"Politica estera: l'opinione di Marco Ventura" ricordo di Alex Langer

Alexander Langer prima di uccidersi ha lasciato tre biglietti il più lungo si chiude con un mini testamento in due righe
E vado scrive il più disperato che mai non siate tristi continuate in ciò che era giusto un gesto che può avere anche soltanto momenti privati eppure la sua morte è emblematica
Assume un significato che va oltre la dimensione privata come è giusto per un uomo che nella sua eterna giovinezza a quarantanove anni la fisionomia in pratica non si era quasi modificata
Attraversato la vita pubblica e nel suo piccolo la storia di questa Europa e non solo perché era europarlamentare quindi impegnato a livello europeo ma perché le circostanze ambientali e le lezioni caratteriale lo avevano destinato a nascere sotto Sini contrastanti
In una regione di frontiera tormentata da conflitti etnici di fronte al provincialismo di tanti parlamentari italiani e alla latita sa di tanti europarlamentari italiani hanno che considerano la passerella continentale solo come un ripiego rispetto a quella nazione Ale a quella di Montecitorio nel nostro caso Langer era l'incarnazione dell'esatto contrario un politico per il quale la politica europea di valori doveva essere praticata nei tanti laboratori locali come l'Alto Adige e viceversa un filo conduttore lega tutte le sue taglie il filo di una politica che non aveva nulla a che vedere con la lotta per la conquista del collegio elettorale con la ricerca del consenso basato su gli affari con la piccola politica dalla P minuscola che non guarda alle campagne da portare avanti ai principi da affermare fino alla morte appunto non gli piacevano l'arrivismo e l'attaccamento alla poltrona di tanti suoi compagni e di tanti colleghi lo guidava l'idea del dell'atto le ansa della convivenza etnica della transnazionalità rigettava con orrore e disprezzo l'obbligo della dichiarazione d'appartenenza etnica in Alto Adige
E sull'ex Jugoslavia aveva assunto una posizione del tutto coerente con questi presupposti un punto di vista bosniaco nel senso della transnazionalità possibile a
Anche
Anzi soprattutto da quelle parti a livello europeo aveva lavorato duramente viaggiando con un globetrotter attento a problemi dimenticati come il Kosovo il suo suicidio ha intonato alla maledizione di un'Europa che non riesce a federarsi di un'Europa che non riesce a trovare un Bari un baricentro di valori comuni da sostenere e che affonda nel laboratorio più tragiche attuale quello della Bosnia che perde la faccia e la testa a Sarajevo in tanti modi
La politica di Langer ricorda la politica transnazionale delle battaglie su obiettivi con obiettivi e scopi precisi che vengono prima delle strutture dei partiti e ricorda anche la torre di Babele se se così si può dire che a differenza di quella biblica non crolla per la confusione degli idiomi ma si regge sulla loro ricchezza e varietà Langer cioè passava in sensibilmente da una lingua all'l'altra e non era soltanto un gioco il nazionalismo esasperato lo sciovinismo armato si esprimono con la sottolineatura parossistica delle identità in particolare della lingua come sostanze memoria storica di un popolo di una razza per cui si può uccideremo lire Langer era il rappresentante di uno spirito diverso poliglotta e giocoliere delle diversità che cultura e le sue ultime frasi hanno
Senso più che mai in una rotta quale purtroppo in questa Europa me ne vado più disperato che mai