KUM! Festival 2022 - Martin Heidegger. La morte, la nascita, l'altro. Intervista a Carmine de Martino

Domenica accomuna festival un incontro un ritratto Dean Martin Heidegger il titolo è la morte la nascita l'altro ne ha parlato Carmine De Martino che è il professore ordinario di filosofia morale presso il dipartimento di Filosofia Piero Martinetti dell'Università degli studi di Milano
I suoi interessi ricerche sono ovviamente Heidegger Marche Husserl e la sua fenomenologico
Heidegger parla di morte della consapevolezza del nostro essere finiti ingresso essere mortali
E lei ci ha spiegato che questo deriva il libero di cui si parla essere destinato questo libro è la riscrittura per il Piacenza dicevi che fu hanno a che vedere col periodo paleocristiano quando deve era una promessa dalla teologia
Poi ha avuto una fase di apostasia e infine questo libro rappresenta un po'una scrittura
Dove viene reinterpretata su che cosa ma dal sul ci sono tanti elementi che stanno alla base di un'opera così importante decisiva come essere e tempo di Heidegger
Uno di questi elementi una riflessione chiede di aver elabora nei corsi dal ventuno al ventitré
Sull'esperienza Proto cristiana in in particolare prelevando due elementi la descrizione della effettività della vita e qui è soprattutto Agostino
Che rappresenta il filo conduttore l'altro riguarda il modo d'essere peculiare dell'uomo cioè di ciò che lui chiama esserci e cioè la temporalità
Questa temporalità viene ricavata da una interpretazione della tempo Cagliero logico Paolino cioè il il proto cristiani primi cristiani vivono nell'imminenza della seconda venuta della Ausilia la seconda venuta di Cristo e sono richiamati perciò da Paolo a rimanere sobri i testi perché verrà come un lato nella notte nessuno sa il quando e quindi la vita si tende si tende in una appesa l'attesa della seconda venuta
Heidegger valorizza questo elemento lo rielabora loro interpreta che qualche anno dopo nel ventisette compare essere tempo quindi quattro cinque anni dopo
Ricompare
Il l'elemento della temporalità care al Cairo logica ma riscritto iscritto come come un essere alla verso per la morte cioè un essere il rapporto con la possibilità più propria
Insuperabile incondizionata certa che è la possibilità della nostra impossibilità al posto della seconda venuta cioè la morte quindi la vita dell'uomo è una tensione intendersi è un temporale Ytzhak sì
In questa in questo senso come rapporto con l'imminenza
Incombente
Suprema come la chiama Heidegger della la morte la morte come possibilità la morte può come possibilità e non come semplicemente dato reale dato empirico
Perché noi non ci rapportiamo alla morte come dato empirico se non con la morte degli altri ovviamente
Noi
Nella nostra esistenza ci rapportiamo alla morte come la possibilità che è inscritta nel nostro essere temporali
Nel nostro essere consapevoli di noi stessi del mondo il nostro essere comprendenti comprendenti i significati comprendenti
Il senso d'essere di tutti gli enti cioè di tutte le cose e Dini stessi quindi questo è un elemento che
Di trova una elaborazione grandiosa in essere e tempo che è un grandissimo trattato sull'uomo nonostante le dichiarazioni contrarie della suo motore che lo pensava piuttosto come una ontologia che riguarda riguardava l'essere in generale
Ecco questo
E quello che è avvenuto una sorta di trasposizione
E la morte una morsa perché lei lo ha già anticipate spiegato in qualche modo non esiste senza temporalità ma non esiste nemmeno senza linguaggio certo che sul morente cioè il morire che
Ha scritto soltanto all'essere umano
Inscindibile dal parlare che dal dire del linguaggio ed al Temporary Zanussi perché si può si potrebbe formulare un po'provocatoriamente in questo modo per morire occorre parlare perché non si tratta semplicemente del decesso cioè della fine di logica
L'esperienza del morire
Esperire il morire in quanto tale in quanto morire e possibile solo per quell'essere che è aperto alla comprensione
Alla comprensione di SEA comprensione del mondo
Alla completa e che e che vive nella verità non nel senso delle definizioni ma vive nella verità cioè l'apertura comprendente rispetto al mondo e alle cose e a se stesso quindi il morire un continuamente morire non è semplicemente il decesso questo ci unifica a tutti gli altri viventi la vita comprende sempre il momento della sua cessazione mai morire non è la cessazione il morire e quel continuamente morire
Che noi viviamo in vari modi mentre siamo nell'esistenza
In che senso in vari modi noi diamo il morire per quello possiamo vivere nel modo della fu grande fuggire cioè tuffandosi nelle faccende quotidiane e Queen in qualche modo allontanandoci ma non potendoci mai disarcionare dal morire perché ha una struttura a cui apparteniamo e che ci appartiene possiamo dirlo in questo modo cominciamo rivelando signora sì cominciamo le quando si nasce no
Non soltanto perché da un momento all'altro si potrebbe effettivamente morire ma perché l'esperienza del morire e l'esperienza di rapporto con la morte in quanto è la possibilità più propria
Insuperabile incondizionata certa che ci qualifica complici codifica il nostro essere temporali non siamo sempre avanti a noi stessi
E quindi l'Avanti asse supremo e quella possibilità della nostra impossibilità morire non significa cessare di vivere Terai De Chiara
Non lo esclude naturalmente ma che non è questo il significato in primo piano morire e rapportarsi in maniera anticipa anche alla morte e quindi poter anche vivere tutte le altre possibilità che stanno al di qua di questa possibilità estrema
Autenticamente come ai leader ci dice
Una possibilità impossibile perché nel momento della morte
Esserci non c'è più hai dato e noi speriamo sempre come possibilità mai come realtà ci impropri o no ma questo non significa la morte siamo niente anzi assolutamente no la morte dire quella possibilità sempre incombente
E quindi non c'è
Un discrimine anche Heidegger segnava traccia tra il modo migliore in autentico cioè che dimentica che copre che occulta
Questa possibilità suprema e in modo invece che non l'occulta cioè l'anticipa e quindi in è un è un esistere sotto la pressione di questi imminenza
Che egli pensa come un altro modo quello autentico di esistere cioè fluidificare ridimensiona o dimensione adeguatamente tutte le altre possibilità
Torniamo un attimo al filo che lei di Thanatos poc'anzi invece della denunzia della seconda venuta di Gesù la morte
Invece dell'attesa questa anticipazioni sei perché al l'attesa e legarla pensa sempre riferita a un evento che ancora non è accaduto ma potrà cadere come quando si attende un ospite e non è ancora arrivato ma non certo momento arriverà oppure ci telefonerà eccitante non viene meno
Ma è un è il rapporto sempre con un reale mentre più così lo concepisce ai leader mentre l'anticipazione è un rapporto con un possibile
Anticipare la possibilità come quando noi anticipiamo le possibilità future
E facciamo tanti progetti che ci guidano nella condotta esistenziale ma qual è il poter essere supremo qual è la possibilità suprema
E che gli possiamo anticipare la possibilità appunto della nostra impossibilità aprono anticipiamo non possiamo non è che semplicemente attendiamo non come si attende una realtà mondana cioè una realtà effettiva noi anticipiamo la possibilità e questo ci dà una prospettiva ai che dice densificare l'attimo
Non rende rende distante banale quello che e poi e poi scorrendo i e poi e poi del tempo diciamo tradotto geometricamente origine eticamente nell'attimo l'attimo am l'esistenza ma la sua densità
Le conseguenze di questa autentica
Anticipa anticipazione di un una possibilità impossibile quali le è la chiusura allora qui si apre un una riflessione ulteriore chiedo scusa la chiusura dell'essere umano in se stesso quell'essere umano che deve il chiama
Linee rosso l'esserci l'esserci sì alla qui si apre una una riflessione perché hai dichiara nonostante nei nel testo non dica espressamente questo
Però tanti passaggi lo fanno pensare
Interpreta l'anticipazione della prossimità della morte come la la statura più massima non lo Stato la massima dell'uomo
Come un fondo un risponderà se stessimo rispondere alla voce della coscienza una voce che però la nostra stessa voce no quindi è un rispondere a se stessi
E questo da una aspetto di riferimento se di autoreferenzialità all'esserci io credo che sfruttando anche molte aperture degli Ariane si possa pensare l'anticipazione della morte
In maniera non autoreferenziale cioè come un essere al cospetto della possibilità suprema che rom per il L'auto confinamento dell'uomo anche il più alto in una riflessione sulla finitezza che possa provocare un disco distacco e come il mi preme lo lo riprenderei qui
Cosa vuol dire rompere il confine dell'autoreferenzialità vuol dire che rapportarsi a quella possibilità suprema che è la morte può essere vissuto come un riconoscimento della improprietà della nostra vita noi non siamo come dire non c'è proprietari sulla vita e noi non ce ne accorgiamo ce ne accorgeremmo
Riflettendo meglio sulla nascita ma quando mi chiama non ce ne accorgiamo anzi quanto più siamo efficienti tanto più noi rivendichiamo o o esplicitamente o implicitamente una proprietà sulla vita mentre l'anticipazione della possibilità suprema può aprire al riconoscimento degli in proprietà
E questo tuttavia non essere vissuto questo può non essere vissuto come un distacco come il distacco del saggio o del filosofo
Ma come in un'altra ottica nell'ottica che io chiamerei del dispendio cioè della restituzione se la vita è l'alterità all'opera in me essi quel me
Si costituisce sempre come risposta come ricezione di una vita che non non è mai data da noi a noi stessi
Allora non possiamo vivere la consapevolezza della finitezza nell'ottica del di spente il dispendio cioè vivere dispendiosa mente piuttosto che vivere nel distacco
E qui
Sono possibili tanti riferimenti io ne faccio solo uno perché è mia sì mi sembra interessante un filosofo che ha avuto una certa notorietà e che mi pare un testimone diciamo credibile di questa logica
Che il testimone che il filosofo cecoslovacco ora si direbbe solo cieco
Ian patto circa che assumendo la finitezza
Si decide per il per la restituzione c'è per il dispendio e quindi anche si offre in momenti cruciali della storia del suo Paese
Si offre
Generativa mente perché anche il suo sacrificio che si può chiamare tale
Al prodotto
Novità ha prodotto aperture con tutto il il il dramma e l'avanti indietro dalla storia
Grazie grazie al professor Carmine De Martino con lui abbiamo parlato dell'opera di Heidegger essere e tempo
Di come hunger concepisce la morte