Assemblea Confederale della Confindustria org. presso l'Auditorium della tecnica, V.le Umberto Lubin, 65

Dichiaro aperta la seduta e mi avvio al parco a svolgere la mia relazione
Signor presidente del Consiglio signor ministro dell'industria autorità colleghi amici
Da qui all'estate l'Italia deve decidere se vuole essere in grado di onorare gli impegni presi e di conseguenza se parteciperà sin dall'inizio alla moneta europea
E decisioni cruciali su chi sarà messo all'euro verranno formalmente prese nel maggio del novantotto nella riunione dei governi a Bruxelles
Ma saranno in realtà anticipate dei mercati
In questi mesi cadranno gli alibi le resistenze di chi non vuole modernizzare il Paese saranno evidenti e le responsabilità saranno chiare
Noi continueremo a far sentire la nostra voce con le nostre analisi le nostre proposte le nostre critiche nell'interesse legittimo delle imprese
Ma certi anche di contribuire agli interessi dell'intero Paese
Non vogliamo assumere no alcuna dimensione partitica e continueremo a non prestarsi ad alcuna strumentalizzazione politica
La posta in gioco e molto alta per tutti
L'integrazione internazionale e la globalizzazione dei mercati stanno ridisegnando i confini fra sviluppo e povertà fra progresso e decadenza
Il Trattato di Maastricht non è soltanto una scommessa statistica su parametri più o meno difficili da raggiungere
è una grande scommessa politica fondata su regole chiare di economia di finanza e di mercato
Per l'Europa moneta unica e grande mercato interno solo la Magna Charta economica del Duemila
O si partecipa a pieno titolo all'economia di mercato o si rimane invischiati nelle pastoie di uno statalismo destinato a soffocare ogni prospettiva di crescita e sviluppo
Se l'Italia restasse fuori staccando la sua realtà realtà economica e produttiva dal resto dell'Europa ci troveremmo immediatamente collocati sul fronte dei paesi a rischio
Saremmo sottoposti al pericolo di terremoti valutari
Di conseguenza i differenziali dei tassi di interesse tornerebbero ai sette punti già raggiunti durante la crisi della lira nel novantacinque e forse oltre
Azzera Remo in pochi mesi i sacrifici compiuti e di risultati raggiunti in questi ultimi quattro cinque anni e diventerebbe percepibile le norme a rischio d'insolvenza del nostro debito pubblico
Ma l'Italia ha tutte le potenzialità per evitare questi gravi pericoli
Ha compiuto importanti passi verso il risanamento ha dimostrato come sempre di poter contare su un solido tessuto produttivo
Adesso dobbiamo completare l'opera
Ma sia chiaro una cosa
Il risanamento necessario per partecipare alla moneta unica non è quello che soffoca il Paese ma è quello che ne libera pienamente le capacità di crescita
Risanamento e sviluppo sono la stessa cosa
Oggi tutti parlano dell'Olanda e avviato una politica dei redditi con un accordo con le parti sociali nel mille novecentonovantatré ha ridotto la spesa pubblica con un accordo parlamentare nel mille novecentonovantaquattro e ha battuto la disoccupazione con la flessibilità del mercato del lavoro
In Olanda oggi la crescita è sostenuta la disoccupazione bassa i parametri di Maastricht sono rispettati
Avremmo potuto essere noi quel Paese
Non voglio mitizzare l'Olanda che pure i suoi problemi
Voglio però sottolineare tre punti primo
Il risanamento dei conti pubblici non solo è compatibile con lo sviluppo anzi lo sviluppo aiuta il risanamento
Secondo risanamento e sviluppo si possono realizzare se superando le rigidità si colgono le opportunità e se il governo fissa chiaramente gli obiettivi
è credibile nelle decisioni ed è determinato nel perseguirli
A queste condizioni la concertazione resta un metodo efficace
Terzo gli effetti positivi del risanamento e della flessibilità sono rapidi perché la globalizzazione accorciato i tempi di reazione
Penalizza chi sta fermo premia chi si muove e sa accogliere con prontezza le occasioni di crescita
Abbiamo di fronte un mondo di opportunità come mai avvenuto
Che riesce a salire sull'onda della crescita globale può ottenere vantaggi molto superiori a quelli del passato
Nel mille novecentosettanta soltanto trentacinque Paesi non imponevano alcun controllo commerciale o valutario agli scambi con l'estero
Oggi questi Paesi sono centotrentasette ogni giorno vengono decisi nel mondo investimenti reali e finanziari per decine di migliaia di miliardi
Ciò si deve anche all'arrivo di un crescente numero di paesi all'appuntamento con lo sviluppo di paesi che per decenni eravamo abituati a chiamare in via di sviluppo ma che in realtà non si sviluppavano mai
Valga per tutti l'esempio della Cina che nel mille novecentonovantasei attratto capitali esteri per un importo superiore a quanto il mondo occidentale era solito investire finale pochi anni fa in tutti i Paesi in via di sviluppo
Ma i capitali affluiscono soprattutto in quei Paesi industriali che sanno offrire condizioni vantaggiose
Oltre all'Olanda da sempre Paesi ad economia internazionalizzata ma pur sempre di dimensioni ridotte
Queste condizioni caratterizzano anche grandi paesi industriali come la Gran Bretagna agli Stati Uniti che conoscono un vero e proprio boom dell'occupazione un balzo dei consumi privati e un forte rialzo della Borsa
Questo rialzo e sostenuto anche dal forte sviluppo dei fondi pensione dei fondi comuni
Che stanno diffondendo tra i cittadini una prosperità strettamente collegata alla loro partecipazione al vero motore dell'economia e all'impresa e al vero motore dell'impresa che il capitale di rischio
Economie e mercati dove diffusa una positiva cultura d'impresa
Questa coltura deve diffondersi anche nel nostro Paese
Le imprese italiane per crescere e ridurre il loro indebitamento devono aprirsi al capitale di rischio apportando i cambiamenti organizzativi necessari ed adottando procedure di trasparenza
Grazie all'apertura dei mercati l'Italia esportato nei paesi di nostro di nuova industrializzazione più di quanto importato da essi
Siamo passati da un profondo deficit ad un importante avanzo della bilancia dei pagamenti
Abbiamo azzerato il debito estero ma non siamo riusciti a dare rigore alla crescita economica
Dal mille novecentonovanta ad oggi la crescita annua media del prodotto interno lordo è stata appena superiore all'uno per cento
La nostra capacità di attrarre investimenti produttivi dall'estero e fra le più basse dei Paesi industriali
Questa condizione di sofferenza strutturale dell'economia italiana sia aggravata nell'ultimo anno
Sin dal rapporto di previsione del giugno dello scorso anno il centro studi di Confindustria indicò dello zero virgola sette per cento la crescita del prodotto interno lordo mille novecentonovantasei
Contro il due virgola quattro per cento allora previsto dal governo
Fummo accusati di essere delle Cassandre ma purtroppo non eravamo noi a sbagliare
Così come a fronte di una stima ufficiale del due per cento della Finanziaria novantasette non abbiamo sbagliato nel dicembre scorso a stimare la cresta di quest'anno attorno all'uno per cento
Mentre il resto d'Europa cresce a ritmi superiori al due per cento
Il segreto delle nostre previsioni è molto semplice siamo a contatto con una realtà produttiva e non confondiamo le analisi con i desideri
Non stiamo dunque agganciando la fase di sviluppo internazionale come gli altri Paesi
Lo sforzo di avvicinamento al tre per cento nel rapporto deficit PIL del novantasette c'è stato e va riconosciuto è stato veloce ma non dà ancora garanzie di stabilità
Incapaci di frenare la spesa si è scelta la via di aumentare le entrate con misure ordinarie e straordinarie e di rinviare le spese pubbliche e rimborsi dei crediti d'imposta
Quest'anno le entrate complessive nel settore pubblico sfioreranno un milione di miliardi con un incremento di quasi il sette per cento sul mille novecentonovantasei
La pressione fiscale aumenterà di oltre un punto percentuale
Tutto ciò ha diffuso sfiducia e pessimismo nelle prospettive future
Non bisogna sorprendersi delle famiglie italiane abbiano contenuto i consumi complessivi e abbiano addirittura ridotto dalla prima guerra per la prima volta dal dopoguerra i consumi alimentari
L'esitazione ad intraprendere la strada del contenimento strutturale della spesa non è derivata solo da opposizione politiche sociali ma anche dalla convenzione che sarebbe stato sufficiente aspettare la riduzione dei tassi d'interesse sul debito
Incidere cioè sugli oneri finanziari e non anche sulla spesa primaria questo calcolo costi si sta rivelando in parte illusorio
I tassi di interesse sono diminuiti ma molto meno dell'inflazione il costo del denaro per le imprese e quindi aumentato in termini reali
Ciò deprime l'economia lo Stato incassa di meno e perde per il mancato sviluppo il vantaggio conseguito con la riduzione della spesa per interessi
La riduzione degli oneri sul debito non può che essere il premio finale del risanamento e questo premio si potrà riscuotere pienamente solo quando i mercati si saranno convinti
Che il bilancio pubblico sarà stato strutturalmente risanato
Non si può pretendere di vincere a tavolino senza giocare la partita davvero e fino in fondo
Occorre più realismo più onestà intellettuale e politica se davvero vogliamo entrare nell'Europa monetaria
Nel DPEF e nella Finanziaria novantotto non si faccia affidamento su una rigorosa e spontanea ripresa dell'economia che non appare probabile
E non si sottovaluti il rischio di una ripresa dell'inflazione
è vero che l'inflazione è scesa molto rapidamente ed è oggi a livello di trent'anni fa
Ma questa riduzione è in parte dovuta alla stagnazione dell'economia e agli effetti una tantum dire apprezzamento della lira nel mille novecentonovantasei
S resa precaria da aumenti del costo del lavoro più che doppi rispetto all'inflazione programmata
Con gli accordi di politica dei redditi del novantadue e del novantatré abbiamo posto le premesse per spegnere l'inflazione
La religione di quegli accordi dovrà evitare che l'inflazione si riaccenda
Ricordo al sindacato ma anche alle nostre associazioni che nei Paesi nostri concorrenti d'infrazione industriale è zero e che questo dovrà essere anche il nostro obiettivo
Molto in paese dovranno fare profitti anche riducendo i prezzi se vorranno continuare a investire crescere nel mercato globale e ciò significa che dovranno ridurre conseguentemente i costi
La revisione dell'accordo del luglio mille novecentonovantatré non potrà essere una semplice messa a punto dovrà diventare una nuova tappa delle relazioni industriali
Visse all'Assemblea dell'anno scorso che l'Europa sarebbe stata la bussola di Confindustria e che avremo misurato l'azione del governo e delle parti sociali sull'avvicinamento o sull'allontanamento dall'Europa
Siamo stati coerenti con questa impostazione abbiamo costantemente richiamato le imprese il Governo il Parlamento le forze politiche e sociali alla fedeltà agli impegni assunti con il Trattato di Maastricht
Alle nostre valutazioni abbiamo sempre affiancato il nostro contributo propositivo
Nel manifesto le ragioni per stare in Europa nel documento le opportunità della globalizzazione
E nel documento risanare il Paese rilanciare lo sviluppo approvato assieme a Daniela Confagricoltura Confartigianato CMA
Casa e Confcommercio in occasione della Consulta straordinaria del dieci aprile scorso abbiamo sempre ribadito la nostra posizione
Queste e altre proposte sono raccolte nel volume cogliere le opportunità che vi è stato distribuito questa mattina
Le imprese vogliono entrare subito nell'unione monetaria perché sanno che fuori dall'Europa c'è solo un futuro di marginalizzazione e di declino
Le imprese vogliono che l'Italia partecipi all'unione monetaria da protagonista e contribuisca rafforzamento dell'Europa che essa stessa in ritardo rispetto alle altre aree economiche del mondo
Se l'umore se l'Unione monetaria fosse un Edendale verdi vallate come qualcuno sembra credere allora potremmo anche portare nell'Unione un Paese debole ma non è così
Con l'euro la competizione aumenterà e solo un Paese forte potrà restare in Europa e trarne beneficio
L'Italia per essere forte deve riappropriarsi delle capacità di progettare e realizzare
Il risanamento del bilancio pubblico non può mirare soltanto all'equilibrio finanziario
Deve anche aprire spazi reperire risorse per modernizzare le reti delle infrastrutture materiali e i materiali del Paese
Con uno stato che decida le priorità e fissi le regole e di privati che progettino realizzino e gestiscano partecipando anche al finanziamento delle opere
Da troppo tempo consumiamo nel presente le risorse che dovremmo investire nel futuro
Per rendere forte ed efficiente il Paese occorre agire subito su questi fronti
Riduzione strutturale della spesa pubblica riduzione delle aliquote fiscali e contributive liberalizzazione e flessibilità dei mercati
Riforme istituzionali e semplificazione amministrativa
Si sente dire che l'obiettivo della revisione dello Stato sociale non dovrà essere quello di tagliare la spesa
Ma solo di riequilibrare ora tra i diversi capitoli
Si sente dire essendo la nostra spesa sociale inferiore alla media europea non c'è bisogno di ridurla
Nulla di più errato per questi motivi
Primo
Per rispettare gli obiettivi del Patto di stabilità l'Italia ancora moltissima strada da fare sulla via del risanamento dei conti pubblici
Non ci si illuda di venticinque trenta mila miliardi almeno che dovranno essere reperiti in via permanente nella finanziaria prossima siano poca cosa se confrontati con i cento mila miliardi che sarebbero stati tagliati nel mille novecentonovantasette con tagli fittizi rinvii distese ed anticipi di imposte si può fare anche di più sul piano contabile ma non si va lontano
E basta guardare la struttura del bilancio pubblico per capire che se non si toccherà la spesa sociale diventeranno necessari aumenti intollerabili della pressione fiscale
Non possiamo vivere i prossimi anni sempre con l'ansia di nuove manovre e nuove tasse che frenano l'economia senza mai risolvere davvero i problemi
Secondo i confronti con l'Europa sono riferiti ai dati di tre anni fa
E non tengono conto delle riduzioni e gli altri Paesi europei hanno già realizzato e stanno realizzando nella consapevolezza e gli aumenti demografici rendano insostenibile l'attuale stato sociale
E che i suoi eccessi protezionistici sono una delle principali cause della disoccupazione
L'Europa intera e di fronte al grande dilemma del due mila
Lasciar degradare lo stato sociale rinunciando lo sviluppo oppure ristrutturarlo oggi per riprendere la via dello sviluppo ed è la vera solidarietà
Negli ultimi vent'anni gli Stati Uniti hanno creato circa quaranta milioni di occupati l'Europa solo sedici milioni e mezzo pur avendo oltre cento milioni di abitanti in più
Terzo da noi lo Stato sociale si estende oltre i confini e le statistiche della cosiddetta spesa sociale
Ad esempio l'impiego pubblico ed anche quello nelle banche e nelle aziende pubbliche godono di diritto o di fatto di un regime di protezione che pone a carico della collettività il costo del personale in eccesso
Inoltre la legislazione italiana ha nel tempo caricato sui cittadini e soprattutto sulle in paese costi impropri
Le assunzioni obbligatorie per le imprese l'equo canone per i proprietari di case le tariffe sociali che fanno aumentare le bollette degli utenti non protetti
La spesa sociale va dunque ridotta in modo strutturale
E va ridotta introducendo elementi di mercato nella produzione dei servizi
Solo così
Potremo trasformare il nostro Stato sociale iniquo corporativo e paralizzante in un welfare delle opportunità
Che non freni magie voli lo sviluppo dell'economia la crescita dell'occupazione la cresce la creatività e la responsabilità individuale
Elemento fondamentale di un moderno Stato sociale e l'adeguamento del sistema educativo e formativo che assicuri pari opportunità
Potenziali adeguati di sviluppo della personalità ed è l'autorevole
Autorealizzazione dei cittadini
In questi mesi si è molto progettato sui temi di fondo della riforma della scuola e del sistema educativo
Ma non si è molto concluso anche se alcuni importanti innovazioni come quelle relative all'autonomia scolastica sono oggi concretamente realizzabile
Lord Beveridge il padre del Welfare State moderno scrisse nel rapporto al governo inglese del mille novecentoquarantasette
Lo stato sociale non deve soffocare di incentivi le opportunità e il senso di responsabilità dei lavoratori
Ma piuttosto incoraggiare gli sforzi individuali per conseguire un livello di vita superiore agli standard minimi garantiti dalla previdenza sociale Confindustria sottoscrive questa impostazione
Per questo chiediamo assieme al riequilibrio una sostanziale riduzione della spesa sociale che aiuti i cittadini a risolvere i loro problemi e non sia essa stessa un problema per il Paese
Per questo abbiamo dato un giudizio negativo sullo stanziamento di mille miliardi per finanziare i cento mila fantomatiche borse di lavoro
Non vorremmo che siano questi i segnali della nuova politica che ha in mente chi parla di semplice riequilibrio della spesa sociale
Non vorremmo che queste cento mila borse di lavoro siano la testa di ponte dello stato sociale di domani
Con misure assistenziali finanziariamente insostenibili come l'estensione a milioni di persone del cosiddetto minimo vitale
La spesa pubblica va ridotta anche negli altri comparti
Una vera mobilità dei pubblici dipendenti può essere una leva efficace per ridurre la spesa attraverso un blocco effettivo del turnover
Senza diminuire Manzi ampliando i servizi ai cittadini eliminando le enormi inefficienze della pubblica amministrazione
Oggi assistiamo ad un vero paradosso
La demografia riduce il numero degli studenti abbiamo più insegnanti degli altri Paesi europei
Ma lo Stato ne teme l'esodo tanto da decretare un mini blocco dei pensionamenti anticipati
Al tempo stesso progetta venti mila nuove assunzioni
Un buon gestore del personale avrebbe riqualificato gli insegnanti in esubero e li avrebbe trasferiti dove effettivamente serbo
Quando avremo anche nello Stato una vera politica del personale che migliori servizi e premi molti che effettivamente si impegnano
Questo non significa certo difendere le pensioni di anzianità e le baby pensioni su cui siamo sempre stati contrari sia chiaro però che non si tratta di fare blocchi su misura per singole categorie ma una riforma valida per tutti
Su questo tema il nostro punto di vista è chiaro abbiamo sempre avversato la riforma del mille novecentonovantacinque soprattutto perché porta a regime il nuovo sistema previdenziale oltre il due mila e trenta
Occorre almeno accelerare drasticamente i tempi e correggere l'anomalia delle pensioni di anzianità
Questa correzione e ormai ritenuta necessaria da molti compreso il segretario del maggior partito di governo
Bene si mantenga la parola e si passi ai fatti
Un'altra leva per ridurre la spesa sono i contributi alla produzione che sono in gran parte ai trasferimenti ad imprese pubbliche
Per compensarli di oneri che nulla hanno a che vedere con la normale gestione aziendale
Confindustria è favorevole anche la riduzione dei trasferimenti alle imprese private se ciò consentirà una contestuale riduzione della pressione fiscale e contributiva non è più tempo di piani di settore o di incentivi specifici che diventano necessari solo a causa di una pressione fiscale spropositata
E dei costi aggiuntivi di un apparato burocratico inefficiente e soffocante
Che poi Governo e Parlamento alleggeriscono a loro piacimento a questo o a quel settore per evitarne il collasso
Le imprese non vogliono essere tramortito dal fisco e poi salvate in sala di rianimazione
Il fisco deve invece diventare il primo strumento della nuova politica industriale soprattutto della politica industriale per il Mezzogiorno
Il governo ha dimostrato sensibilità su questo punto bloccando leggi a favore delle aree deboli che erano ferme dal mille novecentonovantadue sono passi importanti
Ma i loro effetti rischiano di essere effimeri il Mezzogiorno non riuscirà a sottrarsi ad un vero e proprio processo di desertificazione produttiva se questi interventi non saranno seguiti da riduzioni delle aliquote di imposta
Nell'immediato abbiamo chiesto al governo di trattare con l'unione monetaria una nuova formula di riduzioni fiscali contributive per creare a più elevata disoccupazione in questo quadro suscita preoccupazioni lira
L'imposta regionale sulle attività produttive che entrerà in vigore il prossimo anno
L'IRAP nasce da un presupposto errato e contiene un grave rischio
Il presupposto errato e quello di collocare stabilmente sulle imprese la oneri per il finanziamento del sistema sanitario
Se questa scelta sarà confermata avremo perso la possibilità di riformare in profondità la sanità ed avremo ulteriormente compromesso la competitività delle imprese
Siamo ancora in tempo per evitare questo errore
Come in tutti i Paesi la sanità deve essere finanziata con le imposte sui redditi personali
Per caso perché vogliamo essere diversi dagli altri
Il grave rischio è che l'Iraq anche ammesso che mantenga la parità di gettito metta fuori mercato migliaia di impresa quelle che hanno passi utili e hanno dovuto far ricorso all'indebitamento per nascere e crescere
Chi non vuole ridurre la spesa afferma che prima bisognerebbe combattere l'evasione fiscale
Non c'è contrapposizione tra i due obiettivi
Combattere l'evasione fiscale è sacrosanto sia per motivi etici sia per motivi economici
Dato che l'evasione è anche uno strumento di concorrenza sleale sul mercato
Ma deve essere chiaro
Che il maggior gettito che ne deriverà non potrà andare ad alimentare la stesa bensì dovrà servire a ridurre le tasse dei contribuenti se ciò non avverrà la stessa lotta all'evasione perderà efficacia resterà lettera morta
La recente relazione del presidente dell'Antitrust
Ha avuto anche il merito di sottolineare e di rendere evidenti quali e quanti ostacoli al funzionamento del mercato e all'occupazione derivino da un eccesso di regolamento di regolamentazione
La liberalizzazione dei mercati e la flessibilità di tutti i fattori produttivi sono imposte dalla moneta unica
Le in prese hanno già accettato questo vincolo che li obbliga ad uno stato di riorganizzazione permanente
Questa rivoluzione copernicana come è stata definita da Michele Salvati però riguardare tutti
Lo Stato come sovrano fiscale e produttore di servizi essenziali
I settori che sono rimasti sinora protetti dalla concorrenza primo fra tutti il sistema bancario
Il lavoro e le sue rappresentanze sindacali le quali debbono capire che dalla flessibilità non potranno rimanere esenti né il salario nelle forme contrattuali se non si vorranno perdere opportunità di occupazione se non si vorrà aggravare il sistema di oneri insostenibili
Ecco la grande sfida che sta di fronte alla società italiana
La sconfortante vicenda del Patto per il lavoro le difficoltà che incontrano i processi di privatizzazione e liberalizzazioni dimostrano come siano forti le resistenze al cambiamento
Anche per questo abbiamo deciso di sostenere i cinque referendum liberalizzatori che contribuiranno ad accelerare il processo di modernizzazione
Bisogna comprendere che i vincoli protezionistici le specifiche garanzie le tutele corporative non saranno più possibili pena l'uscita del Paese dall'aria della competizione
Ma la riduzione delle protezioni specifiche sarà compensata dalla grande tutela collettiva della competitività ed è la crescita del Paese
Chiediamoci che è più tutelato né i fatti i lavoratori italiano
Che ha pochi rischi di perdere il posto di lavoro ma quando lo perde altissima probabilità di non trovarne uno nuovo neppure dopo tre anni
Oppure lavoratore americano che ha un alto rischio di perdere il lavoro ma ancor più alta probabilità di trovarne uno nuovo entro tre mesi
Anche per questo da noi la disoccupazione e più del doppio rispetto agli Stati Uniti
Dobbiamo far sentire sul serio liberalizzazione far partire sul serio liberalizzazioni e privatizzazioni
Smettiamola di far ricorso a furbizie lessicali per nascondere la sostanza delle cose
Occorre ribadire che non è privatizzazione quella nella quale il controllo delle società anche se realizzato con una quota di minoranza resti nelle mani dello Stato
Non è privatizzazione quella nelle quali attraverso lo Stato attraverso la golden share conservi i poteri di gestione propri dell'azionista di controllo
Non è privatizzazione quella nella quale un'azienda del tesoro venga ceduta ad aziende o banche pubbliche e viceversa
Non è privatizzazioni un processo di ristrutturazione societaria in vista di una cessione al mercato rinviata ad un futuro indefinito
Applicando questi criteri elementari si deve concludere che il nostro Paese ancora una ben lunga strada da percorrere
Qualcosa si sta muovendo sul fronte delle banche pubbliche i non sottovalutiamo questo processo
Apprezziamo le rassicurazioni del presidente del consiglio e del ministro del tesoro ma ci piacerebbe sapere per esempio quando lo Stato cederà il controllo dell'ENI
Quando verranno effettivamente cedute le banche detenute da fondazioni quando la Telecom sarà privata quando verrà privatizzata l'ENEL e si eseguiranno le raccomandazioni della Commissione Carpi
Mentre si parla di privatizzazioni in alcune realtà lo Stato sta addirittura estendendo la propria presenza nel mercato
Accentuando il suo doppio ruolo di arbitro e giocatore
In regioni e comuni stanno moltiplicando ed espandendo ruolo delle proprie aziende municipalizzate con società speciali o società miste a maggioranza pubblica
Gli impegni solennemente presi e non mantenuti sulle privatizzazioni minano la nostra credibilità non meno del deficit e non meno del debito pubblico
I manager delle aziende pubbliche hanno certamente il dovere di espandere il business e la di redditività delle società loro affidata
Ma il potere politico ai dovere di indicare con chiarezza i tempi e i modi delle privatizzazioni e dello smantellamento dei monopoli
In quest'ottica occorre chiarire come rendere coerenti con un percorso di privatizzazione e liberalizzazioni operazioni quali le espansioni dell'ENEL nella telefonia
L'accordo ENI ENEL per la produzione di energia le intese Telecom RAI per la piattaforma satellitare digitale
Devo dare atto al ministro dell'industria di essere favorevole ad una politica industriale pragmatica e non ideologica
Ma osservo con un certo disappunto come nel nostro Paese di politica industriale si parli quasi solo in occasioni di specifiche vicende d'impresa
La politica industriale non è fatta dalle scelte giuste o sbagliate delle singole imprese ma dalle condizioni nelle quali queste scelte si compiono
Politica industriale e in primo luogo la liberalizzazione dei mercati e la privatizzazione
Politica industriale e inoltre un quadro giuridico di governo delle imprese che stimoli una gestione trasparente ed efficiente la vera tutela delle minoranze azionarie del risparmio investito sta nell'andamento positivo delle imprese e nel rispetto delle regole del mercato
Non sta invece nel precostituire presenze istituzionali nei consigli di amministrazione o in altri organi
Confondendo la semplice presenza con l'efficacia dei controlli e la trasparenza degli atti
Codici di autoregolamentazione in grado di realizzare le condizioni necessarie per attirare i capitali sono strumenti più efficaci rispetto ad una pletora di norme che badano più alla forma che alla sostanza
In definitiva si tratta di introdurre regole e comportamenti non dissimili da quelli degli altri grandi paesi industriali
Le riforme istituzionali e la semplificazione normativa e amministrativa sono un capitolo fondamentale della modernizzazione
Abbiamo illustrato alla commissione bicamerale le nostre valutazioni sulle riforme
Posso riassumere in tre punti
Primo
L'Italia ha bisogno di un sistema costituzionale ed elettorale che mette in grado i cittadini di scegliere il capo dello Stato dell'esecutivo è una maggioranza parlamentare unita da un programma omogeneo e condiviso
Non tocca a Confindustria entrare nel merito dei singoli meccanismi costituzionali ed elettorali
Mi chiedo solamente perché tutti elogi no il sistema inglese o francese che consentono di avere subito un governo stabile
Salvo poi offre affermare e quei sistemi hanno enormi difficoltà ad essere introdotti in Italia
Nel nostro sistema invece per ottenere una maggioranza elettorale si deve concedere spazio a minoranze dichiaratamente non omogenei sui programmi
Accade così che queste minoranze esercitano un vero e proprio diritto di veto e operano contemporaneamente come partito di lotta e di governo
Ottenendo per di più grande visibilità senza alcuna responsabilità e frenando di fatto chi vorrebbe diventare il partito di governo e non più di lotta
Ciò mette a rischio la governabilità e blocca la modernizzazione
Secondo
L'Italia ha bisogno di un forte processo di autonomia territoriale che deve servire a semplificare drasticamente l'amministrazione dando ai cittadini una forte capacità di controllo sull'attività dei pubblici amministratori
Sul federalismo occorrono scelte istituzionali chiare i fatti concreti immediatamente percepibili da tutti
Terzo l'Italia ha bisogno di un riconoscimento costituzionale del mercato e dell'impresa come strumento di libertà e di produzione della ricchezza
Per questo abbiamo sottolineato la necessità di prevedere meccanismi di rilievo costituzionale
Che consentano di stabilire un tetto alla pressione fiscale e contributiva a tutela dei cittadini e dell'impresa che al di là del quale si vanifica la stessa reali esistenza di un'economia di mercato
Analogamente importante e l'azione di decentramento delegificazione e semplificazione amministrativa avviata dal governo alla quale Confindustria sta attivamente collaborando e positivo che siano state approvate le leggi Bassanini è necessario che l'attuazione delle norme che l'attuazione delle norme vada avanti con speditezza evitando i freni espliciti ed impliciti della stessa burocrazia
I funzionari pubblici dovrebbero sapere che la modernizzazione dell'amministrazione va anche nel loro interesse
Amplia il loro ruolo la loro responsabilità e che al contrario una burocrazia percepita dei cittadini come corpo stile come puro potere di interdizione diventa totalmente delegittimata
Autorità colleghi amici come ho detto all'inizio restano pochi mesi forse solo alcune settimane da superare un passaggio decisivo della storia italiana ed europea
Sarebbe estremamente pericoloso impostare le scelte di politica economica sulle scadenze normali del calendario italiano
Non abbiamo di fronte ai tempi normali
Non sposiamo non possiamo fronteggiare questa situazioni straordinarie con una gestione ordinaria del Paese
Non possiamo affidare al DPEF al Piano di convergenza generiche intenzioni di intervento
Arrivare con affanno alla presentazione della Finanziaria il trenta settembre approvarla sul filo di lana il trentuno di dicembre accorgersi a febbraio novantotto che non basta più
I mercati potrebbero esprimere il loro giudizio ben prima e a quel punto per noi i giochi sarebbero chiusi
Stiamo vivendo giorni di relativa calma sul fronte della lira e dei titoli pubblici ma sappiamo tutti che i mercati possono scuotersi all'improvviso
Per questo è indispensabile che il DPEF il Piano di convergenza contengano già con chiarezza le decisioni dalla finanziaria
Oggi avremmo dovuto poter commentare il DPEF e le conclusioni della trattativa sulla riforma dello Stato sociale
Il DPEF lo conosceremo non prima della prossima settimana e la trattativa sullo Stato sociale non è neppure partita
I sindacati forse ignari dei rischi che il Paese sta correndo affermano che non c'è fretta e che le prime di pensioni si parlerà semmai alla fine della trattativa
Ma siamo già i minuti di recupero e non ci saranno i tempi supplementari non si tratta di aprire la consueta estenuante trattativa si tratta di concluderla rapidamente con un'assunzione di responsabilità da parte del governo
Sta al Governo decidere se stringere con la maggioranza che lo sostiene o presentarsi in Parlamento e chiedere a tutte le forze politiche i voti per entrare nell'Unione monetaria
Nessuno si illuda di poter tenere ancora la testa fondata nella sabbia dello statalismo delle protezioni corporative delle mediazioni infinite
E tutto il Paese che deve fare uno sforzo eccezionale di coesione offrire ai nostri partners europei il volto di un'Italia determinata in tutte le sue componenti
Se governo e Parlamento sapranno fare le cose necessarie non mancherà il nostro appoggio
Non si tratta tanto di volare alto di volare basso si tratta di volare si tratta di volere dobbiamo farcela
Invito ora il podio
Invito la il podio per il suo intervento il ministro dell'industria Bersani
Presidente posso autorità carri e mezzi
Nel suo primo anno di vita a questo governo non sono mancate certo le critiche di Confindustria sono state spesso aspre e severe si capisce la relazione di Fosso che comunque Confindustria aveva esaurito le scorte a questo proposito e e per la verità fino adesso la linea di governo ha raccolto degli incoraggiamenti
Molto parchi e misurati doni da ogni parte
Diciamo pure che l'iniziativa di risanamento perché Risi inflazione questa linea accelerata di convergenza e di stabilizzazione sono apparse ai più almeno nei primi mesi avventate
Illuso
Bisogna che riaffermi qui che invece sono venuti dei risultati notte col io non voglio riepilogando basterà dire che molti di coloro che erano scettici oggi ci stimolano a fare l'ultimo passo e del resto i mercati hanno espresso stabilmente ormai da tempo il loro giudizi e mi pare che questo tagli anche corto con molte discussioni anche se il tema della vertenza per i passi ulteriori da fare è sempre un tema Cook lo sforzo del paese è stato ed è molto grande noi abbiamo cercato di farlo compiere in modo equo senza gravare sui più deboli che cerchiamo di non dimentica
Descrivere questo sforzo come fa qualcuno comuni insieme sconclusionato di tasse e di innocui trucchi sul versante della spesa e francamente irrealistico ingeneroso
Anche la produzione ha risentito di questo sforzo delle ne abbiamo già visto che i risultati a stabilizzazione certo allentando il nostro apparato produttivo suo futuro ma gli propongono intanto una sfida non semplice che rende urgenti alcune riforme che da tempo l'impresa chiede
Il nostro lavoro non è finito
Di fronte a noi nei prossimi mesi c'è l'esigenza di garantire per il futuro i risultati acquisiti nel controllo della finanza pubblica e sappiamo bene fosse quanto persino venti mila venticinque mila miliardi anche mille miliardi di questi tempi se l'impegno molteplici riforme a cominciare dal Guelfa e c'è lo sforzo di agganciare al meglio la ripresa che si percepisce in Europa per poterla tradurrà in nuova occupazione
è un compito rilevante che non sottovalutiamo
In realtà questo compito non può essere portato l'Effetto senza l'idea di un impegno comune e senza la consapevolezza comune che molti cambiamenti sono necessari e che nessuno ha il diritto di sentirsi né completamente la pipa
Consentito una riflessione generale anche un pragmatico come è stato detto noi sentiamo e non da oggi una inquietudine nel Paese
Ci rendiamo conto che i diversi fatti con quali variamente giustifichiamo questi inquietudine la concorrenza della per la globalizzazione disfunzione dello Stato disoccupazione
I comportamenti nuovi che anche la stabilizzazione induzione tutto questo spiega qualcosa ma non spiega tutto
Questi inquietudine prende molte forme
Io non voglio qui riferirmi ai segni clamorosi di contestazione da unità nazionale che sono ormai disposti a deviazioni eversive da stronca
Richiami invece un'insofferenza più generale pervasivo
E tocca particolarmente certo aretz sedi solitamente definiti forti ma che non si ferma lì a quelle aree e a questi sì
Una disaffezione una di Sappada tenenza
Che attraversa sono parti grandi del corpo sociale che frantumano la vita politica che si riflettono e si alimentano in una informazione nervosa e grida
Tutti diciamo che per reagire a questo ci vogliono fatti di riforma non c'è dubbio si vogliono le riforme quella federalista qua dell'istituzione la forma di governo la pubblica amministrazione ci vuole un nuovo fisco non c'è dubbio otto
Non potrebbero venire dal cielo se intanto in terra ci fosse la guerra di tutti contro tutti o tutti pensassero solo a chiamarsi fuori
Né d'altra parte questi fatti importanti sono a loro volta di per sé sufficienti
Probabilmente noi siamo tutti un po'al di sotto della solennità del nostro tempo
Per capire dovremmo forse guardare di più all'onda lunga della nostra storia nazionale
Ad alcuni caratteri che il secolo Breda piuttosto congelato pesci Oltolini Solto prima con la dittatura poi con una nuove libera democrazia vissuta tuttavia in una disciplina rigorosa dei blocchi
L'ottantanove ha dato nuova libertà di esprimersi a questi antichi carattere tutta la stima e la forza delle nostre storie regionali il particolarismo può su cui si è esercitato dall'inizio il nostro pensiero politico classico
La scarsa identificazione collettivi in un patto statale debole tardi
Uno spirito civico che ha delle fondamenta fragili e molto diversificato
Ecco è bene ricordarsi che in questa fin e secolo noi non abbiamo nella nostra disponibilità una democrazia compiutamente riforma
Un patto intimamente sicuramente condiviso uno stato immediatamente riconosciuto come proprio dei cittadini
Un terreno di lealtà fra soggetti politici e sociali tali da mettersi cura menti in equilibrio il conflitto e la collaborazione se ad acquisire ancora parecchio di tutto questo cede acquisirlo adesso e c'è da acquisire lo assieme
E forse dovremmo commisurare a questa riflessione i nostri comportamenti le nostre parole
Ecco perché in questa transizione non semplice e non concluso noi abbiamo bisogno dell'espressione di una larga funzione dirigente abbiamo bisogno di una comunicazione vera fra chi con ruoli diversi svolge funzioni dirigenti
Perché solo questo potrà fare da antidoto alla dissociazione e al particolarismo e a quel singolare rovesciamento della morale kantiana per cui può essere buona legge universale solo quella che fa eccezione per me
E intanto l'insieme di queste tensioni si addensa sulle politiche di governo e sulle politiche di riforma
Basterà pensare alle riforme costituzionali e quelle elettorali per derivazione che sono di fronte alla Bicamerale alle politiche di welfare alle politiche fiscali tutti terreni segnati storicamente dagli assetti particolaristici e che suggeriscono approcci difensive interpretazioni corporative dei cambiamenti
Ecco allora l'esigenza centrali in quest'anno che ti aspetto
Trovare un comune terreno di lealtà e di dialogo ordinato fra governo forze politiche sociali più di quanto non sia avvenuto fin qui e dare il segno che l'idea di sì politiche sociali anche nella diversità volte radicale di opinioni lavorano per unire il Paese su grandi Obiettivo
Raggiungere un nuovo equilibrio macroeconomico è stato l'imperativo di questo anno di lavoro
Noi abbiamo ritenuto questo obiettivo coerente con le esigenze strategiche del nostro apparato produttivo
Ora il nuovo quadro ha già riversato degli affetti di diverso segno sulle nostre impresa
A cominciare dalle tentate indente selettive Zaha della nostra presenza sui mercati internazionali
Si è allentata la presa degli alti tassi d'interesse sull'economia e questa è già una svolta ma possiamo fare altri passi su questa strada
Essendo noi convinti che le acquisizioni sul versante della lotta all'inflazione sono nella loro sostanza solide e struttura qualcuno ha fatto notare un'osservazione non peregrina
Che non si può si N minimizzare banalizzare i risultati ottenuti e intanto spettasse la riduzione dei tassi
Noi come Governo ci dimettiamo ribadire quello che stanno per quel che ci riguarda non molleremo l'ha preso e ci occuperemo come stiamo facendo anche in questi giorni degli aspetti strutturali di una politica anti inflazionista
E siamo certi che faranno altrettanto le forze sociali del lavoro e dell'impresa che tanto potrebbero rivendicare se volessero farlo dei risultati raggiunti e della loro stabilità
Noi possiamo ben dire in ogni caso che le acquisizioni sul quadro macro economico non si sono ancora riversati in misura sufficiente sulla ripresa delle attività economiche della produzione degli investimenti dei consumi
E torna qui il tema del rapporto fra risanamento e lo sviluppo e certamente c'è una reciprocità
Sappiamo che cosa vuol dire noi abbiamo una storia le nostre spalle anche recenti non possiamo più permetterci errori non possiamo diciamo raccontarci cose
Che non esistono e farle pagare poi magari ai nostri figli di questo siamo consapevoli tutti
è già importante che non venga più contrapposto come qualche volta è stata nei negli scorsi una linea di risanamento una linea di sviluppo
Perché questo sarebbe un danno senza ritorno per il nostro Paese si cerca invece mi pare di capire un punto di equilibrio quello stesso che abbiamo voluto riassumere nell'affermazione arrivare in Europa e arrivarci vive
Ecco da questa linea discende che noi dobbiamo seguire con grande attenzione l'andamento reale delle cose
Vedendo le più che prevedendo e dobbiamo garantirsi che ci sia in questi mesi un aggancio seppur parziale articolato alla ripresa che si delinea in euro
Anche noi non siamo interessati a confondere le analisi con i desideri noi vediamo la possibilità di questo aggancio siamo pronti in ogni caso seguire non passivamente la situazione
Chiediamo solo che non si facciano quanto tassi di sviluppo troppo facili paragoni con altre situazioni europee
Come se noi per il nostro passato non avessimo di fronte o situazione eccezionale
Un problema eccezionale e chiediamo solo inoltre che non si diffondono idee troppo facili di politiche espansive tali da mettere a rischio il punto di equilibrio di credibilità che abbiamo registrato a oggi nell'operazione di risanamento
Voglio dire che all'interno di margini molto stretti
Non sono mancati in questi mesi alcune misure rivolte al sistema industriale non voglio ripercorrerle ma mi preme ricordare che a differenza di quello che ha passato spesso nel senso comune anche il senso comune degli imprenditori
Interventi rivolti all'occupazione nelle aree in ritardo di sviluppo per la loro stragrande maggioranza transitano per l'impresa
Se stiamo alle cifre alle misure lo slogan si fa lavoro per decreto è sbagliato e fazioso
Si fa lavoro con le impresa e come è giusto queste l'affermazione che corrisponde di più alla realtà della nostra iniziativa
L'avvio di un sostegno consistente programmi industriale del Mezzogiorno e in alcune aree in ritardo al centro nord è un fatto importante che non può essere sottovalutato nemmeno la dimensione europea
Così come la partenza potrebbe volata di strumenti a base territoriale
L'esito che si delinea per quanto parzialmente controverso delle misure per il lavoro la sperimentazione di misure straordinarie per l'avvio di opere pubbliche sono interventi che introiti incrociano in gran parte il ruolo e la funzione dell'impresa
E anche siccome sento spesso questa critica quanta l'equilibrio fra misure generali misure settoriali
E bisognerà ricordare molteplici misure d'incoraggiamento gli investimenti e piccole e medie imprese che sono in un disegno di legge che mi auguro stia vivendo le ultime settimane discussione parlamentare o norme nuove su credito d'imposta eccetera si vedrà chiare insomma se sono stiamo andare nel dettaglio che si sta parlando di misure rivolte a tutte le impresa anche se non con formule indiscriminata
Cose convengo con Fossa che vanno meno sotto i riflettori di quanto non facciano singole vicende industria illustri Ali ma questo non non dipende danno
Non ci siamo sottratti e delle ad interventi settoriali laddove essi potevano esprimere un effetto generale significativi
Abbiamo preso sostanzialmente prime parziali misure sull'edilizia e credo anche che dovremmo sforzarci di fare ancora qualcosa in questo campo per difetti in questo settore a la rottamazione delle auto va presa per quello che
Una
Una anticipazione dei consumi in un settore in grado di insidiare direttamente e indirettamente in modo significativo
Sul prodotto lordo e sull'occupazione
Anticipazione operata senza squilibri apprezzabili per la finanza pubblica
E io credo che dobbiamo guardare a questo tipo di misure nella fase difficile delicata di questi mesi come misure di transizione ordinata verso una fase di più generale ripresa della produzione e dei consumi
Possiamo però tranquilizzare su un punto noi non vogliamo fare del dirigismo mediante inseriti noi cerchiamo la triangolazione fiscale delle politiche di sostegno e sappiamo bene che di fronte ai problemi nuovi alla sfida stabilizzazione
è solo il miglioramento delle condizioni d'ambiente dell'impresa il fisco ricostruttori credito la formazione che può determinare un livello adeguato di competitività
Ma è tempo di guardare avanti e guardare avanti significa darsi obiettivi
Nei prossimi giorni col DPEF proporremo delle coordinate di ordine macro economiche finanziario indicheremo i primi di menti di riforma del welfare e io non metto la voce di un ministro laddove si esprimerà a breve la voce collegiale del Governo
Ma non possiamo limitarci a questi dobbiamo darci obiettivi di cambiamento di questo Paese e in particolare di cambiamento dell'economia di questo Paese
Tre anni per sbloccare il sistema questo me pare un obiettivo utile e credibile
E sbucare sistema significa in primo luogo a partire dall'esercizio delle funzioni pubbliche ed amministrativi
Noi dobbiamo attendersi dalla Bicamerale un radicale adeguamento del sistema delle decisioni nel circuito Governo Parlamento
Il nostro sistema delle decisioni dei meccanismi e dei tempi è sideralmente lontano dalle scansioni reali con cui si muove l'economia e la vita sociale
E fra tutti in realtà è questo il punto che più ci differenzia dei paesi con i quali competiamo
Io credo si sia sottaciuto ad esempio l'Effetto che la drastica seppur giusta riduzione della decretazione a provoca anche con uno scambio paradossale fra Governo e Parlamento
Ad esempio il governo non può aspettarsi rapide decisioni su progetti urgenti per l'economia
E d'altra parte nelle materie decretate non reiterabile Italia i decreti sta inducendo l'uso della fiducia come fatto tecnico e funzionale tutto questo insegna che bisogna ridescrivere questi impianti
Nel novantotto dovrà prender le mosse la riforma fiscale altro elemento fondamentale di sbocco nel sistema io dico che rischia di quello di passare dallo scetticismo sulla possibilità di cambiare al timore di cambia
Alcuni provvedimenti sono già usciti al Consiglio dei ministri altre più rilevanti ne uscirà
Lo sforzo il ministro vischio orientato al tentativo di portare in Commissione tutte le deleghe entro le sta il lavoro tecnico Ina
E le forme attraverso il quale esso avviene è tale da consentire la valutazione di diversi punti di vista in ogni caso c'è modo in questi mesi di discutere di confrontarsi di considerarli aggiustamenti necessari le gradualità
Ma bisogna cogliere positivamente al meglio l'occasione storica di una riorganizzazione della fiscalità d'impresa su parametri finalmente simili a quelle europee con benefici evidenti per il sistema produttivo
Il collegamento con la sanità non è un presupposto dell'Iraq il sistema delle competenze della fiscalità regionali non si fermerà accerto né all'attuale squilibrio settoriale dei poteri regionali che grava sostanziale
Sulla sanità né ad un solo strumento fiscale comunque è questo che bisogna garantirsi positivamente
Anche la riforma dell'amministrazione è di fronte a una serie enorme di adempimenti
Il percorso comincia a prendere forma
Acquisito il Bassanini si può lavorare
A titolo di esempio dico qui che la prossima settimana il ministero dell'industria chiamerà le organizzazioni imprenditoriali per presentare un progetto di riforma generale dei metodi di trasferimento d'incentivazione praticati dei ministeri
Un percorso che deve portarci a consegnare al passato la frantumazione delle mille seicento misure di aiuto operanti in Italia
I percorsi opachi defatiganti svolti in via amministrativa i controlli o inesistenti o vessatori la produzione di aspettative senza risposta l'eccesso di delegificazione e così bloccare il sistema significa determinare processi di nuovo pluralismo economico e di nuove iniziative imprenditoriali di nuovo occupazione qualifica intrecciando Almerighi percorsi di privatizzazione e liberalizzazione
E qui sono d'accordo con Fossa questa il cuore delle politiche in bustino storia
Da questi percorsi per il nostro Paese verranno gli elementi più significativi di novità si tratta di un'occasione irripetibile
Lo Stato dovrà uscire dalla proprietà dell'impresa monopolistico dal possesso di poteri speciali parallelamente ad un processo di nuova regolazione e alla promozione di un pluralismo imprenditoriale
Queste vicende dovranno chiudersi determinando sistemi più concorrenziali
Abbassando i costi per i cittadini all'impresa favorendo investimenti nei diversi settori e mettendo in campo nuovi protagonisti nazionali e internazionale
Tutto questo potrà avvenire anche attraverso piani industriali che comportino la valorizzazione e lo sganciamento di attività capaci di mettere in movimento nuove iniziative esisterà autorità antitrust abbiamo istituito stiamo istituendo le Authority che dovranno garantire riassetti regole attivi e concorrenziale
Stiamo dando e daremo luogo a nuove normative di regolazione abbiamo nominati nomineremo dei manager veri nessuno fa più il padrino di nessuno
Certi sappiamo
Sappiamo
Sappiamo
Sappiamo che questo sistema comporta delle ambiguità
E che valorizzare le proprie aziende privatizzando le e assieme aprire i mercati è un processo che contiene degli elementi contraddittori
Noi sappiamo bene che questa ambiguità potrà sciogliersi a processo concluso e che il processo non sarà semplice Breve data l'enormità degli oggetti di cui parliamo
Però dovrebbe essere chiaro
Obiettivamente penso che il processo in corso e nelle prossime settimane avrà delle nuove tappe e siamo impegnati a farlo procedere e siamo certi che i mercati non avanzano tutti quei dubbi sulle privatizzazioni vere o fasulle che sono sempre così puntuali puntigliosamente elenca dovrebbe essere chiara la scelta nuova che è stata introdotta noi vogliamo fare in modo che le risorse lo Stato azionista e quello dello Stato regolatore nei settori di utilità pubblica siano rivolti allo sbocco del sistema non alla sua difesa sta e speriamo e vogliamo che questi processi in campo industriale dei servizi ci consegnino fra qualche anno un grado più ampio di internazionalizzazione del nostro mercato e dei nostri soggetti industriali ne saremo capaci lo si vedrà
Però già da ora si potrà riconoscere e ci sono molte novità
E siamo lontani mille miglia dalla logica delle partecipazioni statali che le nostre intenzioni di politiche industriali si rivolgono al sistema Paese e niente di meno di diverso così come siamo convinti
Che mentre ci sono settori impresa che sono sul fronte della competizione altri ne sono ancora al riparo e che questo sforzo va meglio distribuiti
Io voglio dire inoltre molto esplicitamente che in questi grandi fatti di privatizzazione e liberalizzazione non ci appassiona più di tanto il gioco fra grandi gruppi industriali o finanzia ci interessa capire se alla fine di questi percorsi ci saranno vantaggi per il sistema e in particolare per quella moltitudine di piccole e medie imprese che pagano sempre i prezzi degli assetti monopolistici pubblici o privati che si i fatti che avvengono nel sistema creditizio incoraggiano a pensare che anche in questo campo comincino saltare gli schemi
E fatti i primi importanti passi è forse possibile un'ulteriore accelerazione dei processi di ristrutturazione di modernizzazione di privatizzazione tanto più gravi nostro ritardo tanto più sono incombenti processi integrazione tanto più necessario bruciare le tappe di un adeguamento del sistema del credito
Ricordandoci sempre che non saranno i governanti pro tempore o i commentatori a dover dire bene il processo è concluso
Saranno i nostri risparmiatori cittadini in particolare ancora una volta i nostri imprenditori piccoli e medi a dover dire adesso se le banche mi trattano come nel resto d'Europa
Bloccare il sistema significa partecipare da protagonisti alla nuova costruzione europea non solo in termini di mercato ma in termini politiche industriali sociali e di sviluppo
Noi serto abbiamo ritardi gravi
Noi come Paese nell'utilizzo delle risorse comunitarie ma stiamo rimontando
E posso dire che in tutti i settori delle attività produttive dall'industria al turismo noi arriveremo quest'anno all'impegno pressoché totale delle risorse
Ma non è questo solo il punto
Si tratta in vista della riforma dei fondi comunitari di prendere coscienza della nostra situazione industriale e dei nostri interessi
Ad esempio noi siamo anche se di poco contribuenti netti dell'Unione Europea
Noi non partecipiamo politica di di fondi di coesione noi fruiamo di politiche regionali ma abbiamo alcune aree che possono immaginare un seppur graduale sganciamento da queste politiche
Abbiamo invece una presenza industriale crescente e di primario rilievo nel centro est europeo e nel Mediterraneo
I nostri interessi stanno largamente della possibilità di interpretare i rapporti economici con le grandi aree di immediata relazione dell'Unione Europea
E dobbiamo quindi uscire dalla percezione non realistica un po'assistenziale della nostra reciprocità con le politiche dell'Unione e prendere un punto di vista industriale nei suoi cassetti più dinamica le considerazioni che ho avanzato e altre se ne sarebbero riguardano ambiti nei quali il ruolo del governo si può esprimere direttamente o indirettamente per favorire lo sblocco del sistema
Ma la si apre la discussione gli imprenditori la valutazione di altri temi sui quali tocca a loro discutere dirimere decidere temi di grande rilevanza come l'apertura al capitale di rischio successioni d'impresa il nuovo ruolo del management il rapporto fra finanza impresa le collaborazioni industriali anche su questi temi certamente si sblocca insiste
Ecco concluso io in questo intervento
Ho voluto in sostanza riferirmi a un cambiamento che ci riguarda tutti all'esigenza di trovare assieme obiettive motivazioni alla necessità comunque sempre di un confronto costruttivo io conosco bene perché è stata fatta tante volte in questi mesi l'obiezione dei puristi
Impresa deve produrre ricchezza deve ottenere le condizioni per farlo questa molto semplicemente e la sua politica
Ma forse sarà consentito rivolgersi oltre che all'impresa gli imprenditori
A soggetti in carne e ossa che producono buona parte del senso comune di questo Paese e che sanno per loro esperienza quanto contino nelle economie le intenzioni e le decisioni degli uomini
Voi non avete certo davanti a voi governo perfetto il governo dei miracoli alcune delle critiche delle sollecitazioni che si rivolgete sono l'oggetto stesso del nostro lavoro e cercheremo di accelerare e di migliorare
Su altre cose non siamo d'accordo ma non è un problema
Se si discute si lavora assieme si può comunque dare il Paese il messaggio che conta
Quello della serenità e della fiducia nel cambiamento
Grazie
Invito al podio il Presidente del Consiglio
Lo ha colto compiacere con la consapevolezza dell'importanza di questa occasione
L'invito del presidente Fossa a dare un saluto a questa Assemblea
Piacere che mi deriva dal potere anche se telegraficamente
Illustrare di fronte a una parte così importante della nostra società le ragioni e i risultati dell'azione di governo
Consapevole anche di non poter raggiungere duraturi risultati di risanamento
E modernizzazione senza il consenso e l'apporto del mondo dell'impresa
In questi mesi
Noi abbiamo avuto diversi momenti di degenza
Abbiamo avuto anche forti momenti di scontro
Tuttavia io rifiuto di credere
Che gli imprenditori italiani non abbiano colto il valore dell'azione di risanamento intrapreso e l'assoluta centralità dell'obiettivo di entrare in Europa
E se noi vogliamo
Rompere
Definitivamente
Il periodo della crescita pigre che ci è stato ricordato stamattina il presidente Fossa
Noi siamo costretti a compiere un'azione il drastico risanamento come il governo ha intrapreso in questi mesi
In questi dodici mesi
Infatti noi abbiamo fatto un'opera di risanamento che non ha precedenti in Italia ma che in tutti gli altri Paesi che hanno cambiato in senso positivo il ritmo di sviluppo è stata assolutamente necessaria
La crescita britannica la crescita olandesi la crescita americana sono state anticipate
Da un'azione di drastico risanamento delle finanze pubbliche e di riequilibrio dei conti statali
Il disavanzo della Missa sale pubbliche nel sette per cento quasi il sette per cento a maggio del novantasei oggi siamo al tre per cento
è una correzione fiscale di dimensioni come mai si è verificato in Italia
Abbiamo sconfitto l'inflazione dal quattro tre per cento di Anna fa siamo passati a un tasso tendenziale di uno virgola cinque uno virgola sei per cento ottici
Erano trent'anni che questo non si verificava erano trent'anni che Italia non sperimentava la stabilità dei prezzi e io credo che tanta parte della inquietudini ed era difficoltà a interpretare il momento attuale
Per il proprio dalla necessità di abituarsi a un quadro di riferimento a cui da oltre una generazione il Paese non era più abituato
A novembre abbiamo ripristinati gli accordi e cambio
E la lira si è apprezzata dell'otto per cento in un anno
Ma lo spread fra i nostri DTT
E i titoli tedeschi è passato da trecentottanta punti base nel maggio di un anno fa a centotrentacinque punti di ieri e ci sono adesso tutte le condizioni né a parere però un'ulteriore riduzione dei tassi d'interesse
Di fronte a questi risultati che cosa si dice l'abbiamo sentita anche stamattina nella versione più benevola si cita il governo ha conseguito risultati convergenza macroeconomica ma poi si è fermato lì
Non si è cioè spinto sul versante dell'economia reale
Non è vero perché nessun rimedio nell'economia reale
Potete può essere fatto se non si riorganizzata tutto il quadro di riferimento
E noi abbiamo gettato un nuovo quadro abbiamo gettato le fondamenta per un nuovo quadro di riferimento del economia
Io vorrei chiedere
A chi è andato di vantaggio l'abbassamento di oltre tre punti i tassi d'interesse
Si è ricordato che i tassi d'interesse reali sono ancora elevati
Ma io vorrei ricordare che ogni punto per il sistema industriale italiano inteso in senso stretto ogni punto di abbassamento è stato un vantaggio di sette mila miliardi che se vogliamo contare soltanto i tassi a premi di circa quattro cinque mila miliardi
Mi sembrano dati di un'estrema importanza
Senza contare i vantaggi derivante dalle operatori dagli operatori economici non industriale
Come spesso è accaduto l'altro al nostro Paese quando ci sono scelte così difficili
Anche in questi mesi ha ripreso fiato una dottrina che poi sfuggire a questa disciplina una dottrina quasi di autarchia
C'è chi dice che in fondo non sarebbe così grave se restassimo fuori dall'unione monetaria
E c'è anche chi dice che dovremmo stare fuori dall'Europa
Si utilizza il nobile argomento della lotta alla disoccupazione come strumento per giustificare una scelta autarchica e rinunciataria
Si tratta di tesi
Che a mio parere hanno sapore antiquato e che debbono essere respinti è in modo nuovo con cui si presenta il vecchio partito dalla spesa pubblica che intenda riorganizzarsi che che in questi mesi disorientato dal fatto che alcuni parametri sono cambia nell'economia e che non è ancora cominciata visibilmente il momento della ripresa
In fondo
Uno scenario del genere uno scenario cioè del non entrare in Europa avrebbe conseguenze catastrofiche per l'Italia
Ed è una pura illusione che ci sia una via italiano sviluppo fuori d'Europa gli effetti sui tassi d'interesse sulla ripresa l'inflazione
E il pericolo di essere destinatari di rappresaglie da parte dei nostri partners europei per compensare l'imprevedibile crollo del cambio della lira dissi per ebbero tutto il capitale di credibilità conquistato con fatica negli ultimi tempi dall'Italia
L'Europa è indispensabile per reggere nella competizioni sempre più aspra dell'economia globale
Essere parti questo mercato indispensabile ma non possiamo ridurre l'Europa insoliti mi economici
Che
è stato giusto fare riferimento prima
Che la crisi e i problemi non sono solo italiani sono anche europea e la formazione del continente europeo tesi aiutare tutti i Paesi non solo l'Italia anche la Francia e la Germania a superare questa crisi
Molte volte in questi mesi o tanto riflettuto a delle obiezioni che venivano molto spesso anche dall'ufficio studi della Confindustria in cui si invitava il governo italiano a fare quello che ha fatto il governo francese il governo tedesco in questi mesi allora misero diligentemente dedicato a leggere cosa hanno fatto
E vi assicuro
Non non volto
E siccome nella politica europea in futuro dovremo tutti fare grandi cose ma non hanno fatto nulla
Non hanno fatto nulla
E ricordate lo sciopero contro Juppé il ritiro delle di fischiare da parte di con non hanno fatto nulla perché per fare queste grandi trasformazioni
Occorre consenso perché e allora vede presidente io nono o lei nella sua relazione ha veniva in mente lei nella sua relazione ha bene in mente dettato programmi tempi e anche formule di governo
Non faccio obiezioni sulla formula
Sui programmi ma sui tempi del Governo si perché gli altri Paesi europei grandi Paesi a cui ho fatto riferimento hanno fatto marcia indietro perché non hanno discusso
Con le parti sociali nel modo Franco è chiaro come stiamo tentando di fare noi le grandi riforme il Paese che ricordo che fin dal primo giorno del governo io ho detto che le pensioni non si sarebbero toccate
Per tutto l'anno scorso e sarebbe entrato in vigore il nuovo accordo sulla tensione che mi auspico su cui stiamo lavorando il primo gennaio mille novecentonovantotto è un termine che mi sono preso non per desiderio di rinvio ma perché conosco o penso di conoscere quelle che sono le grandezze e i problemi di un accordo di questo tipo e quindi questo è il nostro impegno un impegno forte un impegno quindi che non che non
Interpreta la finanziaria come un affanno
Inter quella finanziaria come il la più grande sfida di un governo una sfida che deve prendere tutti gli aspetti non solo del bilancio pubblico ma dei momenti di crescita e di sviluppo del Paese che noi pensiamo e con questo vorrei chiudere il signor Presidente
Vinca l'inflazione dato messaggi stabilità al Paese dato un messaggio su quello che lo scenario del costo futuro degli investimenti
Io credo che questo Paese possa appianarsi a una ripresa come hanno fatto tutti gli altri Paesi che prima di noi hanno iniziato questo cammino e io vedo e anche qui abbiamo leggere differenze ma il tempo sarà il giudice io vedo già i segni di questa ripresa non solo su quell'assegno univoci non sono ancora segni univoci non sono ancora segni uniti e ci sono segni che vanno interpretati e legati fra di loro ma io Pedicini questa ripresa e io sono convinto
Il Paese
Si sta rendendo conto della grandezza di questa fine sfida si sta rendendo conto delle difficoltà che il Governo ha intrapreso si sta rendendo conto anche della coerenza
Di una politica che ha portato a scontri ha portato all'impopolarità ha portato a confronti che non sono certo comodi per un'opera
Ma che noi abbiamo voluto fare con estrema coerenza
Perché siamo convinti che i risultati non mancheranno e io sono certo che il Paese
Per questa sfida per questa rinascita potrà contare sul grande dinamismo che sulla capacità
Delle sue imprese e di questo io vi ringrazio di cuore
Io ringrazio il Presidente del Consiglio per il suo intervento
Su molti punti discuteremo nei prossimi giorni quando ci verrà presentata la linea e documento di programmazione economica e finanziaria su tutto si può discutere
Anche sul fattore tempo ma come ci ha ricordato lui siccome dobbiamo agganciare paesi che sono comunque più avanti noi famose tempo instabile fattore tempo e sicuramente un fattore più che è fondamentale
Dichiaro chiusa l'assemblea ricordo
Ai colleghi di giunta che l'appuntamento pensa la Giunta per le ore dodici grazie
Dario Argento come
Tutto