Presentazione della rivista "I Democratici"

Il cibo
Scritta da buongiorno a tutti e grazie al suo intervenuti lasciatemi solo ringraziare
Il dottor Roberto Guerri il Museo di Milano che ci ospita questa conferenza stampa
C'è anche un aggancio al fatto che
Siamo proprio qui lo spiegano rapidamente
Calabrese
Solo due parole per
Introdurre questa conferenza stampa per la presentazione di questo nuovo giornale democratici
Solo due parole perché sono convinto che
Può reggere meglio che parlino meno possibile pubblico lascio parlare allora e le persone
Inoltre il compito nostro nostro intento di Roberto Gulli che qui a destra Miglio non vuole tanto quello è vuole essere tanto quello di presentare questo progetto compito che sarà svolto in modo molto più soddisfacente da Alberto De Bernardi
Le prove forzabile la rivista e fra Giovanni Cominelli
Caporedattore coordinatore ma quello di esporvi brevemente le ragioni che hanno spinto due imprenditori e diventa addirittura di riferimento di questo giornale
Roberto Gulli ed io rappresentiamo due case editrici la Bruno Mondadori ricercatore
Che pur nella diversità degli ambiti di mercato
La Bruno Mondadori una casa Editrice leader nell'editoria scolastica Saggiatore invece una casa editrice che a sto punto di riferimento nella libreria sposano comunque una simile idea l'editoria senta ma almeno una vittoria che possiamo
Con umiltà definire illuminista che cosa intendo dire
Considerare cioè gli oggetti e prodotti editoriali siano essi libri o giornali non come possessore di verità assolute ma come strumenti di conoscenza
Diceva Alberto Mondadori scusatemi la citazione ma cade a fagiolo in questo caso che il libero e in questo caso per libro si può intendere l'attività editoriale in genere ha rappresentato la verità
Doveva necessariamente crollare con essa si diventa uno strumento si apre una stagione nuova e fruttuosa
D'altra parte l'attualità sociale e politica di questi ultimi anni sembra confermare ancora più fortemente l'esigenza che siano queste le scelte di fondo di ogni attività editoriale non di tutta l'attività editoriale ma di un'attività editoriale come la nostra Cardia ha come missione quella di contribuire alla costruzione di una classe dirigente di versa in questo Paese
Oggi l'esigenza dei cittadini che vogliono impegnarsi nel pubblico ancor prima che politico di possedere strumenti atti ha prendere e interpretare la realtà di questo Paese è ancora più sentito
Un esempio è un'opera che Bruno Mondadori il Saggiatore hanno realizzato insieme l'anno scorso lo stato dell'Italia quello di Paul Ginsborg creduto una larga diffusione grande successo che esattamente una testimonianza di questo tipo di esigenze
Abbiamo dunque raccolto la proposta di promotore del progetto tra il quale tra l'altro molte otto ore di entrambe le case editrici e abbiamo contribuito alla fondazione dei democratici
Abbiamo anche deciso di partecipare a titolo personale quest'impresa fondando una società autonoma per due ordini di ragioni
La prima e questa rivista ovviamente un preciso progetto editoriale e politico
Di cui parla più diffusamente trattate Cominelli ma che possiamo già fin d'ora così riassumere contribuire all'elaborazione di un impianto programmatico e culturale di una vasta aggregazione democratica via di prostituzione
Avendo come riferimento a tutti quelli che non condividono i valori e le scelte delle forze del centrodestra
è ovvio dunque questa soluzione di una società autonoma garantisce l'assoluta indipendenza editoriale la rivista
La seconda ragione di più di tipo imprenditoriale a che fare con la nostra esperienza specifica è che l'avere due editore di riferimento consente a quest'impresa un'autonomia gestionale e decisionale che è difficile trovare una società a capitale molto frazionato voglio dire poteva anche chiedere un ministro una serie di investitori anche non editoriali ma quando si ha a che fare con un progetto con un prodotto che comunque un prodotto editoriale sempre meglio avere poche persone che abbiano competenza specifica nel settore e che possano garantire un'autonomia e una velocità decisionale
Per finire e con questo chiudo e mi riaggancio a ringraziamento al direttore del Museo di Milano
Questa una proposta che se li svolge con ambiziosamente a tutto il Paese tuttavia nasce a Milano
E questo vorrebbe significare due cose
Primo innanzitutto questo giornale starà più attento ai fenomeni sociali e produttivi che ha l'alito del Palazzo e questo è il vissuto positivo che Milano ha sempre dato il secondo punto questo è una speranza che questa impresa insieme ad altre potrà forse contribuire alla rinascita di questa città
Lascio adesso la parola a Roberto Gulli che entra più nel dettaglio
Su alcune
Dati e investimenti ragione dell'investimento che riguardano questo giornale tra
Ironia cose molto brevi sotto il profilo dell'investimento
Intanto forse occorre una piccola precisazione perché qualcuno di voi mi ha chiesto allora Mondadori Bruno Mondadori fa parte del gruppo Mondadori eccetera la precisazione questa la casa editrice Bruno Mondadori è una casa editrice autonoma rispetto ad Arnoldo Mondadori
I soci sono gli eredi di Bruno Mondadori che era fratello di Arnoldo Mondadori i capitali sono assolutamente autonomi e non c'è nessun rapporto fra le due case editrici la nostra collocazione in ambito scolastico universitario e fra le primissime case editrici e contiamo ni continuare operare secondo questa fisionomia societaria resta come precisazione perché qualcuno giustamente mi ha chiesto non conoscendosi direttamente che tipo di collocazione abbiamo rispetto al gruppo secoli che avete bisogno di altre formazioni
Sono veramente lieto di dargliele sotto il profilo dell'investimento
Credo valga una considerazione evidente è segnalata dalle numerosi analisi sulle essere consumatori da noi verificata in alcune analisi qualitative che abbiamo fatto e si riferisce la escusso interesse a capire quanto sta avvenendo nel nostro Paese
Nelle diverse forme che vanno dalla voglia di partecipazione fino al tifo politico
Questa condizione fa crescere la domanda di strumenti di informazione ma anche di formazione e di partecipazione ed è in questo contesto generale che pensiamo posso trovare un suo spazio la sua utilità
La nostra iniziativa con i relativi esiti economici attesi
Qualche dato
è un mensile a un prezzo di sette mila lire per collocarci anche la faccia i potenziali lettori che a medio reddito riviste concorrenti si situano a un livello di prezzo un po'maggiore cioè sulle dieci mila lire
Una tiratura di cinquanta mila copie almeno per i primi tre numeri fino alla stabilizzazione
Con una copertura nazionale una promozione sul punto vendita all'edicola con una campagna ripetuta più volte
E un sostegno sul territorio con iniziative promosse dalla rivista soprattutto nei nei piccoli centri
A titolo esemplificativo nella prossima settimana saremo presenti con manifestazioni culturali a Milano ma anche a Trento Bologna Firenze Lecce Cosenza Palermo
Nelle settimane successive continueremo e anche in altri centri
Riservandosi la presenza a Roma con un evento politico culturale di rilievo da qui stiamo lavorando e quindi dovremo informazione non appena sarà appunto
Stiamo avviando anche una campagna abbonamenti rivolta particolarmente alle persone che operano nel organizzazioni culturale politiche sindacali che sono quelle che pensiamo possano essere di riferimento come nostro pubblico
Chi opera nella rivista operano otto persone
Nelle funzioni di redazione grafica promozione e organizzazione
E per chi fosse interessato anche a qualche dato economico-finanziario più preciso
Il punto di pareggio della sua rivista si colloca sette mila copie
Il capitale necessario di trecento milioni con la disponibilità da parte nostra De Luca Formenton è mia agli aggiustamenti e maggiori finanziamenti che si rendessero opportuni
Per la pubblicità sulla rivista opereremo con investitori con cui abbiamo già accordi quando il mensile si porterà a regime cioè come prevediamo dopo i primi due numeri
Credo che con questi dati tecnici sia ora utile capire
Qual è il nostro progetto perché sì chiamiamo abbiamo deciso troppo grandi discussione come potete immaginare di chiamarsi i democratici Alberto De Bernardi può sviluppare credo questi argomenti
Ma io libero semplicemente a
Descrive un attimo
Quindi il percorso
Chiamiamolo così ideale
Culturale ci ha portato e anche politico che ci ha portato a fare
I democratici
Ed è un progetto che nasce abbastanza da lontano nasce anch'esso qui a Milano quando un gruppo di persone
Con i quali da tempo si rifletteva su
La situazione che stava delineandosi nel non solo in Italia ma nel mondo
Era emersa diciamo una consapevolezza una consapevolezza Forte radicale
Che mi sembra ulteriormente confermata dagli eventi io sto parlando di una riflessione che facemmo tra la fine del novantadue cominciamo a fare più
Siamo più periodicamente con maggior continuità nel novantatré
La questa consapevolezza sta nella inadeguatezza delle tradizionali culture politiche
A confrontarsi con la grande trasformazione col grande mutamento di fin e secolo
Ora
Non c'è dubbio che
Il bipolarismo
Rappresentasse sicuramente un ordine del mondo
Che non definiva soltanto il sistema delle relazioni internazionali
Ma anche strutturava il campo delle tensioni politiche legittimava ideologie promuoveva tavole di valori e anche forme di militanza e forme di partecipazione politica ora il venir meno sicuramente in un altrove tangibile un altro modello un'altra civiltà un'altra società che si presentava che si proponeva come altra
Da quella diciamo occidentale
Il venir meno diciamo di questo al Trofeo carico di significati di storie di culture
A incrinato questa straordinaria e solita impalcatura fino a farla
Definitivamente cadere
E aperto una stagione di difficoltà e di incertezza sui modi e sulle tecniche di pensare il presente soprattutto di pensare il cambiamento sociale
Ora a questo punto noi non crediamo che si tratti di aprire una stagione di dialogo
è una stagione di contaminazioni virtuose
Perché per dialogare e per contaminarsi
Bisogna presupporre l'esistenza di apparati culturali precostituiti solidi affidabili Toni imparati effettivamente a rispondere alle domande del presente
Né credo che possano presentarsi a questo dialogo e a questo
A questa contaminazione le culture che apparentemente si sono salvate da questo crollo
Perché in realtà nemmeno loro si sono salvati
Nemmeno le culture dei vincitori della guerra fretta
Sono in grado a nostro Corriere di dare una risposta convincente
Alle contraddizioni ai processi incorso in questa fine di secolo
Allora io credo che
Il punto di partenza di questa riflessione sì appunto il seguente cioè
L'emergere prepotente di una necessità che è quella di re di Phil Read definire ricostruire nella intreccio e nella intersezione
Di apparati culturali in via di destrutturazione
Una nuova cultura politica
Che sappia confrontarsi con questa grande trasformazione
Cioè sia è oggettivamente indispensabile andare oltre le culture politiche esistenti
Che non appaiono a nostro modesto avviso più in grado di fornire la strumentazione teorica il quadro dei valori
Adeguato
A che cosa adeguato alla politica intendendo per politica il governo
Intenzionale dei processi sociali e il Governo intenzionale
Del mutamento sociale
Che ha indotto dalle sfide della modernità
Allora se noi prendiamo le culture prevalenti quella cattolico democratica di matrice stupì fiato quella marxista nelle sue polarizzazioni di vario genere quella laburista
Sono tutte figlie di stagioni di congiunture storico sociali
Che appartengono irrimediabilmente al passato a quel passato travolto dalla fine del comunismo e dalla conclusione di questa lunga e drammatica guerra non combattuta in maniera cruenta che attraversato l'ultimo cinquantennio del nostro secolo
Né ci pare che prese da sole
I loro percorsi evolutivi siano in grado di rispondere a questa necessità
Perché ci sembrano segnati da resistenze difficoltà mancanza di strumentazione a recepire il nuovo e da una crescente difficoltà
A fronteggiare a padroneggiare i processi in atto
è quindi indispensabile a nostro avviso andare oltre
Andare oltre ovviamente non pensando che ciò che ci sta dietro le spalle sia un deserto per questo sarebbe uniti sia culturale Matteo non c'è dubbio che quello che ci stia alle nostre spalle sia
Realtà profondamente lacerato e destrutturate
E quindi non serva in quanto tale bisogna andare oltre
Introducendo una discontinuità culturale
Che assuma come dicevo prima la modernità
Come banco di prova nel quale cimentare la possibilità la possibilità la possibilità di un governo democratico e socialmente iniquo del cambiamento
Da qui in buona sostanza la ragione
Che sta dentro di loro
Vale a dire che quello che ci caratterizza è la consapevolezza che di fronte alla governo del mutamento si legittimino diverse soluzioni quella conservatrice
Quella plebiscitaria ma anche quella democratica quella democratica che è in grado di riassorbire o può essere in grado di riassorbire criticamente la tradizione do le tradizioni politiche
Che appartengono sia quella del cattolicesimo democratico sia la grande tradizione del movimento operaio italiano e europeo
Ora cosa vogliono essere i democratici presuntuosamente compensano certi di essere il luogo dove si risolva questo problema che tra in altri luoghi ben altre
Collocazione pensiamo di dare un nostro modesto piccolo ma impegnato contributo
In questa necessità e in questo sforzo di elaborazione con una specificità
Il mettere al centro una cultura del Progetto
Piuttosto che una cultura della riflessione teorica
Una mettere al centro più la responsabilità della proposta
Che diciamo così
Lo spazio per
Riflessioni di carattere politologi fu ingegneria istituzionale
Ho uditi Oriente economici perché noi riteniamo che la politica sia questo ciò che distingua un periodico politico da un periodico culturale che siccità inventa sul programma sulla proposta
Che ovviamente non è inteso come un ingenuo e un po'rudimentale sta per fare ma è inteso appunto come sforzo di tradurre la riflessione alta degli ambiti culturali professionali
Dentro una griglia di valori e di
Diciamo di orientamenti ideali versate un appunto
Trasformare
Questo bagaglio questa elaborazione dentro la politica
Ovviamente questo ci dice punti siamo ma ci dice anche a chi parliamo perché
Noi vogliamo appartenere e vogliamo parlare essenzialmente al campo democratico c'è un campo in costruzione
Come la sua cultura è che è una vasta articolazione ora parte articolazione di forze di viventi
Di gruppi ma anche di partiti politici ai quali noi non abbiamo la presunzione di chiedere prima di parlare con lui di sciogliersi come spesso accade ultimamente no
Qualunque iniziativa culturale che nasca si pone come primo problema di sciogliere ciò che è già costruito ma noi riteniamo che invece bisogna costruire questa coalizione democratica
Che è indubbiamente il risultato sarà di un rimescolamento delle forze nessuna delle forze cominceranno questo cammino rimarrà uguale sicuramente quando il cammino sarà compiuto che poi questo cammino sia la costruzione del Partito Democratico questo siede sulle ginocchia di livello sulle nostre ma indubbiamente quello che conta è mettere in moto il cammino
Io ovviamente il nostra rivista vuole essere una rivista che parla queste forze in cammino e vuole rappresentare in qualche modo questa parte della società questa parte della società
Che si riconosce in una comune visione dell'interesse pubblico in una tavola di valori condivisi lontane ed opposta a quella della destra nazional conservatori
Ora l'ambizione Bay democratici è quell'appunto di essere un punto di riferimento e uno strumento di servizio dar la costruzione di questo nuovo patto è di questa nuova alleanza
Che probabilmente sarà qualcosa di molto diverso da un partito ma piuttosto sarà una Rete Alberta articolata di associazioni club movimenti
Lei vuole in qualche modo dare il suo contributo alla costruzione di queste forze
Di queste foto e di questa forza
Di queste forze dicevo che sono
Messe assieme che si riconoscono in una discriminante di fondo che pone al centro dell'agire politico il soggetto e la cittadinanza
Piuttosto che il mercato
In quanto tale
Ovviamente termini questo ragionamento si conclude nel fatto che se questa rivista fosse uscita un anno fa sarebbe stato diverso da come uscita dal questo avrebbe fatto probabilmente altri discorsi da quelli che fa che cerca di fare colti perché ovviamente oggi il campo democratico è chiamato a una scelta prioritaria una scelta di schieramento dell'immediato e io credo che i democratici
Consapevolmente lo si può leggere dalle l'articolo di fondo che noi abbiamo fatto abbiamo operato una scelta di campo chiara
Cioè quella di favorire l'ipotesi politica del centro sinistra incarnata nella leadership informazione di Prodi
Questo mi sembra una dichiarazione che valga proprio in questa sede a chiarire chi siamo e cosa vogliamo
Per cui la rivista nel suo piccolo sosterrà questo Progetto parteciperà laddove sarà possibile
Autonomamente si intende alla costruzione dei comitati metterà al servizio di questo processo politico le risorse culturali e politiche che si raccordano intorno alla rivista ovviamente si riserverà il ruolo di essere uno spazio critico
Ovviamente non fatto di grilli parlanti ma possibilmente se ci riusciremo vorremmo essere piuttosto il sale problematico di questo process
Ecco queste erano le cose che ci tenevo a dir iter sperando di essere riuscito in
Così poco tempo di aver non seminato invece che chiarezza confusione
Ovviamente poi avremo il tempo se sarà necessario per chiarimenti nella
Serie di domande che forse ci saranno
Ecco se tu puoi fare
Quel la rivista intende
Rispondere a tre domande che nasce sulla risposta a queste tre domande
La prima è questa che attraversa il dibattito culturale e politico del Paese l'Italia si può cambiare
Perché voi che seguite forse più di noi che sto dibattito sapete bene che c'è
Una minoranza consistente di forze intellettuali un po'dolente un po'narcisista la quale sostiene che l'Italia non si può cambiare
Che è legata al suo passato che è un'Italia viscerale trasformista tanto è vero si dice che ha votato Berlusconi
E quindi noi siamo destinati queste avanguardie intellettuali il sono contrattuale sono destinate a rimanere avanguardie
Solitarie
Abbastanza compiaciute solitarie che sostanzialmente impotente
Ecco noi siamo fuori da questo filone
Noi siamo convinti che l'Italia sta cambiando di suo
Sta cambiando senza che ci siano progetti onnipotenti e onniscienti di forze intellettuali di forze politiche il problema e misurarsi con questo cambiamento in maniera tale che il cambiamento
Avvenga nella libertà e nella giustizia
Vendite la risposta alla domanda l'Italia si può cambiare questa rivista dice sì si può cambiare si può andare nella direzione giusta la seconda domanda collegata l'Italia va a destra
Molti all'indomani del ventisette marzo di cui ieri si è celebrato non da parte nostra si intende l'anniversario l'altro ieri volte rispondono sì l'Italia sta andando a destra cioè ragionamento di cui sopra è impossibile fermare questo processo
Occorrerà molto tempo e così via
Noi sosteniamo una tesi diversa c'è stato tre anni fa due anni fa nel novantatré un referendum che chiedeva
Un controllo più diretto dei cittadini sul governo
E quindi chiede un passo indietro dei partiti chiedeva l'alternanza e quindi chiedeva conseguentemente un sistema maggioritario
Noi siamo qui a prendere atto del fatto che a questa domanda di cambiamento le forze che possiamo definire qui genericamente democratiche hanno dato una risposta una hanno fatto un'offerta bassa
Perché alla ipotesi
Di elezione diretta
Ho in qualche modo ne sono sto a
A parlare delle mediazioni diciamo politico istituzionale elaborazione politico istituzionale abbiamo risposto ancora e sempre con il governo parlamentare
All'ipotesi maggioritaria abbiamo risposto sì ma abbiamo l'abbiamo sovraccaricata crescente mente
Di aspetti proporzionali vedasi l'ultima legge elettorale regionale che si minaccia di far diventare la futura legge elettorale nazionale cioè ottanta per cento di proporzionale e venti per cento di maggioritario
Insomma io non so se l'Italia vada a destra so per certo che alla domanda alta di cambiamento e di innovazione le forze democratiche hanno risposto con un'offerta bassa
E allora l'elettorato e la gente va a cercarla dov'è o dove crede che sia
Quindi da parte nostra veniva già spiegato il tentativo nostro e di offrire contributi
Al elevamento dalla qualità dell'offerta che venga dalle forze democratiche in risposta alla cittadinanza perché se queste forze democratiche riescono in un anno o due a regalare a Fini la direzione apparente
Che però all'apparenza dei voti regalare a Fini la direzione del processo
C'è qualcosa che non va non nel popolo ma in chi doveva fare l'offerta e non l'ha fatta
Terza domanda conseguentemente come si costruisce il polo dei democratici
Se l'idea è che si mettono insieme di pezzi del centro per lo più cattolico democratico e la sinistra così come e si fa la somma difficilmente questo parlo dei Democratici andar governare il Paese
Quindi c'è un problema di culture politiche e già è stato detto ma anche di metodologia che non può essere quella classica delle alleanze di centro sinistra perché temo che sia poco affascinante per le giovani generazioni in generale per i cittadini
Quindi noi siamo molto interessati invece potremmo chiamarla la strategia dal nel tempo dalla fusione
Delle culture delle forze non so chi di voi era al Teatro Smeraldo venerdì scorso la platea e le reazioni dalla platea erano di questo tipo non si riconoscevano più delle identità orgogliose di centro di sinistra di centro sinistra di sinistra estrema casomai ci fossero stati
Cioè nell'elettorato nella gente questa fusione già comincia a funzionare noi abbiamo il sospetto che viceversa dalle forze politiche tradizionali che pure sono alle quali ne siamo amici insomma naturalmente come rivista o il sospetto che ci sia una timidezza nell'offerta di innovazione sì che questa timidezza possa esserci fatale o comunque fatale dalla storia non c'è mai nulla insomma
Non andremo al governo questa è la cosa ecco sulla parola democratici voglio dire una cosa soltanto che l'essenza di questa parola per noi è questo non il fatto che pretendiamo di essere i soli democratici ovviamente
Destra e sinistra in Italia sono sostanzialmente ormai forza democratica che si riconoscono nel gioco del sistema il problema non è più quello
Democratici per noi soprattutto per quella parte di noi che viene dall'esperienza storica della sinistra vuol dire prendere atto che il legame che una volta era quasi biunivoco tra classe rappresentanza è saltato completamente
Tutti rappresentano tutti quindi non è che uno fa presente lavoro dipendente e l'altro un altro lavoro perché se voi vedete
L'ultima ricerca cito una rivista quasi concorrente ma molto c'è il Mulino la ricerca che ha fatto il Mulino spiega come equamente gli operai votano Berlusconi votano Bertinotti vota nel PDS eccetera le casalinghe anche altri ancora lo stesso
Quindi ciò che si differenzia ormai l'offerta non è sulla capacità di rappresentare gli interessi di una classe o di ciò che viene chiamato lavoro dipendente
Sì sì differenza sul concetto di interesse collettivo di cittadinanza di responsabilità del che cosa tu sei disposto a fare per questo Paese e su questo che si decide
Il discrimine tra una forza è un'altra
Ovviamente democratici allude a una cultura politica che un po'diversa da quella tradizionale non solo comunista ma anche socialdemocratiche in Europa evidentemente peraltro ci segua il dibattito culturale politico delle forze europee sa bene che sia i socialdemocratici tedeschi che i laburisti
Sono ormai su un'onda di ricerca che è molto lontana si sta allontanando a grande velocità dalla tradizionale cultura socialdemocratica
Io credo che discorsi analoghi ma visto che c'è Enzo Balboni magari potrà dire qualcosa a lui
Discorsi analoghi vanno fatti vadano fatti per il campo dalla cultura cattolico democratica perché qui se una cosa è chiara è che in questi giorni definitivamente tramontato il mito dell'unità delle sinistre
Non dico la realtà perché non c'è mai stata perduta quarantotto in avanti non c'è più stata unità delle sinistre è tramontata definitivamente spezzata la realtà dell'unità dei cattolici democratici in politica
Che ieri Ruini ha sancito in maniera molto netta sbaglia interpretare Terzo abbiamo una destra che ha accettato formalmente le regole del gioco e quindi è diventata democratica salvo la verifica naturalmente della promessa
Questa è la partenza di qui in avanti continuare a ragionare con la logica delle vecchie rappresentanze non porta lontano ecco noi diremo nella rivista questa cosa come spiegava De Bernardi prima
Non è una rivista di politologi o non vorremmo essere questo vorremmo essere una rivista di informazione di servizio al cittadino devono impegnarsi nella dimensione pubblica in politica ai vari livelli una rivista di formazione leggera una rivista che insomma lavora sulla realtà economica e sociale produttiva del Paese e che lascia ad altri che forse hanno mezzi maggiori altre insomma il dibattito nel palazzo eccetera eccetera
In ciò noi siamo schierati cioè diversamente da altre riviste anche recentemente uscite che consapevolmente puntano a fare l'arbitro fine due contendenti insegnando a ciascuno dei due il galateo e a non fidarsi troppo per non eccetera noi non è che diciamo chiatte però noi non neanche vogliamo stare l'arbitro che sta nel mezzo
Noi siamo schierati da una parte e cerchiamo di fornire buone ragioni se l'abbiamo buoni argomenti a questa parte
Veniva già detto prima
Noi siamo un po'sospettosi di questa ideologia del dialogo perché se la cosa si riduce a dire se dobbiamo avere delle buone maniere e poco
La prima condizione del dialogo e la legittimazione reciproca e noi partiamo
Dandola per scontata la seconda ragione e fondamento del dialogo e la capacità di dire delle cose
Se queste se queste siamo in grado di dirle allora il dialogo diventa effettivo altrimenti diventa appunto chiacchiericcio di Palazzo e non vorremmo che la nostra rivista diventasse questi credo non era spiegato
Qual è la diciamo la la nostra ispirazione
Dopodiché se voi la guardate sarete un attimo di tempo vedrete che la rivista si sforza di raggiungere questi che al tipo che non abbiamo ancora raggiunto dal tuttora insomma
Cerchiamo di ridurre non allineino ma certo all'essenziale la parte di analisi politica dei rapporti politici e di queste cose e di fornire invece materiali per il dibattito programmatico per esempio il numero uno c'è un dossier su Assemblea costituente sì o no
E poi c'è una parte di ciò che noi chiamiamo monitor di servizio di informazione documentazione una parte cui teniamo molto che quella finale che si chiama spirito pubblico è una rubrica
Diciamo in senso lato di filosofia politica che si pone il problema di come con quali strumenti convalide costruire lo spirito pubblico di questo Paese del quale per quanto diciamo che in cambiamento questo Paese continua avere una qualche carenza
Su balconi rappresenta il il Gruppo dei Sette del del comitato che noi chiamiamo editoriale che è scritto lì sono un po'
Diciamo i testimonial quelli che con la loro presenza segnalano le aree di riferimento della rivista e quindi oggi le rappresenta fa presente agli altri sei
Rooney milanese dei sette presenti Balboni Barbera Giugni Manzella Parisi Scoppola e Veltroni avevo un dovere particolare oltre che naturalmente il piacere di essere a un incontro con la stampa e quindi con i diffusori
Della immagine del contenuto di questa iniziativa per essere presente oggi credo che composti a venendo fuori questa mattina il e l'idea su sosta
Ridia sostanziale ecco di una rivista che fra l'altro si va ai ai mettere in un panorama abbastanza fitto con le ultime uscite
Ed in questo settore che ha appunto alcune caratteristiche quello che io vorrei brevissimamente segnalare questo è già stato detto ma lo ripeto
Evidentemente qui c'è UNI incontro più che un dialogo alcun incontro con anche qualche modo il fatto che il portatori di argomenti che arrivano all'incontro debbono avere le ragioni per poterli portare avanti un incontro tra le tradizionali culture politiche al di là degli slogan e delle banalità ecco certamente gli slogan e le banalità non si riferiscono a alle riviste che stanno uscendo al mulino Micromega liberale eccetera ma c'è un bisogno sempre più direi serio di andare al di là anche di quanto emerge nelle negli articoli di fondo dei dei dei quotidiani pur alcuni importanti ecco perché quei tristi ci sembrano sempre di più legati al contingente entrano molto direttamente nell'agone politico del giorno per giorno del come muoversi
E allora il confronto da fare dovrebbe essere come emerge già dal primo numero di questa rivista un confronto per un progetto possibile
E da mettere in pista in tempi vorrei via avendo argomenti per portarli per per portare avanti questo progetto
Ecco io dichiaro e provengo da una cultura di ispirazione cristiana che appunto rappresentata anche non solo da me nel comitato editoriale
Che vede immediatamente già se prendiamo quello che gli inglesi chiamano the face of the record ecco quello che compare sulla faccia del documento alcuni elementi che si vanno al di là delle delle parole d'ordine in testa è nato a sinistra
Dei loro ci dice che il valore che le è stato mantenuto più fermamente dalla sinistra non comunista e la libertà e a fianco c'è una frase tolto da un bell'articolo di Stefano Zamagni sulla solidarietà come condizione perché tutti partecipino al gioco del mercato e e delle ore da maniche non sapete che è un cattolico che ha militato
Nelle fiabe del Partito socialista francese da Magni è persona che notoriamente partecipa alla elaborazione della quarta quinta sesta stesura delle quindici che sono delle encicliche papali
In materia la CEI compresa la Centesimus Annus
Ma insomma anche quella sull'aborto in qualche modo ecco se dobbiamo essere un luogo di incontro poi dirò qualcosa sull'articolo di Emma Fattorini che molto importante come il che proprio per i problemi dell'etica e con in cui ci può essere ci deve essere un confronto tra le culture
Cioè e significativo che i due orizzonti che poi sono ripetiamo sempre delle cose scontate io sono andato a riprendere per inseguire segnala cattolica diritto pubblico al primo anno e cerco ogni tanto di riprendere alcuni dei testi dei momenti fondamentali della nostra cultura politica istituzionale c'è un discorso di un Moro non ancora trentenne
è una merce aveva trent'anni esattamente il fatto nel marzo del quarantasette all'Assemblea costituente ed è il primo discorso ideologico si può quando il Progetto dei settantacinque
Che il trentuno di gennaio del quarantasette viene licenziato dall'Assemblea dei settantacinque appunto viene portato
A tutta l'Assemblea e così comincia nel Master quarantasette il primo dei discorsi fondamentali viene affidata questo giovanissimo professore di diritto di di procedura di diritto e procedura penale dell'Università di Bari che proveniva dall'associazionismo cattolico e fa il primo grande discorso ideologico e quando la parola ideologico aveva un significato forte connotativo
Dicendo che in la Costituzione si poneva in su sui due orizzonti della libertà e della giustizia sociale siamo di nuovo qui ecco la ragione per la quale il il Dossi con il quale si è iniziato anche per richiesta dei membri del comitato editoriale una riflessione è stato quello sull'assemblea costituente Assemblea costituente sì o no laddove la nostra risposta almeno la mia in modo netto e quella di altri con argomenti leggermente diversi
è quella di essere a favore di una cultura degli emendamenti ma contrari ad un'assemblea costituente perché si da apertura questo vaso di Pandora dal quale non si sa
Quali tipo di venti o di élite si possono uscire questa democrazia italiana è ancora troppo fragile per poter consentire non ha le ossa sufficientemente robuste
Per poter consentire senza timori
Per la tenuta stessa del tessuto democratico del Paese di aprire Aldus Miglio in modo improvvisato una stagione di Assemblea Costituente ancorché tutti ci dicono bello sforzo eletta con il sistema proporzionale ecco io la voglio vedere io
Un'assemblea costituente non eletta con il metro proporzionare come si chiamerebbe quindi è una concessione gradite dire
Per quanto eletta con il metodo proporzionale allora su questo argomento siamo intervenuti
Il cliente quattro cinque Fabbrini Barbera io e Manzella portando degli argomenti perché utilizzando l'articolo centotrentotto che poi in un punto della rivista viene spiegato c'è anche questa dimensione chiamiamola educativa ecco questa rivista dovrebbe essere tenuta non non puntata via l'inserto in qualche modo è stato stampato in modo che sia conservabile
C'è prima la indicazione metodologica di chi cosa e centotrentotto di cos'è un'Assemblea costituente cosa che può servire anche agli studenti universitari o comunque alle persone colte che vogliono riflettere con il proprio cervello e non semplicemente con quanto i appunto voi il maître à penser scrivono sulle prime pagine dei nostri quotidiani si faccia un'idea di quali sono i valori in gioco
Il rispetto a questo dato quindi il no la nostra ambizione è quella di riuscire a fare in questo incontro tra le diverse culture e pur mantenendo posizione differenziati ho sentito dire prima da Combined da da dare da Cominelli
Una
Versione
Abbastanza simpatetica
Come all'elezione del presidente o della Repubblica o del presepe o del capo del governo
Io per parte mia sono contrario a questa ipotesi però e quindi lo argomenta ero laddove sia possibile ed è possibile svolgerò ecco non ritengo che questo sia un elemento centrale
Dal punto di vista strategico
Di questa rivista però accetto anche che altri mi portino che gli argomenti a favore della governabilità che eventualmente transitino anche da questo passaggio istituzionale deve esserci un luogo di confronto
Serio sulle cose probabilmente questo è uno dei terreni questo della della politica delle istituzioni su quale possiamo farlo certamente sulla situazione economica e sociale nell'orizzonte di Zamagni mi sembra del tutto coerente
Siamo a favore della della competizione della concorrenza ma che sia davvero il mercato è un'istituzione insieme ad altri tre non è che la democrazia viene detto il mercato ecco
E il mercato è una una istituzione che consente alle istituzioni di politiche di essere libere di poter confrontarsi tra di loro in modi corretti l'ultimo l'ultima riflessione che facevo perché mi sembra che che questa rivista possa diventare un luogo speciale per queste per questo dialogo su materie difficile è quello alla materia dell'etica
La materia delle Chen nell'ultima pagina una un articolo di Emma Fattorini che appartiene notoriamente all'area della sinistra marxista eccetera che ragiona sulle regole
Che dovrebbero consentire di aprire un dialogo tra
Cattolici e laici anche se a me la parola laico non piace assolutamente decreto da un'altra
Vedo un'altra versione i cattolici sono benissimo cattolici laici io son cattolico laico ecco non non accetto che stai versetti del papi fatti il l'inizio della
Di liberatrice un incontro da cattolici e laici io dovrà incontrare me stesso perché ovunque si trovino progresso cattolico e laico perché il nostro vedo qui Ayrault nostro comune maestro Lazzati che era un fedele laico irretire
I fedeli laici sono sono un'altra cosa c'è questa visione soltanto italiana per cui laico So che al partito appartenente al popolo diversa sacerdote apertura citazione che è andato tutto in una direzione ma la correttezza nella terminologia di base probabilmente sarebbe augurabile ma ritorniamo alla bioetica la bioetica un terreno difficile ma su quale ci dobbiamo scabre inserire in qualche modo ci dobbiamo immettere come luogo di confronto vero ed effettivo perché sono da escludere le posizioni di quello che io chiamo tranquillamente il cattolicesimo oltranzista
Che ci sono e spesso vengono in qualche modo portate avanti soltanto a mo'di slogan ecco sono le posizioni Michelini ecco che che sono le dico perché c'è stata al Parlamento italiano è arrivata già documento una mozione del tutto ragionevole sulla quale che è stato il convergere della parte del delle cattolica con il PDS e questa e questa posizione che era l'attesa abolizione gradata approvata al Parlamento europeo due settimane prima ha meritato i rimbrotti di Buttiglione
Che linee erano dei rimbrotti più più che altro di tipo di tipo solidaristico di tipo provocava disco quesito è questo della bioetica e quindi della riproduzione assistita oppure delle delle di quanto si possa fare e di quanto non si debba fare di quale debba essere il self restraint
Dei dei medici o anche di coloro che chiedono interventi questo è un luogo nel quale entrambe le culture sia quella di sinistra eccetera sia qui disperazione marxista ho materialista ecco sia quella dall'altra parte devono fare dei passi in avanti per trovare un terreno di confronto comune che se un confronto serve questa è una delle barriere una delle frontiere sulle quali sì promuove si verifica anche un miglioramento del modo di convivenza nella nostra Susan per tutte queste ordini di ragioni c'è una particolare significativa presenza anche di intellettualità
Cattolica cattolico democratica sia nel comitato editoriale sia tra le persone che promuovono effettivamente realizzano questa rivista
Io credo che i tese larghe avvisare sono queste le domande e poi di là sarà dopo
Prego anche la prima ovvero
Avrà
Mi ha stupito perché nel comitato
Editoriale positivo dei promotori cerco da voi non c'è c'è un motivo
Presentati il teste come un organo di approfondimento politico della della sfida tra no
Così sia aggiungere una seconda domanda
Come la vostra testata ai democratici coincide con quella di una movimento politico
Quello ecco
Crea problemi parlano di una come lamentare che però presenta mai con un simbolo uguale siparietto circoli democratici venisse feci presente rimarcato
Però solo il successo spiava i democratici si è fatto e questo pone problemi oppure via ecco
Alla rivista
La questione proprio non glielo abbiamo perché non volevamo che ci fossero
Impegnati in una sfida più tipo
Politico-elettorale mentre abbiamo voluto che i suoi uomini Parisi
Ecco Patrizio Bianchi
Abbiamo puntato più su vari diciamo sull'entourage intellettuale ecco che lui fosse entrato nel nella Cosa liberale accaduto credo un anno fa quando era e quindi c'è rimasto insomma
Noi viceversa non abbiamo sollecita
Va be'il genere e vorremmo siccome di democrazia non saranno la pratica di prove chiaro non saranno sono un giornale autonomo che poi appoggia Progetto perché lo condivide
Noi debbo dire anche se la cosa non è molto importante abbiamo cominciato un anno fa a lavorare su questo progetto quando Prodi era ancora lontano elogiava chiamavamo il progetto per la rivista di democraticità a giugno dell'anno scorso
Questo credo che abbia la risposta un po'anche
Però per l'avvenire
E noi ci siamo trovati Masi faticano a far parte intervento a gamba tesa percorrevamo impedirlo
Non credo che ci creerà problemi particolari suppongo che poi l'evoluzione successiva del quadro politico
Probabilmente farà sparire quella sigla lì entra la nostra credo che sopravviverà al quadro politico se poi invece l'intero Polo ai democratici questo non potrà che far piacere
Ci sono altre domande
Concerto sviluppi esso vediamo come quotidiani le riviste esistenti fanno politologi
Premesso che l'opportunità sto più utili
In questi dibattiti sinistra centro centro sinistra il dosaggio
Vedo convincere sulla Bettina c'è una citazione di cani
Che non è un mostro con l'avvocato
Ecco non so per esempio liberal uscendo ha subito
Puntato l'indice sulla cosiddetta deriva elitaria risulta
Dell'assegni voi avete diciamo così avete
Un avversario da battere già
Vostro percorso diciamo
Io
Su questo vorrei fare una riflessione che interessante credo che uno degli elementi che emerga sfogliando la rivista e che non c'è un articolo contro Berlusconi
E credo che sia dominato pochissimo Berlusconi nelle pagine la nostra rivista
Questo non significa che non c'è non sia questo il nostro avversario però non tanto Berlusconi quanto piuttosto io credo un progetto di ricostruzione della società e della del sistema politico e istituzionale italiano cioè noi oggi siamo chiaramente di fronte a un bivio
C'è stato una destrutturazione disintegrazione sfaldamento del vecchio sistema politico del vecchio quadro discussione che istituzionale e indubbiamente anche delle modalità di integrazione sociale
Che hanno caratterizzato la storia dell'Italia postbellica
Ecco la ricostruzione di questo di questa nuova Italia può seguire diverse strade
Ma direi che può seguire essenzialmente due non è che posso seguire ottanta è una strada è chiaramente quella che oggi indica la destra e io quando parlo di destra parlo di qualcosa che non ha una sigla politica a te che mi sembra però l'humus che tenga insieme di fatto tutto il tavolo berlusconiana
Dal quale io sono anch'io dell'avviso che sia molto difficile distinguere specchi conservatorismi da nuove destre di ogni genere no c'è un impasto culturale che ha una ricetta per l'Italia
E questa ricetta per l'Italia secondo me non è difficile da
Delinea innanzitutto a è una ricetta che sul piano della collocazione internazionale dell'Italia accetta che valorizza il suo essere ormai un'Italia di serie B
Quando le facciamo l'elenco DVD spediti siamo Threat Weah eccetera L'Italia di Berlusconi prende atto come siamo due a soli
E quindi è chiaro che in un'Italia di due a la politica economica si fa in un certo modo la collocazione europea in un altro modo la politica monetaria in un certo modo
Io credo che invece l'altro cammino sia quella di dire che l'Italia sta dentro un quadro europeo e punta ad essere crea il che vuol dire che noi dobbiamo ricurvi lanciare la costruire una politica industriale di questo Paese non c'è stata ricostruire il mercato
Che in Italia è stato sempre altamente perché noi viviamo da un sistema di protezionismo statalista in cui il capitalismo italiano sempre più impudente si è sviluppato grazie a questi essenzialmente
C'è un problema di ridefinizione dell'assetto del rapporto tra Stato e mercato
Ecco tutta questa questione
Definisce due campi di gli interventi non c'è dubbio che la differenza fondamentale dei nostri avversari subite a di democrazia solo vogliamo una democrazia pluralista perché vogliono tutti ma c'è modo e modo di volere una democrazia della partecipazione
Una democrazia delle libertà una democrazia del pluralismo effettivi basta guardare le questioni che hanno a che fare col sistema delle televisioni
Ci sono dei nodi effettivi che stabilì definiscono un campo rispetto a un altro
Dentro questo campo però io credo che ci sia un problema di
Lunga lena
Cioè uno dei difetti e quello di
Credo demonizzare Berlusconi perché il problema non è questo cerco di capire che oggi la competizione politica avviene tra due campi in costruzione dal quello che modestamente penso e che il campo nostro lo vedo meno costruito più in costruzione più in cantiere ancora
Tutto da farsi mentre d'altro canto anche se meno costruito di quel che appaia mi sembra comunque in uno stadio più avanzato del suo processo di ridefinizione qui da questo punto di vista l'avversario credo sia quel progetto e quel campo politico all'interno del quale personalmente
Berlusconi lo vedo come una variabile accidentale no non come l'oggetto del processo e più complesse e più articolata
è stato un catalizzatore fondamentale per mettere in moto la creazione di una destra conservatrice in questo Paese ma sicuramente all'arrivo del cammino
Le faccio il volti le leadership reali dove saranno quelle che appaiono oggi
No volevo rispondere anche lui invece per quel che riguardava la questione della degno della politica gli atti tu mi sembra una cosa importante
Pascoli
Cristologia perché dicevo che lo avevo detto questa questo della Polito Lucia rispetto alla politica perché secondo me è importante se lo guardiamo delle riviste di amici che che noi leggiamo quindi non è una questione polemica quella che io sto affrontando perché siamo unisex no o pensiamo anche i liberal sono appunto riviste politologi cioè dove tutta la discussione è rivolta alla definizione di un campo astratto di forza all'interno del quale collocare presunti process i processi però in realtà sono altri
Alla politica e a questi processi che si deve astenere e in qualche modo deve cercare di penetrare a discussione appunto tutta astratta delle se la come dovrebbe esser la sinistra come dovrebbe esser la destra cioè tutto questa riflessione internazionale diciamo intellettuale di matrice politologo cita a secondo me ha avuto una grande importanza per rimettere in circolo idee che erano state messe in come dire in del dimenticatoio appunto le idee istituzionali ma oggi però è in una sorta di come dire di circolo vizioso
Che consente la costruzione di prodotti editoriali
Che io non vorrei perché non vorrei far polemica definire inutili perché non è questione di inutilità ma che non hanno un'accentuazione rivolta al servizio effettivo che noi dobbiamo fare a chi a quella minoranza virtuosa
A cui noi ci rivolgiamo
Che questa minoranza che oggi sente il bisogno di una partecipazione politica più strumentata
Di quella che possa diciamo esprimere autonomamente ogni individuo che decide di partecipare all'azione a una tutti in generale all'azione politica
Quindi nostra ambizione è appunto quella di evitare di fare una rivista di politologi che non vuol dire che non ci avvarremo di politologi no ma si tratterà di strutturare il campo delle risoluzioni delle nostre risoluzione in funzione invece per la politica che della politica pratica
Intesa come invece campo nel quale si definiscono programmi e progetti
Carollo volevo fare una risposta con cui nel fare alla sua sul problema di chi all'avversario in una parola sola
Dal mille settecentottantanove hanno primi fra la Rivoluzione francese fino agli anni Sessanta responsa eccolo
Dire forze democratiche di sinistra con le varie innovazioni
Noi rischiamo di entrare in questo secolo con collocazione opposta cioè che la sinistra le forze democratiche non siano in grado di guidare i processi di innovazione quindi l'avversario dal punto di vista sono in generale la destra politica e le forze conservatrici anche all'interno del nostro schieramento
Avversario paradossale
Benissimo nemico tanto più insomma cioè quelli con il quale discutiamo polemizziamo perché la posta in gioco è proprio questa che si entra nel Duemila con le forze dalla destra in Europa in giro penso l'America penso all'ingresso che guidano i processi di innovazione e le entrate del nuovo secolo
E noi abbiamo perso questa guida alla fine fra gli anni sessanta e gli anni settanta la Thatcher e Reagan hanno segnato fa questa cesura questo è il problema questa rivista non risolverà da sola
Però per sperare
C'è altro prego
Via
Credo che probabilmente la cottura di questo schieramento nel medio periodo comporterà sicuramente una riorganizzazione delle forze in campo
Che probabilmente avrà come esito quello che molti dei partiti e dei movimenti che sono diciamo all'inizio della corsa no arriveranno alla fine del cammino che noi pensiamo non possa essere brevissimo
Diversity modificati
Completamente ridefiniti quello che invece noi respingiamo e l'idea che i partiti movimenti che esistono si debbono sciogliere per cominciare a correre
Questo è una ipotesi
Dividiamo nel senso che ci sembra velleitario da parte un gruppo di intellettuali
Se pure impegnati in politica chiedere a forze che rappresentano milioni di italiani no
Che del diciamo un atto di questo genere che non avrebbe senso che sarebbe rischiosi
Quindi non si tratta di dire che i partiti in quanto tali
Risultato finale del processo
Quello che essi quello che non si può immaginare che si cominci una corsa chiedendo agli attori che devono cultura di legarsi in quanto sa a questo vorrei aggiungere però una riflessione Cina
Di pochi secondi
Che ha fatto
Un grande storico inglese che si chiama gioco Barrack
Trent'anni fa
Quando gli chiedono ma lei condizioni i partiti politici lei che ha scritto tante cose sulla i partiti insomma essi hanno fatto fallimento
L'Europa perché si parla la più
E in tutte le democrazie la formazione dei partiti che è una cosa tardo ottocentesca ha prodotto negli anni sessanta e settanta fenomeni partitocratico più o meno gravi
Io di clientelismo scettici talora Barack era un liberale inglese
Dice questa fece questa riflessione molto intelligente dice
Il società di massa nelle quali noi viviamo l'alternativa non è una democrazia alcuni partiti o una democrazia senza partiti l'alternativa è una democrazia con più partiti o un sistema con un partito solo
Allora tutta la riflessione sui partiti politici sulla partitocrazia deve partire almeno nella mia testa parte con questo dice a un po'
Sì ero di fondo cioè stiamo attenti a pensare che noi possiamo ricostruire un sistema democratico
In una società complessa come quella italiana cioè di uno dei primi dieci Paesi del mondo immaginando che le forme della partecipazione non esista o che siano affidate a forme di organi
L'azione che alla fine noi non possiamo che chiamare dei partiti già partiti diversi da quelli che storicamente si sono determinati ma sicuramente forme partito nuovo che rappresenti lo ciò che i partiti
Avrebbero dovuto essere nella Carta costituzionale cioè se elettori degli interessi e organizzatori della partecipazione che questo processo si concluda con dei partiti che abbiano le sigle chiamo ora io sono convinto questo non accada no ma che però alla fine noi avrebbe una democrazia strutturata nella quale dei partiti che siano questo si contendono o la guida politica del Paese questo io lo penso fermamente
No altri
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Va bene così
Rinfresco colpire