La nota di politica estera

L'autocisterna con due tonnellate di esplosivo scoppiata l'altra sera in Arabia Saudita ha provocato un botto che si è sentito dicono
In immigrato piccolo ma strategicamente molto importante che si trova proprio di fronte alla costa saudita tutti ricorderanno che darà durante la guerra del Golfo era la base militare Piovan stata della forza multinazionale quella dalla quale partì poi la controffensiva che vide combattere fianco a fianco i soldati arabi soldati occidentali in particolare gli arabi nel Golfo e i loro alleati sempre arabi contro i confratelli fratelli arabi iracheni di Saddam Hussein si fece un gran Lare prima della creazione dello scudo del deserto e poi dell'inizio della tempesta cioè di Desert Storm della trasformazione radicale che avrebbe comporta l'arrivo di soldati americani nel Paese custode della pietra nera della Mecca il Paese forse più tradizionalista tra tutti i Paesi islamici e anch'i due il rigore per esempio la lapidazione per certi aspetti anche più tradizionalista dell'Iran e certo più chiuso all'ora ma anche adesso dell'Ina ma alle relazioni con all'Occidente perché ci sono invece vecchi rapporti tra in Occidente accanto all'Arabia Saudita anche gli altri Paesi del Golfo storicamente barricati nei loro integralismo religioso si Ivano si aprirono con l'arrivo degli anni e sperimentarono una politica e una contaminazione di costumi inevitabile del tutto nuova si pensava che quell'esperimento avrebbe provocato conseguenze clamorose in positivo
E in negativo invece le conseguenze furono positive l'esperienza andò bene perché gli interessi in campo erano lo stesso impatto negativo sulla tradizionale politica islamica di quei Paesi del resto relazioni storiche c'erano stante a livello di classe dirigente tra Paesi molto chiusi come l'Oman e Stati occidentali come la Gran Bretagna lo scambio culturale la collaborazione militare determina no non solo la vittoria su Saddam Hussein ma anche una salutare trasformazione della politica saudita e degli altri finirà in particolare la sospensione degli aiuti economici all'oltre che non era ancora quello di oggi dopo che era fatta si era schierato con il dittatore Iraq
Una delle cause poi della successiva politica di ragionevolezza moderata fatte che ha condotto agli accordi di pace con Israele in Arabia Saudita i tempi del Golfo i militari americani dovevano guardarsi più del cielo degli Scud iracheni che da terra dalle autobombe o dagli attentati terroristici adesso il terrorismo colpisce nel cuore dell'Arabia Saudita e per la seconda volta ha come obiettivo gli americani per la seconda in relativamente poco tempo stavolta poi l'imponenza dello scoppio è quasi senza precedenti ancora nel Po ieri non si sapeva con precisione quanti soldati avessero perso la vi c'è chi diceva
Diciannove chili ventitré i feriti gravi erano sessanta alcuni insegnamenti alcune constatazioni si possono tra tutto questo da quanto è avvenuto anzitutto che sempre di più l'instabilità mediorientale radicata nel confronto tra Rabbi e Occidente o tra
Vi moderati esse non filo-occidentali almeno laici e dall'altro una miriade di gruppuscoli e movimenti fomentati imprimono nel Golfo dall'Iran degli Ayatollah paese non arabo mai islamico e integralista sciita seconda constatazione il terrorismo continua a fare i suoi morti e ogni attentato va considerato come un atto di cui ora se è vero che organizzazioni terroristiche così forti ramificate potenti non potrebbero neanche sopravvivere senza l'appoggio e il sostegno finanziario di quelli che gli americani chiamano paesi canaglia un tema questo del rapporto con i paesi canaglia che per inciso verrà alla luce nel vertice G7 milione di questa settimana e rappresentanze un motivo di frattura tra gli Stati Uniti che hanno una posizione due gli europei terza constatazione il processo di pace tra Israele e l'Autorità palestinese da un lato e tra Israele e la Siria e quindi altro sicuramente subisce in queste settimane un rallentamento dovuto anche al ricambio degli uomini che fino a ieri hanno tenuto i collegamenti tra Gerusalemme e Gaza ma indicazioni certe sul futuro di l'area potranno venire soltanto il nove luglio quando il premier Israele
Miao incontrerà negli Stati Uniti e soprattutto la recrudescenza del terrorismo e l'iperattivismo di dimentica Caralis armati dimostra che il processo di pace non è stato sospeso ora intanto perché votando Netanyahu gli israeliani abbiano deciso di non volerlo proseguire ma perché il raggiungimento della pace deve andare di pari passo con la garanzia di sicurezza per la popolazione Israele detto questo la pace in Medioriente è per l'appunto un processo lento ma inesorabile che non dipende solo da Netanyahu ma anche dalla fermezza Politi diplomatica degli Stati Uniti e dal gioco dei rapporti di forza erano del blocco islamico e di quello arabo i due blocchi non coincidono oltre che
No no amici che dipendono
Alla pace stessa per lo sviluppo del regione una cosa quindi molto più complessa del semplice dialettica tra falchi e colombe vale