La nota di politica estera

Sui giornali in questi giorni lecco nostrane corrispondente da Gerusalemme ci sono molti giornalisti che sembrano doveva confermare nelle loro cronache l'interpretazione che diedero a suo tempo dell'elezione del
Piano Netanyahu leader di quella che dall'opposizione di destra l'interpretazione di moda allora come oggi voleva Netanyahu prigioniero dei falchi anzi un irriducibile Luigi spesso uno assolutamente contrario al processo di pace
E al principio della pace in cambio di terre commedia di territori un occhio otto arrivano al potere come lo Stato avrebbe sicuramente bloccato le trattative e gettato di nuovo l'intero Medio Oriente nel clima di prima della grande intuizione di Rabin il che però non è avvenuto
D'altro canto l'interpretazione corrente aveva confinato Peres e prima di lui era va bene in un ruolo di colombe che non sempre hanno avuto
La realtà e diverso fra la politica internazionale non si presta a questo genere di manicheismi deve piuttosto una sua logica estranea ai giudizi di di valore o alle implicazioni politiche l'unico insegnamento
L'unico giudizio di valore nella vicenda israelo palestinese di queste ultime settimane
Adesso che il governo Netanyahu offre sempre più assicurazioni di voler onorare gli impegni internazionali e perseguire negoziato con tutte le parti delegato un aspetto che forse in troppi avevano sottovalutato prima del voto
Scelte ci sarà ai frutto delle pressioni internazionali del contesto internazionale e della democrazia Netanyahu è prigioniero sì ma non dei fu a chi o non prevalentemente dei falchi del suo partito dei partiti nazionali religiosi Netanyahu è prigioniero per fortuna della democrazia diretta politico israeliano della semplice realtà di un Paese che nella grande maggioranza della sua popolazione la maggioranza alla conta sta oggi di volere insieme la Pace e la sicurezza e in questo senso ha avuto modo di esprimersi attraverso le urne un Paese che capita che le due cose pace sicurezza non si possono avere se non in piena
E che garantire contemporaneamente l'una e l'altra è l'unico modo per ottenerne per e
I giornalisti non israeliani sono costretti oggi a confessare il loro stupore per il fatto che le prospettive di pace sono ancora aperti ci sono volute le dichiarazioni di stima di fiducia di buona volontà per presidente egiziano Mubarak a dopo l'incontro con Netanyahu
Le affermazioni di ottimismo di Yasser
Fatto dopo il colloquio con il ministro degli Esteri israeliano bevi lei
Ha parlato di dialogo a cuore aperto che si apriva e ha così consolidato l'impressione
Si stia lentamente faticosamente ma anche inesorabilmente preparando in Medio Oriente
Tre legittime preoccupazioni tutte legate alla sicurezza interna ed esterna la prima è che l'attività politica nei territori restituiti ai palestinesi non sia più finalizzata alla ditta fisica di Israele e non contempli quindi più sul serio lo strumento terroristico non basta che la leadership palestinese
L'ha fatta sia oggi schierato contro i terroristi occorre che faccio seguire a questa posizione misure concrete di repressione dei focolai di potenziale terrorismo ampi e questo sta in verità venendo alla seconda preoccupazione israeliana riguarda i guerriglieri Hezbollah nel sud del Libano in questi giorni che compiuto lo scambio di salme di caduti Hezbollah lignani da un lato e di militari gli anni dall'altro ai funerali degli Hezbollah si sono sentite le solite frasi di minaccia le promesse di vendetta
L'aria di guerra
Nieri bolla forti di una struttura non solo militare ma anche civile di supporto e pensa alla popolazione una struttura for
Sia quella civile dall'ira sono la spina nel fianco non solo di rene ma anche delle aspettative palestinesi
Essere globale gli Hezbollah sono sostenuti da Teheran ma tollerati dalla Siria che di fatto è padrona del Libano
Che permette che dal sud del Libano si spari sulle città in
Terza preoccupazioni di Gerusalemme è a lungo termine in questo momento il fronte israelo il tre
Jarno
Perfetto formalmente non c'è la pace ma non c'è neppure Obama
Tre anni la guerra eppure dovrai potrebbe la guerra
In una intervista ieri al Corriere della Sera Netanyahu ha ricordato che tra e la Siria non solo non c'è dialogo ma c'è ostilità e che la situazione può degenerare in qualsiasi momento per questo Israele ha bisogno di misure o dispositivi di controllo che impediscano ai siriani di usare un domani il Golan come base tacco si capisce bene questa preoccupazione considerando le dimensioni minuscole dello stato di Piano e quindi la sua vulnerabilità per così dire geografica
Questa la chiave di volta di tutto il negoziato la diplomazia internazionale è in movimento e dobbiamo augurarci che la collaborazione tra Francia e Stati Uniti le potenze occidentali più presa in
Se valga sulla concorre la Parigi e Washington di mercato ad almeno con neo bullismo di Chirac fanno la spola fra Damasco Varenne stia l'inviato del presidente americano Bill Clinton Dennis Ross perché il ministro degli esteri francese Pepe Charette entrambi hanno potere contrattuale nei confronti delle parti e possono farlo fruttare a patto che sappiano usarlo in modo complementare concorda Rossano ha fotografato la situazione e ieri spiegando che il processo di pace sarà lungo non bisogna illudersi eppure lascia ben sperare il fatto che non ci sono alternative la pace e tutte le parti ne sono consapevoli lo stesso Netanyahu ha dimostrato di non considerare insormontabili alcuni passi che ha già compiuto ha consentito che il suo ministro degli Esteri stringesse la fatta pubblicamente
Lato quindi condiviso i ringraziamenti ufficiali esame ai nemici Sempre per la mediazione nel talmente nel sud del Libano
O di stato maggiore dell'esercito israeliano ha dichiarato che Netanyahu sta facendo tutto ciò che aveva rimproverato al governo laburista uno sviluppo prevedibile a dispetto di chi guarda la politica con gli occhiali del pregiudizio