'attrito
E in alcuni casi dell'ostruzionismo
Di una parte importante del gruppo dirigente della Democrazia Cristiana che pure gli aveva chiesto di fare il miracolo
Sentiva fino in fondo ogni giorno e soffriva questo ostruzionismo
Che non era mai manifesto per ragioni
Varie perché siamo nel mezzo di Tangentopoli e dunque conveniva non esporsi però ogni volta che c'erano delle scelte soprattutto in periferia si capiva il peso della Resistenza
Di un partito che non era disponibile a marciare
E dunque
Martinazzoli
E la consapevolezza che a lui era richiesto un miracolo e per fare questo miracolo bisognava veramente rompere
Con
Un partito che era andato logorando sì ma in modo molto più netto
E nello stesso tempo capiva che c'erano tutti questi ostacoli
Che era difficile vincere
E dunque io credo che Martinazzoli
A Martinazzoli sarà riconosciuto il merito
Di avere fatto ridere il più a lungo possibile questa tradizione politica democratico cristiano
Fatta vivere il più a lungo possibile
Ma di non essere riuscito lo diceva anche lui privato sicuramente
A realizzare quella discontinuità
Che peraltro riteneva inevitabile se si voleva ridare ancora una prospettiva alla democrazia cristiana
E questo tentativo di come dire di rinnovare la vicina senza rinnegato da come diceva
Senza a fare scelte troppo dolorose troppo difficile troppo di rottura
Ce ne fu solo una la non ricandidatura di De Mita che gli costò moltissimo sul piano personale perché erano veramente amici di costo moltissimo ma fu la sola scelta
Veramente che fu costretto a fare le altre ha cercato di evitarle per tante ragioni
E però tutto quello che era possibile fare per rinnovare questo partito
Per rinnovare la sua immagine per rinnovare la sua credibilità per rinnovare la sua autorevolezza lui l'ha messo in campo
L'ha fatto
L'ha fatto nel modo che abbiamo visto tutti cercando di recuperare dal passato ciò che era possibile recuperare
Era ora Sturzo la scelta del nome del Partito popolare che per la verità venne fatta venne indicata da Gabriele De Rosa che in un qualche modo era il custode del nome e del simbolo e non a caso prima dell'organo ufficiale del partito che decretò questa scelta ci fu questa opinione solenne all'Istituto Sturzo in un qualche modo per benedire una scelta che era una scelta molto ardita
Via ritornare scavalcando la scelta che rende esattamente quarant'anni prima aveva fatto De Gasperi non gli sfuggiva il
Il dato che De Gasperi scelse di fare un partito nuovo perché il Partito Popolare era un partito più di testimonianza che di governo mai in quel momento era necessario tornare alle radici e quindi fece questa scienza
I
Sì potrei continuare ancora
Ma
Chiudo perché non voglio sa di orari lunghezza
Ma ogni volta che interveniva
Per cercare di migliorare l'immagine di migliorare il discorso di migliorare
Del partito non disse del partito
Mettere in gioco tutta la sua persona
E noto che Martinazzoli preparava i discorsi a braccio
Non è necessario precisarlo perché era discorsi così perfetti che non potevano non essere preparati ed era un atto di rispetto anche per chi li ascoltava e più chi lo doveva seguire
Ma Martinazzoli anche nel fare questo
Ha sempre in un qualche modo nascosto alla sua persona
E la sua sofferenza
Gli unici momenti di par Resia diciamo così del suo stato d'animo
Vi troviamo in questa attitudine di Martinazzoli di parlare di sé parlando degli altri
E in particolare vi sono vari discorsi in cui parla di modo sicuramente la introduzione ai suoi discorsi parlamentari in cui parla di Moro
Ma sembra il Caravaggio che nell'angolo
Del quadro dipinge se stesso insomma no parla di norma parla visse
A partire da
Dallo stato d'animo con cui Moro venne incaricato di fare il segretario della DC nel mille centocinquantanove che lui paragona ovviamente anche senza dirlo
Al suo stato d'animo del mille novecentonovantadue
E vi è un altro discorso che mi riferisco mi rivolgo in particolare agli istinti negli scritti dagli studiosi che ora agli storici e ai i biografi a partire da Annachiara Valle
Che il discorso ai giovani della DC di lecco del mille novecento
Mi pare nel due mila sei
Nel due mila e sei
Che è un discorso di commemorazione di Zaccagnini
Qualcuno ha detto assomigliava forse fisicamente un po'assomigliava Zaccagnini qualcuno evocava la canzone di Paolo Conte con quella faccia un po'così
Sì compiaceva anche di dire che per strada qualche volta veniva scambiato per Zaccagnini ma non è questo era molto diverso come personalità è fuori discussione
E però quando in quel discorso in particolare evoca la Cristina Campo di cui aveva letto tutto gli imperdonabili che aveva esaminato fino in fondo gli imperdonabili sono quelle persone
Predestinate
Ad una responsabilità di cui non hanno neppure consapevolezza e in questo senso c'è un paragone fortissimo nei confronti di
Con tra tra Martinazzoli e Zaccagnini e la figura di Zaccagnini
La predestinazione è una responsabilità che non si voleva
Macché non si poteva sarebbe stati imperdonabile a rifiutare quella responsabilità
E quindi lui ha sempre avuto questo senso della responsabilità e del dovere nei confronti del partito a cui
Era legatissimo della squadra di amici con cui era cresciuto nel partito
Anche se
La devono in una qualche misura
Non dico offeso mai sono amareggiato in quel nel famoso discorso al Congresso l'ottantanove perché
E vissero immediatamente avesse avessero immediatamente
Un muro rispetto alla possibilità che zac perché Martinazzoli diventasse una
Quando ha visto che il partito era in difficoltà non è stato lui a sindacare il tasso di sincerità di chi gli chiedeva
Di assumere questo impegno
Ma certo
Tu sapendo che non sarebbe stato in grado di realizzare esattamente tutto quello che avrebbe voluto
Che io non cambiamento molto più radicale un ricomincia amento
E allora cerca di perseguire questo discorso utilizzandolo suo il suo strumento preferito che era quello della parola come sappiamo e cominciò a lavorare attorno ai temi della mitezza ai temi della gentilezza i temi della subordinazione della politica rispetto al primato della vita e al temi anch'del limite
A cui dedicò una pubblicazione e su cui scrisse anche in altre pubblicazioni
Il valore del limite in politica l'idea l'ambizione di rappresentare un'idea di politica
Che fosse così diversa rispetto a quella corrente
Da porterei bloccare una sua riabilitazione
Sapeva che era
Un'impresa difficilissima ma lui lo fece in questo spirito e con questo spirito
Lo fece quando evocò ai giovani in quel discorso di cui ho appena parlato il discorso di togliere di di De Gasperi ai gruppi parlamentari quando disse
E lui ripetete promettete sempre meno di quello che potete mantenere predicati e di meno e ascoltati di più fate in modo che la vostra vita privata corrisponda alla vostre parole pubbliche
O quando evocando Sturzo ricordava le trame
Condizione le tre qualità dei limiti alla politica quell'organico quello morale quello politico
Quando sempre con Sturzo evocando Sturzo citava il potere si afferma come quando il potere si afferma come solutus a leggere o meno come si arriva facilmente a credersi solutus la legge dei
Cioè superiori alla morale
Ma lui questo tema del limite
Non glielo ha tirato fuori solo in quegli anni
Se voi andate al a rileggere il discorso all'Assemblea Costituente
Ci saranno frasi del tipo eppure l'idea che non sia stravagante
Comporre insieme sobrietà di vita ed esercizio delle pubbliche funzioni dovrà tornare se vogliamo ridare dignità e autorevolezza alla politica
Ma di questo tema comincia a parlarne nel congresso del mille novecento settantasei suo primo congresso nazionale in cui interviene in cui parola del limite del politica
E neppure una
Quando dialoga con il professor Sergio Cotta
O quando parla con il professor Luigi Firpo
O quando parla con Norberto Bobbio
E quando con Filippo tiene evocato Montesquieu
Per non abusare del potere il fuoco che le pouvoir reti le pouvoir
Bisogna che il potere arresti il potere
Dunque il tema del limite del potere che diventa lo stigma del discorso di Martinazzoli
Su cui non cerca di ricostruire una credibilità del potere e dunque della politica
Ma lo fece con lo stato d'animo di cui vi ho detto all'inizio
E finisco realmente con lo stato d'animo di cui
Era totalmente consapevole lo stato d'animo di cui
Conosceva
Con cui conosceva la profondità della crisi del sistema
La profondità della crisi della democrazia rappresentativa
La profondità della crisi morale del Paese
La profondità dei dunque della crisi politica che richiedeva
Veramente un gesto più radicale di quello che da solo
Non sarebbe stato in grado di fare
Ma
Noi dobbiamo sempre sentire
Questo debito nei confronti di un Martinazzoli che accetta anche
Il suo limite di non riuscire a realizzare ciò che avrebbe voluto e ciò che nelle sue intenzioni era assolutamente necessario in quel momento grazie
Grazie Luigi vere questo ricordo appassionato noi noi ci fermiamo qui
Consiglio a tutti soprattutto i più giovani di andarsi a cercare su YouTube o quel discorso del ventuno febbraio mille duecentottantanove con applausi incorporati video dura anche i fra i famosi venti ventisette minuti
Pierluigi parlava di un Martinazzoli solitario per indole costretto alla solitudine lavorava da solo
Pensava da solo si costruiva i suoi interventi da solo nell'ultima pagina la libroni Annachiara Valle Martinazzoli indice quello che mi conforta sapere che ho avuto la fortuna di partecipare a un viaggio che rende possibili gli incontri
Questo pomeriggio è stato un incontro l'incontro tra diverse culture politiche tra diverse generazioni anche tra diversi modi probabilmente dividere la politica ma con un comune
Impegno e aggiungeva Martinazzoli quel viaggio sfuma in un viaggio solitario adesso incerto lo è diventato perché in verità alla fine si viaggia solo per tornare grazie