"Politica estera: l'opinione di Marco Ventura"

Adesso tutti si scoprono interventisti e con la stessa disinvoltura con la quale fino a ieri si ostinava a non non guardare in faccia la realtà della Bosnia Erzegovina
Parlano di invasione di caschi blu e di intervento massiccio dell'Europa gli stessi che fino a ieri non erano neppure in grado di chiamare per nome e cognome le vittime e gli aggressori e si ostinava a non mantenere una malintesa posizione super partes oggi sollecitano l'invio di corpi di spedizione in
Bosnia pochi sanno però quali e quante difficoltà vi siano per un intervento militare in quei territori finora i caschi blu sono serviti solo come alibi all'Occidente e come strumenti per la bonifica etnica ai serbo bosniaci bastava prendere in ostaggio una manciata di prezzi sì sì Nibbio Vernazza per bloccare a terra i caccia della NATO e conquistare stuprare le cosiddette aree protette senza reazione da parte dell'uomo il rischio e che adesso i caschi blu venti mila o cinquanta mila che siano restino intrappolati in Bosnia come le truppe naziste durante la Seconda guerra mondiale la soluzione migliore consiste invece nel togliere l'embargo sulle armi per i bosniaci in modo da riequilibrare il potenziale bellico delle cosiddette parti in conflitto che significa in realtà armare le vittime per consentire loro di di fare nere offrire all'utilità di Sarajevo la massima assistenza militare sotto forma di copertura aerea istruttori e al tempo stesso levare dalla Bosnia tutti i caschi blu il riequilibrio tra le due parti come si chiamano può aiutare anche le tratte ire ma prima bisogna neutralizzare gli aggressori di criminali se ne sono accorti in Italia finalmente tutti anche i contrari all'intervento tutti si sono accorti che non si può mettere sullo stesso piano la donna impiccata Srebrenica e la soldataglia che spara sui bambini tutti se ne sono accorti tranne Bertinotti e il nostro ministro degli Esteri Susanna Agnelli che continua a voler trattare col presidente serbo Milosevic senza intervenire e che prende tempo come se un giorno più uno meno che significa qualche centinaio migliaia in più di morti ammazzati di donne stuprate profughi non facesse la differenza e come se davvero davvero ci fosse ancora bisogno di tempo per capire come agire che cosa fare dopo quattro anni la stessa Mieli che insiste nel negoziato con veloce dice in una recente sì ma in visita a Belgrado Paolo aveva incontrato e lo aveva anche pubblicamente elogiato beh negli archivi regionali chiunque può andarsi a rileggere una interessante intervista lo stesso Milosevic pubblicata dal Corriere della Sera giornale che anche della FIAT in un periodo nel quale Miloshi vice si negava tutti gli altri giornalisti tra le frasi che pronuncia all'ora era il maggio mille novecentonovantadue ce n'è una che colpisce molte nostre iniziative economiche diceva mi noche dice riguardano anche l'Italia per esempio l'agenda incerte la Zastava
La FIAT e la costruzione di un tronco autostradale tra Michel per la frontiera con la Bulgaria un lavoro del valore di cento milioni di dollari fin qui l'OSCE dice ora non c'è dubbio che la FIAT avrebbe tutto l'interesse di trattare con Milosevic e che l'embargo internazionale
Entro la Serbia va contro le legittime aspettative della FIAT come impresa come mai però in un momento nel quale si fa un gran parlare di conflitto d'interessi tra imprenditori e governanti nessuno ha sentito il dovere di solleva è un problema di conflitto d'interessi tra la signora Agnelli e il ministro Agnelli il problema sarebbe quasi secondario se lo sfondo non fosse quello tragico di un Paese e della sua splendida gente che affoga in un lago di sangue