La nota antiproibizionista

Poco più di tre anni fa moriva Walter De Benedetto era il nove maggio del due mila e ventidue aveva cinquant'anni circa due anni e mezzo prima nell'ottobre del due mila diciannove era diventato protagonista suo malgrado
Di una vicenda giudiziaria un caso che ha fatto rumore perché Walter malato di artrite reumatoide dall'età di quindici anni
A partire proprio dalla sua vicenda ha combattuto con coraggio e determinazione la battaglia per l'accesso ai farmaci cannabinoidi per una legge sulle droghe equa e ragionevole
Viviamo in campagna vicino ad Arezzo aveva grandi difficoltà a muoversi e soffriva dolori fortissimi che poteva alleviare grazie albedo H anno un farmaco cannabinoidi appunto che avevo ottenuto attraverso il servizio sanitario tuttavia con l'aggravarsi della malattia la dose prescritta era diventata insufficiente
Non avendo ottenuto l'adeguamento della terapia nonostante le ripetute richieste aveva allora deciso di fare da solo e per non ricorre al mercato nero si era messa coltivare piante di cannabis in casa
Ma qualcuno ha fatto la spia è un giorno sono arrivati i carabinieri
Nei suoi confronti sono scattate le accuse di coltivazione di sostanza stupefacente detenzione e spaccio
Walter De Benedetto però non si è dato per vinto ha fatto del suo un caso politico
Quello dei tanti troppi cittadini che non riescono ad accedere ai farmaci cannabinoidi nonostante siano autorizzate dal due mila sette e si vedono privati del diritto alle cure senza ricevere risposte concrete dai pubblici poteri Walter ha scritto il Presidente da Repubblica Sergio Mattarella si è fatto ricevere dall'allora presidente della Camera Roberto Fico è stato sostenuto da varie associazioni da migliaia di cittadini che hanno sottoscritto un appello in suo favore era stato organizzato anche un digiuno collettivo
Nel maggio del due mila ventuno un anno prima della sua morte poi il Tribunale di Arezzo lo ha assolto perché il fatto non sussiste
Una sentenza importante perché ha riconosciuto che la coltivazione era per uso personale per finalità terapeutiche e ha stabilito che nel suo caso l'elevata quantità era giustificato dall'esigenza di lenire i gravi dolori provocati dalla malattia
E andava così oltre la sentenza delle sezioni unite penali della Corte di Cassazione che aveva già aperto la non rilevanza penale della piccola coltivazione domestica ma perché parlo di Walter De Benedetto perché
Quelle tre ottobre del due mila e diciannove
Quando a casa sua sono arrivati i carabinieri Walter non era solo c'era Marco uno dei suoi amici più cari sorpreso dentro alla serra dell'amico mentre stava innaffiando le piante di cannabis operaio incensurato sconosciuto alle forze dell'ordine
A aveva spiegato subito agli inquirenti che non aveva mai avuto a che fare con la detenzione lo spaccio di droga e stava solo aiutando Walter a curare le piante
Nell'udienza del sette febbraio due mila e venti la giudice Giulia Soldini
E gli ha concesso l'affido in prova in seguito però Soldini è passato l'ufficio del Gip e il caso è stato affidato a un altro magistrato Filippo Ruggiero
Che a settembre due mila e venti si è riservato di concedere la messa in prova al termine del processo con rito abbreviato celebrato nel dicembre successivo
Gli avvocati Cristiano Casa Vaccaro Osvaldo Frattini hanno sostenuto la non punibilità di Marco per la particolare tenuità del fatto
Il Pubblico ministero Verrando albergo ti ha invece chiesto la pena di un anno il giudice Ruggiero ha accolto la richiesta dell'accusa ma è andato oltre e ha condannato Marco a un anno due mesi e venti giorni
Walter è stato assolto con formula piena perché ha scritto il giudice dell'udienza preliminare sarebbe paradossale oltre che contrario ad ogni forma di umanità e di giustizia
Che l'imputato debba essere punito per avere coltivato piante di cannabis con l'unico scopo di tutelare la propria salute e garantirsi in tal modo condizioni di vita più dignitose
Marco invece non solo è stato ritenuto colpevole di coltivazione non autorizzata di sostanza stupefacente
Ma secondo il giudice i quantitativi canadesi erano sproporzionati
Ed esagerati rispetto all'esigenza di un consumo personale De Benedetto e la coltivazione sarebbe stata caratterizzata da modalità industrie osé da una laboriosità e operosità costante
Secondo il principio del pericolo presunto una condotte ritenuta pericolosa senza che sia necessario provare che essa abbia effettivamente creato un pericolo concreto
A prescindere dalle dalle circostanze specifiche Marco dunque avrebbe potuto ledere il bene giuridico tutelato dalla norma e quindi il giudice Ruggiero lo ha condannato
A Marco sono state negate anche l'ipotesi di lieve entità del reato e la sospensione del processo con la messa alla prova e pazienza se ciò appare in contrasto ad ogni forma di umanità di giustizia oltre che paradossale
Visto che Walter De Benedetto ha coltivato cannabis solo per tutelare la propria salute garantisce condizioni di vita più dignitose
E la quantità era giustificata dalla necessità di lenire gravi dolori provocati dalla malattia Comina punto stabilito il giudice e che lo ha assolto
Solo in questi giorni è stata finalmente fissata la data del processo d'appello che si terrà a Firenze tre febbraio due mila ventisei
Cioè ad anni di distanza dai fatti dal processo di primo grado una vicenda interminabile un tunnel di cui non si riesce a vedere l'uscita
Ad Arezzo per Walter c'è stato un giudice per Marco invece no
Riuscirà adesso a trovarla Firenze forse essi ce lo auguriamo lo speriamo ma intanto resta una politica che da una parte ostacola il diritto dei malati all'accesso ai farmaci cannabinoidi e dall'altra per esempio con il nuovo Codice della strada li punisce se li usano e risultano positivi ai test
Una politica che invece di colpire a fondo le mafie delle droghe che si arricchiscono e diventano sempre più potenti grazie al mercato nero generato dal predizioni ritmo colpisce i soggetti più deboli e indifesi
Tranquilli la guerra alla droga continua una sconfitta dopo l'altra