"Il modello di difesa in un quadro di sicurezza globale" conferenza del Ministro della Difesa Previti promossa dall'Istituto Studi e Ricerche Difesa

Abbiamo
Il signor ministro della Difesa
Nel quadro delle conferenze indette dall'Istituto Studi e Ricerche difesa
Ci scusiamo in anticipo con i nostri
Ospiti
Di non aver trovato posto per tutti ma in questione è stata l'unica sala disponibile per questa conferenza
E quindi credo che molte persone sono rimaste in piedi
Ringraziamo particolarmente signor ministro non soltanto per aver raccolto in mezzo a tutti i suoi impegni
Il nostro
Invito ed anche per soddisfare la legittima curiosità
Di tutti gli operatori nel settore militare per quello che riguarda
Il tanto decantato modello di difesa che è cambiato parecchie volte come modello
Non con me modello attuato nel corso degli ultimi dieci anni
Sentiremo ora dalla viva voce del ministro
Un'esposizione su questi problemi e i nostri Casamento è duplice perché sì io mese la difesa
Normalmente avrebbe dovuto rimanere a letto oggi perché non sta bene
Ed è venuto ugualmente a farci la sua conferenza
Quindi non potremmo procedere successivamente a un ampio dibattito
E
Nel ribadire
Nostro ringraziamento diamo subito per non perdere altro tempo la parola al signor ministro la difesa Cesare Previti
Sul nuovo
Bonanni
Sono particolarmente lieto di avere questa occasione per espropri mio pensiero in merito alle finalità verso le quali deve puntare la nostra politica di difesa in un momento nel quale è sotto gli occhi di tutti la necessità di restituire a questo fondamentale argomento dell'agenda di governo la dignità che gli è dovuta
Mi sia consentito iniziare dal significato delle alleanze e della cooperazione internazionale
Ogni qual volta fronteggiamo gli avvenimenti che concernono la sicurezza del nostro Paese noi come tutti continuiamo a fare riferimento all'ONU alla CSC è alla NATO e dalla UE fra queste e la NATO l'elemento centrale per la sicurezza
Quindi sia gli equilibri in Europa in tutta l'Europa come pure la credibilità dell'ONU sono in buona misura correlati alla qualità e quantità dell'impegno dell'alleanza
Che può offrire le maggiori garanzie di tenuta grazie ad una costruzione politica e militare sperimentata e credibile
Tuttavia a meno paradossalmente di quanto si posso tuttavia meno paradossalmente di quanto si possa credere
E sempre la stessa NATO che deve trovare una nuova maniera di porsi nel contesto internazionale diversamente le sue potenzialità finirebbero con l'essere inevitabilmente rose
La NATO deve perciò trovare al di là dei limiti dell'articolo cinque del trattato una capacità di intervento sia politico che militare
Ambedue gli aspetti coordinati nella gestione delle crisi per esplicare veramente la sua capacità di assicurare stabilità
Perché se l'Alleanza atlantica dopo il crollo del Muro ha guadagnato consenso e prestigio rinnovati e proprio a motivo di questo suo evidente successo che rischia se non è già in atto una perdita di identità e di coesione
Si tratta di una eventualità certamente pericolosa
Sono infatti convinto che la NATO non solo conservi appieno la sua ragion d'essere
Ma che possa e debba continuare a costituire l'elemento portante della nostra sicurezza evitando la balcanizzazione dell'Europa e fungendo da collante dell'integrazione europea
In altri termini la NATO
Ha potenzialmente la capacità di dare sostanza agli scopi politici dell'ONU della CSCE e della Unione europea ma deve trovare la capacità di operare in modo nuovo
Tre obiettivi mi sembrano particolarmente significativi
Il primo è che la NATO sappia preservare la sua natura di organizzazione multilaterale integrata di difesa
Evitando di trasformarsi in una semplice luogo di concertazione euro americano o in una conferenza diplomatica permanente della regione nord atlantica
A questo strumento di difesa l'Alleanza deve quindi ora sapere aggiungere un'incisiva capacità di gestione collettiva politica e militare delle crisi
Il terzo fattore e la necessità di comprendere come la rispondenza dell'alleanza alle nuove sfide
Non sia solo una questione di architettura o di ingegneria istituzionali bensì primariamente un problema di volontà politica
E di sensibilizzazione e di consenso delle opinioni pubbliche delle nuove esigenze della NATO del suo nuovo ruolo
Peraltro è anche vero che la pluralità e la sovrapposizione delle istituzioni preposte alla sicurezza europea possono determinare carenze di risultati nonostante gli sforzi politici profuse
Ma è altrettanto vero che l'aspetto negativo di tal di tale policentrismo istituzionale e compensato dalla flessibilità che la pluralità dei soggetti conferisce al sistema
Consentendogli di fronteggiare situazioni di contrapposizione altrimenti potenzialmente di streghe attrici a tal proposito vorrei riaffermare che l'UEO quale embrione del braccio operativo dell'Unione europea non è in competizione con la NATO
Piuttosto dovremmo accogliere in modo positivo la prospettiva di un suo ruolo più incisivo quale pilastro europeo di difesa dell'alleanza
Perché la NATO e l'UE o non devono essere pertanto considerati concorrenti nel campo della sicurezza ma complementari e auto rinforzante sì
Sull'area di interesse strategico in un'ottica nazionale allargata e dal punto di vista della difesa
L'ONU la CSCE la UE e la NATO sono un riferimento imprescindibile della difesa nazionale in quanto ne accrescono le potenzialità e contribuiscono alla stabilizzazione delle relazioni internazionali
Peraltro tale assunto e sostenuto dall'articolo undici della Costituzione secondo il quale l'Italia promuove e favorisce le organizzazioni che assicurino la pace e la giustizia fra le nazioni
Siamo anche consapevoli che non esiste più Paesi in grado di risolvere da solo i problemi di sicurezza e che le alleanze e le organizzazioni internazionali possono essere un rimedio alle insufficienze dei singoli Paesi anche se come dimostra la ex Jugoslavia non sono una garanzia assoluta per l'ordine internazionale in questa prospettiva la NATO la UE la CSC è e l'ONU non possono che essere il riferimento della nostra politica di sicurezza e di difesa tanto verso est quanto verso sud
Evidentemente saremmo miopi se pensassimo che la sicurezza del nostro Paese dipenda solo dalla stabilità nel nostro territorio o poco o al di là infatti noi siamo in posizione baricentrica nella regione che coinvolta nelle instabilità e nelle crisi dell'ex Jugoslavia
Dell'Africa settentrionale del Medioriente e del Golfo e si colloca all'incrocio tra i due archi di crisi quello latitudinale che dal Maghreb si estende all'Asia centrale
E quello longitudinale che dal Baltico scenda al Caucaso interessando i Balcani
E coperta Antonio che la nostra aria di più diretto interesse strategico nel presente quadro internazionale dallo stretto punto di vista vorrei sottolinearlo con forza
Dei nostri interessi di sicurezza e di difesa comprende oltre al territorio nazionale i Paesi NATO e l'Europa tutta l'area del Mediterraneo allargata fino al Golfo Persico
Vorrei evidenziare che questa affermazione coerente con gli interessi di stabilità delle alleanze in cui noi siamo inseriti in particolare e coerente proprio con quegli adeguamenti che la NATO della UEO si stanno dando per fronteggiare gli effetti che derivano dalla convergenza dei due archi di crisi che ho citato
D'altro canto è stato questo principio guida ad ispirarci quando all'incontro dei ministri della Difesa nato a Siviglia lo scorso settembre
Abbiamo affermato che troviamo riduttiva la formulazione di fianco sud sinora adottati in ambito alleato per designare la regione meridionale della NATO
Abbiamo dunque indicato la dizione fronte sud trovando a tale riguardo una convergenza di vedute significativamente più larga di quanto ci si potesse attendere considerate le tradizionali costanti orientano il pensiero politico militare alleato verso est
Sul coordinamento delle politiche di difesa degli esteri ed economica le decisioni che ci attendono sono complesse e difficili
Le evoluzioni sono ancora incerte in particolare a destra per quanto riguarda la situazione interna e gli obiettivi di politica estera della federazione russa
Elemento fondamentale per un qualsiasi sistema di sicurezza e di stabilità non solo eurasiatico
D'altra parte verso il Pacifico che va spostandosi baricentro geo economiche o degli Stati Uniti stante la più elevata dinamica di crescita economica di quell'area
E ciò potrebbe influire sui rapporti euro americani e quindi sugli equilibri europei e sulla nostra sicurezza
Un altro aspetto riguarda la paventata tendenza degli Stati Uniti non tanto all'isolazionismo quanto ad un potenziale unilateralismo a questo proposito vorrei richiamare alla loro attenzione
La decisione statunitense di astenersi unilateralmente dall'imposizione dell'embargo sulle armi alla Bosnia e questo un segnale da non drammatizzare ma neanche da nascondere o trascurare
Infine e da valutare con attenzione il processo di pace nel vicino Oriente sul quale vi sono le ombre preoccupanti del fondamentalismo ma brilla anche la speranza di un accordo di pace
Voglio credere che nonostante tutte le incertezze possibili si sia avviato un processo tormentato quanto si vuole ma credo diversi irreversibile
Dobbiamo dunque guardare a quest'area con l'attenzione la sollecitudine che merita perché ne possono derivare reciproci e duraturi vantaggi
Da questo quadro si evidenzia che l'Italia è chiamata ad interagire con una molteplicità di situazioni e con una quantità di attori internazionali
In sostanza la nostra capacità di inserirci in queste variegate realtà è strettamente connessa con la capacità di disporre e di agire in maniera coordinata con gli strumenti diplomatici economici e militare
Ecco perché la nostra credibilità e peso politico nel consesso internazionale si giocano sull'affermazione unitaria di queste tre politiche
Ciò implica una gestione coordinata della nostra politica internazionale in tutte le sue espressioni
Tra cui quella di sicurezza e quella di difesa per sfruttare nel modo migliore possibile le risorse materiali ed umane di cui disponiamo
Sull'industria per la difesa l'obiettivo di disporre di un'adeguata capacità economico industriale per operare anche ai fini della nostra sicurezza
Deve attirare la nostra attenzione sullo stato dell'industria per la difesa proprio per la sua doppia valenza
Cioè per la sua capacità di Berbera retta di riverberare tanto sul potenziale economico del Paese quanto sul suo strumento militare
Oggi le industrie che lavorano per la difesa attraverso una profonda crisi sono circa centoventi mila lavoratori precari Zatti come si usa dire la Finmeccanica per fare un esempio ha visto passare il valore dei suoi contratti all'estero dagli otto mila miliardi dell'ottantotto a poche centinaia nel novantatré al contrario Stati Uniti Germania Francia il Regno Unito hanno incrementato considerevolmente le loro esportazioni anche nell'area mediterranea e verso Paesi non sempre amici evidentemente c'è la necessità di riesaminare la materia con un occhio più attento anche agli interessi nazionali
La politica industriale della difesa e una parte del grande insieme delle politiche pubbliche che agiscono sulle relazioni tra i soggetti produttori di beni e servizi essenziali per la funzione di difesa del Paese
Occorre allora da un lato definire modalità opportunità ai vincoli dell'operare nel sistema difesa nei confronti dell'industria produttrice di armamenti dall'altro individuare le sinergie esistenti tra le politiche economiche riguardanti le industrie e quelle mirate ai comparti produttori di beni per la difesa la politica industriale della difesa il compito di definire il livello della produzione nazionale di beni e servizi necessari per lo svolgimento della funzione difesa
Il grado di variabilità del livello della produzione nazionale e dei modi con cui gestirla
Fino al recente passato tale accezione ha avuto un valore puramente teorico essendosi instaurato per motivi istituzionali di opportunità un rapporto anomalo tra domanda ed offerta
Spesso infatti la domanda è stata governata o almeno pilotata dall'Offerta
Tale situazione
Che ha favorito una relativa indipendenza dell'industria nel definire la porrò Pia politica di produzione
Si è protratta nel tempo grazie ad un complesso di favorevoli contingenze tra le quali si annoverano una relativa stabilità dei volumi finanziari disponibili sul bilancio militare
Una innegabile capacità tecnologica che ha consentito di imporsi anche sui mercati esteri una diversa legislazione in materia di esportazione la contrazione dei mercati ed in regime di concorrenza internazionale che ne è derivato la complessità ed onerosità dei sistemi d'arma
L'instabilità del bilancio militare
La normativa sulle esportazioni
Hanno tutte contribuito a indebolire la cappa le capacità operative dell'industria italiana per la difesa ponendole in uno stato di grave sofferenza e in condizioni di svantaggio rispetto alla concorrenza estera
Ora e necessario riaffermare il principio che la politica industriale della difesa costituisce parte integrante della nostra politica di sicurezza e della politica industriale nazionale detto questo
Occorre sottolineare che nessun Paese di dimensioni comparabili all'Italia e ora in grado di assicurare l'autosufficienza nel campo degli armamenti
Si pone quindi l'esigenza di una strategia che definisca i settori in cui mantenere una significativa capacità tecnologica ed industriale
Cercando le più opportune sinergie e cooperazioni interne e soprattutto internazionali questo richiede un forte impegno comune per identificare il partner e garantire alle nostre aziende pari condizioni di competitività e di cooperazione naturalmente i partners privilegiati non possono che essere quelli nei quali coincidono o quanto meno non sono conflittuali gli interessi strategici e quelli commerciali nel nostro Paese
E si consentono infatti conciliare la politica di controllo dei materiali di armamento
Con quella delle esportazioni in coerenza con gli interessi industriali di sicurezza del Paese e con il suo ruolo come sulla scena mondiale
Le esportazioni di materiali di armamento sono infatti non solo un aspetto non secondario della politica economica ma anche uno strumento di politica estera industriale e di sicurezza
E attraverso le esportazioni ed il conseguente allargamento dei mercati che l'industria nazionale può trovare una vitale fonte di autofinanziamento e garantire il mantenimento delle capacità tecnologiche e produttive che attraverso le stesse esportazioni che si possono conseguire importanti obiettivi di sicurezza legando all'Italia alla sua produzione quei Paesi con i quali si intendono allacciare stretti rapporti potesse citando il controllo sui materiali dei Paesi potenzialmente ostili
E sempre attraverso le esportazioni che si possono realizzare economie di scala superando attenuando i problemi posti dall'insufficienza del mercato interno tutto questo postulato una stella una stretta concertazione governativa che realizzi ogni possibile sinergia e consenta una solida azione di sostegno alla nostra industria analoga a quella che direi da sempre attuano gli altri Paesi
Vorrei una volta sottolineare che si tratta di uno strumento formidabile per il sostegno degli obiettivi di politica estera della difesa e industriale al quale il nostro Paese non può più rinunciare
Le sfide e il nuovo modello di difesa questa mia attenzione al problema industriale della difesa origina in particolare dalla consapevolezza della sua importanza per la nostra politica di difesa e dall'esigenza di assicurare alle nostre forze armate
Sistemi d'arma adeguati e moderni a costi sostenibili
Ed il problema della sostenibilità dei costi degli armamenti deve essere risolto se si vuole che la realizzazione del nuovo modello di difesa non corra in gran parte il rischio di rimanere sulla carta in sostanza noi dobbiamo affrontare delle sfide che richiedono uno strumento militare efficace e pronto ma che è stato fortemente penalizzato come investimenti e quindi è in larga misura da rinnovare
Per fare alcuni esempi ricorderò solo alcune delle esigenze che sono emerse o sono state confermate dalle recenti esperienze di impiego delle nostre forze armate all'estero
Per le forze terrestri è necessario dotarsi di un veicolo trasporto truppe per la fanteria meccanizzata dobbiamo ammodernare la linea carne si sta costruendo un costi costruendo una breve brigata anzi via centrata sul battaglione San Marco e su un reggimento dell'esercito la quale dovrà essere necessariamente dotata di mezzi adeguata
La Marina ha necessità di sostituire a breve l'incrociatore Vittorio Veneto mentre già si profila la necessità di sostituire due caccia classe ardito e subito dopo incalzeranno le fregate
La Renault nautiche inattesa dell'Eurofighter ha preso in leasing dei tornato dalla Raf britannica per sostituire parte dei suoi F centoquattro e si industria per allungare la vita centinaia gli F centoquattro che rimane
Il trasporto aereo a lungo raggio e assicurato da un numero limitato di C centotrenta chiaramente insufficienti per gli interventi esterni in cui siamo sempre più spesso coinvolti
Il fiduciario la ricetta fra le ha potrebbe costituire la risposta del futuro a questa esigenza
Vi è poi il settore comune a tutte e tre le forze armate dei mezzi di comunicazione comando e controllo e di intelligenza sempre più basati sui sistemi satellitari
E quelli di difesa dalla proliferazione delle armi di distruzione di massa
Ho citato solo alcuni esempi per illustrare come sia necessario poter programmare concretamente un potenziamento qualitativo sia pure ridotto ma certo tutto questo è preoccupante in vista della complessità e della onerosità degli impegni che l'Italia ha affrontato in sede internazionale e la configurazione degli impegni che vi si vanno delineando l'Alleanza vuole proiettare stabilità anche al di là dei limiti previsti dall'articolo cinque
Utilizzando tanto le forze NATO disponibili quanto gli assetti resi possibili dalla cooperazione nell'ambito della partnership for peace e con la UE lo sviluppo di questo concetto così detto del combined Joint Task Force consentendo l'associazione anche di Paesi non ed in particolare dell'ex Patto di Varsavia d'operazione di P supporto
Permetterà al tempo stesso anche il potenziamento della capacità politica oltre che militare della NATO diversamente percepita come istituzione di parte esclusivamente occidentale nel gestire le crisi
Ma evidentemente in questa iniziativa come pure in quelle possibili in un contesto UE o sotto bandiera o no
La nostra presenza e la nostra credibilità saranno funzione della capacità dello strumento che sapremo schierare
Se non sapremo farlo ne deriveranno negativi riflessi per la nostra politica di difesa e di sicurezza ma anche per la nostra politica estera complessiva nonché per la nostra economia
Le conclusioni
Lasciare che gli altri operano invece nostra può apparire come in effetti è apparso in passato un modo facile per tenersi fuori da situazione situazioni oggettivamente dense di pericoli
In realtà poi lentamente ma implacabilmente ci rendiamo conto che comunque un costo si paga
I nostri commerci
Hanno mercati internazionali sempre più ristrette le nostre relazioni internazionali si fanno sempre più evanescenti la nostra credibilità come soggetto internazionale diventa sempre più precaria
Arrivano così le conseguenze sul piano interno sia per la coesione del Paese in quanto tale ma anche non nascondiamocelo per gli effetti sull'occupazione sull'economia in generale
Vorrei attirare la loro attenzione proprio su un esercizio come la compagna gioco task force
Che cosa potrà accadere in futuro se non disporremo di uno strumento con componenti adeguatamente flessibili ed interoperabili
Quando si verrà chiamati ad agire in operazioni esterne congiunte si potrà aderire o meno in relazione alle nostre possibilità e lo sottolineo i nostri interessi
Ma questa libertà di scelta sarà veramente tale e se al nostro sì corrisponderà un contributo serio ed adeguato alle circostanze
Se il nostro eventuale non sarà il frutto di una valutazione consapevole e non il risultato di un'auto costrizione
Se non saremo in grado di fare questo di essere arbitri delle nostre decisioni altri decideranno per noi e per i nostri interessi
Per comprendere appieno il significato dei miei timori è sufficiente tornare con la mente
Alla sofferta partecipazione italiana alla guerra del Golfo alle limitazioni techno per attive che condizionarono la nostra partecipazione sia in termini qualitativi che quantitativi
Alle conseguenze i tutto ciò sull'immagine non solo sull'immagine dell'Italia
La chiave di volta dell'insieme di problematiche chiusi in qui sommariamente delineato
è una è semplice l'approvazione del nuovo modello di difesa e delle leggi ad essa associate in primis quelle sui vertici militari e sul volontaria da questo primo passo discende la possibilità di avviare la ristrutturazione dello strumento militare complessivo
E di lì per lì reperire le risorse finanziarie per avviare l'indispensabile ammodernamento dei mezzi e degli equipaggiamenti delle forze armate
Con il supporto di un comparto industriale per la difesa anche sul riorganizzato e competitivo
Ciò consentirà di fare della difesa un braccio operativo credibile a supporto della politica estera del Paese in coerenza con quella collocazione internazionale
Che ritengo competa al nostro Paese e da cui noi aspiriamo
La ringrazio
Ringrazio signor ministro
So che lei non è in condizioni fisiche tali da poter affrontare quell'ampio dibattito che meriterebbe la sua relazione
Sì ripromettiamo alla prima occasione quando ella sarà libera continuare questa esposizione e di sottoporla anche al necessario stampiamo gradito la vocazione su proposta del ministero
Modifichiamo largamente la ringrazio molto e arrivederci
Se non c'è