Illustrazione del documento congressuale Assemblea della Federazione del PDS di Bagnoli

Sia inviterà i compagni siccome abbiamo dei problemi anche tecnici come sapete dopo ce l'abbiamo collegato in videoconferenza e quindi ci sono tutte le camere ipossia spostarsi più dietro quegli impieghi asservirsi c'è posto grazie
Teniamo questo appuntamento
Con Massimo D'Alema che ringrazio a nome di tutti voi per la sua disponibilità
A Bagnoli
Alla Città della Scienza
In un luogo simbolico fucina della più antica e nobile classe operaia napoletana
Sono nate qui le prime esperienze di lotta della sinistra
E da qui riparte un progetto di sviluppo e di riqualificazione della nuova Napoli
Da qui riparte da questo luogo denso di memorie ricco di innovazione
Una sinistra moderna ed europea in Italia
Il ventuno aprile
L'Ulivo ha vinto
Ha vinto una coalizione di partiti
Ha vinto una politica portare l'Italia fuori dalla lunga e travagliata transizione che sta vivendo
I primi mesi di vita del Governo
Sono stati e sono difficili
E non poteva che essere così
Difficili per le condizioni oggettive
Le scelte dure da continui rapporti di forza in Parlamento e nel Paese
Difficile anche perché sono stati commessi degli errori
Tuttavia questo governo in campo
Sta approvando una legge finanziaria che apporterà un ingente taglio al debito complessivo del nostro Paese
Sta varando alcuni principi di riforma in settori essenziali e decisivi il sistema fiscale la pubblica amministrazione la scuola del mercato del lavoro noi siamo parte reale responsabile di questa maggioranza la sosteniamo ma proprio per questo diciamo a questo governo di usare ancora di più
Di di mostrare più coraggio nelle scelte
L'Ulivo e il Polo sanno che solo se si avvierà un processo di riforme
Delle istituzioni
Se si descriveranno le regole del gioco questo Paese potrà uscire dalla transizione costruire una vera democrazia dell'alternanza
L'ho in primo luogo con maggiore convinzione lavoriamo per questo obiettivo costruire una democrazia bipolare solida e questo è un tema cruciale strategico della nostra discussione congressuale e del documento presentato dal compagno D'Alema
Dentro questa opzione si colloca la scelta di lavorare alla costruzione in Italia di una grande forza della sinistra moderna ed europea
Capace di andare oltre i confini del PDS
è una sfida alta che poniamo al mestizia la sinistra nel suo complesso e nelle sue diverse articolazioni
A coloro che pongono al centro della propria scelta politica lo sport lo spirito riformatore i valori della democrazia e della libertà
La storia della sinistra italiana è fatta in gran parte di divisioni e rotture traumatiche
Tante volte queste posizioni diverse sono state il frutto di situazioni drammatiche e dolorose
Sono state il segno del valore e del ruolo della sinistra
Capace di vivere sentire i cambiamenti sulla propria pelle
E di discutere sul loro significato e sul da farsi
A volte però l'incapacità di trovare l'unità sulle strategie essenziali è stata la vera debolezza della sinistra italiana
Noi ci chiediamo se non sia giunto il momento di fare un passo ulteriore
Verso la sinistra del due mila e di provare a ragionare sulle nostre diversità per costruire una grande forza moderna e riformatrice
La risposta e che dobbiamo provarci dobbiamo aprire questo nuovo cantiere
Non si tratta di non riconoscere l'esistenza di almeno due sinistri
Una più di governo più aperta ai cambiamenti e moderna l'altra più radicale e più protesa alla tutela di conquiste già raggiunte anzi
Ne vogliamo iniziare un progetto unitario che guardi alla società italiana
Ai nuovi soggetti che hanno bisogno di nuove tutele ad una sinistra capace di pensare alle trasformazioni e di governarlo
Ecco perché ci rivolgiamo all'insieme della sinistra
Nella democrazia dell'alternanza vogliamo contribuire a costruire una grande forza della sinistra unità il plurale
Nel Mezzogiorno in particolare qui a Napoli
Il congresso sarà ed è un'occasione straordinaria
Di riflessione di rafforzamento della nostra presenza ed è la nostra funzione la società un congresso non chiuso ma che sappia dialogare con la società napoletana
In questi anni abbiamo assunto spesso un ruolo trainante
Siamo stati un punto di riferimento anche in momenti difficili
Come dopo le elezioni del marzo del novantaquattro intorno a questa città si sono addensate speranze e voglia di cambiamento l'esperienza di governo della città con Bassolino
Ha dimostrato che ci sono le risorse nel Mezzogiorno per affrontare e risolvere problemi antichi e nulla e intorno alla Giunta di Napoli e poi a quella della Provincia
E nata e cresciuta per la prima volta come non era mai accaduto nel passato una rete di Comuni medi e piccoli nei quali siamo stati chiamati a governare
Qui c'è la sfida nostra
Determinare un futuro diverso per le nostre città delineare i caratteri di un programma di governo e di innovazione che guarda al futuro della più importante aria metropolitana che si affaccia sul Mediterraneo
Tutto questo impone al PDS al suo progetto innovatore un profondo salto di qualità
Si tratta di far compiere al partito nel suo insieme sui gruppi dirigenti alle sue intelligenze alle sue energie migliori un salto di qualità in direzione di una maggiore consapevolezza
Del loro ruolo
Di qualificare la loro presenza quotidiana nel governo delle città e attestarsi sempre di più con una nuova classe dirigente nella sua accezione più anni
La nuova classe dirigente da Napoli ed umile ecco il compito che sta davanti alla nuova generazione di militanti e dirigenti la sinistra napoletana
Siamo una forza di governo di questa la più grande
Spetta soprattutto hanno cui chiedere all'intero PDS alla sinistra al governo dell'Ulivo di investire idee scelte per Napoli e per il Mezzogiorno
Non ci siamo ancora so bene quanto sia stata difficile proprio in queste settimane in Parlamento fare approvare decreti per Napoli
Tuttavia nonostante questi risultati fa fatica ad affermarsi con un autorevole nuova politica nazionale per il Mezzogiorno
Qui più che in ogni altra parte del paese
Più che al nord occorre cominciare a costruire il federalismo
Una nuova pubblica amministrazione uno stato sociale una politica per il lavoro e lo sviluppo efficaci e moderni
Beh non dobbiamo demonizzare nessuno ma dobbiamo ricordare a tutti anche a tanti compagni del Nord che proprio le esperienze di governo delle città del Mezzogiorno si sono rilevate rivelate tra le più avanzati
Anche per queste Mezzogiorno chiede più federalismo
Niente di più diverso che separazione nuovo egoismo sociale
Intendiamo il federalismo come principio di responsabilità e spetta ad una moderna sinistra di governo nel Mezzogiorno rivendicare questo ruolo e questa funzione
Come fatto nazionale costituente della nuova unità del paese
A Rinascita dei comuni la riscoperta delle Autonomie locali è stata una delle risposte più forti e concrete alla crisi del sistema politico
Intorno ad essi abbiamo cominciato a ricostruire la democrazia
In uno dei momenti più bassi è difficile la storia del nostro Paese
Scommettendo sulla nuova classe dirigente diffusa sulla voglia di fare di tanti cittadini
Abbiamo ridato funzioni e ruolo ai partiti proprio in questi giorni il Governo ha fatto un primo passo importante approvando i provvedimenti governativi Bassanini collegati alla Finanziaria
Ah bisogna proseguire su questa strada
Ponendo il tema della riforma in senso federalista dello Stato al centro della più complessiva discussione sulle riforme istituzionali
Per noi il federalismo non solo non è separazione
Ma neppure una forma più moderna di un fai da te il fai da solo che nelle attuali condizioni del Mezzogiorno metterebbe a dura prova nuje l'insieme della nuova classe dirigente il Mezzogiorno negli anni passati ha rischiato di morire
Di troppo Stato e per giunta spesso con il portato di un sistema politico degenerato
Oggi occorre accompagnare una giusta politica dal basso con una nuova ed energica iniziativa dello stato verso il Mezzogiorno
Nessuna nostalgia per il passato
Ma una generale politica per il Mezzogiorno in uno innovatrice questo sì e questo è un grande team ancora aperto
Qui più che altrove noi sentiamo il dovere di dare risposte sui temi cruciali
Allo stato sociale ha un lavoro risposte concrete per riforme profonde
Abbiamo fatto bene in campagna elettorale ha di portare che essa
è una delle più importanti e grandi conquiste un fattore di progresso di questo secolo
Facciamo altrettanto bene nel documento congressuale
A porre con rilievo il bisogno di un suo ripensamento e di una sua diffusa lo stato sociale nato per riequilibrare ingiustizie e scompensi sociali
Per garantire ai cittadini protezioni dai dischi della vita
Per fornire opportunità di crescita e di maggiore volesse
In questi anni sono cambiate molte cose la struttura demografica produttiva della società italiana
E tipologie di lavoro il mercato del lavoro la stessa percezione dei diritti individuali e collettive
Di fronte a questa trasformazione la struttura dello stato sociale è rimasta praticamente immutata
Ha continuato a fronteggiare le emergenze le spinte corporative in maniera casuale ha continuato a riprodurre strumenti di intervento simili tra loro incapaci di collegarsi con le scelte strategiche per lo sviluppo
Sono anzi cresciuti i fenomeni di degrado di inefficienza e disprezzo
Basti pensare al fatto che il Mezzogiorno è ancora in gran parte escluso dalle politiche dell'UE
Che pure abbiamo conosciuto in regioni italiane più avanzati
Ed invece è stato beneficiato al sistema assistenziale e clientelare che ha contribuito ad accrescere il degrado sociale il deficit di sviluppo
Oggi questa situazione non regge
La spesa sociale nel suo complesso invero alta che nel resto d'Europa deve essere riequilibrata suo interno a favore di settori come l'istruzione e l'attuale gettito della fiscalità non è in grado di reggere questa situazione
Lady permettere investimenti qualitativi delle forme di protezione sociale
Ad essere entrati in crisi sono i pilastri dello Stato sociale tradizionale il principio assicurativo e quello lavoristico
E a rendere più profonda questa crisi vi è l'entrata sulla scena mondiale di nuovi soggetti nuovi Potì modi economiche
Rischia di entrare in crisi con esso anche il patto generazionale
E giovani generazioni non sono in grado di finanziare lo stato sociale e sono sempre meno motivati a farlo
Ecco perché occorre un ripensamento serio
Lo stato sociale non può essere solo sinonimo di assistenza e previdenza ma anche di salute e prevenzione di formazione permanente e il lavoro ha ragione Bruno tentino quando ci spinge a pensare non più in termini welfare State ma di welfare comunichi in quest'aria nell'intero Mezzogiorno del resto si concentra una disoccupazione strutturale di lunga durata
Essa non è figlio di uno sviluppo moderno ha scarsa nuova occupazione
Ma di un'assenza di sviluppo
Vi è stato un processo di deindustrializzazione con il sorgere di settore di occupazione precaria remunerata con salari inferiori ai minimi contrattuali è accompagnata una diffusa evasione contributiva e fiscale
E dunque riforma del fisco riforma del welfare e politiche per la piena occupazione su un banco di prova immediato per il governo ma anche di più per la carta programmatica sulla quale si misura il processo unitario della sinistra a cui vogliamo dare inizio in definitiva il suo futuro
Bisogno di lavoro qui lo riscriviamo nell'aria e la necessità di politiche per i creare lavoro e sviluppo viene prima di ogni altra cosa
Per questo noi giudichiamo positivo l'accordo per il lavoro siglato con il governo e le forze sociali
Il rinvio però della conferenza sull'occupazione è stato un cattivo segnale per i giovani e il Mezzogiorno
E ribadiamo dunque la necessità di svolgerla e che essa produca fatti concreti e visibili
Dobbiamo però anche sapere guardare oltre il nostro naso
Comprendere e governare le trasformazioni indica il mondo del lavoro sta cambiando profondamente
E già diversi economisti ci indicano che in futuro
Il declino del lavoro tradizionale sarà inarrestabile che il progresso e la tecnologia informatica continuerà ad assorbire lavoro dico
Si aprono davanti a noi scenari poi sempre meno lavoro e più tempo libero società che liberano energie possibilità che riducono le moderne forme di all'inazione ma possono crearne delle altre e delle nuvole
L'ex ministro del lavoro americano descrive bene questo fenomeno una società americana quando parla la classe media come della classe ansiosa
Perché essa ha perso la certezza di avere un lavoro per tutta la vita la collocazione della società ed un reddito cento la pensione l'assicurazione sanitaria la possibilità dell'istruzione per i propri figli
Per l'Europa e per l'Italia questo processo iniziato solo in parte mai più forte invece l'aria degli esclusi di partenza i giovani in modo particolare in Italia la forza lavoro attiva è composta da circa ventitré milioni di persone
Coloro che non trovano lavoro sono circa tre milioni e sono circa dieci milioni dipendenti pubblici e privati a godere di un'effettiva tutela sindacale giudice
Gli altri no
Penso ai lavoratori dell'intesa con minimo di qui con meno di quindici dipendenti o all'aria crescente di lavori privi di tutele effettive vi è dunque un mercato del lavoro degli espulsi
Ma anche nuove potenzialità nuove opportunità di Criscito
E dunque investire nella formazione e la riqualificazione dei territori come è avvenuto per esempio qui a Bagnoli facendo essi e sviluppando esperienze di contratti Daria che coinvolgono le istituzioni locali le forze sociali mondo dell'impresa
Investire i lavori di utilità collettiva insomma occorre dar vita ad un mercato del lavoro moderno dinamico flessibili con un ruolo nuovo degli dell'impresa e degli imprenditori con delle esperienze innovative nel terzo settore
Capace di offrire opportunità tanti giovani diplomati e laureati che non sanno dove andare e a cercare e cosa fare
Ecco alcuni obiettivi che la sinistra di governo la nuova sinistra di governo deve porsi altrimenti noi non riusciremo a parlare alle nuove generazioni
Siamo alla vigilia del due mila e siamo parte di un mondo sempre più complesso
In cui cambiamenti e conflitti vanno avanti ad un ritmo velocissimo
In cui i grandi problemi come la fame il sottosviluppo le guerre coinvolgono centinaia di milioni di uomini e donne e soprattutto bambini
E questo l'orizzonte del nostro agire e spesso la quotidianità della vicenda politica locale e nazionale ci fa perdere questa dimensione questo respiro culturale ideali a cui deve fare riferimento una moderna sinistra
Un grande Paese come il nostro deve poter uscire da un certo provincialismo politico e culturale e guardare di più alle sfide della mondializzazione della globalizzazione
La nuova sinistra che vogliamo contribuire a costruire deve potersi misurare con queste grandi sfide del tempo a partire dalla lavorando città per città al progetto di unire rinnovare la sinistra
Con le tante forze dei nuovi saperi con i giovani che guardano a lui con rinnovata fiducia
Con le culture di un'antica tradizione di antiche nostre radici dal Congresso può uscire dunque una nuova forza
Che nell'area napoletana si ponga tre grandi obiettivi
Dare forza al governo delle città candidare la più complessa aria metropolitana ad un ruolo di cerniera tra l'Europa il Mediterraneo innovare il sistema istituzionale la politico organizzato tre obiettivi su cui chiamare un intero gruppo dirigente a costruire un proprio autonomo percorso
Ma soprattutto foglie un look appena per punture percorsi personalità di una sinistra diffusa che non ha rinunciato a svolgere un ruolo da protagonista nella società e nelle istituzioni
E con loro e con questo augurio concludo
Con coraggio e passione che vogliamo costruire qui a Napoli nell'aria metropolitana di Napoli la più grande e unitaria sinistra di governo per dare un contributo complessivamente all'Italia e al nostro paese
La parola al compagno Massimo D'Alema
Usasse
Faccio una cosa che non ho mai fatto fra Lecco sei
Ma
Voi sarete
Condannati alla noia di ascoltare
Ma
Credo che lo scopo di questo incontro
Non sia quello di un discorso di occasione anche se naturalmente non mancheranno del mio discorso
I riferimenti alla fase politica che vive il nostro Paese
Ma questi riferimenti sta sono collocato in un quadro più generale
Come giusto nel momento in cui noi abbiamo una importante discussione congressuale
Dopo molti anni
In una situazione profondamente mutata e tuttora investita
Da un grande processo di mutamento
Un mutamento della società italiana
Ma anche una trasformazione che investe la sinistra
Su scala europea e mondiale
Un mutamento del quale noi vogliamo essere non soltanto spettatori
Ma protagonisti
Questo credo sia il primo grande tema del nostro congresso
Il congresso di una forza della sinistra protagonista della trasformazione
Protagonista della trasformazione del nostro Paese innanzitutto
Mentre noi potevamo essere travolti dal processo di mutamento
E invece abbiamo saputo interpretarlo
E poi porci tra le forze che lo guidano
E protagonista nello stesso tempo di quella grande trasformazione
Che si chiama mondializzazione dell'economia e della politica
Che sta contribuendo a cambiare la sinistra
Suoi orizzonti e la sua cultura
La forza che vado al congresso
E tutti gli interlocutori ai quali ci rivolgiamo
Che noi abbiamo voluto fare vogliamo fare di questo congresso
Un momento per tutta la sinistra italiana
E non soltanto per gli iscritti al PDS
Questa forza e dunque una forza ambiziose
Consapevole
Dei risultati che ha acquisito
Ma nello stesso tempo attraversata da una ricerca aperta coraggiosa pluralistica
Perché noi abbiamo la piena consapevolezza
Che
Una sfida nella quale siamo impegnati
è ben lontana dall'essersi conclusa
Ho detto di un congresso pluralistico
Dato che il pluralismo
In una grande forza politica
Non necessariamente deve esprimersi
Nella presentazione di piattaforme contrapporsi
La contrapposizione di piattaforme politiche
Quando è necessaria
Quando corrisponde ad un effettivo scontro di idee e di programmi
Non deve essere nascoste
Ma quando la si vorrebbe imporre artificiosamente dall'esterno come metro di democraticità di un partito
Io credo non sia obbligatorio
E ciò nonostante non c'è dubbio che il nostro dibattito congressuale
Ruote RAI intorno ad un asse politico unitario e tuttavia con una molteplicità di apporti
Di analisi e di proposta
E io vorrei anche dire che questo dibattito non è soltanto scritto nei testi di partenza
Ma che ma come è giusto che sia per un congresso coperto innanzitutto aperti ai nostri iscritti poi riaperto a quanti vorranno partecipare a questa riflessione
L'esito del dibattito sarà nelle conclusioni alle quali noi approveremo
Attraverso un percorso ricco di ricerca di confronto
Anche Alberto a importanti momenti ne parlerò alla fine di questo mio discorso di carattere internazionale
Non gli ospiteremo nove il ventidue il venti di gennaio diciannove ventidue gennaio la prima riunione del Consiglio mondiale dell'Internazionale socialista
Di questa nuova Internazionale socialista nella quale sono entrati quarantadue partiti e movimenti che non ne facevano parte prima
Con un allargamento non soltanto verso l'est europeo
E verso una parte consistente di quello che fu il movimento comunista anche verso il sud
L'Africa America latina l'ASL
E certamente questo sarà un momento utile eterno
Per allargare gli orizzonti
Della nostra riflessione della nostra azione politica
E io credo anche utile per il nostro Paese un Paese che ha vissuto negli ultimi anni molto ripiegato su se stesso
Sulla sua crisi sul suo travaglio e in una certa misura rischiato di perdere una visione più ampia
Dei problemi dell'Europa e del mondo
Ma se l'Italia
Si è piegata su se stessa ciò è avvenuto non senza profonde ragioni
Noi abbiamo vissuto in parte ancora viviamo una delle crisi più acute della società nazionale
Direi che
Senza dubbio
Che nel nostro Paese
Ci troviamo di fronte alla necessità della ricostruzione di un sistema politico
Di un compromesso sociale
Di un assetto economico e produttivo
E tutto questo senza rimuovere il nodo di fondo che è quello della collocazione internazionale dell'Italia
Dunque un complesso di fra di fattori che non a caso sommando sia interagendo fra di loro
Sono coinvolti nell'esaurimento di una lunga fase dello sviluppo nazionale
Si tratta di quello che Gramsci chiamava una crisi organi
Che non a caso
Si manifesta in Italia in coincidenza
Con un passaggio della storia del mondo
Quel passaggio che un grande storico inglese ha chiamato la fine del secolo breve
Secolo breve racchiuso tra la Prima guerra mondiale
E l'ottantanove novantuno
La caduta del muro di Berlino il dissolversi
Del sistema
I Paesi governati dai partiti come
E non è un caso che in un Paese come l'Italia
Nel quale ha avuto sempre un grande peso proprio il nesso tra vicenda nazionale
E vicenda internazionale non è unica
Che la crisi italiana
Compie un salto di qualità proprio in corrispondenza
Con l'ottantanove novantuno
Che segna l'avvio
Di una caduta di tutto il sistema politico istituzionale nel nostro Paese
Certo
In realtà
Se noi ci guardiamo alle spalle
L'ottantanove novantuno e poi quello che è accaduto dopo le elezioni politiche del novantadue
è stato il momento della verità per la Società Italia
Quello che con la
Era un sistema politico che si era mantenuto in vita artificiosamente
Oramai da almeno un decennio
Che era sopravvissuto a se stesso dato che quel sistema quello uscito dalla resistenza dalla seconda guerra mondiale aveva senza dubbio esaurito la sua spinta propulsiva alla metà degli anni settanta
Nel momento in cui i partiti democratici che avevano dato vita alla costituzione
E chi avevano costruito lo Stato democratico
Vissero quell'ultima stagione
Positiva della politica italiana
Quella del tentativo di un accordo
Di un compromesso fra di loro
Di una intesa
Che non dette tuttavia il frutto che avrebbe dovuto dare
Avviando quel processo di riforma e di modernizzazione del Paese
Nel senso di quella che Moro chiamava una terza fase nella internazionale
Si è tornati a discutere in questi ultimi mesi avvolta in un modo a mio giudizio un po'superficiale
Della del ruolo che ebbe la sinistra
In quel passaggio della storia italiana
Sono stati gli anni di Craxi gli anni di Berlinguer
P due impostazioni alternative
Radicalmente alternativi
Da una parte il craxismo
Poi naufragata
Nella degenerazione e nella corruzione negli anni ottanta
In realtà
Il limite del craxismo
Stava prima ancora io credo che non nella sua degenerazione corruttiva
Nella incapacità di vedere la trasformazione italiana anche come costruzione di un blocco sociale di forza
In grado di indirizzare in senso innovativo lo sviluppo nazionale
Tracce l'uomo che affronta il tema della morte modernizzazione esclusivamente sul terreno
Del gioco politico
Del conflitto di potere con la democrazia cristiana entro i confini della democrazia bloccata
Non senza tuttavia la capacità di intuire
Prima di altri
La fine
La crisi dei due grandi partiti popolari pilastro della Prima Repubblica e l'esigenza di una innovazione istituzionale
Ripeto il limite del craxismo
Sta
Del fatto che questo tema viene sviluppato esclusivamente sul terreno di una lotta di potere con la Democrazia Cristiana
E che dal suo orizzonte resta fuori non solo l'unità della sinistra
Ma anche l'esigenza della costruzione di un'alleanza sociale in grado di governare il Paese e modernizzato uno e di realizzare le riforme
Sull'altro versante la posizione comunista
E quella che senza dubbio seppe vedere
Prima di altri la drammatica degenerazione cui erano esposte le istituzioni del Paese e sistema politico
Questo è il valore della denuncia che Berlinguer compì della questione morale
Non un sussulto di moralismo
Ma l'esatta percezione che l'occupazione dello Stato
Da parte dei partiti e del ceto politico portava con sé il rischio di una caduta della democrazia e delle istituzioni
A questa drammatica crisi Berlinguer tuttavia non seppe offrire una risposta diversa rispetto a quella del rinnovamento del partito comunista
Esigenza questa certamente importante né io credo si possa parlare
Oggi del destino dei grandi partiti di massa
Senza ripartire dalla riflessione berlingueriani sul rapporto fra partiti Società movimenti nuove forme di coscienza giovanile e femminile
E tuttavia l'esigenza chi era maturata nel nostro Paese andava oltre
Era l'esigenza di un ricambio di classe dirigente
Di un rinnovamento della classe dirigente alla guida del Paese
E a queste esigenze il PC non seppe dare una risposta
Rimase confinato entro l'orizzonte di un compromesso con l'avversario
Anche perché come mi è capitato di dire non ora strumentalmente ormai parecchio tempo fa
Per dare una risposta a questo problema
Occorreva misurarsi non soltanto con
La questione del rapporto fra PC e Unione Sovietica
Occorreva misurarsi con la natura stessa del Partito Comunista Italiano
Con il problema cioè storico
Politico
Nel quadro delle relazioni internazionali segnata dalla guerra fredda della possibilità grande Partito Comunista di rappresentare un'alternativa di classi dirigenti in un Paese dell'Occidente
Ora
Riproporre questa questione oggi non significa imputare un errore a Berlinguer d'altro canto è persino difficile il PETA imputare a qualcuno l'errore di essere stato figlio del suo tempo diciamo
Ma significa sapere vedere il limite storico con il quale si incontrò
L'azione della sinistra in uno dei momenti più alti della sua espansione
Seconda metà degli anni Settanta
Il perché cioè quel partito il partito di Berlinguer di cui tutti noi molti tra noi diciamo furono partecipi e protagonisti
Se per arrivare fino ad avere il voto di un italiano su tre
Ma giunto a questa soglia comincio ad arretrare non avendo saputo dare a milioni di italiani
Quella risposta che si si attendeva
Perché fisiologicamente alla metà degli anni settanta una parte larga della Società Italiana chiedeva al pc di sostituire la democrazia cristiana nel governo del paese
Secondo la normalità propria delle grandi democrazie
Chiedeva al pc di fare quello che la socialdemocrazia di Brant aveva fatto in Germania esattamente dopo un trentennio di governo democristiano
Magari passando attraverso la grande coalizione ma poi sostituendo
I democristiani al governo nella logica dell'alternanza
Ed è a questa domanda politica
Che il PC non poté dare una risposta
Io credo che solo se partiamo da qui noi capiamo le ragioni specifiche e poi di una lunga crisi del comunismo italiano
E le ragioni che sono alla base di una svolta la quale non è stata
Dissoluti Iva del patrimonio della sinistra
Ma ha gettato le basi
Come si poi si è potuto vedere di una nuova stagione espansiva
Spazi
Dato che senza alcun dubbio la svolta ha consentito alla sinistra
Di non essere travolta dalla crisi della Prima Repubblica e di proporsi poi come protagonista di una nuova stagione
Vedete il fatto che la crisi italiana se sia trascinata per un decennio
Con il sopravvivere di un ceto politico privo oramai di un Progetto e di una reale capacità
Di guidare paese è una delle ragioni più profonde
Di quel corrompe il mento dello stato
Di quei fenomeni di degenerazione corruttiva ma anche di quella espansione corporativa e clientelare della spesa pubblica
Che l'eredità che oggi abbiamo sulle spalle
Vede che all'inizio degli anni Ottanta questo Paese aveva credo poco più trecento mila miliardi di debito pubblico
Che il dramma italiano di oggi si è consumato per l'effetto della sopravvivenza al potere di un ceto politico
Che non rappresentava più una speranza
Che non aveva più il Progetto
Che sopravviveva all'esaurirsi di una sua funzione positiva
Questo processo non ha coinvolto soltanto la politica
Ma ha finito per legare a questo ceto politico un complesso di interessi particolari egoistici
Vedete una lettura corretta della crisi che abbiamo vissuto in parte viviamo non poche muovere da qui superando quella visione semplicistica del conflitto tra una partitocrazia cattiva una società civile buone che al di là della sua fragilità come chiave di interpretazione della crisi italiana
Ha finito con il rappresentare il terreno culturalmente più fertile per la vittoria della destra
E cioè di quelle forze che meglio potevano rappresentare l'antipolitica nella nostra società
Se il problema era quello di spazzare via il campo dalla politica cattiva
Chi meglio di Forza Italia partito della società civile
Partito non partito
Conoscete un congresso un organismo dirigente
Un luogo trasparente riconoscibile
Pura espressione spontanea
Di un certo spirito di una certa visione di un certo umore persino della borghesia italiana
Chi meglio di Forza Italia poteva rappresentare appunto
La volontà di assestare un colpo mortale alla politica
Di togliere di mezzo quel sistema dei partiti che appunto era stato presentato come la fonte di tutti i ma
In verità
I mastri
Erano più profondamente annidati nella società italiana
In un rapporto non trasparente fra economia e politica
Fra interessi corporativi e settoriali egoistici e stato
Un rapporto molto complesse poi ne parlerò
Alla cui costituzione neppure la sinistra può di fronte alla cui costituzione neppure la sinistra può del tutto proclamarsi innocente
Perché riguarda in una certa misura anche noi
Il modo come si è costruito questo rapporto tra la politica lo stato e gli interessi del nostro Paese
Ma appunto di questo si tratta
E d'altro canto persino la cronaca diciamo ci dimostra chi se c'è una Tangentopoli due
Io rifiuto questa espressione in realtà è sempre quella
Non è dunque
è semplicemente il fatto che è superato lo strato del ceto politico più visibile diciamo si arriva a quel pezzo di società che ha radicalmente in fretta
E che ha continuato anche venuti meno i politici diciamo ha continuato diciamo in una certa logica
In un certo modo di concepire il rapporto tra gli affari
Privati e l'interesse pubblico
Ma certamente dire questo
Non significa negare che c'è stata una crisi del sistema politico
E che soltanto attraverso una profonda rigenerazione la politica poteva tornare ad esercitare una funzione di guida
E non è un caso
Che
L'unica forza politica che abbia tenuto il campo
è quella forza
Senza essere spazzata via dice tra le forze costitutive della Prima Repubblica
è quella forza a chi ha avuto un duplice vanta
Duplice
Innanzitutto il vantaggio
Rappresentato
Voglio dirlo paradossalmente proprio
Da quello che fu il limite di Berlinguer
La diversità comunista
La diversità comunista in piedi al pc
Di essere un'alternativa di governo in questo Paese
E tuttavia prese rubò largamente
Questo partito
Dal rischio di essere coinvolto e distrutto alle radici
Dei processi di compimento della politica che hanno investito l'Italia degli anni ottanta
Acqua in qualche modo ha mantenuto intatto un patrimonio
Magari congelate per in un frigorifero dice ma lo ha mantenuto intatto lo ha preservato
D'altro canto il ceppo è robusto non si spiegherebbe diversamente
Basta andare a vedere diciamo in che modo dopo la svolta i anche la scissione ha preso a rifiorire la sinistra dire che evidentemente c'è povera sanno
E naturalmente
Questo è stato uno dei fattori e l'altro speculare a questo la svolta
E cioè il fatto che l'unica forza che hanno giocato poi un ruolo è stato la forza che si che si era trasformata
è stato quel partito che non ha aspettato i giudici per cambiare se stesso
No non abbiamo trasformato il PC
Dopo
Che aveva cominciato a funzionare la Procura di Milano
Ma prima
Di fronte ai mutamenti della storia
E questo ha consentito
Di rimettere in campo la politica
In un paese nel quale tutto lasciava pensare che la politica potesse essere travolta
Sull'onda
Di umori giustizialisti divisioni plebiscitarie
E badate neppure l'essere parte dell'Europa ci metteva ricco al riparo del tutto da questo rischio
Se oggi i termini della crisi ci appaiono più limpido
Se è possibile leggere la realtà
Che pure
Lo scenario
Resta Complesso ma in termini meno ambigui
E anche per questo ruolo che abbiamo saputo svolge
In particolare
Ricostruendo uno schieramento democratico
Come condizione per una controffensiva politica dopo la sconfitta del novantaquattro ma non solo per questo
La ricostruzione di uno schieramento democratico
è un'esigenza dalla quale noi siamo partiti per dare una risposta al problema del governo politico della transizione italiana
Noi siamo partiti dopo la sulla sconfitta del novantaquattro da una riflessione molto semplici
Noi dicemmo allora perché abbiamo perso
Per la televisione di Berlusconi
La novità anche ad essi sono fattori secondari
Fattore primario la ragione di fondo per cui abbiamo perduto è che
L'indicazione progressisti cioè il fronte delle sinistre è una risposta insufficiente
In termini politici
Per dare un governo alla crisi della società italiana
Bisognava ripartire dall'esigenza di costruire una proposta democratica più ampia
Di un fronte delle sinistre
Questo è stato il punto politico da cui abbiamo preso le mosse
E non soltanto in termini politici ma anche in termini di schieramento sociale in grado di governare di trasformare il Paese
Questo è stato il vero mutamento mutamento di rotta
Non consentitemelo diciamo il recupero della tattica
Poi c'è stata anche la tattica
Quello è il lavoro quotidiano non credo che sia spregevole saperlo compiere con
E con capacità giusto fa parte sarebbe come imputare diciamo ad un artigiano il fatto di sapere intagliare il legno ma prima di cominciare ad intagliare ci vuole un progetto
E noi prima abbiamo messo in campo un progetto
Cioè ci siamo posti il problema di costruire un'alleanza politica e sociale
Che fosse all'altezza della crisi italiana
E quindi della necessità non soltanto di un puro ricambio di classe dirigente
Ma appunto di una ricostruzione del Paese del suo sistema politico dei suoi rapporti
Internazionali direi del suo sistema produttivo dei suoi assetti proprietari ogni
Allora questa operazione
Prima in grado di entrare nelle contraddizioni nella testa
Di fare emergere la contraddizione fra
Una destra
Liberista
Per lo meno che ambisce ad essere una destra liberista di massa
E una destra statalista
Le contraddizioni sarà
Una forza come Alleanza nazionale che ha puntato a raccogliere il vecchio blocco assistito democristiano del Mezzogiorno è una forza come la lega
Portatrice dell'egoismo sociale dei ceti più dinamici del Nord
Tutti questi si erano messi insieme per un disegno di potere ma anche nel nome di un ritrovato spirito anticomunista
E citato dal fatto di avere di fronte un'alleanza di sinistra
Noi abbiamo lavorato per aprire una contraddizione dentro a questo fronte
E per mettere in campo una proposta politica nazionale
Facendo emergere la vera debolezza della destra cioè il suo essere espressione di una sommatoria confusa
Di spinte particolaristiche non in grado di esprimere una proposta per il Governo del nostro Paese
Noi abbiamo vinto la sfida precisamente su questo piano
Abbiamo vinto la sfida sul piano della politica
Guardi
Se noi pensiamo di avere già vinto la sfida anche sul piano della società
Guai se noi non vediamo con chiarezza questo uno dei temi di fondo del nostro congresso
Che la vittoria politica del ventuno aprile e avvenuto in un paese nel quale non soltanto non si è arrestata
La spinta disgregato degli egoismi sociali degli egoismi localistici
Ma è persino manda davanti
Oltre il marzo del novantaquattro
D'altro canto basta guardare risulta
Ce lo spiegano ce lo fanno vedere invece la somma dei consensi raccolto dalle diverse destre diciamo così è andata avanti
I processi di disgregazione sono andati avanti il che rende per certi aspetti ancora più ammirevole la capacità di una politica meglio organizzata strutturata in modo più razionale
Più colta e direi anche tecnicamente attrezzata che è stata in grado di offrire
Una ipotesi di governo al Paese
Ma dall'altra parte
Noi non possiamo non vedere quale imbastita hanno le pulsioni antistatalisti anti istituzionali gli egoismi che percorrono la società italiana
Potremmo dire che la vittoria dell'Ulivo è avvenuta in una società civile che ha continuato ad andare in una direzione diversa
E se il centrosinistra perde di vista questo dato
E cioè il fatto che il Governo è una grande opportunità
è cioè la possibilità di guidare un processo di trasformazione anche attraverso le leve del Governo
Il governo è un'opportunità appunto non è una condizione nella quale noi possiamo pensare semplicemente di stare
è uno strumento da utilizza
Altrimenti la transizione verrà sospinta di nuovo a destra
Io non mi nascondo affatto
Che la difficoltà
La difficoltà a spingere in avanti sul terreno dell'innovazione della trasformazione del Paese
L'azione nostra e di tutto lo schieramento di centro sinistra
La difficoltà non è rappresentata soltanto dal fatto che un processo di rinnovamento mette in discussione tanti interessi corporativi e dal fatto che a destra noi non abbiamo un interlocutore per rinnovare l'Italia anche se dobbiamo continuare a cercare
La difficoltà e anche all'interno
Di una coalizione democratica
Che si è formata tenendo insieme due sentimenti due necessità distinti
Certamente sovrapponibili ma non sempre coincidenti
Il bisogno di una unità contro le destre
Della necessità di un'alleanza per la riforma della società italiana
Non sono esattamente la stessa forse
Queste due spinte che hanno portato alla formazione della coalizione di centrosinistra
C'è un evidente ambivalenza
All'interno di questa coalizione
Tra
Le ragioni che hanno spinto ad unirsi di fronte ad una destra plebiscitaria carica di umori antidemocratici
E le ragioni
Che pongono L'Ulivo a candidarsi per guidare un processo di grande trasformazione della Società Italia
A questa contraddizione
Se nessun ma un'altra
Anche qui che elemento di forza di debolezza insieme l'Ulivo è senza alcun dubbio
L'alleanza all'interno della quale si trovano le forze che sono eredi delle grandi culture politiche
Costitutive
Di quella lunga stagione democratica che l'Italia alle sue spalle
Questo è un dato di forza
Perché soltanto le culture politiche creano classe dirigente
Se non nasce sotto i tavoli
Ma è anche indubbiamente un peso
Perché all'interno di queste culture politiche il retaggio conservatore magari nobilmente conservatore è forte
Il legame con la tradizione e forte
Il legame con una cultura
Quella della democrazia dei partiti del parlamentarismo intendiamoci nobilissima che queste è stata la cultura costitutiva di una democrazia di massa in Italia
Ma lo possiamo dimenticare e che tuttavia a mio giudizio in parte deve essere superata questo legame è forte
Ora vedete
Questi sono i termini oggettivi
Che è bene avere presenti non per ragioni polemiche
Ma perché in questo quadro io credo che si può comprendere meglio
Lo scopo che ci proponiamo
Il problema non è quello
Lo dico perché di questo siamo sospettati e lo dico anche per chiarire meglio in questa occasione le ragioni che mi hanno spinto ad accogliere quegli emendamenti congressuali che hanno sottolineato con molta forza il ruolo dell'Ulivo
Io sono profondamente convinto che di fronte a queste realizzazioni che ho illustrato
L'interesse nostro della sinistra del PDS non è quello di liquidare l'Ulivo
Come una parente si è come un espediente elettorale
Magari per ritornare a quel ruolo che i partiti hanno esercitato per una lunga fase
Questo sarebbe un errore
La vera questione perché noi vogliamo guidare un processo di modernizzazione dell'Italia
L'Ulivo ha in sé la potenzialità per essere il motore di questo processo riformatore
Ma
Perché ciò avvenga bisogna condurre una battaglia culturale e politica
Dentro il quadro dell'alleanza
Non spezzando nei contorni
Noi non ci illudiamo che il PDS scavalcando da solo nel quadro dell'alleanza possa giocare questo ruolo
E con il nostro congresso
Non vogliamo separare il PDS dall'UDC ma vogliamo al contrario collocare nel quadro dell'alleanza del centrosinistra l'azione di una grande forza di sinistra che si rimette in movimento
Che riapre un processo di riorganizzazione dei soggetti politici
E che spinge perché l'insieme della coalizione si mette all'altezza di questa grande opportunità trasformare l'Italia modernizzare l'Italia che il ventuno aprile c.a. consegna
Il vero conflitto lasciato nello dire
Non è
Come qualcuno ha cercato di rappresentarlo la vera divisione oggi la vera discriminante
Non è tra i sostenitori del PDS quelli dell'Ulivo
E cioè fra chi vorrebbe contrapporre l'orgoglio di partito la volontà di comando del più largo partito del più forte partito della maggioranza alla logica innovativa di un'alleanza che vuole trascendere i partiti
Punto non è qui
La vera discriminante è tra l'innovazione
Come chiave di rinunciabile per svolgere un ruolo di guida
E chi privilegia più o meno consapevolmente invece una visione conservatrici o persino restauratrice
C'è chi ha pensato dopo il ventuno aprile
Finalmente è finita la confusione
Tornano i partiti tornano le forze democratiche
Tornano le forze e sicure
Se si pensasse così nel centrosinistra
Io credo che l'esito sarebbe una sconfitte
Che ricordi segnerebbe alla destra
A questa destra magari con un volto diverso la funzione di guidare la trasformazione e l'innovazione nel nostro Paese
Questo mi sembra il punto
Non quello dei partiti contro l'Ulivo anzi per molti aspetti
Noi siamo convinti che bisogna contrastare con il rischio dei
Il ritorno
Ad una logica dei governi di coalizione non dissimile da quella della Prima Repubblica
Quando
Governi deboli si reggevano su partiti forti
Quando
Alla continua caducità dei governi faceva da contrappeso l'immobilità della classe dirigente
Abbiamo avuto in Italia cinquanta Governi quarantacinque anni ma l'onorevole Andreotti ha fatto parte di tutti o quasi
Per cui c'era questa immagine di instabilità dietro la quale c'era la continuità di una classe dirigente di strutture partitiche forte
Per riproporre questa logica oggi
In un'epoca di partiti deboli
E non soltanto in Italia ma perché caduta la struttura ideologica dei grandi partiti forti del dopoguerra
Sarebbe disastroso per il nostro Paese
E non c'è dubbio che noi dobbiamo dare all'Italia la prospettiva di governi forti
Più direttamente fondati sul consenso dei cittadini e non soltanto sulla mediazione dei partiti
E dobbiamo anche dare dei partiti un ruolo diverso non meno importante
Perché è chiaro che i partiti hanno una funzione essenziale nel definire il programma nel costruire la coalizione nella scelta del ceto politico che governerà
Ma questa funzione i partiti non possono pensare di svolgerla giorno per giorno nella contrattazione quotidiana con chi governa
Perché in questo modo si svilisce il ruolo dei partiti e si logora la funzione di chi governa
Per questo
Noi sentiamo tutto al contrario di quello che ci viene imputato l'esigenza che l'Ulivo torni a vivere come qualcosa di più ricco e di più complesso e non un'alleanza fra partiti
Come un soggetto politico
In grado di ragionare collettivamente sulla sua strategia sulla funzione che intende svolgere in grado di impostare come abbiamo detto l'altro giorno nel nostro coordinamento politico in grado di impostare sia il suo rapporto con Rifondazione Comunista
Sia il suo rapporto con la destra senza scavalcamenti
Ma nel quadro di una volontà unitario
La sfida che proponiamo quindi
Quella di un rilancio della coalizione di centrosinistra
Nel quadro tuttavia di un suo più netto impegno innovatore è tutt'altra è tutt'altro che semplice
D'altra parte vedete per toccare un altro punto della vicenda politica di queste settimane
Sarebbe un errore ritenere che la contrapposizione frontale con la destra
Faciliti uno sforzo innovatore del centrosinistra
Al contrario io ritengo più questo scontro diventa sproni rende inagibili le istituzioni
Più si attenua la capacità innovatrice del centrosinistra
Nel muro contro muro sono destinate a prevalere l'enfatizzazione del potere di condizionamento delle singole componenti dell'Ulivo
Con il rischio di appannare la capacità di autonoma iniziativa delle quote del Governo
E nel suo complesso la capacità di innovazione della coalizione
Su questo terreno non vi possono essere ambiguità
La strategia più innovatrice
è quella che si propone di condurre a termine
Fino alle riforme
La grande operazione che noi abbiamo avviato
Quella di costituzionalizzazione della destra italiana
Una grande operazione politica
Di respiro strategico non una mossa tattica
Non fu una mossa tattica quando invitano Berlusconi a parlare al nostro congresso
Fu una scelta carica di significato e direi carica di strategia
Noi dicemmo con quell'atto alla società italiana qui c'è una grande forza democratica che combatte contro Berlusconi e la destra
Ma che si pone il problema di come ricostruire un quadro di regole e di valori condivisi senza i quali nel nostro Paese non ci sarà più una vita politica democratica normale
Qui c'è una grande forza politica che non si limita a definire il proprio ruolo
Ma che vuole aiutare anche gli altri a devolvere in modo utile per la nostra società
Io capisco che
Questa scena
Che forse consentitemi
La più ossigeno e quella che abbiamo dovuto perseguire con maggiore coerenza e che ha creato più problemi
Anche di carattere psicologico
Cioè l'idea che noi abbiamo dialogato con la destra
L'idea che noi abbiamo persino accettato un confronto che poteva portare ad un governo sostenuto
Poi questa possibilità tramonto ci sono state le elezioni eppure non scatta
La possibilità di un governo sostenuto da una larga coalizione per consentire di fare le riforme costituzionali
Noi sappiamo che scelte di questo tipo
Hanno creato una sofferenza profonda
Nel nostro mondo
Hanno suscitato l'avversione è più radicale
Di una certa sinistra che considera tradimento anche soltanto discutere con gli avversari
E che pensa che il terreno dello scontro sia quello della demonizzazione reciproca
Eppure io sono convinto che proprio questa nostra capacità di diamo con l'avversario
è stato una delle chiavi del successo del ventuno di aprile
C'è uno studio molto interessante fatto dai segugi che dice grosso modo questo secondo il loro le loro valutazioni ma si tratta di analisti molto intelligente
Che nel momento in cui noi abbiamo discusso con Berlusconi della possibilità di dare vita ad un governo per le riforme
Noi abbiamo ceduto
Voti a Rifondazione sta in quel momento lì una ci sono stati degli elettori di sinistra che avrebbero votato per il PDS e che invece dopo hanno votato per Rifondazione
Ma nello stesso tempo abbiamo creato le condizioni perché l'Ulivo vincesse le elezioni
Vedete in questa apparente contraddizione
Si nasconde tutto il problema diciamo del passaggio dalla mentalità della proporzionale mentalità dalla proporzionale quella di fregare un po'di voti a chi ti sta più dieci diciamo
è una nobile mentalità diciamo che ha è stata quella che ha dominato la vita politica italiana per cinquant'anni
Alla logica del sistema maggioritario
Che consiste nel conquistare quei voti che sono determinanti per governare l'Italia
Non per dare una come tante in una gomitata al vicino diciamo governare l'Italia sono due modi diversi di pensare la politica
E una grande forza che vuole governare l'Italia deve porsi il problema della convivenza
Con quell'altra parte del paese quasi sedici milioni di italiani
Chi ha votato per il Polo
Che vorrebbe Berlusconi a capo del governo cosa che molti fra noi ritengono mostruosa
Però viviamo in un Paese nel quale sedici milioni di nostri connazionali invece lo ritengono auspicabile
Io non dico che noi dobbiamo dare ragione a loro
Ma proprio per dare loro torto
E per vincere bisogna che noi cerchiamo di capire anche il loro punto di vista e lo consideriamo accettabile in un Paese democratico
Perché questo aiuta a loro a considerare accettabile che noi che veniamo dal partito comunista governiamo ritardi
Questo problema
Ripeto
Non è
Una piccola questione di furbizia politica
è una grande questione che riguarda la ricostruzione della democrazia nel nostro Paese
Per questo noi oggi insistiamo che le riforme si scrivono e si approvano insieme
E tenere ferma
La barra del timone
In questa politica non solo non è una minaccia alla stabilità del governo
Contrario
è del tutto evidente che se nasce una commissione bicamerale come io spero ma non è sicuro
Questo sarà un elemento che dà stabilità
Alla legislatura e al governo
Mentre se invece tutto precipita in un confuso conflitto che paralizza le istituzioni
E che ostruisce il cammino delle riforme questo renderà tutto più difficile più incerto
Noi vogliamo dare certezza paese
Vogliamo indicare perseguire una prospettiva solida
Sicura
Perché il Paese ne ha bisogno perché il Paese lo vuole paese vuole stabilità
Vuole serenità
Ed anche perché
Questa è la condizione per realizzare quella grande trasformazione
Di cui il Paese ha bisogno
Vedete che cosa si intende quando si parla della necessità di una grande modernizzazione dell'Italia
L'elenco delle priorità sarebbe lungo ma io voglio affrontare alcune questioni che ritengo fondamentale
La prima questione
E quella di una riorganizzazione delle basi produttive del nostro Paese
E cioè della capacità dell'Italia
Di crescere dal punto di vista economico
Di innovare la sua economia e di compete
In Europa e nel mondo
E cioè di svolgerle pienamente il suo ruolo di grande paese moderno
Avanzato civile
Quinto produttore di ricchezza del mondo
Per liberare il Paese dai condizionamenti che hanno sin qui vincolato delimitato il suo sviluppo
E per
Che hanno rallentato la crescita al consolidamento di una struttura moderna dell'economia italiana
E per garantire che il nostro Paese entri in Europa
E della internazionalizzazione dell'economia in modo non subalterno
Occorrono profonde trasformazioni
Innanzitutto trasformazioni
Nell'assetto proprietario
Cosa strana può sembrare un po'retrò il nostro è un Paese nel quale esiste un capitalismo ristretto e asfittico
Un sistema di imprese indebitate si parla molto spesso del debito pubblico per dare l'idea che invitare lo Stato spendaccione affatto i debiti le imprese hanno più debiti dello Stato
Come quantità no ma in proporzione al fatturato sette
Ottocento mila miliardi di debiti
Un sistema di impresa indebitato
Una proprietà ristretta
Che ha potuto sfuggire
A quel grande processo di riforma del capitalismo che ha investito i Paesi più avanzati dove non esiste più il capitalismo di famiglia ma esistono le società si chiamano le public companies
Grazie all'apporto della banca pubblica cioè cosa è successo in questo dopoguerra
Che le banche
Di proprietà dello Stato e governate dai partiti hanno rastrellato i risparmi dei cittadini
E attraverso i soldi presi dalle banche pubbliche
Una ristretta oligarchia della borghesia italiana ha mantenuto il controllo delle proprie imprese
Pur non avendo i soldi per continuare a controllare ha detto a più riprese
Questo ha determinato una profonda distorsione un Paese nel quale il mercato di rischio dei capitali molto ristretto
Mentre invece amplissimo e il mercato del finanziamento del debito pubblico cioè garantito dallo Stato
Ora noi perché abbiamo parlato non ora
Della necessità di una rivoluzione liberale in questo Paese
Perché riteniamo che questo è un tema della sinistra
In Italia
Perché siamo convinti proprio che abbiamo bisogno di un capitalismo più ampio
Di un mercato finanziario più spesso e più trasparente
Della possibilità per i fondi pensione per i piccoli risparmiatori associati di controllare le grandi imprese come avviene in Inghilterra in America
Della necessità quindi di una profonda trasformazione
Nel senso di un'apertura al mercato e non c'è mercato senza regole senza trasparenza senza democrazia economica
Della struttura proprietaria del nostro capitalismo
E siamo persuasi che le privatizzazioni
Debbono essere un'occasione per questo e non soltanto come dire un vendersi i gioielli di famiglia perché abbiamo i debiti
E da questo punto di vista sarebbe una grande occasione perduta
Ma le privatizzazioni debbono servire a innovare la nostra economia
E debbono essere condotte da una guida politica
Che non si preoccupa soltanto di tirar su molti soldi rendendola stette per esempio
Ma ci si deve preoccupare come è giusto che si faccia anche del fatto che una volta venduta alla stette ci sia in Italia resti in Italia
Una grande impresa delle telecomunicazioni in grado di competere su scala mondiale perché se poi non ci resta nulla diciamo
Credo che non abbiamo fatto un buon affare
Allora la prima grande questione questi
Come riorganizzare le basi produttive del capitalismo italiano
Di modo in modo da superare
Il carattere ristretto asfittico
In modo da vere grandi impresa in grado di competere sul mercato mondiale ma anche di portare il sistema delle piccole imprese
A competere sul mercato mondiale perché il sistema delle piccole imprese se viene organizzato avrete
Se viene sostenuto
Da parte di chi deve trasmettere servizi innovazione e ricerca scientifica
Può diventare fortemente competitivo sul mercato internazionale nel quale la globalizzazione non è in contrasto con la enfatizzazione dei contesti locali anzi per molti aspetti
Noi scopriamo
Che sono proprio i sistemi delle piccole imprese italiane dell'Emilio del Veneto quelli che si mostrano più in grado di reggere la sfida dalla competizione internazionale
La seconda questione di una strategia di rinnovamento del Paese
è quella di una riforma dello Stato sociale
Vedete
Questa è una questione che ha passione la sinistra
Non solo in Italia basta pensare elaborazione del partito di Tony Blair
E su questo tema è aperta una sfida in termini di elaborazione di creatività e di progettualità
Io credo che una sinistra degna di questo nome non posta non vedere le distorsioni drammatiche che si sono determinati nel nostro Paese
Che fanno sì che il sistema di redistribuzione delle risorse garantito dallo Stato sociale sia in gran parte profondamente inizi
C'è un dato ne abbiamo discusso anche qualche giorno fa alle Frattocchie questo importante seminario c'è un dato
Elaborato da studiosi di sinistra
Nicola Rossi Massimo Paci
Che è un dato impressionante sul welfare Italia
In sostanza col nel corso degli anni ottanta
Noi abbiamo avuto la massima espansione della spesa sociale in Italia
Ebbene nel corso degli anni ottanta
Le distanze sociali sono enormemente cresciuti
La distanza tra il più ricco e più pop sono enormemente cresciuti
Negli anni novanta noi abbiamo avuto i più pesanti tagli della spesa pubblica che il Paese abbia mai conosciuto dal governo Amato al governo Ciampi fino ad oggi
Ebbene questi tagli della spesa pubblica non hanno inciso pressoché
In nulla su quello che i sociologi chiamano il fatto diciamo il coefficiente di diseguaglianza
Che cosa vuol dire
Vuol dire che la spesa pubblica nel nostro Paese non arriva ai cittadini più poveri
E che è sostanzialmente indifferente per i cittadini più poveri che ci sia che cresca o che decrescono spesa pubblica
Questo è un dato impressionante
Che la dice lunga diciamo sulle distorsioni corporative che si annidano del nostro stato sociale
D'altro canto
Poco da fare diciamo
Noemi abbiamo una una chiara percezione
Perché queste diseguaglianze in Italia si intrecciano con le diseguaglianze geografica
Non è vero
Che le pensioni baby
Suppliscono alla mancanza di un assegno di disoccupazione per i giovani per esempio
Perché la grande massa delle pensioni di anzianità o delle pensioni baby sono in quella parte dell'Italia dove non ci sono neanche giovani disoccupati
Mentre i giovani disoccupati sono in quella parte dell'Italia dove non ci sono le pensioni di anzianità
Questa è la verità
Sulla struttura sociale e demografica del nostro Paese
E
Noi abbiamo una spesa sociale bassa
Questo lo dico perché la nostra posizione non ha nulla a che vedere con la posizione della destra che dice bisogna tagliare la spesa sociale perché in Italia non c'è più nulla taglia
Siamo chiari
Noi abbiamo il ventiquattro virgola otto per cento del PIL di spesa sociale contro una media europea che è di quasi quattro punti in più problema non è questo
Il problema è che dentro una spesa sociale così bassa noi abbiamo quattro punti di spesa previdenziale in più della media europea
Mentre abbiamo un drammatico deficit dal punto di vista della spesa per il diritto allo studio
Per la scuola per l'università per l'innovazione
Per l'assistenza delle famiglie più povere per i più giovani cioè nostre uno stato sociale che non investe sul futuro
Che non investe sulle nuove generazioni ed è questa la distorsione del profondo
E se noi non partiamo di qua non capiremo mai perché una maggioranza dei giovani italiani ha votato per la destra
Se non rendendoci conto della frattura per intervenuta fra le generazioni
E del fatto che molti giovani avvertono il sindacato il movimento operaio come qualcosa che non solo non li difende ma che per molti aspetti difende conquiste che alle quali loro sono estranei
O che persino si contrappongono alle loro esigenze
Porre questa questione
Con la necessaria drammaticità
Non significa mettersi dalla parte di quelli che vogliono smantellare lo Stato sociale anzi
Io credo che se noi pensiamo di difendere questo stato sociale con le sue distorsioni noi rischiamo una grande sconfitta
Se invece noi ci poniamo il problema di rinnovarlo
Di spostare risorse verso il futuro verso i giovani
Discutendo con i lavoratori
Discutendo con i lavoratori convincendo
Dialogando con il movimento sindacale
Come è possibile ed è ragionevole fare con un sindacato come quello italiano che giustamente pretende di rappresentare interessi generali non interessi corporativi non è questa la prova
Della rappresentanza di interessi generali
Questa riforma del welfare è necessaria non soltanto per un'esigenza pure non piccola che è quella di creare un blocco di consensi maggioritario intorno ad un nuovo compromesso sociale
Ma anche perché una diversa organizzazione dell'ASS pesa sociale
Non la sua riduzione
Ma una diversa distribuzione della spesa sociale può essere un volano per lo sviluppo del Paese
Un uno stato
Che ripeto non ha una lira da investire sul suo futuro ma ogni anno
Trasferisce al non lavoro
Cinquecento mila miliardi
Agli interessi sui Botto alle pensioni non metto sullo stesso piano le pensioni tre sui blocchi
Chiaro sono due cose molto diverse
Tuttavia il non lavoro
Uno Stato che trasferisce al non lavoro una massa di risorse Cusini impone
Mentre non è in grado di investire neppure la decima parte di questa massa di risorse sull'innovazione sulla ricerca
è un paese è uno Stato a mio giudizio
Che è destinato a non dare una prospettiva le nuove generazioni
Guai se noi non ci poniamo questo problema
Allora davvero noi daremmo via libera ad una destra populista
Che in realtà incarna soltanto l'altra faccia di quel modello di quel file clientelare corporativo che abbiamo conosciuto
Avviare questa riforma significa anche fare i conti con una parte del nostro insediamento tradizionale
Discutere e convince
Ma è l'unico modo di dare una prospettiva alla sinistra e non solo in Italia
E questo è il tema con il quale la sinistra si misura in tutta Europa
Altrimenti perde il
Per la semplice ragione che il blocco se si forma un'alleanza tra giovani donne ceti medi produttivi
Così come è avvenuto nell'Inghilterra della signora Thatcher la sinistra perdere
Potrà lottare
Potrà difendere le sue conquiste potrà lottare come lottarono i minatori inglesi anche eroicamente ma perde per la buona ragione che non Paese democratico se sia contro la maggioranza dei cittadini Stipe
E se si vuole rompere il rischio di un asfissia del vecchio blocco sociale della sinistra bisogna affrontare il nodo di una riforma dello Stato sociale
Dunque modernizzare il Paese implica queste due grandi sfide
E nello stesso tempo
Non torno qui
Sul terzo tema
E più
Discusso
Occorre rinnovare le istituzioni
Ma il rinnovamento delle istituzioni vedete
Non è una fissazione politicista come pensa qualcuno
Ma è esattamente l'altro pilastro di un rinnovamento che guarda le basi sociali e produttive del Paese
Il rinnovamento delle istituzioni e cioè l'idea di una democrazia più efficiente
Capace di produrre decisioni
Di un governo più direttamente legittimato dai cittadini
Non nasce da una spinta neo autoritaria
Ma precisamente dalle stesse esigenze di trasformazione moderna da cui nascono quei mutamenti di cui ho parlato
E cioè
Il funzionamento dello Stato a che fare con i problemi dell'occupazione del lavoro della giustizia sociale
Non è una fissazione dei politici parlare delle riforme costituzionali
è un'esigenza reale di questo Paese
E il pericolo autoritario
Non deriva da un qualche incombente rischio presidenzialista so un prete il capo del governo indicato dai cittadini non è una terribile minaccia per la libertà
Il vero pericolo a mio giudizio può nascere da un collasso delle istituzioni
Basta pensare a quello che ha sta accadendo in questi giorni
Non soltanto vedete perfetto di una destra che ha scarsa cultura democratica cerco anche queste che l'idea di dire non sono d'accordo con la Finanziaria me ne vado dal parlamento diciamo è un'idea scarsamente europea
Ma oltre a questo però ci troviamo in una situazione oggettiva nella quale in Parlamento è di fatto impossibilità impossibilitato a legiferare
Il governo ha da tempo
Messo sulle sue spalle il compito di fare le leggi attraverso i decreti la Corte costituzionale ha giustamente detto al governo non puoi fare le leggi con i decreti il risultato e il rischio di una drammatica asfissia del sistema democratico
Perché un sistema democratico che non è in grado di decidere un Paese nel quale persino per ripartire i fondi per le alluvioni ci vuole una legge
E c'è un Parlamento che non è più in grado di farle
Un Paese nel quale il governo deve fare un decreto legge ma poi se non gli viene convertito entro trenta giorni cosa facilissimo perché regolamenti parlamentari consentono di non convertirlo basta basta che non voglia la lega anche il popolo
E dopo non lo può reiterare
E non può sanarle gli affetti è un Paese ai limiti della ingovernabilità e del collasso istituzionale
E chi non capisce che bisogna fare le riforme altro che temere le riforme perché lì si annida riebbe il germe autoritario
Bisogna fare le riforme per evitare che il collasso istituzionale dia alimento ad una spinta plebiscitaria chi non capisce questo secondo me
Non capisce nulla
Sui problemi del nostro Paese
Ecco perché vedete
Noi abbiamo posto
L'esigenza che la politica torni ad essere protagonista di questa opera di ricostruzione
Delle istituzioni dell'economia
Di regole sociali condivise
Di un patto tra le forze sociali del Paese
Una politica capace anche di ricostruire un tessuto connettivo
Di dare una trasparenza
Ai luoghi pubblici del conflitto
In un Paese democratico il conflitto
è trasparente
Deve essere leggibile deve essere comprensibile e giudicabile dai cittadini
Quando al posto di un conflitto trasparente
Entrano in campo altri potenti come è accaduto in Italia
Dove la crisi di una politica che si è rivelata marcia ha determinato un vuoto di guida politica
E sono entrati in campo altri poteri
Vediamoci poteri che ci sono sempre stati
E che è giusto che ci sia ma che la politica controbilanciato
Mondo della finanza
Inizia
La magistratura i corpi dello Stato
La mancanza della politica
In quanto strumento in grado ripeto di costruire in luoghi pubblici cioè la leggibilità dei conflitti la mancanza della politica
Ha fatto sì che
Tra questi Poteri si sia determinata una dialettica spesso non trasparenti
Questo è un problema di Roberto nonché non ce l'abbiamo coi magistrati no il problema vero è che
No contornati rispondo siccome ho visto una tregua
Appassionato obiezione
Il problema vero il problema vero è che
Non è la politica contro la magistratura oggi il rischio è che la magistratura sia un po'distruggano un conflitto non trasparenti
Auto distrugga la sua credibilità
E la sua capacità di continuare a svolgere quel ruolo di controllo di legalità che ha riconquistato in questi anni e nel passato aveva svolto in modo limitato
Ma perché questo avvenga
Bisogna ricostruirlo
Come dire difendere un quadro di regole
Che prevedono
Riserva
Rispetto delle garanzie
Rispetto e su tutti i cittadini
Il rispetto dei diritti e delle garanzie che tutela il cittadino Di Pietro
Per il quale io sono sceso in campo
Così come il rispetto delle garanzie e tutte erano tutti i cittadini
In questo vedete
Non c'è affatto da parte nostra il confonderci
Con un garantismo peloso di una classe dirigente che in realtà pretende di avere l'impunità
Ma c'è l'esigenza essenziale in un grande Paese democratico
Che lo spazio della democrazia e della politica
Non sia in basso anche nell'immaginario collettivo
Da una dimensioni occulta dello scopo
Ma può vivere quanto può reggere il sistema nervoso di una grande democrazia
Quando al posto del confronto tra i partiti tra le forze politiche delle idee dei programmi
L'immaginario collettivo è ogni giorno in base da rivelazioni sconcertanti da sospetti terribili dal domandarsi se questo pezzo di un corpo dello stato del rapporto con questa Procura sia in conflitto con un'altra procura dal chiedersi che cosa avrà fatto il nipote di Pacini Battaglia o il cugino dell'avvocato Lucibello che cosa c'è dietro
E dà la sensazione opprimente
Che tutti questi frammenti di notizie siano rivelatori di uno scontro tra Poteri
Da cui dipende il nostro avvenire del quale noi non capiamo quasi nulla e che grava sopra le nostre teste
Chiaro
Che tutto questo è lo specchio deformante
è una profonda crisi del sistema democratico
E che un Paese democratico deve reagire
Restituendo alla giustizia alla sua dimensione
Che è quella della riservatezza Linda i processi sono pubblici process devono essere pubblici
Cioè di una dimensione tutelata
E dando alla politica il suo spazio
Porre questo problema con sincera partecipazione con profonda preoccupazione democratica
Come noi abbiamo fatto
Significa anche recuperare pienamente un'autonomia una visione garantista
La sinistra è per sua natura
Per la sua storia
Una grande forza garantista
Garantista significa anche rispettare il lavoro della magistratura l'autonomia dalla magistratura
In strada con la forza che recupera una sua funzione
Che è anche quella di combattere la corruzione attraverso la riorganizzazione dello Stato della pubblica amministrazione attraverso la legge di trasparenza non soltanto attraverso l'azione giudiziaria poi dopo a valle
A valle viene il compito della giustizia a monte c'è un compito della politica da riconquistare pienamente stiamo cominciando a fare abbiamo fine quel e in questa legislatura che abbiamo fatto una commissione per fare le leggi per la trasparenza contro la corruzione
E vedete anche questo è un aspetto importante utile per fare dell'Italia un Paese in grado di entrare in Europa di essere considerato un Paese affidabile di essere considerato un paese
Forte sicuro non instabile non in preda ad una convulsione di cui non si capisce quando e come finirà
L'Europa le sue istituzioni la moneta unica non sono una terra promessa
Sono la direzione nella quale dobbiamo marciare
Pena il rischio di un'emarginazione del nostro Paese non ci sono terze vie o l'Europa o l'emarginazione dell'Italia
Queste Europa verso la quale ci siamo messi in movimento è un campo aperto dico di questioni di conflitti di contraddizioni
Rendono l'intero processo di integrazione un processo aperto ad esiti diversi
Il conflitto anche in Europa è un grande conflitto fra destra e sinistra
è il conflitto tra una visione ristretta dell'unità europea intesa fondamentalmente come il libero mercato in moneta unica
E una visione più ampia
Che non esclude affatto il libero mercato alla moneta unica perché queste sono condizioni sine qua non
Ma che considera la moneta unica come un aspetto di una politica comune per l'occupazione per l'innovazione per l'armonizzazione delle politiche fiscali per l'espansione dei diritti sociali
Questo è il conflitto aperto in Europa
E io credo che noi dobbiamo renderlo più visibile
Più visibile
Io penso che noi non riusciamo ancora arrendere visibile un conflitto
Che non riguarda soltanto i rapporti fra gli Stati diversi interessi nazionali che si confrontano
Ma che riguarda le grandi correnti ideali e politiche del nostro continente
C'è una sinistra europea che governa molti paesi in altri Paesi all'opposizione e che fatica ad affermare un proprio punto di vista sul processo di unità europea
Che rischia persino
Di dare l'impressione che la bandiera dell'unità dell'Europa ce l'abbia il carcere
Ed ecco mentre invece il cancelliere Kohl è la persona che al vertice di Firenze ha posto il veto
Agli investimenti euro europei per l'occupazione
Bando così un colpo alla credibilità de L'Unità europea
Questo mi pare
Il grande problema come cioè la sinistra riesce non ad opporsi alla mondializzazione dell'economia
Non a coltivare l'illusione che sia possibile difendere lo stato sociale il keynesismo in un Paese solo
Ma a condizionare la mondializzazione dell'economia facendo pesare il suo punto di vista
Portando le sue battaglie sui piani su una scala più ampia che non quella dei conflitti nazionali
La mondializzazione non è un mostro come pensa una certa sinistra ideologica
Per molti aspetti essa è un grande progresso
La mondializzazione quel processo per cui fra alcuni anni fra il GRA di dell'economia mondiale entreranno il Brasile la Cina e Sudafrica
La mondializzazione quel processo per cui sia pure attraverso sacrifici
Forme di sfruttamento bestiale certe vero dal Terzo Mondo
Tuttavia interi popoli entrano sul mercato internazionale diventano produttori diritto e io non vorrei che l'Occidente come altre volte è accaduto con un certo grado di ipocrisia sia Corvia che gli operai in Cina guadagnano solo trenta mila lire al mese soltanto perché i loro prodotti adesso vengono qui a farci la concorrenza
Anche prima guadagnavano poco anch'
Io sarò un vecchio marxista ma continuo a pensare che se lo sviluppo mondiale coinvolge i grandi paesi dell'Africa dell'Asia e dell'America latina
Primo poi anche in questi Paesi sorgeranno sindacati
Partiti
Si chiederanno diritti sociali e il compito della sinistra non è quello di fermare questo processo
Ad incoraggiarlo ed invita
A meno che noi non pensiamo che la sinistra debba soltanto difendere quei privilegi che ha conquistato in una piccola parte del mondo
E quando parliamo dello stato sociale parliamo di una conquista che riguarda una frazione minima
Dell'umanità
E non invece miliardi e miliardi di esseri umani che vivono ai margini di questo modello di sviluppo
Ecco perché io credo che la sinistra deve essere la forza che sostiene la globalizzazione
Sarebbe paradossale se noi chiarisce siamo nati predicando un mondo senza confini senza frontiere
Ci spaventa massimo perché oggi quel mondo senza confini lo sta creando il capitalismo
E non ci ponessimo invece il problema di essere protagonisti di questa trasformazione
Di condizionarla con le nostre idee
Di guidarla con la nostra azione politica
Ecco perché l'Italia deve andare in Europa non perché l'hanno deciso un gruppo di burocrazia Max
Ma perché soltanto essendo partecipi di gran riduzioni sovranazionali
Noi possiamo restituire alla politica e alla democrazia la possibilità di condizionare l'economia
Se l'economia è un fatto mondiale tra democrazia resta un fatto nazionale
Economia sarà priva
Di un controllo democratico d'altro canto mi è capitato di dire lo ripeto
Noi discutiamo
Persino con angoscia del fatto se debba essere scritto o meno sulla Scheda il nome del candidato presidente del Consiglio come se da questo dipendesse la nostra libertà
Mentre invece non discutiamo neanche del fatto che in una sala
Computer di una grande finanziaria americana uno schiacciando un bottone
Sposta mille miliardi di botto dal nostro Paese verso un altro Paese fa salire il tasso di interesse produce dieci mila disoccupati fa chiudere una fabbrica senza che nessuno lo controlla senza che nessuno debba scrivere il suo nome sulla schema
C'è qui tutto il dramma dell'arretratezza della cultura istituzionale della sinistra
Perché se noi non capiamo che il vero problema è avere Poteri efficiente in grado di decidere in tempo reale di misurarsi comunque in nuovi tempi dell'economia mondiale
Noi ci illudiamo di continuare a concepire la democrazia soltanto come garanzie come controlli
Noi pensiamo abbiamo pensato per tanti anni le istituzioni avendo in mente una sola una sua chiave di lettura come controllare e inceppare l'esercizio del potere
Mentre il vero problema di una grande forza che vuole governare pensare come l'esercizio del potere democratico Possa a ben
Lire presto ed in modo efficaci altrimenti nel mondo di oggi deciderà qualcun altro per noi senza chiedere il permesso
E senza che si possa neppure presentare un'interrogazione parlamentare per sapere che cosa sta facendo
Io credo che il nostro congresso debba anche aprire questo orizzonte di fronte alla sinistra italiana
Anche perché noi abbiamo trasformato
Il nostro partito
Anche per ricollocare la sinistra italiana in un quadro mondiale che si va trasformando
Vedete
Il PC era stato un grande partito che aveva avuto un suo ruolo mondiale
Proprio perché ponendo sia cava
Tra l'esperienza democratica del movimento operaio dell'Occidente
E il movimento comunista che governava metà del mondo
Il PC ha rappresentato nel corso di tutto il lungo periodo della guerra fredda una forza di frontiera una forza importante un Croce invidia di tanti importanti relazioni mondiali
Se il pc avesse deciso di sopravvivere al crollo del comunismo pensando legittimamente di essere stato diverso e quindi innocente avrebbe potuto farlo
Ma questo patrimonio si sarebbe consumato in un isolamento provinciale
Privo di prospettiva
Noi abbiamo ricollocato invece questo patrimonio nella sinistra mondiale
Lo abbiamo portato in quella internazionale socialista
E
Poteva sembrare
Un oggetto ottocentesco
E che invece si sta rivelando come uno strumento capace
Di accogliere la sinistra in questa fin e secolo
La delle divisioni ideologiche che l'hanno spezzata per tanti anni
A New York nell'ultimo congresso dell'Internazionale socialista sono entrati
Non soltanto sedici partiti e movimenti
Che hanno seguito il nostro cammino
Che si sono trasformati
L'ho seguito la strada nostri
Ma anche movimenti come il movimento per la liberazione dell'Anglona il Fronte per la liberazione del Mozambico
L'African National Congress al fatta
La sinistra dell'India
Sta avvenendo un fatto nuovo
Di straordinaria portata quasi un ritorno al futuro del ritorno nel senso che su qualcosa che ricorda la sinistra delle origini
E cioè finita la
La frattura della guerra fredda
La sinistra si ritrova
Nelle sue diverse ispirazioni
Dentro il quadro di una grande associazione delle forze della sinistra democratica
Ispirazione socialista ma non solo socialista
Perché l'elenco che vi ho fatto evidentemente va al di là delle forze di tradizionale di ispirazione socialista e socialdemocrazia
Noi abbiamo l'orgoglio di avere contribuito tutto ciò
Io sono convinto che se non fossimo stati noi gli eredi del vecchio partito comunista italiano il partito di Berlinguer
Che tanto prestigiosi tutte queste parti del mondo se non fossimo stati noi ad indicare la via di una ricomposizione unitaria della sinistra mondiale
Forse altri partiti e movimenti non avrebbero intrapreso questo cammino
Invece lo hanno fatto
Questo apre una nuova straordinaria possibilità
La possibilità che la sinistra che è stata K
Nel corso di questo secolo
Laddove è stata forte
Di imporre un compromesso tra il capitalismo e i diritti delle persone questo è lo stallo scorsa dello stato sociale se non un compromesso
Tra le ragioni dell'economia e le ragioni della democrazia e della giustizia sociale
Questa sinistra
Deve oggi essere capace di regolare il nuovo e straordinario processo di sviluppo legato alla mondializzazione dell'economia
E di renderlo compatibile con la democrazia con i diritti umani e sociali non solo nell'Occidente
Ma anche in quelle grandi
Regioni del mondo dove democrazia diritti umani e sociali non sono mai stati sconosciuti
La mondializzazione dunque non solo non cancella le ragioni della sinistra
Ma propone un bisogno Inedito di sinistra certo una sinistra che non difende i vecchi privilegi
Nutra l'ambizione di rappresentare un soggetto politico mondiale
In grado di costruire quella rete di istituzioni e di regole capaci di condizionare lo sviluppo e la trasformazione dell'economia del pianeta
Questa è la sfida
Anche culturale nella sinistra perché c'è chi pensa che invece
La mondializzazione segna sicuramente e semplicemente la fine della sinistra
E che la sinistra non abbia altro da fare che contestare la mondializzazione
Opporsi ad essa
C'è oggi chi ragione come quelli che all'epoca della prima grande rivoluzione industriale vedendo le ma dicevano
Queste macchine toglieranno potere agli operai non resta che distrugge
Noi rappresentiamo una sinistra che ragiona in un modo diverso
Naturalmente questo significa indicare obiettivi prioritari
Io ne propongo uno per un grande che può sembrare futuribile
Che invece penso nuovi dobbiamo cominciare a lanciare cioè l'idea
Di un'armonizzazione dei sistemi fiscali oggi
Viviamo in un mondo nel quale la mobilità dei capitali
Che i sistemi fiscali gravino esclusivamente sul lavoro
E la progressività del fisco sta diventando un'ingiustizia perché punisce i lavoratori più qualificati più intelligenti
I capitali fuggono non c'è neanche bisogno di portare una volta si diceva i capitali fuggono all'estero li nascondevano nelle macchine adesso basta schiacciare un bottone
Non c'è più bisogno di portarli materialmente da una parte all'altra
E allora per esempio l'idea lanciata da un grande economista di sinistra americano Tobin di una tassa sulla mobilità mondiale dei capitali che non può essere imposta da nessuno Stato nazionale come è evidente
Che è del tutto impari
Perché uno Stato nazionale che tassa sui capitali li vedrebbe semplicemente fuggire all'estero
Questa idea è un'idea che ci parla della sinistra di oggi e di domani ma sinistra che dice benissimo
Io voglio incoraggiare che i capitali vadano verso i Paesi più poveri e quindi introduco una tassa per quei capitali che vanno verso i Paesi più ricchi
Soltanto portando il potere della politica questo livello noi saremo in grado di fronteggiare i problemi di oggi
Altrimenti faremo e corte
Spento le regole nostre bandiere
Potremo applaudire Fidel Castro che denuncia giustamente queste distorsioni
Giusta la denuncia
Ma che tuttavia non è in grado di offrire una ricetta o una risposta
Perché la risposta sta nella democrazia
Stamane ha capacità di organizzazione di grandi movimenti mondiali
Stante la capacità di costruire di condizionare nuove istituzioni le Nazioni Unite di domani
L'Europa suo parlamento
E questa risposta non può essere affidata diciamo d'un mito guerrigliero e la risposta che può venire da un grande movimento di una sinistra democratica e moderno
Ora noi vogliamo finito prontissimo
Portare Complesso di questi problemi
Non soltanto nella vita del nostro partito
Nel dibattito politico italiano
Nel confronto io credo che si capisca meglio anche il confronto che noi vogliamo sviluppare nella sinistra italiana
Con altre forze di sinistra come Rifondazione o si tratta di una rissa
Peggio che peggio di una rissa di potere
Non c'è Hans
Anzi stamattina Bertinotti dove ci sono persino abbracciati al corteo dei metalmeccanici diciamo non c'è astio
C'è un confronto ideale e politico
C'è la preoccupazione che noi avvertiamo di una chiusura conservatrice nostalgica che c'ha
Di una sinistra che agita vecchie bandiere che perde influenza peso capacità di egemonia come diceva Antonio Gramsci
Ecco il senso della sfida
Così come vedete
Credo che si capisca meglio
Noi non abbiamo contrastato l'idea di una trasformazione dell'Ulivo in una sorta di partito democratico
Per un orgoglio di partito
Noi non abbiamo non siamo schiavi di un orgoglio di partito di uno spirito di bandiera abbiamo trasformato il PC
Che pure rappresentava una cosa così importante della visita nei sentimenti
Di ciascuno di noi
Abbiamo dato la dimostrazione più alta direi che siamo liberi
Da un ristretto orgoglio di partito
No noi dal Mobutu un'altra preoccupazione ho detto ma vi pare possibile che l'Italia resti priva di una sinistra
Cioè è pensabile che un grande paese moderno come l'Italia resti privo di una forza di sinistra
Cioè di collegare
Sì a questa sinistra mondiale capace di essere anche non solo per noi ma per il nostro Paese è una finestra sul mondo
E
Era ragionevole cioè che la sinistra ci fosse in tutto il mondo meno che in Italia dove si è sciolta in una sua in un indistinto partito democratico ufficiale
Ricostruendo così un'anomalia italiana
Perché già il PC su un'anomalia diciamo un grande partito comunista in un Paese occidentale almeno quell'anno ma quell'anomalia diciamo stava a cavallo fra due mondi lei sta all'opposto e quindi pur essendo un'anomalia ha svolto un ruolo nel mondo oggi l'abolizione della sinistra in Italia
Io credo non svolgerebbe alcuna funzione
Sarebbe semplicemente il rischio della chiusura del nostro Paese in un provincialismo privo di respiro e di collegamenti
Se la politica è sempre di più
Un grande conflitto che avviene sulla Rena europea e mondiale
Noi lì ci sia noi di ci sia
E il fatto che noi li ci siamo non è soltanto importante per noi io credo che sia importante per l'Italia
Il fatto che il segretario del maggior partito della sinistra italiana vada alla riunione
Del Partito socialista europeo che si fa il giorno prima del vertice europeo
Per discutere dei grandi temi che si decideranno lì
E per concordare un'azione comune comunicati socialisti di governo d'Europa non è soltanto istruttivo per il sottoscritto
Per ed è già qualcosa diciamo
Non è soltanto un motivo di orgoglio per il nostro partito è una cosa utile anche per l'Italia com'è che dite c'è per un grande paese il cui destino dipende anche dalle decisioni
Ogni che verranno prese il quattordici dicembre a Dublino per cui il fatto che il giorno prima ci sia qualcuno che va a discutere con i capi di governo della sinistra
Dell'ordine del giorno del giorno dopo lo ripeto non è soltanto utile per la sinistra italiana ma inutile per l'Italia
Ecco perché noi vogliamo trasformare e rinnovare una grande forza di sinistra
Che si colloca
Nell'alleanza dell'Ulivo
Che vuole dare il suo contributo perché l'Ulivo ossia
Quella grande forza riformatrice di cui l'Italia ha bisogno
Una forza che vuole garantire le riforme e la stabilità
Come abbiamo detto di voler fare e come fare
Sono questi i problemi che collochiamo al centro della nostra riflessione
Una riflessione
Quella al nostro congresso sull'Italia sulla sinistra
Una sinistra che scelga consapevolmente
Di non limitarsi alla difesa delle conquiste che sono alle nostre spalle
Ma che si ponga l'obiettivo ambizioso di essere protagonista di una nuova stagione politica
Che si misuri con le sfide con la frontiera dell'innovazione delle trasformazioni sociali della rivoluzione tecnologica
Dei nuovi diritti delle nuove libertà e del futuro io credo che soltanto una sinistra così
Possa parlare ai giovani Possa convincerli che la politica può tornare ad essere non soltanto una cosa utile ma e una esperienza appassionante alla quale legare almeno in una certa misura la propria grazie