Notiziario antiproibizionista

Lunedì tre aprile del due mila ventidue un saluto da Roberto Spagnoli bentrovati all'ascolto del notiziario antiproibizionista di radio radicale
Strutture fatiscenti e violenze soprusi sovraffollamento la situazione delle carceri italiane che emersa dal rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa risultato della missione condotto un anno fa rapporto di cui si è parlato un paio di settimane fa insomma niente di nuovo purtroppo viene viene da dire delle violenze dei soprusi dello stato delle carceri si è detto si è scritto altri molto molto meglio di me non da oggi
E invece in questo spazio torniamo sul discorso della la questione del sovraffollamento perché la causa il sovraffollamento delle nostre carceri essere unicamente la legge sulle droghe che in vigore dal mille novecento al novanta per sta andarsi a vedere
Il il lì i dati appunto da da allora
Almeno un terzo dei detenuti in carcere a causa del Testo unico sugli stupefacenti
Il DPR trecentonove del novanta oltre il ventotto per cento sono definiti come tossicodipendente il trenta per cento degli ingressi in carcere avviene per detenzione o piccolo spaccio e il comitato europeo per la prevenzione e la tortura nel suo rapporto ha ha scritto che per affrontare il problema
Occorre una strategia più ampia per fare in modo che la detenzione sia l'ultima risorsa insomma la questione le case in Italia questo lo dico io non può prescindere dalle politiche in materia di droghe e dunque la via la via maestra per risolvere il sovraffollamento delle carceri riportando gli istituti a condizioni ragionevoli e quella punto di cambiare la legge sulle droghe
La gran parte del mondo politico ma anche del negli organi formazione continua invece a considerare il consumo di sostanze psicoattive illegali come una questione di sicurezza come una questione di ordine pubblico
Come una devianza o una patologia ignorando la realtà ignorando l'evoluzione del fenomeno ignorando le evidenze scientifiche le conoscenze che sono state acquisite in tutti questi anni così anche come i risvolti sociali e culturali e dunque gli stili di vita con una una una questione che è molto complessa
La questione droga invece è stata ridotta appunto a una questione di sicurezza e di ordine pubblico una patologia ed è stata spostata dal piano sociale a quello penale
Sia nel dibattito culturale politico sia nell'intervento pubblico danni si è come dire quasi ostaggi non di questa retorica della della sicurezza della della malattia della della devianza
Il governo
Appunto un paio di settimane fa per bocca del sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro
Annunciato che sta insomma sta lavorando a un un Progetto per trasferire a discrezione del giudice e a condizione in condizioni molto restrittive i detenuti registrati come tossicodipendenti che appunto sono quasi un terzo del totale
Dal carcere a comunità chiuse comunità vigilate ventiquattro ore su ventiquattro insomma dalle sbarre del carcere si passerebbe al recinto di una comunità però all'orizzonte resta sempre quello comunque della detenzione
Ora curare le dipendenze in un carcere o in una struttura
Detentiva è è un ossimoro ridurre le logiche l'organizzazione a riprodurre ciascuna da riprodurre le logiche l'organizzazione carceraria in strutture che hanno un altro scopo non farà altro che ripetere moltiplicare i fallimenti del carcere in un ambito
Caputo che è difficile che che che Complesso
Oggi al alle diciotto e trenta alla al Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri previsto un incontro tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio
E rappresentate le comunità terapeutiche dei servizi pubblici per le dipendenze del gruppo detto si collochi forensi di della comunità scientifica
Per approfondire tematiche relative alla rapporto tra dipendenza e trattamento penitenziario ecco vedremo vedremo che cosa sortirà da questo da questo incontro speriamo che il ministro Nordio
E quindi con l'UI il resto del governo capiscano di di che problema stiamo parlando di come la il carcere non sia la soluzione per una persona che ha una dipendenza che spesso convive anche con altre altri problemi
Si parla punto di doppia in triple diagnosi
Proprio per questo lo scorso ventuno marzo il coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza cenni ci ha organizzato una conferenza stampa la sala stampa della Camera dei deputati
Hanno partecipato le realtà del terzo settore che proprio lavorano su questo tema e alcuni parlamentari
Bene applicare le misure alternative ma le comunità di accoglienza non sono surrogati degli istituti di pena in questo è emerso da questa conferenza stampa bisogna facilitare i percorsi alternativi per l'uscita del carcere
Senza trasformare tra le comunità di accoglienza in appunto surrogate degli istituti di pena o carceri private
Noi siamo disponibili a costruire delle alternative e sappiamo quanto il carcere sia inadeguato e generatore di recidive
è dimostrata invece l'efficacia delle misure alternative alla detenzione nel ridurre fortemente la ripetizione di reati ma lavoriamo sul campo da oltre quarant'anni abbiamo la responsabilità di fare chiarezza rispetto a una comunicazione pericolosa così è stato detto nella conferenza stampa in da cui è emersa anche la necessità che occorre fare cultura su questo tema anche con il coinvolgimento dei diretti interessati che le comunità appunto non sono e non possono essere surrogati del carcere
Per il CNCA non si risolve il problema del sovraffollamento carcerario moltiplicando gli spazi di detenzione ma applicando il principio che sancisce la privazione della libertà come estrema ratio e promuovendo il più possibile percorsi di pena alternativi
Alla detenzione che favoriscano per le persone con dipendenza percorsi terapeutici che prevedono un rapporto con il reato commesso dal punto di vista dalla cultura della giustizia riparativa su quelle comunità stanno lavorando danni
Educare non punire è la strada maestra questo era proprio il titolo della conferenza stampa
Riccardo De Facci che consigliere nazionale del CNCA
Con delega alle dipendenze
Ha detto che il modello stile San Patrignano di cui ha parlato il sottosegretario Del Mastro
Sì né non non ci rappresenta detto De Facci non rappresenta le comunità terapeutiche
Non lo rappresentava negli anni ottanta non lo rappresenta ora se la logica sarà solo contenitiva siamo pronti alla disobbedienza civile così ha detto appunto De facie l'ora andiamo all'avvento marzo andiamo a questa conferenza stampa che come dicevo si è svolta alla sala stampa della Camera deputati la registrazione integrale la trovate su radio radicale punto it nel oggi dobbiamo
Per ragioni di tempo proporgli una una sintesi sono intervenuti la presidente nazionale ce ne sia Caterina pozzi Stefano Anastasia che è garante dei diritti detenuti nella Lazio e coordinatore dei garanti territoriali
Denise Amerini della CGIL Stefano vecchio che il presidente di Forum droghe ed è stato per esperto per anni ha diretto il la il serbo a Napoli da Napoli Centro e poi ancora Susanna Marietti la situazione Antigone
Riccardo De Facci della ce ne sia alcune esponenti politici Annarosa sommando de partiamo cattivo Riccardo Magi d'Europa Gianluca Peciola dell'Alleanza del dio sinistre poi c'erano anche
Operatori di varie comunità di villa Maraini della cooperativa apparse di famiglia nuova situazione il cammino Magliana ottanta come dicevo noi di di proponiamo adesso una sintesi alcuni di questi interventi ci scusiamo di quelli che dobbiamo tagliare per ragioni di spazio cominciamo con la Presidente del CNCA Caterina Ponzi
Come ce ne ce l'abbiamo
Deciso di fare questo questo momento perché il dibattito di nato in queste ultime settimane ci preoccupa davvero molto insieme ci ha a più di trecento
Struttura comunità che accolgono persone con problematiche di dipendenza e raccoglie più o meno quattro mila persone
L'incontro di oggi per noi è importante per sottolineare due tematiche la prima da una parte ribadire sempre danni che lo facciamo l'importanza dei percorsi alternative al carcere esistono esiste già una normativa ma non vengono assolutamente sostenuti questi percorsi e dall'altra
Sottolineare con forza che le comunità terapeutiche
Non devono non possono diventare dei surrogati dei carcere delle carceri private
La loro mission è completamente diverso e questo non significa che nelle nostre comunità non vengono accoltella e le persone in misure alternative proveniente dal carcere ma il modello è l'impostazione assolutamente diversa
Sappiamo tutti oggi che quanto il carcere Siena adeguato ce ne generatore di a recidive e quanto invece le misure alternative siano efficaci efficace nel ridurre fortemente la ripetizione di dei reati e le recidive stesse
Esistono come dicevo prima già degli strumenti normativi che permettono di scontare la propria pena fuori dal carcere ma c'è ancora tanta strada da fare se pensate che su circa quindici mila persone detenute tossicodipendenti solo tre mila questi sono i dati del due mila e ventuno hanno avuto accesso all'affidamento
Esterno al carcere quindi la prima cosa fondamentale a investire economicamente nel nelle rispetto ai percorsi alternativi costruire dei protocolli di intesa che veda una insieme la magistratura di sorveglianza l'UEPE
Il Gip da una parte l'azienda o SL SerT dall'altra il privato sociale del terzo settore partire anche da delle sperimentazioni per poi far diventare diffusa una pratica davvero efficace è importante fare cultura in tal senso perché spesso la platea degli aventi diritto al alle misure alternative a ristretta per una scarsa conoscenza di queste misure e
E una dei pregiudizi rispetto all'attività delle misure stesse per cui investire economicamente fare delle sperimentazioni creare delle delle linee guida e crescere nella cultura diffusa delle misure alternative
Le nostre comunità che accolgono persone provenienti dal carcere sanno benissimo quanto sia fondamentale la centralità della persona è la scelta che la persona stessa fa nel momento in cui entra in comunità quindi diventa assolutamente inefficace pensare a un modello che obblighi le persone comunque a entrare in comunità le persone che entrano in comunità sono persone
Dal carcere che scelgono di entrare e qua c'è tutto un percorso all'interno della nostra comunità che sono comunità aperte e non chiuse
Di consapevolezza si negli ultimi anni stiamo abbiamo investito molto anche sul tema della giustizia riparativa con percorso in comunità e fuori dalla comunità sul tema della giustizia riparativa che ha coinvolto i nostri operatori alle nostre operatrici e quindi la consapevolezza dell'autodeterminazione della persona rispetto a un proprio percorso questa autodeterminazione asso è possibile solo all'interno di un percorso di scelta e non un percorso obbligato
Per come è voluto il sistema dei servizi negli ultimi trent'anni le nostre comunità non sono comunità chiuse
Messe su un cucuzzolo di una montagna ma sono comunità inserite nel territorio all'interno del sistema dei servizi
Lavorano sull'inserimento sociale lavorativo delle persone ecco che quindi è impensabile chiedere i nostri educatore nostre educatrici che scelgono questo lavoro non perché hanno voglia di fare dei dei come dei finti poliziotti o presunti tali ma attraverso la relazione di che costruiscono tutti i giorni con queste persone costruiscono dei percorsi insieme al accompagnano le persone ai dei percorsi di emancipazione
Gli educatori educatrice scelgono questo lavoro insieme ai professionisti
Del pubblico che altrettanta hanno scelto questo valore per un questo lavoro per un valore etico che vedono all'interno di questo lavoro che può essere all'interno delle comunità come fuori nel sostegno a a a percorsi alternative al carcere alternativi alla comunità stesse
Pensare con le parole del master che questo che che il grosso problema del sovraffollamento delle carceri possiamo essere risolto spostando la detenzione da un'altra parte per noi assolutamente inaccettabile
Ecco perché oggi qua siamo con amici amiche della della Rete con la quale abbiamo lavorato e politicamente affrontato queste questioni in questi anni perché non vogliamo tornare a trent'anni fa crediamo che questo paternalismo ideologico no no non possa esistere nel due mila ventitré
Ecco così la presidente delle CNCA presidente nazionale del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza Caterina Pozzi adesso sempre dalla conferenza stampa del ventuno marzo sentiamo
L'intervento di Riccardo De Facci che consigliere nazionale delle cene Sade responsabile proprio del settore dipendenza
Allora la proposta ci riporta indietro di quarant'anni ci riportano discussione che ricorda la costruzione della legge trecentonove
è un modello è una proposta trasformare comunità terapeutiche in carcere private e vecchia concettualmente inadeguata inutile rispetto alle problematiche vuole risolvere
Per questo siamo assolutamente qui è il
Era molto decisa lo diremo anche a un incontro che avremo insieme le altre comunità terapeutica tra dieci giorni col ministro della giustizia organizzato dal DPR
Perché il problema apre una serie di nodi che sono molto più ampi della pura dichiarazione ideologica un primo elemento l'autodichiarazione di tossicodipendenza apre alla possibilità di accesso nelle comunità a mafiosi e a persone coinvolte nella situazione perché è già successo
Noi abbiamo avuto situazioni in cui la la dichiarazione di tossicodipendenza in carcere è diventata la porta girevole per situazioni assolutamente di legalità
E questo ha portato ad alcune delle nostre realtà a rifiutare e a fare disobbedienza civile a dispetto all'oblio all'invio diretto della magistratura è successo negli anni novanta
Per fortuna è stato sospeso con la riorganizzazione del titolo quinto non permetteremo assolutamente che questo rientri nella la nel rientro ricorda la porta di servizio con la scusa di liberare le carceri la proposta nasce da un concetto vendicativo punitivo e deresponsabilizzante del tossicodipendente
E non tiene invece conto delle reali situazioni di difficoltà in cui carceri in questo momento ci sono hanno anche rispetto alla persona tossicodipendente ma non solo
Il cielo è già eterea vere realtà terapeutiche in questo senso parlo con gli Amici di villa Maraini con cui abbiamo condiviso con Maria di percorsi
Rifiutano come sempre un mandato puramente contenitivo e di controllo
La cura e la presa in carico delle persone con dipendenza e abuso ha avuto nelle nostre realtà quarant'anni di esperienza di presa in carico noi abbiamo su quattro cinque mila persone che passano nelle nostre situazioni abbiamo avuto almeno un quarto delle persone tossicodipendenti poiché esiste un problema però la vera presa in carico delle persone in carcere con problematiche legate all'abuso passa attraverso un ripensamento del sistema che vuol dire ad esempio dell'équipe sanitaria in carcere che abbiam complementarietà medica ed educativa
Altrimenti il problema è che questo non permette la certificazione e avviene troppo tardi il rischio dell'invio da parte del magistrato in comunità senza certificazione e quindi con la situazione precedente quindi forte rischia di ritrovarsi persone
In cui le misure alternative diventano una scusa
Per poter costruire e trasformare le comunità non solo in carcere ma anche con un'organizzazione di tipo carcerario legate a tutta una serie di Bossi internet e questo è un problema reale
Non è un problema fittizio di cui un secondo e la mente elemento come diceva Caterina vanno costruiti l'avvio di percorsi veri di responsabilità
E di Scelta che coinvolga le persone tra servizio pubblico e realtà del privato sociale anche all'interno del carcere
Avere spazi di lavoro con le persone tossicodipendenti individuali di gruppo sparsi motivazionali per spazi che costruiscano la motivazione a una possibile scelta alternativa
Il problema in questo senso vuol dire anche un problema reale attuale lo chiediamo al ministero della giustizia
Allora chiediamo però tempi certi nell'invio in comunità
Percorsi verdi di presa in carico perché uno dei problemi reali che le nostre comunità hanno
Ma i vini gli attuali politici non non ne parlano è ad esempio la non chiarezza nelle nei tempi di invio da parte della comunità
La comunità davo la disunita fa il colloquio in carcere
E poi i magistrati di sorveglianza analizza la pratica dopo sei mesi otto mesi un anno e la persona in carcere continua a rimanere
Allora questo tipo di situazione vuol dire la ripresa quindi la costruzione dei tempi certi di percorsi veri alternativi e che non prevede non solo la comunità
Perché le nostre strutture sono anche strutture di territorio in cui la messa alla prova il tema della giustizia riparativa il ricongiungimento familiare una serie di elementi motivazionali fanno molto di più di qualsiasi ovvio obbligatorio
Quindi
Quello che vogliamo portare qui ai politici e le organizzazioni è prima di tutto un rifiuto deciso una trasformazione delle comunità in carceri private
Sappiamo che qualcuno e lo dico in maniera molto chiara qualche realtà probabilmente deve riempire dei posti
Ha tentato di costruire autorizzazione per quattrocento posti
A qualche anno fa in Emilia Romagna gliene è stata data solo cento di autorizzazione probabilmente i posti vuoti stanno pressando i con continui incontri che noi sappiamo esserci rispetta le ciglia alla realtà citate
Non abbiamo citato e non li ha citati il ministero della giustizia San Patrignano non ci rappresenta
Non rappresenta il modello di comunità terapeutica non l'ha rappresentato negli anni ottanta e non lo rappresenta oggi per il tipo di rapporto che non ha col pubblico che non ha con le persone che non ha con le motivazioni delle persone che non ha col territorio
Noi siamo un'altra cosa e lo vogliamo riaffermare questo ci porta quindi a recuperare uno slogan non usavamo da un po'ma purtroppo si ritorna trent'anni fa educare non punire non abbiamo arse vendicative non abbiamo ansie punitive il problema potrebbe portare anche lo dico in maniera forte come ce ne cita a una disobbedienza civile rispetto a delle situazioni che potrebbero avere invita parte della magistratura
Senza certificazione direttamente legato a un'alternativa alla pena e quindi non tanto terapeutiche ma semplicemente in una logica contenitiva
In questo balletto invece io credo che tutte le comunità l'hanno detto da sempre
Perché lo fanno già sono disponibile a costruire percorsi
Interni ed esterni rispetto al carcere faccio solo una citazione poi davvero mi fermo
Nella trecentonove esiste persino mai attualizzato ormai da anni la possibilità di costruire misure alternative tre carceri
Cioè persone fermate com'era reati
Fino a un certo livello posso potrebbero costruire nel giro di quarantotto ore dei percorsi alternativi e di invio imprese strutture terapeutiche questo tipo di situazione è stata fatta una sola tentativo al di là hanno per c'è un libro bellissimo
Su questo il problema è che però tutto questo quindi modello lavoro Inter un lavoro pre un lavoro interno è un lavoro esterno rispetto ai territori in cui la comunità i servizi pubblici ai territori però siano direttamente
Quindi andiamo verso sì la revisione dell'ATER centonove ma non nella direzione che ci stanno dicendo vuol dire il potenziamento dei servizi terapeutici in carcere fuori
Che stanno riducendo i numeri addirittura rispetto a quelli previsti nella legge novanta
Ce ne andiamo a verificare nel novanta con quel numero noi abbiamo numeri di operatori minori cliniche pre quelli previsti dalla legge
Vuol dire quindi a un potenziamento delle comunità terapeutiche qui lo dico non lo diremo al Ministero della sanità giovedì in un incontro che di piatto proposto non possiamo avere venti sistemi diversi di presa in carico in cui io posso avere quattordici realtà diverse in Lombardia e due sole esperienze
In in modo Mom modelli in Sicilia il problema i servizi territoriali diventano decisivi anche nella costruzione alternativa
E allora per noi
Di ridiscutiamo ma parliamo di Scelta della persona Scelta della realtà accompagnamento e responsabilità delle persone per quanto Ray
Riccardo De Facci consigliere nazionale del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza CNCA responsabile del settore dipendenze conferenza stampa del ventuno marzo scorso convocato organizzato proprio dalla CNCA con anche altre organizzazione del del terzo settore dopo dopo che il sottosegretario andava alla giustizia Del Mastro ha annunciato che il Governo insomma che sta ministero il governo sta lavorando a un Progetto per trasferire i detenuti classificate come tossicodipendenti dal carcere a in comunità chiuse vigilate ventiquattro su ventiquattro e comunque a misura un con Anna discrezione del giudice e con condizioni molto molto restrittive
Abbiamo sentito la presente ce ne ce abbiamo sentito il consigliere nazionale De Facci sentiamo adesso un garante dei detenuti garante dei detenuti del del Lazio che tra l'altro anche il coordinatore dei garanti territoriali è Stefano Anastasia
Bene io ringrazio innanzitutto il il coordinamento nazionale delle cui tra d'accoglienza per questa iniziativa quest'occasione perché credo che ce ne sia molto bisogno
Ha fatto diciamo un discreto rumore la proposta del sottosegretario Del Mastro ieri per chi si appassiona e si appassiona delle questioni penitenziari c'è stata un'altra sul lavoro penitenziario si tratta di ovviamente ci fa piacere che il sottosegretario giustizia scoprano che il problema del penitenziario è un problema
Che lì c'è il problema dei tossicodipendenti in carcere che c'è il problema del lavoro nella la proposta di ieri del lavoro per le persone detenute come strumento di reinserimento quindi del lavoro
Qualificato dove che non si può ignorare la storia cioè i trent'anni che abbiamo alle spalle il fatto che esiste come giustamente diceva Riccardo De faccio un attimo fa esiste una normativa che prevede già ora l'affidamento in prova
Terapeutico per le pene fino a sei anni e che pochissimo utilizzato in modo particolare pochissimo utilizzato dalla libertà
I le persone compresi pendenza che riescono ad accedere al terapie ci accedono ormai in gran parte dal carcere perché sono tendenzialmente giudicati inaffidabile infine in fase di prima valutazione dai magistrati che pure potrebbero appunto concedere la l'affidamento in prova acceso cioè dalla libertà per pene fino a sei anni
Si tratta peraltro diciamo ricordiamolo della carota che accompagnava il bastone della Fini-Giovanardi
Di questo si tratta per cui c'era l'aggravamento delle pene e c'era la possibilità dell'affidamento in prova al servizio sociale fino a sei anni del fine pena
Ora speriamo che nella proposta di Del Mastro resti soltanto la parte della carota e non compaia un certo punto da parte del bastone ce ne non compaia diciamo su una maggiore severità penale per chi evidentemente non incontra queste possibilità dall'intervista che che ha fatto già qualcosa riguardo alle conseguenze penali che possa vedere diciamo si l'infrangere le la previsione che viene la possibilità che viene offerta già diciamo sì qualcosa in questo senso sembra sembra emerge quindi il il le critiche che qui vengono mosse mi sembra un diciamo sì critiche fondamentali insuperabili riguardo ai percorsi di scelte che vanno fatte per appunto la costruzione di alternative al al carcere noi tutti vogliamo che le persone con prove di pendenza non stia né in carcere
Per diciamo sì accompagnarli a delle alternative che siano efficaci ovviamente servano
Progetti e programmi di reinserimento innanzitutto serve quella certificazione di cui diceva prima dicevano prima sia cattivi anche Riccardo e ma poi serve e quello che manca e quello che qui non si vede in questa proposta
Un investimento sul sistema dei servizi
Non un investimento diretto alle comunità che sono disponibili a venire informa recluso Oria con un progetto di nera ricordiamo la di mera disintossicazione
Ricordiamo che le le principali criticità riguardo alle condizioni di tendenze in carcere nascono proprio dai tentativi che tuttora vengono fatti in carcere
Di nera disintossicazione le persone detenute
Che comportano la diffusione la circolazione e l'abuso di sostanze illegali dentro le carceri che comportano le overdose dentro le carceri che comportano le overdose alla fine della pena quando si esce dal carcere
Questo sono tutte conseguenze di strategie fondate esclusivamente sul principio della disintossicazione
E non della presa in carico della persona e della complessità dei problemi
Per cui i servizi ovviamente hanno imparato negli ultimi trent'anni a prendere in carico alla persona e anche diciamo sia ad accompagnare dentro un percorso in cui ci può essere la e come viene naturalmente fatto anche all'esterno anche diciamo
L'accompagnamento attraverso lusso o controllato di sostanze no sostitutive rispetto alle alle sostanze principali usate tutto questo da questa proposta sparisce
Torniamo è vero come dice Riccardo De Facci torniamo diciamo agli anni agli anni Ottanta alla discussione del che porto alla legge Jervolino passaggi e poi al DPR trecentonove
Al allo slogan carcere e terapie coattive per i tossicodipendenti è stata diciamo sì nella mia esperienza esatta da me nella mia esperienza dice non facile lì la prima forse iniziativa che feci su queste cose dal centro studi dove lavoravo trentacinque quarant'anni fa ormai e fu proprio il titolo era carcere terapie tocca ecco quartine per i tossicodipendenti perché era esattamente la questione di cui si discuteva e si arrivo al DPR trecentonove quindi torniamo lì questa cosa
Lo diciamo non per ragioni ideologiche a questa cosa non funziona
Non funzionerà
Non ha funzionato con la legge Jervolino Vassalli non ha funzionato con la legge Fini-Giovanardi
E quindi se si vuole lavorare su questo e ben venga diciamo sì il governo se vuole lavora su questo deve investire su insieme su un sistema di servizi il sistema di servizi pubblici e la
Capacità delle comunità di prendere in carico le persone diciamo anche attraverso il sistema di servizi pubblici
E che significa investire sui sistemi sui server dentro le carceri e significa investire sui server fuori dalle carceri perché se c'è il deserto la disintossicazione non porta a nulla
Porterà diciamo sì appunto all'alternativa al carcere in strutture private
Di questo si tratterà con tutti i rischi connessi al momento successivo cioè a quando queste persone finiranno alla pena
E si troveranno sulla strada senza alcun rapporto con i servizi pubblici e senza aver maturato un percorso di come dire emancipazione dalla condizione di dipendenza patologica
Questo è il rischio che abbiamo di fronte rispetto a questo rischio speriamo che il governo voglia rifletterci un po'meglio sulle proposte che ho avanzato
Era Stefano Anastasia garante dei detenuti del diritti detenuti della Regione Lazio e coordinatore dei garanti territoriali
Se fa una stasi al presidente onorario anche della sull'associazione Antigone allora sentiamo la coordinatrice nazionale della sezione Antigone Susanna Marietti
Tra la mia presenza qua e per testimoniare l'assoluta contrarietà di Antigone a questa follia della creazione di un circuito penitenziario privato che vada a raddoppiare ad affiancarsi a quello pubblico
Che ci sia un tema del sovraffollamento carcerario non c'è dubbio ce lo dicono i numeri siamo a cinque mila posti sopra ufficiali poi noi che le carceri le visitiamo incontriamo continuamente
Sezioni chiuse il cui non le posti sono conteggiati nella capienza ufficiale
Ma diciamo salvo una strana modalità questo governo come dicevo pure la senatrice prima per dimostrare la propria sensibilità sul tema dell'affollamento
Carcerario quello che ha fatto Alvau ha detto fino adesso è sempre andato nella direzione o di aumentare l'affollamento oppure proclami deflattivi
Con poco senso poi una evidente dimostrazione di non comprensione della complessità
Del sistema nonché del dei diritti delle persone che questo sistema abitano l'ultimo di del la dichiarazione di Del Mastro vanno esattamente in questa direzione credo dell'unica cosa sincera che ha detto in quell'intervista
è stato che l'unica presente all'uomo della strada è che così si prendono i voti
Va faccio solo una carrellata puntuale mi taccio dal primo discorso dei dei dei Giorgia Meloni e le la fiducia alla Camera dove ha ribadito il tema della certezza della pena che va affrontato con un piano di edilizia penitenziaria quindi il carcere il modo che intoccabile non esiste altro non ci dà una misura alternativa eccetera
E piano il piano carceri che chiunque nei decenni passati ci abbia provato ha sbattuto contro l'impossibilità quando non contro la Corte dei conti
Poi la relata di una volta che si è riunito il Consiglio dei ministri ha introdotto un nuovo reato con pene fino a sei anni e lo ricordava
La senatrice poche settimane dopo sempre Delmastro ha detto che lui avrebbe risolto il problema dell'affollamento delle carceri mandando a casa loro gli stranieri
Anche questa violazione della partita e Jesi che magari usando due detenuti in Italia voglio vedere gli altri chi è che si riprende persone che hanno fatto il reato nel nostro Paese
Alla fine dell'anno hanno lasciato che settecento persone che stavano danni sul territorio e non creavano problemi a nessuno rientrassero in carcere appunto i semiliberi e quindi bisognasse trovare i settecento posti letto
Poi ha l'ultima cosa ora sembra una cosa numericamente piccola la legge quella sui bambini in carcere non ex si anni etc
Che comunque non riguarda solo le poche mamme con i bambini in carcere che riguarda le donne che hanno figli fino a dieci anni e che fuori e che possono chiedere la detenzione domiciliare speciale quinto almeno di valore deflattivo cioè la ma ma bloccarla facendo riferimento al concetto della recidiva
Significa che proprio sulla quale indaga Tenca nelle nostre carceri sono duttili il la recidiva sappiamo debba cosa e data è data dai piccoli e piccolissimi reati spesso legati alle tossicodipendenze
Quindi c'è proprio un problema culturale il carcere non ha bisogno di questo Antigone di proposte ne ha fatte tante ma ben sappiamo che non sarà l'epoca storica che l vedrà prese in carico
Susanna Marietti coordinatrice nazionale della situazione Antigone ancora sulla su questa il Progetto annunciato dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro una decina di giorni fa dalle intervista
Da Il Sole ventiquattro Ore
In questo progetto a cui sta lavorando il ministro della Giustizia per trasferire a discrezione del giudice a condizioni molto restrittivi detenuti registrati come tossicodipendenti cioè quasi un terzo del totale dal carcere a comunità chiuse e comunità di girate ventiquattro ore su ventiquattro quindi insomma passare da una carcere al a una a un recinto a un altro recinto quindi sapete se si tratta
Su questo perché Progetto annunciato e sulla con questa conferenza stampa del ventuno marzo scorso organizzata dalla coordinamento nazionale Cometa di accoglienza sentiamo adesso Adelisa Merini che è la responsabile dipendenze carcere dell'area welfare della CGIL
Io condivido molto
Le preoccupazioni che qui tutti gli interventi che mi hanno preceduto hanno espresso per la direzione che stanno prendendo in generale le politiche sul carcere
Sull'ordinamento penitenziario ma in generale direi sul tema droghe sostanze dipendenze
Perché
E non è e e il fatto secondo me si lega a Vienna nei giorni scorsi si è tenuta la sessantaseiesimo edizione sessione della Commissione stupefacenti delle Nazioni Unite
è lì il sottosegretario di Stato mantovano responsabile del dipartimento delle Politiche antidroga oltre ad essersi opposta a qualsiasi ipotesi di legalizzazione
Ha detto che la droga non è sono una minaccia per la salute delle persone ma per la sicurezza delle nostre comunità
Questo lo trovo un fatto estremamente grave perché ripropone il tema e la visione delle persone che usano sostanze come minacce alla sicurezza nostra di dei cittadini e delle città e ha riproposto la logica che pensavamo almeno in parte in piccola parte non appartenesse più ai nostri ragionamenti
Della tolleranza zero e del consumo zero
In barba a decenni di studi di ricerche di lavoro sul campo degli operatori lavoro sul quale poi voglio tornare perché a mio parere le affermazioni non solo di Mantovano ma sopra anche quelle di Del Mastro riguardo alle comunità e al ruolo delle comunità
Offendono profondamente gli operatori che in queste comunità da ogni lavorano si impegnano e studiano sulle modalità per offrire un servizio migliore alla comunità le risposte più adeguate alle persone che sono appunto in cerca di risposte ai loro bisogni
Quindi rischiamo davvero un salto indietro estremamente preoccupante per cui ringrazio molto davvero il CNCA di questa prima conferenza stampa di tutte le iniziative che vorremmo insieme prendere per opporsi a questa deriva pericolosissima comunque la guardiamo è stato detto
I tossicodipendenti in carcere non ci devono stare ma di fatto con questa proposta non si pensa nessuna alternativa ma solo a un luogo diverso di contenimento contenimento che nei fatti resta uguale
Mentre e proprio sono proprio gli operatori che ce lo dimostrano con i risultati importanti anche conseguiti in questi anni c'è bisogno di percorsi alternativi che non siano solo detentivi tutt'altro c'è bisogno di percorsi terapeutici riabilitativi lavorativi di inclusioni
E le comunità non sono e non possono e non devono essere carceri private perché non sono istituzioni totali separate dal resto della società e della comunità
Fra l'altro e chiudo con questa riflessione Del Mastro dimostra anche nelle sue affermazioni nelle interviste rilasciate di non sapere neanche come funziona il sistema
Perché esistono già oggi norme importanti che richiederebbero di essere correttamente applicate a partire dalla tre otto uno del novantuno che norma la cooperazione sociale
Fino al codice alla riforma del terzo settore
Che parlando di coprogettazione coprogrammazione da moto alle realtà del privato sociale insieme al servizio pubblico
Di ragionare su qual è il modo migliore per organizzare i servizi e fornire appunto le risposte
Ai cittadini che ne hanno bisogno
Quindi non c'è bisogno di andare a pensare come dice nella sua intervista per esempio a nuovi rapporti a studiare
Chissà quali rapporti con il privato sociale o con la cooperazione sociale perché altrimenti quello che Riccardo a come dire di cuore con passione esposto nella sua introduzione non non è è qualcosa di più
Di un sospetto io penso che se vogliamo davvero dare in servizio
Che sia quello rispondente ai bisogni dei cittadini
Delle persone che usano sostanze ENI e che sia al passo con i tempi con le ricerche scientifiche con le esperienze maturate nel campo la prima voce da ascoltare quella degli operatori che in questi anni tanto hanno fatto per ragionare di sostanze di dipendenze fuori da stigma Pato licitazione criminalizzazione riportare invece il ragionamento
Dentro una logica davvero di inclusione e di risposte di salute alle persone che ne hanno bisogno
Era Denise Amerini responsabile dipendenze case della welfare della CGIL o dall'ultimo intervento che vi vogliamo proporre di questa sintesi della conferenza stampa dello scorso ventuno marzo organizzata dal Coordinamento nazionale comunità di accoglienza educare non punire è la strada maestra è quella di Stefano vecchio che il presidente di Forum droghe per anni ha diretto il dipartimento dipendenze dell'ASL Napoli uno
Io però vorrei fa una piccola premessa
Ad perché diciamo delle cose che dice sottosegretario sembra che sovraffollamento
No terminal di persone sono le persone che usano droghe preferisco diciamo definizione no etichettate come tossicodipendenti per le quali creano questo socchiuso l'affollamento come se una discarica sociale come il carcere non tolleri questo rifiuto sociale che nemmeno in carcere professare che qui diversi pulso quello che non si dice
Che il motivo per cui un terzo dei detenuti
Safari fra insomma costituito da persone che usano droghe e perché c'è una legge che istituisce un reato specifico
è chiaro che la soluzione a questo problema
E che una soluzione che non riguarda il sovraffollamento ma riguarda il problema dei diritti alla salute dei diritti civili di queste persone questo dev'essere chiaro no era depenalizzazione c'è un cambio della legge anche diciamo nelle varie forme no come
Se ne parlava prima
Io credo che però ciò nonostante e opportuno opportuno e utile no promuovere sperimentazioni per rendere quegli spazi anche limitati che la legge attuale tutta fondata sul sistema penale o Sabina sulla criminalizzazione le persone che usano droghe
Diciamo offre
Naturalmente il primo problema è questo io credo che alcune delle cose che dice Del Mastro sono anche al di fuori o per lo meno in contrasto con le leggi perché lo intanto propone dei percorsi arte diciamo non alternativi paralleli
Chi vale di alternativa sia a misure alternative alternativa tu non puoi creare un percorso parallelo al carcere perché quell'altra cosa dovessi in qualche modo a mio parere a modificare addirittura la legge attuale peggiorarla
Il secondo punto amore cosa insomma faccio riferimento a quanto diceva Stefano Anastasia condivido il suo punto di vista però io mi domando non c'è oggi quasi nessun Sir d Italia
Con tutti i problemi anche di esigenze di innovazione di questi servizi che si è che disintossicare pone al centro il programma di del terapeutico la disintossicazione se la legge di riforma diciamo della tutela la salute del carcere prevede che che i detenuti Deborah vedi sì gli stessi diritti dei cittadini i libri non si capisce perché se sono liberi avevano fa fanno programmi complessi essendo essa Anica Agis devo disintossicare
E questo è un altro elemento che in contrasto con le stesse norme attuali quindi non lo so se tornassi posso deve sì devi studiare un po'o le leggi ok opportuno forse ricordargli ha detto questo però io chiedo che c'è una contraddizione che forse va accolta
E che il sottosegretario dice e certo per fare un mettere in atto un programma del genere bisogna coinvolgere tutto il terzo settore
Bene io penso che è una sfida che ha cui si può anche non rispondere nel senso che vediamo se la gran parte delle delle organizzazioni più importante del terzo settore io direi anche della società civile di organizzazione delle persone che usano droghe perché voi i diretti interessati dovrebbero essere coinvolti non questi
Nelle offerte che vengono fatte di cambiamenti e vediamo allora quali sono le proposte che vengono fatte quali sono valori confronti possibili se poi si rimangia tutto o se invece è possibile no ragionare su
Queste contraddizioni in questo senso io vorrei ricordare che nel corso della
Conferenza nazionale sulle droghe e della discussione sul piano nazionale sulla droga due eventi che sembrano sono non sono mai accaduti diciamo nel nostro Paese
Pur essendo abbastanza recenti
Noi come Rete Italiana delle Associazioni che essi per un cambio della legge sulle droghe vuole Rete la quale fa parte formulò il CNC Antigone
Insomma Dalila insomma diverse alla CGIL diverse altre organizzazioni abbiamo fatto una proposta
In questo senso
Perché non ci sto troviamo dalla possibilità che inattese cambino le leggi si possono promuove delle riorganizzazioni delle come delle amplificazioni no della legge le indicazioni da leggi regole più flessibili alcune norme chiare accordi come diceva Caterina Pozzi con tra magistratura ordinaria e si sorveglianza direi
Con gli operatori io direi anche con le persone che usano droghe
Per cercare non solo di fare uscire le persone velocemente dal ma per evitare perché agli corto circuito ad evitare che ci entravano in carcere questo significa che naturalmente il circuito era previsto costretti non possiamo pensare che tutto si risolve e che tutte queste persone hanno bisogno di diciamo percorsi Soter averli percorsi circuito presso molto più ampio percorsi di accoglienza di di inclusione sociale housing Fares c'è un colpevole l'abitazione per aver letto cedevolezza percorsi molto anche che vanno al di là discorso questo sulla su questo un discorso del genere si potrebbe ragionare io credo che
Noi come vedete in questo senso c'è invece la ritengo che abbia sollecitato un po'tutti quanti noi no prove proveremo a valutare la possibilità no di aprire un'interlocuzione in questo senso e credo che e insomma sa non sarà facile che il sottosegretario positivi indietro
Perché è vero che le proposte sono quelle ma se vuole confrontarsi con tutto il terzo settore ma non potrà tirarsi indietro in questo confronto che allora vedremo loro condivido quando dice Riccardo e concludo che se vanta andrà avanti un discorso del genere
Essere opportuno estendere una disobbedienza diciamo civile uno un un ampio discorso durante come dire aria di iniziative e non so se questo non sarà anche un po'magica è una specie di ritorno negativo e forse non ci si aspettava
Ritengo che però noi dovremo come viaggi e le contraddizioni perché questo è una delle questioni intorno quelli delle degli delle strategie intorno alle quali noi dobbiamo esprimerci proporci a agire in investire grazie
Era Stefano vecchio presidente di Forum droghe per anni ha diretto il dipartimento dipendenze dell'ASL Napoli uno ecco era l'ultimo intervento che vogliamo vogliamo proporre in questa sintesi della conferenza stampa che si è tenuta lo scorso ventuno marzo
Alla sala stampa della Camera dei deputati convocata dal organizzata dal coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza dal titolo educare non punire è la strada maestra dopo la l'annuncio diciamo così fatto Traverso un'intervista Corriere della Sera della sottosegretario alla Giustizia andrà Del Mastro
Del fatto che il governo sta lavorando a un ma Progetto per trasferire a discrezione del giudice e a condizioni molto restrittive detenuti registrate come tossicodipendenti che lo ricordiamo sono un terzo del totale
Dal carcere a comunità ma comunità chiuse di girate ventiquattro ore su ventiquattro insomma dalle sbarre del carcere al recinto di una comunità l'orizzonte appunto sempre quello della detenzione non aggiungo quanto alta è stato detto dagli interventi che li abbiamo
Proposto poi a ci sono stati altri interventi purtroppo per ragioni di tempo non possiamo fare delle sentire tutti ma la registrazione integrale la trovate su radio radicale punto Vitti non si risolve il problema del sovraffollamento carcerario moltiplicando gli spazi di detenzione
Ma applicando il principio che sancisce la privazione della libertà come estrema ratio e promuovendo il più possibile percorsi di pena alternativi alla detenzione che favoriscano per le persone con dipendenza percorsi terapeutici e che prevedano anche un rapporto con il reato commesso dal punto di vista dalla cultura andrà giustizia riparativa su quelle comunità stanno già lavorando danni questo è quanto emerso diciamo quel pane in questa conferenza stampa
Da in cui è stato è stato anche sottolineato come occorra fare cultura su questo tema anche con il coinvolgimento dei diretti interessati e libri anche nel fatto che le comunità non possono essere surrogati del carcere non possono diventare carcere private private ma devono essere strutture aperte inserite sui territori e anche sotto ed è stata sottolineata l'importanza del ruolo dei degli operatori la professionalità le motivazioni di di in coloro che la che lavorano nei servizi dedicati alle alle dipendenze
Oggi alle diciotto e trenta alla sede del dipartimento delle Politiche Antidroga è previsto un incontro proprio tra il presidente al ministro della Giustizia Carlo Nordio
E i rappresentanti dei comitati era peu etiche i servizi dipendenze serve servizi pubblici il nell'attentato del gruppo tossicosi forensi esponenti della comunità scientifica proprio per approfondire tematiche relative al rapporto tra dipendenze trattamento penitenziaria ecco
Vedremo che cosa uscirà da questo da questo incontro vediamo che cosa se sentivamo anche degli interventi che abbiamo proposto e come sia importante che di sottosegretario Del Mastro ma anche appunto il ministro l'intero governo capiscano che realtà si trovano davanti che
Che è questione si trovano davanti così come questa questione complessa che riguarda appunto
Le dipendenze e il il il carcere con sullo sfondo la questione anche che
Sotto sottolineava Stefano vecchio e che non è che di le persone che hanno problemi dipendenza vanno in carcere
Perché appunto è in carcere li portano alle sostanze non vanno in carcere perché c'è una legge che ha stabilito che alcune sostanze sono vietate senza alcun fondamento scientifico e che si trovano ci sono persone che si rivolgono Cano magari problemi di di di abuso di dipendenza
E si trovano a commettere reati per procurarsi quelle sostanze allora il problema
è che appunto la questione delle carceri così come è stata presente indicata dal rapporto pubblicato un paio di settimane fa dalla Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa che ha fatto
A una un anno fa proprio l'indagine in Italia la situazione la seccarsi eri le strutture le violenze soprusi e il sovraffollamento non si può scindere dalla questione della politica delle droghe
Bicipiti e nel suo rapporto ha detto che per affrontare il problema occorre una strategia più ampia per fare in modo che la detenzione se l'ultima risorsa e dunque la questione carceri in Italia aggiungiamo non può prescindere dalla politica materia di droghe
La via maestra per risolvere sovraffollamento delle carceri riportando gli istituti a condizioni ragionevoli e quella di cambiare la legge sulle droghe
Purtroppo l'attuale governo sembra invece fino a questo momento aver imboccato una
In via diametralmente opposta pensiamo al decreto anti aveva pensiamo appunto a questa proposta di trasformare le comunità terapeutiche insorti in una sorta di di carceri a detenzione attenuata
Pensiamo alla all'inasprimento dei controlli sulle gli esercizi commerciali che vendono prodotti illegali derivati dalla canapa di un tre settimane fa del sedici febbraio una circolare delle ministeri Interno Piantedosi che riprende quella emanata nel in quattro anni fa nel due mila diciannove dal suo predecessore
Matteo Salvini Piantedosi era il capo di gabinetto di di Salvini insomma la strada sembra essere quella sempre quella della della repressione della della punizione
I contadini controtendenza totale nel rispetto a quanto invece avviene nel mondo in quanto a alle il dibattito che si è aperto nel mondo all'esperienza dei paesi che hanno legalizzato lei parliamo della cannabis in questi anni quindi la maggioranza degli Stati americani il cane andare all'Uruguay le esperienze che sta nell'evidenza che stanno hanno emergendo al punto che quegli stessi Paesi e parliamo sempre degli Stati Uniti per esempio stanno vanto dando stanno elaborando stanno lavorando attorno anche a precetti di legalizzazione intorno ad altre sostanze che non significa che finiscono i supermercati come dire
Spaventato da una certa propaganda ma che invece bisogna controllare
Quello che avviene e sottrarlo al mercato criminale è quello che ha detto anche
L'ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho che pochi giorni fa in un dibattito all'Assemblea regionale se siciliana presso la la la la seminagione siciliano organizzato da meglio legale ha detto appunto che il la cannabis è nella sostanza più che sequestrata
La legalizzazione l'unica strada percorribile perché consente al all'
Allo stato di controllare la situazione potrà del fenomeno e di sottrarre i consumatori al contatto con le mafie col mercato criminale il nostro governo invece sembra andare in direzione opposta tra l'altro nello stesso giorno in cui è stato pubblicato il rapporto del Handel con della comitato europeo per la prevenzione della tortura il Consiglio d'Europa sullo Stato le nostre carceri
Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di legge per abrogare il reato di tortura introdotto nella Codice penale italiano nel due mila e diciassette quasi trent'anni dopo che l'Italia aveva ratificato la Convenzione dell'ONU
O bisogna ricordare che grazie a questa legge che ha molti limiti
è stato però possibile indagare nelle condotte violente contro persone sottoposte la costola dello Stato pensiamo a Santa Maria Capua Vetere che è stata definita dalla ne manda magistrati non manda chi vi parla una mattanza
Pensiamo a quanto avvenuto al caso di San Gimignano c'è un'inchiesta in corso sul carcere di di Biella
E e ovviamente il pensiero va alle persone che sono finiti in galera a causa della legge sulle droghe che non ci sarebbero dovuti andare e che ne sono usciti morte pensa Stefano Cucchi penso ad Aldo bien sino ma tanti sono stati i morti
In questi anni che sono che erano finiti in mano a
Forze dell'ordine tutori dell'ordine
E allora il pensiero va Federico Aldrovandi a Ricardo Boccaletto a a Stefano rapporti ma a tanti altri
E poi ci sono i ragazzi che si sono suicidati perché finiti nei guai a causa di pochi grammi di fumo i morti per overdose tutte le vittime del proibizionismo rimaste senza giustizia tutte vittime che avrebbero potuto essere evitate se la legge norme fossero state diverse
Vittime dirette e indirette perché poi ci sono anche coloro che non anche in qualche modo dunque sono coinvolti in questa
In questa dalle ricadute della della legge insomma
Marco Pannella parlava dell'illusione autoritaria del potere che colpisce il colpevole lo colpisce a morte e l'illusione autorità del potere appunto è quella che ha inventato il reato di reparti che per esempio criminalizza le ONG che salvano i migranti che insomma tanti alta anche altre cose
La droga l'invasione degli immigrati il terrorismo no se del caso costretto ha fatto parlare di nuova una minaccia terroristica che non esiste ma questo serve a incentivare a fomentare le paure nell'opinione pubblica queste tre presunte emergenze da agitare
Per favorire anche la richiesta di norme autoritaria una svolta autoritaria che poi inizia colpendo i diritti delle persone ora
Questo mi pare è ed è un comunque un paese democratico in paese che a libere elezioni un Paese che ha in Parlamento che che si esprime a un governo che viene che viene formato regolarmente in base a quanto prevede la Costituzione e un un paese anche che ha un'opinione pubblica che anche delle forze di opposizione ecco forse è il caso di
O costruire appunto anche un'opposizione ai i rischi di deriva autoritaria per per questo Paese trent'anni fa
Nella primavera del mille novecentonovantatré si andò al voto per un referendum che abrogò le parti più repressive della legge che volino Vassalli che era stata approvata mila centonovanta legge sulle droghe quel referendum fu
Ideato e voluto da da Marco Pannella e attorno a quelle norme che non erano antiproibizioniste che non erano
Per la legalizzazione erano antipolitiche volevano appunto abrogare le parti più punitive dure pressi vedi quella legge
Attorno a quella a quelle ferendosi riuscì a costruire una fronte che poi ottenne l'approvazione della maggioranza dei dei cittadini attraverso il referendum
Ecco questo forse occorre costruire un fronte comune per una riforma per impedire una deriva autoritaria e costruire le riforme necessarie
Ci dobbiamo fermare qui con questa puntata de notes antiproibizionista ci risentiamo in onda lunedì prossimo tra poco troverete un Lanzone praticare punto it Grazie per l'ascolto un saluto da Roberto Spagnoli