La nota antiproibizionista

Se un detenuto muore in cella per overdose è colpa anche dello Stato lo Stato ha il dovere di garantire la tutela della vita delle persone che si trovano in carcere anche di quelle che in carcere riescono a procurarsi le sostanze si espongono a rischi
Se non lo fa se la droga rive ancella e detenuto muore i familiari della vittima devono essere risarciti l'apparato penitenziario e corresponsabile e il ministero della giustizia ne deve rispondere
Lo hanno stabilito i giudici della terza sezione civile della Corte di Cassazione si tratta dell'ordinanza due nove otto due sei depositata alla fine dell'anno scorso
I fatti risalgono al due mila e due parliamo di ventidue anni fa il dieci marzo di quell'anno un giovane era stato arrestato per il furto di un telefonino e portato alla casa circondariale di Regina Coeli a Roma
Lei aveva dichiarato di essere tossico dipendente dello Stato prese incarico dal serve interno
Il dodici luglio era stato messo in una cella comune perché risultava aver superato il problema
Mi aveva comunicato la volontà di condurre una nuova vita sei giorni dopo però il diciotto luglio il ragazzo ha sniffato cocaina ed è morto aveva ventiquattro anni
L'autopsia certificato che il decesso è stato causato dall'assunzione di cocaina e ha escluso altre cause la madre e la moglie si sono allora rivolti ad un avvocato e hanno citato in giudizio il ministero della Giustizia chiedendo il risarcimento per il danno e le sofferenze subite
Un procedimento civile durato ventidue anni
Inizialmente sfavorevole alle due donne costellato di ripetuti ricorsi con annullamenti delle decisioni dei giudici nei vari gradi di giudizio
L'avvocatura dello Stato che aveva tentato di scaricare sul detenuto la responsabilità della sua morte alla fine però i giudici della Cassazione
Hanno accolto la decisione della Corte d'Appello civile di Roma gli hanno dato torto allo Stato
Il comportamento rischioso non è sufficiente ad escludere la responsabilità dell'apparato penitenziario che ha il compito e il dovere di controllo e di vigilanza
Cioè il detenuto con problemi di dipendenza da sostanze non è stato adeguatamente controllato pur essendoci segnale da non sottovalutare non è stato impedito che la sostanza in questo caso cocaina circolasse all'interno del carcere e lui la potesse consumare
Alla struttura carceraria è stata dunque addebitata metà della colpa ci sono voluti ventidue anni ma alla fine il ministero della Giustizia dovrà pagare duecentoventitré mila euro alla madre e duecentododici mila euro alla moglie del ragazzo morto
La legge sull'ordinamento penitenziario del mille novecentosettantacinque impone che siano rispettati i diritti fondamentali delle persone detenute e tra questi ci sono il diritto alla vita e il diritto all'integrità fisica nel caso in questione questo obbligo non è stato rispettato e questa decisione della Cassazione potrebbe adesso aprire la strada cause simili a ad altri risarcimenti
Secondo il dossier morire in carcere di ristretti Orizzonti nel due mila ventiquattro nelle carceri italiane si si sono contati complessivamente duecentoquarantasei morti novantuno Suicidi e centocinquantacinque per altre cause nel due mila e venticinque fino al sette marzo quindi fino a due giorni fa
I morti sono stati cinquantacinque quindici suicidi quaranta per altre cause le morti per altre cause si possono suddividere in due gruppi principali il primo è quello in cui le morti sono attribuite genericamente a malore
Ad arresto cardiocircolatorio pure a overdose provocata da droghe da psicofarmaci da alcol
Dal gas delle bombolette da camping
Ma il secondo gruppo invece quelle in cui emerge il sospetto di maltrattamenti da parte di agenti o di violenza da parte di altri detenuti
Il primo gruppo quello più numeroso comprende appunto il collassi causati da un eccesso di farmaci dover dosa le morti conseguenti all'uso del gas delle bombolette a scopo stupefacente
Ma anche quelle causate da patologie che non sono state diagnosticate in tempo pure sono state curate male o non sono state curate per niente
Sono tutte vicende su cui è difficile fare chiarezza sulle responsabilità o sulle carenze del personale delle strutture ma i morti restano e restano purtroppo troppo spesso senza voce e senza giustizia
La questione però non riguarda solo il carcere di droga in Italia si continua a soffrire si continua a morire e però non se ne parla non è un tema di dibattito pubblico
Ne parla la politica quando occorre come argomento di propaganda elettorale o come corollario al discorso sulla sicurezza mettendo da parte questioni cruciali come la dignità la libertà la salute e la vita dei cittadini
Negli anni è cambiata la società sono cambiate le sostanze in circolazione
Sono cambiati i consumi sono cambiati gli stili di vita ma non essere cambiata è la legge sulle droghe e non è cambiato nemmeno l'approccio culturale che la ispirata a quella legge
Una sentenza della Cassazione ha stabilito che se un detenuto muore in cella per overdose è colpa anche dello Stato
Ma se restano le dipendenze e la loro cronicizzazione se restano il degrado e la disperazione che la dipendenza da droga alimenta se resta il narcotraffico che non conosce crisi se restano i divieti la repressione se restano anzi aumentano le pene
Se resta anzi si aggrava il sovraffollamento carcerario numero di persone tossicodipendenti detenute se restano i morti diretti o indiretti allora la responsabilità è della politica interamente non Anita
E qualcuno prima o poi dovrà spiegarlo ai cittadini