Colonialismo e Fascismo. Eredità difficili in Italia

Buonasera tutti io sono Patrizia Luciani la direttrice della Biblioteca vi porto il saluto urto
Nel nostro istituto alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea saluto voi che siete qui in sala saluto chi ci segue via Facebook e saluto e ringrazio
I relatori che sono qui al tavolo che poi adesso vi presenteremo l'incontro di questa sera rientra nelle attività al punto della Biblioteca di storia moderna e contemporanea che come molti di voi
Che ci frequentate sanno è un luogo dove oltre a rendere diciamo così da rendere consultabili le raccolte che noi conserviamo nelle nostre sale studio
Con un orario di apertura e quant'altro che cerchiamo di continuare a tenere anche con molta fatica visti i tempi di difficoltà e scarsità del personale però questo è un luogo che per tradizione è anche un luogo di un incontro dibattito discussione sulle tematiche
Storiche e quindi in questa sala si svolgono spesso conferenze presentazioni di libri convegni seminari a cui insomma molti dei presenti di stasera hanno hanno partecipato il partecipano allora questa sera un incontro molto interessante sul tema colonialismo e fascismo
Eredità difficili in Italia e questo tema diciamo così verrà e discusso ed esaminato a partire dal due volumi che questa sera presentiamo che sono entrambi uno è di Carver nel monte un altro a cura di Carmen Del Monte sono arte e colonialismo in Italia oggetti immagini migrazioni mille ottocentottantadue mille novecentosei e l'altro eh e difficoltà è un intenso le aste online il suo fascisti Earhart e in Architecture
Silvana Editoriale
Del due mila ventitré allora il primo quello sul l'arte del colonialismo
In Italia nel periodo dell'Italia liberale appunto fine Ottocento è proprio un libro di Carmen Belmonte che è una storica dell'arte che insegna all'università e ricercatrice all'Università di Roma Tre
E questo credo sia il frutto delle sue che tesi di dottorato insomma e quant'altro invece il secondo libro un libro curato appunto da Carmen Belmonte ma che raccoglie saggi di Diversi autori internazionali ma anche con un taglio interdisciplinare cioè di varie discipline a confronto
Ed è il frutto diciamo il risultato di un di un incontro di un seminario di una conferenza che si era tenuta nel marzo del due mila diciannove
Sia all'American Academy sia alla videoteca si Anna Max Planck s'institute infatti credo che il volume proprio nel nella collana della della biblioteca Gherzi Anna allora sì di introdurrà poi sul tema di questi volumi la la nostra coordinatrice di stasera che Paola Salvatori che saluto e ringrazio Paola anche lei devo dire un diciamo così affezionata utente di questa biblioteca sia nelle nostre sale studio spesso lì a lavorare ma anche partecipa come autrice come relatrice a queste a queste conferenze è una studiosa del fascismo insegna alla Università Normale Superiore di Pisa
E vi già vi annuncio che presenteremo qui credo il mese prossimo a maggior ventinove maggio
Un libro che ha lei curato e che è proprio dal titolo costruire la nuova Italia muniti di Roma e del fascismo quindi rimaniamo sempre un po'su questi temi poiché saluto e ringrazio Maria Grazia Messina né ci fa davvero piacere avere quindi che è una storica dell'arte importante assai nota era stata allieva di Argan ha studiato alla Sapienza poi ha insegnato in molte università no a Roma a Venezia
Dove Firenze pazienza sono stati gli ultimi anni ma anche altre ho letto a Macerata Treviso eccetera
Quindi è una storica dell'arte insomma di di grande di grande rilievo e quindi ci fa piacere che sia qui proprio perché visto che parliamo di eredità culturali anche di
Oggetti immagini che rimangono di patrimonio è giusto che ci sia appunto una discussione interdisciplinari e quindi abbiamo qui degli storici e e degli storici dell'arte e poi abbiamo Simona trovino anche lei un'amica affezionata di questa biblioteca e devo dire che lei una storica insegna all'Università dell'Aquila
Ha scritto dei volumi proprio sui temi del patrimonio culturale il suo primo volume era la patria la memoria Tutela patrimonio culturale nell'Italia unita e poi più di recente ha costruito ha scritto un libro pietre di Oltremare riscaldare conservare immaginare l'intero mille ottocento novantanove mille novecento quaranta quindi appunto è una studiosa proprio di queste tematiche del della conservazione del patrimonio culturale e della storia insomma di come sia sviluppato il questo patrimonio anche al di là dei nostri confini e tra l'altro anche lei ha scritto ora un un saggio in un volume che presenteremo di nuovo qui a breve
Che sempre su queste tematiche sui rapporti questo simpatico è sulle porti tra fascismo romanità ed è noi figli di Roma fascismo vento della romanità
Insomma il tema è di grande interesse le nostre relatrici sono assolutamente delle su per esperte di questi argomenti e per cui voglio solo Diaco dirvi che vedete
Dietro per la proiezione di questa immagine che entrambi i libri hanno un bellissimo apparato bibliografico Noviglio Carlo scusate iconografico come è giusto che sia
I libri di questo genere quindi adesso io auguro buon lavoro e lascio la parola Paola Salvatori che introdurrà sul tema grazie prego Paola
Buongiorno a tutti desidero innanzitutto ringraziare la direttrice Patrizia Rossani per l'ospitalità che anche oggi ci dà presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea
Ringrazio con le colleghe professoresse Maria Grazia Messina Simona trovino per gli interventi che seguiranno e ringrazio soprattutto Carmen Del Monte che cita l'occasione oggi è di incontrarci
E di riflettere insieme sul tema colonialismo e fascismo eredità difficili in Italia si tratta di un tema molto importante e anche molto attuale
Che trascende interessa sì e gli ambiti storico-artistici Carmen Del Monte come ha già detto la direttrice Patrizia Luciani è una storica dell'arte contemporanea
è un tema che in realtà trascende anche gli interessi e gli ambiti della di quella che potremmo definire storia Turroni della storia contemporanea
Quello del rapporto fra colonialismo fascismo ed eredità sia materiali sia ideologiche è infatti un tema che si riveste di significati politici nel senso più alto il più antico del termine
Io qui oggi mi trovo nel ruolo di coordinatrice non voglio quindi togliere spazio né alle relazioni delle colleghe nere all'intervento di replica di Carmen Belmonte me alle alle auspicate domande del pubblico in sala
Però una brevissima introduzione nella quale cercherò di di sottolineare i fili intellettuali che negano i due volumi che hanno ispirato questo incontro
Il primo volume quello di cui Carmen Del Monte è autrice si intitola lo ricordo
Arte colonialismo in Italia oggetti immagini migrazioni mille ottocentottantadue mille novecentosei edito da Marsilio nel due mila ventuno
Si tratta di un libro molto importante e anche molto ben scritto io ci tengo sempre quando trovo dei libri ben scritti a sottolineare questo aspetto
Perché più vecchio più sono persons personalmente ossessionata dalla bella scrittura che è sempre più rara credo fortemente nel fatto che una bella scrittura
è quella che dà il risultato di bei pensieri oltre a essere il risultato di bei pensieri e questo è un libro che testimoni esattamente l'intreccio tra una scrittura di qualità e una ricerca di qualità
Il libro l'esito di un lungo e articolato percorso di ricerca dell'autrice
Avvenuto sia in Italia sia all'estero
Carmen per Monti ha iniziato a lavorare su questi temi negli anni in cui ha frequentato la scuola di specializzazione presso l'Università di Pisa
E il dottorato di ricerca presso l'Università di Udine
Le tante e prestigiosissimi istituzioni presso cui Carmen ha proseguito il suo lavoro e che hanno portato alla nascita di questo libro
Sono moltissimi appunto non possono quindi essere citate tutte in questo contesto ma certamente la varietà gli ambienti intellettuali con i quali l'autrice ha collaborato negli anni hanno dato a questa ricerca un respiro culturale molto ampio e anche molto raro
Si tratta infatti di un volume nel quale vengono affrontati aspetti della storia culturale e politica italiana di lunghissima durata in realtà che vanno ben oltre l'arco cronologico coperto teoricamente dal volume sesso
Un esempio tra i tanti che si potrebbero fare della lunga durata dell'oggetto di ricerca anzi degli oggetti di ricerca deliberò è quello interessantissimo che riguarda la ricostruzione letteraria e iconografica per assenza
Che Carmela fa di quel cosiddetto compresso diamo atto che esplose con la disfatta del mille ottocentonovantasei e che sarà poi una Montis della vita politica
Intellettuale ideologica e coloniale italiana almeno fino alla riapparizione dell'intero sui colli fatali di Roma per opera di Mussolini Duce del fascismo nel mille novecentottantasei
Ecco Carmen apre il suo libro con una suggestiva citazione tratta dalle Memorie di Ardengo Soffici che furono pubblicate nel mille novecentocinquantadue con il titolo passi tra le rovine
Una citazione nella quale Soffici ricorda una un episodio della sua giovinezza quando aveva soltanto diciassette anni
Un episodio durante il quale un episodio specifico punto di di cui che passeggia per le vie di Firenze e apprende dal vociare delle persone attorno a lui con sgomento e con angoscia della sconfitta italiana ad Adua
Dopo essersi giustamente soffermata su questa ricostruzione a posteriori ma assolutamente credibile di un protagonista del tempo una ricostruzione della nascita indiretta appunto del Complesso di ardua
Carmen Belmonte ci dimostra come da un punto di vista iconografico sarebbe più opportuno parlare di un complesso di Dogali legato quindi alla precedente disfatta datata mille ottocentottantasette
Ora queste foto della ricostruzione di un complesso comunque di inferiorità coloniale non importa se di Adua o di Dogali
Che sarà figura peculiare di tutta la storia coloniale politica italiana è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare di questi racconti di lungo periodo che si possono trarre da questo libro
Intrecciando fonti ovviamente soprattutto iconografiche ma anche letterarie documentarie giornalistiche
L'autrice ha ricostruito i canoni artistici e iconografici delle rappresentazioni mentali coloniali italiane
Con una scelta di finanza cronologica molto originale e raffinata
Carmen Belmonte ha infatti dedicato la sua attenzione
Ecco infatti ai convulsi anni assestati davanti al microfono che vanno dalla inizio dell'avventura coloniale italiana quindi nel mille ottocentottantadue con la con l'acquisto della baia di Assab nel Mar Rosso fino teoricamente al mille novecentosei dico teoricamente perché in realtà il libro si spinge ben oltre la data scelta e che appare sulla splendida copertina
Nel volume noi troviamo continuamente gli esiti di queste politiche coloniali italiane parlo al plurale non per caso uno per errore
Noi troviamo gli esiti dell'intreccio tra arte e colonialismo in Italia ben oltre mille novecentosei in vari capitoli in vari momenti del racconto di Carmen noi troviamo proprio quell'arte arrivai che sarà oggetto dell'altro Comune che oggi presentiamo curato sempre da Carmen Belmonte
E intitolato ha difficoltà Heritage de After line si fascista era architetto
Il libro questo secondo libro caratterizzato anche questo da una splendida copertina si tratta di due pubblicazioni molto pregevoli anche da un punto di vista editoriale grafico di qualità delle riproduzioni fotografiche
Il libro dicevo è stato pubblicato con Silvana Editore nel due mila e venti trent'
Da parte della serie studi della Biblioteca Hertziana diretta da Tania Michal Ski e Tristan mendicante
Ed è l'esito di un importante convegno omonimo che si è svolto nel marzo del due mila diciannove tra American Academy di Roma e Biblioteca Hertziana Max Planck Institut si compone di tredici saggi affidati non solo storici dell'arte ma anche esperti di altre discipline sia italiani sia stranieri
E si sono introdotti da un interessantissimo saggio della curatrice
I saggi si occupano di temi che come ho detto all'inizio di questo mio breve intervento trascendono questioni di tipo meramente storico artistico o meramente storico ma vanno al nucleo secondo me vanno all'essenza dell'identità anche è un termine di uso molto poco e non volentieri
Perché apre delle voragini storiografiche sì filosofiche che non non non siamo in grado di colmare tra l'altro in termini molto abusato
Ma in questo caso io credo che sia giusto dire che questo volume bah nelle senza dell'identità dell'identità dell'Italia repubblicana democratica e antifascista in teoria antifascista così come è nata dopo il ventennio e più di dittatura fascista
Sono saggi che toccano questioni legate a un patrimonio definito sin dal titolo difficile
A mio avviso è molto apprezzabile per questo concetto di patrimoni difficile di difficoltà Heritage ricorra all'interno del volume anche associato a un punto di domanda
è molto apprezzabile perché questa questa questo porsi una domanda complicare il quadro e soprattutto libera la materia del libro
Da un facile semplicistico rimando alla ormai onnipresente fa commi presente categoria di Tanzi al capo al Tour
Sono saggi che coprono la questione delicatissima delle eredità del fascismo eredità materiali e quindi visive
E quindi storiche e quindi a a rischio di normalizzazione ideologica e di crisi della memoria rito riprendo qui il titolo di un paragrafo di una utilizzato da una delle autrici dei contributi Giuliana ieri e sono saggi che intrecciano con grande raffinatezza la questione della eredità fascista e dell'arte contemporanea
Che è una questione molto attuale in realtà non è una questione dei nostri giorni ma è una questione che storiografica niente è stata studiata dagli storici del fascismo e considerata come oggetto di ricerca e di riflessione almeno dalla metà degli anni Settanta
Ma indubbiamente oggi è una questione investita di urgenze anche politica molto evidenti
A brevissimo al presso il Mart di Rovereto aprirà una mostra proprio sul rapporto fra arte fascismo che nasce da un'idea di Vittorio Sgarbi e che sarà va be Vittorio Sgarbi sapranno in questo momento le le mostre del Mart di Rovereto quindi diciamo non non è
Non è qui ci hanno colpito avrebbe da dire comunque sarebbe interessata interessante capire il tipo di non solo di allestimento storico artistico ma proprio il racconto storiografico che verrà proposto ai visitatori
Io quello che vorrei dire senza soffermarmi ulteriormente è che tasse storica del fascismo da storica delle politiche culturali e artistiche del fascismo ho trovato enorme beneficio dalla lettura dei due volumi di Carmen
E ho trovato enorme beneficio soprattutto dalla lettura ravvicinata di questi due volumi
Perché quello che emerge con una sorprendente limpidezza è che questi due libri che nascono da due occasioni molto distanti e che sono stati anche pubblicati in anni comunque distanti
Sonore se letti consequenzialmente sono realmente delle tessere di un di uno stesso mosaico per usare una metafora abusata
Perché pur coprendo cronologicamente due momenti della storia unitaria italiana che hanno uno iato in teoria infatti nessuno dei due libri si parla di direttamente diventano fascista
Il primo si chiude in teoria ben prima della marcia su Roma il secondo si apre sempre in teoria dopo il venticinque luglio quindi in una lettura consequenziale di questi due libri noi teoricamente non andiamo a leggere nulla superino fascista
Eppure questi due libbre sono due libri anche e mi verrebbe da dire soprattutto sulla storia dell'Italia fascista
Parlando di arte e politica dell'Italia liberale il primo e di arte politica dell'Italia repubblicana il secondo entrambi parlano dell'Italia fascista
Allora quello che emerge mi chiudo qui questa mia introduzione è che secondo me noi siamo ancora una volta grazie a questo lavoro di Carmen Belmonte
Il siamo costretti a smentire quanto Benedetto Croce aveva affermato nel suo celebre discorso tenuto a Bari il ventotto gennaio del mille novecentoquarantaquattro
In occasione del primo congresso dei partiti uniti in i comitati di liberazione quando aveva affermato e cito è vero l'Italia ha avuto venti anni di una triste di una vergognosa storia ma l'Italia avuto altresì secoli in millenni in cui ha portato grandissimo contributo alla civiltà del mondo
Che cosa è nella nostra storia una parentesi di venti anni ed è poi questa parentesi tutta Sarita Diana o anche europea il Mondiale
Ora io credo che la ricerca pluriennale di Carmen Del Monte i due volumi di cui oggi discutiamo
Dimostrano ancora una volta come non sia possibile accogliere il drammatico e anche comprensibile considerando il momento in cui fu scritto discorso di Croce
Perché proprio un'analisi delle dinamiche culturali e storico artistiche sia del quarantennio precedente la marcia su Roma
Sia dell'ottantenne un successivo alla caduta del fascismo ci confermano che il fascismo non fu una parentesi
E che in ogni caso e qui aveva ragione Benedetto Croce non riguardano soltanto la storia italiana ma riguardo anche quella europea e quella mondiale
Io appunto da storica del fascismo ringrazio moltissimo Carmen per queste ricerche che sta facendo che sta proseguendo perché può consentono anche agli storici della cultura fascista di trovare confusa conforto conferma a determinate impostazioni storiografica lascio adesso la parola alla professoressa Maria Grazia Messina e ringrazio ancora una volta l'autrice per i libri
Sì
Allora si è detto che il libro sull'arte colonialismo il prodotto di una tesi di dottorato una tesi di dottorato di cui il ma fatto un plauso sia il relatore che ha candidata per aver pensato già apparecchi parecchi anni fa
Quando ancora non si parlava fatto di studi postcoloniali di abbordare questo argomento è un argomento che peraltro è un atto dovuto questo è un libro dovuto perché e se tanto si è detto sulla politica coloniale italiana mi sembra no grazie agli studi di Angelo Del Boca di Nicola Labanca mancava completamente è un apporto di ricostruzione e messa in questione dell'immaginario visivo
Che ha accompagnato come orizzonte di riferimento
E tutta questa avventura che già nel momento stesso del suo primo svolge stage anni ottanta novanta è stata oggetto in Italia di un fortissimo anche fronte di dissenso e di polemica
E un orizzonte visivo un te si poteva forse pensare di poter ricostruire abbastanza agevolmente se fosse stato possibile accedere agli archivi quelle dell'Istituto italiano per N
E l'Africa o ed è l'Africa orientale
E naturalmente quando Carmen ha iniziato a lavorare era chiuso cioè si trovava tutto in deposito presso il ministero degli Esteri nonostante vari tentativi è stato impossibile riuscire a forzare
Allora anche in questo caso e c'è qui una metodologia di ricerca tale da lavorare su archivi parallele di crociati e tali da poter ricostruire in assenza il materiale che non si era potuto consultare
E questo ha portato intanto al scoperta di inediti questi sono anche stati molto importanti per la ricerca il diario del pittore Cammarano nella sua residenza nella quella che sarà poi la colonia dell'Eritrea
Nando sullo scorcio degli anni ottanta e novanta
Quando lavora al suo grande dal bozzetti preparatori prezzo grande quadro sulla battaglia di Dogali
E poi delle interventi di Diego Martelli ricordato più che altro come
E compagno di strada dei Macchiaioli ma molto vicino a fattori
E che e ci si viene a inquadrare anche il ruolo di dissenso che in questa creazione di un immaginario visivo
Favorevole all'avventura coloniale ed invece la il ruolo di un pittore un pittore che di battaglie per eccellenza che era Giovanni Fattori che essa doveva essere il buy pittore delle battaglie risorgimentali forse poteva essere quello delle battaglie coloniali invece
Li affrontò in in tutt'altro modo
Allora quindi antenne perspicace incapacità di ricerca diramata e poi presupposti metodologici subito individuati molto importanti
Cioè ci sono due fari qui che hanno un po'indicato la ricerca cioè i lavori di Anna lei Durst Manna alla coppia gli studiosi tedeschi che ha lavorato soprattutto sulla costruzione le modalità di costruzione del tempo della memoria collettiva e e dall'altra parte invece i lavori del francese Pierre Nora sui dire della memoir i luoghi della memoria
Diciamo all'immaginario visivo e che è stato così ricostruito
E di importanza fondamentale in quanto lasciatemi spezzare una lancia su una storica dell'arte lavora in un consesso di storici e so bene cosa fossero perché mio marito era uno storico abbiamo avuto sin troppe discussioni spesso perché non intendeva l'immagine come una fonte storica non verbale mentre invece l'immagine non è soltanto una fonte storica all'immagine per me storica dell'arte c'era una sua qualità propositiva che proprio nel suo linguaggio in come è congegnata
Allora
Le immagini non non si sono una prodotto derivato o subordinato di discussioni politiche di narrazioni ideologiche
E di egli e diciamo un ma formazione culturale già costituita le immagini sono protagoniste
E anzi fortemente fattrici proprio di narrazioni ideologiche e di posizioni e di successive
Dibattiti culturali hanno un ruolo diciamo propulsore spesso e questo è quello che ha ben chiarito Carmen con questa ricerca assolutamente diramata
Di fonti che visive che hanno accompagnato questa vicenda fin dalla metà degli anni ottanta i principalmente con un vertice sicuramente quando si è trattato di illustrare la battaglia
Insomma la cosiddetta battaglia all'agguato di Dogali delle mille ottocentottantasette e siamo oltretutto in un periodo interessantissimo perché specialmente nell'Italia da poco unità anti si assiste a una prima esplosione ma veramente forte di quella che è l'informazione massmediatica attraverso la pubblicistica stampa cioè c'è un rivista L'illustrazione italiana che avrà aveva il ruolo che poi avrà successivamente alla Domenica del Corriere possiamo dire
Proprio di divulgazione a livello del grande pubblico degli eventi e soprattutto di e dare un frame una cornice e di racconto di narrazione questi eventi
Che ne costituisse poi il Nervo diciamo di sottostante apporto ideologico
Quindi questo è molto interessante un altro elemento interessante riguardo la costruzione di questo immaginario visivo è l'antitesi che si tiene a costruire fra fonte fotografica e fonte invece visiva affollata affidata alla grafica d'autore cioè litografia xilografia incisione comunque poiché riprodotta nelle riviste appunto di grande divulgazione
E diffusione massmediatica
Sì ci sono qui due storie che sono accennate dalla da Carmen cioè da una parte e l'Africa che poi i e quella prima degli contatti cioè questa zona appunto all'Africa pende a destra Eritrea i confini dell'Abissinia
Che quella prima sondata dalle missioni dalle spedizioni commerciali e dalle missioni scientifiche e poi dall'occupazione militare e che poi porta nel mille ottocentonovantuno alla fondazione della colonia Eritrea con governatore Ferdinando Martini di cui abbiamo anche un diario che saluta mente negativo
Dal qui certamente la fonte di documentazione usata proprio anche queste situazioni è quella della fotografia ormai largamente affermata da quasi diciamo più di qualche di quarant'anni
E è una fotografia inquisiti di cui si riteneva indiscutibile valore esclusivamente oggettivo fedele a verità e documentario quindi de impiegata in termini positivisti
Veramente come elemento di rilevamento e registrazione del territorio
D'altra parte abbiamo invece la costruzione di un orizzonte visivo
Mitico possiamo dire Milito fra virgolette
Perché affidato questo tutto alla grafica d'autore quindi all'incisione quindi alla costruzione artata di di un'immagine che può avere una fonte anche iniziale fotografi chiama
Che serve unicamente come un primo spunto
Ma lunedì che poi è quella che ha
La massima diffusione a livello del grande pubblico grazie appunto
Alla riproduzione di questo materiale di queste stampe nella pubblicistica di massa non soltanto periodici come l'illustrazione italiana
Ma anche di ci sono del secondi anni Ottanta subito intorno a Dogali prima di Argo tutto una serie di pubblicazioni di dispense le sorti di fra gli otto undici
Appuntate può molto popolari che illustravano al grande pubblico le diverse vicende
Di questa di questa avventura allora è così che due eventi disastrosi due sconfitte a cominciare da quella di Dogali
Dovute sono sono io che lo devo dirlo ma penso probabilmente ai rigori di valutazione del nemico a evidenti errori a Rory tattici vengono completamente ribaltate
Aduso appunto della ricezione del grande pubblico in eventi che sanzionano ancora una volta questo è eroismo questa capacità di battaglia di resistenza proprio del milite italiano da una parte e dall'altra vengono a costituire in maniera radicale
Il il fronte dell'avversario a fronte dell'avversario come il fronte del barbaro belluino tenta in modi così radicali che possiamo dire hanno una contropartita forse in quello che conta pure andando contemporaneamente avveniva nella pubblicistica francese
Con la campagna sanguinosi stima per la conquista del Dahomey mille ottocentonovanta novantadue che diede luogo ugualmente ad una simile campagna di stampa
Che si gioca su tutti i registri cioè da una parte la mitizzazione
Della degli eserciti bianchi che vengono come colonizzare
E che devono proprio avere a che fare con e delle delle alterità selvaggia ancora no di cui si accentua questo questo aspetto proprio nella ferocia stessa dei comportamenti
E e dall'altra però lancia un altro registro quello della caricatura che altrettanto importante Conso esito grottesco col suo svolgere proprio in in senso DG degenerazione proprio quelle che sono le caratteristiche etniche di popolazioni completamente altre dalla dalla nostra
Perché quindi questo immaginario è indagato con una ricchezza di documenti che veramente sorprende che parla da sola dice d'altra parte ci sono anche gli oggetti non c'è soltanto cultura visiva fotografie e stampe
Ci sono gli oggetti che cominciano suppellettili oggetti d'uso che non quelli che normalmente venivano sempre e portati in Italia dalle spedizioni commerciali o delle missioni scientifiche del missioni religiose e che si vedono in grande copia per la prima volta in Italia nella prima esposizione coloniale questa natura deve il rendimento molto interessante di questo monumento
Che riportate in luce che ha luogo nell'ambito di una delle annuali esposizioni nazionali che si avevano dopo l'Italia unita a quella del mille ottocentonovantuno novantadue che ha luogo a Palermo
E in questo situazione sia la prima mostra di arte coloniale cioè Arte Coloniale cioè oggetti sospetti e suppellettili oggetti d'uso che vengono
Da questa appena fondata siamo nel mille ottocentonovantuno demente contestuale fondata Colonia Eritrea
Che vengono guarda caso esposti dove nel caffè arabo leader del dell'esposizione quindi un insieme già di per sé in volto al folklore pittoresco e bisogna capire che le attese del pubblico quando si parlava di Africa orientale nessuno c'era stato a parte appunto le poche missioni scientifiche
Era quello legato alla pittura orientalista e sui canoni della pittura orientalista che si costruisce anche in questo contesto di immaginario una perché gli stessi ristoratori
Non è la da Beltrame ad altri non erano certamente stati nelle colonie dell'Africa orientale
E gli oggetti gli oggetti ma gli oggetti considerati anche le persone perché abbiamo nel a Palermo la costruzione di un villaggio eritreo popolato da
Abitanti locali in da nativi che vengono appositamente li trasportati anche questo non è assolutamente hanno vita grande modello era stato quello dell'Esposizione Universale di Parigi dell'ottantanove
Con i villaggi dei nativi delle colonie francesi non soltanto dell'Africa ma addirittura della Caledonia
Ed è molto interessante anche questo proposito anche se forse possiamo può immaginare chiaramente un po'scontato di vedere tutti i commenti le recensioni che sia in questo scontro in questa Clash effettivamente di culture
Altro episodio vado un po'veloce altre un episodio fondamentale del volume e che quello che poi ci porta al volume successivo sul patrimonio controverso
Ne considerare qual è stata l'incidenza e poi il destino
Dei pochissimi possiamo dire monumenti pubblici
E quindi opere concepite come fulcro identitari in un certo senso di questa nuova Italia capace anch'essa di un'avventura coloniale come le altre nazioni europee e pochi ce ne sono stati le canne nel mille anelli analizzando allora uno è certamente quello molto misconosciuto il monumento ai caduti di Dogali che si trovava nel piazzale antistante alla stazione la stazione Termini voluto dal governatore di Roma Comune di Roma
E già dal scusate il sindaco le povero del mille ottocentottantasette ma è già nato male già nato proporzionalmente ridotto rispetto alle grandi dimensioni della spazio che lo doveva contenere ma come sono tutti momenti pubblici che sono appunto
E segni proprio anche di ideologiche
Di ambizioni di aspirazioni
Di sofferenze anche condivise
Sono del destinati all'evoluzione nel tempo cambia la contingenza storica ne cambia assolutamente il valore attribuito e la fruizione
Quindi è stata assolutamente sfortunato questo gruppo scultoreo perché poi nei lavori per la il
Giubileo del venticinque che hanno voluto appunto l'espansione della stazione Termini
è stato spostato nei giardinetti del Terme di Diocleziano dove attualmente si trova
Tranne avere un altro momento di gloria a seguito dell'avventura imperiale della conquista del né dell'Abissinia quando un simbolo proprio stesso della nazione abissina al stato in bronzo del leone di Giuda
è stato portato via da Addis Abeba e messo alle basi di questo mondo il monumento che infine finalmente ne è stato quasi nobilitato
E lanciato verso verso l'alto da questo potente Leone
Messo lì alla base in cattività e sostituito ad Addis Abeba naturalmente dalla Lupa dalla Lupa capitolina
Anche questa è una un monumento di cui è è difficile dire
Che sia devono un un
L'episodio un esempio vi patrimonio patrimonio difficile da gestire perché non presente a nessuna difficoltà per alcuno di noi semplicemente pasta lo sotto silenzio cioè nonna ha perso totalmente la sua staccata cita di efficacia retorica
Questo anche bisogna prenderlo in conto no
Dall'altro nell'altrove elemento forte di questo discorso il quadro che era stato ordinato dal ministero della Pubblica istruzione subito dopo l'eccidio di Dogali nell'ottantasette per commemorarlo quindi già partito con forti ebbe diciamo remore zavorre di discorso didascalico
Commissionato al pittore Michele Cammarano che ha dei fondi dimensione e può soggiornare per circa tre anni diede abbiamo il punto il famoso diario
E in quella che sarà poi la colonia Eritrea per documentarsi sul luogo è fatto usare soprattutto figure diciamo fra virgolette comparse locali per questa grande scena di battaglie
Anche questo è un quadro di grandissime dimensioni fortissimamente controverso volare andato attraverso due diversi bozzetti
Ma consegnato nel mille ottocentonovantasei subito dopo la battaglia di Adua
Chiaramente in un momento molto sfortunato doveva fare parte della collezione Galleria nazionale d'arte moderna
Ma data il il frangente quasi Sal subito stato occultato destinato addirittura ha una sede viene anche alle Ria minore quella di Ascoli Piceno dove è rimasto nei depositi
E lì Allan quinto passato nella casa dei mutilati e e infine arrivato nel museo coloniale quando questo è stato istituito nel mille novecentoventitré
C'è un esempio molto più illustre di una vicenda di questo genere la libertà sulle barricate di Delacroix a mille ottocentotrentuno dove andare al museo del Lussemburgo
A Parigi il museo dell'arte contemporanea ci sta pochissimo perché immediatamente viene relegato al museo del Castello di Versailles e lì resta salvo essere ripescato per qualche giorno
Forse con più di qualche giorno durante l'eruzione del quarantotto cioè quando i quadri sono manifesti politici con questa valenza con questo peso con questa
Elemento nel discorso di propaganda e chiaro che il loro destino il fortissimamente indissolubilmente legato alla fruizione che se ne e che se ne fa e che
Chi gestisce gli spazi intende che se ne faccia
Allora da qui poi apriamo il discorso sull'altro volume di cui parlerà forse più a lungo la la collega io volevo soltanto dire una cosa
Non a suo tempo credo che fosse all'estero non ho potuto seguire direttamente i lavori del convegno all'Accademia Americana mi ricordo che però avevo guardato bene il programma
Che diciamo che nel definizione di dell'ultima del del volume mancano alcune delle voci dei partecipanti italiani
è mentre giustamente Carmen ne ha aggiunti altri inviare anglosassone la redazione del volume è caduta nel momento della canzone il calcio Ram
Quindi quando ancora nel volume nelle polemiche che perché un volume per forza parla dell'attualità del presente della contingenza e fortissimamente intessuto di di dibattito e di polemiche si parla come di massima attualità del movimento bla Clarice mettersi ormai quando poi do si va a scrivere effettivamente è intervenuta la Kanza al calcio
E i contributi più pone Enishi più roventi sono quelli naturalmente diari anglosassone e devo dire che per gli storici anglosassoni poi voi minimi commenta Rete questo
Tutto quello che riguarda la nostra vicenda l'eredità del fascismo è veramente una prateria non questa che per la Cristo riceve la canzone calcio proprio da dire ed abusare di più e e quello che mi colpisce
Non è che né in tutta la bibliografia che viene impiegata per informatissimo aggiornatissima per delineare mettere un frame alle discussioni quasi mai viene citato Renzo De Felice tanto meno gentile tanto meno parlando sì moltissimo di architettura in fondamentale studioso dell'architettura del Fascismo che Giorgio Ciucci e e quindi questo mi chiedo cioè
Bisogna anche in un certo senso fare fronte fare fronte perché noi italiani non diventiamo praterie di letture spesso
Precostituito
Lascio la parola agli altri
Ringraziamo la professoressa avessimo che era le tantissime cose interessanti importanti che ha detto e soprattutto io da storica sul riutilizzo per queste ultime parole perché questa anche in una forma nuova di colonialismo culturale bisognerebbe dirlo
Molto forte Sensini
E molto interessante Nike l'accenno che ha fatto alla varietà di oggetti che sono oggetto del primo libro quindi non solo oggetti intesi come oggetti artistici ma molto interessante riferimento va fatta di oggetti umani
Anche questo sarà un leit motiv Ferré alta anche della storia italiana
Fascista perché ricordiamo che ancora nel mille novecentoquaranta la destra coloniale di Napoli diciamo la mossa Mostra d'Oltremare di Napoli
Furono annessi fu allestito una sorta di zona hanno con esposizione di circa sessanta persone provenienti dall'Eritrea ed Etiopia quindi questo è un altro elemento che potrebbe fare la telecronaca tra i due volumi
E anche molto interessante Lambrate Ida riflessione che era professoressa fatto sulla destino del monumento di Dogali che è anche talmente periferico proprio nella geografia di Roma che non può più essere controverso perché è messo in un uomo talmente malmesso che
Insomma diciamo almeno non è un momento che spiccare consta oramai avvolto dal dagli alberi e dando ai comuni di mondi immondizia per cui anche questo forse si potrebbe riscontri flettere anche sul perché alcuni monumenti che dovrebbero essere controversi sono lasciati completamente allo stato di abbandono
E però fermo e do la parola alla collega Simona trovino
Eh lo so anche molto felice di poter discutere di questi due volumi che intercettano alcune questioni su cui oggi da vari punti di vista e con diversi approcci si sta finalmente facendo i conti
E e a cosa mi riferisco mi riferisco appunto la cultura materiale del fascismo del colonialismo e alla sua eredità nell'Italia repubblicana
Ora sappiamo come il i due termini abbiamo fatto irruzione nel dibattito pubblico internazionale grazie soprattutto alla mobilitazione di parte della società civile a cui faceva prima riferimento la collega
Che in alcuni Paesi ha richiesto a gran voce di problematiche dare il significato della legittimità del patrimonio ereditato dal passato
E sappiamo anche che la ricerca in alcuni contesti più che in altri si è fatta carico di questa richiesta iniziando a interrogare
In modo le forme tangibili di trasmissione del passato che incarnano visioni e significati appunto contestati
In realtà potremmo retrodatare l'apertura di uno sguardo critico sul patrimonio attenti non così prossimi ai nostri fino ad arrivare appunto o andando all'indietro agli dominante domanda posta da Schio al tornello mandano nel novantanove Servitec di chi è il patrimonio una domanda che rifletteva allora la necessità di riconoscere la natura situato del patrimonio il suo esprimere rapporti di potere il suo evocare e attivare identità specifica e son varie storie parziali
E da qui che ha preso l'avvio un nuovo modo di fare ricerca sui materiali compongono il patrimonio è soprattutto un nuovo modo di fare ricerca su quelli che possiamo definire i processi di patrimonializzazione
Una ricerca di natura sicuramente interdisciplinare e niente di più l'interdisciplinarità in questo ambito è davvero o necessaria
Ed è un che ha dato vita tra l'altro è critica Cestari est e ad una serie di nuove interpretazioni sulle forme di trasmissione della storia
Queste nuove ricerche hanno messo in tensione il concetto di patrimonio
Promuovendo anche una riflessione su cosa significhi realmente eredità e cosa significhi invece al patrimonio quanto ci sia di passivo o al contrario di performativo in queste due nozioni
L'una e l'altra sicuramente possono contribuire a comprendere processi importanti della contemporaneità ma appunto son due mozioni che hanno delle sfumature diverse
Ora i due volumi di cui parliamo oggi si inseriscono nella scia di questi dibattiti occupandosi lo abbiamo detto è il primo caso di materiali artistici che rimandano un'eresia italiano
E a seconda materiali artistici architettonici prodotti in Italia dal regime
Il filo rosso che ripercorre le due opere
è a mio avviso il tentativo di leggere alcuni processi alcuni passaggi alcune questioni della storia contemporanea italiana e dunque il colonialismo il fascismo e il post fascismo attraverso la cultura materiale
E credo che questo sia un punto importante da rimarcare entrato per capire cosa le due opere apportino in termini di novità
Ad un panorama storiografico che solo negli ultimi decenni ha affrontato in profondità la questione appunto della materialità
Quello che cercherò quindi di fare e e tracciare un quadro sicuramente parziale delle ricerche che hanno usato la materialità come chiave di lettura di alcuni temi della contemporaneità
è in modo da indicare il la contenuti nel tentativo appunto di indicare il modo in cui i due volumi di cui parliamo appunto incide
Ora in relazione all'Italia di studi sulla cultura materiale hanno conosciuto importante sviluppo soprattutto nell'ambito di quella che viene considerata la nuova storia del Risorgimento
L'attenzione agli oggetti ha permesso di approfondire il tema della mediatizzazione della politica che a partire dalla rivoluzione francese rappresenta un aspetto dirimente dei processi di mobilitazione collettiva grazie allo sviluppo tecnologico produttivo e commerciale soprattutto grazie alla cultura del consumo
Che assumeva in questo momento nuovi tratti la diffusione di quadri di tele di litografie di suppellettili di oggetti di vestiario di fazzoletti medaglie con impressi colori motivi simboli riguardanti l'attualità
Facilitò la condivisione e la interiorizzazione del verbo nazional patriottico ampliando gli strumenti le potenzialità della comunicazione politica
Come è stato messo in luce gli oggetti risorgimentali in quanto segno di appartenenza e strumento di rivendicazione identitaria ebbero la loro funzione sia nel contesto pubblico che in quello privato
Esprimendo la propria Agency Carmen parla molto potrebbe leggersi degli oggetti nelle piazze nelle strade così come lo spazio domestico
Questi materiali cosa facevano catalizza vanno sentimenti evocavano memorie suscitavano emozioni esprimevano significati specifici elaborati rielaborati in base al contrasto di utilizzo
Sappiamo poi come questo contesto cambiamo con l'unificazione quando questo materiale venne allestito nelle teche dei musei del Risorgimento in chiave celebrativa
E queste teche avevano un'unica funzione narrare il far inglorioso della nazione ed esaltare il carattere sacrificale dalla comunità nazionale evocata nei termini di una unità che andava al di là delle divisioni e delle tensioni
Nello spazio museale i manufatti divennero simbolo di un Risorgimento pacificato in cui le diverse anime politiche si fondevano restituendo l'immagine di un Paese omogeneo e compatto sin dal suo nascere lo studio della cultura materiale ha consentito altri affondi nell'Italia liberale illuminando teme questioni sicuramente da nuove prospettive
I reperti ad esempio del brigantaggio postunitario di nuovo quadri litografie burattini armi cappelli piumati
Hanno permesso ad esempio di esplorare non solo i codici di narrazione e i contesti di circolazione e appropriazione delle vicende delle sue bande armate
Ma anche di riconnettere la storia del mezzogiorno a immaginarie pratica di lunga durata e di scala sia nazionale e globale
Ancora
Altre ricerche hanno messo in luce come i conflitti sorti ad esempio per la gestione dei manufatti d'arte dei reperti archeologici presenti nello spazio urbano e reclamati dallo Stato subito dopo l'Unità
Hanno fatto emergere specifiche tensioni nel rapporto centro-periferia
Rivelando un patriottismo multiforme sicuramente cangiante di volta in volta riconfigurato nell'ambito di esercizi identitari funzionali anche in questi casi gli oggetti all'aperto la strada che cosa alla comprensione degli attori sociali alla comprensione delle pratiche politiche alla comprensione delle strategie culturali lette attraverso una chiave specifica e quella della materialità
Ora qui rispetto a quello che vi sto raccontando in maniera molto rapida schematica qui siamo sul terreno dei processi nation building della costruzione dello Stato della difficile integrazione cosa periferia
Dagli ultimi decenni dell'Ottocento la nozione di periferia mutò profondamente fino ad includere quei territori verso cui l'Italia esercito e proprio appetiti di conquista
Ora non sto qui a discutere la questione cento periferia in relazione alle colonie nel tema delle colonie come centro o delle colonie come margine non abbiamo tempo e soprattutto non è questa la sede per farlo
Mi interessa però sottolineare l'importanza che gli oggetti è vero nella costruzione del consenso all'espansionismo italiana di fine Ottocento
Una costruzione a cui Belmonte genetica il suo il il primo dei due testi di cui parliamo mettendo a frutto l'interesse che la storia dell'arte da qualche tempo nutre nei confronti appunto dalla cultura coloniale
Arte e colonialismo in Italia si confronta con l'intreccio materialità virtualità narratività mostrando come questo intreccio funzioni nella produzione di cultura coloniale
Gli oggetti diventano quindi centrali nell'analisi perché illustrazioni a stampa fogli volanti fotografie monili soprattutto monumenti e dipinti vengono interrogati nella loro capacità di esprimere significati e nella loro capacità di esprimere valori funzionali al discorso e la mobilitazione corneali
Da questo punto di vista la cultura materiale che nelle ricette a cui ho fatto prima ricevi
Ed è ricerca cui ho accennato prima a hanno da questo materiale per queste ricerche arricchito la lettura delle appliques primi decenni di vita dell'Italia
Unitaria
Questa ricerca invece di Carmen può dirci molto su una fase specifica quella cioè la prima del colonialismo italiano
Perché può aiutarci a capire alcune cose perché ad esempio può darci nuove indicazioni sulla domanda di probabilità pari alla domanda di quello dei tanti ritagli appunto nel passaggio tra Otto e Novecento
Poi c'è anche a chiarire la natura del mercato da produzioni dici visiva
Quello minacci sull'impatto prodotto sull'immaginario del tempo da una alterità costruita attraverso i testi scritti di simili
Poi sindaci mostrarci come materialità di solita Plaza Mino uno sguardo coloniale e lo sguardo coloniale appunto o nel periodo esaminato da Carmen
è un elemento di grandissima rilevanza per capire appunto i processi politici che stanno dietro appunto la definizione di questo sguardo
Lo dice fa questo a partire dall'analisi lo abbiamo già detto di specifiche opere d'arte
Seguendo soprattutto la Mustier