La nota di politica estera

Ci voleva il coraggio di Antonio Campese il presidente del tribunale internazionale sui crimini di guerra e contro l'umanità nella ex Jugoslavia per dare una frustata dalle decine di ministri che si sono riuniti ieri a Firenze
Una prostata che Craxi aveva dato con una serie di proposte provocatorie
Come quella delle sanzioni sportive del boicottaggio di fede classe in vista delle Olimpiadi di Atlanta almeno che appunto non vengano consegnati
I criminali di guerra alla corte
La battaglia personale di Carlo ricorda quella di tanti altri rappresentanti di organismi internazionali che hanno avuto a che fare con l'orrore del conflitto jugoslavo in questi anni
A cominciare dagli uomini dell'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati e per esempio forse Maria nell'illustre che poi è diventato parlamentare europeo continuando con il Comitato internazionale della Croce Rossa
Fino ai vari consulenti dimissionari del Dipartimento di Stato americano al tempo in cui il Dipartimento di Stato
Era non dico protervo ma comunque certo non filo vittime
Tutta gente che non se l'è sentita di avallare l'inerzia e l'irresponsabilità della diplomazia alle prese con il massacro di civili che si è consumato a Sarajevo a Mostar Vukovar
Cassese anticostituzionale mentre coniuga la figura del difensore del diritto con quella del soccorritore delle vittime per la semplice ragione che mi difendono di tipo e la qualità della vita degli innocenti
Garantendo il rispetto del diritto e assicurando i colpevoli alla giustizia perché vengano processati sanzionati
Cassese si è presentato a Firenze raccogliendo applausi che nascondevano però il destino di darle di quelli verifica in platea applaudivano ricordando a tutti alcuni pilastri semplici ed essenziali della convivenza
Internazionale altri tutori bisogna a ogni costo arrestare e processare i responsabili di crimini di guerra
I primi nella lista per le loro responsabilità sono proprio coloro che oggi dovrebbero garantire uno svolgimento democratico è corretto delle elezioni bosniache a metà settembre anzitutto che il presidente serbo-bosniaco Radovan Karadzic
Il nodo dei criminali di guerra è venuto a Firenze al termine come la questione principale della crisi jugoslava oggi come il vero ostacolo alla restaurazione della normalità in Bosnia Erzegovina
In secondo luogo si è parlato di disarmo un disarmo che non può non riguardare oltre alle parti in conflitto nella Bosnia Erzegovina covato polsini esce serbo bosniaci bosniaci bosniaci se così possiamo possiamo definire cioè il Governo i Sarajevo
Ma anche i servi di Serbia e i croati di classe a cioè tutte e cinque le parti coinvolte nel conflitto in questi anni ed ecco allora che bisogna cogliere con piacere la notizia della firma dell'intesa per la riduzione delle armi pesanti
La la conferenza di ieri ha dimostrato in effetti che i due problemi l'impunità o meglio la condanna il processo dei criminali di guerra e la corsa agli armamenti non solo in Bosnia Erzegovina ma in tutta la ex Jugoslavia sono strettamente connesse
Rientrano entrambi in un più generale Carmo perché anche l'arresto del processo di Karadzic e dei suoi accoliti serbo bosniaci così come dei responsabili della pianificazione genocida
Provato bosniaca per intendersi a Mostar sono una forma di disarmo tempo fa un'équipe di storici dell'Università di Narva ha però spiegato che le differenze etniche religiose e politiche economiche
E l'odio accumulato nei secoli non bastano a spiegare l'esplosione dei di conflitti come quello jugoslavo il detonatore il catalizzatore è costituito dai libera che fomentano i cavalcano l'odio per fini loro
Liquidare il libero e criminali toglierli dalla scena politica non è quindi uno Shamal ieri a Firenze grazie anche a causa si è fatto un passo avanti in questa direzione quanto la data delle elezioni in Bosnia resta quella fissata dagli accordi di Dayton il quattordici settembre nonostante tutte le difficoltà ed è giusto che sia così
Forse mai più potranno tenersi elezioni che rispecchino la mescolanza etnica e religiosa di prima della guerra in Bosnia Erzegovina specialmente in alcune zone per questo è bene che almeno si vada alle urne anche perché i profughi non saranno rientrati nelle loro case
E anche la regolarità del voto non sarà garantita del tutto forse neanche in parte anche terzo ma si voterà in un clima ancora di guerra o di dopoguerra che per certi aspetti e addirittura peggio ma almeno dopo il voto ci saranno interlocutori identificabile
Sarà avviato un processo di normalità la comunità internazionale saprà con chi dovrà trattare certo
Sarebbe stato meglio votare in condizioni prebellica e vietare i criminali di candidate ma le utopie non appartengono alla politica e tanto meno alla politica internazionale