"Il Partito Italiano: la DC dal 1942 al 1994" presentazione del libro di Agostino Giovagnoli (ed. Laterza) org. c/o Palazzo Giustiniani - Sala Zuccari

Stiamo dal mille novecentoquarantadue al mille novecentonovantaquattro a cura pubblicato dagli Editori Laterza ringrazio il presidente Mancino per la sua presenza
E credo che vorrà prendere la parola alla fine della nostra discussione
Ci muoviamo direi nell'ordine dell'invito e quindi sono costretto a darmi la parola
Io direi che questo libro di Agostino Giovagnoli non lo dico perché si dice sempre di ogni libro
Viene a riempire uno spazio è un vuoto
è insomma la prima storia della DC scritta con la prospettiva e scritta con i materiali dello storico dopo la fine di un partito e di un sistema Giuseppe Dossetti nella lunga e densa intervista rilasciata Alberto Melloni dice
Che ormai è irripetibile perduta la circostanza in cui i cattolici sono stati al Governo
E aggiunge perduta questa occasione non ce ne sarà una seconda è inutile porsi problemi perché non ce ne sarà una seconda non ci sarà una generazione di cattolici al potere
Una seconda generazione una seconda chance
Sicuramente no
Una generazione continua Dossetti una volta continua Dossetti in tutto l'orizzonte si del reo si è presentato un'occasione che non si presenterà mai più
Io non so essere profeta come lo era don Giuseppe Dossetti
Ma tutti noi abbiamo avuto la svolta la sensazione di una svolta profonda che ormai segna un distacco da quello che il partito cattolico è stato
E questa svolta ci fa scrivere la storia nella Democrazia cristiana
In maniera diversa in maniera radicalmente diversa con un distacco profondo e proprio l'altro ieri abbiamo discusso sempre un libro di Laterza questa volta non un libro di storia ma un diario politico di Gabriele De Rosa abbiamo discusso alla casa editrice e proprio quel libro ci dava la dimensione del travaglio del distacco della svolta avvenuta
Io vorrei partire dal titolo di questo volume il partito italiano questo stesso lo stesso autore Agostino Giovagnoli aveva parlato in un altro libro di qualche anno fa di partito della società italiana
Altre volte abbiamo detto di partito nazionale della Repubblica
Direi che questo titolo è forse il titolo più ricco più completo che racchiude l'interpretazione di fondo il filo rosso di questo volume
Infatti il grande merito di questo libro e dimostrarci come nasca come si affermi come si allarghi e come in un certo studi senso muoia il grande partito Italia un partito che sorge per iniziativa di De Gasperi ma trovi inizialmente la sua prima legittimazione
Nella chiesa anzi nella Santa Sede empio dodicesimo e qui si colloca quel monsignor Montini che ha ben titolo può essere considerato cofondatore della DC
In un caso piuttosto raro di un fondatore di un partito o di un cofondatore di un partito che diventa papà
E Montini alla capacità di conquistare all'idea di questo partito un papà come Pio dodicesimo che vedeva a favore l'idea che i cattolici si presentassero uniti per lottare in una fase di emergenza contro la presenza comuniste vedeva con favore che i cattolici si presentassero uniti per essere lo strumento che orientasse in senso cristiano
La società italiana
Ma non era solo questo la Democrazia Cristiana infatti la prima grande legittimazione e quella cattolica una legittimazione e Agostino Giovagnoli lo mette in luce che non è facile che viene conquistata che è contro una tradizione radicata di pluralismo tra i cattolici
E la legittimazione della Chiesa porta il potente sostegno del mondo cattolico e sostegno che pesa e che conta anche quando il partito si organizzi in maniera autonoma come negli anni fa un Fagnani
E quando dico mondo cattolico non parlo di quell'associazionismo cattolico pur importante in cui la democrazia cristiana si può avere immergere magari negli anni settanta ma parlo
Di un mondo basta pensare che solo l'Azione cattolica nel sessantadue contava tre milioni seicento mila iscritti
Un mondo
Tuttavia questo partito cattolico è anomalo
Si regge su una dea greca ad una dirigenza laica di cui De Gasperi è la prima e il primo uomo di sintesi il primo leader ma poi nelle pagine vediamo scorrere nelle pagine di provvigione Agnoli vediamo scorrere Fanfani Moro Rumor e tanti altri un partito che si costruisce una sua autonomia politica laica insomma la classe dirigente democristiana ha la sua forza autonoma Dalla Chiesa distinta anche se non separata se non distaccata e la sua forza diventa progressivamente lo si vede con Fanfani la forza dello Stato dei gangli vitali dell'amministrazione è un'altra legittimazione la legittimazione elettorale si accompagna a quella di un governo lungo per cui la DC diventa il partito dell'amministrazione del governo dei ceti medi degli ambienti dello Stato insomma sempre più il partito degli italiani
Di quegli italiani che comunisti non sono ma forse e non sono nemmeno nostalgici del passato regime
E in fondo questa autonomia della classe politica cattolica
Si gioca nel rapporto con una gerarchia che interviene ma sempre più la funzione di guardiana dell'unità dei cattolici più che orienta attrice delle scelte politiche
Ci sono alcuni episodi per esempio si può pensare a tutta l'opposizione dissidi al centrosinistra e tanto altro la gerarchia delle sue visioni ma sempre meno il gruppo dirigente democristiano le fa sue e le fa proprie
Anche se poi interviene come guardiana dell'unità dei cattolici
Così progressivamente in queste pagine
La DC si vede una DC che si inanellano delle sue diverse legittimazioni quella della Chiesa degli italiani moderati quella della lotta anticomunista
E qui c'è la grande legittimazione americana e occidentale che Giovagnoli mette in luce con molte intelligenze finezze infatti uno dei punti principali di questo libro è la connessione tra gli scenari politici democristiani scenari nazionali e gli scenari internazionali fatta con intelligenza superando quella visione schematica che talvolta e infatti Zavala dipendenza quasi che a Roma si decidesse ciò che era stato deciso in altre sei o a volte una collocazione internazionale dimenticato una collocazione geopolitica dimenticata
La collocazione geopolitica italiana è l'ambiente in cui si collocano le differenti interpretazioni della politica italiana e della politica internazionale anzi e non è il caso solo della DC
Più una forza di governo si avvicina più una forza politica si avvicina all'area di governo e maggiormente si fa carico delle responsabilità derivanti dalla collocazione geopolitica di Alitalia
Cioè fa i conti con la NATO e con la collocazione occidentale e in queste pagine emerge tutto questo spessore questa è una storia della democrazia cristiana
Ma in un certo senso è anche la storia delle relazioni internazionali del Paese perché Giovagnoli dice non si può fare storia del partito italiano Saint dimenticando laggiù politica dell'Italia del dopoguerra
E tutta la documentazione rivela come progressivamente la strategia americana si identifica con il partito cattolico
Anche con la sconfitta delle tendenze neutraliste forti nel mondo democristiano pensiamo a Dossetti e forti negli ambienti vaticani pensiamo a Tartini
E la classe democristiana gestisce la propria legittimazione nella lotta contro il Partito Comunista ma qui il grande dibattito
Come coniugare la lotta anticomunista con la democrazia
Senza scivolare nell'autoritarismo o nello stato di emergenza come coltivare democrazia anticomunismo in maniera compatibile possibile
Se noi andiamo a riprendere certe pagine degli anni Cinquanta della Civiltà Cattolica noi troviamo come in fondo
La la politica centrale della Democrazia Cristiana si sia mossa con un certo distacco da quelle sollecitazioni che provenivano dagli ambienti cattolici perché mi sembra che nel mondo della Democrazia cristiana la lettura del comunismo come realtà profonda del Paese non è ridotta a problema di ordine pubblico che può essere risolta con l'ordine pubblico
E tra il cinquantatré e il cinquantacinque ci sono delle pagine molto belle a questo proposito ha proprio parlando del governo di governi pelle segni Giovagnoli mette in luce come la Democrazia cristiana si faccia carico dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e allo stesso tempo della lotta al comunismo
La DC è il partito della lotta al comunismo ma non intende spaccare l'Italia in due poi cerca di farlo il meno possibile
Tante legittimazioni diverse che fanno il partito italiano
Qui non è non posso parlare non delle altre legittimazioni la legittimazione de la ricostruzione economica altre minori quelle locali sindacati le campagne il partito meridionale
Ma si giunge sempre più a quest'idea questa realtà del partito italiano centrale nel sistema
Ma fino a quando arriva a questo partito italiano il libro di Giovagnoli giunge fino al mille novecentonovantaquattro
E direi che va oltre la storia del partito italiano
Perché come tutti
Abbiamo detto che abbiamo scritto
E il mondo bipolare che segna la fine del partito degli italiani ma dal libro Dal diario politico di Gabriele De Rosa emerge questo momento della fine anche in maniera drammatica quando cade la legittimazione quell'anti-sovietica che viene che viene ridiscussa ma il libro di Giovagnoli mette in luce che non c'è una fine un muro che cade è un partito che crollano i libri Giovagnoli mette in luce come progressivamente le diverse legittimazioni vengono ridiscusse anche perché l'Italia costruita da questa democrazia cristiana e dagli altri partiti politici non è la Bulgaria della NATO come si è spesso detto
E non crolla il muro e cade un palazzo
E allora legittimazioni entra in crisi presto negli anni Sessanta gli anni settanta entra in crisi del mondo cattolico
E durante il pontificato di Paolo sesto e con il Concilio quando la Chiesa italiana crede ancora la necessità della DC ma vuole costruire un profilo autonomo del cattolicesimo italiano una scelta religiosa
In una certa misura la chiesa non sente più di giustificare di fronte all'un pignone pubblica in tutto la Democrazia Cristiana
E l'utopismo cattolico trova nella DC un ostacolo se non un nemico e qui rinvio alcune pagine molto belle sul Sessantotto
Del resto le generazioni nate nell'Italia repubblicana
Quelle che nel sessantotto negli anni settanta si affacciano sulla scena sociale politica facevano fatica a comprendere il peso
E direi facevano fatica a comprendere lo spessore delle legittimazioni costruite dalla Democrazia Cristiana
Gli anni del centrosinistra quelli del rapporto con il pc sono un periodi marcato autonomia strategica e politica della classe dirigente democristiana ma io vorrei attirare l'attenzione su un momento su un momento
Che messo in luce molto bene dalle pagine di Agostino Giovagnoli un momento che è un momento di svolta gli anni settanta e la seconda metà degli anni Settanta
La seconda metà degli anni Settanta aggiunge a crepare profondamente il partito degli italiani aprire delle crepe nel partito degli italiani proprio per la sua posizione centrale e il referendum del settanta quattro
Una dato su cui riflettere De Gasperi i referendum aveva intuito che erano
Da non usi per la posizione della democrazia cristiana fin dal referendum istituzionale aveva intuito i pericoli del referendum e del sistema e dello strumento referendario per un partito complesso come la DC
Direi un partito di Complessi oppositore umano e tanti nella DC non volevano il referendum del settantaquattro ma forse la combinata Fanfani le scelte della Chiesa porta il partito a entrare in quella vicenda il referendum con il suo sistema plebiscitario e manichea in un certo senso spinge da una parte c'è il vecchio e c'è il nuovo e tutti i referendum sino al novantatré e non giovano alla Democrazia cristiana nel gioco della bipolarità fatto non solo politico ma fatto di mentalità degli italiani
Che innescano processi di delegittimazione a tanti livelli di opinione pubblica
E allora questa di legittimazione che Aldo Moro avverte ricorda la reazione di Aldo Moro al convegno del mille novecentosettantaquattro sui mali di Roma promosso dal cardinal Poletti recentemente scomparso
Reazione infastidita perché perché quel convegno ecclesiale rappresentava un piccolo aspetto di questo processo di delegittimazione e così questa seconda metà degli anni Settanta il referendum
La morte di Moro la morte di Paolo sesto l'elezione di un papa non italiano
Insomma
La DC non finisce quando crollò un muro ma forse nel processo Complesso di ridiscussione di tutte le legittimazioni che ne hanno fatto un partito italiano
Il partito italiano il partito nazionale dobbiamo essere grati credo Agostino Giovagnoli che ha avuto il coraggio di addentrarsi in una storia complessa che ha tanti protagonisti
Che ha tante vicende in un intreccio in cui non è facile districarsi per tirarne fuori un disegno una ricostruzione che credo farà discutere
Perché questa storia finora
è stata troppo affidata credo ha una mentalità e una lettura troppo manichea e forse troppo dipendente da una mentalità nuovo e vecchio da una mentalità diciamo così referendaria
Grazie
Giovanni Sabbatucci
Grazie
Ha ragione Andrea Riccardi quando si presenta un libro quando se ne vuole parlar bene si dice che colma una lacuna
In questo caso credo che sia particolarmente vera questa che è un'affermazione anche un po'di maniera in questo caso è vero anche perché la lacuna è una lacuna non di poco conto
Riguardando il partito che ha governato l'Italia per quasi mezzo secolo più di qualsiasi altra formazione politica a meno che non si voglia considerare la classe dirigente liberale nel suo insieme che governò per un sessantenne circa il Paese
Che ha governato l'Italia è assegnato
Il cinquantennio che è alle nostre spalle in tutti i sensi nel bene e nel male io credo più nel bene che nel male lo dico da non democristiano considerando io il cinquantennio trascorso come un periodo tutt'altro che nero della storia nazionale
Insomma il partito italiano per eccellenza e su questa definizione anch'io vorrei poi tornare un momento non è che non ci fossero finora studi sulla democrazia cristiana anche complessi quello di Giorgio Gaber per esempio
I lavori di Baget Bozzo
Sono però tutto sommato abbastanza abbastanza scarsi di numero per lo più scritti da non storici di professione politologi come nel caso Galli
E secondo me risentano un po'tutti della difficoltà
Di fare la storia della democrazia cristiana che senza
Tanto perché è una storia oggettivamente complicata
Non facile da raccontare e che sempre sposta rischia di ridursi a una cronaca di congressi e di vicende correntizie spesso non facilmente leggibili dai non esperti rischio a cui il libro di Galli per esempio non sempre sfuggito
Ma anche qui forse è il dato più interessante perché questa storia
Fa riferimento
A culture ha idee a valori che sono tutto sommato diversi rispetto a quelle del cultura laica che
Che il nostro paese è stata anche in periodo nell'età democristiana diciamo propriamente detta è una cultura maggioritaria
E anche per questo io credo è accaduto che la storia della democrazia cristiana che gran parte della storia del movimento cattolico
Quintale sia sempre stata fatta da cattolici ma questo è un fenomeno più generale anche la storia degli altri partiti è stata fatta per lo più da esponenti o da persone che si riferivano comunque a quelle tradizioni politiche
Con rischio però appunto di fare delle storie interni
Che cosa ha fatto Giovagnoli per evitare sia il rischio di una storia troppo minuta troppo cronachistica sia il rischio di una storia troppo in Terna ha fatto una cosa giusta secondo me cioè a legato saldamente la la storia della democrazia cristiana con snodarsi delle vicende della storia nazionale
E anche come ha ricordato Riccardi e questa ex forse la maggiore novità di questo libro con il quadro internazionale
Mostrando come queste vicende abbiano pesato che si siano sempre intrecciate con la storia dell'Italia del cinquantennio repubblicano e con la storia della Democrazia Cristiana
Ha rinunciato invece lo dice in nell'introduzione a trattare il problema del potere democristiano
Delle sue articolazioni delle sue strutture
E anche qui secondo me anche questa è una scelta giustificata nel senso che è una dimensione questa difficile da trattare a livello complessivo globale nazionale anche perché queste forme queste articolazione del potere democristiano sono state molto diversificate
E perché sarebbe stata comunque un'altra storia che certo sarebbe bene che qualcuno raccontasse meglio di quanto non sia affatto fino
Se un rilievo io devo fare a questo libro che ho peraltro molto apprezzato che ho letto con molto interesse
Me lo faccio subito questo rilievo è di essere stato a volte un po'timido nelle nel trarre delle conclusioni
E nel forse più che nel trarla nell'evidenziarle
Magari in un in una conclusione o in qualche pausa diciamo ampia più ampia della trama narrativa che piuttosto da
Così che le molte
Osservazioni e idee spunti intelligenti che sono nel libro bisogna andarsele a cercare dentro questa tranne il che potrebbe essere anche un espediente per costringere il lettore a leggere il libro per intero nel non leggere come a volte si fa l'introduzione e la conclusione
Io comunque l'ho letto e molte cose interessanti le ho trovate mi limito qui a evidenziare un paio di problemi che ho trovato particolarmente intrigante
Uno è quello come dicevo relativo al titolo
Di cui già si è parlato
Il titolo quando si parla di partito italiano si può dare due letture di questa denominazione
Quella nel senso diciamo così Gobetti hanno meglio nel senso in cui Gobetti diceva che il fascismo è l'autobiografia della nazione
Quello per cui la Democrazia cristiana ha rappresentato legittimamente
La storia italiana la società italiana per un tempo molto lungo si era presentato un'Italia che qui forse dato abbastanza curioso
Spesso era un italiano non non palese non sempre emergente
Forse per quella dicotomia culturale di cui parlavo prima certo è io
Così per dirla in termini molto molto semplici o vissuto quasi l'intero arco della mia vita in un'Italia diciamo così tra virgolette democristiane e ho conosciuto e frequentato pochissimi democristiani cosa che credo molti possono dire
Come commenti
Quindi si può dire che la DC è stata il partito italiano in questo senso il partito di un'Italia profonda e non sempre non sempre
In primo piano sulla scena diciamo cultura
Ma questa è semplicemente una constatazione che si ferma qui fondo lascia il tempo che trova può indurre a qualche riflessione
Ma credo che più importanti più penetrante sia l'altro senso in cui si può intendere questa definizione di partito italiano cioè quello di partito nazionale che è un'espressione credo di De Gasperi
Che già stata ricorda
Penso che sia opportuno sottolinearlo in un momento in cui
Si lamenta in parte giustamente una certa carenza di valori nazionali nella storia dell'Italia repubblicana
E si addebita questa carenza al
Presenza preponderante di di partiti i due partiti due dei due maggiori partiti entrambi con radici con riferimenti culturali non propriamente nazionali
E questo in parte è vero però ecco io credo che nel caso della democrazia cristiana nel caso soprattutto della Democrazia Cristiana degasperiana
Dell'età di De Gasperi questa funzione nazionale il partito l'ampia svolta o abbia cercato quanto meno
Di svolgerla
Anche al di là del dei documenti ufficiali del di ciò che emerge dalla stampa o dai congressi
A livello anche così di cultura diffusa dico questo anche
Così pensando a i miei ricordi personali lontani io sono un po'più vecchio dell'autore o o frequentato le scuole elementari in una parte delle scuole elementari in età degasperiana
Ricordo che una certa come dire una una certa mescolanza di valori religiosi e di valori nazionali anche nel senso tradizionale del termine no a base di Canzone del Piave di oleografia riserve risorgimentale beh nella scuola dei miei tempi c'era ancora c'era in una misura in cui non c'era stata sicuramente nell'Italia pre fascista e non ci sarà poi nell'Italia
Nell'Italia del miracolo economico nell'Italia della televisione eccetera eccetera
C'era questa cosa in qualche misura funzionava anche se aveva naturalmente contenuti e fu sicché si presentava a volte in forme un po'così tradizionali e magari bacchettone
Però c'era e su questo
Credo che si debba riflettere
L'altro problema centrale
Che vigna interessato
Ecco quello che relativo alla natura alla collocazione centrista del democrazia cristiana e ai rapporti
Che questa con il sistema politico con l'assetto del sistema politico italiano
Una vocazione centrista e in qualche misura connaturata
Quasi dire consustanziale a un partito cattolico
Specie se nato come ben messo in evidenza e come è stato ancora anche qui ricordato nato con una forte impronta
Da parte della chiesa di Roma
Ma è diciamo connaturato proprio un partito cattolico non perché
Una forza politica cattolica si ponga
A metà strada fra destra e sinistre ma perché una forza politica cattolica si considera altra rispetto a destra sinistra fa riferimento a valori che non possono essere esauriti non possono essere declinati lungo questa alternativa
E questo e direi appunto un dato di fondo
Ecco questo però che ripeto è una caratteristica originaria dei movimenti e dei partiti cattolici a cominciare dal centro tedesco
Questo non significa
Che
Un partito cattolico poi nei fatti non possa schierarsi dall'una o dall'altra parte che esso sia per la sua esistenza un ostacolo alla
Formazione di una democrazia dell'alternanza
Il caso della Germania direi che è abbastanza indicativo in questo senso
Si potrebbe al contrario dire che l'operazione politica con cui la democrazia cristiana
Fra la fine della guerra all'inizio del dopoguerra
Riesce a convogliare su di sé il grosso del voto che l'opinione pubblica moderata e conservatrice operazione politica che non esiterei a definire grande una delle più importanti nella storia
Politica italiana
Ecco questa operazione politica avrebbe potuto essere la premessa
Proprio invece perché una democrazia dell'alternanza in Italia sì fondarsi
E Sissi così si fa vuol continuare con il gioco delle delle simulazioni si potrebbe dire che questa questa esito ci sarebbe stato il sei ipotesi peraltro del tutto così fantastica
Il Partito socialista nel dopoguerra avesse avuto la forza e la capacità di fare un'operazione analoga nei confronti dell'estrema sinistra cosa che ovviamente non era non era possibile
Ma dico che queste condizioni per una democrazia dell'alternanza si potevano tranquillamente creare
Nonostante la DC e forse anche nonostante la proporzionale e poi ha in qualche modo contribuito a bloccare il sistema su certi equilibri eternit Zare un certo tipo di assetto
Certo che in questo assetto quali la DC sia
Trovata bene indubbiamente e a contribuito da parte sua renderlo renderlo permanente
Anche l'operazione del cinquantatré della legge maggioritaria
Che adesso si è si dice in prospettiva dopotutto essere anche in realtà un a grimaldello diciamo così per fare saltare certi equilibri politici e per fare invece partire la democrazia dell'alternanza in realtà è concepita della DC in tutt'altra prospettiva cioè nella prospettiva di
Rinsaldare e rafforzare proprio il suo ruolo centrale
A cui la DC non denuncia non rinuncia mai anche quando come sottolinea Giovagnoli questo centro diventa qualche cosa di piuttosto nebuloso quando viene meno l'accorrente
C'è interista e centrale della Democrazia Cristiana che erano stati i primi degasperiana
Poi iniziativa democratica poiché titolo Tay ecco dalla fine degli anni Sessanta questo centro diventa un po'un luogo in cui convergono diverse correnti diverse tendenze ma anche allora
Questo centro resta e la DC tende a attestarsi intorno a questo centro a governare come sempre ha fatto dal centro
La società italiana ecco questa volontà di temere comunque il centro
Nasce da molte motivazioni
Oltre che da una naturale vocazione di cui ho detto prima
Nasce dalla all'inizio dall'anticomunismo che è sicuramente com'è stato detto giustamente come dice Giovanna Bianchi nel libro fattore costitutivo
Della storia almeno della prima storia della Democrazia Cristiana
L'anticomunismo prima poi dopo lo si chiama in altro modo il fattore K l'inaffidabilità dell'opposizione eccetera che ha una ragione sicuramente forte
Ma c'è anche qui e qui è il punto che mi interessa una convinzione diffusa
Nella classe dirigente democristiana che è poi una convinzione che è tipica di buona parte della classe dirigente italiana da Depretis Minghetti fino Moro Berlinguer
Cioè che il Paese non sia capace non sia in grado di sopportare una lacerazione come quella che sarebbe prodotta da la dall'impianto di un sistema bipolare
Da una contrapposizione netta destra sinistra
Questo lo vediamo bene per esempio il Moro di Mauro si citano spesso affermazioni per lo più riferite al futuro che
Così accennano allo scenario che la famosa terza fase della democrazia compiuta della possibilità di alternanza eccetera
è altrettanto vero però che Moro enti anche qui si trovano citazioni in questo senso la l'idea della contrapposizione destra sinistra o comunque l'idea di una configurazione bipolare del sistema politico la tenera temeva fortemente dovranno per motivi di tempo non leggo ma ce ne sono diverse
La teneva comunque e cercava in ogni modo di evitarla
E persino superfluo sottolineare che questa
Questa preoccupazione
Che poi si traduce appunto nel rafforzamento di dell'originaria vocazione centrista
Che
Ha fatto la forza della democrazia cristiana per molti decenni a un certo punto ex sicuramente una delle cause è una delle cause principali della sua caduta della sua crisi della sua diciamo esplosione
Una volta che sono venute meno le condizioni internazionali
Fine dei dei blocchi caduta del muro di Berlino eccetera e istituzionali passaggio al maggioritario dopo il referendum che invece supportavano quella collocazione quel ruolo
Di fronte a all'opportunità che pur lì si presenta bandi occupare
Il Paolo moderato
Di uno schieramento bipolare il che non significa di diventare destra comunque di occupare funzionalmente in quel ruolo
Martinazzoli a le stesse perplessità e le stesse incertezze le stesse paure uno sostanzialmente anche qui c'è un'eccitazione
Assetto bipolare del sistema dice Martinazzoli nel novantatré sembra
E non è non ci convince non ci piace non lo vogliamo
Il risultato di questa scelta peraltro nobile
E quella di lasciare completamente scoperto il fianco destro dello schieramento che di vanificare di annullare quella grandiosa operazione che De Gasperi aveva portato a termine
Alle origini della storia della democrazia cristiana
Certo mi rendo conto di semplificare un discorso che è dovrebbe essere ed è in questo libro più complesso di quanto io non abbia non mi abbia fatto ma
Io credo che qui sta la ragione principale
Forse sicuramente più che in Tangentopoli in altri processi pure sicuramente noi importanza sta la ragione principale
Della esplosione della spaccatura della democrazia cristiana
I cui eredi potranno ancora svolgere funzioni importanti nella storia politica del Paese ma certamente qui credo che siamo tutti d'accordo non saranno più né
Separatamente né
Nell'ipotesi tutti quanti insieme il partito italiano di cui si parla in questo libro grazie
Grazie Giovanni Sabbatucci fa parte concordare sul vuoto colmato anche se uno spazio enorme e quindi c'è ancora per colmare io credo che
Gli interrogativi che Tupone vi soprattutto alla fine siano interrogativi
Di grande importanza e si connettono al presente
Ma
Ma ne non c'eravamo messi d'accordo tra i relatori però anche Mecca tenterà di toccare sostanzialmente gli stessi temi che sono state già toccato
E credo che la regione di di ciò sia nel nel carattere del libro
E cioè è una sintesi storica della vicenda di polizia Cristian particolarmente ben fatta è riuscita
Personalmente
La dico così come uomo di parte mi piacerebbe che per la strada dei pc alla quale io appartengo appartengo venisse fuori un libro con le stesse caratteristiche
Con la stessa capacità di sintesi e con la stessa capacità di
Imboccare come la scritta una storia di partito da naturalmente verso
Semplifico quindi fatte
Fate voi la tara dell'eccesso di enfasi o di normatività che ci sarà in quello che dico
Che voglio dire ma insomma non è un caso che
Da un lato la storiografia dei partiti sia stata prededentemente autoreferenziale o parrocchiale
E questo fino a che diciamo i partiti erano in vita continuano ad esistere ovviamente facilitata spingeva che i democristiani scrivessero la storia del del proprio partito pensando
Più asse che agli altri comunisti facessero altrettanto
Oppure e questo è un elemento di debolezza organico
Oppure la vicenda dei partiti è stata prevalentemente oggetto di studi sociologici politologi che aiutano a raccogliere molto materiale classificarlo a far capire tanti aspetti della vita dei partiti però difficilmente aiutano a capire che cosa sono perché nascono ad un certo momento perché finiscono
E con questo libro invece si muove in un'altra prospettiva e siccome appunto ognuno c'ha il suo linguaggio la sua cultura la sua storia e io ritratto Hucco senza spese spero senza fare violenza Giovagnoli
Il suo approccio in un linguaggio diciamo in un apparato concettuale che mi più proprio che cosa vuol dire superare i parrocchia lirismo l'autoreferenzialità nella stelo scrivere la storia dei partiti
Prenda presto uso una metafora di Gramsci ben nota secondo la quale scrivere la storia di un partito in senso pieno consenso proprio
Cioè assumendone tutta la problematicità vuol dire scrivere la storia di un paese da un punto di vista monografico
Se si vuole veramente scrive storia di un partito e naturalmente questi riferito ad un'epoca ben determinata che l'epoca noi contemporanei
Io credo che questo sia il libro di Giovagnoli
E diciamo una storia politica dell'Italia da quarantadue a novantaquattro scritta da un punto di vista monografico
Cioè attraverso la storia del suo principale partito politico
E perché diciamo la cosa è riuscita secondo me perché quello che Giovagnoli ricostruisce narra e la storia della egemonia di un partito
E la selezione delle ragioni degli intrecci delle operazioni
Delle scelte attraverso cui un così prolungato esercizio fondato sul consenso della direzione politica del Paese né è stato possibile
Anche qui riprendendo a prestito
I concetti di Gramsci dico c'è Giovagnoni ad opera in metrò molto con quattro
Consentaneità si dice così
Almeno nel linguaggio dell'istituzione
In nell'uso di una concezione la politica come timoniere
E qui naturalmente devo tornare anch'io sulla questione del partito italiano che è stata già chiarita attraverso i riferimenti sia di Riccardi che di Sabbatucci alla citazione di De Gasperi partito nazionale
E ovviamente come vedete ci si muove in un in un mondo di concetti molto diversi da quelli a cui eravamo stati abituati partito di occupazione del potere il partito Stato
Partito K articolarmente abile nell'organizzare il consenso attraverso lo sviluppo di clientele tutte cose vere nella loro parzialità false come capacità di spiegare la storia
Dell'Italia repubblicana per rapporto alla funzione storica del suo principale per
Allora dov'è il punto lo hanno detto sì e Riccardi che Sabbatucci esattamente nel avere ben chiaro al di là del modo in cui sia più o meno elaborato esplicitamente sul piano concettuale
Che cosa è un partito nel Novecento
I partiti fondamentali nascono e si afferma no e durano fino a che sono capaci su questo effettivamente costruiscono il consenso poi ci sono tante altre risorse organizzative capacità di selezionare attentamente ed interessi da rappresentare capacità di alleanza ma l'elemento storico fondamentale e la loro capacità di diciamo dare una propria interpretazione uso un linguaggio volutamente infatti dell'arcaico ai destini della nazione dei destini della nazione della storia di un Paese
Del suo sviluppo
Che nel Novecento procede da equilibri intrecci mutevoli
E mai univoci si tratta appunto di giocare sul terreno di alternative di opzioni di rischi di responsabilità
Fra
Intreccio fra le condizioni interne le condizioni internazionali dello sviluppo
La storia delle nazioni nel Novecento e la storia delle alternative dei loro processi di internazionalizzazione
E i soggetti di questo suo i partiti politici i partiti politici fondamentale
Nella storia d'Italia repubblicana queste molto visibile forse più che altrove esattamente per il tipo di condizionalità che valida in generale nel Novecento primato della politica ente extra sulla politica interna
Per il modo in cui alle origini si è strutturato il sistema dei partiti italiani
Avendo come termini fondamentali per quasi cinquant'anni
La DC e il PC partiti come devo dire che non potevano non essere autori di una doppia lealtà per il modo in cui attraverso essi in Italia più a più profondamente si riverberava la divisione del mondo in due gli elementi geopolitici a cui hanno fatto riferimento
Sì e Riccardi che
Chiesa alla Tucci
è questo il quadro nel quale poi la combinazione degli elementi nazionali e internazionali delle risorse delle condizioni nazionali e internazionali lo sviluppo venire interpretate proposta
Antagonistica mente secondo alternative diverse dall'uno e dall'altro è chiaramente il terreno sul quale scelse di muovessero democrazie cristiane o quello vincente
Ed è quello che generò perché gli Stati Uniti erano più forti
Perché su quel terreno ecco vengo a qualche elencazione diciamo così è stata la funzione d'egemonia la funzione storica di questo partito
è stato innanzitutto l'inserimento pieno e sul terreno democratico dei cattolici nella vita dello Stato
Questione mica da un da poco
E da questo punto di vista forse Dio perché sono insomma
Incorreggibile togliattiano penso che la soluzione del partito unico dei cattolici sia stata questa più progressiva
Rispetto alle alternative che si ponevano all'epoca perché è stata dell'operazione che poi ha consentito anche come devo dire di neutralizzare almeno per alcuni decenni lunghi decenni le norme spessore reazionario
Che è un dato di lunga durata della Società italiana
In secondo luogo questa operazione è stata compiuta portando per la prima volta l'Italia ad aprirsi pienamente
Alla vita economica e politica internazionale sia pure nell'ambito diciamo della guerra fredda del mondo che si divideva in blocchi
E qui Giovagnoli non manca di rilevare come però fino a che la guerra fredda non inizio questo compito fu assolto
Unitariamente non solo dalla Democrazia cristiana ma dai partiti che governarono negli anni della coalizione antifascista perché quelle scelte furono condivise fino diciamo all'inizio della carriera
Cominform Patto atlantico ci
Il partito coautore e tutto l'orrore della Costituzione anche si pigro
Nella sua implementazione ma sicuramente tutore della Costituzione verso la destra
E quindi ecco qui l'altro elemento che è stato ricordato capace di equilibrare
L'anticomunismo su cui si basava e non poteva che basarsi
Almeno dall'inizio della guerra fredda in poi in maniera esplicita e forte con l'antifascismo
Nel bene come anche nei limiti che questo ha voluto dire che qui non aggiungo di più anche se se avessi più tempo meriterebbe di essere sviluppato il discorso che per cenni ha già fatto Sabbatucci di come quei quaestor
Un gatto
Forse troppo una certa idea della centralità della Democrazia Cristiana sadico così rozzamente
Questo asse di equilibrio fra anticomunismo e antifascismo come asse di equilibrio della struttura che aveva assunto il sistema di partitini in Italia sicuramente entra in crisi organica negli anni settanta
Per molteplici ragioni
E la prova di ciò e che e in vario modo i tre principali partiti dopo sessantotto sessantanove tema Tiziano cercano di tematizzare il problema del compimento della democrazia
Ora è l'alternanza come dir si voglia
Moro con la strategia dell'attenzione delinquere con la strategia del compromesso storico il Partito socialista con la strategia dell'alternativa
Però non c'è dubbio che
Le vie imboccate
Non portarono ai risultati forse voluti e qui si apre un grande tema sul quale tornerò fra un momento da ultimo fra queste funzioni storiche fondamentali l'unificazione del Paese la sua modernizzazione
Tale sulla guida conquistata dall'OCSE cristiano nella costruzione dell'economia mista che la forma europea ti modernizzazione industriale di sviluppo
Per ventenni e trentenni adoro successivo alla seconda guerra alla seconda guerra mondiale
E la costruzione lo stato sociale sia pure con tutti i difetti che questo a in Italia naturalmente messo così diciamo sembra che io diciamo sia ancor più giuste c'è giustificazione East di quanto può sembrare giustificazionista
Il libro di Giovagnoli che non lo è affatto
Faccio questo passaggio per dire che mi ha fatto una scelta fatta una scelta coraggiosa e diciamo rara
Rispetto a quanti scrivono di storia di partiti quello di avere chiaro l'intreccio fra politica interna e politica internazionale fra politica estera e politica
Nazionale
Come chiave di volta della storia politica italiana e quindi anche
Di un suo approccio monografico cioè ripercorso attraverso la vicenda del partito imiti ininterrottamente di governo questo lo ha come devo dire costretto a tagliar fuori altre dimensioni sulle quali qualche cenno ha già fatto Sabbatucci ma diciamo tutti i temi e i nodi dello sviluppo
Delle alternative
E delle forme della modernizzazione su cui invece è chiaro che quanto più si scava se tanto più questa storia sì arricchirebbe di
Beh anche di fallimenti
Dicevo
Prima a Giovagnoli parlando
Quindi l'anticamera
Non a caso mi pare che la parte diciamo meno affascinante di questo racconto e quella che in qualche modo ripercorre il centrosinistra prove perché quello è il momento in cui diciamo il tenersi sul terreno nella storia
Politica in maniera così vincolante mentì distinta dai problemi della storia dello sviluppo impoverisce
Non sollecita un una messa a fuoco invece di forse del tema il nodo storico principale della storia d'Italia pubblicano il fallimento della modernizzazione
Di una modernizzazione diversa insomma
Di una modernizzazione diversa da quella che c'è stata in cui poi chiediamo trent'anni dopo i problemi che diciamo la seconda fase della Italia dei della vita repubblicana eredità finisco perché anch'io non voglio approfittare
Del tempo questo tra i meriti di questo approccio c'è quello anche di offrire una periodizzazione persuasiva
Dell'Italia repubblicana e della democrazia dei partiti della repubblica dei partiti innanzitutto per la giustificazione storica che fornisce anche in questo io sono perfettamente d'accordo con lui circa le ragioni per cui la democrazia italiana si struttura come Repubblica dei partiti con così pesanti pervasive particolarità
Sono di Petronio è inutile stare a
A imprecare contro la storia
I partiti ricostruiscono un Paese che pensammo con la guerra e la sconfitta il fascismo e l'otto settembre aveva visto crollare le strutture fondamentali lo stato e tutto ricomincia coi partiti
E naturalmente
Il il la parte diciamo
Che sale di questo ciclo è così alta esattamente perché quei partiti per almeno venti venticinque anni assolvono a funzioni fondamentali in maniera molto alta
Ci siamo trovati qualche settimana fa insieme a presentare un altro libro di Ventrone che ripercorre in parallelo la storia sociale diciamo così della Dc e il Pci nei primi nei nei primi quindici anni nel dopoguerra e anche da quel punto di vista accertata Curt con quel tipo di taglio si si vedeva insomma che così è stata nella fase ascendente
La funzione e il ruolo di questi partiti
E questa funzione comincia a finire negli anni settanta
Per cui diciamo quando ricevo periodizzazione primario cavare molto rapidamente ma è un tema che grazie anche al libro di Giovagnoli io sono riuscito a vedere più chiaramente in in uno scritto mio occhio pubblicato poco tempo fa che appunto si occupa anche di di questi temi e cerca di periodi Cesare
Da un lato perché
Diciamo negli anni settanta il tema del compimento da democrazia è il tema della modernizzazione
Cioè se non si passa per la modenese nel sistema politico è difficile diciamo innestare altre fasi e fare avanzare altre alternative Sutera una modernizzazione competitiva complessiva del Paese
E e quell'appuntamento vieni fallito e viene fallito
Perché ecco rapidamente col senno di poi diremmo e qui il modo in cui Giovagnoli seleziona le fonti per individuare che cosa vuol dire il passaggio al pentapartito che cos'è il preambolo Forlani aiuta a periodi sale
E la presa d'atto lucida che un'ipotesi di grande coalizione se mai fosse stata lucidamente fisicamente messa a tema
Come passaggio per arrivare all'alternanza avrebbe comportato comunque per la ditta si all'uscita di non essere più la DC e per i pc di non essere più pc Ipc non avete tout-court più potuto essere un partito comunista
E la DC non avrebbe più potuto essere quel partito nel quale ci potevano essere insieme diciamo il dai liberal conservatori ai socialdemocratici come per usare un linguaggio riusciamo gli altri e culture come siccome sono stati insieme
Fino a poco tempo fa
E ma il derubricare come avviene con il pentapartito col preambolo Forlani poco il pentapartito il tema dell'alternanza con la complicità oggettiva del PC
Che finita la stagione del compromesso storico della solidarietà nazionale si trova fino a novanta fino all'ottantasette senza una proposta politica e quindi come un partito di mediatore
E quindi diciamo che in qualche modo non tematizzazione anch'esso
Il compimento della democrazia semmai tematizzare denunciato la degenerazione partitocratica della democrazia la questione morale beh gli anni ottanta sono gli anni nei quali
Apparentemente la Repubblica è ancora la repubblica dei partiti la democrazia italiana è ancora una democrazia di partiti poiché i partiti non sono come tali soggetti ciascuno per sé della dinamica del sistema politico ma c'è un'Inter partito
Che esclude la possibilità di alternanza e che ha come missione fondamentale quella di garantire la continuità
Di tante cose
Ma che nello stesso tempo mette in conto la possibilità che il partito di maggioranza relativa
Conceda agli alleati una sovrarappresentazione che non corrisponde assolutamente a quello che essi effettivamente rappresentano in termini di consenso nel Paese e quindi il funzionamento del sistema non è più secondo la logica i partiti soggetti
Così come per altro verso il Pizzi quando definisce cos'è l'alternativa non ha una proposta politica alternativa è un processo sociale di movimenti che spostino i rapporti di forza all'interno del pentapartito e riaprire riaprano il gioco e poi si vedrà
Concludo anche libri Giovagnoli mi ha aiutato a dire che la repubblica dei partiti la democrazia dei partiti non importa
Novantadue nel novantaquattro ma se non è morta sicuramente ha cominciato irreversibilmente morire con il fallimento della sua vita eterna nazionale e anche per questo per questo contributo a me dato l'interesse io a questo tema di sono grato
Grazie certe Vacca credo che ora il presidente Mancino col interventi
Ma io
Sono il meno distaccato rispetto
Alla vicenda
Anche se condivido
Il giudizio favorevole che è stato espresso nei confronti di Giovagnoli
Per
Un'analisi io dico apparentemente distaccata ma comunque distaccata sostanzialmente
Rispetto ad alcuni temi figlio provocatoriamente
Sottolineano nel passaggio rapidissimo
Io vorrei partire da una considerazione
Cioè è diffuso il convincimento che ciascuno si è costruita la sua storia
E salvo
Storici che sono peraltro anche presenti di area cattolica
Da solo
Non votanti
Ecco la storia della democrazia cristiana è stata più fatta da sinistra che non tra una riflessione di area senza appartenenze per lunghissimo tempo
Questo partito ha sofferto di una
Collocazione distorta anche rispetto alla funzione esercitata
Però o ciascuno si merita
Quello che riesce ad ottenere
Pronti perché
C'è stata più disattenzione
Di quanto non la funzione esercitata meritasse
Questo continuo proiettare la politica
Dei tempi che abbiamo vissuto
Fra situazioni interne situazione internazionale
E mette in evidenza una preoccupazione che c'è sempre stata piuttosto diffusa all'interno di quel partito
Poi peraltro si
C'è il divieto del ne bis in idem
Per uno che è stato democratico cristiano c'è anche la consolazione
Che
L'intestazione del del libro e salto un ruolo partito italiano non ci può essere probabilmente un altro partito italiano nel bene e nel male
Sì ha caratterizzato la vicenda di una di un cinquantennio
Da
Io vorrei accennare
A due
Posizioni che s'
Uno emerse
E che trovano
Una analisi nel nel libro di Giovagnoli l'esperienza dei popolani prima del fascismo e l'esperienza dei cattolici democratici all'interno della Democrazia Cristiana dopo il fascismo
Tre per dire che
Il partito e Stato laico sin dalle sue origini
Il rifiuto
Di rappresentare
Ma anche il rifiuto di essere
Di trovare una fideiussione al di fuori
Della riflessione proprio di un soggetto politico collettivo
Quale quali sono stati i partiti quale è stato anche la Democrazia Cristiana
Credo però che
Al di là delle vicende interne
La proiezione all'esterno è stata tutta giocata in direzione di ciò che anche Giovagnoli ha sottolineato di una
Utilizzazione degli schieramenti politici per rispondere a due esigenze
Uno della costruzione iniziale
E successivamente del consolidamento della democrazia
E un'altra
Del respiro internazionale di cui il Paese aveva bisogno attestato a mio avviso anche sufficientemente sottolineato nella acuta analisi che questo libro a oggettivamente a a
Cioè in un periodo in cui il mondo si divide in due blocchi
E sarà stando anche facile per un partito assumere il ruolo centrale nello schieramento politico
Però c'è stato una scelta felice
Una intuizione
Di come si potesse sviluppare la democrazia all'interno
E un tentativo
Di allargare l'area della democrazia
Che non è stato assente in De Gasperi ma che è stato portato avanti successivamente sia pure in maniera più parziale
Da Fanfani nate in maniera un po'più complessiva anche se più complicata da da poco
Certo
Se io dovessi scrivere direi pure che questo partito italiano che si ferma all'inizio del mille e novecento novantaquattro
E ha sofferto della condizione politica complessiva in cui il Paese è stato per lunghissimi anni a fronte di schieramenti non sempre in condizioni di raccogliere
Una esigenza di alternativa
Quindi ha sofferto e quindi e ha anche pagato
Per l'assenza di alternative all'interno del nostro Paese dalla pubblica opinione
Giudicata inevitabile
E poi ha giocato a danno di questo partito
E poi che io non intendo assolutamente fare il giustificazionista dico che anche questa ragione andrebbe approfondita
Vorrei dire soprattutto
Ah Sabatucci
Che il tentativo
Di alternativa sul versante della sinistra aveva il respiro corto di una mancanza di spazio politico
Che poi è stata la causa anche della
Introduzione di un potere di interdizione che ha giocato in termini conservativi
E non ha consentito un'apertura più larga che pure aveva trovato
Uno spazio
Molto ampio all'interno della Democrazia cristiana soprattutto con la riflessione Maratea
E
Quando un protagonista politico non è più
Diciamo
Così
Non è più protagonista anche perché
Moro non lo è stato tragicamente nel settantotto ne potremmo dire di Moro sempre tutto il bene possibile
Però per chi ha militato in quel partito sa molto bene che il partito era ha dichiarato un partito di centro antifascista anticomunista per un lungo arco di tempo
Ed era anche inevitabile
Questo forse acconsentito soprattutto negli anni Sessanta di aprire la più attenta
Riflessione all'interno di un partito che era chiuso peraltro
Per il coinvolgimento di una parte della sinistra nella assunzione di responsabilità di governo sul piano più sul piano più generale
Forse quello è stato il periodo migliore e sottolineato anche da Giovagnoli nella ricostruzione
Del primo centrosinistra
Però ecco io vorrei dire al professore Giovagnoli
Che sia pure accennata c'è una
Diciamo una riflessione da rafforzare
Che quella di tipo istituzionale
Cioè nel lungo arco di tempo salvo riflessioni all'interno della sinistra
Democratica cristiana è mancato fra tutte le forze politiche un'attenzione verso i problemi istituzionali
E questa mancata riflessione ha giocato in termini conservativi anche rispetto alle formule
è un partito di centro
Che non ha non è stato mai disattento verso
L'area sociale del Paese un paese di centro che come diceva De Gasperi
Guardava a sinistra si è consolidato all'interno del nostro schieramento non solo per l'assenza di alternativa politica ma anche per l'assenza
Diciamo di adeguamento da parte delle altre forze politiche rispetto ai problemi istituzionali
Per noi dalla Costituente ci siamo portati avanti un grosso vuoto che quello della organizzazione del potere sul piano generale
E le forze politiche quando venivano sollecitati a questo confronto sono state sempre vestiti Doni hanno ma voluto parlare
E il problema istituzionale e a mio avviso deteriorato alterato
Nel tempo è stata la causa principale della ridimensionamento di alcune forze politiche e della
Diciamo che l'accantonamento dell'esperienza della Democrazia Cristiana venne consacrata per altri in un'Assemblea costituente il volume
Diciamo il passaggio anche di nomenclatura dalla Democrazia cristiana al partito al Partito popolare italiano
Vorrei fare un un ultimo accenno
Alle problema degli anni settanta ottanta
è stato trattato molto bene
Forte ridimensionamento del
Della Democrazia Cristiana la crescita del Partito Comunista Italiano
E la dicotomia che si era creato fra i due elettorati rispetto alla Camera le classi dirigenti
Cioè mentre le classi dirigenti con Moro da una parte Berlinguer dall'altra sia pure con molti limiti
C'era la consapevolezza
Che i due partiti dovessero provare comunque un terreno di confronto anche duro e di incontro i rispettivi corpi elettorali erano molto lontane da questa da questo disegno
E infatti la solidarietà nazionale caduta non solo perché
Partiti
C'era
Una diffidenza reciproca pensiamo al al Governo
Che ebbene una maggioranza sul programma di governo Andreotti alla sua composizione sfida nei confronti del Partito Comunista Italiano e a una accettazione
Data la brama di cita nella situazione la lotta al terrorismo da parte dello stesso Partito Comunista Italiano questo ha pesato notevolmente nel rapporto fra la Democrazia Cristiana
E il Partito comunista italiano anch'essi
La seconda svolta di Salerno che accennata nel
Nel libro di Giovagnoli apportata una sorta di indifferenza
Rispetto allo schieramento politico eventualmente maggioritario da parte dell'onorevole Berlinguer il definirsi diverso partito diverso elettorato diverso
Stata una delle cause del deterioramento del quadro politico complessivo
Che si aggiunge naturalmente alla insensibilità
E alla stessa impotenza dei partiti a cominciare dalla Democrazia cristiana di affrontare il tema dell'adeguamento istituzionale che è quello che Vacca diceva della modernizzazione
Modernizzazione non è soltanto lo stato sociale soltanto gli strumenti della produzione modernizzazione soprattutto una aggiornamento della del
L'ordinamento costituzionale in rapporto ad una esigenza che piuttosto diffusa ed è cresciuta nel negli ultimi tempi anche se con risposte inadeguate da parte corretto
Per consentire una forza politica una coalizione di forze politiche di poter governare il Paese in alternativa ad altra s'o ad altre soccombenti
E questo è un problema che ci resta ecco purché Giovagnoli parlerà
Per ultimo
E siamo proprio sicuri che
Avvicinandoci agli anni due mila possiamo dire che superata l'esperienza del soggetto politico collettivo
E perché spesso
E una domanda che non a una risposta da parte del corpo elettorale e novantaquattro vince uno schieramento elettorale
Che non diventa coalizioni politica
Nel mille novecentonovantasei alla vigilia sembrava che dovesse vincere uno schieramento elettorale che era anche coalizione politica e poi in questo schieramento ha dovuto fare i conti con una situazione diversa
Che oggi sul piano generale comporta tutta una serie di diciamo di dialoghi di trattative
Di aggiustamenti di diminuire di minacce
Sì perché noi non siamo ancora arrivati al bipolarismo nonostante l'illusione di qualcuno che bastasse la semplice diversa legge elettorale a tale visita al bipolarismo
Ed è anche nella composizione delle forze politiche una sorta di indifferenza rispetto alle appartenenze culturali indica le appartenenze di partito
E chiudo con questa riflessione non li addestra possiamo trovare
Cattolici che si definiscono democratici e alcuni di questi lo sono a destra troviamo liberali socialisti che non ritengono di rispondere all'appello della Cosa due
E naturalmente a destra non ci può essere un cattolico democratico non ci può essere lo diceva Sabbatucci prima
E a destra non ci potrebbe essere un socialista un elettore socialista perché tutto questo che credo che la situazione è ancora fluida e ha bisogno di un ulteriore assestamento
Allora io chiudo con un invito
A Giovagnoli parliamo del novantaquattro
Due mila e uno perché dovrebbe chiudersi la legislatura al due mila e uno storicamente novantaquattro novantasette
E sottolineiamo tutte le anomalie di un sistema che da tutti è definito bipolare
Ma che ha tutte le deformazione di un mancata cherchez eletta sia da parte delle forze politiche sia da parte del del ponte elettorale probabilmente qualche revisione sarà meno dura nei confronti di una esperienza cinquantennale
E qualche altra riflessione potrà dare anche vita ad una sollecitazioni ulteriore perché non credo che l'esperienza del proporzionale
Abbia dato risultati così messi meschini quanto l'esperienza del cosiddetto maggioritaria un partito del trentotto per cento era all'epoca insufficiente e lo ha detto Sabbatucci
Anche Vacca ha sottolineato questa questa situazione un partito del trentotto per cento era insufficiente a governare
Un partito del tre per cento ha avuto il Presidente del Consiglio un partito dell'undici per cento ha avuto il Presidente del Consiglio e che significa che la proporzionale
Pur non garantendo la governabilità complessiva tuttavia metteva i partiti di fronte alle loro responsabilità
E oggi con il ventidue per cento si può essere il partito di maggioranza relativa con tutti i limiti che la situazione di un modificato e qui in perfetto sistema a comporta
Questo naturalmente formerà oggetto di attenzione non soltanto da parte degli storici ma anche da parte dei politici la situazione in fibrina
Azione meriterebbe un assestamento che solo con l'aiuto della cultura della della cultura politica noi possiamo realizzare grazie
Grazie presidente penso che bagnato sì
Io desidero soprattutto ringraziare c'è intervenuto
Anche se mi piacerebbe naturalmente riprendere molti dei problemi degli spunti perché sono emersi grande Visco senz'altro volentieri all'invito del presidente Mancino
Il il quale ci sposta spostaste attenzione sugli ultimi anni addirittura la proietta fino al due mila uno
Le sue parole mi fanno venire in mente il titolo del volume di cui si è discusso due sere fa debba del professor De Rosa la transizione infinita la transizione non ancora finita
E mi pare che il titolo quanto mai felice trovi appunto in queste osservazioni una una conferma ecco la fase che stiamo vivendo una fase certamente ancora di transizione che che quindi che richiede una riflessione ed è giusto anche l'appello come dire alla cultura perché dia il suo contributo glielo senz'altro
Sono d'accordo con questo
Credo e spero che in qualche modo questo libero sia stato sia un contributo sia pure rivolta al passato a questa a questa riflessione
Le cose dette sono molte rivelano letture attente rivelano attenzione problemi deve erano come dire una Grande serietà nel prendere in esame il mio volume di quindi attualmente sono lieto di cui ringrazio che è intervenuto io parlo per ultimo ma mie asterrò da conclusioni Giovanni Sabbatucci diceva prima che io forse sono un po'timido nelle conclusioni
Converrà però che in certe situazioni forse conviene ecco che in un caso come questo dopo dopo che si è parlato così bene il mio libro non vorrei sul pare dicendo altre cose allora
Poi essendo infinita la transizione riavere e più
Grazie