Tra gli argomenti discussi: Cinema, Cultura, Famiglia, Film, Giovani, Iran, Islam, Manifestazioni, Religione, Rivoluzione, Societa', Totalitarismo.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 4 minuti.
11:00 - Roma
11:30 - Roma
13:00 - Roma
Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
I film di denuncia contro un potere oppressivo tendono ad adottare il punto di vista di chi si ribella contro quel potere
Mentre gli individui che a vario titolo lo detengono tendono a essere visti più dall'esterno appaiono come figure soltanto autoritarie inique e violente
Ora un aspetto originale del film iraniano dal titolo il seme del fico sacro diretto da Mohammad era sull'offre un regista iraniano perseguitato in patria emigrato in Europa
Che impronta il suo film da una chiara denuncia contro il regime teocratico in vigore in Iran
Un aspetto originale del film perché cerca di allontanare il punto di vista del regime steso quando si vede contestato da tanti giovani ragazze e ragazzi chi lo sfidano incuranti del pericolo in manifestazioni di piazza
Allo scopo sceglie come uno dei protagonisti della storia una rappresentante di quel regime ma non dei più odiosi un giudice istruttore di fresca nomina ciò che lo rende non del tutto detestabile sono gli scrupoli di coscienza davvero sofferti drammatici
Che ancora lo attraversano quando per esempio deve autorizzare condanne a morte contro giovani accusati di uffici addio
E gli racconta che a fronte di arresti di massa deve prendere simili decisioni anche nel giro di pochi minuti
Noi beninteso è tutt'altro che un ribelle sa di non essere ben visto dal suo capo e così comunque obbedisce adempie a quel compito di carnefice che il regime gli richiede ma tali obbedienza fa il prezzo di un malessere profondo che lo accompagna anche quando si ritira casa dove lo attendono una moglie che lo ama e due figlie in cuor loro ribelli ma che comunque gli vogliono bene
Il dramma che racconta il film scoppia proprio all'interno della sua famiglia inseguito un avvenimento di cui emergerà la portata simbolica
Il giudice scopre che la pistola che ha ricevuto in dotazione e che lui è certo di aver imposto a casa è sparita
La moglie di insinua il dubbio che stressato come potrebbe averla dimenticare d'ufficio ma quella pistola non salta fuori
E i sospetti dell'uomo si appuntano sui suoi stessi familiari forse intuendo loro contrarietà alla teocrazia
La sua famiglia si trasforma allora sotto gli occhi dello spettatore in un'allegoria della società iraniana perché si produce al suo interno il contrasto fra il regime e i suoi oppositori
E le armi che usa il regime qui il padre di famiglia saranno interrogatori simili a torture sia pure in questo caso più blandi di quelli che avvengono effettivamente nei commissariati
Il racconto assume la forma di un giallo ma più che la scoperta del colpevole che non spenderò ciò che qui conta davvero e la paura ho il terrore che la sparizione della pistola induce nel suo detentore
Temo che evidentemente la paura del regime esteso che si sente minacciato dai suoi contestatori che si moltiplicano di giorno in giorno
Ai cui valori forse non credono più fino in fondo nemmeno alcuni dei suoi rappresentanti come il protagonista
E che proprio perché avverte la propria fragilità diventa sempre più feroce
Mi sono soffermato sulla figura del padre ma forse il personaggio più bello e più contraddittorio è quello della madre che in apparenza sostiene il marito
Rimproverare i fili esili sospetta simpatizzanti dei contestatori ma quando è sola con se stesse da a sentirsi contrapposta alle figlie per ragioni a cui non crede più nemmeno lei
Soffre in silenzio
E qui silenzi eloquenti sono interpretati benissimo dall'attrice Survey largo Restani
Si tratta di un bel film che sembra voler profetizzare la caduta del regime iraniano
L'immagine conclusiva emblematica della manganellata di un cadavere mi suggerisce Mariano Giustino allude all'uccisione di sole i vari comandante del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche ucciso nel due mila e venti da un drone del Pentagono
Il clima era stato presentato al Festival di Cannes dove aveva vinto il premio speciale della giuria ed esce nelle sale distribuito dalla Lucky Red dunque il seme del fico sacro di nuova della sull'osso un saluto da Gianfranco Cercone
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