Critica e militanti

Un giorno da critica e militanti questa settimana avrebbe compiuto cent'anni Raffaele la Capria che c'era lasciati l'estate scorsa tra i tanti lutti del due mila e tutti e ventidue e in particolare tra i lutti che hanno toccato
Così gravemente il mondo radicale questo potrebbe forse dirsi più naturale vista letta ma la Capria ci aveva convinto che la naturalezza inesauribile stava nella sua vita nella sua vitalità nella curiosità mai spenta con cui guardava il presente
E rimaneva disponibile per le sue occasioni sui casi meravigliosi imperscrutabili il suo Kairos
Naturalezza alcun termine cruciale per capire sia la sua prima sia la sua seconda stagione sia ferito a morte i romanzi sperimentali della bella giornata mediterranea sia i diari saggi istrici della maturità e della vecchiaia
Ultimo testimone della generazione di Calvino e Pasolini rispetto al primo la Capria aveva molta meno ansia di controllo è una ben più concreta leggerezza ed era
Agli antipodi del secondo che come osserva una volta detestava in lui un esemplare di borghese riuscito
Borghese
Liberale radicale senza complessi né orgogliosi una volée danno senza pittoresco Pasolini però gli riconosceva associandolo alla jeans Burgo una straordinaria capacità di cogliere i dettagli della vita domestica quotidiana nella loro manifestazione immediatamente sensibile e aveva senz'altro ragione la Capria
Non ha mai smesso di credere al possibile incontro con la grazia e la bellezza nelle situazioni più feriali la sua stessa idea di letteratura e un'attenzione e una preparazione ad accogliere questa grazia e a tradurla in un gesto di stilistica supplenza come faceva da giovane coi tuffi l'assalto mortale quando scendeva a picco agitando appena la superficie del suo adorati Simo mare ciò che vale non esibisce lo sforzo e il letterato deve fare
Come l'anatra che fila tranquilla pelo d'acqua nascondendo sotto la superficie il lavorìo delle zampe
è una definizione che ricorre nella Capri ormai stagionato quello che nel genere saggistico per così dire rinasce una seconda volta come altri autori degli ad esempio proprio Natalia Ginzburg abbandonando imiti sperimentali della propria giovinezza dunque
Dopo ferito a morte del mille novecentosessantuno e Amore e Psiche del mille novecentosettantatré
Cioè libri che destruttura non la forma romanzo di tradizione ottocentesca riportata in auge dal neorealismo libri in cui la Capria innesta originalmente la lezione dei modernisti anglosassoni sulla rappresentazione di una realtà in particolare il ferito a morte tutta meridionale sono solare mediterranea una progressiva diciamo sfiducia nelle tecniche in senso lato avanguardisti che ha indotto lo scrittore a ripensare in maniera diversa sia la propria vocazione
Che alla crisi novecentesca della narrativa ed era questa svolta che nata appunto un'opera ibrida cordiale che compone una sorta di autobiografia letteraria a anche esistenziale a puntate scritta
In una prosa sobria pienamente riflessiva si potrebbe dire che la Capria andato da Joyce a Orwell con una polemica ripresa di quel senso comune che gli appariva come un istinto ormai ahimè cancellato dal concettualismo degradato di massa tra i molti titoli di questa produzione mature tarda si possono segnalare
Letteratura e salti mortali nel novanta L'estro quotidiano del due mila cinque a cuore aperto del due mila e nove e umori e malumori del due mila tredici
Da cui vogliamo leggere un pezzo che crediamo renda bene l'idea del mito della naturalezza e della critica culturale che animano le pagine di questo la Capria lettura con cui concludiamo il nostro omaggio a uno scrittore che è stato in ogni senso ci pare felice il racconto però un titolo abbastanza terribile crudeltà e umiliazione
Un racconto breve sottotitolo
Come sono misteriosi gli uccelli notturni scrive la Capria i gufi e le civette i barbagianni il gufo reale è uno dei più grandi e merita veramente il suo nome
è sempre difficile avvistarlo una sera d'estate nella casa di campagna ne ho visto uno volare dal tetto verso gli alberi vicini
Mi sembra un fantasma familiare una creatura arrivata dal mondo oscuro della natura ma benevola che portava con sé qualcosa di ignoto
Il suo arrivo suscitò in me sorpresa e meraviglia sente il fruscio delle sue grandi ali poi di lì nel buio il folto piumaggio e non diversa da quella di un numero sulla sua apparizione
Pochi momenti ed era già sparito raramente la sua maestà si lascia ammirare in tutta la sua più Manta bellezza
In un'altra sera una sera in città ho visto un gufo reale esposto su un trespolo in una trasmissione televisiva era una di quelle trasmissioni culturali che vanno in onda dopo la mezzanotte la presenza del gufo simbolo di San sì di saggezza
Era come una sigla che voleva dire trasmissione notturna o forse culturale stava lì nello studio mentre i due presentatori parlavano di Bisanzio una civiltà dove raffinatezza crudeltà andavano di pari passo e a cercare un nemico era cosa normalmente praticata per asservirlo per renderlo innocuo
I due presentatori parlavano e dietro di loro sul trespolo come un idolo assolutamente immobile con la testa eretta stava il gufo reale accecato dalle luci dello studio
Sentivo che la sua immobilità nasceva proprio dalla sua intolleranza per la luce ed era l'immobilità che assumono certi animali di fronte a un nemico inevitabile invincibile
Non riuscivo a seguire le parole dei presentatori che parlavano di migliaia di prigionieri accecati dopo una battaglia vinta dai bizantini perché ero attratto e come ipnotizzato dagli occhi splendenti del gufo
Due occhi grandissimi due biglie di vetro luminose e trasparenti di un color topazio con in mezzo un punto nero
E come era veramente regale con il gufo reale conche dignità stava sul trespolo come su un trono e come la misteriosa la fissità del suo sguardo stava lì in quel luogo così diverso dai suoi a scorse rifugi notturni
E totalmente a lui estraneo io in quel momento guardandolo mi sorpresi a pensare a tutte le creature uomini animali uccelli gettate senza un perché su questa terra
Come lui era stato gettato in con lo studio televisivo
Mentre il gufo reale immobile sul trespolo teneva per tutta la trasmissione i suoi grandi occhi luminosi sbarrati sul nulla
Come quelli dei ciechi due presentatori parlavano di Bisanzio e la crudeltà di cui parlavano forse a causa di quel gufo accecato dalle luci mi sembrò più mostruosa e terribile e perfino la parola crudeltà
Mi sembrò talmente intollerabile da non poterla sentire pronunciare
Mi trasmetteva sapendo a cosa si riferiva un malessere fisico
Volevo che tutto finisse al più presto rivolge ha preso il telecomando per spegnere quando la trasmissione Fini
Il padrone del gufo reale dato in affitto per quella serata mentre sgombra vano lo studio dall'arredo di scena
Si avvicinò al trespolo e senza tanti riguardi come chi ha fretta deve sbrigarsi
Prese quel nobile fiero figlio della natura per i piedi che aveva grandi un duty e possenti come sono gli artigli di un predatore quasi fosse un pollo qual sia si da portare al mercato
Se lo portò via
Mentre veniva così trascinato penzoloni a testa in giù sentimento tutta l'umiliazione a cui era stato sottoposto e pensa che i suoi grandi occhi splendenti aperti sul mondo assurdo dove chissà perché era precipitato a risentirci venerdì prossimo