Rassegna stampa estera

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale venerdì tre ottobre questo è l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta due temi di cui ci occuperemo quest'oggi innanzitutto la guerra della Russia contro l'Ucraina e più in generale contro l'Unione europea anche se alcuni la definiscono ancora guerra ibrida leggeremo l'editoriale da figlia o su Kier che è diventata una tu
Più che un fardello per l'Europa grazie alle sue capacità di difesa sviluppate nel corso di questi quasi quattro anni di conflitto
Secondo tema Gaza il piano di Donal Trump che viene lodato in un editoriale del Financial Times dal titolo un piano atteso da tempo per porre fine alla guerra Agasa
E in un altro editoriale sull'Economist che esce oggi nelle edicole europee il piano di Trump per Gaza merita credito leggeremo perché nonostante manchi ancora una parte importante perché questo piano si realizzi almeno nella sua prima fase cioè il sì di Hamas partiamo però dalla Russia dall'editoriale di ieri di verifica o dal titolo od torroni di guerra Kier è una tu più che un fardello scrive il quotidiano conservatore francese
L'apparizione dei droni a rivoluzionato l'arte della guerra come tutti possono vedere dall'Ucraina al Medioriente
Ma questi ero mobili senza pilota svolgono anche un ruolo crescente nelle guerre ibride più furtiva
Di cui la Russia è diventata una specialista ultimamente non soddisfatto dal lanciare centinaia di droni contro l'Ucraina Vladimir Putin ha iniziato inviarne alcuni sopra lo spazio Elio dura nato
Fino all'aeroporto di Copenaghen dove i leader europei si sono riuniti negli ultimi due giorni per coordinare la loro reazione di fronte a questa minaccia
Nella sua ampiezza limitata ma potenzialmente grave
Questa iniziativa risponde esattamente agli Obiettivi del Cremlino provocare inquietare i membri della NATO senza giustificare un'escalation incontrollabile
Nel momento in cui il suo esercito ristagna in Ucraina Putin non desidera accerto espandere il con scritto tutto il continente europeo
Ma mostrando la sua audacia spera di intimidire i sostenitori di Kjaer spingendoli perfino a riorganizzare i loro bilanci per la difesa concentrando le risorse di fatto sulla difesa nazionale non sugli aiuti all'Ucraina
Soprattutto Putin sta testando la determinazione
Di quello che considera il punto debole della dell'alleanza cioè il Presidente americano Donald Trump
I russi ma anche i cinesi iraniani e alcuni altri attori malevoli
Sono abbastanza convinti che il Presidente americano non verrà in aiuto dei suoi alleati se il costo sarà troppo elevato
Putin cerca di verificarlo per conto proprio e dei suoi amici
Spingendo sempre un un po'più in là alle sue azioni senza che ci sia stata finora occorre ammetterlo una reazione netta da parte di Washington
è tuttavia importante misurare il significato complessivo della situazione attuale
La decisione strategica di Pechino riguardo un'invasione di Taiwan potrebbe dipendere proprio in parte dalle lezioni che verranno tratte dalle
Dalle
Guerre ibride condotte da Putin
Per le fidiamo questo è un gioco pericoloso da parte di questi potenti sia Putin nell'azione sia Trump nell'in azione
Ma per gli Europei questa è anche l'occasione di dimostrare solidarietà e coraggio per recuperare il terreno perso ed erigere un muro contro i droni a est possono contare sull'esperienza sul know how di TR
Forse Putin non aveva previsto che l'Ucraina
Prima armata
Dei Europa primo esercito d'Europa
Sarebbe diventata non un peso ma un punto di forza in questo scontro tra la Russia e l'Occidente così tra l'altro lo figlia o nel suo editoriale di ieri
Veniamo al piano per Gaza del presidente americano Donald Trump
Ieri abbiamo proposto diversi commenti che contenevano
Elementi di scetticismo a partire dal fatto che a marzo deve dare il suo assenso fondamentalmente a scomparire
Chi invece loda apertamente questo questo piano elfa lascio Times in un editoriale dal titolo un piano atteso da lungo tempo per porre fine alla guerra a Gaza
Dopo due anni di terribile sofferenza umana
Finalmente c'è una seria spinta per porre fine alla guerra di Israele contro Hamas a Gaza e prepararsi al giorno dopo
Questa spinta è arrivata sotto la forma del piano in venti punti di Donald Trump sostenuto dagli Stati arabi e cosa cruciale da Israele dopo che il presidente americano ha incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyahu lunedì a Washington
La proposta le sue imperfezioni e comprensibilmente c'è scetticismo riguardo il suo successo Hamas che chiamato a disarmare si deve ancora accettare
Condizioni che di fatto implicano la resa militare ci saranno enormi ostacoli nell'attuazione del piano
Ma ogni slancio per porre fine al massacro Agasa di liberare gli ostaggi israeliani rimasti nelle mani di Hamas dall'orribile attacco del sette ottobre due mila ventitré attacco che ha innescato la guerra dovrebbe essere accolto con favore per questo Trump merita credito
La tragedia eh secondo Fraktion Times che c'è voluto così tanto tempo finché il Presidente americano su tasse il peso degli Stati Uniti per convincere Netanyahu a fermare l'offensiva di Israele
Che ha ucciso più di sessantasei mila persone secondo il ministero della Sanità palestinese controllato da Hamas lo ricordiamo
Trump scrive Fraktion Times ha dato il governo di estrema destra di Netanyahu
Carta bianca permettendogli di violare un cessate il fuoco imporre un assedio totale di un mese Agasa che ha portato alcune partite la striscia verso la carestia e intensificare l'offensiva di Israele numero crescenti di Esperti incluso una commissione indipendente dall'ONU ha concluso che Israele sta commettendo un genocidio
Il piano di Trump prosegue Fraktion Times prevede un immediato cessate il fuoco dopo il quale Hamas sarebbe obbligato entro settantadue ore
A rilasciare tutti i quarantotto ostaggi rimasti nelle sue mani venti dei quali presumibilmente sono ancora vivi
Gaza verrebbe amministrata da un comitato palestinese di tecnici supervisionato da un organo internazionale presieduto da Trump composto da figure di alto profilo
Tra cui l'ex premier britannico Tony Blair la sicurezza sarebbe di responsabilità di una forza di stabilizzazioni internazionale che lavorerebbe al fianco di personale palestinese
è importante sottolineare scrive il Financial Times che il piano prevede che non ci sarà alcuno spostamento forzato di popolazione Agasa né un'occupazione israeliana della Striscia
C'è anche un riferimento nebuloso a una soluzione dei due Stati il piano afferma che se Gaza verrà riqualificata e l'Autorità palestinese riformata
Le condizioni potrebbero finalmente esserci per un percorso credibile verso l'autodeterminazione la statualità palestinese
Ma sottolinea il quotidiano della City
Tanto anche lasciato ad altri il compito di risolvere importanti dettagli
Incluso come Hamas dovrebbe essere disarmato e la tempistica per il ritiro delle truppe israeliane
Il ruolo limitato dei palestinesi l'immagine di Blair che in Medioriente ricordato da molti per il disastroso intervento guidato dagli Stati Uniti in Iraq nel due mila e tre
Il l'immagine di Blair come governatore di fatto di Gaza il ruolo limitato dei palestinesi minimal minano danneggiano la credibilità del del piano
Ci sono poi preoccupazioni di fronte alla possibilità che Netanyahu cerchi di manipolare il piano per adattarlo la propria visione
Il premier israeliano continua a opporsi a qualsiasi passo verso uno Stato palestinese
U a consentire un ruolo all'Autorità palestinese a Gaza Netanyahu insiste affinché Israele mantenga il controllo sulla sicurezza della Striscia
Non devo essermi permesso di sabotare le possibilità di pace c'è anche il rischio di un'insurrezione Agasa contro le truppe israeliane straniere
Il piano di Trump tuttavia offre la possibilità di portare un po'di sollievo sia agli abitanti di Gaza sia agli ostaggi israeliani di conseguenza è fondamentale ora che il presidente americano si metta non a ricercare un rapido successo
Che poi rischierebbe di trasformarsi in fallimento magari scaricando la responsabilità su altri
Trump deve rimanere coinvolto e comprendere che il piano è solo un primo passo timido verso la soluzione di una crisi decennale
Gli Stati arabi devono esercitare pressione su Hamas affinché accetti i termini del piano e fare il possibile per garantire che Trump non permette ai palestinesi di essere messi da parte
Il piano promette che gli Stati Uniti stabiliranno un dialogo tra Israele e palestinesi
Per concordare un orizzonte politico per una coesistenza pacifica e prospera
Questo dovrebbe significare sostenere l'istituzione di un'amministrazione palestinese credibile funzionante e lavorare verso una soluzione a due Stati che garantisca la sicurezza la dignità alla giustizia
Che entrambe le parti meritano il fallimento porterà solo a più conflitti e sofferenze per palestinesi e israeliani così
Il farà Shawn Times e anche l'Economist che esce oggi nelle edicole europee in un editoriale sì titolare del piano Trump per Gaza merita credito
Il ventinove settembre Trump con a fianco Netanyahu ha presentato un piano in venti punti per quella che ha definito una pace eterna in casa
La tentazione di essere ovviamente scettici anche se l'iperbole è straordinaria
Non si tratta del primo piano di pace presentato dall'inizio della guerra
Nel due mila e ventitré e mentre i negoziati continuano loro l'orrore Agasa persiste
Tuttavia scartare questa proposta sarebbe un errore si tratta di una pietra miliare perché stabilisce parametri per uscire dall'incubo e segna un cambiamento nelle posizioni di America e Israele e forse anche di Hamas
I principi del piano sono chiari anche se la sequenza i dettagli non lo sono gli ostaggi dovrebbero essere lì rilasciati di leader i combattenti di Hamas dovrebbero disarmare di ottenere un'amnistia o l'esilio
Poi l'economista approfondisce gli altri punti del piano tutto questo il nuovo per l'America
Solo a febbraio Trump considerava l'idea di una pulizia etnica dei palestinesi dei palestinesi a Gaza per fare spazio a una nuova Costa Azzurra del medio oriente da allora ha cambiato nettamente posizione oggi Trump dice Israele non occuperà né a lettera Gazza
Accettando la proposta anche Netanyahu ha fatto un passo indietro fino a poco tempo fa era impegnato in una guerra eterna in casa
E si piegava i suoi partner d'di estrema destra in parte perché un cessate il fuoco potrebbe porre fine al governo e il suo mandato ora Netanyahu invece dice che il piano assicura agli obiettivi originali di guerra di Israele cioè ottenere il ritorno degli ostaggi e allontanare Hamas dal potere
Anche se Netanyahu impopolare il piano non lo è quasi tre quarti degli israeliani Lu sostengono il cambiamento finale potrebbe provenire da Massa Hamas non ancora riposto risposto formalmente
E potrebbe avere delle obiezioni sulla sequenza del ritiro israeliano sulla senza di Garanzia se Israele
Cambierà idea ma se dovesse accettare in linea di principio dicesse pubblicamente di essere
Pronto a rinunciare alle sue armi alla pretesa di governare Gaza
Per Hamas si tratterebbe di un enorme cambiamento che segnerebbe di fatto l'accettazione di non essere il rappresentante legittimo del popolo palestinese
I pericoli sono evidenti sottolinea l'economista Hamas potrebbe rifiutare l'accordo condannando Gaza ulteriori miserie
Netanyahu e al massimo potrebbero firmare salvo poi sabotare l'accordo in seguito i dettagli della sequenza sono Complessi la ricostruzione di casa potrebbe rivelarsi impossibile
La politica israeliana potrebbe riportare Netanyahu o il suo successore verso l'annessione l'Autorità palestinese potrebbe essere incapace di riformarsi
E nonostante le proclamazioni dell'ONU ci sono poche prove che una maggioranza di israeliani o palestinesi abbia ancora fiducia nella soluzione due Stati ci vorranno decenni per ricostruire la fiducia eppure conclude l'Economist il piano Trump offre la migliore via d'uscita della tragedia che si è svolta Agasa
Il suo successo richiede forti e costanti prensione i da parte di Trump sui Israele e da parte degli Stati arabi della Turchia sua massa
Il piano di Trump per Gaza merita credito così il settimanale britannico un con cui ci fermiamo
Da David Carretta una buona giornata con Radio Radicale