Un bilancio dell'attivita' della "Commissione dei saggi" del Ministero degli Esteri per la riorganizzazione della politica di cooperazione allo sviluppo dell'Italia

Ha una buona sera professore che volevamo fare alcune domande sul sugli ultimi fatti che sono avvenuti a proposito della guardi della cooperazione italiana allo sviluppo lei saprà benissimo che era stata istituita una commissione di disagi
Al ministero degli esteri per riorganizzare la politica di cooperazione allo sviluppo
Però ci sono state molte polemiche infatti le riviste missionari hanno pubblicato prima un dossier poi hanno sconfessato l'attività di questa Commissione dei saggi considerandola inefficace poiché sono state fatte delle critiche abbastanza gravi del tipo che si vuole privilegiare ancora
Il ruolo di della politica si nega al ci vuole negare diciamo l'aggiudicazione privata che finora Derna determinato le assegnazioni per i progetti industriali per i Paesi del Terzo Mondo e rilanciare
Il il il programma paese che ormai di dichiarato dai dei missionari come superato e volevamo chiedere come giudica lei le quest'attività della commissione dei saggi all'interno del ministero degli Esteri
Credo che fin dall'inizio la commissione c'era stata concepita come un passo interlocutorio in effetti non era quella commissione neutrale o sopra le parti che era stata proposta
Non era neppure un organo con carattere deliberativo quindi abbiamo avuto una commissione che ha fatto delle proposte le proposte in una fase di transizione
Non credo che ci si potesse aspettare una rivoluzione da questa Commissione
Forse le proteste che sono state elevate contro il carattere minimali dico delle proposte
Sono proposti sono protette giustificate mai eccessive per l'occasione che l'hanno determinata il problema di una revisione della cooperazione allo sviluppo e così ampio così vasto così complesso che non può riguardare una semplice commissione
Deve riguardare l'insieme delle forze politiche sociali culturali italiane insieme dalla Società italiana addirittura l'insieme direi
Delle porte che a vario titolo anche fuori dell'Italia si occupano dei rapporti con i Paesi in via di sviluppo per cui è soltanto in quest'ottica che io vedo è uno sforzo di tutti comprese le forte che sono più impegnate come le missioni come li definisce l'aria
Uno sforzo di tutti per arrivare a una qualche proposta realisticamente positiva
Per un problema che comunque resta ostico difficile impervio e che nessuno può realisticamente pensare di poter risolvere con delle soluzioni facili
Senta professore lei quando si riferisce al diciamo a alle varie forze allude alla creazione di un organo di un organo particolare di un'altra Commissione con più vaste competenze con più vaste rappresentanze oppure allude al diciamo al il compito di un di un organo dello Stato ad esempio il Parlamento che dovrebbe ridisegnare questa questa politica
Ma io ho seguito un po'dall'inizio ci può dire le vicende della cooperazione ci sono stati molti istituti conferenze incontri separazione di carattere scientifico
Tutti vario genere che hanno fatto anche delle proposte ragionevoli ricostruttive lungimiranti sulla cooperazione poi molto dipende dalla partita la gestione concreta dalla politica dei ministeri degli stessi ministri perfino dall'atteggiamento dei singoli funzionari nonché vada non va dimenticato dalle richieste dei nostri partner perché la cooperazione e lo sviluppo è pur sempre un'iniziativa che parte dai paesi che debbono essere assistiti
Tutto questo mi induce a ritenere che più che e iniziative proposte o studi approvi gli ori ci sarebbe bisogno di qualcosa a posteriori vale a dire piuttosto che di una commissione che faccia delle proposte se io dovessi lanciare un'idea farei per un gruppo una commissione un forum il controllo di controllo nel senso di verificare continuamente come la cooperazione viene svolta lasciando che la cooperazione l'inno al volto dal ministro dal governo sotto i normali con Trovo del Parlamento ma sostanzialmente dall'esecutivo come la Commissione venga quel venga come la cooperazione venga venga gestite venga realizzata senza contare che questo eventuale Forum
Di controllo di vigilanza sulla cooperazione dovrebbe anche avere il compito di controllare che non ci siano da parte di altre istituzioni dello Stato
Oppure istituzioni gli anche di carattere privato
L'ultimo dei comportamenti contraddittori con la cooperazione perché non dimentichiamo che la cooperazione nel testo della elargizione dell'aiuto eparca deputy una più complessa azione politica economica dei Paesi in questo caso dell'Italia intenta ad aiutare lo sviluppo dei Paesi del Terzo Mondo è chiaro che si può anche fare una cooperazione singolarmente fatta di i Progetti ineccepibili
Ma che questo sta dentro faccio un caso estremo una politica protezionistica intenso contrario alle importazioni proveniente dei Paesi del Terzo Mondo ecco che abbiamo una contraddizione di termini quindi vigilare sulla cooperazione così come viene svolta piuttosto che fare grandi proposte su come dovrebbe essere impostata soprattutto vigilare che del Complesso la politica italiana non sia contraddittoria e addirittura antitetica gli interessi dei Paesi che poi che assistono con la cooperazione
Ho capito senta ma questo comporterebbe anche diciamo il multipla multilateralismo degli aiuti
Mentre noi notiamo ma di d'esempio delle contraddizioni in termine di gestione per esempio nel caso di aiuto di del paese del nostro Paese l'Italia e quello della Comunità economica europea almeno diamo per esempio delle
Delle contraddizioni sì facciamo il caso dei paesi che sono passati dal secondo mondo dal mondo comunista al al Terzo Mondo per esempio con i paesi del
Dell'Est notiamo che gli aiuti che sono stati inviati a questi Paesi
Hanno hanno avuto sono stati convogliati tutti verso la Comunità economica europea mentre c'è ancora la concorrenza tra gli aiuti che vengono mandati dà il Paese dall'Italia e dalla Comunità economica europea verso i paesi a sud del mondo
Come pensa che potrebbe essere risolta questa contraddizione che cosa ne pensa
Ma ricordiamo che storicamente per quello che possiamo parlare di storia perché la cooperazione a Poulsen probatorio limitato i pochi decenni per quello che riguarda l'Italia dirittura possiamo dire di vent'anni ma insomma storicamente l'Italia
Ha incominciato la sua politica di cooperazione tutta nel multilaterale
Ancora vent'anni fa circa novanta per cento del nostro aiuto pubblico veniva incarnato da Lecce multilaterale allorché è stato in questi ultimi anni un grande sforzo per come ci diceva riequilibrare arrivare più o meno
A quella quota trenta o quaranta per il multilaterale il resto per bilaterale che normale a livello internazionale
Forse adesso c'è da ripensare anche questo rapporto perché
I problemi dello sviluppo hanno una qualche possibilità di essere risolti probabilmente il multilaterale dovrebbe essere privilegiato non dimentichiamo per esempio che interventi del Fondo monetario attraverso i piani di ristrutturazione dell'economia dei Paesi direi assistiti
A loro
Ho unità dimensione un dei risvolti molto più incisivi pregnanti più partiti non importa quale aiuto che viene offerto da un singolo Paese perché è un aiuto di un singolo Paese anche te
Contrattato con il governo assistito anche sia destinato ad avere qualche influenza sulle scelte politiche del governo assistito non è da solo in grado di modificare l'impostazione macroeconomica
Come avviene con i famosi piani di ristrutturazione che vengono imposte dal Fondo monetario come premessa per gli aiuti per i piani di aiuti appunto degli organismi internazionali
Ora è un poco un po'contraddittorio un po'stridenti la contraddizione fra una
Tempesta o una pioggia secondo che gli effetti siano positivi o negativi o meglio dire negativo positivi gli aiuti Ingoli da parte dell'Italia agli altri Paesi
Da una parte e dall'altra questi aiuti che definirei ombrello perché sono appunto onnicomprensivi fatti dagli organismi internazionali probabilmente si dovrebbe arrivare
A una qualche forma di conciliazione fra questi due estremi e allora chi e non un culti paesi la Comunità economica europea qualche altro organismo multilaterale
Che non abbia la visione ristretta dal suo punto di vista forse anche corretta ma certamente ristretta che ha il Fondo monetario internazionale
Può avere l'ambizione di gestire un programma di aiuti che siano allo stesso tempo efficace ma anche rispettoso delle scelte dei paesi assistiti ecco che mi sembra emerga la necessità de una riscoperta del multilaterale d'altra parte la Comunità economica europea probabilmente alla lunga
Sarà costretta proprio per le le le scelte di politica estero comune che ci sta proponendo sarà costretta anche a occuparsi di questo problema sono d'altra parte che
L'aiuto bilaterale difeso accanitamente dei singoli Paesi perché è una grossa operazione di immagine un'operazione di marketing cooperazione sostiene le esportazioni la presenza politica la cooperazione chiede a creare dei clienti quindi e naturale sarebbe ipocrita negarlo ora turare che essa sia ancora gestita per via individuale per via bilaterale non dimentichiamo d'altra parte che a cominciare dall'Italia
L'articolo primo della legge che sovraintende alla cooperazione con i paesi in via di sviluppo quarantanove
Famosa legge appunto quarantanove
Dice che la la cooperazione epatite A della politica estera dell'Italia dell'Italia e poi ci sono naturalmente dei riferimenti alla Cei all'ONU il limite laterali però resta a questo punto fermo ora finché il taglia una politica estera
E chiaro che dipenderà anche la cooperazione per via bilaterale
Ho capito senta professore li voglio dire un'altra cosa per quanto riguarda l'unione politica molti l'unione politica della Comunità economica europea molti dicono che
In base a al futuro dell'unione dell'unione politica che si potrà stabilire un piano di multilateralismo di aiuti verso il PPI paesi del terzo mondo
Ma ora in questo momento è possibile pensare pensare questa politica anche se l'unione politica verrà rimandata sine die
Beh questo vi sembra
Parte del problema generale cioè se l'unione politica non decolla perché restano delle divergenze fra i Paesi oppure dei diversi sì approcci all'unità o addirittura di diversi livelli di sviluppo dei singoli Paesi membri della Comunità economica europea
Allora mi sembra quasi inevitabile che anche la cooperazione allo sviluppo ritardi il suo approdo a una dimensione multilaterale comunitaria
E integrata
Le individualità statali prevalgono sulla comunità e quindi le individualità statali prevalgono anche a livello di cooperazione allo sviluppo
Per il momento c'è di sicuro lo strumento offerto dalle cosiddette convenzioni di norme che riguardano i rapporti fra la Comunità economica europea e una settantina di Paesi dell'Africa dei Caraibi del Pacifico con cui la CEA dei rapporti preferenziali sul piano del commercio e anche alcuni progetti
Il viluppo industriale e anche di interventi a supporto di aiuti di di progetti di di iniziative
Una fetta dell'aiuto che i Paesi della cede volgono ai Paesi del Terzo Mondo passano affetta secondaria limitata ma passa attraverso la Comunità economica europea
Si potrebbe immaginare di potenziare questo strumento che è stato collaudato il grosso dalla cooperazione però viene gestito ancora bilateralmente certo la la
La soluzione dei problemi di fondo della comunità economico Roth costruiscono un po'la premessa anche per questo capitolo ho capito senta professore un'ultima domanda a proposito delle tendenze che si sono registrate nel campo dell'economia internazionale
Si torna a parlare di protezionismo di guerre commerciali e in sede Gatt non ci riesce a raggiungere un accordo per quanto riguarda la la politica agricola e ci sono delle ritorsioni da parte degli Stati Uniti quali potrebbero essere le conseguenze delle ritorno di questo ritorno i neo protezionismo verso i Paesi del Terzo Mondo nel medio periodo
è qui ci vorrebbe un uno studio delle linee di tendenza per poter verificare esattamente gli effetti del dio protezionismo sulla sulle sul sull'economia dei Paesi del Terzo mondo e ancora dovrei dire che mi sembra difficile che la conclusione sia univoca
Perché c'è un punto fermo sicuro
E che terzo mondo oggi dedica articolato
Comprende Paesi non solo diversi per le scelte politiche dei rispettivi governi anche molto diversi nella collocazione dell'economia mondiale nella specializzazione economica mondiale o commerciale mondiale così che certamente le conseguenze non sarebbero le stesse per i Paesi fornitori di materie prime per i prodotti dei Paesi produttori di petrolio o per i paesi più deboli a basso contenuto di integrazione dell'economia mondiale
Genericamente posso dire questo con Lia prima primo intuito la guerra economica riguarda i colossi dell'economia mondiale
In un certo senso è una conferma che grossi che mi sia positivi che negativi dei rapporti internazionali
Si risolvono poi nel confronto o scontro delle delle delle forte dominanti delle forti importanti per cui lo scontro fra gli Stati Uniti Giappone la Comunità economica europea probabilmente destinato ad essere il leit motiv della politica internazionale dei prossimi anni
Naturalmente ciascuno di questi blocchi ha interesse a crearsi una propria Area di dispetto una zona dove
I suoi interessi i anche dico nel Terzo Mondo cioè interessi possono essere meglio tutelati quelli che in qualche modo si potrebbe verificare una spaccatura una specie di Terri spaccature o di tripartizione del terzo mondo in assistere di influenza ma anche qui potrebbe scattare una competizione almeno per le zone non tepui bili in anticipo l'uno all'altra io penso che molti delle tensioni che caratterizzano la politica internazionale siano effettivamente causate dallo scontro fra Stati Uniti Europa per il controllo della zona definiamola mediorientale
Per il momento possiamo dire che la la competizione che ostacola che ostacolare l'espansione del commercio internazionale
è destinata a vere geneticamente perché poi ripeto bisognerebbe fare un'analisi settore per settore genericamente potrebbe danneggiare i paesi del terzo mondo che hanno nella partecipato dal commercio internazionale uno dei loro
Le loro risorse perché sono Paesi nati dalla divisione internazionale del lavoro di origine coloniale che sia pure con tutte le distorsioni che sappiamo li hanno immesso nel mercato capitalista internazionale
Come venditori fornitori di alcune materie prime e come acquirenti di gran parte dei prodotti di prima necessità quindi si tratta di Parigi che dipendono fortissimamente dal commercio internazionale una competizione potrebbe in teoria portare a un aumento dei prezzi di alcune materie prime strategiche in questo caso alcuni Paesi del Terzo Mondo che sono in posizione chiave potrebbero trarne vantaggio almeno a breve termine sappiamo però che questi i surriscaldamento dei prezzi artificiosamente generalmente non non resistono non durano a lungo e quindi poi possono provocare dei contraccolpi negativi non vorrei non per il momento credo che sia soprattutto da temere questo è quello che temono alcuni paesi del terzo mondo il l'interramento dalla Comunità economica europea che è un partner importante per molti Paesi africani arabi
Gialla l'allargamento ai Paesi mediterranei ha ostacolato il commercio di alcuni prodotti quegli atti sensibili che venivano qui venduti sul mercato europeo sia dei Paesi iberici che dalla fascia magrebina dell'Africa
Ora che possono tenere di pochi paesi in via di sviluppo e di cui all'interramento dalla Comunità economica europea una specie di di Fortezza chiusi incertezza quasi autosufficiente
E naturalmente la la la così la pensione quelli che potrebbe essere una spinta in più in questa direzione
Bene il professore io la ringrazio che risentirsi appresta oppure grazie a Dio nella busta