"La Bosnia, l'Europa, il Mediterraneo: la politica estera italiana" dibattito organizzato nell'ambito della Festa nazionale de "l'Unita'" '95 (Reggio Emilia, 25 agosto-18 settembre)

Naturalmente scusa
Per il ritardo no vediamo di recuperare il tempo che abbiamo perso io ringrazio gli ospiti ci sono presenti questa sera in particolare il ministro degli affari esteri
Agnelli Susanna che ringraziamo per la presenza alla festa dell'Unità
Firmò Piero Fassino della segreteria nazionale del PDS responsabile degli affari esteri
Conduce il dibattito Rossella Carlo direttore del TG uno
Che ringrazio particolarmente perché proprio stamani sull'Unità ospita otto un suo fondo che ha spiegato la disavventura che le successe nei cieli qua vicino vicino Parma nei giorni scorsi che forse qualcuno di noi avrà potuto leggere stamani sunnita bene visto che abbiamo già perso molto tempo conduce questo dibattito Rossella Carlo Rossella gli cedo la parola per l'introduzione per qualche domanda ai nostri ospiti
Io vorrei subito iniziare con la domanda che tutti vorrebbero porre al ministro degli esteri e all'onorevole Fassino
L'Italia non ha concesse una base artista americani perché e come andrà a finire questa questione
Pesci zero posso rispondere comandati a finire non posso ancora dirglielo
Simili mi sembra un po'insomma ballerina
Allora le cose sono andate così
A un certo momento come voi sapete il negoziatore americano folk-rock ha detto all'Italia anche dove in poi l'Italia preoccupa affatto a parte del gruppo di contatto
E difatti alla prima riunione di Washington Italia è stata presente
Stato presente anche a una seconda riunione poi c'è stata una hanno convocato una riunione a livello di direttori politici dei ministeri degli Esteri e a quel momento è stato comunicato Alitalia che non avrebbe più fatto parte del gruppo di contatto ma che avrebbe potuto partecipare invece come osservatore
Allora siccome di questo mi sono bagnata con il negoziatore poco il burqa
Lui mi ha risposto che no non sarebbero state osservatori ma che avrebbero potuto entrare
Nella sala del negoziato e sedere senza diritto di parola
Dietro al negoziatore europee ovvero
La mia risposta a quel momento è stato fino a che livello ministro degli Esteri nessun italiano si sarebbe seduto dietro a qualcuno
E dopo di questo per forza di cose abbiamo dovuto appendere la decisione di comunicare sì agli europei che agli americani che nel caso ci facessero richieste ulteriori per le basi italiane che naturalmente non tornavano indietro su quello che era già stato concesso su quello che già era stato promesso ma che qualsiasi ulteriore richiesta sarebbe stata negoziata
I primi a fare la richiesta sono stati gli americani avantieri o forse il giorno prima venerdì che hanno chiesto di portare cinque aerei scherza che fino ad ora non erano stati contemplati dunque non c'era un accordo con l'Italia
E allora questo momento io a Verona Santander l'ambasciatore americano mi ha domandato di insistere perché gliene scendessero gli ho risposto che ormai era stato deciso dal governo italiano di negoziare qualsiasi nuova proposta e ci siamo incontrati domenica pomeriggio col presidente Dini e col ministro la difesa ed abbiamo deciso che in quest'occasione avremmo risposto di no
E così è stato
Come andrà a finire ma
Fassino qualcuno ha parlato stasera mi sembra di una si pone in pericolo di un attimo nell'ambito questa
Ma io non so se s'è un'espressione giusta io dico questo io credo che sia giusta la richiesta dell'Italia partecipare al Gruppo di contatto
E giusta perché l'Italia offre un supporto logistico fondamentale sia per molte delle attività dell'UNPROFOR sia per l'attività della NATO in questa crisi
è giusto perché in questi mesi l'Italia per merito di grande attivismo del del ministro degli esteri ha svolto un'intensa attività diplomatica e io credo che uno degli aspetti che forse viene sottovalutato da altri Paesi e che pur nella drammaticità della situazione l'Italia ha mantenuto rapporti con tutti i protagonisti di questa guerra e quindi ha una credibilità che può essere utile nel negoziato
è giusto perché dall'Italia in questi anni è partito un flusso di aiuti
Alle popolazioni colpite dalla guerra superiore a quello di altri Paesi
E giusto perché siamo a pochi chilometri da quel teatro di guerra e quindi tutto ciò che accade in borse nei Balcani ci coinvolge e quindi io penso che la rivendicazione che è stata apposta dal Governo di essere pienamente partecipe del Gruppo di contatto sia giusta
Io ma non è diciamo un dissenso di fondo è una questione che però per onestà dico ho qualche perplessità che come dire
Sul sul porre la questione in termini un po'adesso la dico così di scambio di baratto li facciamo scendere gli aerei soltanto se facciamo parte del gruppo di contatto perché le due questioni sono un po'questioni come dire distinte
Quegli aerei se sono necessari rispetto all'iniziativa che si sta conducendo sono necessari in sé e noi dobbiamo chiedere di far parte del gruppo di contatto indipendentemente dalla questione degli aerei ma comunque questo come dire non è un dissenso di fondo rispetto alla questione rispetto mi pare alla richiesta che l'Italia faccia parte Gruppo di contatto noi siamo d'accordo riteniamo che sia una richiesta giusta sosteniamo il governo in questa richiesta devo dire che
Credo che non solo sia giusta la richiesta sia anche giusto un certo fastidio verso Paesi non faccio nomi ma insomma si possono facilmente intuire chi sono Paesi dell'Europa
Che avendo rilevanti responsabilità nella crisi e nella tragedia bosniaca Spain superiore a quella dell'Italia pretendono di avere anche il monopolio del negoziato ora questo non credo sia accettabile
Quindi io credo che la rivendicazione
Fatta dal governo italiano di essere partecipe dal Gruppo di contatto e giusta va sostenuta ripeto indipendentemente secondo me dalla questione degli aerei e speriamo che nelle prossime ore è questa rivendicazione veda una soddisfazione positiva credo che se da parte degli Stati Uniti e dei Paesi europei del Gruppo di Contatto venisse invece una risposta negativa si commetterebbe un errore e si indebolirebbe non si rafforzerebbe accerto la possibilità di successo del negoziato
Possono aggiungere una parola
Guardi onorevole Fassino che da parte nostra non è stato detto noi faremo scendere gli aerei quando voi ci farete entrare nel gruppo di contatto non è stato questo le abbiamo detto in questo momento glieli non scendono
No non scendono perché questo negoziato
Noi intendiamo condurlo in altro modo cioè non è un'accettazione passiva come è stato fino ad oggi
Che qualsiasi inglesi francesi tedeschi olandesi americane hanno voluto utilizzare le basi italiane gli è stato risposto sempre di sì senza discutere abbiamo detto dove in poi lo discuteremo d'ora in poi ci sarà un negoziato
Questi sono d'accordo
Appunto è sposato da
Quello che è successo e che è una cosa devo dire abbastanza singolare
E che mentre gli americani dicono che sono gli europei che non vogliono gli italiani nel Gruppo di contatto gli europei dicono invece che sono gli americani parole credo che la cosa più importante di tutti è riuscire a capire
Come stanno veramente le cose e a un certo momento io penso che questa nostra posizione servirà a chiarire
Sì
Non ci ammanchi e che ci vuole il Tevere
Poi lontani da queste cose cioè chi
Chi ci tiene alla larga da questo gruppo di contatto per cui accennava certi paesi che hanno peggiori le peggiori responsabilità è che dopo avere creato contribuito in parte a creare questa situazione adesso vogliono anche mediare
Mi sembra che presso alle attentato sul tavolo un argomento un argomento curioso era Castellana della diplomazia internazionale
Succede quello che succede fra gli scolari nella scuola cioè ognuno di noi dice è colpa dell'altro tutti dicono ma no non siamo noi sono quegli altri un altro dice ma no non è vero era lui no sono io
No uno solo
Devo dire l'inglese mi ha detto la verità che non si vuole nessuno più o meno noti
Non è onorevole Fassino che noi paghiamo erro oggi oggi con questa politica estera attiva onesta chiara pulita paghiamo errori fatti nel passato sulla vicenda
Posti Ugo sulla
Ma io credo
Materia diciamo ampiamente analizzata in questi anni che la tragedia che si consuma da quattro anni nel cuore dell'Europa ricordiamoci sempre il più sanguinoso conflitto che l'Europa conosca dalla fine della seconda guerra mondiale abbiamo naturalmente molte responsabilità responsabilità in primo luogo di quelli che la guerra la fanno e responsabilità anche di dopo
Poche nazioni e stati
Che diciamo soprattutto all'inizio della crisi hanno creduto di ritagliarsi dei piccoli vantaggi nazionali rispetto invece alla necessità di avere una strategia comune una strategia europea io dico sempre c'è qualcuno che subito dopo l'ottantanove ha pensato che dopo ottantanove poteva essere uguale altre quattordici e non è così ne non è così mi pare che la vicenda bosniaca abbia sottolineato drammaticamente la difficoltà dell'Europa ad avere una politica estera e di sicurezza comune di avere una strategia comune io devo dire che tra le tante responsabilità la responsabilità dell'Italia non sono le più grandi penso che ci siano altri paesi che in Europa hanno soprattutto nella fase iniziale di questa tragedia avuto delle gravi responsabilità Giammiglione iniziamo se penso che la Germania non c'è dubbio abbia sollecitato fortemente per esempio riconoscimento dalla Croazia
Quando si dissolse la Jugoslavia senza sottoporre minimamente quella riconoscimento a qualche condizione io voglio essere chiaro
Credo che la dissoluzione della Jugoslavia fosse un processo sia stato un processo largamente come dire inevitabile per tante ragioni che sarebbe insomma se vogliamo le realizziamo io non la voglio fare lunga ma diciamo nessuno si è posto il problema di guidare il passaggio dalla Jugoslavia a a ciò che veniva dopo la jugoslavi
Si sono sia per esempio
Silenzio abbiamo assistito per esempio una corsa al riconoscimento della Slovenia della Croazia e poi della posta e successivamente senza minimamente porsi il problema di ancorare quei riconoscimento a qualche condizione per esempio
Si poteva ancora nel riconoscimento alla condizione che gli Stati che venivano riconosciuti riconoscevano che i confini internazionali erano quelli e non venivano messi in discussione
Si poteva ancorare riconoscimento dei nuovi Stati che nascevano ha delle precise garanzie di tutela della minoranza
Indico i due problemi principali che sono al centro della guerra il problema dei confini del territorio il problema delle delle minoranze delle della multietnicità
Quindi io penso queste ci sono state delle rilevanti responsabilità internazionali all'inizio di questa crisi e una difficoltà europea
Assumere una strategia comune
Credo che si sia stato per essere onesti anche una responsabilità successiva americane
Nel senso che gli americani si sono dati da fare molto ma come dire con una tendenza a essere protagonisti solo in questa crisi a cercare un accordo sostanzialmente con la Russia per governare questa crisi a estromettere
L'Europa da un ruolo più efficace a estromettere l'ho avuto un ruolo più efficace tutto sommato il Gruppo di contatto che cosa è stato nel se non la sostituzione in termini negoziali di mediazione dei mediatori che c'erano fino a quel momento quelli dell'olio con rivelazioni
Qui ci sono molte responsabilità così come delle responsabilità
Non piccole alla Russia nell'aver cercato diciamo tiri di giocare in questa crisi in termini di sfera di influenza secondo una vecchia logica bipolare quindi credo che le responsabilità siano volte
Non credo obiettivamente per essere onesti che l'Italia abbia responsabilità superiore a quei viali semmai c'è un problema io penso che
C'è stata una lunga fase in cui l'Italia è stata inattiva è particolarmente assente
Credo che si debba dare atto agli stranieri che da quando appunto
Se questo governo c'è una presenza sulla crisi jugoslava molto maggiore il ministro ha fatto molti viaggi molte missioni
Abbiamo avuto una continua attività diplomatica di relazioni con i vari protagonisti della crisi questo consente all'Italia di avere un certo credito verso certi paesi che altre nazioni europee non hanno
Credo che la politica estera italiana sia uno dei settori dovessi mia misura maggiormente che c'è una differenza rilevante tra il Governo che c'era prima e questo governo più che in altri campi sicuramente io penso che l'Italia deve giocare un ruolo anche perché appunto
La l'Italia può e deve avere una politica estera non solo sulla Bosnia ma su molti altri scacchieri della della scena internazionale e io credo che l'Italia siamo al di là dell'epoca bipolare non valgono più le vecchie tutele o le vecchie tele che
L'Italia deve essere capace di sviluppare
Di concerto con i suoi alleati in primo luogo con gli alleati europei una politica estera credo che in questi mesi si è visto che si può fare anche per questo io penso che sia legittima la richiesta di essere parte del gruppo di contatto cioè di essere pienamente coinvolti
E cercare di dare una soluzione alla crisi
E alla guerra in Bosnia
Lei ha fatto molto su questo settore Bosnia Jugoslavia viaggi incontri ci vuole spiegare il signor ministro i punti più importante di questa sua attività e gli incontri più importanti che ha avuto a partire da quello con Milosevic ad esempio
E lo perdi prima di andare da Milosevic ero già stato tra Tudjman
E prima di andare da Tudjman mi ero incontrata
No veramente mi sono incontrato dopo col ministro degli Esteri
Della Postumia
E quei Ministri degli Esteri mi sono parlato molte volte al telefono Milosevic dal è veramente lui che mi ha telefonato mi ha fatto telefonare allora al suo ministro degli esteri ancora Jovanovic
Chiedendomi di andare a fare una visita
In Serbia
Allora io sono dell'avviso che se uno pensa di negoziare non sia mai giusto rifiutare l'incontro rifiutato il colloquio
E per cui sono andato a Belgrado mi sono incontrato con Milosevic che già allora mi ha dato segnali che poi adesso si sono tenuti riconfermando
Che lui era arrivato il momento in cui desiderava la pace
E che sperava di poter avere ancora una influenza sufficiente su Karadzic e sub Narducci per indurli al tavolo del negoziato adesso poi si è visto che questo effettivamente avvenuto perché Milosevici che negozio per il Mladić e per Karadzic e dunque questo è già un grandissimo passo avanti
Con tutti ma io avevo avuto l'impressione quando l'ho visto che fosse un uomo molto bellicoso e che avesse in mente infatti di fare la guerra come poi è avvenuto
Quando io sono stato a parlare con queste persone ho sempre cercato di indulgente
A capire che l'unico modo di risolvere la crisi bosniaca serba ex jugoslava serba croata era quella di andare al tavolo del negoziato e trovare una via de di pace per uscire da questa situazione ma sia da parte di tutti perché da parte di stracci Bay ministro degli Esteri
Bosniaco l'impressione che io ho ricevuto e che francamente loro la pace la vedessero attraverso la guerra
E mi sembra che questo è stato confermato poi qui chiedo di qualsiasi cosa si possa fare ancora portare questa gente al tavolo del negoziato per ottenerne un riconoscimento dei confini della Bosnia
Divisa o non divisa per portarmi a discutere a smettere di fare la guerra debba essere seguito
Lei pensa che il piano Holbrooke che è stato poi sottoscritto lettere venissi a Ginevra possa avere successo oppure un altro
Dei dei desideri che non si realizzeranno delle cose scritte che non avranno l'attuazione nella realtà pratica
L'ha già di per sé un successo avere portato in servitù Ostia circolanti allo stesso tavolo questo è già di per sé un successo e il fatto di avervi fatto sottoscrivere
Un impegno adesso se poi verrà rispettato lui stesso dice
Quando si parla del quarantanove cinquantuno ognuno vede il quarantanove cinquantino da un proprio punto di vista lo dice Bobo stesso sa quanto sia difficile negoziato ogni volta che gli ho parlato mi ha ripetuto
è un qualche cosa di estremamente difficile cioè non è non è che adesso lui sia trionfa lista
Sa che un negoziato molto difficile ma comunque il fatto d'avere portato queste persone intorno a un tavolo e fargli avere trovato un accordo è un grandissimo successo successo che probabilmente lui ha potuto ottenere essendo americano perché un nuovo venuto
In un panorama come quello che noi abbiamo avuto per questi anni è sempre un motivo di movimento per cui penso che sia molto bene che Pol Pot sia venuto
Fino a quando si potrà coniugare la trattativa con i bombardamenti
Ecco questo vede è un altro punto molto difficile
Il negoziatore svedese in virtù che era l'altro giorno a questa riunione informale dei ministri degli esteri
Sostiene che i bombardamenti
Hanno un risultato se sono molto rapidi e molto intensi e che la sua preoccupazione che se non si smette presto di bombardare questo potrebbe avere un effetto controproducente invece di un effetto positivo
Lei cosa ne pensa se io penso penso anch'io questo io penso che
Nei prossimi giorni
Sì sì due verifiche bisognerà fare la prima verifica e capire se l'intesa di principi che è stata siglata a Ginevra decolla davvero in un negoziato
Naturalmente io su questo anch'io ho lo stesso giudizio prudente del ministro cioè è chiaro che dopo quattro anni di guerra che hanno fatto ottanta mila morti mezzo milione di proprietà non si dice adesso no a nessun piano di pazza
Anzi dico di più dopo quattro anni di guerra bisogna avere il senso della realtà per dire che probabilmente non si tratta di fare la pace giusta si tratta di fare la pace è possibile
Detto questo mi pare che tutti i commentatori anch'io penso questo vedono le enormi difficoltà nel tradurre quella che per adesso è un intesa di principi generali e generici
Di un accordo di pace vera e propria che quell'accordo di principi in realtà stabilisce la spartizione etnica e accede all'idea che la Postumia esista come è stato fondato sulla unità di due entità però distinte che continueranno a rimanere distinte quindi diciamo
è una soluzione molto problematiche in ogni caso ripeto dopo quattro anni di guerra
Verifichiamo se è possibile che quell'intesa
Diciamo possa aprire la strada alla pace la stessa verifica io credo andrà fatta sui bombardamenti
Cioè si tratta di verificare se i bombardamenti che son stati fatti che avevano onesti un effetto diciamo dissuasivo nel senso di dissuadere serbo bosniaci dal continuare la spinta convincerli a
Togliere l'assedio Sarajevo e persuasivo nel senso di indurli a negoziare sembra di capire quali risultati ottengono anch'io penso come il ministro che come dire iniziative come quelle dei raid aerei
Vanno verificati anche nel tempo cioè se
Una fase nella quale è evidente il carattere dissuasivo di quei bombardamenti superata una certa soglia c'è perfino il rischio che come dire aumenti nel consenso attorno a Mladić o Karadzic quindi questa è una valutazione va fatta credo che si debba tenere conto del fatto che c'è una posizione russa molto negativa se questa posizione russa porta un irrigidimento superiore una certa soglia questo rischia di paralizzare l'attività del gruppo di contatto di cui la Russia è un membro quindi credo che nei prossimi giorni vada verificato vadano verificate le due cose il grado di realismo F effettivo dell'intesa di principi che organo ha conquistato a Ginevra e come dare uno sbocco alla questione dei bombardamenti sapendo mi pare che tutti sappiamo che il problema non è dare una soluzione militare a quella crisi mano soluzione politica e se mai l'uso della forza è stato concepito come uno strumento per rafforzare la ricerca di una soluzione politica ecco adesso il punto è proprio questo si tratta di verificare come accelerare il perseguimento di una soluzione politica
Lei condivide l'opinione di Kissinger secondo il quale non ci troviamo di fronte a una guerra alla quale non siamo abituati che la guerra etnica una guerra del tutto irrazionale quindi e difficile trovare anche soluzioni politiche alla guerra etnica
Ma
è stato sa non si capisce molto bene molti dicono è una guerra etnica altri addirittura tendono a dire questa è una guerra di religione
Quando si parla dei musulmani
C'è chi dice ah sì ma questa infatti è una guerra dei non musulmani contro i musulmani ed è per questo che il mondo islamico si sta muovendo moltissimo e che in alcune occasioni ha fatto anche delle dichiarazioni molto preoccupanti dicendo noi siamo disposti a mandare fondi a mandare armi
Ai musulmani perché questa è una guerra di religione e credo che sia estremamente importante che invece si riesca attenere
Il discorso della Ricci religione completamente al di fuori che sia una guerra etnica lo dimostra anche il fatto che anche in quest'ultima trattativa di pace si è parlato di dividere i croati dai secondi
E di lasciare questa notte la bosniaca
Cioè non si parla più di a vere un territorio che sia in mano due diverse etnie ma si tende invece a dire
è meglio che io dico anche strade vadano dalla parte dei croati e che serve se ne vadano dalla parte dei servi e che qui rimanga invece questa Bosnia che in parte sarà dei musulmani
Dunque fosse una guerra etnica finisce con l'essere proprio perché la risoluzione che si troverà questa guerra desiderare
Posso aggiungere
Ma Kissinger
Anche in questo scritto credo che ha pubblicato la stampa l'altro giorno
Diciamo non non smentisce la sua fama di uomo della Realpolitik pigliamo atto che tanto quelli non stanno insieme diamogli un pezzo di territorio ciascuno e non se ne parla più
Io dico questo
Ripeto dopo quattro anni di guerra siccome la priorità e comunque mettere fine a questo massacro
Se non c'è altra soluzione accediamo questa ipotesi però vorrei che fossimo tutti consapevoli
Di che cosa comporta questa Realpolitik di Kissinger
Perché vedete i confini soprattutto in Europa centrale e dei Balcani sono confini come tutti i confini di tutti gli stati d'ombra Turati ma determinati dalla storia ora se voi prendete una carta geografica dell'Europa centrale dei Balcani del mille novecentodiciannove pace universale la mettete sul vetro di cucina e sovrapponete la carta geografica dell'Europa centrale dei Balcani del mille novecentoquarantacinque
Pace di Yalta
Vedrete che tutti i confini dei Paesi dell'Europa centrale sono spostati di duecento chilometri ad Ovest
Sulla base dei rapporti di forza e degli accordi presi tra le grandi potenze vincitrici alla fine della seconda guerra mondiale
Ma non sulla base della Storia dei popoli
Quei confini sanciti nel mille novecentoquarantacinque hanno avuto come conseguenza che tre milioni di polacchi Della serie di tre milioni di tedeschi della Slesia sono diventati polacchi che due milioni di polacchi sono diventati bielorussi
Che un po'di ungheresi son diventati slovacchi e via di questo passo cioè dei Balcani nell'Europa centrale più che altrove
Il carattere di multietnicità di multiculturalità di molti religiosità è un è una caratteristica di molte nazioni se dovesse prevalere come criterio diciamo di riorganizzazione degli assetti dell'Europa e del mondo il criterio di Kissinger badate non si fermiamo più perché allora se si riconosce si accetta che il fondamento degli Stati
è l'omogeneità etnica allora i seicento mila ungheresi che vivono in Slovacchia
Chiederanno di avere loro piccolo stato il milione e mezzo di ungheresi che vi megalomania porrà lo stesso problema
I russi che vivono in Moldavia The Paese a maggioranza armena chiederanno la stessa cosa e avanti di questo passo e difatti in Azerbaijan siamo già questo in Abkhazia siamo già questo ci fermiamo a Vladivostok è chiaro
Allora io dico
La Realpolitik è una categoria della politica estera e quindi va non va mai scartata e di fronte ripeto a una tragedia che insanguina da quattro anni la Bosnia e l'ex Jugoslavia come il suo carico di purificazione etnica di stupri di massa di tragedia di massacri può essere che lì
Bisogna prendere atto del fatto che bisogna come dire accettare che ciascuno stia in una terra diviso dall'altro ma non può diventare un criterio generale
Perché varate il criterio generale per cui gli Stati si formano sul principio della omogeneità a parte che la legittimazione della pulizia etnica espressione un po'asettica che significa però massacri e morti drammatiche come abbiamo visto
Ma significa introdurre un elemento di destabilizzazione drammatico
Due secoli dopo la Rivoluzione francese che tra le tante cose è servita ad affermare il principio che gli uomini e le donne hanno tutti gli stessi diritti quale che sia la pelle del loro colore la religione che professano le mie a cui appartengono la cultura che vivono non è la sua alla vigilia di vomito legno vogliamo stabilire il principio che invece no
Gli uomini devono nuovamente dividesse contrapporsi sulla base dell'idea della religione della cultura io credo che questo non possono essere accettati se vogliamo costruire un assetto del mondo più giusto se vogliamo costruire e quindi io penso che dobbiamo batterci perché il principio della multietnicità sia il fondamento dell'Istat
E valga il principio invece che devono essere costruiti Stati nei quali ci siano ci sia il rispetto dei diritti di ogni comunità grande o piccola che sia perché appunto solo così si costruisce una convivenza pacifica in altro modo si mettono i germi di conflitti permanenti e Conti
Lei ha perfettamente ragione onorevole Fassino in quello che dice so io sono perfettamente d'accordo difatti lei avrà notato che durante questi anni
I bosniaci quello che diceva no
O i serbi o i croati come è possibile che questa gente con cui io vivevo impacciati li vedevo la domenica i nostri figli andavano a scuola insieme adesso improvvisamente hanno incominciato invece ad ucciderci
Cosa intendiamoci che succede per esempio perché l'ho sentito dire anche da questi capi ruandesi
Come è possibile che gente che ha vissuto insieme per tanti anni a un certo momento incomincia ad ammazzarsi addirittura in famiglia perché questo era tutsi e quella futura
Questo pomeriggio è venuto da me li come le raccontavo sull'aereo Feisal Husseini che il negoziatore per la Palestina è stato il grande negoziatore della Palestina
Per gli incontri di pace con Israele
E mi raccontava di questa Gerusalemme diviso in due esattamente gli ho chiesto ma scusi esiste un palestinese che sposterebbe un'israeliana o un israeliano che sposa avrebbe una palestinese
E m'ha detto lui fa una volta molti anni fa questo succedeva correntemente ma oggi è assolutamente escluso
Allora impose la pace è una cosa estremamente difficile io credo che la pace possa avvenire ma che era pace vera sia soltanto il giorno in cui un palestinese pensa di poter sposare l'israeliana un c.t. pensi di poter sposa un altro inizio di vivere con Luzi un croato pensi
Che è un segno possa essere un suo amico compagno di scuola
Fino a che non si arriva a questo purtroppo la pace è sempre una causa molto fittizio
Da un lato
Perché si è aspettato così tanto ad usare la mano dura contro i serbi
A secondo me soltanto perché si è continuato a sperare che questa cosa sarebbe finita
L'altro giorno molti mi hanno chiesto ma perché soltanto adesso fosse perché l'ultimo bombardamento
Del mercato di Sarajevo è stata veramente la goccia che ha fatto traboccare il vaso ma anche perché non era stata non era avvenuta in coda alla riunione di Londra in cui tutti i Paesi riuniti intorno a quel tavolo avevano deciso
Di fare il presente ai serbi che qualora fosse successo un episodio di questo genere avrebbero utilizzato con forza i bombardamenti
Dopo di che anno dispiegato la Forza di reazione rapida hanno cercato di concentrare le truppe dell'UNPROFOR insieme in modo che non potessero esserci episodi di sequestri di dei caschi blu come è avvenuto prima e allora a quel momento hanno poi potuto fare questa azione che non si può decidere in dieci minuti cioè c'è voluto un certo tempo per prepara
Questo mi sembra sia la ragione per come come hanno scritto alcuni in Francia l'Occidente si era accorto di avere perso d'onore a Sarajevo e quindi ha voluto riscattarsi
Per adesso non mi piace dire una cosa che sembra molto dura ma io credo che comunque l'Occidente l'attraverso l'ONU
Naturalmente più volevo mi riallaccio è una cosa che ha detto il ministro molto molto giusto prima la pace non è mai fa non è mai soltanto un fenomeno
Esogeno cioè la pace non si riesce a imporre solo dall'esterno se quelli che fanno la guerra si convincono che devono smettere
Ora la guerra in Jugoslavia è stata così drammatica Trozzi intanto perché quelli che facciamo la guerra non hanno mai pensato di dare non hanno mai creduto davvero al negoziante
La realtà ci sono gravi responsabilità riversa pare che su questo non c'è dubbio che la responsabilità serba è sicuramente rilevante prevalente
Ma in realtà una delle cose che ha reso pratica questa vicenda e che nessuna delle parti in causa ha creduto mai davvero di riuscire a trovare una soluzione al tavolo delle trattative ciascuno ha pensato che il tavolo di trattative era il luogo dove andare a ratificare sulle mappe quello che si era conquistato con la forza soltanto e questa è la principale causa di una tragedia che si è prolungata in quel poi ci sono state le responsabilità internazionale abbiamo già parlato io son d'accordo col ministro la realtà è che l'Europa vuole la pace a Sarajevo ma non vuole come dire
Rischiare nulla per Sarajevo questa è la verità questa è la mia
Potente
Si può comprendere difficile complessa ma è così ora i bombardamenti aerei diciamo sui saldi sono stati fatti tardi troppo tardi ma io penso che
Come dire una misura così radicale perché si tratta di bombardamenti che fanno al di là degli interventi chirurgici anche delle vittime come ovvio una cosa così radicale non si può che decidere come estrema ratio ed è stato probabilmente giusto cercare in ogni modo una soluzione con le armi della politica prima perché se si fosse immediatamente diciamo intervenuto si sarebbe aperta la discussione contrari cioè sospetto o no del pregiudizio al sospetto che si voleva a tutti i partner Crosti parteggiare per qualcuno per qualcun altro quindi è molto visti difficile la discussione se si doveva fare prima si doveva fare dopo ci sono come dire degli argomenti a sostegno dell'una e dell'altra penso non c'è dubbio però che a un certo punto qualche cosa bisognava fare perché quando
Ogni ogni diciamo mediazione politica fallisce quando ogni tregua viene voglia di orata quando ogni appello viene inascoltato B non c'è dubbio che deve intervenire
Io credo che
Voglio dire questo lo dico perché qui siamo in una sede diciamo di un partito di sinistra un grande partito di sinistra c'è una giustamente una riflessione no del nostro popolo ma è giusto usare la forza
Realizzare la pace
Io credo che si c'è un momento in cui deviante contemplare l'uso della forza se vuoi la pace quando sei di fronte appunto alla pulizia etnica tutti i giorni quando sei di fronte al fatto che si occupa Srebrenica e si ammazzano come ha fatto il servizio tutti i ragazzi tutti gli uomini tra i quindici e i cinquant'anni ci sono le fotografie
Delle fosse comuni
Quando sei di fronte a una guerra come dire che assume quelle dimensioni così atroci vestita di porre il problema di fermarla
Di fermarla con gli strumenti della politica ed è la mediazione del negoziato se ci riesci c'è un momento in cui devi anche contemplare l'uso della forza per favorire negoziato non per far la guerra usare la forza per fare la pace fare usare la forza per far smettere la guerra per la non violenza è un grande principio ma la non violenza presuppone che ci siano alcune regole minime
Gandhi nel quarantasette poteva usare la non violenza in India per battersi per l'indipendenza del suo Paese perché la Gran Bretagna era sì un Paese coloniale ma era una grande democrazia
Che riconosceva i diritti anche a coloro che nelle sue colonie si battevano per l'indipendenza c'era un quadro di diritto di certezza che faceva sì che si potesse fare la battaglia con la non violenza ma col generale Mladić è un po'dura fa la non violenza visto che ha dichiarato che i confini si scrivono con il sangue
No che ordina di ammazzare tutti quelli che non sono servi cioè c'è un momento in cui chiede di porre il problema di fermarlo perché e fermarlo è la condizione per riavviare un negoziato di pace io credo che questa sia stata l'estrema ratio si arriva e mi pare che oggi il problema sia quello di ritrovare no lo spazio per utilizzare questa forza che sia usata per finalmente ottenere un negoziato di pace che sia in grado di far decollare una soluzione politica
Quindi il discorso è proprio l'azione politica come trasformare questo dispiegamento di forza come trasformare l'indignazione del mondo in azione politica
Ma io credo che per fare l'azione politica che è quella che adesso si sta cercando di fare e indurre questa gente a capire che con la guerra non otterranno quello che si desiderano ma che con la pace c'è la probabilità che lotta in campo certamente non si può andare a dire smettete di fare la guerra punto pratica smettete di fare la guerra e poi il mondo vi aiuterà ad avere una situazione di pace che gli permetta di condurre una vita civile
Cosa che fino adesso non è avvenuta e che effettivamente nel negoziato di Corvo che è molto presente cioè nel negoziato di Paul boccia anche tutto un pacchetto di misure economiche che dovrebbero dar concede tutta questa zona a tutta questa zona della ex Jugoslavia di vivere in un modo migliore mezzi di comunicazione sterrate
Insomma tutti tutti diciamo quello che si chiamerebbe urbanizzazione ma urbanizzazione in senso lato perché si tratta di un paese intero cioè di daranno la possibilità di vivere anche di finger insieme e che adesso certamente un Paese distrutto
Con centinaia di migliaia di rifugiati che vivono senza calze senza possibilità ma nemmeno di mangiare se non arriva la comunità internazionale ad aiutarli
In che questa non è vita per cui la gente continua a pensare che l'unica soluzione per il loro futuro è quella della guerra e credo che bisogna cambiare la loro mentalità
L'Italia
E al centro del Mediterraneo e la nostra politica estera è molto concentrata su questa un'area in cui ci sono delle crisi ancora in corso il processo di pace in Palestina
E la situazione algerina lei ha viaggiato molto questo
Superiori permanenza al ministero degli esteri in questa zona in questo Mediterraneo perché non è più ahimè un mare di pace
Che prospettive abbiamo
Adesso l'Unione europea guarda con molto interesse a questa conferenza di Barcellona Giannoli avremmo avuto due incontri del Forum Mediterraneo con i Paesi della costa Sud del Mediterraneo
Che evidentemente l'Europa potrebbe portare sempre più vicina al sei anche perché avendo al centro di questa zona tralasciamo la Libia che in questo momento non viene considerata perché non ha alcun trattato nemmeno di associazione lontana con l'Unione europea ma questi altri Paesi avendo al centro un paese come l'Algeria
Dove c'è un rischio di fondamentalismo purtroppo anche di estremismo islamico molto forte
Può portare ad un futuro che potrebbe influenzare anche i paesi vicini come la Tunisia e il Marocco portando naturalmente un pericolo fortissimo su tutta quella zona sud del Mediterraneo
Ora l'idea dell'Unione Europea di avvicinarle invece questi Paesi con dei trattati di avvicinamento all'Europa di cercare di aiutarli anche finanziariamente in modo che invece di esportare verso di noi quelle persone che non trovano lavoro
Queste persone potessero trovare lavoro nel paese loro e dare anche a loro alcuni indizi di sicurezza comune con l'Europa
Di cultura comune con l'Europa e questi Paesi del Mediterraneo devo dire sono estremamente le eccessivi a queste proposte europee
Per cui l'idea dell'Europa di camminare su questa strada con molta determinazione
Ma io credo che
Mediterraneo per noi sia strategico sia una delle priorità fondamentali della politica estera italiana
Sottolineo il fatto che uno degli elementi più gravi secondo me
Del precedente governo è stata la disattenzione grave in politica estera al Mediterraneo vi ricordate la latitanza italiana la conferenza di Casablanca
Credo che noi dobbiamo avere una politica estera invece che affronti i problemi di questo paesino e concordare una soluzione ai problemi di questo pazzo
C'è la vicenda del Medioriente
Che è un processo di pace sia reversibile ma come vediamo complicatissimo
Esposto ai rischi ogni giorno i rischi dell'estremismo islamico dell'estremismo dei coloni
Se il problema della diffusione del fondamentalismo islamico che riguarda tutta l'area e che tra l'altro di cui c'è perfino qualche segno già in Bosnia
C'è il problema dell'Algeria di un grande Paese che rischia di essere travolto da un
Io ci sono stati in questi anni in questi quattro anni qualcosa come trenta mila morti
Cioè una catastrofe
Ogni giorno e leggiamo di attentati dieci morti cinque morti sei morti è solo una parte di quello che avviene trenta mila morti senza che ci sia una guerra c'è una guerra civile
è una quantità impressionante impressionante se perfino da chiedersi come che l'opinione pubblica internazionale comunità internazionale
Non dico che assiste ma non coglie la gravità di quello che sta succedendo in quel grandissimo paese
C'è in quello scacchiere il problema irrisolto del del del Sahara spagnolo il rapporto tra Marocco e Sahara spagnolo
Se il problema della Libia quindi diciamo ci sono molti focolai di tensione
Che se non trovano una risposta beh rischiano di produrre un incendio che ci travolgerà
Dell'Europa non può credere di guardare a questi Paesi con una qualche sufficienza come spesso fa perché in realtà tutto quello che accade dall'altra parte del Mediterraneo si riverbera su questa parte del mediterraneo immediatamente qualche volta noi un po'siccome consideriamo questi Paesi sempre con la categoria del terzo mondo abbiamo una concezione un po'caritatevole cattolica non bisogna occuparsi di loro perché come dire
I Paesi ricchi devono aiutare i Paesi poveri no è un po'più complicata ed è un po'più io la voto la butto giù brutalmente affrontare il problema di questi Paesi è un interesse concreto nostro risolvere i problemi di questi Paesi significa dare una risposta anche allo sviluppo alla sicurezza e la tranquillità dei nostri Paesi
Un grande fenomeno come l'immigrazione che uno dei principali problemi che ci popolo quei Paesi si risolve in un solo modo se non vogliamo che tutti vengano qua bisogna farli stare meglio la scusate per la semplificazione ma è questo il problema
Chiaro
Perché non si spiegherà a nessun uomo si spiegherà che va benissimo così che Luis diamanti
A quel quell'uomo che sta male cercherà di stare meglio e se non riesce a star meglio nel paese in cui è nato e vive cercherà di stare meglio altrove
E se vogliamo che l'Europa non sia perché non abbia per esempio il drammatico problema dell'emigrazione in dimensioni che diventerà anche diventerebbero ingovernabili
Il problema di come i nostri paesi aiutano questi Paesi è un problema ma significa
Stanziare per esempio una parte dei nostri bilanci io sottolineo che il Paese che stanza di più al modo per il Terzo Mondo per gli aiuti allo sviluppo e la Norvegia l'uno per cento del proprio bilancio annuale
L'Italia è allo zero diciotto per cento
Il problema di incrementare pesanti i fondi per la cooperazione e so che su questo tema il ministro molto sensibile non sono sensibile altri ministri
Tiraboschi il baro la borsa il problem solving il problema vi incrementare i fondi per la cooperazione è assolutamente decisivo siamo quest'anno credo che il ministro possa confermare alla cifra di ottocento milioni per la cooperazione italiana ottocento milioni è niente no per fortuna miliardi onorevole e potersi così ottocento miliardi non è niente rispetto alla quantità di cui c'è già meno di mille miliardi una cifra assolutamente irrisoria no rispetto lo zero diciotto per cento del nostro bilancio
Se poi calcoliamo che lo zero diciotto miliardi non viene neanche speso tutto
Perché ci sono residui passivi e difficoltà di spesa
Abbiamo presente che cos'è no quindi una cifra irrisoria quando ha ma è un problema che hanno anche altri Paesi ma non ce l'abbia
Il grande problema degli approvvigionamenti petroliferi è un problema che investe immediatamente i rapporti tra il nostro Paese e questi Paesi
Il problema dello sviluppo economico di questi paesi noi siamo il primo partner commerciale dell'Algeria siamo tre principi uno dei principali partner commerciali dell'Egitto con gli altri Paesi se non siamo il primo siamo il secondo partner commerciale
Le imprese nostre hanno presenze significative in questi Paesi allora il problema della stabilità in questi paesi della democrazia in questi Paesi dello sviluppo economico questi Paesi
E qualche cosa che ci interessa non è un che facciamo un piacere a quelli come ogni tanto pensiamo no ci dobbiamo fare anche nel Terzo Mondo perché bisogna dare una carezza Negretto non è questo
Dobbiamo occuparci di problemi che ci riguardano e che sono tutt'uno coi problemi del nostro sviluppo quindi io penso questa mi permetto sceglie permessa una sollecitazione al ministro ma che so che visto accoglie così come il ministro in questi mesi è stata fortemente presente sulla crisi bosniaca con molte missioni è una è una un'attività molto grande
Io credo che si debba che la la nostra diplomazia deve produrre lo stesso tipo di sforzo di presenza d'iniziativa nei confronti del Mediterraneo
In fondo noi siamo più di altri Paesi europei direttamente investiti credo che tra l'altro andiamo verso il semestre di presidenza italiana forse ne parleremo adesso
Dell'Unione Europea io credo che uno dei punti che devono caratterizzare la presidenza italiana dell'Unione europea è un maggiore impegno dell'Europa
Nella politica mediterranea nella politica di cooperazione e di sviluppo di collaborazione coi Paesi dell'altra sponda di questo nostro mare
Io volevo appunto chiederle come ci stiamo preparando a questa Presidenza italiana del c'è quali sono grandi temi che saranno sul tappeto durante il nostro semestre
Nonché dicendo con l'onorevole Fassino
Che è molto difficile anche se capisco che questo è un qualche cosa a cui l'Italia abbastanza abituata è molto difficile prepararsi a un qualcosa quando se non si sa se indossare ancora lì o meno proposte questo questo l'ho detto spicca ma comunque voglio dire l'Italia si sta preparando intanto il Gruppo di riflessione sta facendo uno studio molto accurato noi abbiamo un ottimo rappresentante nel Gruppo di riflessione che sta preparando la revisione del Trattato di Maastricht
Adesso mi sembra che sia stato stabilito da tutti e che sia stato ottenuto dall'Italia vede l'inizio della Conferenza intergovernativa durante il semestre italiano e anche questo è molto importante perché così l'Italia potrà dare il suo indirizzo naturalmente il nostro rappresentante all'interno del Gruppo di riflessione mi ha fatto proprio questo oggi piccolo rapporto mi dice che non è facile trattare con i colleghi dell'Unione europea perché alcuni di questi per non fare nomi in Inghilterra e completamente chiusa a qualsiasi tipo di riforma
Cioè non si vuole per esempio che il voto possa essere fatta maggioranza né del Consiglio non si vuole che la politica estera e di sicurezza comune venga allargata e che si dica per esempio che la politica estera dell'Europa dovrebbe essere fatta dal segretario generale oppure da un Presidente eletto nominato per tre anni in modo che quando si parla della politica estera dell'Europa si sappia con chi si deve parlare e francamente se questa crisi dell'ex Jugoslavia insegnato qualcosa avrebbe dovuto insegnare all'Europa
Che senza una politica estera l'Europa non è in grado di puntate
Però non è facile perché ci sono alcuni Paesi che sono del tutto chiusi noi pensiamo per esempio che ci vorrebbe anche una riforma delle istituzioni che quando l'Europa sarà allargata in cure passerà da quindici a venti o dal quindici al ventidue non si può pensare di avere un numero di commissari all'interno della Commissione europea pari al numero dei paesi rappresentati questo va benissimo per i Paesi che antiche dicono comunque noi avremo sempre con un commissario ma per i piccoli paesi per esempio come il Lussemburgo perché più piccolo di tutti questa è una questione che non va assolutamente loro vita non è vero ci deve essere un commissario per ogni paese anche se piccolissimo noi diciamo per esempio che il voto dovrebbe essere non soltanto il voto per ogni Paese ma anche il voto in merito alla alla al numero di cittadini che quel Paese a e anche questo naturalmente non viene accettato dei piccoli paesi dunque questo gruppo di riflessione è un gruppo di riflessione Cau lavoro molto importante
Fra l'altro devono anche decidere se debbano essere tutti unanimemente d'accordo su tutti quello che decidano oppure se invece lo si può decidere a maggioranza ma questo su una cosa che verranno maturando entro la fine di quest'anno e che verranno poi portate alla Conferenza intergovernativa questo dibattito volge alla fine io vorrei
Fare una domanda
In particolare signor ministro lei ha avuto occasione di incontrare in questi mesi personaggi straordinari quello che
La appassionata di più e perché o che l'ha incuriosita o che comunque gli ha lasciato non ricordo più interessante
Tutti Branduardi stranamente in quello che mi è piaciuto di più
Di tutte le persone che ho incontrato è stato il presidente di Israele Weissman presidente prima di tutto perché è un mio coetaneo dove questo mi piace perché è un uomo enormemente illuminato
Che non solo è stato grande combattente perché durante le Guerrisi negli anni è stato un grande combattente ma è anche nel cuore un poeta ecco questo è un uomo che mi è piaciuto moltissimo
Nessuna domanda dell'sì poi tiene andiamo
Con la prima volta che il PDS si trovi così completa sintonia con la Farnesina diciamo che
Naturalmente noi oggi siamo il principale partito che sostiene questo governo questo vite e questo come dire
Perché c'è una consonanza diciamo tra il governo Dini il suo programma e diciamo la politica del del PDS del forte uso del PDS le forze di centro sinistra
Però io voglio sottolineare anche con la sua politica estera onorevole sei adesso arrivo adesso arriva adesso adesso arriva volevo sottolineare proprio questo
L'ho detto all'inizio del dibattito e lo ribadisco
Se c'è un terreno nel quale si misura la differenza tra il governo Berlusconi e il Governo Dini questo e la politica est
Voglio dire perché
Nei sette mesi al governo Berlusconi noi siamo riusciti il ministro Martino che sul piano umano persona gradevole ma sul piano politico a come dire gestito ministero in un certo modo politica sta un certo modo ma siamo riusciti nei sette mesi al governo Berlusconi sostanzialmente a fare queste a trasmettere ai nostri partner europei agli europei l'idea che in Italia c'era un governo che non credesse nell'ente che non credeva nell'integrazione europea
E questo a pochi mesi dalla presidenza italiana no del Unione Europea siamo riusciti a manifestare
Un significativo disinteresse nei confronti del Mediterraneo essendo l'unico paese che non è riuscito a mandare nel Presidente del Consiglio nel ministro degli Esteri né nessun altro ministro a Casablanca che era la grande Conferenza mediterranea per gli aiuti al economici al processo di pace del Medioriente
Siamo riusciti a litigare furiosamente con la Slovenia con la quale il rapporto è difficile come Salvi ministro e diciamo sappiamo che è una delicata questione ma come dire proprio perché è una questione delicata andava affrontata fin dall'inizio bene e io penso il ministro Agnelli
A su questo diciamo la pensa allo stesso modo ha dichiarato in modo esplicito fin dal dal primo giorno in cui ha preso l'incarico che il problema dei nostri rapporti con la Slovenia
E va visto non in termini di conflitto ma in termini cooperazione la Slovenia vuole entrare in Europa bene noi siamo interessati a essere noi che ce la portiamo
Non abbiamo interesse che ci entri a dispetto nostro Central rispetto nostro noi siamo solo da Mezzate nella politica bilaterale di cooperazione con un Paese con cui confiniamo se invece la portiamo noi e siamo noi che sponsorizziamo di l'europeizzazione della Slovenia questo è utile all'Europa è utile alla politica estera italiana peraltro ricordo lo sottolineo perché è una cosa che riguarda la presidenza italiana del semestre presenza italiana io penso che una delle cose su cui bisognerebbe che la presidenza italiana si caratterizzarsi oltre che la questione meriterà di cui abbiamo già parlato è l'attenzione dell'Unione Europea ai Paesi dell'Europa centrale
Questi Paesi vogliono entrare nell'Unione Europea l'Ungheria la Repubblica Ceca la Polonia la Slovacchia
Vogliono integrarsi l'Italia interessa essere ponte il paese che fa da traino ponte presto questi Paesi anche qui
Non sulla base di una scelta ideologica ma sulla base di concreti interessi spesso si ignora in termini di grande pubblico che oggi in Italia è in quell'area già il secondo Paese come presenza dopo la Germania
Siamo il primo Paese investitore in Polonia siamo il secondo Paese partner commerciale di tutti i Paesi dell'Europa centrale abbiamo una presenza politica economica di rapporti culturali e sociali molto grande
Ecco tutto questo il precedente governo lo ignora con questo governo c'è stato un mutamento significativo di politica estera io credo che tutte le c'è stata una reale convergenza tra le dichiarazioni che il Presidente del Consiglio ha fatto in termini di politica estera fin dal momento dell'insediamento del governo le dichiarazioni che il ministro Agnelli ha fatto su come intendeva perseguire la politica estera italiana fin dall'inizio sono state da noi condiviso non sono state condivise sono interni principio mi permetto di dire credo che visto possa confermare che in questi mesi hanno potuto lavorare bene insieme
Per costruendo le scelte e i principali obiettivi di politica estera naturalmente quando si lavora insieme sia d'accordo sul volto ci possono essere delle cose su cui sembrano d'accordo ma questo non inficia diciamo l'orientamento di fondo oggi io credo che la la l'Italia comincia ad avere una politica estera
Si dice spesso l'Alitalia non ha mai avuto una politica estera io provo e questa è una semplificazione un po'troppo brutale l'Italia ha avuto anche nel passato una politica estera
Forse quello che oggi bisogna sotto le armi più è un'altra cosa oggi rispetto al passato siccome siamo in un equilibrio internazionale del tutto nuovo
Valgono meno come dire le vele le tutele rappresentanza date ad altri nell'equilibrio bipolare era chiaro che c'erano due che contavano di più Stati Uniti e Unione Sovietica
E tutti gli altri contavano un po'meno dovevano ritagliarsi la propria politica estera dentro le scelte dei grandi due
Oggi sappiamo che non è più così
Oggi siamo in una fase di transizione molto complessa ciascun Paese deve essere capace di fare i conti con i problemi che la scena internazionale gli impone assumendosi delle responsabilità e facendo la politica estera noi riteniamo che l'Italia la possa fare da una politica estera nazionalistica che sarebbe fuori luogo una politica estera che tutte in molti interessi che l'Italia in piena coerenza con la scelta fondamentale che l'Italia ha fatto e che il governo Berlusconi aveva messo in causa che invece con questo governo abbiamo nuovamente posto al centro la politica italiana la scelta europea la scelta di collocare l'Italia pienamente nell'integrazione europea di Scelta di far giocare all'Italia un ruolo protagonista sulla scena internazionale sia tutelando gli interessi
Sia spacciatore
E si batte
Perché l'Europa
Un ruolo nella politica estera italiana su questi abbiamo trovato l'intesa con visto e su questo c'è davvero da parte nostra una condivisione e un sostegno a questo locale
Avviene soltanto
Regole Piero Fassino
E il conduttore