Conferenza di Achille Occhetto nell'ambito del seminario "La crisi dei partiti di massa in Italia nel declino della Prima Repubblica" org. dalla III Universita' di Roma

Doveva essere nelle nostre intenzioni l'ultimo intervenuto in questo seminario che avevamo organizzato una riforma per ritira
L'ottantanove novanta
Come sapete per ragioni di tipo compresso più inutile qui costruire invece c'è stato questo salto dell'intervento di Martelli cercheremo di verificare la possibilità di un ulteriore intervento di Martelli comunque a questo punto io credo che con l'intervento di Occhetto cominciamo già ad avere un quadro abbastanza come dire riempito di immagini di contenuti
Occhetto come vi ricordate come riconosceva ricordate quello che ha detto ieri Maroni quindi riconoscimento come dire di all'avversario politico riconoscimenti in qualche misura che vale doppio
è senza dubbio stato Frei uomini politici della vicenda italiana colui che più chiaramente ha intuito il carattere globale della crisi che si apriva con ottantanove
E quindi in questo senso va indubbiamente ha riconosciuto questo grosso merito di avere portato un partito pieno di tra l'altro legami forti con tradizione portato questo partito su sponde nuove averlo traghettato certo con fra dolori tra contraddizioni tra contrasti anche lacerazioni ma che comunque appunto
Erano certamente il prezzo che bisognava pagare ad un rinnovamento politico così radicale in qualche misura che prendeva atto
Della fine di un'epoca che poi era simbolicamente rappresentata dalla fine appunto della contrapposizione Est e Ovest dalla caduta del muro di Berlino in questo senso quindi come dire il nostro interesse ad avere l'unico interlocutore era in qualche modo più forte proprio perché appunto qui siamo di fronte come dire a una operazione che politica che ha avuto come dire
Le sue ragioni le sue motivazioni e in qualche modo un suo governo in sostanza adesso gli esiti
Forse non lasciano insoddisfatti lo stesso Occhetto ma questo è un altro discorso importante è quello che è avvenuto in quel momento la spinta che in quel momento è stata data ad un processo di trasformazione che in qualche misura io credo poi abbia messo in discussione non solo l'identità del vecchio Pci ma l'identità complessiva
Di tutti gli altri partiti perché si apre evidentemente a seguito della trasformazione operata tattici nel PDS un problema
Anche per la continuità di più gli altri partiti che stancamente avevano ignorato i molteplici segnali di crisi politica che pure il Paese aveva dato dagli anni Settanta impone quindi questo diciamo come una brevissima e rapida introduzione io cedo senz'altro come abbiamo sempre fatto allora a Achille Occhetto ricordando che il le procedure che abbiamo seguito come sempre gli altri occasioni cioè dopo l'intervento di Occhetto ci sarà nel giro di domande vi prego di non fare nelle domande questo tipo di
Trasformazione di questo incontro in un dibattito politico qui quello che ci interessa è far parlare
Come dicevo anche prima ad Occhetto far parlare il testimone avere da lui il bacino di valutazioni informazioni su una certa fase che ha vissuto come protagonista perché questo poi che ci serve per ulteriormente ragionare e riflettere
Ecco quello anche che voglio aggiungere a questo punto è che come Dipartimento di Studi storici antropologici
Geografici e antropologici ripromettiamo anche di ricavare da questi interventi con volumetto che via come dire il punto insomma il punto di vista di questi protagonisti che abbiamo coinvolto e costituisca anche uno strumento di lavoro insomma no perché come dicevo anche ieri alcune cose il modo con cui Maroni ieri ha inquadrato gli sviluppi della crisi sono sicuramente utili per una certa lettura di quei fenomeni che dal ottantanove al novantaquattro cioè per il periodo l'abbiamo preso sotto esame
Sono utili per dare il giudizio appunto o comunque per orientarsi questa congerie di problemi che questo periodo così ricco di trasformazioni comporta allora io do senz'altro la parola ad Occhetto
Ringraziandolo ancora per la sua presenza conferma
La ringrazio molto per l'invito che mi è stato fatto anche per questa
Calorosa diciamo presentazione rispetto ai momenti ardue e difficili che ci hanno portato sulla via
Dell'innovazione voglio dire subito che più che una cronistoria della crisi dei partiti
Della situazione in cui questa crisi è nata vorrei affrontare due nodi problematici
Quello dell'atteggiamento da vere dinnanzi a tale crisi delle cause fondamentali che l'hanno determinata dopo collo che Rossi ha pure brevemente la svolta dell'ottantanove e nel contesto di quella crisi
Naturalmente questa parte mi è stata facilitata dall'intervento di ieri di Maroni che ringrazio
Il quale appunto ha riconosciuto che il PDS tipici di allora con la svolta prima ancora molto prima che scoppiasse Tangentopoli a posto sul tappeto dalla politica italiana
Il problema della crisi del sistema politico italiano della necessità del cambiamento di tutti
Aprendo così una prospettiva nuova non solo allora a quel partito ma alla politica italiana
Nel nel suo complesso
Ora io ritengo che sia molto importante l'atteggiamento da assumere dinnanzi alla crisi dei partiti
Perché ne discendono risposte tra di loro diverse
In primo luogo credo che dobbiamo cercare di togliere di mezzo i falsi problemi
Io voglio dire subito che non penso che sia possibile una democrazia senza i partiti
Ma penso invece che sia possibile che bisogna lavorare che poi in sostanza la crisi dei partiti ha dimostrato questo una democrazia non dominata più dai partiti
Perché nella campagna contro i partiti non c'è dubbio che vi è stato molto di massacro e anche di rischioso
Tuttavia e nostro dovere non smarrire mai il crinale che separa ciò che in questa polemica è stato ed è strumentale e pretestuoso da ciò che invece è fondato
Tra ciò che viene messo in campo per spianare la strada ad un intervento diretto dei poteri più aggressivi dell'economia della finanza dell'informazione e ciò che invece e maturato soprattutto in anni estremamente duri e difficili nella coscienza del Paese come critica a volte persino come ripulsa morale
Come ribellione nei confronti del vecchio sistema
Per questo
Allo stato attuale la maggioranza delle forze politiche assunto come centrale l'idea che non si debba accettare che si vogliono capovolgere i valori della nostra Repubblica e con essa le grandi conquiste di civiltà politica le ragioni di una vita pubblica organizzata intorno a libera associazione di donne e di uomini
Cioè Forza che competono intorno a partiti intesi
E vissuti come progetti
Il partito come Progetto con il progetto di rinnovamento del Paese di consolidamento e di espansione della democrazia
E che occorre fare un passo avanti nella direzione della riforma dei partiti della loro democrazia interna e dei loro rapporti con le istituzioni
Io sono stato tra quelli che ritengono che occorre segnare il limite del partito
Limite verso la coscienza individuale
Limite verso l'autonomo organizzarsi di forme associate nella società civile
Limite del partito rispetto alle istituzioni dello Stato contro la occupazione
Del potere da parte dei partiti
Direi che riconoscimento per esempio per fare un esempio anche concreto del limite del partito
Ci avrebbe portato anche in questi giorni a non incorrere in alcuni inconvenienti e cioè tutto il dibattito che è in corso tra problemi di coscienza
Le posizioni assunte dal Congresso rapidi e PDS la Chiesa posizione che io come laico naturalmente condivido
Ma che se viste nel contesto di un limite appunto del partito
Possono essere assunte più agevolmente all'interno dei gruppi parlamentari e poi lasciando ai cattolici che sono presenti anche nella sinistra quella necessaria libertà di coscienza attorno a questi temi ho voluto fare questo esempio concreto perché se no parlare di limiti del partito può darsi che possa apparire una espressione astrusa
Nel novantadue alla Bicamerale in una situazione ancora dominata dal Caf
Mi è capitato di prevedere che le forme i protagonisti della vita pubblica erano destinati a mutare e ai Volver se negli anni e che probabilmente dicevo allora nel novantadue sarebbe stato possibile fare riferimento ad almeno due livelli compresenti di organizzazione politica
Il partito da un lato operante come soggetto pubblico più distaccato dall'immediato rapporto con l'istituzione e l'Assemblée Mammola coalizione come forma di organizzazione della rappresentanza alla quale concorrono pluralità di partiti movimenti ed associazioni
Oggi queste previsioni si sono in parte realizzate il Polo da una parte dell'Ulivo dall'altro
Ma dentro ancora il segno del vecchio cartello elettorale tra i partiti
Il problema della omogeneità delle maggioranze programmatiche in contrapposizione alla rissa dentro le coalizioni quindi a mio avviso non è stato ancora risolto in modo compiuto
Ne discende che uno degli obiettivi fondamentali che ci deve guidare nell'opera di riforma
E l'affermazione di una prospettiva politica istituzionale che favorisca la competizione
Tra forze programmaticamente alternative
Con la consapevolezza che una simile prospettiva deve accompagnarsi all'esigenza di garantire la rappresentanza anche di forze non residuali che non intendano associarsi e Confederazione quali Ezio
Se le cose stanno così allora noi interessa
Che nel nuovo sistema da disegnare siano affermati alcuni principi
Il primo quello di una democrazia delle alternanze in cui il ricambio del ceto politico diventi un processo fisiologico il secondo quello di una democrazia pluralista che include i partiti politici
E che dia spazio identità politiche culturali molteplici quindi non i partiti così come sono adesso ma forze cambiate dalle fondamenta che si ritrovano e si organizzano intorno un progetto politico è terzo
La riqualificazione della rappresentanza attraverso la scelta diretta
Sottolineo la scelta diretta da parte dei cittadini delle donne e degli uomini da eleggere
Ma oltre a questi principi o avvertenze quali devono essere gli obiettivi di fondo
In sostanza
Per rispondere a questa domanda dobbiamo chiederci perché siamo entrati nel processo di revisione costituzionale ed è molto importante il corso questo scorso di
Di chiamano di testimonianze che avete voluto fare qui perché per corrispondere a queste domande appunto dobbiamo partire dalla domanda fondamentale perché siamo arrivati a una crisi dei partiti
Non dobbiamo mai dimenticare il punto di partenza
Allorquando da parte di tutti se individuato nelle rissosa e coalizioni dei partiti un danno non solo formale cioè di astratta funzionalità democratica
Ma qualcosa di più profondo che intacca balordi nato sviluppo delle più complessi di attività economiche e sociali del Paese
Non dimentichiamoci appunto che siamo partiti da fatti rilevanti che ieri sulla base dell'analisi credo possiamo concordare lo stesso Maroni da quello che mi è stato detto ha sottolineato
Da fatti rilevanti per la vita pubblica dei cittadini come il debito pubblico la crisi fiscale dello Stato le tangenti
Centrale era resta dunque l'obiettivo della capacità di decisione
Che dobbiamo restituire l'insieme del sistema politico e nello stesso tempo di efficienza democratica
Non detti non dimentichiamo appunto l'assalto spartitorio alla spesa pubblica
In sostanza la crisi dei partiti è stata in primo luogo determinata dalla occupazione dello Stato da parte dei partiti
Questo è il punto di parte
Perché se andiamo a ben vedere qual è la funzione del partito nel nostro sistema costituzionale
Noi ci accorgeremo che il partito nel nostro sistema costituzionale doveva avere due fatti
Una rivolta al Paese quindi essere centro di formazione del Progetto
E momento essenziale di organizzazione dal basso dalla democrazia l'altra rivolta alle istituzioni come momento dell'organizzazione statuale che concorreva la determinazione della politica nazionale in primo luogo attraverso i gruppi parlamentari
Ma ciò nel contesto di una distinzione tra partito e istituzioni
Invece a poco a poco ha preso il sopravvento l'occupazione diretta del potere statale
E da questo cooperazione diretta del potere statale ne sono derivati una serie di conseguenze estremamente negative come la spartizione la lottizzazione
E se vogliamo capire perché si è arrivati alla spartizione alla lottizzazione dobbiamo ritornare a quella che a mio avviso e la causa di tutto ciò cioè in un sistema politico bloccato
Una lotta politica dominata prevalentemente dalla contrapposizione ideologica e dalla mancanza di alternanze
Programmatiche fisiologici
E per tutti questi motivi che dicemmo subito che la riforma poteva realizzarsi solo se si creavano tutte le condizioni politiche istituzionali per una competizione reale tra differenti ipotesi programmatiche e di governo
L'alternativa doveva in questa visione configurarsi non come puro schieramento di forze ma su basi programmatiche ora a tal proposito il mio pensiero era fin dall'inizio abbastanza semplice se le forze democratiche non intervenivano per porre su basi reali problemi effettivi del rinnovamento istituzionale del rinnovamento della politica
Si sarebbe corso il rischio di un'uscita dalla crisi in senso regressi
Di qui nasceva l'esigenza di una svolta che realizzasse la preminenza dei programmi il superamento dalla politica delle formule una visione delle alleanze politiche sociali funzionale al progetto politico il programma
Su queste basi e non sulle generiche declamazioni nei riguardi della degenerazione dei partiti noi cercavamo una risposta al distacco tra politica e società
Risposta che non si è fatta attendere quando i cittadini sono stati sollecitati a fare una precisa scelta alternativa per esempio dalla nuova legge che rendeva possibile l'elezione diretta dei sindaci
Vorrei sottolineare come in quell'impostazione il tema della crisi della governabilità veniva affrontato e non più negato
Tuttavia la crisi dei partiti va affrontata non all'interno di un orizzonte limitato alla politica ma come crisi del governo dei processi reali delle società sviluppate le cui radici andavano ricercate nell'intreccio
Dal sistema politico e la globalizzazione dei problemi le ristrutturazioni produttive lo strapotere delle oligarchie economiche i crescenti vincoli sovranazionali e il rapporto di tutto ciò con la crisi fiscale dello Stato e la stessa questione morale
Il che determinava quella che chiamavamo un'armatura istituzionale che era diventata troppo stretta rispetto alla riorganizzazione e concentrazione dei poteri nella società
Se come io penso la questione istituzionale nel suo nesso strettissimo quei problemi del Governo
Dei processi economici e sociali in una parola con la possibilità stessa di governare per davvero rimane la questione capitale per avviare la seconda fase della Repubblica
Allora dobbiamo porre al centro il rapporto tra crisi dei partiti e riforme istituzionali tutto semplice dunque no direi tutto estremamente complicato infatti rimane aperto il problema dell'equilibrio tra diversi principi
E in particolare quello delicatissimo tra quello dell'efficienza è quello della partecipazione democratica questo è indubbiamente uno dei problemi fondamentali però guardiamoci dalle farse soluzione di questo problema come quella che per esempio asserisce che la partecipazione
E garantita esclusivamente dai partiti e che viene sostenute in difesa della partitocrazia più che dei partiti nel suo loro luogo
O come quella che affida le sorti della partecipazione non si sa perché alle dimensioni della quota proporzionale
In realtà se vogliamo prendere sul serio tale tema occorre muovere dalla consapevolezza che il problema della partecipazione non lo si risolve tutto dentro la forma di governo
Come dimostra la stessa esperienza americana delle società intermedie
Ma più in generale lo si risolve nella più complessiva riforma democratica dello Stato
Di cui il federalismo è un pilastro fondamentale lo si risolve nel rapporto tra forma di governo e forma di Stato
Un rapporto che a partire da i temi da democrazia economica risponda alle esigenze irrinunciabile
Ricostruire le condizioni di una democrazia di una libertà reale
Una costruzione istituzionale capace di rispondere sia all'esigenza della stabilità che a quella della più ampia partecipazione
Se ci soffermiamo per comodità di esposizione ai due grandi filoni culturali che hanno improntato di sé
Le istituzioni nei vari Paesi quella giacobino tanto per intenderci è quello anglosassone credo che sia essenziale che la combinazione tra nuova forma di governo e nuova forma di Stato
Fuoriescano dallo schema giacobino per raccogliere alcune rilevanti ispirazioni della cultura anglosassone
Come oltre la valorizzazione della comunità intermedie quella delle Autonomie sociali l'attenzione al pluralismo delle istituzioni il sesto governo non è il federalismo
Siamo dinanzi a una transizione che ha già dato alcuni significativi risultati
In seguito al processo che si è aperto con i referendum elettorale
Infatti noi abbiamo visto abbiamo un inizio di virtualizzazione del sistema politico la destrutturazione di un centro immobile com'era la Dc è un certo periodo e la conseguente rottura dell'unità politica dei cattolici
L'acquisizione positiva dei partiti cosiddetti estremi a una politica di governo
E io ritengo che non è poca cosa questo nella storia del del nostro Paese
Tuttavia non si deve rimanere fermi a queste acquisizione perché se non c'è una riforma istituzionale che va decisamente avanti si può tornare indietro
E per fare questa riforma bisogna passare da una democrazia fondata sui partiti
A una democrazia fondata sui cittadini
I quali naturalmente si organizzano in associazioni e impartiti ma il soggetto deve ritornare ad essere i cittadini
E non c'è dubbio che come è stato fatto osservare la transizione del Sistri dal sistema proporzionale all'uninominale
è rimasta incompiuta con l'effetto di aggravare anziché sanare la frammentazione delle forze politiche
Che come abbiamo visto la causa prima della instabilità dei governi
Ma allora volere procedere
Per superare i limiti lasciati aperti dall'attuale situazione
Non può voler dire il ritorno a una maggiore quota proporzionale magari per riaffermare un'identità di partito o peggio per facilitare la formazione di un centro che sia una sorta di ago della bilancia
In sostanza io invoco l'esigenza di prendere atto dei limiti dell'attuale situazione istituzionale
Per andare avanti sulla via del superamento di un certa occupazione del potere da parte dei partiti che è la causa della crisi dei partiti e della crisi del sistema politico e non per tornare indietro
E permettetemi di dire che a volte si affermano cose singolari
Sui rischi devastanti delle transizioni sugli affetti sugli affetti destruttura anche delle innovazioni e la cosa più ridicola che questa paura per il nuovo molte volte viene da sinistra
Come se le rotture le innovazioni o le rivoluzioni
Non avessero sempre avuto recato con sé momenti squilibrate
Persino delle perdite secche a cui occorreva porre poi rimedia il problema che ne deriva
è sempre lo stesso dopo un momento di grande cambiamento
Si deve avere un o il riequilibrio in avanti ossia la restaurazione
Sapendo che la restaurazione non è mai ritorno al passato ristorazione sempre recupero di quello che la rivoluzione affatto su un terreno punto di vista orazione Pro dei poteri essenziali o delle classi sociali che precedentemente dominata ora queste ancora oggi l'esile filo di demarcazione sul quale ci stiamo muovendo
E tutta l'impalcatura istituzionale si ditte si regge
Solo se si risponde ad alcune domande
Che cosa devono essere i partiti in questa fase storica
E soprattutto il partito in quanto tale
Deve governare di più
O deve governare di meno
La crisi dei partiti del sistema politico come è già stato ricordato fu
Nell'ottantanove anticipata dalla svolta
Del PC in PDS
Ritorno a quell'evento politico evento politico che accadde all'indomani della caduta del muro di Berlino momento in cui tutto il mondo era destinato a cambiare improvvisamente
E il passato ci serve soltanto per presentare la svolta come rivoluzione copernicana della politica
Se volete anche come conversione spirituale o del modo di sentire o se si vuole come rivoluzione concettuale secondo Kundera esattamente quello che una certa pubblicistica ha voluto negare celando il valore di quella rottura e ricostruzione
Dietro la generica categoria del coraggio quante volte avete sentito dire Occhetto ha avuto un grande coraggio al fine di lasciare insorgere in fondo il sospetto che tra coraggio e avventura il confine fosse molto labile
Qui non mi sono mai appassionato per questi elogi perché mi vedevo anche il veleno interno
Per passare più così più agevolmente alla contraffazione della svolta come temerarietà
Oppure negazione della politica con la P maiuscola
Contraffazione che ha riscontrato un certo successo nella società politica italiana
Dove tutto un vecchio mondo ha visto in ciò se non segnali di rivincita sicuramente un insperato segnale di incoraggiamento
Ha visto una nobile copertura la pretesa di fare coincidere la politica stessa le sue ragioni universali con la vecchia politica
E al centro dello schieramento politico italiano non c'è stata nemmeno risparmiata la scena grottesca
Di incalliti anti Togliatti anni che esultavano perché atterriti dal nuovismo dinanzi a una postuma distorta e parziale esaltazione di quel grande politico italiano che è stato Palmiro Togliatti
L'attuale crisi della politica
Ci suggerisce invece di insistere sulla svolta come rivoluzione concettuale
Come un mutamento dei paradigmi un nuovo punto di vista anche concettuale dicevo nel senso e spirituale nel senso che questa parola
Fu usata dallo stesso Gorbaciov
In definitiva una rivisitazione severa del rapporto tra fini e mezzi
Che non a caso veniva fatta a valle di una fase storica di un secolo direi nel corso del quale l'uso indiscriminato di mezzi illiberali
Era riuscito a offuscare prima e a deturpare poi le stesse grandi finalità socialiste
Per questo l'approdo alla svolta e prima di tutto la libertà come valore fondamentale
Che anche condizione dell'uguaglianza cioè della
Realizzazione vera della bandiera fondamentale della sinistra
E per far ciò sia dovuto abbandonare lo statalismo scoprendo la creatività dell'impresa non più vista esclusivamente come luogo dello sfruttamento ma come occasione di innovazione
Di cooperazione sociale di sperimentazione dinamica di sempre nuovi rapporti sociali secondo l'idea di una frontiera democratica in continuo movimento che conquista i civilizzati sempre nuovi territori nello stesso tempo si è riscoperta la centralità dell'etica e il limite della politica
Come confine laico delle distinzioni delle differenze
Tra le varie ontologie regionali del sapere
Insomma un'integrale capovolgimento rispetto all'organici Isma'di una certa sinistra in una parola si è scoperto il liberalismo non il liberismo naturalmente
Scoperta radicalmente contraddetta dalla successiva restaurazione del primato del politicismo e dal conseguente disprezzo per la volgare in PTA della società civile
Infatti l'uomo di sinistra organici sta che fa tutto un quadro compatto non meno di quello di destra
Ha sempre visto nella società civile una impurità
La negazione di sua Santità allo Stato
E della sua nobile ancella la politica con la P maiuscola
Ma proprio perché non siamo dei distruttori ma abbia no e non abbiamo nessuna remora
A riconoscere che all'interno dello stesso PC iniziò la necessaria e salutare lotta culturale contro tutto ciò
E che fu proprio la peculiarità del PC a rendere possibile quella svolta che sarebbe stato impossibile se fossimo stati per esempio come il Partito comunista francese
Ma la svolta andava appunto nella direzione del liberalismo non d'un liberalismo agnostico e convenzione a vista elitario e inteso come strumento di limitazione dell'espansione dalla democrazia
Ma invece fondato sui valori etici unificanti ed è da questo solido terreno laico e non da una tattica di camuffamento Catto comunista espressione anch'essa dell'organici ISMU della sinistra che prende le mosse la nuova impostazione del rapporto con la Chiesa
Ma una sincera interpretazione della svolta del suo travaglio morale intellettuale non può ridursi all'uso di parole come il liberalismo mercato e altre
Come se fossero dei biglietti da visita dei simboli araldici da sbandierare per entrare nel salotto buono
Tanto più quando il problema centrale rimane quello di riformare la politica
Non si può infatti sottacere il fatto che proprio sul tema della caratteristica del partito della riforma della politica
Ci sia stata in una parte della sinistra un interrotte strisciante polemica
Con quella impostazione che ricorda
Ci si è attardati su una melensa contrapposizione tra società politica e società civile
Mentre le vere novità da affrontare erano altre e cioè che cosa devono essere i partiti in questa fase storica come devono essere di quale democrazia interna devono vivere in quale sistema politico devono operare
Quale riforma complessiva della politica si rende necessari la stessa esperienza più recente
Ci dice che non si tratta di questioni Astra
Infatti solo una giusta definizione della reciproca autonomia
Tra partiti istituzioni e movimenti che faccia fare al partito un passo indietro e non un passo avanti nella gestione della cosa pubblica e nel dominio sul governo ci può togliere da quella fastidiosa impressione
Che purtroppo sia che a tutt'oggi siano ancora molto poche le cose che ci differenziano alla vecchia politica
E cioè molto grave
Perché proprio nel momento in cui si hanno responsabilità di governo occorre invece inverare quella visione del limite del partito
Che a Rimini al primo congresso del PDS ci fece auspicare un nuovo modo di essere dell'organizzazione politica come forma partito capace di proporre come tema centrale dominante la riforma della politica stessa
Occorre quindi a mio avviso riprende il discorso sulla prospettiva di un partito aperto ed evolutivo
Simile a una calamita capace di attirare e metabolizzare i nuovi fermenti le aspettative che si vanno formando nel variegato mondo della Sinistra democratica anzi di una più vasta area democratica che cerca di re di finire il senso il significato della sinistra
E che non a caso guarda la disputa tra Partito democratico e Partito socialdemocratico come ad un'astrazione una fredda ingegneria organizzativa priva di anima
Nello stesso tempo appare che sulla via dell'esaltazione del sistema dei partiti si ritorna la partitocrazia i vizi del consociativismo
Allora dobbiamo essere certi la spartizione favoritismo partitico s'Ria chiariranno sotto mentite spoglie
Su tutte queste cose la svolta inizio una elaborazione per questo
Sentiamo che doveroso oltre che legittimo riprendere il discorso interrotto per continuarlo per arricchirlo alla luce dei nuovi compiti che ci stanno dinnanzi problema che dell'insieme della democrazia italiana e non di un solo partito
Si tratta di riprendere quel cammino muovendo nel solco della stessa ispirazione politica e culturale della svolta che fu una corrente vitale una componente decisiva
Del rinnovamento della sinistra e dell'Italia
Tuttavia oggi io sento che non basta dire che vogliamo unire la sinistra
Ventun unico grande partito socialdemocratico
E lo dico con la consapevolezza che l'impegno da noi ha assunto
Come uno degli obiettivi principali della svolta quello di entrare nell'Internazionale socialista è stata una delle operazioni politiche più riuscite
Non posso non ricordare i commoventi intensi incontri con vibrante in quei giorni in cui Craxi non ci voleva nell'Internazionale socialista
Non posso dimenticare la fatica dell'approccio e anche il rispetto dell'appesa da parte delle forze socialiste europee perché rispetto
Perché i più avvertiti tra i socialisti europei coltivavano una forte attesa anche per il nostro contributo origini
Non ci accoglievano
Come inizi inevitabilmente avvenuto per altri che erano rimasti fino all'ultimo arroccate al vecchio tronco
Come i tributari di una provincia sconfitta noi avevamo detto che bisognava andare oltre che non si trattava di passare semplicemente dalla tradizione all'altra
E mentre in Italia i più zelanti trombettieri della socialdemocratici sia ci sfottevano per questo il turismo
In Europa gli amici con i quali abbiamo avuto tante discussioni More Hua di Consales Lafontaine innocui Lockhart ci capiva recente Ndebele attendevano da noi un apporto originale
Noi dovevamo sicuramente apprendere molto ma potevamo anche insegnare molto
Questa possibilità era stata confermata da una importante vittoria elettorale che avrebbe potuto avrebbe dovuto diventare nuova politica invece a mio avviso allo stato attuale ancora ridotta in gran parte a vecchia coalizione di partiti
La cultura della svolta avrebbe potuto insegnare la sinistra a non rimanere prigionieri delle mere macchinazioni del gioco politico ma questo non è avvenuto
Il problema centrale rimane dunque il rapporto tra il più ampio partito della sinistra e la visibilità
Di una coalizione democratica che avrebbe dovuto fare dell'Ulivo non già il partito americano
Come qualcuno fingeva di temere al fine di suscitare una falsa discussione ma l'originale serbatoio di una nuova esperienza popolare della sinistra italiana
Di un'esperienza inedita che non è esempio nessun altro Paese europeo
Sì che non ha esempi glielo dico in un prometeico sforzo di originalità e non di normalizzazione che non mi sembra che sia un peccato
Ma questo non è stato tentato anzi è stato respinto e voglio dire subito che richiamare questi processi nazionali nella formazione degli stessi partiti socialisti non ha niente a che vedere con il ritorno a una sorta e ridicola via Nazionale
Significa semplicemente riconoscere che l formazioni politiche
Hanno una loro particolarità nazionale nel modo come si formano i laburisti inglesi
Si formano sul ceppo liberarla dalla storia inglese degli crebbe Fabiani in un modo totalmente diverso dal tipo di formazione che ha avuto la socialdemocrazia tedesca per
Quella svedese e noi per quanti sforzi facciano non possiamo oggi in Italia pur approdando allo stesso processo europeo pensare che possiamo fondare un partito socialista con i canoni della socialdemocrazia tedesca perché abbiamo un'altra storia perché per esempio nella nostra storia il pensiero di Antonio Gramsci e di Gobetti e il pensiero concreto poi di milioni di uomini conta e conterà
Nella formazione del del partito
E quindi e uno strano ritorno diciamo a ultra Trotsky ISMU a pensare a una sorta di Spectre internazionale che non ha nessun legame con i partiti nazionali
Non c'è dubbio che il processo europeo sarà una somma di esperienze nazionali che si fondono fino alla politica
Europea sarebbe come dire che nel momento stesso che lo stesso PDS ha scelto la via dei partiti regionali
Vogliamo una via regionale al socialismo no vogliamo una via europei al socialismo venne una via nazionale né una via regionale però noi oggi abbiamo due grandi processi nel mondo uno verso l'internazionalizzazione e l'altro verso la riscoperta dei poteri più locali più vicini alla coscienza popolare non si devono mettere in contrapposizione a questi due processi
Questi due processi sono messi in contrapposizione dall'atto di un della separazione dal punto di vista della Lega
E dal lato del centralismo e del vecchio centralismo io ritengo Am da gran parte ancora del vecchio sistema politico italiano invece dobbiamo capire che i due processi possono essere integrati
Solo la tanto bistrattata cultura della svolta ci avrebbe permesso di rispondere alla domanda quindi quale e quale può essere l'identità della sinistra dentro la più ampia identità Berruti
Solo rispondendo a tale domanda
Si può mettere in campo un vero processo costituente del nuovo partito della sinistra
Che si sarebbe potuto rivolgere quindi diciamo con altro spessore politico e culturale
Al mondo esterno in primo luogo alle nuove generazioni
Mentre allo stato attuale
Il tentativo di dar vita a un nuovo partito non è riuscito a a vere ancora quel necessario richiamo nel Paese e soprattutto tra le nuove generazioni che si rende necessario
La sinistra deve unirsi
Ma senza ripetersi
Deve rivivere rigenerarsi reinventarsi
Lo stile deve essere quello della costituente non quello dell'unità socialista segno inverso
La sinistra non ha bisogno di atti di morte ma di atti di vita
Al momento della svolta
Quando in ore vere drammatiche ci si diceva avete chiuso il piccino ai rispondevamo no è nato qualcosa di nuovo la storia ha dimostrato che si trattava di un atto secondo la cui potenza generatrice
Malgrado transitorie battute d'arresto è arrivata fino al governo del paese
Nello stesso tempo rimane sul terreno una grande contraddizione
La sinistra riformatrice non è andata avanti e non è maggioranza in questo Paese
Anzi nelle ultime elezioni relativamente andati indietro
Superare questo ritardo rispetto ai grandi partiti del socialismo europeo è un problema non significa però rimettere in circolazione le maschere del passato né contrapporre il partito della sinistra alla coalizione all'Ulivo
Ma nel contesto
Questo concettualmente perché poi vedo che all'interno dell'Ulivo si fa anche di tutto per indebolire questa stessa idea di Ulivo come contrapposizione ma di questo io non porta se non altro porto tanta responsabilità
Ma nel contesto quindi di una più viva vitale proiezione dell'Ulivo o comunque della coalizione sia l'Ulivo un'altra m'interessa la cosa dal punto di vista sistemico dal punto di vista immediato della coalizione nemica Società
Solo così
A mio avviso si può far vivere
E rivivere il socialismo europeo
E quindi l'esperienza di una via socialiste europea e non di una via nazionale sottolinea ancora una volta ma dentro la concreta e reale esperienza italiana cioè dando un apporto legato a le forze che in Italia possiamo raccogliere che son diverse da quelle che si raccoglie ogni Svezia è talmente banale questo che mi vergogno ripetere ma siccome anche nel congresso del PDS è stata fatta
Una polemica in cui si diceva che non bisogna va ritornare alle vie nazionali cosa che del tutto ER consentito il bisogno di rispondere cioè unità e feconda diversità si intrecciano
L'esigenza dell'unità non sono mai vere esigenze unitarie quando sacrificano i dati insopprimibili della diversità
Questo è sempre stato il vizio totalitaria di una certa sinistra superare quel vizio totalitario significa ritenere che la diversità e una risorsa
La diversità e un valore la conflittualità non è il peccato ma è l'anima stessa
Del processo storico che non ci sarà mai un momento in cui grazie al comunismo dispiegato saranno finite tutte le contraddizioni e saremmo entrati in paradiso in terra
Ma la conflittualità
Ci deve spingere e questa è la visione che ha un progressista a conflitti sempre più elevati sempre più civili che si muovono in sfere sempre più al
Ecco cosa significava per noi il nuovo inizio
E noi dicemmo la campana del nuovo inizio suonerà per tutti lo dicevo nell'ottantanove
Quando mi si chiedeva ma compiti voi alle aree sì di più di riesce però a certe sigle non contano più niente e tutti a ridere
Non ha il senso della politica sei un metafisico
Un atto fecondo quindi nuovo inizio per tutti non l'autoflagellazione la chiusura dei comunisti che chiudevano la bottega
Un atto secondo che imponeva noi di essere gli hanno innovatori più audaci
Per potere chiedere e avere il diritto di chiedere agli altri di fare i conti con la realtà
La svolta per questo non è chiusa dentro i confini della crisi del comunismo
Non è stato un fatto interno
è stato come ha riconosciuto ieri ancora una volta do atto come fatto di grande onestà intellettuale da Maroni è un evento dalla Società italiana legato alla crisi dei partiti e del sistema politico
Noi dicemmo allora tra l'incredulità di Monti che le sigle dominanti sarebbero appunto state spazzate via
Qui non è stata solo un atto di coraggio ma una via d'uscita
Dalla crisi del comunismo ma anche della crisi del sistema politico italiano per questo la svolta ha parlato agli altri ha parlato al Paese
E ora senza una forte impalcatura politica ideale complessiva
è un'ipotesi di società politica diversa senza un nuovo progetto per il Paese
Credo che sarebbe stato impensabile fare del PDS l'unica grande forza nazionale che si è salvata dalla crisi
Però questo nuovo inizio non è un nuovo inizio fatto una volta per tutte
Bisogna rifarlo costantemente avendo sempre dietro di sé qualcosa del demolitore e qualcosa della ricostruttore
Che la via anche psicologicamente più difficile perché sempre molto facile può essere totalmente ottimisti e costruttivi
O totalmente distrutti il mix della distruzione della ricostruzione e la vera grande fatica dell'innovazione grazie
Conferenze
Segnala il fatto che il pubblico abbia poca intensità venti Occhetto apposto alla nostra attenzione
Ok terzo che mi pare che l'onorevole Occhetto abbia seguito
Una strada nettamente diversa da quella che ieri ha seguito Maroni che era più didascalica colite
Per invece portarci in mezzo a questa tematica della come Lula definita della cultura della svolta
Cioè ricostruire come dire i contenuti e i nodi problematici e concettuali che ispirarono quella operazione politica
Quell'operazione politica che
In questo vorrei dire
In qualche misura rassicurare Occhetto che non son certo la partita è di Paesi che quella svolta non va vista come temerarietà ma la pista addirittura individuando vivo ritardo rispetto ai tempi che erano maturati nel Paese comunque che la svolta c'è stata e quindi va diciamo ricollocate figlio consegnata appunto a quel significato di svolta complessiva
Chissà
Conteneva almeno nella ispirazione che qui teste Occhetto ci ha consegnato
Devo dire che da questo punto di vista alla intensità della relazione sta come dire nel sottoporre alla vostra attenzione agli studenti universitari non soltanto una banale ricostruzione dei fatti
Ma soprattutto un nesso di problemi e qui vorrei sottolineare rapidamente due questioni prima di dare la parola vuoi per le solite domande che prego ancora
Che vengano fatte impostate soprattutto come domanda
Cioè mi pare che Occhetto abbia qui sollecitato la nostra attenzione su un un problema che è quello appunto della fine della funzione che tradizionalmente noi abbiamo attribuito ai partiti nella esperienza Italia e in questo senso cioè effettivamente un grande recupero della tradizione liberale questo concetto di limiti che sul quale Occhetto ci ha richiamato i limiti dei partiti
è un concetto centrale della tradizione appunto da cui grande cultura liberale problema delle libertà moderne è il problema della libertà dallo Stato
Così come oggi potremmo dire che il problema anche della costruzione del nuovo tipo di Stato un problema della libertà dai partiti in qualche misura che il grande problema che l'esperienza che si tanta luce
E direi anche che in questa grande sforzo di rito recupero di una concezione centrale del pensiero liberale Occhetto recuperi anche
Lo dico con grande come dire interessi anche recuperi anche quella che è stata una fase ricca del dibattito della sinistra comunista negli anni Sessanta allude a questo grande riflessione che allora si sviluppo che intrecciava crisi riflessione sulla crisi del dei modelli del socialismo che poi è stato chiamato socialismo reale e della crisi
Incipiente del sistema politico italiano che poi soltanto dieci forse anche quindici anni dopo sì pose come questioni più significativa nel dibattito italiano
Quindi questo problema anche dell'arricchimento della partecipazione
Di diversi soggetti
Come protagonisti della vita collettiva idealità politica col ecco io ho detto queste brevi parole in qualche modo per come dire anche i orientare in senso della discussione ringrazio ancora molto l'onorevole Occhetto tetto per l'intensità di questo contributo che credo sia assolutamente importante appunto ai fini anche della comprensione dei problemi che abbiamo voluto porre al centro di questa discussione e adesso darei senz'altro
La parola se ci sono domande ripeto cercando di concentrare soprattutto sulle domande la
Lo
Sì ecco Ischia che poi sempre
Certo successivamente naturale convincere Nutarelli e Naldini timore
Doveva sentire figura
Che questo
ACER impegnati avvocato dove attraverso insomma quando diventa ostilità spesso sarà
Questa organizza se esiste
Lei va
Anch'esso
Barcellona e proporrà volevo
Primo e riguarda sarà sia verso il bar progressivamente ritorni specifica responsabile
Esattamente nomina a a Londra procura giustifica
Esperienze sovietico sedute
Insita
Umano ugualmente necessari
Confessa usate
Vista giocare vanno nuove se sereno
Sereno le senta
Ordina presente improvvisi struttura
E il generale
I cinquanta sono Sermoneta non stop quarantanovesima edizione volpino pubblicizzare attenzione globale durante
Insuperabili restaurazione e rivoluzione uguaglianza
E l'imponibile non significa una
Una rinnova grazie vuole cittadino qualcuno Andreotti indica una strada che fare aveva ventidue conclusivamente da questo punto di vista probabilmente avrebbero
Mai benissimo coinvolto nella
Questo
Vuole essere riformista perdono altro vengono quando sfottono
Senza neppure sarebbero come si sa o concretamente
Di Opirus pure uno del mondo della politica ma non solo resterà
Recuperare qualcuno una coerenza tra conforme verso
Vediamo se accogliamo recita
Allora
Calcolo
Conosce
Partito
Documento agonizzare va
Bene
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Ma
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Ma
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Omissivi delle fatture mi fondamentali lungo basso raggi atti dovuti formazione o quanto meno riunione parte
Lotta alla stazione o collaborazioni da
Ora Natalia
Combinazione passivo posizione mi ha fatto vedere
Ma comunque allo allora molto va avanti maggiore dove annunciato
Panorama politico di sinistra ovverosia
Il tentativo di comunicare su soltanto
A dibattito insieme a
In lingua relazione peraltro molto comune non marzo presente
Molto come
Comunicare allarmata dalle forze di esprimere in maniera sarà sono
E volontà ma cioè è il momento di Enzo sembrano
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Esistono nel benissimo e la diciamo vietare l'importanza immobili ecco
Quindici precisa
In lingua di critica adesso e
O enormi ascoltato forse
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Gradita insomma uomini a soqquadro principale questo che Rita problema ridefinizione e la cultura tradizione da
Ci sono uno
Tra l'altro c'è un primo giro di spaccio sì
Ma innanzitutto sono molto
D'accordo concluso la parola che è stata per un per certo periodo di tempo
Cancellata dalla sinistra libertaria e veloce nella impostazione che io ho detto un recupero di una sensibilità che riporta al centro del problema
Il problema della libertà e non il problema generico della democrazia proprio da democrazia e la democrazia come strumento di una maggioranza che anche a nome della minoranza
Affronta i problemi una visione libertaria è una visione che invece spera di essere semplicemente dire questo tiene conto anche delle esigenze di ciascun singolo individuo
Voglio fare un esempio una visione libertaria l'ha avuta per esempio Berlinguer durante il referendum sul divorzio quando ha detto a un certo punto anche se ci fosse un solo cittadino italiano
Che ha bisogno del divorzio quel principio di libertà è talmente importante che andrebbe difeso una visione puramente democratica e quelle che invece si esprime
Nella dittatura della maggioranza sulla minoranza la dittatura del proletariato che è stato uno dei cavalli di battaglia
Della tradizione comunista era appunto una visione democratica che aveva un suo significato di rottura in una certa fase ma non era
Libertaria che aprì di fatto un dibattito non a caso molto acceso all'interno della stessa sinistra io ho parlato di estinzione dei partiti no io ho parlato di trasformazione dei partiti
Però la parola anche qui va evocata perché nella mia visione la trasformazione dei partiti implica anche l'estinzione di alcune prerogative che i partiti si sono assunti nei Paesi dell'Est con il fatto che il partito dominava lo Stato eccetera ma anche in Italia il partito Stato la democrazia cristiana
Assumeva compiti che dovevano essere lasciato restituzione attraverso poi il consociativismo questi compiti venivano riversati in certi casi anche persino ai partiti di opposizione la lottizzazione per esempio è un funzione che i partiti hanno avuto in tutta la prima fase della Repubblica e che secondo me deve estinguersi
Ma no perché si è più bravi di prima perché si ha paura di Mani pulite eccetera deve estinguersi proprio
Per il rapporto di estraneità tra i partiti e la funzione di governo che deve essere affidata alla funzione di governo allora vogliamo essere chiari in quello che ha detto prima quando
Noi vediamo ancora oggi segretario di partito
Che scavalcano il Presidente del Consiglio che assumono posizioni che debbano essere proprie
Del Presidente del Consiglio o gruppi
Di partiti che si mettono a loro prima d'accordo sulle nomine della televisione eccetera abbiamo ancora sia pure non me le forme di Tangentopoli
Un tipo di presenza dei partiti è bella preminenza dei partiti nella società che a mio avviso è sbagliato e deve essere superata deve essere superata radicalmente
Quindi proprio per questo io credo che poi bisogna e che ci sia una certa coerenza tra determinate affermazioni e quello che si compie
è chiaro che la coerenza difficile da tenere era l'altra domanda che era stata fatta
E difficile da tenere ma anche qui c'è un problema che va visto in termini reali
Molte volte un dirigente un gruppo dirigente non è fino in fondo coerente
Perché è una affermazione che ha fatto o più affermazioni vengono poi contrastate
C'è un aggiustamento c'è un cambiamento di posizione
Questo è un atto certa
Entro certi limiti è inevitabile oltre certi limiti invece un bar
Come superare questo anche qui non come una buona volontà devi essere coerente o dei mangia la marmellata io come avete visto che l'organico non credo nelle norme morali interiori credo
Nei sistemi che rendono l'uomo capace di essere migliore Lomi sono tutti un po'buoni o cattivi quindi da da Melli non si costruisce l'uomo nuovo se costruiscono i sistemi politici nuovi
E che l'unica via è quella di una visione democratica radicale cioè di una missione in cui se non sia la maggioranza per far avanzare le proprie idee non deve prevalere
L'idea che tu comunque avendo una funzione salvifica sei tu che devi governare aggiustare le tue posizioni vai migliora
Sarà poi fai la tua battaglia o ti dimetti o vedi che non è possibile proseguire perché non c'è un accordo
Che ti permette di essere te stesso
Fino in fondo devo dire che questa visione della democrazia dell'alternanza
E una visione dalla quale la società italiana è ancora molto molto molto
Lontani ricordo che mi fecero dei grandi complimenti quando io ho dato le dimissioni
Dopo il novantaquattro dopo novantasei Dini se non se ne sono più viste
Ma non ho neanche visto campagne di stampa altrettanto radicali come cifre si fecero allora su uomini come Berlusconi e Fini che pure hanno perso clamorosamente queste elezione ma e io dico che se anche giusto perché setto agli atti avesse dato le dimissioni dopo il quarantotto che fu una clamorosa perdita del partito comunista mai avremmo avuto Secchia a dirigere il Partito comunista è una perdita secca diciamo
Del partito comunista qui non invoco questa questo criterio come lettera ma dico che no no no non io non sono stato sostituito da secchiona da un inno Varda un innovatore commessi si dice il
Quindi è un criterio anche questo
Da valutare a seconda dei sistemi politici quello che da valutare non è tanto la questione quindi delle dimissione ma la questione del fatto che se con coerenza non si può portare avanti la propria posizione entro certi limiti si lascia il terreno che viene un'altra posizione si continua la battaglia politica
Per farla emergere naturalmente per avere una simile concezione bisogna non ritenere che bisogna governare per governare che l'obiettivo è il potere lobby il potere lo strumento per realizzare determinati obiettivi
Il partito e l'Ulivo
Ma io ritengo che il punto di partenza è questo con noi abbiamo in Italia un'idea che possiamo fare come in Inghilterra cioè due grandi partiti i segretari di queste partiti sono i candidati a presidenti del Consiglio e allora tutta questa storia dell'Ulivo o anche del Polo non c'entra niente c'è questa alternanza tra due partiti
Nulla esclude che dopo una fase storica di vera bipolarismo tra coalizioni queste coalizioni possono diventare anche dei partiti può darsi che non diventeranno mai ma non posso escludere che lo diventerà d'altro canto lo stesso partito democratico
In America negli Stati Uniti
Era all'inizio una coalizione di partiti versa in parte lo è ancora poi a poco a poco si è partiti hanno perso la loro funzione e diventato il Partito Democratico
Siccome in Italia non siamo a questo o abbiamo la situazione che avevamo fino adesso cioè la coalizione dei partiti ciascuno concorre a far vincere il proprio partito poi loro dopo alle spalle degli elettori decidono e fa fanno e disfano le coalizioni anche nel corso
Della legislatura è un sistema che non c'ho bisogno di raccontarvi perché l'abbiamo conosciuto ampia
Oppure si va verso un sistema bipolare in cui si scontrano fondamentalmente due coalizioni una di destra e uno di sinistra se vogliamo una di centrodestra con il centrosinistra
A me la parola centro destra centro sinistra non mi piace perché è già una contraddizione dell'idea delle due organiche coalizioni e in questo caso
Non si cancellano i partiti
Però i partiti lavorano conseguentemente per affidare le funzioni di governo le funzioni di rappresentanza e anche le funzioni nel Paese legate le questioni di governo e di rappresentanza coerentemente Alma coalizione
La quale deve vivere in quanto tale e il leader della coalizione che anche il leader che e al Governo se al governo oppure il capo dell'opposizione se all'opposizione a la preminenza
Nelle funzioni che riguardano le questioni dello Stato e delle istituzioni spera che separa semplice
Mentre il partito a questo punto
Ha un'altra funzione che è quella che la domanda ultima mia posto
Liberato dal fatto che il suo gruppo dirigente deve correre sempre il Parlamento deve fare le stesse cose che fa il Presidente del Consiglio deve occuparsi e le questioni istituzionali eccetera il partito prevalentemente diventa un'organizzazione che lavora per il Progetto nella società
Cioè nella politica esistono allora in questo caso due tempi un tempo in cui le forze politiche sono d'accordo sul programma a medio termine di governo che non coincide con il tempo che ciascun partito a in quella coalizione perché se uno è un party socialista è chiaro che è un tempo storico diverso da un partito sia pure cattolico che si orienta a sinistra che a un altro tempo sto Orrico risolve i problemi per esempio dalla coscienza dalla scuola privata eccetera in modo diverso i partiti rappresentano queste forme di organizzazione di base determinano ecco la metabolizzazione di cui si parlava prima non la fine
Delle diversità ma il loro rapporto reale non una giustapposizione per cui ci sta insieme soltanto per sconfiggere per essere allora ancora più chiari Berlusconi io ritengo che l'Ulivo
è stato insieme finché persone molto diverse hanno visto il bau bau e hanno voluto sconfiggere Berlusconi non si è fatta quella che io chiamo metabolizzazione vuol dire mettere dentro macina e produrre e quindi poi qualcosa di nuovo per ciò che riguarda il Progetto positivo tant'è che ogni giorno siamo alla verifica con Bertinotti alla verifica con Dini perché no c'è questa metabolizzazione perché nello stesso tempo non si è operata questa distinzione tra il momento del partito è il momento della coalizione queste non si è operata perché secondo me nella sinistra in realtà il discorso non è tutto sincero quando si dice che sia d'accordo sulla operazione Ulivo poi realtà si dice contemporaneamente che i i partiti devono governare e devono essere loro che hanno la preminenza si dicono due cose a mio avviso diverse e io sono per dire
Quell'altra
Quell'altra cosa
E per l'ultima risposta comunicare al cittadino ma intanto credo che ciascuno di noi è abituato a comunicare in modo più semplice meno semplice anche rispetto alle situazioni ai momenti in cui ci troviamo ma adesso al di là di questo io non è che voglio difendere il fatto di essere difendere la mia componente comizietto ska che fin troppo nota semplice comizi esca ma
Il problema esiste sotto un altro profilo e il problema di come i cittadini comunicano in questa società non tanto dalla possibilità nostra di comunicare direi che la televisione ha tolto questa componente dal basso dei partiti
Perché quando si abitua milioni di persone ad assistere a Porta a Porta al fatto che per la prima volta all'insaputa dei singoli partiti i tre o quattro leader fanno una riunione pubblicata in questo è diventato delle volte porta a porta in cui decidono se fare o no una certa riforma istituzionale poi magari la smentiscono
Dopo quindici giorni è chiaro che inducono nel Paese un atteggiamento da telespettatori
E la politica diventa una politica da telespettatori di chi è la colpa di chi va in televisione notevole andarci richiamano giustamente presenta rilancerà c'era soltanto un altro però è un problema che dobbiamo incominciare a porci anche nel vedere come noi affrontiamo
Nella società del Duemila tutto il problema della circolarità della democrazia e dell'informazione cioè il passaggio dall'alto al basso dell'informazione il suo ritorno dal basso all'alto e interazione di tutto questo
Per esempio io sostengo che a un certo punto le burocrazie Webber
Aveva detto questo sono state rese necessarie dal fatto che non era più possibile governare come nell'agorà greca dove tutti si conoscevano andavano in piazza e c'era la democrazia diretta no faggete stai lì
Poi con i grandi Stati moderni naturalmente questo rapporto diretto non era più possibile
Paradossalmente lo sviluppo dell'informazione
Può riportarci all'Agorà
Al villaggio più ristretto ha una possibilità di circolarità maggiore
E questo sarebbe una questione da tematizzare cioè da porre al centro su questo ci dovrebbe essere un nuovo verso questo evoca subito beh ci sono anche i giornalisti qua una una frase che può sembrare
Nel richiamo alla rivolta ma non è questo vorrei che fosse presa in modo concettuale un nuovo Sessantotto come sessantotto pose il problema
Della fine dell'autoritarismo in tutta una serie di settori non solo la scuola
Ma anche allora c'era il problema della libertà
Di stampa eccetera eccetera in realtà oggi invece di essere telespettatori bisognerebbe incominciare ad essere te le combattenti e cioè incominciare a porre il problema della libertà ai livelli nel due mila dove la libertà di stampa è una cosa ridicola perché quando nel nostro cento si dava la libertà di distribuire il volantino era un fatto importantissimo oggi distribuire un volantino
Rispetto al potere
Del intanto da stessa stampa che in mano a quattro grandi famiglie in Italia
Tutti i grandi giornali poi sono di tre o quattro grandi famiglie questo dobbiamo saperlo perché è una basta che abbia l'accordo di tre quattro persone alla stampa forse la televisione c'è un accesso alla televisione molto arbitrario molto legato a chi domina in quel momento
Nella televisione ma oltre a questo che e comunque l'aspetto come dall'alto al basso sempre c'è anche il problema che dicevo di discutere dal basso verso l'alto e quindi affrontare il problema del rapporto sarebbe una bella discussione per fare questo tra tecnologie Nuova democrazia nuove libertà perché il problema più importante che secondo me il secolo nuovo ci consegna
Ci sono la la possiamo chiuso vediamo
Salvo ideologico dei
Normale preciso convenuto siamo Cassina
Appunto la possibilità di aprile testimonianze diffuse
Degli altri
Determinazione e figura uno arrivederci www punto interrogativo