Il Partito Radicale denuncia la difficile situazione finanziaria delle organizzazioni internazionali e in particolare dell'ONU; l'istituzione del Tribunale Internazionale per i crimini di guerra contro l'umanita' nell'ex Jugoslavia

Qui radio radicale al subite dei sette Paesi più industrializzati del mondo svoltosi atto che nei giorni scorsi non si è parlato solo di economia
Dopo il fallimento della seconda conferenza mondiale sui diritti umani dell'ONU a Vienna e discussioni sull'istituzione di un tribunale internazionale contro i crimini di della ex Jugoslavia a questo proposito ricordiamo che il partito radicale ha proposto alcune linee di iniziativa politica
Per attuare la Risoluzione ottocentootto del ventidue febbraio del mille novecentonovantatré
Che prevede la nascita di questo tribunale contro i crimini di guerra i grandi hanno discusso della grave crisi nei Balcani
Tutti i partecipanti al vertice si sono trovati d'accordo nel considerare la divisione della Bosnia Erzegovina in tre repubbliche diverse ed hanno invitato serbi e croati a non proseguire nella cui griglia contro i musulmani di Bosnia ormai ridotti allo stremo
I paesi più industrializzati del mondo hanno lasciato intendere che non accetteranno il fatto compiuto dei più forti in Bosnia Erzegovina
è una dichiarazione inaspettata e molto importante che segue solo di pochi giorni le parole del ministro degli esteri della Santa Sede monsignor giallo vita ora il rappresentante diplomatico vaticano affermato in un'intervista rilasciata al quotidiano francese l'acqua
Che mai e poi mai Vaticano accetterà una divisione della Bosnia Erzegovina su basi puramente finite
Il tono delle parole dell'alto prelato vaticano e la dichiarazione dei sette a Tokyo lasciano ben sperare per il futuro nel momento più difficile per i dischi per i civili colpiti da questa assurda guerra
Gli osservatori internazionali non sono così ottimisti proprio in questi giorni gli europei stanno considerando l'ipotesi di ritirare le truppe ONU in Bosnia e riaprire il traffico delle armi affinché la guerra faccia il suo corso
è l'ora dei compromessi ha tenuto a precisare ottimisticamente monsignor tauren al quotidiano francese la colpa
Noi pensiamo aggiunto il diplomatico che potrà esserci una soluzione durevole solo se queste soluzioni comportano il rispetto effettivo dei diritti delle minoranze
Qualsiasi soluzione dovrebbe permettere anche l'esercizio del diritto dei rifugiati di tornare nei luoghi dei quali sono stati espulsi con la forza il diplomatico ha sottolineato positivamente alcuni aspetti positivo del piano di pace Van solo nel penso ha affermato il diplomatico che alcuni aspetti del piano come il rispetto delle minoranze sotto la tutela internazionale il disarmo delle parti il ritorno dei profughi debbano essere presi in considerazione
Nell'intervista monsignor tornando ha risposto alle critiche giunte dagli Stati Uniti e dalla Francia sulle presunte responsabilità del Vaticano nell'accelerare la crisi nella ex Jugoslavia
Le stesse accuse sono state formulate anche dalla rivista di geopolitica Limes
Nel numero di giugno dedicata alla politica estera della Santa Sede la rivista trimestrale ha sostenuto che il Vaticano non esente da responsabilità nell'avvio di questa guerra probabilmente il capitolo dedicato alle origini di questo sanguinoso conflitto è ancora tutto da scrivere
Ricordiamo ai nostri ascoltatori che abbiamo dedicato uno speciale al problema dell'ex Jugoslavia e i rapporti con il Vaticano
Thuram ha replicato alle accuse che sono giunte dalla Francia e dagli Stati Uniti affermando che il Vaticano nel giugno del mille novecentonovantuno a pochi giorni dallo scoppio delle ostilità aveva invitato la Croazia e la Slovenia a valutare l'opportunità di una forma confederale
Che avrebbe garantito maggiore indipendenza ai due stadi
Queste dichiarazioni sono registrate dalla stampa internazionale mentre la capitale della Bosnia Erzegovina Sarajevo è ridotta allo stremo e la guerra continua senza tregua
In questi ultimi giorni alcuni settimanali cattolici hanno pubblicato alcune dichiarazioni del vicario della diocesi di Sarajevo
Monsignor Mateo Zoni rilasciate durante un convegno della Caritas in Croazia
Il prelato ha sostenuto la necessità di giungere ad un accordo in Bosnia se non possiamo vivere in uno Stato federale come era la ex Jugoslavia ha detto Zoellick occorrerà dividere la Bosnia Erzegovina in unità etniche con autonomia di lingua
Adesso noi ha precisato non vogliamo più che sia così i vescovi e sacerdoti desidera una Bosnia Erzegovina riformata affinché tutti serbi croati e musulmani possono ancora vivere dove sono
Secondo il vicario di Sarajevo l'unico ostacolo alla pace sarebbero i musulmani a questo scopo monsignor Pisoni ha invitato le autorità internazionali a proseguire nell'embargo delle armi con nei confronti dei musulmani
Le affermazioni di monsignor Sonics sono stupefacenti il vicario di Sarajevo non dovrebbe preoccuparsi dell'embargo verso una delle parti in lotta ma verso tutti
è insensato sostenere che i musulmani vittime dell'alleanza serbo-croata debbono rinunciare alle armi curarsi solo di questo aspetto
Nel corso dell'intervista il vicario di Sarajevo anche parlato delle iniziative dei pacifisti italiani
Gesti come quelli dei Beati costruttori di pace ha ricordato servono solo a loro per farsi pubblicità
La loro venuta non ci ha aiutato a nulla e così sarà la prossima volta i Beati costruttori di pace l'organizzazione pacifista che si batte per il dono della pace in Bosnia ammessa l'impreparazione dei movimenti pacifisti europei di fronte a questa guerra
Penso che il movimento pacifista sia stato preso in contropiede da questa guerra ha ammesso lo stesso don Albino Bizzotto fondatore dei Beati costruttori di pace anche se ciò non vuol dire che non abbia fatto niente molto è stato fatto in favore dei profughi
Proprio questo ci ha fatto comprendere ha proseguito che la guerra non può più essere guardata dal punto di vista di chi spara ma dalla parte di chi soffre
Restano le dichiarazioni di bronzo Nick che lasciano l'amaro in bocca perché sono seguite da commenti che non riportano fedelmente la realtà di quanto sta accadendo oltre Adriatico e sono rivolti essenzialmente contro i serbi
In questa guerra le responsabilità sono da dividere e riguardano anche i croati
E proprio sulle responsabilità e le colpe della guerra che alcuni ambienti le associazioni cattoliche sembrano trovare sulla loro strada molti imbarazzi non tutti i cattolici italiani vedono allo stesso modo le speranze per giungere alla fine di questo Massa che italiano
Molti ad esempio non vedono di buon occhio l'emissione dei pacifisti di Padova i Beati costruttori di pace considerati troppo superficiali
Mentre i cattolici italiani si dividono nel considerare le possibili soluzioni di questa guerra appaiono chiare soprattutto le differenze tra i cattolici e i croati
Ricordarlo è don Gino Franchi sacerdote recentemente tornato dall'ex Jugoslavia dove ha portato gli aiuti alla Caritas nel dialogo con i cattolici croati ha ricordato don Gino Franchi sembra di parlare un'altra lingua
Non è sotto ogni alligna amo la radicalità evangelica della pace e del perdono del nemico della disponibilità gestivano unilaterali e si parlano del diritto dovere di un popolo aggredito alla difesa anche armata
Ma chi è l'aggressore quando tutti combattono contro tutti
Su questo scottante tema abbiamo voluto rivolgere alcune domande a don Albino Bizzotto sacerdote padovano l'organizzatore della marcia verso Sarajevo dei Beati costruttori di pace dello scorso dicembre
Don Albino Bizzotto a che punto sono i preparativi per la marcia della pace che si svolgerà ad agosto a Sarajevo e quante persone contate di portare nella capitale della Bosnia
Se in questo momento stiamo nella parte di promozione la più ampia possibile
Ci sono dalla panca ottime notizie ma anche dalle altre dalle altre nazioni stava domenica prossimi avremo un incontro al cinema della segreteria idea internazionale
E anche in Italia ci sono delle adesioni e delle delle promozioni tramite significativi in particolare
Ed è della Caritas e quelle delle api ma anche la sanzione per la Pace l'Arci che in questo momento stavo lavorando modo per promuovere l'iniziativa caro la previsione sul numero di persone in questo momento invito ecco starei un imbroglione sferiche immediatamente sono otto otto top però c'è un un grande movimento anche di grosse personalità che stanno aderendo da dal mondo del cinema dal mondo dello dello sport dalla dalla dal dal mondo della cultura quindi pensiamo che iniziativa stia prendendo piede molto positivamente
Dom Bizzotto nei giorni scorsi un sacerdote di ritorno dalla ex Jugoslavia ha ricordato il difficile dialogo con i cattolici croati quali sono le difficoltà di questo rapporto
Dunque difficoltà ce ne sono ci sono credo culture diverte ma specialmente una situazione concreta molto molto diverso da noi dobbiamo stare molto attenti a non fare la morale agli altri quando poi anche noi abbiamo accettato l'allarme del corpo anche noi Noè noti come personalmente ho o le persone che sono opposte ma complessivamente non si può dire che l'Italia ha rifiutato in blocco la sua adesione alla guerra la terza missione Hammurabi io lascia molto molto a desiderare per come viene portata avanti anche se in questo momento dobbiamo dare atto che c'è
Un momento di ripensamento da parte del governo di responsabili
Ma come atteggiamento complessivo di fronte alla guerra credo che anche noi come popolazione non capiamo né così decide e nei consigli sicuri del nostro posizione immaginato che noi fossimo al loro posto io non farei troppo discorso di chi sono i Chiesa farei complessivamente un discorso di società
E di situazioni concrete nella quale non si trova a vivere a reagire De Ficchy contattai maggiori dipendono da questo però e quindi questo problema anche di vittorie diverso esiste poi questo problema di un irrigidimento da parte di una parte consistente della chiede però dentro l'ex Jugoslavia direi che non esiste una cultura della nonviolenza
E quindi una come dire anche lo stesso Comitato per la pace infine Pd Sarajevo
Io detta Venosta indicative ma tutte una favorisce tutti ripeto io posso dire che vadano verso questo però la confidente dalla fiducia al principale rimane sul un incallito di forza credo che questo appartenga vecchiette però faccio notare anche come all'interno di una situazione di guerra le opinioni che fanno che fanno notizia sono quelle che si rapportano sempre soltanto può contro la guerra non non emergono mai invece tutti quelli che stanno lavorando per la vita i pericoli non la pace e quindi non fanno notizia
E allora credo che ci siano molte convergente con molta gente quando si fanno queste azioni di al rapporto diretto dei loro diritti
Ieri con la solidarietà
Cioè per quanto riguarda la polizia l'eventualità che io so che proprio nell'incontro delle Caritas internazionale
I radicali generale di Sarajevo nel momento stesso in cui noi stavamo parlando col suo vescovo vinco puniti a Sarajevo faceva delle affermazioni sulla non validità della nostra azione
In mentre il vescovo quando noi abbiamo esposto il nostro piano è nostro desiderio pur facendoci presente le varie difficoltà ed entusiasta
Allora vuol dire che non esistono sufficiente informazione anche perché le provocazioni tirate fuori dalla dal vicario generale in quella riunione ebbe quelle provocazioni si trovano di diciamo tra quelli che hanno risposto che le provocazioni che ha molta più unici che sono entrate Sarajevo siamo stati gli unici a portamento mi aiuti chiamata The Vione che andare a parlare con il patriarca parole con i responsabili politici Ridoli gradevole spostavo di polipi riparabile proprio nel giorno del referendum non eravamo un'altra delegazione a farle Amati
Accusati a Pale bella capitale bosniaca della della nella capitale serba della Bosnia
Ecco eravamo nel vicino a Sarajevo eravamo appare proprio a contattare garantiti e tutti i suoi vini tre e nello stesso e anche fare un appello per la pace a tutta la popolazione durante il giornale radio voglio dire noi però pretendere che un gruppo di persone possono avere la risposta è anche ridare il risultato immediato credo che debba chiedo comasca dal petto c'è una grande volontà di risultati non vedendo risultati chi si scaglia contro tutti coloro che non ottengono questi risultati is
Proprio Mateo Zoni che era il dica di sarei evita il generale di Sarajevo ha affermato che sarebbe più utile che i Beati costruttori di pace facessero una marcia su Belgrado lei che cosa risponde a questo lo diciamo a questo invito regole epatite a andassero a Belgrado a manifestare contro il governo il governo serbo diciamo allora
Meglio come delegazione noi siamo stati a Belgrado
E che vota che anche a Pale come dicevo prima sì ecco per quanto concerne manifestare ma noi pensiamo che anche questo sia utile Oscar chiamo niente però riteniamo che la denuncia della guerra che ha molto ma molto più forte dell'Inter polemici mettendoci dentro la situazione
Che non andare sul premier lei Rutelli farà chiede i signori della guerra io credo che le manifestazioni al sicuro le manifestazioni soltanto così che i desideri di espressione di una volontà stenta a un rischio non costringano i paesi a una presa di posizione seria e anche a un'attenzione particolare noi ai giorni e siamo stati dentro a dicembre o testimonianza diretta dalla dalla da un appunto a un diplomatico noi abbiamo messo seriamente il movimento diplomatiche interni internazionale perché non succedesse niente minati sono state fortissime le pressioni sui governi di Belgrado e Zagabria e inviato il responsabile perché non succedesse niente io mi vergogno Potì Pepe perché per la gente che chiedendo Rocchetta sotto non con qualche mezza giornata ma tutti i giorni interi non ce lo stesso movimento però mette in evidenza come il patto denunciando le cose dall'interno la denuncia è molto più forte e secondo me anche molto più efficace
Senta ci sono sempre molte accuse nei confronti dei pacifisti non riti non ritieni di aver subito le accuse che vengono fatte a larga parte del mondo pacifista cioè tutti quanti i pacifisti vengono accomunati nel non essersi mossi per la per quanto riguarda la situazione della ex Jugoslavia
Tu cosa pensi pensi che di visti vi siano da fare delle distinzioni per quanto riguarda il movimento pacifista tra quelli che si sono mossi e quelli che non si sono mossi e quelli che magari si sono mossi in altre occasioni
Ma io penso che una parte di ragioni di ha trovato delle incertezze e dell'incapacità di mostre mondo pacifista io credo che vadano riconosciute la risposta immediata al problema della guerra riguardo l'ex Jugoslavia non è stata poi così immediata come altre situazioni da altre occasioni lo stesso quello che è avvenuto con una l'ultima la precaria di Clinton terrà la Baghdad trovo la credibilità immediata è più forte che non la la risposta proprio io forte contro contro la guerra adesso in corso l'aria io credo che questo vada riconosciuto da un punto di ideologico penso che un qualche cosa abbia funzionato in negativo per il movimento pacifista però c'è un dato molto positivo e cioè che con la ex Jugoslavia abbiamo cominciato ad essere dentro alla prostituzione della guerra a partire dalle vittime cioè la lettura della guerra non dalla parte della della politica alta ma dalla parte della gente che che dentro questo significa togliere tutto l'erotismo alla guerra vedere limitativa reality conosce sul serio la guerra e anche incamminati per la strada giusta per andare poi a fare le solidarietà e anche intervenire nel merito
E la seconda cosa è che mi pare che su questo dobbiamo dar tentavano tutti quanti
Dobbiamo nota che stare qui tale logica dell'opinione pubblica e dei mezzi d'informazione che continuano a scaricare sulle i pacifisti le cose riuscite le cose non riuscite quali fossero potabili della guerra della sua durata
E invece che a riproporre il problema non è che tanto di essere ghettizzati come pacifisti che è un'operazione che tende a decriptare i pacifisti e quindi inquadrarli contarli e anche poi ideologicamente legarli beh io penso che dobbiamo fare ogni sforzo per dire che il problema della guerra non riguarda i pacifisti suo intanto ma dobbiamo o ce ne facciamo carico tutti come società e diamo una risposta come società perché in Bosnia in questo momento
Il da costruendo la nuova Europa e quindi un problema di tutti quanti oppure anche riguardo a questo credo che poi rimaniamo sconfitti tutti dico come pachidermi Marco che chiedo come società
E allora perpetuo stiamo lavorando molto
Per la vostra per fare in modo che l'orizzonte patiti non sia un orizzonte delle solite persone ricche colorate marchiata RAI sia in metà in fermento pochino e per questo abbiamo anche ricalcato in tutti i gruppi in tutte le organizzazioni ricalcato
Avuto anche delle delle espressioni autonome
Di tutti vendite tutte le realtà sociali perché per noi è fondamentale ed è molto ieri è un pochino da questo ambito e lavorare proprio come società io penso che il problema della pace non può essere un problema specifico di un gruppo società ma del resto è un problema di tutta la società alla guerra interrompe la vita normale di società intere nonna di qualche settore della società
E non viene preda da otto già da società intere rimarrà dentro un tabù che rimane in mano soltanto militari pochi capi di Stato e questa è la grande disgrazia che abbiamo in questo momento in cui la comunità internazionale non solo è indecisa mappa dei giochi che ha ha in in in con Sinnai a non so come dirlo davanti è una cosa e sotto ci sono altri giochi e questo sta passando sulla pelle di tutti quanti perché noi come società non siamo capaci di fornire a tutti per le risposte
Un'ultima domanda don Albino tu mi hai detto all'inizio dell'intervista che in Jugoslavia nella ex Jugoslavia non hai trovato un quella capacità di dialogo che sperati
Quanto ha contribuito secondo te il passato regime il regime comunista dei precedenti anni in questa in questa mancanza di dialogo
Ma penso che da un punto di vista culturale alcuni ritardi spiano anche proprio nella tipo di organizzazione complessiva della società
Che non ma approntato le varie contraddizioni apertamente
E quindi non ci sono state non c'è stata la possibilità di un'organizzazione a proprio di movimento e di gruppi io posizione di espressione deciderà credo che questo abbia influito notevolmente per quei questo momento per esempio non ci sono motivi Lupi di opposizione ma ci sono piccoli gruppi di persone più sensibili che riescono poi in qualche modo però non con molta a aderente a molta decisione di popolazione
E al più i i gruppi anche i gruppi tecniche dà pacche sono molto più vicini alle politiche dei partiti e le politiche ufficiali che nonna alla mobilitazione della gente anche se banche questa affermazione non va su utilizzata dico complessivamente ma e credo che in questo abbia pare abbia influito però l'elemento centrale che non permette in questo momento la possibilità di dialogo non dipende da questo patto culturale quanto più torto dalla realtà della guerra ecco io credo che da noi ci fosse la guerra anche la nostra opposizione verrebbe tolta la possibilità di penso anche e tutto sarebbe inquadrato dentro una macchina di propaganda terribile come lo è in questo momento in Jugoslavia credo che i mezzi di informazione abbiano la responsabilità è anche quattro l'attività più grande le che non quella delle armi
E allora io va bene attento anche non dare giudizi generali ma ricercare comunque la possibilità di incontro e per davvero che c'è nella misura in cui Noè non abbiamo dialogare soltanto per quello che viene accettato di noi ma perché è necessario costruirla questo coltello con fatica e tentare di parchi capire di rapportarci comunque
Fra popolazioni tra la gente che veramente ha bisogno di pace e questo per esempio a Palermo io l'ho toccato con mano la gente non discute tanto pagine torno in pista discute principalmente di parcheggio sta vivendo un'istituzione quali di follia collettiva proprio perché lì ci siamo diventati ma i qua non si capisce più niente
Che è un po'veramente il bisogno di comunicare di muoversi di lavorare di ritornare un minimo di vita normale che a è un imperativo assoluto per la gente al di là di tutte le trattative in corso per i politici
Ringraziamo don Albino Bizzotto e per approfondire gli sviluppi della situazione nell'ex Jugoslavia dal punto di vista giuridico
E sulle proposte del Partito Radicale
Sulla riforma delle Nazioni Unite della giustizia internazionale abbiamo posto alcune domande a Giandonato Caggiano ordinario di diritto internazionale presso l'Istituto Orientale di Napoli e coordinatore dei costi la Società italiana per l'organizzazione internazionale
Professor Giandonato Caggiano nel documento presentato in questi giorni associata al partito radicale emerge la difficile situazione finanziaria delle organizzazioni internazionali e soprattutto dell'ONU
Perché secondo lei molti Paesi tra cui gli Stati Uniti in primo luogo non pagano i contributi alle Nazioni Unite pur facendo parte di un organo importante come il Consiglio di sicurezza
Ma guardi io credo che non si possono scindere il problema del finanziamento
Dalla questione della riforma delle Nazioni Unite
In una chiave nella quali a distanza di molti anni dalla sua costituzione l'organizzazione trovi una sua stabilità è un suo equilibrio più corrispondente alla situazione odierna problema dei finanziamenti può essere esclusivamente un fatto contabile ENI di difficoltà facilmente risolvibile se invece le questioni dell'equilibrio e delle responsabilità all'interno dell'organizzazione sono risolte
In una maniera più corrispondente anche alla posizione della economica dei dei grandi paesi del nella sullo scenario attuale evidentemente anche l'ingresso nel Consiglio di sicurezza di realtà come la Comunità europea o eventualmente la Germania e i del Giappone avrebbero la possibilità di ridefinire anche i costi dell'organizzazione che era certamente basata su un equilibrio che oggi non è più non è più corrispondente alla o lo sviluppo dell'economia mondiale
Lei ha parlato di ingresso della Comunità economica europea nel Consiglio di sicurezza se non sbaglio ma perché ha parlato di Comunità economica europea dopo tutto non ha un'autorità in politica internazionale tale da dai intravedere una sua entrata dentro il Consiglio di sicurezza di solito quando si parla del del Consiglio di Sicurezza sino a Milano la Germania il Giappone e solo in casi molto rari si parla della Comunità economica europea
Ma io ricordo che questa fu la proposta solo qualche tempo fa del ministro degli Esteri
Precedente italiano che
Quindi non mi sembra che questa proposta sia peregrina sul piano giuridico soprattutto alla luce del Trattato di Maastricht se poi lei mi chiede sequestra una qualche possibilità di realizzarsi sul piano della dei ruoli che rispettivamente la comunità come tali e i Paesi membri svolgono oggi e della loro volontà politica ben questo eccetto altro discorso ma mi sembra che non si imposta giuridicamente
Escludere che una forma di concertazione di cooperazione e a turno del Presidente del Consiglio
Degli affari esteri o del consiglio dei ministri della Comunità europea sia il rappresentante nel Q uno dei rappresentanti con diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza poi se questo non è possibile certamente sia realizzeranno altre forme nelle quali l'Europa potrà essere più rappresentata ma evidentemente questo poi sta a agli Stati e governi non mi sembra che sia da escludere comunque da dimenticare la possibilità che tutta la costruzione della unione europea rapporti prima o poi a questa nuova realtà politica di un'Europa
Chi parla con una sola voce al posto di dodici paesi membri
Professor Cagiano come considera la possibilità di costituire un tribunale internazionale contro i crimini nella ex Jugoslavia come ha proposto il partito radicale quali ostacoli potrebbero frapporsi a questa scelta
Alla fine di luglio le Nazioni Unite dovrebbero Preserve presentare diciamo il il Pubblico ministero e come giudica il fatto che le stesse Nazioni Unite che dovrebbero garantire questo processo stanno trattando la pace con coloro che poi dovrebbero essere processati in un secondo tempo
Guardi io vorrei distinguere il problema commenta mi sembra il partito radicale stia facendo distinguere il problema della tribunali ad hoc per la ex Jugoslavia dal problema di una giurisdizione penale permanente all'interno della comunità internazionale per quei crimini che oramai hanno Natale rilevante è un carattere così evidentemente transfrontaliero così evidentemente
Planetario da non poter più essere sottoposti alla realtà degli ordinamenti giuridici dei singoli Stati per quello che riguarda la Jugoslavia il processo era mai molto avanzato dunque
Il tribunale è stato istituito dovrà incominciare a funzionare vi sono evidentemente problemi pratici di realizzazione
Direi che ha un significato certamente simbolico perché io il problema più grosso e quello di ottiene in rally tradizione eventualmente anche di organi dello Stato della nuova Jugoslavia Serbia Montenegro da parte della stessa dalla stessa dargliela degli stessi organi di di questi Paesi dunque e in realtà questo punto di vista politicamente
In impensabile che ciò avvenga evidentemente però si si può che il l'esistente e di un tribunale con il quale tutti gli Stati devono cooperare
E che giudicherà dei crimini su con perpetrati nel territorio della ex Jugoslavia crea in fondo una sorta di cordone sanitario
Se mai questa vicenda drammatiche terribile avrà un'evoluzione positiva evidentemente i responsabili non potranno più uscire da loro Paese dunque e certamente una situazione di grossa confusione psicologica
Che la comunità europea fa assunto
Gli attuali responsabili cover ma anche gli attuali responsabili di quei crimini che fido verso di cui si dovesse dimostrare
La realizzazione problema invece del del le Tribunale permanente e invece come dire una realizzazione che la comunità internazionale deve perseguire
Se vuole ora mai in un momento come questo realizzare una verticalizzazione della della della struttura è impensabile avere un'organizzazione delle Nazioni Unite
Che
Hanno dei poteri di polizia o di intervento Spica vilmente sempre
Maggiori e che però non abbiano poi gli dei tribunali sarebbe in una realtà diciamo di tipo federalistico mondiale
A vivere una struttura che non ha poi un sistema di controllo di Air Force mente di giurisdizione e soprattutto importante perché rappresenta la la cessione di Fat e di sovranità a questa realtà sovranazionale quella fetta di sovranità che riguarda almeno quelle situazioni veramente ripugnante alla collettività internazionale di crimini che per la loro intensità e per la loro diffusione Orrù oramai hanno certamente un consenso generalizzato e dunque sono due addetti
E uno più simbolico ma anche come dire di pressione politica l'altro certamente di ridefinizione della struttura delle Nazioni Unite
Professore come giudica la proposta da parte del partito radicale del disconoscimento della ex fende la Federazione jugoslava e come pensa quali effetti pensa potrebbe avere questa questa scelta in campo internazionale visto che precedenti embarghi economici non hanno funzionato sparo soprattutto del primo
Ma guardi io dell'espressione disconoscimento e ovviamente in per da intendere in Enzo improprio il il problema è quello di aprire relazioni diplomatiche con una realtà statuali lini indiscutibilmente tale perché nessuno può negare che la la Serbia Montenegro siano oggi uno stato con una sua strutture con una sua effettività e problema della delle relazioni diplomatiche sono o e che quel problema che stabilisce diciamo sia pure in situazioni di assoluta
Straordinarietà perché gli stati hanno sempre cercato di conservare un livello di un canale di comunicazione quel tipo di atteggiamento che esprimendo il tipo di la sanzione diciamo politica di valutazione complessiva dell'operato del Governo di uno stato si è posto in alcuni Profumo menti problema del del Sudafrica e delle tempio per dirne una
L'Inghilterra e la Francia a seguito di certi difficili
Momenti con appunto la Libia ritirarono ieri chiusero le loro relative delle loro rappresentante permanente e evidentemente nella relazione diplomatica tra due estati alla funzione di rappresentare un canale di comunicazione
Ma in casi estremi evidentemente può anche rappresentare l'estremo rifiuto della condotta di uno stato questo dico sul piano generale in una situazione nella quale la comunità internazionale e a condannato alcuni comportamenti anche attraverso appunto la decisione di costituire un tribunale sui crimini commessi nella ex Jugoslavia
Un'ultima domanda professore nel mille novecentotrentasei le trentacinque la Società delle Nazioni si trova in un difficile momento ad affrontare la crisi etiopica oggi nel mille novecentonovantatré le l'organizzazione internazionale le Nazioni Unite sono di nuovo al centro della vita
Internazionale ma con quali esiti lei è ottimista per il futuro
Ma guardi io sono convinto che è un periodo di grande trasformazione i evidentemente la situazione di stallo della guerra fredda infinita
Lasciando un vuoto che deve essere ripensato attraverso una riforma delle Nazioni Unite che sia in grado di dare rappresentatività alla a questa organizzazione e di dargli strutture gambe sulle quali camminare non è certo
La difficoltà odierna che deve consigliare ad un ritiro che sarebbe da questo genere di un ruolo che sarebbe veramente estremamente pericoloso per tutti
Ringraziamo il professore Giandonato Caggiano e termina con cui il nostro servizio sui cattolici e la ex Jugoslavia e sugli aspetti giuridici delle proposte radicali