L'appello degli "Amici di Liberal" sottoscritto da Berlusconi e Prodi per il proseguo del dialogo sulle riforme istituzionali dopo le elezioni

Radio radicale abbiamo i nostri microfoni l'ambasciatore Sergio Romano editorialista del quotidiano Stampa di Torino e uno dei gli appartenenti dei componenti del gruppo degli amici e di liberale colui vogliamo appunto parlare dell'appello che e gli amici di Liberal hanno elaborate fatto sottoscrivere per così dire ai due leaders dei due schieramenti L'Ulivo e il centrodestra o Prodi e Silvio Berlusconi l'appello appunto per proseguire così e detto il dialogo sulle riforme costituzionali subito dopo le elezioni ambasciatore romano ma cioè proprio necessita di un di c'era proprio necessità di questo tipo di appello e di riaprire subito dopo le elezioni questo tipo di trattativa di negoziato non c'è una sorta di insomma di appoggio di istigazione al neo consociativismo no credo cresciuto
Questo pericolo non esista noi siamo convinti che il problema italiano è un problema di riforma del sistema politico che la crisi costituzionale e quindi vorremmo che questo capitale per così dire
Un certo senso accumulato nel corso delle ultime settimane non vada perduto è vero che il dialogo che precedette la formazione del il tentativo di formazione del governo Maccanico era un dialogo abbastanza ambiguo opaco non si capivano esattamente i termini del problema però abbiamo avuto la stazione che per la prima volta le maggiori forze politiche fossero consapevoli della necessità di riformare il sistema politico italiano allora che costa ma potrebbe accadere nel corso delle prossime settimane potrebbe accadere che questo
Tentativo di riforma venga completamente dimenticato è accantonato che si parli di contestazione eletto a tale che ciascuno Minhiriath conquistare il maggior numero di voti possibile tutto questo naturalmente perfettamente normale e lecito ma vorremmo che quel tanto di comuni a a tutte e due le parti in causa
Non veniva trascurato e di politica ma sente ambasciatore ma è possibile proprio secondo lei che un processo di riforma costituzionale che che sia effettivamente di cambiamento rispetto al sistema partitocratico dalla Prima Repubblica Possa andare a anti possa proseguire con un accordo tra i
I riformatori e conservatori di quel sistema io personale
Ho sempre pensato che l'unico modo di arrivare ad una riforma costituzionale fosse quella dell'Assemblea costituente e questo documento di Libero su questo problema non si esprime in altre parole debbo supporre che i firmatari nel documento abbiano in materia opinioni diverse sono tutti concordi sulla necessità di una riforma costituzionale hanno probabilmente idee diverse sul modo migliore per arrivarci qualcuno è probabile che pensi che ritenga possibile un accordo fra fra le maggiori forze politiche nel prossimo Parlamento io personalmente l'ho firmato con questa l'intenzione e con questo desiderio che nel prossimo Parlamento problema venga posto che lo si tenga presente che ci si renda conto che quello effettivamente il problema reale ma nella speranza che ci si rende anche conto che l'unica strada possibile per arrivarci è quella di trasse
Del problema in una sede diversa in una sede per l'appunto costituente ma non sarebbe meglio che nel corso delle ormai prossime consultazioni elettorali ci fosse un le
Alé e scontro democratico tra opposte opzioni di riforma istituzionale poi all'ultimo chi vince fa la riforma istituzionale
Anche per questo in un certo senso il documento che abbiamo firmato potrebbe essere utile perché effettivamente il problema delle riforme rimane all'ordine del giorno e rimane molto presente all'attenzione dell'opinione pubblica allora bisogna che i partiti si definiscano con riferimento alle varie opzioni costituzionali in altre parole non sarebbe male che durante la campagna elettorale ciascuno mettere le carte in tavola e dicesse quali sono le riforme che preferiamo
Nel documento parlata appunto del della core do e della bozza di accordo che c'è stata nel tentativo di formazione governo Maccanico ma dato un po'per scontato che sostanzialmente tutti gli schieramenti più o meno se nessuno su quella posizione quindi non è questo in contraddizione
Non credo che sia in contraddizione e quello che noi vorremmo ripeto è che quel lavoro non andasse perduto e per quel lavoro io intendo non soltanto le singole conclusioni a cui si e arrivo che furono tra l'altro quanto prima oppure sarebbe conclusioni possibili ma il principio spesso l'idea il sistema politico vada riformato nata prole quel clima che era per certi aspetti pur con tutte le ambiguità dei di quel situazione un clima costituente ecco questo è importante
Sì ambasciatore un anno però secondo lei francamente per riformare la Costituzione ne cioè necessario avere una maggioranza a
Ampia la più ampia possibile magari addirittura un animisti copulano vedere costituzioni si cambiano generalmente nella storia
Quando qualcuno vince qualcuno perde non è vero che le costituzioni cambino per consenso non accadesse non molto molto raramente in generale ripeto le costituzioni si cambiano quando io vincitore die Alzetta tutto evidentemente un bosco fitto in questo caso non vi sono né vincitori né sconfitti non è vero che il sistema della Prima Repubblica è stato completamente eliminato non è però che la Seconda Repubblica sia nata siamo in una specie di limbo in cui ogni partito politico al suo interno un po'di vecchio un po'di nuovo in un certo senso Prodi e Berlusconi sono due simboli di questa situazione di transizione perché tutti e due a modo loro sono vecchi e nuovi sono nuovi per il modo in cui si sono presentati per la fisionomia che hanno assunto diverso di fronte al Paese
Ma sono vecchi perché ciascuno dei due in qualche modo delle una larga parte della sua carriera aziendale o pubblica al sistema precedente in altre parole non ci sono vinti non ci sono vincitori e allora se non ci sono venti e non ci sono vincitori Maciste ma pur sempre cambiato bisogna in un altro modo non per colpi di maggior tanta come accadrebbe per l'appunto se ci fossero dei vincitori ma qualche forma di consenso occorre trovarle consenso in Parlamento a mio parere no consenso in Parlamento significa inevitabilmente mescolare questioni diverso significa contaminare il problema delle riforme costituzionali con tante altre questioni che appartengono alla tran-tran quotidiano della vita politica e alla bottega politica per così dire con tutti i suoi inevitabili componenti le sue inevitabili componenti inquinanti per questo io con credo che lo si dovrebbe fare in un'assemblea costituente ma in quel documento il problema del dove e del come non è pregiudicato in quel documento si dice cerchiamo di non perde il problema delle riforme costituzionali e quel tanto di di ma costituente che veniva
Lo Stato suscitato delle scorse settimane bene la ringraziamo ringraziamo l'ambasciatore Sergio Romano editorialista della Stampa di Torino come avete sentito abbiamo parlato dell'appello degli amici di Liberal buon ascolto come sempre da Radio radicale