Cinema&cinema: "Gli spiriti dell'isola" di Martin McDonagh

Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
In alcuni film l'ambientazione ha un ruolo così preponderante che non soltanto sarebbe quasi impossibile comprendere il comportamento dei personaggi prescindendo dal contesto in cui agiscono ma si può avere l'impressione che le loro vicende abbiano proprio la funzione di concretizzare quell'ambiente per così dire di illuminarlo dall'interno
Di mettere in evidenza certe sue caratteristiche fondamentali
Mi sembra questo il caso di un film intitolato qui in Italia gli spiriti dell'isola
Scritto e diretto dal drammaturgo Martin McDonagh candidato al nove premi Oscar ambientato in un'isola d'Irlanda degli anni Venti del secolo scorso
Ora quali sono le caratteristiche dell'ambiente che si esprimono poi dei personaggi in primo luogo il fatto stesso di abitare in un'isola sembra rendere ognuno di loro come un'isola lui stesso
E cioè distaccato dai suoi simili e in certi casi geloso della propria solitudine in altri invece sofferente alla ricerca quasi patetica di qualche momento di comunicazione con gli altri di un po'di calore umano
Se poi gli assi salgo facile evitare di circa dovuta proprio alla scarsa dimestichezza con gli altri si risolve in un fallimento
Ecco allora che si produce l'irrigidimento dell'orgoglio ferito chi vince nuove e più solide barriere che possono dividere contrapporre magari definitivamente un uomo rispetto ai suoi vicini
Si aggiunga poi una diffusa ignoranza che priva di persone di quelle risorse che potrebbero permettere loro di vedere più chiaro in se stesse
E magari di sfatare il mito della virilità da difendere se necessario anche con il sangue
C'è poi la religione che sembra fatta più per condannare gli uomini il nome di loro peccati soprattutto canali che per favorire la loro vicinanza
E vecchie abitudini come le bevute di birra al pub
Le canzoni cantate in coro possono produrre una comunione artificiosa che poi gli consiglia di uomini e la loro solitudine una volta svaniti i fumi dell'euforia e dell'alcol
Insomma nella vicenda raccontata dal film di una lite che scoppia tra un allevatore e un suo vecchio amico musicista e che avrà conseguenze sempre più gravi tanto estremi da apparire quasi paradossali
Prende corpo un'idea dell'Irlanda o almeno di una zona di quel Paese in un particolare momento storico
è anche vero che quel conflitto tra due individui viene suggestivamente accostato alla guerra civile che scoppia nel cuore dell'Irlanda
Ma senza infetti la pretesa che quella vicenda ampio circoscritta possa spiegare in modo esaustivo un complesso fatto storico
Quando un'idea di un Paese si sovrappone in modo così evidente al racconto di casi individuali che sono la materia più specifica di un film e incedere di un'opera d'arte
Si può temere il difetto di una Sociologia un po'generica semplicistica perfino grossolana
Ma nel caso degli spiriti dell'isola
L'idea dell'Irlanda
Non sembra costituita da principi astratti si avverte che l'autore eccome imbevuto delle atmosfere degli ambienti che evoca che si tratti di interni di case di botteghe o di pub
Oppure di Esterni come Prati e costiere
E quelle atmosfere
Si incarnano non soltanto nei due protagonisti interpretati magistralmente da Colin Farrell e da Brendan Gleason il primo vinto per questo film la Coppa Volpi al Festival di Venezia come migliore attore
Ma anche in una piccola folla di personaggi intorno all'uno
Tutti intagliati anche i più secondari con ammirevole precisione si potrebbe dire in ogni gesto e in ogni sguardo
Si tratta a mio parere di un film molto bello da non perdere si intitola gli spiriti dell'isola e lo ha diretto Martin Beck nona un saluto da Gianfranco Ferré