"Cittadinanza e questione carceraria" iniziativa promossa dalla CGIL tenuta presso la Falcolta' di Ingegneria dell'Universita' "La Sapienza" di Roma

Buonasera a tutti
Abbiamo ufficialmente questo convegno indetto dalla CGIL nazionale il tema è molto ambizioso cittadinanza è questione carceraria speriamo di essere all'altezza di questo tema
Indubbiamente molto complesso non ce l'ha di oggi sarà aperta dal saluto del professor Gianni Orlandi che qui al mio fianco espressi ha facoltà di ingegneria e ha consentito che il convegno fosse ospitato appunto all'interno della facoltà seguirà un'introduzione ai lavori del convegno da parte di Luigi Agostini membro della direzione nazionale la CGIL responsabile della dipartimento per i diritti di cittadinanza appunto della CGIL stessa
Procederemo poi con i lavori attraversa
Che saranno organizzati oggi pomeriggio
Attraverso quattro comunicazioni
La prima del professor Luigi ferraioli che siede anche lui dietro questo tavolo ed è professore di filosofia del diritto all'università di Urbino il tema sarà diritto penale minimo depenalizzazione e dei carceri trazione la seconda comunicazione dovrebbe essere del professor Gaetano Di Leo professore associato di Psicologia del diritto all'Università la Sapienza di Roma il tema minori prevenzione sociale Circuiti alternativi al penitenziario
In questo secondo caso usato il condizionale perché professor Di Leo ancora non è arrivato ma speriamo che possa arrivare in tempo appunto
Visto che ci sono delle comunicazioni precedenti per svolgere la sua come era previsto subito dopo quella del professor ferraioli
Seguirà poi una relazione di una comunicazione di Luigi vigilante della funzione pubblica CGIL
Sua Amministrazione penitenziaria e riforma dell'istituzione e del personale
Chiuderà infine la giornata di oggi la comunicazione di Enrico Corti della CGIL nazionale sul lavoro la formazione professionale la salute e la condizione degli stranieri nel carcere
Non va trascurato un passaggio importante nella giornata di oggi che credo abbia un valore e un non solo formale che il saluto che verrà portato dal consigliere magistrato Marcello Marinari direttore dell'ufficio studi del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria
Parlo di un saluto non formale anche perché questa questo intervento verrà alla fine delle comunicazioni che abbiamo previsto speriamo che posso anche interloquire con la la comunicazione di vigilante
Il compagno dalla CGIL che in particolare proprio sulle questioni della riforma del
Dell'istituzione penitenziaria concentra la sua attenzione
Concludo con la l'avvertire i presenti
Che Massimo Pavarini professor diversità di Bologna anche doveva toccare il tema molto delicato sicurezze urbane percorsi penali
Non che Mario Cicala vicepresidente l'Associazione nazionale magistrati che doveva affrontare il tema della riforma della Missa grazie giustizia
Non possono essere oggi presenti Pavarini per problemi di esami molto stringenti che però è riuscito in qualche modo a rimuovere nella giornata di domani pare con grandi sforzi ma assicurandosi comunque la sua presenza alla tavola rotonda che però dovrei dovrà svolgersi nel primo pomeriggio dalla giornata di domani
E lo stesso Cicala a un impegno per l'appunto in una riunione importante l'Associazione nazionale magistrati e allo stesso modo ci ha garantito però la sua presenza all'interno della tavola rotonda al primo pomeriggio di domani
Gli altri invitati a tavola rotonda che avete nell'invito
Così come nell'invito sono vedrete la vedete come sono previsti i gruppi di lavoro nei quali dovrebbero articolarsi i lavori per l'appunto nella mattinata di domani
Naturalmente nei gruppi di lavoro dovremmo avere una certa flessibilità tenendo presente il fatto che appunto presente Pavarini oggi non non ha puro assicura la sua presenza alla sua comunicazione sarà invece presente alla tavola rotonda e così via
Io non prendo altro tempo con l'introduzione e
C'era invece la parola per il saluto al professor Gianni Orlandi
Grazie buonasera a tutti con vero piacere che porto a tutti i presenti il saluto della facoltà di ingegneria della facoltà punto che ha l'onore di ospitare questo convegno che ritengo sia particolarmente importante il piacere è dovuto in primo luogo fatto molto semplicemente sano
Militante della CGIL da sempre per cui ho aderito subito alla richiesta che mi è stata fatta di ospitare questo convegno ma la ragione del accoglimento da richieste dovute anche ha una sensibilità che come facoltà abbiamo rispetto ai temi sociali
Lo sforzo che sto portando avanti come preside di questa facoltà è proprio quello di recuperare all'interno di una formazione professionale e scientifica Falco come quella che sia agli presso la facoltà di ingegneria
Quel rapporto su con le questioni più sociali attinenti alla vita dell'uomo che sono state caratteristiche tradizionalmente di settori tra virgolette più umanistici ecco io ritengo che invece anche una facoltà come questa deve riappropriarsi del suo umanissimo
Perché noi forniamo quelle persone quei tecnici che poi devono andarsi a confrontare con i problemi della società con i problemi dell'uomo e quindi devono e possono rivendicare piena cittadinanza rispetto a questioni che riguardano più da vicino i problemi dell'umanità
Sul tema specifico che è affrontato in queste due giornate
Un tema particolarmente impegnativa come diceva potrà nell'introduzione poco fa
Io credo che anche le competenze
E e le persone che operano che sono presenti all'interno di questa facoltà
Hanno diritto di cittadinanza recuperare una parola presente
Nel titolo del convegno intanto perché appunto e nostre competenze intervengono in un momento importante la progettazione di quelle strutture che poi vogliono dire tanto no rispetto alla vita che questi cittadini sono costretti devono o svolgerà all'interno appunto di queste strutture e ma anche io credo perché un elemento importante
Quando si affronta il problema dei diritti dei carcerati un elemento importante e mi sembra che sia presente anche in un delle dei gruppi di lavoro oppure delle relazioni
è la questione della formazione del contatto continuo con il mondo esterno attraverso appunto o lo strumento della formazione rispetta questo momento io credo che anche facoltà come la nostra possono portare un loro contributo importante tradizionalmente c'è stato o presso questa fa da parte di questa facoltà un contributo a sul problema della formazione all'interno delle carceri
In generale per problemi specifici quali quello di un esame oppure dell'esame di laurea ma ci sono stati anche i momenti personalmente io stesso
Ho partecipato a dei momenti più che formativi di informazione Rispetto alle questioni tecnologia e l'innovazione tecnologica che sono specifiche del mondo
Che viviamo io credo che su questo campo la nostra facoltà
Possa apportare forse un contributo più continuativo se inserito all'interno di un discorso più generale che veda la presenza all'interno di queste questioni di istituzioni come appunto le istituzioni universitario io non la faccio più lunga
Visto dal programma che i temi che devono essere affrontati sono molto molto impegnativi per cui rinnova tutti gli auguri di buon lavoro i saluti da parte della facoltà grazie
Ringrazio il professor Orlandi che abbiamo appreso essere anche un compagno della CGIL e diamo la parola a Luigi Agostini
Ma il mio compito è sostanzialmente quello di riepilogare
I termini di di una discussione di un confronto di un gruppo di lavoro che abbiamo costituito internamente alla CGIL
Di di di di riportare
Il senso di questi discorsi sulla linea di ragionamento con cui affrontiamo questo problema
E quindi sostanzialmente di tentare di ricucire i i vari passaggi che poi i singoli relatori saranno chiamati ad approfondire in termini specialisti
Noi partiamo
Da un principio generale del rifiuto dell'esclusione sociale
E quindi dalla conseguente necessità di promuovere
Un approccio nuovo al problema della insicurezza
Della devianza della delinquenza
Del carcere
Attraverso politiche sociali locali e nazionali
Orientate in primo luogo alla prevenzione alla solidarietà al recupero prima ancora che al controllo ed alla repressione
Il discorso quindi che noi cerchiamo di importare
E sarà molto importante il contributo specifico dei signori relatori
E di ragionare certamente sul dentro delle carceri
Ma anche sul fuori delle carceri
E sulle
Interverrò che dal sociale in particolare porta alle alle case
Partiamo in secondo luogo da una lettura della realtà carceraria
In un volumetto curare la Sellerio
Il direttore di San Vittore
Diceva una cosa che mi ha molto colpito
Quello che afferra un po'alla gola e il silenzio che viene dalle carceri
Silenzio che può essere foriero di un'accettazione passiva
Ma può essere foriero anche di rivolte improvviso
Guardiamo i dati i dati come risulta dal nove
La capienza del carcere del sistema carcerario italiano viene giudicata in trentasei mila
Le presenze oggi sono cinquantadue cinquantatré mila quindi ci troviamo di fronte ad una sopra Paul sovraffollamento spaventoso
Io che non sono sicuramente un esperto guardavo PG sette l'altra sera a San Vittore
C'era veramente da da rabbrividire circa l'invivibilità che si poteva tranquillamente traspariva anche dalla
Dal dal percorso che la televisione faceva all'interno all'interno del carcere
Il salto c'è stato negli anni novanta si parla di di un raddoppio in quattro in quattro anni
Quindi c'è un problema di entità
E c'è un problema di composizione
Il salto in avanti è determinato soprattutto dalla tossicodipendenza
Tanti immigrati dall'immigrazione
Le due grandi voci che crescono in termini quasi esponenziale sono i tossicodipendenti e gli immigrati
E questo è un primo ordine è un primo ordine dei dati
Un secondo ordine di date riguarda diciamo le caratteristiche della popolazione carceraria
Metà di questa popolazione e senza sentenza definitiva
Quattordici mila sono in attesa del giudizio di primo grado
Un terzo ordine di dati riguarda il lavoro lavoro
Come strumento fondamentale di
Risocializzazione si recupera
I detenuti lavoranti sono diminuiti sia in percentuale che in assoluto
Soltanto mille duecentotrentadue dà i dati di luglio sono utilizzati in attività esterne al carcere
Questi tre ordine i dati ci fanno dire in primo luogo come dice lo studioso che il carcere sta diventando è diventato una specie di grande pattumiera la nuova marginalità sociale
In secondo luogo grande intubazione di un'infezione fisica
Significa sociale in terzo luogo un grande contenitore di sofferenza individuale e collettivo
Un altro dato alla crisi drammatica della giustizia penale
Una trovata ancora e la stasi o l'immobilismo dell'amministrazione
Così come viene per raffigurata da un documento che il PDS ha fatto recentemente sulla situazione carcerario
Ci troviamo cioè di fronte a non blocca una stasi anche di di quelle importazioni innovative che derivavano dalla legge Gozzini e che sono sostanzialmente rimaste sulla carta
Un altro tipo di valutazione riproponiamo è una valutazione sostanzialmente e profondamente condiviso tutti gli studiosi
In primo luogo una tendenza alla crescita della criminalità
Come fenomeno generale non soltanto la nostra società ma di tutte le società come si dice oggi complesse
E l'emergere crescente del problema della sicurezza urbana del bisogno di sicurezza di singole collettività che lasciata a se stessa
Sicurezza urbana o determinare reazioni le più poste
Dà risposte puramente private vigilantes
Forme di protezione individuale
A veri e propri fenomeni di razzismo
Comunque ad un riflesso di tipo legge ed ordine
Che pensiamo invece vada come dire rovesciato come impostazione
Quindi noi oggi
Proponiamo un discorso che al primo punto
Affronti la questione del diritto del sistema penale
D'altra parte il procuratore dello Stato in questa anche ieri l'altro ieri hanno testimoniata la crisi profondissima del sistema penale italiana e e la storia che si ripete ogni anno all'inizio di ogni anno ma qui vale ricordarlo proprio in funzione del ragionamento che vogliamo proporvi
Di tematizzare con grande forza quest'idea del diritto penale minimo
Non astratto in sé ma inserito in questo nuovo contesto la necessità di misure alternative alla pena detentiva
Menta dagli Stati Uniti ci arrivano per le scene orribili sulla reintroduzione rafforzano i pensiamo che l'ergastolo andrete
Non c'è l'atto anche dal nostro sistema di di ordinamento
Sia potenziando gli istituti più innovativi della legge Gozzini
Sia sperimentando le proposte di pene rifonda tredici del danno
Come quelle presentate dall'Emilia Romagna dalla regione Emilia Romagna qualche tempo fa
In parole più semplici
Se un detenuto
Si mette a disposizione per lavori socialmente utili presso l'ente locale discernimento
Il corrispondente periodo di Pinelli viene abbonato a condizioni vivamente che non ci siano decisive a condizione che a mente che si stia alle regole alle regole termina
Sviluppando con grande forza l'idea dei lavori socialmente utili
Proprio perché noi pensiamo che la pena detentiva sia l'estrema ratio
Sia non la normalità ma l'estrema tra
Cioè non siamo abituati non ci siamo abituati a vivere purtroppo è l'idea che in fondo come dice Corsini l'idea di tre secoli fa parte dal Settecento del carcere come sistema difensivo come meccanismo concentrazionario chiuso
Con nota ancora il nostro tipo di società
Dentro questo schema di ragionamento pensiamo che vada li affronta affrontata la questione della riforma del ministero di Grazia e Giustizia
La sua sburocratizzazione
Il decentramento delle sue funzioni
Diceva in un articolo qualche giorno fa Neppi Modona che al problema della micro conflittualità
Si deve rispondere attraverso la creazione di Circuiti giudiziarie
A ridosso delle singole situazioni dei giudici di pace
Richiamando il perché ci sarebbe Kariya per cui la pena più mite certe immediata e più a
Pensiamo che vada riproposta con grande forza la riforma de l'amministrazione penitenziaria
Il vigilante porterà un contributo di di prima mano
A tratti attraverso il portare a compimento la riforma per tutto il personale
Attraverso operazioni decentramento per aree tematiche per uffici funzionari del dipartimento dei provveditori
Del centro servizi sociali per adulti quindi riprendendo dalle fondamenta la discussione sull'amministrazione penitenziaria
Soprattutto pensiamo che in prospettiva
Si debba affrontare la questione della sicurezza e della prevenzione
Come cardine di una nuova impostazione strategica
Una vera e propria strategia di fondo
Che chiami in causa il ruolo dell'amministrazioni locali
Che punta a sinergia tra forze sociali associazionismo
Polizie municipali apparati dello Stato
Che vede nel sindaco
Eletto nelle nelle autorità elettive un punto di raccordo e di proposizione
Se il massimo del disordine lo riscontriamo oggi nelle grandi città
Un'azione di prevenzione debba deve partire da qui e fare capo
A chi viene eletto democraticamente alla guida di queste città
Non posso non citare una rivista che a me profano mi ha profondamente colpito come sicurezza e territorio ruolo sicuramente di avanguardia
Che per Matilda con molta forza esperienza di altri Paesi trapiantati trapiantate necessaria da trapiantare necessariamente anche nella nostra situazione
E che fa della prevalse della prevenzione e della sicurezza il leit motiv attraverso cui riaffrontare anche il problema del carcere
è il problema
Delle di tutto il sistema nel suo nel suo complesso
Quindi
Una nuova prevenzione
Che interagisce con la nuova frontiera dell'UE al faro
Con la reintroduzione dei piani regolatori
A regolare lo sviluppo ordinato delle città e trasporti pubblici dell'assistenza
E che stimola una forma di partecipazione sociale di controllo sociale di cui il sindacato non può che essere parte e soggetto promotore
In definitiva noi pensiamo che in questo nuovo schema
Debba restare fondamentale la capacità del sindacato di intervenire
E di modificare gli attuali assi che gli attuali apparati ma che il sindacato la CGIL debba proiettare il suo sguardo più lontano
Riuscire a intervenire con grande forza su tutti i meccanismi preventivi fare cioè della sicurezza urbana
Un tema fondamentale del suo ex agire e del suo modo di essere
Solo così un grande sindacato confederale troverà alimentazione per la sua sopravvivenza e per la sua funzione
Proprio nella misura in cui sarà in grado di intervenire
Con puntualità
Con forza sul processo di civiltà che deve regolare la nostra società a partire dalle città a partire dalle grandi aree urbane
Noi siamo perfettamente consapevoli che questo convegno le sicuramente un punto di arrivo
Anche se molte iniziative sono state messe in campo dalle nostre strutture in questi mesi e danni
E se tanto lavoro si è fatto consideriamo questo convegno un punto di passaggio di arricchimento de la nostra elaborazione
Ho cercato succintamente di prospettare una linea di ragionamento
Io penso e spero ma soprattutto penso che i lavori di questo convegno con la partecipazione di personalità così
Specialistiche possa rappresentare socialista della CGIL per l'elaborazione e la CGIL
Per questa nuova frontiera che cerchiamo di disegnare di un sindacato che combatte tutte le forme di esclusione
E quindi attento e disponibile
Alla ricerca di tutti i mezzi per includere e per stabilire forme di cittadinanza all'altezza della complessità della nostra società pensiamo penso che questo debba essere il compito nostro e anche il compito di questi studiosi a a cui rivolgiamo
Un grazie particolare e e con cui pensiamo di potere reintervenire continuare un dialogo anche per quanto riguarda il il futuro
Ringraziamo Luigi ai costi diamo la parola al professor Luigi ferraioli per la sulla comunicazione che ricordo si incentra sul diritto penale minimo depenalizzazione e dei carceri in stazione quindi ora quello che è un po'lasse concettuale o uno dei più importanti assi concettuali che questo nostro convegno
Io sono molto d'accordo con questa relazione introduttiva di Agostini mi sembra un fatto molto positivo che il sindacato abbia assunto questo tema come tema di riflessione il carcere in effetti della forma di esclusione per antonomasia
E una forza sindacale che fa della lotta per i diritti civili e quindi contro l'esclusione una delle poche ragion d'essere mi pare che sia che abbia scelto un tema diciamo essenziale diciamo in questo momento
A me pare peraltro che il problema del carcere
Oggi debba essere affrontato necessariamente dentro una prospettiva più generale che riguarda l'intera questione
Della giustizia penale l'intera questione del diritto penale
A me pare che noi oggi assistiamo a un paradosso
Da un lato
Il diritto penale
Ha rivestito nel nostro Paese negli ultimi anni una centralità politica senza confronti e senza precedenti appunto un sistema politico è crollato
A causa dell'esercizio indipendente dell'azione penale al tempo stesso la giurisdizione penale rappresenta l'unico strumento con il quale di fatto viene fronteggiata la mafia e la grande criminalità organizzata in intere regioni del nostro Paese
Insomma è cambiata in questi ultimi anni
La questione criminale
La criminalità che la nostra giustizia penale si trova a dover fronteggiare non è più semplicemente la vecchia criminalità di sussistenza di fatto e soprattutto anche questa ma è anche la criminalità diciamo così del potere
Appunto i crimini del potere la delinquenza
Della corruzione alla corruzione istituzionale che tra l'altro verso i poteri criminali appunto le grandi organizzazioni mafiose collusi appunto in parte con il ceto politico imprenditoriale e comunque con poteri forti sotto questo aspetto
Il ruolo del diritto penale diventato un ruolo
Appunto estremamente amplificato alcuni dicono oltre i limiti che dovrebbero essergli consentiti io non credo che si possa impostare così il problema io credo che il fatto che il diritto penale
Abbia assunto questa centralità è un segno di crisi appunto
Della legalità nel nostro Paese una crisi che ha assunto forme patologiche e che
è improprio parlare di supplenza tanto quanto
L'azione penale dove si eserciti contro appunto la commissione di delitti contro la commissione di reati non è esercito supplente ma esercizio doveroso del giurisdizione
Tuttavia in ogni caso abbiamo un ruolo appunto non più semplicemente di controllo sociale ma di controllo dei pubblici poteri di controllo dell'illegalità del potere non più semplicemente un controllo diciamo che si manifesta nella repressione della piccola marginalità
Sociale ma anche un ruolo appunto di difesa del trasparenza dalla pubblica amministrazione e in senso lato anche di difesa della democrazia
Ebbene il paradosso è che questo nuovo ruolo non solo si accompagna
Ma si è diciamo associato ad una crescita a delle funzioni tradizionali della giustizia penale il quadro che ci ha fornito De Agostini sul carcere D'Agostini sul carcere in Italia un quadro eloquente che parla da solo
Abbiamo in sostanza un deficit di legittimazione di legittimazione garantista FTP quella legittimazione che si fonda sul
Rispetto dei principi che dovrebbero governare la giustizia penale e che contrasta con le norme legittimazione politica che pure la magistratura è andata conquistando in questi anni
Deficit di legittimazione che è dovuto da un lato
Alla riduzione delle garanzie noi sono vent'anni appunto che viviamo in un una storia fatta di continue emergenze con un progressivo indebolimento delle garanzie salvo la parentesi brevissima rappresentata dal nuovo Codice procedura penale dell'ottantanove codice che è stato rapidamente dissestato da interventi di nuovo nome ellenistici ricordo soprattutto il decreto Martelli nel novantadue le sentenze della Corte costituzionale che hanno trasformato il noto processo accusatorio in un misto un pasticcio ormai di processo inquisitorio di processo diciamo di parte ma dove appunto alla parte accusatoria norme e prevalenza di fatto controllo all'intero processa
Per altro verso ad un
Aumento siamo tornati ai livelli del degli anni Settanta della carcerazione preventiva appunto ricordava Agostini che lamentata la popolazione carceraria è fatta di
Appunto detenuto in attesa di giudizio e l'altro elemento di delegittimazione
Direi che è altrettanto se non più grave e vecchi cioè l'inflazione del diritto penale se per un verso l'azione penale viene esercitata nei confronti appunto
Di reati i che Atti grossi appunto come quelli espressi raramente organizzata la grande corruzione eccetera dall'altro il carico tra giustizia penale
Si è amplificato oltre ogni limite al punto che oggi i processi penali Cinco si contano nell'ordine di milioni ogni anno abbiamo un lavoro giudiziario prevalentemente carta burocratico il cui effetto è quello di squalificare il diritto penale di far perdere la differenza tra appunto illecito penale e illeciti amministrativi
La sentenza dalla Corte costituzionale dell'ottantotto sulla base della quale l'ignoranza della legge penale
Scusa quando evitabile è un vecchio principio appunto Roma Nisticò era che ignoranza per legge non scuse
Che naturalmente presuppone il fatto che la legge penale sia una legge relativamente semplice e accessibile a tutti ebbene la Corte costituzionale ha riconosciuto che ormai
La quantità di leggi penali nel nostro ordinamento è tale che è giustificata la sua non conoscenza e che quindi la non conoscenza del diritto penale è una causa di diciamo giustificazione un'esimente in quanto elimina la colpevolezza questa alla dichiarazione di bancarotta del diritto penale
E in effetti nell'Italia appunto delle ormai si contano cento fino a centocinquanta mila leggi la legge ha perso ogni funzione regolativa
Nel senso che difficile distinguere per ciascuno di noi anche per i giuristi anche per gli specialisti quel che è lecito e quel che è lecita e naturalmente tutto questo aumenta gli spazi di arbitrio di casualità
Si risolve in una gigantesca in effettività del diritto penale ma non è un'effettività neutrale
La disuguaglianza penale in forza della quale il diritto penale funziona soltanto appunto in alcuni casi
Si manifesta in una disuguaglianza appunto che vede costantemente penalizzato il più debole di nuovi dati di Agostini la grande massa dei detenuti e oggi formata da tossicodipendenti
Ed extra comunitari
E questa cosa anziché essere assunta come un segno del carattere una volta si diceva di classe dalla nostra giustizia del suo carattere discriminatorio una giustizia cioè inefficiente in effettiva la maggior parte dei casi ma severissime effettive
Nei confronti supponiamo delle Stato unitario che non è neanche in grado di difendersi non capisce la lingua
Non ha diritto di difesa e dico anche che non l'ha proprio letteralmente va bene viene assunta come motivo di allarme sociale e come fattore di criminalizzazione
Dell'extracomunitario del tossicodipendente nuovo Caforio espiatorio appunto vittima delle tensioni che su di esso si scaricano
E la costruzione dell'immagine dell'extracomunitario Del Nero dalla persona di colore
Come potenziale delinquente una costruzione da un lato interamente sociale ma dall'altro alimentata anche da questi dati anche da questo tipo di giustizia appunto disuguale
Nel titolo di questo convegno c'è carcere e cittadinanza ebbene dobbiamo apprendere atto che la cittadinanza
Sta operando come fattore di esclusione
I diritti che sono garantiti a tutti alle persone non ai cittadini a cominciare dalle garanzie e penali e processuale
Appunto la presunzione di innocenza il decreto degli Scudieri contro gli immigrati quello del del governo Dini appunto introduce una discriminazione i non cittadini appunto gli immigrati
Non si presumono innocenti dato che basta la semplice flagranza o la semplice richiesta da parte del pubblico ministero perché possano essere espulsi perché cioè si adotti un provvedimento punitivo prima della condanna
E questo ruolo dalla cittadinanza non è una cosa nuova nella legge del novanta a il diritto al gratuito patrocinio viene appunto assicurato ai cittadini non abbienti
E ne vengono quindi esclusi la grande massa degli immigrati degli irregolari che sono coloro che più ne avrebbero bisogno perché sono appunto coloro che non hanno nessun tipo di
Appunto di di conoscenza non dico della legge ma anche delle contesto in cui avvengano i tribunali che vengono trascinate laudi giustizia e condannate senza neanche sapere perché e questa disuguaglianza la disuguaglianza che si manifesta in tutto il percorso penale non soltanto nella fase giurisdizionale ma anche nella fase dell'esecuzione
Perché evidentemente tutti i benefici previsti dalla legge Gozzini sono benefici destinati ad essere amministrata in maniera disuguale
Il lavoro esterno evidentemente precluso all'extracomunitario i permessi gran parte degli affidamenti in prova delle riduzioni che sono legate al possibilità di inserimento esterna sono di fatto esclusi per chi appunto già nelle condizioni di partenza è disuguale
Ecco a me pare che questo deficit di legittimazione oggi si può riempire purtroppo non sono tempi incoraggianti per riforme di questa natura soltanto se e qui c'è una responsabilità anche della magistratura
Se saremo in grado e la magistratura per prima di rivendicare da un lato la restaurazione delle garanzie delle garanzie di certezza di stretta legalità di presunzione di innocenza e dall'altro la riduzione del carico
Della giurisdizione penale cioè della quantità dei delitti e della quantità delle pene diritto penale minimo significa essenzialmente questo restaurazione delle garanzie e riduzione al massimo per la quantità dei diritti e delle pene
Sulla base di un nesso che esiste non soltanto tra diritto penale minimo e garanzie ma anche tra diritto penale minimo ed efficienza perché evidentemente non ha nessun senso
Che la giurisdizione appunto si impegni sia disturbata e disturbi cittadini per mille
Oramai è difficile quantificare una quantità enorme di reati minori va bene distogliendo sì dalla criminalità appunto più offensiva che offende beni fondamentali più rilevante
E a nettare che se esiste questo messi messo diritto penale minimo
Garantismo da un lato efficienza dall'altro e nell'insieme legittimazione dell'istituzione
Penale appunto sia giudiziaria che carceraria
Io credo che le riforme il mutamento che dovrebbe essere introdotto dovrebbe essere dovrebbe ricordare innanzitutto appunto il Codice penale il sistema dei delitti e delle pene noi in Italia abbiamo sempre aggirato questo problema
Il diritto penale sostanziale
Con cui si intende appunto il Codice Penale cioè le norme che prevedono i reati e le pene è sempre stato considerato una specie di mondo naturale
Una cosa in qualche modo immutabile e si è cercato sempre di intervenire sulla enorme sull'altissima durata delle pene sull'enorme quantità dei reati o attraverso appunto
Meccanismi transattivi che riducono il carico giudiziario come i patteggiamenti la riforma del processo o attraverso la riforma dell'esecuzione carceraria se si mantengono pene altissime salvo poi a ridurne in fase di esecuzione
A me pare che la strada che dovrebbe essere imboccata quello appunto del diritto penale minimo comporta innanzitutto
Appunto una drastica depenalizzazione di questo si parla da sempre ma depenalizzazione dovrebbe consistere non tanto e non semplicemente nell'affermare che devono essere punite soltanto le offese a beni fondamentali
Ma nella consapevolezza che dovremmo a vere
Che dovremmo fare ritenere fondamentali soltanto quei beni la cui tutela penale può essere realizzata attraverso una giurisdizione e un'esecuzione penale degna di questo nome per cui occorrerebbe appunto decimare la quantità dei reati innanzitutto non so eliminare tutte le contravvenzioni eliminare tutte le pene pecuniarie
Oppure appunto in caso di di fronte a reati di questo tipo decidere se meritano un tipo di pena di verza
E certamente diciamo eliminare questo a fattore di confusione fatta sette in anche rappresentata dalle pene di questa natura e che di nuovo un fattore di squalifica azione del diritto penale e in secondo luogo del carcere imitazione ma cosa significa dei caratterizzazione
Dei carceri d'azione significa ovviamente l'eliminazione dell'ergastolo
L'ergastolo e contrario all'articolo ventisette dalla Costituzione noi abbiamo una sentenza dalla Corte Costituzionale anzi due sentenze che hanno fatto una scusa complicatissimo ragionamento un sofisma
In forza del quale l'ergastolo è costituzionale tanto quanto non esiste si dice insistendo i benefici della legge Gozzini ed esistendo la liberazione condizionale in realtà il carcere non è affatto perpetuo e quindi non contrasta con il principio la Costituzione secondo cui la pena deve tendere alla rieducazione del condannato ovviamente quindi al suo recupero sociale
L'argomento della corte che siccome di fatto non è perfetto il carcere perpetuo e legittimo cioè legittimo tanto quanto appunto è di fatto aggirato
E di fatto purtroppo la i benefici introdotto della legge Gozzini e ancor prima dalla legge del settantacinque
Sono stati introdotti proprio per mitigare giustamente i livelli della pena l'ergastolo di trent'anni di reclusione e sotto questo aspetto ovviamente sono assolutamente da difendere
Ma questi meccanismi sono meccanismi che peccato che non c'è Pagliarini domani riferirà appunto sulle sue ricerche in materia di misure alternative queste misure di fatto si risolvono nel migliore dei casi in un grande lavoro burocratico comunque affidato a
Così
A all'arbitrio o nel peggiore in meccanismi inquisitori sulla buona condotta la personalità che ledono appunto i principi liberali del diritto penale
è chiaro che questa è stata una scorciatoia cioè considerandosi il diritto penale come il mondo naturale si introduce appunto questa meccanismo di questo questa specie di grazia in corso di pena per cui la pena si riduce e i benefici vengono gestiti discrezionalmente il che svolge una funzione di governo del carcere perché naturalmente questo comporta e le rivolte ormai non ci sono più facevano parte di un altro tipo di realtà carceraria
E per altro verso appunto questo tipo di meccanismi sono meccanismi che ledono il principio diciamo fondamentale diritto penale che il principio di legalità il principio di certezza delle pene allora perché questa dovrebbe essere un'indicazione
Diciamo che dovrebbe essere raccolta da da un da una forza che facesse della civiltà giuridica una propria bandiera
Anziché difendere il rimedio non si elimina la scorciatoia e non si abbassano drasticamente letti non solo la diminuzione non solo l'eliminazione delle gaffe ma la riduzione della pena
I limiti peraltro presenti in quasi tutta Europa e cioè noi abbiamo le pene più elevate trent'anni di reclusione
La pena massima e di vent'anni in Francia Belgio e Svizzera Austria Lussemburgo Grecia di sedici anni in Danimarca Islanda di quindici anni in Germania Ungheria e Polonia di dodici anni in Finlandia di dieci anni in Svezia
Perché temere trent'anni come Massimo salvo poi con mille appunto meccanismi discrezionali abbassarla in funzione alla buona condotta del ravvedimento
Del percorso in questa legge Gozzini che pure tutti abbiamo difeso perché ha l'effetto di mitigare le pene c'è dietro una cultura positivistica il il l'osservazione della personalità intrattabile Prater c'è una Antropologia del diritto penale fondato sulla naturalità del delinquente sulla naturalità psichica o psicopatica del delinquente e c'è una concezione terapeutica della pena che contraddice i classici principi appunto illuministi del diritto penale perché non ridurre non re per restaurare la certezza della pena stabilendo un massimo di quindici anni se è vero che oggi ogni detenuto entrando in carcere fa i suoi conti e sa che anche se condannata all'ergastolo
Potrebbe uscire dopo diciannove anni e condannata a trent'anni a quindici perché non dimezzare le pene
E perché non restaurare appunto insieme alla certezza
Delle pene anche il primo principio di una diciamo civiltà giuridica liberale il diritto di ciascuno di rimanere se stesso il che non toglie che nel carcere non ci debbano essere diciamo scuole momenti di socializzazione fattori di educazione ma non connessi come il bastone e la carota al gestione della durata della pena
Nulla esclude che il carcere anziché scuola appunto di crimine
Divenga molto più di quanto non sia adesso un momento e adesso non lo è affatto uno strumento di socializzazione ma perché non restaurare la certezza delle pene avendo il coraggio di
Usando tutte le pene detentive e l'altra l'altro strumento di
Dei carceri d'azione
Dovrebbe essere quello di trasformare le attuare misure alternative in pene principali io credo che il contributo più grosso
Dalla legge Gozzini di tutto queste leggi al diritto penale sia stato quello di aver rotto il monopolio appunto della vero comunque il carattere preminente esclusivo della detenzione carceraria come unico tipo di pena
Ebbene l'alternative hanno introdotto la semilibertà alla detenzione domiciliare
L'affidamento in prova la libertà vigilata
Sono tutte pene che potrebbero essere previste non come misure alternative appunto affidata alla discrezionalità senza nessun vero procedimento giurisdizionale perché si dice che questi processi sono di esecuzione sono giurisdizionali Zatti e realtà
Questa è soltanto una questione terminologica di fatto la giurisdizione si riconosce perché una determinata sanziono misura eh
Emanata da un giudice sulla base di un accertamento di fatti più determinati dalla legge qui viceversa c'è una valutazione dalla personalità ci sono nel migliore dei casi appunto
Dei sintomi di buona condotta cioè tutte cose che non hanno niente a che vedere con il principio di stretta legalità ebbene perché non prevediamo come pene oltre a ridurne la durata
Le attuali misure alternative
In modo che si possa essere data come pena direttamente dal giudice passò la detenzione domiciliare per una settimana alla detenzione per un giorno o comunque le attuali pene l'attuale misure alternative che attualmente vengono viceversa previste
Come diciamo sostituto discrezionale della pena
L'ultima questione su questa concludo a che fare con
Diciamo la
Una meta garanzia che a me pare che dovrebbe essere introdotta nel diritto penale nei confronti del legislatore la legislazione penale oggi è diventata una legislazione prevalentemente quando si dice d'emergenza simbolica di risposta emergenziale e congiunturale a questo o quel fatto succede supponiamo
Un fatto di ma fece subito Nomentano d'azione preventiva la storia di questa azione preventiva è una storia terribile insomma dal settantaquattro in poi praticamente queste leggi sono state cambiate tre quattro volte l'anno è quasi impossibile anche per gli avvocati ricostruire questa storia orientarsi siccome le pene poi queste misure hanno hanno effettuato non dovrebbero avere effetto retroattivo di fatto ce l'hanno
Contrariamente a un principio che si assume che siano norme processuali insomma la confusione che questo ha generato nella misura giustizia e arrivata al limite assoluto mente inverosimili ebbene a me pare che occorrerebbe restaurare
Una certezza del diritto penale una certezza delle pene dei delitti
Garantendo la legislazione contro il legislatore attraverso una ricodificato azione dell'intero diritto penale con una riserva di codice tutto quello che sta è penalmente rilevante delitti e pene dovrebbero essere previsti in un codice
Rendo conto che queste e la vecchia battaglie che facevo gli illuministi contro il diritto premoderno però di fatto siamo tornati a quel punto centocinquanta mila leggi equivale a nessuna legge il caos normativo in cui viviamo
La mancanza di confini appunto fra quel che è lecito e quel che è lecito fra quel che è lecito penalmente quello che è lecito amministrativamente fa del diritto penale una fonte oscura di pericolo per tutti nel senso che non sappiamo esattamente risospesa girando però in molti casi in effetti in certe materie l'incertezza e totale una ricodificato azione significa per restaurare appunto il ruolo del rito penale che oggi è destinata a diventare sempre più rilevante
Quello che diceva all'inizio di fronte alla crescente criminalità del potere crimini del potere
E i poteri criminali significa appunto restaurata nel ruolo e queste possibile attraverso una ricco di citazione che preveda che non si possono cambiare
Le le le i diritti e le pene se non modificando il codice
Magari attraverso una procedura aggravata si parla tanto secondo me a sproposito di cambiamento dalla Costituzione occorrerebbe darà forza al principio di stretta legalità che stabilito dalla Costituzione e che a tutela delle libertà fondamentali
Prevedendo che le leggi penali debbano essere approvate con maggioranze qualificate e non d'occasione
E che il legislatore debba ogni volta farsi carico di re inserirle nel codice che quanto meno una legge unitaria che deve mantenere se ci fosse una riserva di questo genere una riserva di codice di questo genere una sì come intrinseca
Unità e razionalità però mi rendo conto questi sono discorsi che facciamo da tanti anni e che questi sono momenti anni in cui appunto la razionalità giuridica purtroppo non è di questo paese
Salutiamo Pietro Folena responsabile del settore giustizia del PDS ha voluto essere presente a questo nostro convegno e invitiamo a parlare che il compagnia vigilante della funzione pubblica CGIL
Sul tema amministrazione per Insiel penitenziaria riforma dell'istituzione e del personale tenendo presente che il professor Di Leo che dovrà affrontare il tema dei minori e dei circuiti alternativi al penitenziario
Non può svolgere per ora la sua comunicazione poiché questo tema dei minori è un tema assai poco esplorato rispetto al quale invece ci sono grandissime noi
Anche sperimentazioni molto interessanti dal punto di vista dei temi che appena toccato ferraioli speriamo di poterlo recuperare questo tema stesso
Nel seguito dei lavori oggi o domani la parola vigilante
Ma io avrei preferito
Intervenire dopo circa devo dire la sincera verità nel senso che
Mi ero riservato se era il caso
Di aggiungere qualcosa a braccio rispetto alle ipotesi di riforma del ministro di Grazia e Giustizia che erano oggetto della sua relazione
Mi riservo ovviamente di di farlo di farlo domani
Si capirà perché dico questo anche dal testo sentendo il testo che ho pensato di scrivere
Della comunicazione che ho fatto
Affrontare un tema come quello della riforma dell'amministrazione penitenziaria è sempre difficile
Ma lo è ancora di più oggi poiché sono in discussioni possibili riforme istituzionali e costituzionali
Che riguardano lo stesso assetto dello Stato centrale
E da più parti vengono avanzate proposte che muterebbe ero profondamente non solo il modello organizzativo
Ma anche la stessa collocazione istituzionale di questa amministrazione
Credo quindi opportuno fare una rapida panoramica delle ipotesi avanzate
Presentandoli in forma perfetta
Come si conviene ad un convegno ma esprimendo subito alcuni orientamenti di fondo
La prima proposta su cui voglio soffermarmi e quella della cosiddetta privatizzazione delle carceri
Si tratta di un'idea circolata durante il governo Berlusconi è sostenuto da qualche esponente della Lega
Con motivazioni superficiali che facevano riferimento ad esperienze di altri Paesi
Personalmente la considero una ipotesi estranea alla nostra cultura giuridica sull'esecuzione penale ed impraticabile in considerazione della delicatezza e della complessità delle funzioni e delle competenze dell'amministrazione penitenziaria
Un'altra proposta di spessore ben diverso dalla precedente e quella di collocare questa Amministrazione in un nuovo ministero degli Affari sociali
Le ragioni che la sostengono sono abbastanza evidenti
Da un lato la constatazione della crisi di identità dell'amministrazione penitenziaria dall'altra la considerazione che le finalità di risocializzazione della pena oggi scarsamente perseguite
Possono essere meglio assolta in una diversa collocazione istituzionale che già nella denominazione possa dare il senso l'accentuazione di questa esigenza
Inoltre sempre a sostegno di questa ipotesi si ritiene che questo nuovo ministero opposto attuare una politica più efficace di decentramento e di relazioni positive con Regioni ed enti locali
Personalmente anche se condivido le motivazioni e gli obiettivi di questa proposta sulla quale converrà continuare a riflettere ho delle forti perplessità su questa soluzione istituzionale non solo per ragioni di principio ma per almeno tre motivi concreti il primo e che mi pare che questa proposta sia in contraddizione con una prospettiva più generale che prevede lo snellimento dello Stato centrale
Il secondo motivo sta nel fatto che ove questa ipotesi fosse attuata
Considerato che questo ministero non potrebbe che svolge le funzioni di indirizzo per l'insieme delle sue competenze ad esclusione della gestione del sistema penitenziario
Quest'ultimo settore secondo me diventerebbe talmente assorbente da caratterizzare questa amministrazione come ministero del carcere con il conseguenti effetti negativi dice di isolamento ed emarginazione
Il terzo e che questa ipotesi non dà garanzia rispetto ad un'esigenza delicata e importante come quella della sicurezza in relazione in particolare al fenomeno della criminalità organizzata e della detenzione dei pentiti
Quasi in maniera speculare a quest'ultima proposta vi è poi quella che spesso aleggia di un ritorno al passato cioè di porre l'amministrazione penitenziaria alle dipendenze del ministero dell'Interno a questa idea alcuni non sono estranee pressione di carattere corporativo corrisponde a mio avviso una visione del carcere come istituzione caratterizzata esclusivamente come struttura della sicurezza
Non mi sento di condividere questa impostazione perché farebbe venir meno alcuni importanti elementi di garanzia di rispetto della legalità
E dei diritti dei cittadini detenuti che possono essere salvaguardati soltanto tenendo distinte le istituzioni che hanno competenze di sicurezza generale
Da quelle che invece hanno competenze più limitate di gestione dell'esecuzione penale e delle misure privative o limitative delle libertà individuali
Per dirla in maniera un po'rozza non mi rassicurerebbe per nulla se chi ha il compito di procedere agli arresti avesse anche quello di gestire la detenzione
Inoltre questa unificazione di funzioni farebbe venir meno un elemento importante di trasparenza sulle politiche attive sulla sicurezza e sulla criminalità organizzata
Infine questa soluzione provocare ebbe la perdita definitiva di identità dell'amministrazione penitenziaria
Relegando il corpo di polizia penitenziaria ad un'appendice mortificata della Polizia di Stato e gli altri operatori al compito di supporto senza autonomia e dignità professionale
Si tratta secondo me di una proposta che non apre alcuna prospettiva ma impedirebbe definitivamente qualunque percorso riformatore
In grado di coniugare le finalità di sicurezza di risocializzazione detenuti in un quadro di legalità e di rispetto dei diritti
Ciò che mi sembra incomprensibile e che questa ipotesi venga fatta propria da sempre da sindacati autonomi della polizia penitenziaria
Mi chiedo con quale coerenza sindacati che fanno dell'identità professionale della diversità rispetto agli altri operatori la loro ragione di vita
Possano sostenere una proposta che sia colta condurrebbe proprio alla negazione di questa identità
Un'altra proposta certamente interessante e sulla quale credo si discuterà a lungo e quella di una regge noleggio azione del sistema penitenziario in una setta in senso federalista dello Stato nazionale
L'idea di fondo se non ho capito male consisterebbe in una diretta responsabilizzazione delle istituzioni locali nella gestione dei percorsi dell'esecuzione penale verso sbocchi di risocializzazione in un quadro di sicurezza
Un'ipotesi affascinante che occorrerà approfondire ma che non mi pare facilmente pratica
Oltretutto da chi la sostiene non ho sentito nessuna risposta convincente ad almeno due importanti problemi
Ciò
Ma come garantire un trattamento omogeneo su tutto il territorio nazionale ai cittadini sottoposti a provvedimenti rispetto restrittivi della libertà
E che ha come affrontare i problemi di sicurezza apposti dalla che imita organizzata per il ruolo che anche questa istituzione ha nella lotta contro le associazione di stampo mafioso
Inoltre qualcun'altra contraddizione in quest'ipotesi cioè quella che deriva dal fatto che poiché nessuno propone di assegnare alle regioni che lo Stato federalista la competenza legislativa in maniera penale e penitenziaria
Avremmo un risultato ambiguo rispetto alla definizione di precisi ambiti di responsabilità istituzionale
Ho lasciato per ultimo una riflessione sull'attuale collocazione dentro il ministero di Grazia e Giustizia dell'amministrazione penitenziaria
Personalmente continua a considerarsi la come la soluzione più equilibrata e più corrispondente al diritto costituzionale
Questa mia convinzione non deriva da spirito di conservazione
E neanche vuole sottovalutare lo stato di crisi in cui versa a questo settore
Semplicemente penso che una politica penitenziaria capace di assolvere nella casa nella legalità e nel rispetto dei diritti
A finalità così com'così diverso come quella della sicurezza della risocializzazione non possa che essere parte di una politica più generale per la giustizia
Prima di delineare alcune proposte su cui riflettere per un progetto di riforma dell'amministrazione penitenziaria voglio sottolineare un aspetto che viene sottovalutato quando si analizzano le cause dell'attuale stato di crisi del settore si tratta di questo
La riforma dell'amministrazione così come prevista dalla legge trecentonovantacinque del novanta mai sostanzialmente peraltro attuata
In realtà si iscrive come una contraddizione all'interno di un immutato assetto organizzativo del Ministero di Grazia e Giustizia
La speranza del novanta era che si avviasse a partire da questa riforma un percorso riformatore dell'intero ministero
Invece è accaduto e continuata a cadere che le novità anche significative sono state soffocate da una burocrazia ancorata ai vecchi sistemi ai vecchi schemi e sostenuta oggettivamente dall'immobilismo dell'intera amministrazione della giustizia
Inoltre gli oppositori di quella importantissima riforma in quanto preoccupati che gli stessi principi di decentramento e di responsabilizzazione della dirigenza
Potessero essere esportati in altri settori del ministero avevano ed hanno tutto l'interesse al fallimento di questa innovativa esperienze
Da queste valutazioni discende una mia profonda convinzione
Un rilancio politico organizzativo dell'amministrazione penitenziaria è possibile a condizione che esso si inserisca in una politica più generale di riforma istituzionale del ministero di Grazia e Giustizia
Ovviamente questa riflessione non può costituire un alibi per quanti hanno avuto responsabilità sia politiche che amministrative in ordine al all'attuazione delle previsioni normative contenute nella legge trecentonovantacinque del novanta si potevano e si dovevano compiere atti concreti che invece non ci sono fatti si poteva e si doveva dar corso ad una linea politica dell'Amministrazione coerente con i principi contenuti nella legge di riforma
Invece si è continuato ad operare secondo le logiche dell'emergenza senza una previsione programmatica con l'inevitabile risultato di non riuscire ad utilizzare al meglio le risorse strumentali finanziaria e professionali a disposizione
I tre fondamentali strumenti che la legge tre nove tre nove cinque metteva a disposizione per un miglior finzioni funzionamento di questa ministri amministrazione sono stati infatti usati ma
Così è avvenuto per il nuovo corpo civile della polizia penitenziaria così avvenuta per la valorizzazione professionale la responsabilizzazione del personale così è avvenuto per il decentramento sì oggi ci troviamo a dover porre nuovamente il problema della riforma dell'amministrazione penitenziaria questa avviene non perché in questo settore non si sia mai intervenuto con leggi importanti
Ma perché queste sono state sostanzialmente disapplica
Ciò ci pone oggi di fronte ad una questione preliminare
Se cioè occorre considerare un errore la riforma del novanta e quindi immaginare un nuovo intervento strutturale complessivo
Oppure se invece basta un arricchimento di quella riforma accompagnata da una forte iniziativa non solo sindacale per ottenerne l'attuazione
Personalmente condivido questa seconda valutazione non solo ma sono profondamente convinto che la possibilità di cambiare in meglio esiste soltanto se si parte da una battaglia culturale politica e sindacale per la difesa e l'attuazione della legge trecentonovantacinque del novanta vanno infatti battute
Quelle posizione che anche qualche militante della CGIL esprime e cioè che in fondo si sono commessi degli errori sostanziale di impostazione e che forse per esempio non erano maturi i tempi per la smilitarizzazione del corpo degli agenti di custodia
Magari arrivando a dati Adda addebitare alle maggiore libertà riconosciute al personale di polizia la responsabilità di un progressivo totale appiattimento dell'amministrazione sui problemi dalla sicurezza
Vi è in questa posizione una profonda confusione tra cause ed effetti
Ed una sostanziale incomprensione della fase sociopolitica che stiamo vivendo caratterizzata dalla vittoria elettorale della destra alle ultime elezioni politiche e da una ventata giustizialista che ha interessato anche ambienti della stessa sinistra
In questo contesto invece la difesa della legge tra il trecentonovantacinque rappresenta un aspetto fondamentale da cui partire
Vi è un'altra considerazione di ordine generale che occorre tener presente esiste una stretta interdipendenza tra le scelte organizzative e la disciplina normativa dell'esecuzione periti penale dell'ordinamento penitenziario e del sistema penale
Non mi soffermerò su questi aspetti se non per esprimere alcune linee di fondo e cioè che occorrerebbe procedere al Tour ad ulteriori ampliamenti delle misure alternative alla detenzione e che bisognerebbe introdurre in maniera significativa pene diverse dal carcere
Inoltre occorrerà chiedersi se l'auspicata articolazione del sistema carcerario due Circuiti di cui uno di massima sicurezza
Non necessiti per essere attuata di qualche intervento legislativo che superando l'attuale normativa arrenda oggettivi e trasparenti i criteri di assegnazione dei detenuti regoli loro passaggio da un circuito all'altro
Come si vede ciascuna di queste proposizioni avrebbe ricadute non solo sulla struttura organizzativa dell'amministrazione penitenziaria ma anche sulle stesse competenze degli operatori penitenziari
Per esempio io credo che un nuovo terreno di impegno della polizia penitenziaria potrebbe essere costituito dai compiti di controllo di sicurezza collegate alle misure penali che non prevedano la carcerazione
Si tratta ovviamente di un esempio su cui riflettere come su altre che si possono fare
Per quanto riguarda i problemi squisitamente organizzativi il quadro di riferimento di riferimento normativa attualmente in vigore costituisce oggettivamente un sistema ordinamentale in grado di avviare e completare una profonda riorganizzazione della struttura
Naturalmente le norme fondamentali specifiche sono quelle contenute nella legge trecentonovantacinque del novanta ma altrettanto importanti sono quelle del decreto legislativo ventinove del novantatré in particolare all'articolo sei sull'individuazione degli uffici e delle piante organiche e al titolo due in materia di organizzazione e di nuova disciplina per la diligenza
Allora occorre impegnarsi affinché queste previsioni normative vengono attuate
Per introdurre nell'amministrazione penitenziaria un porte decentramento periferico e nuovi modelli organizzativi che modifichino il rigido principio gerarchico che informa di sé tutta l'azione dell'Amministrazione
Era che ha prodotto una generale deresponsabilizzazione dei livelli intermedi di direzione
Il giacente elemento di compiti e funzioni deve indirizzarsi verso i servizi gli istituti
Nel senso che nel quadro di una politica unitaria e di una disponibilità di risorse legata a programmi di obiettivi occorre garantire una reale autonomia res e responsabilizzazione di questi terminali operativi
Insomma il decentramento non deve costituire l'occasione per una moltiplicazione dei passaggi burocratici
Ma deve realizzare una diversa articolazione delle competenze che privilegiando le strutture operative
Alleggeriscano l'amministrazione centrale e consentono ai provveditorati regionali di svolgerà un efficace funzione di coordinamento per un uso ottimale delle risorse
E di attivazione delle signore delle sinergie necessarie con l'ente Regione
Sul piano della struttura organizzativa accorre a partire dagli istituti superare l'attuale vede inadeguato assetto piramidale e procedere rapidamente alla realizzazione di un'organizzazione per settori operativi le così dette aree si tratta cioè di modificare l'attuale situazione di appiattimento delle professionalità e di livelli di responsabilità
E di fare del direttore una moderna figura di dirigente Managers Leningrado con la collaborazione dei funzionari responsabili dei diversi settori di gestire in maniera ottimale programmatica le risorse disponibili
Si tratta di costruire un modello organizzativo che ferme restando le attribuzioni di responsabilità deve prevedere momenti di collegialità nella definizione delle linee operative concrete
Questa modalità collegiale che consente di riunificare in un programma le finalità della sicurezza e quelle del trattamento può ulteriormente allargarsi alla partecipazione anche di altre di Estadi altre esperienze a secondo dei temi toccati
A questa filosofia della collegialità nella elaborazione dei programmi di intervento dovrebbe secondo me uniformarsi ogni livello decisionale dell'amministrazione compreso quello centrale
Si potrebbe assegnare alla riunione del direttore generale con i dirigenti degli uffici il compito di predisporre le linee generali dell'azione dell'Amministrazione sulla quale poi procedere ad un confronto non di natura negoziale con le organizzazioni sindacali
Insomma si tratta di fare una grande operazione organizzativa tale da sostituire alla rigidità la flessibilità alla gerarchia la partecipazione all'emergenza la programmazione
Vorrei inoltre avanzare una proposta non di natura organizzativa
Ma che ritengo importante che avrebbe anche effetti significativi sul sulle modalità operative di questa amministrazione
Vorrei che si riflettesse sulla opportunità della costituzione di un organismo autorevole
Che abbia compiti di controllo sulla corrispondenza tra le finalità assegnata a questa particolare istituzione e la sua azione concreta con riguardo alla verifica del rispetto della legalità e dei diritti dei detenuti
Potrebbe per esempio trattarsi di una Commissione bicamerale permanente istituita per legge che potrebbe essere coadiuvata da analoghe commissione delle assemblee regionali
In sostanza la questione che intendo porre e che in presenza di un'istituzione così totalizzante occorra affrontare in maniera organica il problema dei controlli
Infine sul personale
Mi pare che la soluzione di una serie di problematiche legate all'organizzazione del personale costituisca una premessa fondamentale
Infatti è del tutto evidente anche per l'esperienza fin qui maturata che esso non si affrontano questi problemi non via riforma di struttura organizzativa che possa funzionare
Personalmente sintetizzò la questione in questi termini
Bisogna procedere rapidamente ad una valorizzazione responsabilizzazione degli operatori degli operatori penitenziari nessuno escluso e contemporaneamente arricchire l'amministrazione di altre di altre professionalità e competenza
Si tratta cioè di cambiare l'attuale situazione di appiattimento deresponsabilizzante e di autosufficienza al limite dell'autarchia
Occorre convincersi che si tratta di due obiettivi sinergici a cui non si può rinunciare
Una moderna ed efficiente amministrazione deve valorizzare le risorse professionali che maturano al suo interno ma deve anche aprirsi ad esperienze e competenze che provengono dall'esterno
D'altra parte la riorganizzazione così come delineata dalla normativa esistente implica per esempio che le apre le aree operative
Possono svolgere efficacemente la loro funzione soltanto se la loro direzione è affidata a personale con sufficiente autonomia decisionale ed in grado di assumersi responsabilità avanti anche rilevanza esterna
Vi sono poi questioni di fondo che nascono dal perdurare anzi dall'accentuarsi di una situazione di divisione tra il personale dell'amministrazione penitenziaria
Da più parti e in diverse occasioni viene posta questa domanda
Come è possibile gestire coordinare in maniera efficace lavoratori che oltre ad operare in una istituzione dalle finalità contraddittorie
Appartengono a comparti contrattuali diversi con istituti e procedure negoziali differenti con differenti trattamenti economici e di carriera
Mi riferisco in particolare al personale di polizia penitenziaria insieme alle altre forze di polizia compone il comparto sicurezza e agli altri operatori che stanno invece nel comparto lo Stato
In un caso rapporto di lavoro pubblico nell'altro privato con i corrispondenti contratti di tipo pubblico è di tipo privato
Si tratta di una divisione che non mi pare risolvibile in via di principio
Cioè non credo che si possa privatizzare il rapporto di lavoro della polizia penitenziaria così come non credo si debba inserire nel comparto sicurezza il personale del comparto stato cioè educatori assistenti sociali e altre figure professionali
A mio avviso il terreno che occorre esplorare per trovare le soluzioni ai problemi dell'organizzazione del lavoro e quello della specificità istituzionale
Occorre perciò che si realizzino due Canzio
Da un lato che l'amministrazione sia correntemente impegnata su una linea politico gestionale unitaria
E dall'altra che si attuino in special modo per quegli aspetti non direttamente contrattuali modalità di confronto unificato tra organizzazioni sindacali rappresentative di ogni settore di personale e parte pubblica
Penso per esempio che temi come quello della formazione possano e debbano costituire un argomento d'incontro discute di discussione tra tutti i soggetti non ho citato a caso questo esempio ma l'ho fatto perché credo fermamente che si tratti di una delle questioni più cruciali
Sono convinto che questa della riscoperta anche contrattuale delle specificità istituzionali delle finalità che sono perseguite delle politiche concrete possono costituire un terreno comune di impegno per tutti gli operatori
Su quale possibile ricreare le condizioni di un dialogo e di una collaborazione per contrastare l'attuale tendenza centrifuga che pure con diverse motivazioni e alimentata da uno stato d'animo diffuso di insoddisfazione professionale e di assenza di prospettive
D'altra parte occorre anche non trascurare alcuni problemi specifici derivanti da eredità del passato come per esempio l'articolo quaranta della legge trecentonovantacinque novanta o da mancanza di possibilità di carriera e più significative per la polizia penitenziaria
Si tratta di due questioni diverse sulle quali voglio soffermarmi perché di fatto si ricollega un ad aspetti più generali ed alimentano forti tensioni tra il personale
Sull'articolo quaranta della legge trecentonovantacinque del novanta cioè su questa norma che estende i direttivi e dirigenti dell'amministrazione penitenziaria lo stesso trattamento giuridico ed economico dei pari grado
Della Polizia di Stato conviene intanto riassume i motivi del giudizio negativo dato al momento della sua approvazione in Parlamento
Intanto in concreto questa previsione normativa contiene un'implicita valutazione mortificante per gli stessi destinatari
Infatti ha come presupposto che non esiste una loro specificità professionale mai sufficiente attribuirgli le condizioni retributive giuridiche di altro personale
Inoltre per effetto di questa ingiustificata correlazione direttive di dirigenti dell'amministrazione vengono private di un importante diritto soggettivo quale quello della contrattazione delle proprie condizioni di lavoro
Ovviamente questa previsione al normativa alimenta anche i sospetti che attraverso questo modo surrettizio si voglia iniziare un cammino che conduca questo personale nel comparto sicurezza insieme alle Orte alle forze di polizia
Se ciò avvenisse ne risulterebbe pesantemente condizionata l'identità stessa dell'amministrazione penitenziaria che si caratterizzerebbe totalmente come istituzione della sicurezza trascurando le finalità cosiddette rieducativa
Oggi non vi sono ragioni per modificare questo giudizio negativo
Vi è invece la necessità di riflettere su come sia possibile recuperare questa situazione con il consenso degli operatori
Mi pare che la prima tappa fondamentale sia quella di completare il contratto degli statali per quella parte che rinvia ad una successiva contrattazione la definizione degli ambiti di applicazione di questo contratto ai dirigenti direttivi dell'amministrazione penitenziaria
Ciò va fatto per stabilire confini certi di applicazione di istituti contrattuali con conseguente depotenziamento degli effetti dell'articolo quaranta e per consentire l'elaborazione di una piattaforma rivendicativa
Che prevedendo criteri e strumenti nuovi basati su percorsi formativi consenta anche una reale valorizzazione del personale
Ovviamente lo dico per questo aspetto ma vale in generale
Si tratta di un impegno di materia materia contrattuale
Che può avere respiro solo se inserito in un impegno complessivo di riflessione sull'intero sistema penitenziario in cui collocare una ridefinita identità contrattuale del personale non di polizia
Sulla seconda questione mi preme solo di sottolineare che se non si danno prospettive di valorizzazione professionale con la possibilità di accedere anche a compiti di direzione più generale al personale della polizia penitenziaria
Diventa difficile impedire che si realizzi un vero corpo organizzato con i propri vertici e dirigenti intermedi
Questa seconda ipotesi rafforzerebbe una una tendenza alla divisione del personale e porterebbe inevitabilmente alla costituzione di due strutture organizzative parallele dentro l'amministrazione penitenziaria
La prima ipotesi invece se sostenuta da adeguate percorsi formativi e dalla richiesta dei necessari requisiti culturali potrebbe consentire una migliore integrazione tra le diverse professionalità e tra le diverse culture
In conclusione ho scelto in questa breve relazione di porre sul tappeto i nodi che io ritengo battono preliminarmente sciolti prima di avanzare una proposta organica
Per questo tralasciato temi importanti quali quello della formazione o delicati e della Rossi come quello della traduzione dei detenuti
Mi auguro che questa discussione iniziata oggi possano continuare sono convinto anzi come CGIL
Creeremo le condizioni perché possa continuare
Così da consentire a tutti
E alla alla CGIL innanzitutto un'elaborazione più compiuto grazie
Ringraziamo vigilante e ci sono vari annunci da fare intanto che si dovrà parlare il compagno corti come amo detto sui temi del lavoro della formazione professionale della salute della condizione degli stranieri nel carcere dopo di lui
Interverrà il consigliere magistrato Marcello Marinari direttore dell'ufficio studi del dipartimento per l'amministrazione penitenziaria
Questo lo avevamo già annunciato
Quello che invece diciamo di nuovo dobbiamo dire salutare fra l'altro la presenza in sala di Claudio Giardullo della segreteria nazionale del SIULP il sindacato delle forze di polizia
Nelle quale sono impegnati lavoratori di quel settore di tutte e tre le confederazioni
Una presenza quindi particolarmente significativa al nostro convegno speriamo che Giardullo trovi oggi o domani la in modo la possibilità di darci il suo contributo
Salutiamo anche con molta soddisfazione la presenza di Franco Fedeli giornalista direttore di polizia e democrazia soprattutto per quanto so io personalmente
Persona impegnato da decenni utile da parecchi decenni sul fronte della riforma della sicurezza in Italia sul fronte dei diritti dei cittadini e dei lavoratori per le nozze dell'ordine
Di lei forse per quanto so io il giornalista più competente che abbiamo nel nostro Paese su questi spero che anche lui possa darci oggi o domani un contributo comunque esprimo la soddisfazione di tutta la CGIL per la sua presenza concludo infine annunciando ai a coloro che sono parzialmente interessati ai gruppi di lavoro che sarà nostro sforzo cercano di comporre questi stessi gruppi nel senso di decidere chi aderisce a quale gruppo stasera stesse a e che
Noi vorremmo fare uno sforzo per articolare almeno cinque gruppi alla fine degli interventi da una parte apriremo il dibattito dall'altra se c'è il tempo in modo cercheremo anche di individuare chi sono i responsabili di questi cinque gruppi
Mi suggerisce compagna così gli annunciare subito
Di individuare su cioè di fare subito la proposta per le responsabilità dei gruppi proposta che naturalmente dovrà essere accettata dai presenti e in particolare dai diretti interessati
Per quanto riguarda i temi che toccherà adesso fra qualche secondo corti
La nostra proposta era che il gruppo fosse coordinato domani mattina da Corrado Mandrioli della Camera del lavoro di Milano
Per quanto riguarda i temi del diritto minimo per così dire diritto penale milioni penalizzazione di carceri trazione i temi complessi a ha toccato all'inizio del convegno ferraioli nostra proposta che coordinatore possa essere domattina Stefano Anastasia
Con la presenza fra l'altro della compagna Cecilia D'Elia del Forum droghe che c'è stata vicino nel nell'organizzazione di altre importanti iniziative su terreni diciamo contiguità quello che stiamo toccando stasera
Per quanto riguarda tutta la problematica dei minori
Prevenzione sociale circuito alternativi eccetera noi inviteremo a coordinare il gruppo la compagna Banti della Camera del lavoro di Torino
Confortata dal fatto che il professor Di Leo sarà comunque presente domani quindi lei dovrà coordinare un gruppo prima diciamo della comunicazioni di Leo il che sconvolge un pollo dei nostri lavori ma il contributo di Leo e sarà comunque disponibile di revoca
Assicurato la sua presenza
Alla tavola rotonda di domani che a questo punto cambia un po'aspetto perché sia Cicala che Di Leo che Pavarini saranno appunto presente alla Rotonda vi sarà momento dibattito molto ricco
Questo ci fa piacere dall'altra riteniamo comunque di dover lavorare divisi in gruppi su questi temi per quanto ci è possibile già prima anche se alcuni dei relatori sono mancati
Per concludere la compagna Serena eri per la compagnia se l'Alice la proposta di affrontare i temi della sicurezza urbana dei percorsi penali a punto che non non c'è stata una relazione di Pavarini avremo domani contro i barili di nuovo la proposta la compagnia serale di affrontare comunque domattina in un gruppo questi temi
Mi pare di non aver dimenticato mi pare di aver dimenticato nessuno perché il compagno Giardullo del SIULP
Il quale avrà la compagna facendoli parte di un sindacato rigorosamente unitario e forse leggermente introduce Claudio Giardullo della segreteria del SIULP sarebbe stata molto importante per noi che ci fosse da parte sua la conduzione del gruppo su cui ha appena finito di sviluppare la sua relazione vigilante Giardullo però forse ha delle difficoltà a essere presente domani rinvio spero che possa intervenire nel dibattito
Se un dibattito si apre stasera
Dopo l'intervento di corti e dopo quello di del consigliere magistrato Marcello Marinari la parola epico corti e la CGIL nazionale
Ma
Visto il momento in cui ci siamo arrivati io sono purtroppo nella condizione di chiedere un po'di pazienza per due argomenti il primo perché apparentemente evidentemente il tema della mia comunicazione non può avere l'ambizione per esempio come il tema trattato dal professor ferraioli il secondo perché c'è una evidente contraddizione una quadratura del cerchio che io non so se riusciremo a trovare e cioè che dovremo ad una parte si dice che l'esistente non va bene
Dall'altra parte però io ho il compito di tentare di vedere cosa è possibile fare nell'esistente indubbiamente per cercare di modifica
La riduzione del danno carcere quindi va vista come una speciale lente di ingrandimento essendo il punto più avanzato dell'esclusione sociale
Cioè il cioè il luogo dove viene negato ogni diritto di cittadinanza al corretto rapporto che deve interagire tra prevenzione e repressione tra restrizione e riabilitazione
Forse allora l'obiettivo della riduzione del danno carcere ci richiama alla necessità di intervenire sul danno del carcere
In quanto tale ma anche sul danno nel carcere per i regimi che vi dominano
Il convegno e quindi chiamato ad approfondire e dare risposte sulla questione più complessa dei diritti in generale
Di chi per Scelta di lavoro o di chi per coercizione a che fare con l'istituzione penitenziaria
Evidente che tale questione fa incontrare immediatamente necessariamente i diversi percorsi possibili dentro è fuori il carcere evidenti altresì la priorità da assegnare ai percorsi extra carceriere
Vi è però la necessità se interamente di tenere assieme le due facce di una stessa medaglia ciò che a mio giudizio non siamo ancora riusciti a fare e cioè il comporta scelte di interessamento e di intervento non più dalle modalità articolate e separate su specifiche Fenimore Giaime cosiddette di devianza esempio la tossicodipendenza
Ma richiede una progettualità di intervento unitaria ed il più possibilmente orizzontale
Nel senso che si pone negli gente di evidenziare non un solo tema piuttosto di un altro ma di vedersi
Quanto meno a quelli che per la loro importanza è attonita si prestano ad essere interpretati i quali elementi Coop volanti però mostra iniziativa sind efficace che per essere tale deve in primo luogo saper unificare i temi relativi alla tossicodipendenza alla salute
Agli stranieri al lavoro e alla forma potevano professionale detenuti quindi via via tutti gli altri temi ci sono questioni che sono squisitamente di natura sociale
E per questo
Evidenzio l'importanza dei percorsi alternativi al carcere
Evidenti altresì l'assoluta esigenza di guardare dentro abbiamo detto intervenire laddove l'anello della catena dei diritti e della solidarietà è più debole dove i diritti minimi non sono riconosciuti o due letture negati
Sia per chi è detenuto sia per chi di lavoro questo luogo è bene ricordarselo è il dentro l'istituzione penitenziaria
Percorsi alternativi al carcere
E quelli comunque obbligatoriamente interni al carcere hanno lo stesso teorica parità di diritti e di dignità nella realtà
Le condizioni di illegalità interne se rapportate alle iniziative esterne evidenziano l'esigenza attuale non di principio ma pragmatica di riequilibrare gli interventi tra l'interno e l'esterno dovrebbe risultandone pertanto evidente che per fare ciò si deve aumentare il peso delle iniziative verso l'interno del carcere senza diminuirne quelle Esterna
Non convince la teoria che il carcere è immodificabile
Perché se così fosse ci dovrebbe riabilitare l'utopico slogan nel liberarsi della necessità del carcere
In uno attuale contesto sociale laddove come dice Barbaglia il delinquere è il frutto delle opportunità che questa società ingiusta perché al tempo stesso opulenta e povera
Offre e quindi aggiungiamo noi con la quale dovremo convivere sino a quando si spera prevarranno altri modelli di valore
I reati di mafia quelli di rappresentano un pericolo sociale ai delitti contro le persone
Rendono inevitabile il carcere in una società chiamata moderna si tratta allora di intervenire anche dentro il carcere per non lasciarlo scuola per il delinquere
Come in ogni situazione
Anche la gestione del carcere può essere modulata non rigidamente attraverso un'organizzazione differenziate che può benissimo salvaguardare al tempo stesso le esigenze di sicurezza con quella con quelle di aprirsi al territorio
Basta solo volerlo
Per questo serve una categorie meno attenti alle questioni di immagini te e più responsabilmente di attente alle questioni inerenti alla pratica gestione delle istituzioni
Coerenti a quanto meno alle disposizioni normative vigenti
Il convegno ha chiamato affrontare e cercare di risolvere una contraddizione tutta italiana a me sembra quella di dire di avere uno levitazione presenziare al la più avanzata rispetto ad altri paesi ma di fatto con una reale condizioni carcerarie delle più arretrate
Se si vuole veramente tentare di accorciare il mancato rapporto fra il dire e il fare
Va innanzitutto attrezzato la battaglia culturale tesa scompensi e nella a sconfiggere la tattica astrattista dalla realtà che purtroppo caratterizza la gestione penitenziaria
L'avversario da sconfiggere l'Adamo cucina il predicare bene e razzolare male sia passate dal decantare una nuova cultura della pena all'assunzione dell'utopia come forma di speranza
Adesso siamo gli astratti libri dei sogni mentre nel frattempo nella realtà sia indebolita la macchina dell'organizzazione penitenziaria lasciando incancrenire situazioni e problemi
Le iniziative unitarie da assumere chiedono un riferimento nazionale da qui la proposta per la costituzione sotto il patrocinio alla presidenza da Repubblica o dalla presidente di Camera o Senato
Di un coordinamento nazionale dei comitati Carcere e Territorio dotati dei necessari finanziamenti per la realizzazione di opportuni strumenti informativi e informati
Per stimolare i pattini ripeto butoh iniziative la CGIL nazionale sia dotata di un Parlamento e coordinamento di organizzazione
I soggetti sociali che si interessino di carcere sono naturalmente diversi unificabili sul piano delle sul terreno delle sensibilità ma ad articolare sul terreno del mestiere che ognuno di noi deve sapere svolge in quest'ottica il sindacato è chiamato a un delicato ruolo di cerniera tra l'approccio squisitamente sociale e quello istituzionalmente più su cioè quello per potenziare avendo sempre ben presente il valore sociale dalla questione carcere il sindacato deve saper meglio tradurre in concreto il concetto di solidarietà in progetti peculiarmente Protti quindi vertenze aria contrattuali dobbiamo riuscire a farlo altri