"Il ruolo dell'Italia nella cooperazione politico ed economica con l'Europa danubiano-balcanica" org. dall'IAI e dal Ministero degli Estreri (c/o la Sala Bernini - Residence di Ripetta)

Signori
Critico
Do il benvenuto
A questo convegno l'incontro sul ruolo dell'Italia
Nell'area centro europea danubiano balcanica
Ruolo
Che è di crescente importanza
L'intento che il ministro degli Esteri
E lo IAI hanno in comune nel promuovere questa riunione e quella di avere vanno ad uno scambio di idee su queste grosse sfide che si pongono al nostro paese
Cercare di guardare oltre le contingenze e inquadrare queste sfide in una strategia del Paese che sia ad un tempo estesa ad un'area quindi non episodica su ciascun caso su ciascun Paese ed estesa nel tempo cioè proiettata
Su un discorso di stabilizzazione democratizzazione sviluppo Hillary che è prossima all'Italia
E prossima all'Europa ma vede l'Italia in una funzione preminente nel contesto europeo e nel contesto occidentale
Il ministro degli Esteri
E riuscito a venire qui con noi
Malgrado una convocazione del consiglio dei ministri che purtroppo gli impedirà di partecipare alla discussione
Lei con vivo piacere che segnalo il fatto che abbiamo con noi oltre al ministro Lamberto Dini anche il sottosegretario Piero Fassino che uno dei protagonisti del ruolo italiano in quell'area
E colgo questa occasione per esprimere e loro il compiacimento dello IAI per la fiducia che avete
Attribuito Alloi Iaia all'istituto
Per un qualcosa che trascende
L'occasione del convegno come il ministro Dini e i CDA e quindi io senza porta in poi in mezzo vorrei pregare il presidente Dini di ritenere il suo discorso dappertutto
Presidente
Caro Presidente autorità signore e signori sono particolarmente lieto di aprire i lavori richiesto significativo convegno convegno di studi che il ministero degli Esteri ha organizzato insieme all'Istituto per gli affari internazionali che vorrei innanzitutto ringraziare per la fattiva collaborazione
Con questa iniziativa vogliamo far meglio conoscere l'azione di ampio respiro che stiamo conducendo verso l'Europa centrale e orientale
E nel contempo sollecitare il contributo di riflessione di proposta degli ambienti scientifici e culturali ed economici interessati all'area
Si tratta oggi di una tappa in un percorso che intendiamo poi approfondire con uno studio che verrà realizzato nei prossimi dodici mesi dallo Iaia
Per poi ritrovarci nella primavera dell'anno prossimo per una verifica è un ulteriore scambio di opinioni
Il futuro dell'Europa dipenderà in modo rilevante da quel che accadrà nei prossimi anni in Europa centrale e orientale
E verso quella regione che stanno per allargarsi l'Unione europea e la NATO configurando così una nuova identità del continente
è lì che si gioca la sfida di una nuova architettura di sicurezza capace di mettere l'Europa al riparo dalle tradita tragedie come quella jugoslava
E ancora lì che oggi si concentrano grandi flussi di risorse finanziarie tecnologiche
Commerciali creando nuove opportunità di crescita e di ricchezza
è in quella regione che torna a manifestarsi con acutezza il tema delle identità nazionali e della con fibre convivenza di Endine religioni culture
Assicurare stabilità politica ed economica all'Europa centrale e orientale e dunque essenziale per garantire stabilità e prosperità all'intero continente ciò vale a maggior ragione per l'Italia
Non solo perché l'Europa centrale e sud orientale ci sono immediatamente contigue
Ma perché in questi anni si è sviluppata un'intensità tale di rapporti politici economici e culturali che ha ulteriormente radicato il nostro Paese come uno dei principali partner dell'intera regione
Sono queste dunque le ragioni per le quali affermiamo che l'Europa centrale e sudorientale è strategica e vitale per l'Italia e rappresenta una delle priorità della politica estera italiana
E ci muove peraltro la convinzione che ciò non corrisponda soltanto agli interessi del nostro Paese
Ma anche alla strategia di integrazione multilaterale che perseguano l'Unione europea la NATO che lo ex Lecce
Collocata su tale sfondo quella che con espressione giornalistica è stata definita l'Ospol riti che italiana
Che sa non ha dunque nulla di astratto nel né di velleitario
Si tratta di immaginare l'Europa del ventunesimo secolo
Come un continente senza più barriere né divisioni in cui il centro non sia più periferia e diventi essa è spesso alla base di nuove e proficue aggregazioni
La regola che ha contraddistinto l'approccio italiano verso l'Europa centrale e orientale è stata alla ricerca costante di una visione equilibrata e globale in altri termini
Non abbiamo puntato sullo sviluppo di un rapporto privilegiato ha detto
Con uno o l'altro paese a detrimento di altri abbiamo privilegiato un approccio integrato che si è positivamente riflesso sia nelle forme di collaborazione regionale sia nei rapporti bilaterali mi riferisco innanzitutto al linciaggio all'iniziativa centro europea
Che attraverso una serie di graduali graduale di adesioni Stati appartenenti ai Balcani e all'ex Unione Sovietica è diventata oggi la più ampia istituzione di cooperazione regionale in Europa
Con uno spazio di collaborazione che si estende dall'Adriatico al Mar Nero al mar Baltico e oggi in particolare alla vigilia degli allargamenti dell'UE della NATO Lince può assolvere ad una decisiva è strategica funzione di coesione e di cooperazione
Fra i Paesi in e i Paesi out
Impedendo così che gli allargamenti delle istituzioni euro atlantiche possono produrre sentimenti di esclusione o nuove fratture e conflitti
E al tempo stesso Lince può concorrere alla modernizzazione del dei suoi paesi membri
Con una serie nutrita di programmi programmi di lavoro che vanno dalla collaborazione politica alla tutela delle minoranze
Dalle infrastrutture alle imprese dalla cultura alla formazione
Entro tale contesto nell'ultimo anno l'Italia per percepito la necessità di porre in essere anche forme di cooperazione rafforzata con i paesi dell'aria a cui si sente particolarmente vicina
Sono nati così la Trilaterale con Slovenia ed Ungheria
L'accordo di partenariato strategico con la Romania
Un sistema di consultazioni permanenti bilaterali e multilaterali con tutti i Paesi dell'area altrettanto avanzato è l'impegno italiano nel sollecitare l'utilizzo in vista dell'allargamento dei programmi comunitari comincia a fare e il tacesse nonché degli strumenti finanziari internazionali
Vorrei citare la Banca europea per la ricostruzione e sviluppo concepita inizialmente con il fattivo sostegno dell'Italia proprio per rivolgersi alla necessità dei Paesi dell'Europa centro orientale
Per poi estendersi ad ognuno seguì sovietica e quindi alle repubbliche sorte dalla dissoluzione dell'URSS
Mi sia consentito ricordare in questa sede
La soddisfazione con cui da presidente di turno del Consiglio dei governatori della Bers ho gestito nel novantacinque la decisione di raddoppiare il capitale proprio di quell'istituto su mandato unanime dei paesi membri decisione per me tanto più gradita in quanto la partecipazione di Impresa e Società italiana i progetti della banca è notevolmente cresciuta nel corso degli anni
Anche nei settori della cooperazione in campo culturale tecnico-scientifico l'Italia si è mossa per tempo con proposte innovative rivolte ai Paesi dell'Europa centrale e orientale
Mi limiterò a citare il Forum internazionale odio visivo che si terrà a Gorizia dal venticinque al ventinove di questo mese sotto l'egida dell'INCE
Per definire una strategia adeguata alla nascita di un mercato tendenzialmente omogeneo di circa duecento milioni di persone
Che richiede notevolissimi investimenti per l'ammodernamento delle strutture e la dotazione di nostrano nei singoli Paesi
Ho citato questi esempi per dimostrare come la nostra che abbiamo chiamato la Ostpolitik
Si è anche uno dei terreni più fecondi di sinergia con i partner occidentali l'Unione europea e gli Stati Uniti in testa
A quest'ultimo riguardo mi preme ai salutare l'impegno americano verso l'Europa
Che non è mai venuto meno a partire dal Piano Marshall a cui la dittatura sovietica impedì all'ora ai Paesi dell'Europa centrale e orientale di aderire di cui abbiamo testé celebrato il cinquantenario si è parlato molto in questi anni e non sempre comproprietà di un nuovo Piano Marshall per l'estero
In realtà a me sembra c'è una tale al analogia vuole sottolineare l'enorme sforzo che si richiede all'Unione Europea con l'allargamento verso il becco
E si pongono alle e si pongono all'Italia ai principali Paesi europei nuove opportunità ma anche nuove responsabilità talora qualcuna faccia l'ipotesi che l'Italia venga a trovarsi invece in competizione o in contrasto con gli interessi o le priorità di altri paesi
La competizione è legittima e salutare mentre il contrasto non ha motivo di essere
Con i nostri partner dell'Unione perseguiamo infatti gli stessi obiettivi
Vogliamo aiutare le giovani democrazie sorte dal crollo del comunismo a tradurre in risultati sempre più solidi la scelta coraggiosa Dessì compiuta
A favore del pluralismo e dell'economia di mercato tramite tramite istituzioni pienamente rappresentative
Al tempo stesso non accettiamo che esistano terreni riservati sarebbe assurdo aver superato la logica dei blocchi contrapposti per sostituirla con la politica delle zone di influenza è il percorso che ha portato in questo secolo a due conflitti mondiali nati proprio secondo la definizione che ne danno ormai Biz Stone gli storici come guerre civili europee
Dobbiamo quindi tradurre le scelte ideali in strategie e strumenti operativi
E qui si pone il problema di quale sostegno l'Italia possa dare per favorire un fermo ancoraggio dell'Europa centrale e orientale di questi Stati
Ai due massimi sistemi di aggregazione elaborati dall'Occidente nel secondo dopoguerra
E cioè la NATO ed Unione Europea
Due sistemi che non per nulla hanno retto perfettamente alla prova del tempo
Questo duplice ancoraggio offre ai Paesi della regione l'occasione tanto attesa di uscire da una condizione di minorità storica e di rendere irreversibile la svolta democratica
Ma anche per l'Occidente Italia in testa ciò rappresenta una sfida di primaria importanza
E cioè l'invito a pensare come avrebbe detto Raymond Aron
Un continente più ampio di quanto non se avesse non ci avesse concesso fino a pochi anni orsono la glaciazione pose belli
L'allargamento dell'Unione Europea Paesi centro pay comporterà una revisione di aspetti fondamentali della politica comunitaria
Andranno riformate le istituzioni dell'Unione e il loro modo di decidere mediante forme di integrazione flessibile di questo si discuterà Saddam all'inizio di cui della prossima settimana
Andare informata la politica agricola
Andranno ridefinite la destinazione la distribuzione dei fondi strutturali e delle risorse finanziarie
Atte a sostenere le politiche di convergenza economica e di modernizzazione infrastrutturale dei nuovi partner da qui le comprensibili aspirazione di tutti i Paesi dell'area per una rapida e piena integrazione
L'Italia propone intanto di rispettare il calendario prefigurato dal Consiglio europeo di Madrid e definitivamente concordato al Consiglio europeo di Firenze e cioè che avviare i negoziati di adesione con i Paesi candidati entro sei mesi dal viene della conferenza intergovernativa naturalmente tener conto di questa aspirazione non significa ignorare le molte difficoltà strutturali che esistano e che non possano essere riassorbite dal giorno Armando Manni anzi si deve fin d'ora a ritenere che non tutti i candidati potranno aderire allo stesso momento all'Unione Europea
Ma se graduale saranno i tempi di adesione l'avvio dei negoziati può e deve invece essere simultaneo con tutti i Paesi associati senza alcuna discriminazione
Può infatti essere molto rischioso stabilire a priori chi entrerà e che resterà in sala d'attesa
Un punto essenziale della fisiologia filosofia dell'allargamento e precisamente di non provocare
Sentimenti di esclusione o peggio ancora nove fratture in Europa e questo il messaggio e la posizione che l'Italia porta nel contesto europeo per quanto riguarda l'allargamento
Ci sono coloro commissione in testa che vorrebbero fare una scelta fare un setaccio di alcuni Paesi incominciare il negoziato con alcuni e non con tutti noi riteniamo che il negoziato debba iniziare con tutti i Paesi dell'Europa centro orientale
Che hanno
Presentato la loro domanda di adesione all'Unione Europea
Per questa pare sai più opportuno che l'avvio dei negoziati non escluda nessuno dei Paesi candidati come dicevo
Sarò poi lo svolgimento concreto delle trattative tra l'Unione e ognuno di essi
Nonché la loro capacità di procedere nella marcia di avvicinamento all'Unione Europea a determinare la cadenza delle adesioni
Va comunque tenuto presente che l'allargamento non esaurisce il processo di integrazione europea
Vi sono altri Paesi oggi né associati né candidati a cui l'Unione deve offrire con gli accordi di cooperazione e sviluppando ulteriormente lo strumento dell'associazione forme di partenariato capaci di dare loro l'opportunità di contribuire con la propria crescita a quella del quadro europeo nel suo complesso
Una strategia in buona misura analoga Alitalia intende applicare per l'allargamento della NATO
Con l'obiettivo di conseguire maggiore stabilità e sicurezza in quella parte del continente ove nel corso dei secoli si sono accesi periodicamente anche per cupidigia altrui focolai di crisi e di conflitti
Che hanno messa a repentaglio l'Europa intera
L'Italia e certo favorevole all'ingresso di Polonia della Repubblica Ceca dell'Ungheria ma accanto ad essi ritiene che almeno altri due Paesi debbano figurare nella cosiddetta Prima ondata di adesioni
Innanzitutto la Slovenia
Che da un punto di vista strategico militare che vesto un ruolo cruciale per collegare l'Ungheria agli altri membri dell'Alleanza
è inoltre uno stato che non faceva in precedenza parte del Patto di Varsavia e che ha svolto un ruolo internazionale di moderazione dopo il dissolvimento della della Jugoslavia
Due considerazioni queste
Che rinviano a quella logica di pieno superamento di blocchi a cui facevo riferimento poc'anzi allora alto allo stesso livello di considerata va considerata la Romania
Il cui significativo sforzo di stabilizzazione politica ed economica va riconosciuto ed incoraggiato la Romania sta inoltre consigli dando su basi nuove i suoi rapporti con i paesi vicini il che deve essere salutato con grande favore dalla comunità internazionale
All'aiuto alla luce degli antagonismi anche molto aspri soprattutto con l'Ungheria
Che si riferiscono a un passato non lontano
Nel contesto di un equilibrato sviluppo geostrategico della NATO in Europa la posizione di bucare si configura perciò comun necessario bilanciamento a sud dell'alleanza
Noi riteniamo che in stretta analogia con il discorso che riguarda l'allargamento dell'Unione Europea
La NATO debba percorrere con convinzione la strada di un partenariato per la pace rinforzato
Con quei Paesi che non potranno entrare a far parte né della prima né forse della seconda ondata dei nuovi membri dell'Alleanza
Va pertanto salutata con grande soddisfazione
La decisione che abbiamo preso al Consiglio atlantico ministeriale di Sintra il ventinove e trenta maggio scorso di istituire il Consiglio euro atlantico di partenariato
Che costituita l'ambito privilegiato per le consultazioni politiche e di sicurezza tra i Paesi membri e i partner dell'alleanza
L'Italia intende adoperarsi affinché tale nuovo organismo sia da subito operativo
Mi preme sottolineare a questo punto la piena coerenza tra il nostro impegno di collaborazione con i Tenco e quella cui conteniamo ad ammettere
Importanza prioritaria nei confronti della federazione russa
Con la firma il ventisette maggio scorso a Parigi dell'atto costitutivo del partenariato tra la NATO e la Russia
è stato siglato un evento che non è esagerato definire storico in quanto sancisce definitivamente la fine di un'epoca di confronto e l'avvio di una fase di dialogo e di cooperazione
Tale obiettivo è stato da sempre perseguito dall'Italia e coinvolge direttamente l'avvenire dell'Europa centrale e orientale in quanto pone le basi della futura direi quasi imminente
Architettura di sicurezza di pace in Europa in cui tale area sarà coinvolta in primo piano
Ma non si è trattato solo di fornire a Mosca gli elementi di rassicurazione
Da essa ottenuti in relazione all'allargamento dell'alleanza
A questo scopo immediato si aggiunge a quello a più lungo termine e di rilievo forse anche superiore
Che consiste a rendere complementari e mutuamente benefici i rapporti dell'Occidente
Sia con i Paesi dell'Europa centrale e orientale sia con la Russia le altre Repubbliche della Comunità degli Stati Indipendenti
Il coinvolgimento soprattutto della Russia nella nuova sistemazione continentale può e deve essere fondamentale e l'Italia intende operare con tutti i mezzi a sua disposizione affinché ciò avvenga
Abbiamo parlato fin qui di Paesi dell'Europa centrale e orientale non non va non possiamo negare che insieme a tale aria vi sia una specificità balcanica
Sul piano politico ed economico che richiede un grande sforzo di solidarietà e di responsabilità da parte della comunità internazionale in primis di un paese come il nostro
La regione balcanica è parte integrante intendo sottolinearlo del disegno della nuova Europa post bipolare
Non possiamo dimenticare che è un retaggio storico assai difficile ha fatto sì che alcuni almeno di questi Paesi siano tuttora privi di esperienze democratiche
Registrino forti difficoltà nella realizzazione dell'economia di mercato
Da lì a e dal da lì a che esplodano conflitti violenti alimentati da antiche tensioni interetniche o religiose vie solo un passo come sia purtroppo visto per questo ci siamo assunti le nostre responsabilità
La costante presenza italiana nel Kleines Esmé leggermente in Bosnia assunto come è noto varie forme con la partecipazione alla missione ai forti Expo
Con un un'attiva un con un'attività continua nel Gruppo di contatto e con impegno fattivo a sostenere il processo nato dagli accordi di Dayton
Ne va dimenticata la costante azione da noi svolta per favorire una transizione democratica nella Federazione jugoslava mia
Ove l'iniziativa italiana è stata determinante per ottenere il riconoscimento dell'elezione del diciassette novembre scorso e per aprire la strada al dialogo fra tra governo e opposizione
Ciò ha costituito il banco di prova della nostra capacità di reggere ad un impegno anche maggiore come quello che ci sarebbe spettato poco dopo in Albania
Alla guida della forza di protezione mutilate multinazionale su invito del governo albanese e sotto l'egida del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Ma proprio il caso albanese certo diverso da quello bosniaco ma potenzialmente non meno destabilizzante dimostra la necessità da noi sempre sostenuta
Di un pieno coinvolgimento dell'opzione della NATO dell'Unione europea e dell'Unione dell'Europa occidentale nella gestione globale delle crisi balcaniche
Non si tratta di moltiplicare i medici al capezzale del malato
Ma di creare le premesse di una rete di sicurezza integrazione che impedisca per tempo alle crisi locali vitelli generare sollecitando le parti in causa a lavorare insieme per superare i contrasti
Ritengo che sia proprio quel che abbiamo cercato di fare in Albania contribuendo in modo determinante ad evitare una dissoluzione del paese che avrebbe potuto aprire le porte a bagni di sangue di tipo bosniaco al tempo stesso abbiamo operato per creare le condizioni per quelle nuove elezioni che dovrebbero riportare i contrasti politici in un ambito fisiologico per una democrazia ed è per questo che per l'Albania come per la Bosnia riteniamo indispensabile l'ancoraggio all'Europa così come all'Europa vanno fortemente ancorati tutti i Balcani per evitare che si possono ancora rappresentare alle soglie del Duemila una reale di forte instabilità
Ho parlato di strumenti politici e vorrei ritornare in conclusione a quelli economici che sono un'altra misura di quello che l'Italia può fare
Se è vero che il Pecora presentano un retroterra naturale dell'Italia
Insieme con il bacino del mio del Mediterraneo lo sviluppo di più stretti rapporti di cooperazione presuppone la piena utilizzazione e l'aggiornamento degli strumenti legislativi esistenti
Che non a caso risalgono quasi tutti per quest'area agli inizi della transizione nei primi anni novanta si pone qui il problema urgente di un incremento delle risorse per finanziare le nostre leggi come da duecentododici novantadue
Che regolano la collaborazione economica con bare avete ecco
Va inoltre è prevista un'ulteriore espansione operativa di meccanismi che hanno dato buona prova come la Simest
La finestra che li informa est
Nonché un ruolo potenziato dell'ICE e della Sace e del Mediocredito centrale
Così come va estesa all'esperienza degli schemi di concertazione interistituzionale est e ovest sorti da un'intesa informale tra il ministero degli Esteri e il Comitato Est Ovest della Confindustria
E il ricorso alle strutture comunitarie
Come la Fondazione europea per la formazione che ha sede a Torino
Questo sforzo deve coinvolgere il sistema nazionale nel suo complesso sia pubblico sia privato
Non solo sul piano imprenditoriale tecnico infrastrutturale ma altresì su quello finanziario che ne rappresenta il presupposto
Basti pensare che la Germania a destinata ai pecco nel novantuno il periodo che va dal novanta al novantasei il triplo delle nostre risorse finanziarie
E prevede una nuova consistente dotazione per il periodo fino al due mila
I nostri attuali rapporti bilaterali con i pecco hanno consentito di migliorare in qualità e quantità i già buoni risultati del passato collocando l'Italia al secondo posto come presenza economica globale in tale area
Essa rappresenta oggi per noi il mercato più importante dopo l'Unione europea e gli Stati Uniti
Nel novantasei le nostre esportazioni complessive hanno superato la ragguardevole cifra di trenta mila miliardi di lire nei riguardi di questi Paesi
Ma dobbiamo porci traguardi sempre più ambiziosi dobbiamo muoverci di più con il dinamismo che caratterizza l'azienda Italia verso strumenti sempre più sofisticati
Dal project financing con salti dalle sinergie bancarie alle partecipazione nei progetti di privatizzazione dalla ricerca scientifica allo sviluppo del terziario avanzato e ai parchi tecnologici per le piccole e medie imprese
Dimostrando così che siamo presenti su quei mercati non solo a breve ma a medio e lungo termine con l'intento di rimanervi e di espandere costruttivamente la nostra presenza
Caro Presidente signore e signori mi accordò che contro il mio intendimento queste considerazioni iniziali hanno assunto dimensioni preoccupanti rispetta i tempi che ogni buon relatore dovrebbe imporsi per non mettere a repentaglio l'attenzione di tutti
Ma l'occasione era tale da stimolarli a offrire una rassegna quanto più completa possibile di quel che l'Italia può forse fare può fare sta facendo in un'area di tale rilievo per noi e per tutti
E peraltro in questo anno abbiamo sviluppato verso l'Europa centrale e orientale inclusi i Balcani
Una cosa fino a e diffusa iniziativa politico-diplomatica di cui è eloquente testimonianza la documentazione che vi è stata distribuita
Gli interventi che ora seguiranno daranno certamente in modo a me al sottosegretario Fassino e ai diplomatici del ministero degli esteri che sono qui presenti di riflettere
Sulle prospettive ai contenuti della nostra azione
Sono parti mentre particolarmente lieto che tale scambio proficuo possa avvenire con interlocutori del livello di quelli invitati oggi in questa sala dell'Istituto affari internazionali
Loro tutti ben conoscono la mole di lavoro che cerchiamo quotidianamente di portare avanti alla Farnesina
In armonia con le altre amministrazioni competenti in contatto con stante con i nostri partner e nella convenzione che la parte più qualificata dell'opinione pubblica ci segua e ci sproni
Ho iniziato su di una nota di fiducia malgrado le tragedie a cui abbiamo assistito sgomenti in questi ultimi anni
Ma una cosa è certa
Abbiamo motivo di sperare oggi più che mai nel futuro anche delle zone più provate e inquiete di quell'aria
La violenza nella storia può essere improvvise cieca ma soggiace alla lunga all'imperativo del Faust goethiano
Io sono colui che fu inviato sulla Terra per servire il male
Ed è stato costretto non di meno applicarsi al bene
Ringrazio il presidente Dini ministro degli esteri questo ampia relazione che ha coperto tutta la tematica del convegno che come sapete è organizzato adesso in due fasi
La prima fase quella che ci consente di guardare oggi ci impone forse di guardare più alla attualità
E e e soprattutto all'emergenza balcanica cui avrei sentito nella seconda parte più sulla programmazione però io so che il ministro e impegnato punto per il Consiglio dei ministri quindi io sospendo per un minuto i lavori prima di dare la parola al primo partecipante a tavola rotonda grazie
Ecco prego prego di non prendere di non alzarsi dei posti Manera che ci sia consentito di iniziare subito di lavori come ho detto
Abbiamo un Primo fanno e e di interventi che
Conoscete dal programma io vorrei pregare di intervenire per primo Stefano Silvestri
Che concorrenza dette bene
E dichiara lista del Sole ventiquattro Ore è stato
Sottosegretario alla difesa e last but not least vice presidente dello IAI e Stefano perché non ci metti subito nella nella tematica è qui presente il Como ha sottolineato onorevole Piero Fassino anch'io gli ho detto poco fa qualunque momento si sente di interloquire
E poiché la cui avrà la responsabilità dalla seconda tavola rotonda ma averlo qui anche come interlocutore sulla tematica balcaniche
Sarà per non piace Stefano
Grazie ma io credo che molte iniziative sono in atto che ha illustrato il presidente Dini per stringere nuovi legami con il mondo dell'ex troppo rientrare in particolare sui Balcani
L'Italia ne parte molte di esse sono positive funzionano io però come la lista nel breve tempo che mi concesso preferirei puntare su un problema su qualcosa che a mio avviso confusione più che su quello che funziona
Forse anche in modo un po'sommario anche visto che abbiamo pochi minuti ma per alimentare il dibattito e cercare di riflettere su come meglio si possa fare
Abbiamo sentito abbiamo visto vediamo tutti i giorni che molto probabilmente la NATO si allargherà verso anche verso i Balcani certamente in Ungheria ma con qualche probabilità anche verso la Slovenia e la romani un processo analogo seppure più lento sarà seguito dall'Unione Europea i Balcani cioè da zona di frontiera Area di cuscinetto tra i due blocchi rientreranno direi per la prima volta dalla fine dell'Impero asburgico a far parte integrante dell'Europa
Eppure ci sembra sembra meno che l'Europa e la NATO non abbiano ancora piena consapevolezza dell'importanza di questo mutamento
Nel caso della Bosnia ceto la NATO e oggi impegnata direttamente sul terreno prima è stata on line for adesso con less forte
Tuttavia questo impegno è stato rispetto alla crisi l'ex Jugoslavia molto tardivo
è arrivato dopo Fo a vari anni di forti contrasti politici tra Stati Uniti ed Europa oltreché tra europei in qualche misura che hanno contribuito a far degradare la situazione
E infine direi che è anche forse l'elemento più interessante è stato gestito con un sistema doc cioè attraverso uno speciale gruppo di contatto o quello che potremmo dire un direttorio
Invece di esserlo attraverso i normali canali politici e istituzionali dell'alleanza dei rapporti euro-americani se guardiamo poi da qui all'Albania la situazione è in un certo senso anche peggiore in questo caso infatti beh che sollecita articolata l'Italia né il Consiglio Atlantico né il Consiglio dell'Unione Europea hanno voluto assumersi con giustificazioni vari alcune più credibili altre meno credibili alcuna responsabilità diretta né tantomeno ovviamente lo ha fatto l'UEO che sembra sempre voler aspettare ordini da chi non ricorda e gli americani si sono tenuti estranei infine alla missione anche in questo caso quindi le istituzioni occidentali
Non hanno funzionato come dovevano e si è dovuto ricorrere a una formula alternativa cioè quella della coalizione ad hoc che dei paesi dell'Europa meridionale che fortunatamente hanno
Hanno voluto assumersi assieme con l'Italia queste responsabilità per poi faremo ricorso continuiamo a chiedervi corso Europa ma la prima partenza è stata questa
Tutto ciò mi pare preoccupante per più ragioni direi per tre ragioni principali
In generale perché alimenta i dubbi sull'effettiva volontà e capacità del nostro sistema di sicurezza così come oggi
Ma e gestire le crisi cui siamo confrontati ogni crisi sembra di nuovo porre il sistema di fronte al dilemma serie funzionare o meno questo è un sistema poco credibile
Nel caso specifico perché diminuisce la credibilità e le forze europea americana nei Balcani
In cui il momento politico a me pare estremamente delicato perché a siamo in una situazione in cui le crisi balcaniche possono evolvere in un senso o nell'altro siamo un po'in un momento delicato di transizione
E possono evolvere impositivo che è quello che ci auguriamo per cui lavoriamo oppure potrebbero anche evolvere in negativo Dio non voglia addirittura saltando sic con eventuali maggiori crisi più a sud verso l'Egeo
Per quel che riguarda l'Italia infine
L'Italia si riscopre oggi molto dopo molti anni di relativa tranquillità
Una sorta di paese di frontiera
E i dell'Italia ha basato tutta la sua politica estera e di sicurezza internazionale proprio sul buon funzionamento del sistema dei sistemi di solidarietà collettiva se questi sistemi di solidarietà collettiva non funzionano l'Italia si trova in una situazione difficile
La crisi dei Balcani si salda così direttamente a mio avviso con gli sviluppi del processo di integrazione europea e con le decisioni che verranno prese in questi giorni in Olanda
Specie con la conclusione della Conferenza intergovernativa in questa situazione però incertezza
E di debolezza è necessario sicuramente tentare di dare maggiore efficacia e concretezza alla politica estera comune europea e soprattutto alla politica di sicurezza
Comunque un fallimento un grave ritardo che si accoppia inevitabilmente con il proseguimento del Coni intensificazione del processo di allargamento sia dalla NATO che per l'Unione europea
Ex esporrebbe tutta l'Europa ed in particolare l'Italia al gran parte il coro di una rapidissima perdita di solidarietà di efficacia e di credibilità naturalmente assieme all'Europa altrettanto importante recuperare pienamente il rapporto con gli Stati Uniti soprattutto nella prospettiva della gestione collettiva delle crisi e della loro prevenzione che il punto su cui il rapporto con gli Stati Uniti sembra essere
Più difficoltoso e pazzi da reinventare giorno per giorno
Se perdiamo queste scommesse ma a me sembra che malgrado il tanto di buono fatto rischiamo invece di esportare stabilità nei Balcani di importare instabilità e nazionalismi grazie
Grazie Stefano il tuo intervento ha un duplice merito il primo merito è quello di aver con grande sinteticità individuato alcuni punti derrate stesse interessa Lingotto il secondo merito è quello di essere stata dei dei tempi e quindi diciamo di avere come si dice e dato la cadenza anche per interventi successivi a
E la settimana scorsa mi trovavo Washington ho avuto degli incontri addette al Dipartimento di Stato
E in merito al discorso che facevi it to sulla NATO la presidenza degli Stati Uniti ho ho avuto questa indicazione direi da più più ma fondente che la persecuzione a Washington quella che
Superata diciamo così la fase di risistemazione dei rapporti con il Centro Europa e con la Russia
E che viene diciamo così
Codificata con è stata codificata per la Russia con la carta diciamo così l'atto di Parigi e per quanto riguarda i temi e Paesi del centro Europa con l'allargamento a tre o a cinque come sapete la preferenza americana è ormai esplicitamente
Per l'allargamento a tre nuovi Paesi da parte americana si considera che grosso modo la tematica dell'Europa centrale diciamo così
E messa su un binario di movimento relativamente stabile si tratta di farla camminare Enzo Bianco al binario cioè
E che il problema futuro e quella di definire e la problematica e individuare il binario o i binari per mettere in movimento le cose sul quello che era una volta il fianco sud dell'Ama
E quindi appunto i problemi del Mediterraneo dei Balcani e dell'Europa orientale sudorientale
Poteva essere utile come complemento a quello che diceva Stefano Silvestri
I invito ora intervenire il generale Ciro Cocozza vicecapo uffici genere generale della nostra peggiore della difesa
Devo portarvi qui il rincrescimento personale dell'ammiraglio Venturoni e che mi ha scritto una lettera di grande apprezzamento per questo intervento e impegnato proprio allarmato in queste o oggi e dopo essere Corno voi ma certamente generale Cocozza
Porterà il punto di vista della così cruciale così importante in questo momento dello Stato pur
Maggiore sulle questioni balcaniche lo ringrazio di essere qui con voi sembrano tre
Grazie signor presidente
E mi è stato chiesto di fare brevemente un primo bilancio delle due operazioni in corso nell'area balcanica a cui com'è noto partecipano le Forze armate italiane
Avere due missioni contemporaneamente in tale area significa principalmente due cose
Che l'Italia nette a questa Regione un'importanza fondamentale tale da annoverarla tra quelli di primario interesse strategico
Secondo che questa Regione è un'area di crisi
Inizia dalla Bosnia dove com'è noto è in corso dal dicembre scorso l'operazione Joan garde condotta dal contingente di forze multinazionale
Dominata denominato sfornare stabilizzare sono forse il che ha ereditato dal precedente contingente ai forni implementa c'è un forza la responsabilità di contribuire al processo di consolidamento della pace e promuovere un clima è una situazione ambientali compatibili con la ricostruzione del Paese
Senza citare per ovvi motivi di tempo gli avvenimenti politico-militari che hanno portato all'impiego di al Four prima e di sforzo eccessivamente
Mi limiterò a ricordare che ai forni al termine del proprio mandato di un anno aveva raggiunto i principali obiettivi militari fissati nel trattato di pace di Dayton e cioè la separazione delle forze avverse
Controllo delle linee di demarcazione
Accantonamento delle armi pesanti
Ma cessazione dello scritti delle ostilità e altra cosa da pace duratura e da convivenza pacifica
Per questo motivo SFOR a disposizione diciotto mesi in cui creare una situazione ambientale che sposti la responsabilità del mantenimento della pace da una condizione di imposizioni militare ad una di controllo politico e civile da parte delle autorità locali
In altri termini sfortuna il compito di rendersi inutile
Purtroppo le continue richieste da parte delle componenti civili tese a ricevere un sempre maggior supporto da Asfor re dimostrano che tale processo è molto lento
In sostanza mentre si assiste a un sostanziale successo delle misure militari previste ha detto Anna così non è per l'applicazione degli accordi civili e su questi sforare ancorché possano ben poco sta rischiando la sua credibilità
Facciamo ora alcune considerazioni generali sul perché e risultati positivi della missione militare specie se confrontati con i prezzi con precedenti esperienze
Prima considerazione
Siamo in presenza di un'operazione di peacekeeping efficace basato sulla deliberate credibile minaccia dell'uso della forza da parte di un contingente che per qualità e quantità e adeguata ai compiti affidati ricordo la consistenza delle forze al favore era sui sessanta mila uomini esporre sui trenta mila uomini si è passati cioè da ambigue operazioni politico militari ad un'operazione prettamente militare i cui compiti fissati su parametri politici sono stati
Seconda considerazione il successo di questo particolare tipo di intervento e legato ad alcuni presupposti cardine di origine di di ordine politico e militare sotto l'aspetto politico l'operazione si sviluppa su nel quadro di un mandato chiaro ed inequivocabile
Sotto l'aspetto militare l'intervento
E quello di una organizzazione quale la NATO dotata di una collaudata struttura di comando che ha consentito di ovviare con facilità agli inconvenienti che avevano caratterizzato le precedenti missioni no
In Bosnia cioè lo stretto legame tra mandato missioni e possibilità operativa della forza e la costante sintonia tra direzione politico-strategica e azione militare si sono dimostrati fattori chiave del successo
Terza considerazione
Probabilmente un contingente militare più omogeneo formato e cioè esclusivamente da eserciti NATO sarebbe stato più efficace
Peraltro l'operazione si è dimostrata un valido teste per le attività addestrative svolte in ambito partenariato per la pace
Ultima considerazione che vorrei fare è relativa alla necessità di assicurare che la pianificazione civile militare siano armonizzate sin dall'inizio delle operazioni
Elemento questo mancato ad ai forni meglio coordinato posporre e soprattutto molto meglio coordinato con l'operazione
Passiamo quindi alla seconda operazione quell'albanese
Anche in questo caso non ritengo utile dilungarmi sulle origini della crisi e sui motivi che hanno spinto l'Italia a farsi promotrice di una cosa quali sono Wellink
Offrendosi quale leader per le attività di pianificazione e dicendo che di generazioni e di impiego di una forza multinazionale
Ricorderò solo che l'Italia sulla base di una risoluzione ONU votata il ventotto marzo scorso è dal quindici aprile alla guida di una Forza multinazionale di protezione di circa sei mila e cinquecento uomini di cui tre mila italiani di undici nazioni che ha il compito di garantire le condizioni di sicurezza per l'afflusso
E la distribuzione dei aiuti umanitari e garantire la sicurezza delle missioni internazionali che operano in Albania
L'intensa attività occuperà tira incentrata principalmente sull'effettuazione di missioni di ricognizione di protezione di scorta e di pattugliamento ha consentito alla forza di assolvere fin dall'inizio ai propri conti
Al momento la Smp
è impegnata ad effettuare missioni di ricognizione che interessano principalmente le aree di rischierà mento di alcuni unita nel quadro del previsto adattamento del dispositivo anche in vista di quello che sarà il vero banco di prova dell'intera operazione
Il supporto all'OSCE per le operazioni elettorali che si svolgeranno il ventinove giugno
Nonostante tali intensa attività però nel Paese sussistono ancora problemi di sicurezza dovuti principalmente alla presenza di alcune bande tuttora attive specie durante la notte che costruiscono una minaccia per l'ordine pubblico e la ripresa di una pacifica vita civile
La missione comunque ha superato il giro di boa anche se sono in atto azioni diplomatiche per ottenere un prolungamento del mandato che ricordo scade il ventotto giugno prossimo
Per quanto attiene alla sua operazione nel Complesso vorrei soltanto sottolineare un un fattore
Quello della rapidità dell'intervento
In pochi giorni Italia riuscita otto neri l'accette dell'Unione europea dell'OSCE e dell'ONU nonostante l'opposizione di alcuni influenti Paesi anche da un punto di vista militare chiarificare un intervento di oltre dieci nazioni che forniscono contribuiti contributi più eterogenei si va dai mille uomini della della Francia a un aereo da trasporto del Portogallo
Assemblarli renderli operativi in teatro in meno di quindici giorni ritengo sia un record
Questo risultato è principalmente dovuto alla perfetta sintonia tra azione diplomatica e azioni militari e all'attenta direzione politico-strategica da parte del comitato direttivo dello per azione creato presso il mai
Regole d'ingaggio il mandato hanno però creato qualche problema non tanto sul campo quanto nell'opinione pubblica
Nonostante siano stati denunciati più volte a chiare lettere i compiti della missione le aspettative dei risultati ben più vasti non è stata per l'impossibilità per i nostri soldati di confiscare le armi o assumere una responsabilità maggiore settore dell'ordine pubblico ha più volte messo il nostro contingente di fronte a una situazione negativa dal punto di vista dell'immagine complessiva
Ovviamente per fare ciò avremmo dovuto rispondere disporre di un mandato molto più ampio e di forze di gran lunga più consistenti
Ma anche per Alba come trasporti il solo intervento militare non potrà essere risolutivo adesso dovranno essere affiancati contemporaneamente o successivamente interventi nei campi economici politici politico sociale e così via
Per non lasciare comunque l'errata convinzione che la difesa italiana si limiti a gestire le operazioni le situazioni di emergenza e di crisi vorrei ricordare brevemente come sta come si sta operando in altri settori per propiziare la stabilità e la sicurezza dell'area inizia ricordando i numerosi accordi bilaterali di cooperazione nel settore della difesa firmati di recente con Paesi dell'area danubiano balcanica
Ungheria nel novantaquattro Bulgaria d'Albania nel novantacinque Slovenia nel novantasei Romania e finirò me quest'anno questi accordi oltre dichiarazioni di principio sulla volontà di cooperare indicano anche i settori e le forme di cooperazione nel campo militare visite esercitazioni scambi di personale frequenza a corsi forniture di materiali e così via
Tale proposito vorrei anche ricordare come la legge finanziaria di quest'anno abbia previsto la possibilità di cessione gratuita di materiale di questa già menti non più impiegabili dalle nostre forze armate ai Paesi con i quali si sta un accordo di cooperazione questo com'è intuibile rappresenta un notevole strumento di influenza sempre nel quadro degli accordi ricordo che i ministri della Difesa italiano sloveno ed ungherese si sono incontrati a Lubiana lo scorso quattro aprile ed hanno deciso di estendere al campo della sicurezza e della difesa
L'iniziativa di cooperazione trilaterale rafforzata avviata dei colleghi degli Esteri
Per l'Italia questa visibilità tra i trilaterale costituisce una manifestazione del ruolo che essa intende giocare nell'area centro sud dell'Europa e della penisola balcanica
Per Slovenia Ungheria è una concreta manifestazione dell'appoggio che l'Italia fornisce alle loro ispirazioni ad entrare a che titolo nella NATO
E poiché le forze multinazionali sono una delle forme più efficaci di cooperazione militare le tre nazioni hanno deciso di costituire una brigata di fanteria leggera multinazionale chiamata matti Nacional Lanthimos
Il principio organizzativo si basa si basa sul concetto fra in qualche che prevede una struttura portante italiana comando brigata supporti e l'innesto di elementi multinazionali in particolare una pedina livello reggimento per ogni nazione ed elementi di Stasi
L'atto di nascita della grande unità ritengo verrà presumibilmente è firmato nel novembre prossimo a Budapest
Ritengo di poter concludere il mio intervento citando come già illustrato dal ministro Dini non solo la posizione italiana in materia di allargamento della NATO
Ma anche la politica volta all'incremento dell'attività di partenariato per la pace che l'Italia dovrebbe mi che secondo l'Italia dovrebbe evolvere verso forme più regionali e mirate
Quale strumento di proiezione di stabilità e di sicurezza in questa regione grazie
Ringrazio generale Cocozza lei ammesso il rilievo quelli che sono
I i i nelle tre giri anche le difficoltà e per l'azione dei i militari italiani
Sia in Bosnia sia soprattutto il Albania d'accordo con Piero Fassino avremmo
Critici sia di alternare gli interventi dei commentatori con quelli degli Esperti e inviterei adesso Franco Venturini a col commentatore del Corriere della Sera in politica estera serviti intervenire
Stop
Il buon commentatore rendermi osservazioni saranno assai meno ordinate
Di quello che mi hanno preceduto
Di Rommel nei pochi minuti che ho a disposizione
Sul per quello che riguarda la Ostpolitik italiana come perché giornalisticamente stato definita così
Quanto sottolineato prima dal ministro Dini non ha bisogno di essere ripetuto e un'iniziativa una direttrice strategica evidentemente molto positiva che giustamente punta a consolidare quei mutamenti che ci sono stati nel mondo post comunista e anche a creare condizioni migliori
Per i due allargamenti cui però sui due l'avviamento di qualche parolina in più deve essere detta
Va allargamento dell'Unione Europea
Si tende qualche volta a impostarlo
Cercando di capire se i Paesi candidati sono pronti o no
Io credo che il problema principale oggi Silio di chiederci se d'Europa se noi siamo pronti ad arrabbiarci o no
E la risposta è proprio molto probabilmente dire sicuramente no
L'Europa in fortissimo ritardo
Non solo nel riforme che fanno parte dell'Occidente dovrebbero portare le condizioni dell'allargamento ma addirittura nel calcolo dei costi proprio anche materiali dell'allargamento
Non so se le mie informazioni sono tutte esatte ma credo che qualche volta di Paesi candidati abbiano chiesto
Agli europei va bene diteci allora che cosa dobbiamo fare in questo o in quell'altro settore le risposte che arrivano da Bruxelles dunque da dentro la nostra Amato Unione Europea sono spesso inadeguate perché non c'è non siamo ancora pronti a questo allargamento e dunque quello è un problema grave l'allargamento NATO
C'è un grande dibattito una grande discussione lo sappiamo sui giornali di oggi
E cioè nelle di giudizio dichiarazioni del fatto ieri il segretario alla Difesa americano Cohen non c'è anche una scatoletta regalo che non ci può fare molto più cioè
Perché la scelta netta
Degli stati Uniti dichiarata di allargare inizialmente soltanto tre Paesi certamente non viene incontro a quello che era un approccio abbastanza diffuso tra gli alleati europei ma particolarmente nostro particolarmente degli alleati dell'Europa meridionale
I quadri giustamente sottolineava la necessità di un allargamento equilibrato
Cesare berline prima raccontava di avere
Percepito Washington la convenzione che ormai c'è un binario nei rapporti con la ex sta europeo secondo gli americani un binario che marcia io aggiungo non è detto che questo binario ci debba star bene così come non è detto che un binario americano tedesco nella sua
Io sua figlia nella sua impostazione sia il binario che va bene a noi allora cosa vuol dire approviamolo senz'altro come struttura di base questo binario ma esigenza di fare una politica
Che richiami diciamo questo binario magari a qualche deviazione nella direzione nostra seconda categoria di osservazioni dritta altrettanto di disordinate
L'Albania l'Albania perché irresistibile Illy il richiamo dell'attualità allora sgombriamo subito il campo
Dal catastrofismo che pure è molto diffuso in questi tempi anche sui giornali faccio autocritica per la Carmine categoria
Su il disastro delle scelte italiane eccetera eccetera io credo e l'ho sempre detto che la politica italiana nei confronti da crisi albanese sia stata fondamentalmente strutturalmente giusta le direttrici strategiche siano state sempre giuste
Abbiamo avuto una serie di incidenti di percorso chiamiamoli così con linguaggio diplomatico visto che qui ci sono tanti diplomatici li conosciamo non c'è bisogno di ricordarle ma non è questo diciamo un discorso che ci fosse una appagare o rassicurare
Perché a mio avviso l'Albania la crisi albanese
Contiene ancora in sei due peccati originali che ci inseguono e ci inseguirà il primo è quello di non essere riusciti
Noi italiani a coinvolgere sufficientemente
Gli altri e non perché non ci abbiamo provato semplicemente non ci siamo riusciti
Non aver coinvolto sufficientemente gli altri significa aver mandato in Albania lo ricordava prima anche il generale Cocozza una forza e con un un'ampiezza di forza e un tipo con un tipo di mandato che non consentono il recupero del controllo del territorio
Non riassumere il controllo del territorio e porci contemporaneamente il traguardo obbligato datato delle elezioni
E a mio avviso e lo dico con tranquillità perdonate l'autocitazione l'ho detto prima che fosse fissata la data un esercito una un esercizio estremamente pericoloso perché rischiamo di trovarci
A dare essendo noi i leader di questa operazione
A dare copertura a una elezione le cui irregolarità sono scontate e sono nella cronaca
Di tutti i giorni e non si tratta di un un un rischio secondaria tanto più che queste elezioni fatte prima che si siano create le condizioni per andare alle elezioni su questo credo che tutti possano essere d'accordo
Anziché dopo queste elezioni rischiano nelle condizioni albanesi di oggi di non essere riconosciute dalla parte perdente si parla di un inciucio di un inciucio che però dovrebbe durare i quarantacinque giorni di permanenza ulteriore abbia la forza multinazionale dopo le elezioni ma cosa accadrà dopo i quarantacinque giorni
E assai improbabile che la parte perdente riconosca
Il risultato elettorale semplicemente perché non esistono malgrado il governo di coalizione per il quale Italia tanto e tanto giustamente ha lavorato non non mi pare che esistano le condizioni sul terreno per un tipo di legittimità democratica dunque il primo problema è questa
Rischio di copertura a un'operazione dubbia e soprattutto necessità di definire una strategia di uscita meglio di quanto sia stata definita perché il compimento delle elezioni
Probabilmente non ci darà quel cappello che ci consentirà di andare via tranquillamente sarà difficile andare via
E ancora cui definizioni di una strategia che guardi oltre di quarantacinque giorni che dovrebbero precedere il nostro ritiro
Nell'ambito di questo sforzo che certamente alla nostra diplomazia deve compiere ma credo che debba compiere la nostra politica non so quale sia in Parlamento la consapevolezza di questi problemi per dirne una
Nell'ambito di questa strategia
Forse è possibile il ricollegarsi a quell'allargamento della NATO che ignoravo che rischia di ignorare il sud di cui parlavamo prima
La NATO non vuole essere coinvolto in Albania non riusciremo a convincerla del contrario nel breve termine ma si può provare a avvicinare due discorsi a dimostrare da dove vengono oggi pericoli o cose la vita la disattenzione che questo tipo di allargamento della NATO cosa comporta questo tipo di disattenzione dell'allargamento della NATO verso il fronte sud
E dunque abbiamo credo buoni argomenti su questo campo ultima osservazione chiudo avevo detto due peccati originali Delors citare il secondo credo che il secondo peccato originale anche qui peccatori non siamo noi e quello di non essere riusciti a dare sin dall'inizio a fissare sin dall'inizio una politica di link legge diceva Kissinger di Linke già economico rispetto alla crisi albanese le grandi organizzazioni finanziarie internazionali Fondo monetario Banca Mondiale eccetera sono estremamente reticente è vero che abbiamo una conferenza in arrivo credo tra pochissimo a Roma per discutere esattamente questi problemi ma le previsioni che si fanno se non erro non sono rose
Credo abbastanza evidente che essendo la crisi albanese esplosa almeno come pretesto immediata
Dopo la questione delle piramidi finanziarie ed essendo l'Albania un Paese che non solo e propenso ma chiede esplicitamente e continuamente aiuto dall'esterno questo significa offrire a noi al resto dell'Occidente un lembo emerge una leva
Molto forte che fino adesso non è stata utilizzata perché l'Albania non è tra le priorità di coloro che gestiscono questo tipo di generosità interessata diciamo così ecco credo che
O aspettava forse un po'di
Può vi sale nella minestra ma credo che sia utile sia necessario porsi avere presenti questi problemi e forse anche dibatterli in Italia un po'più di quanto si è avvenuto finora di quanto avvenga grazie
Buttare il sale nella minestra e utile quando la minestra era sciarpa di e pericoloso non volevo dire questo non verrà quando la vide Stra era già Sala comunque e le fra quei tre ci ha fatto due che sette due gruppi di considerazioni uno sulle ampiamente sull'allargamento che io passerei alla successiva tavola rotonda cioè e che lo fa si tracci parte del ci parlerà di questa problematica e diciamo le considerazioni Franco Venturini sono un'anticipazione già di quel dibattito sulla sulla nell'Albania a posto in luce le difficoltà e in fondò sostanziato con riferimento sia alle elezioni
Sia ai problemi economici ha evidenziato quella specificità Balcani perché diceva Dini nel suo intervento la specificità balcanica essendo che l'azione internazionale a l'impatto diretto con crede nella situazione interni nei paesi incide sulla sovranità interminabili vede i testi questa è il nove Cile della quello appunto che è stata chiamata la specificità basca
Alternando gli interventi i di dei commentatori con quello degli e Sperti
In e invito ora la professoressa milizia uguali ce professore associato politica economica alla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Perugia e noto esperto dell'economia balcanica abbia abbiamo avuto varie occasioni
Utilizzare la sua espertissimi nel attività dell'istituto che dovrebbe tutta le dita prendere la parola e facendogli notare che c'è un piccolo slittamento sui tempi sono crescenti da si investe porta pittorica cerchiamo di riportare sui tempi di Silvestri
Progetti cercherò di essere breve prima di passare alla de implicazioni economiche delle crisi nei Balcani invade il Prix fare qualche commento su le implicazioni economiche dell'attenzione transizione in generale in tutti i Paesi dell'Europa centrale e sudorientale
Oggi dopo col più di sette anni della caduta del muro di Berlino ed è chiaro che la transizione
Si è rivelata la transizione verso una vera economia di mercato si è rivelata molto più complessa di quello che inizialmente si aspettava infatti vediamo che in tutti i Paesi dell'Europa centrale e sudorientale le politiche di stabilizzazione macroeconomica come uno degli obiettivi più urgenti della Triade transizione hanno inizialmente portato ad una gravissima d'eccezione
Alti più tassi d'al di dei tassi di crescita altamente fortemente negativi con caduta del PIL del venti trenta ma anche il cinquanta per cento in sonno tre anni
Puro inoltre un'alta instabilità monetaria in seguito alla liberalizzazione dei prezzi con tassi d'inflazione di oltre mite per cento e anche una forte aumento della disoccupazione
Un problema prima praticamente non esistente nella grande parte dei Paesi in transizione
In ogni caso questo impatto iniziale della transizione molto negativo
E stato affrontato dai singoli nei singoli Paesi in modo e tempi diversi e qui e necessario fare due considerazioni importanti
A quel che riguarda sia le condizioni interne che vedi condizioni esterne per l'applicazione della transizione nei Paesi dell'Europa centrale e sudorientale
A quel che riguarda le condizioni interne in alcuni di questi Paesi
Sono state presenti delle condizioni generali molto meno sfavorevoli è molto più sfavorevoli rispetto ad altri Paesi infatti l'ARPA a parte la l'intera area balcanica i Paesi dell'ex Jugoslavia hanno dovuto oltre alle politiche di transizione affrontare anche tutti i problemi dovuti alla disintegrazione dell'unione
Previo così slava banchiere tutti i problemi dovuti al conflitto in questa agraria
A quel che riguarda le condizioni esterne qui ed è da notare che le politiche nel campo economico dell'unione europea effettivamente sono state molto differenziate verso i paesi dell'Europa centrorientale incorre e qui ovviamente le condizioni politiche avevano un determinato peso se guardiamo alle varie misure per sostenere la transizione
Nei paesi dell'est aiuti finanziari le misure per facilitare il scanditi attraverso la conclusione degli accordi di associazione ma anche i primi passi presi per l'adesione di questi Paesi come membri dell'Unione pieno titolo vediamo che fino ad adesso sono stati sul sostenuti soprattutto i sei Paesi dell'Europa centro orientale
L'area balcanica purtroppo l'aria della ex-Jugoslavia purtroppo proprio per mottetti dei politici è stata fortemente svantaggiata ed è vero che la Slovenia ha concluso a a a anche anch'essa un un accordo di associazione Map con grande ritardo soltanto del all'anno scorso a quel che riguarda l'Albania e la Macedonia è stato concluso un accordo di di cooperazione economica che però offre un che vede una liberalizzazione negli scambi migliori rispetto agli accordi di associazione
In ogni caso a quel che riguarda delle prospettive per il futuro io credo che sono molto da incoraggiare tutte le iniziative che stimolano
La cooperazione economica fra questi Paesi non solo l'ultimo della pace della commissione del dell'Unione Europea in quell'approccio regionale infatti stimola una maggiore cooperazione economica e politica fra i paesi balcanici ma anche altre iniziative inclusa Lince e la l'iniziativa degli americani
Secci che riguarda appunto il l'intera zona dell'Europa centro sud orientale
A queste riguarda particolarmente la crisi economica nei paesi dei dei della ex Jugoslavia viene da far notare che infatti le conseguenze negative della transizione della disintegrazione della guerra sono state molto diverso e nei singoli Paesi
Dove d'ad un estremo troviamo alla Slovenia la Slovenia che non solo è stata coinvolta nel conflitto per una durata molto beve
Ma inoltre la Slovenia era la parte più sviluppata della ex-Jugoslavia e quindi oggi troviamo che la Slovenia e non solo la più sviluppata sia tutte le pre fra tutte
Invece il paese più sviluppato fra tutti i Paesi dell'ex Jugoslavia
Ma anche fra tutti i Paesi in transizione la Slovenia oggi ha un PIL pro capite e interni qui delle parità dei poteri d'acquisto di oltre dieci mila dollari
E quindi del tutto paragonabile a paesi meno sviluppati dell'Unione
Europea
Ovviamente all'altro estremo troviamo la Bosnia ed Erzegovina che è stata ovviamente maggiormente colpita dal conflitto dalla guerra dalla inizialmente crisi dei Balcani dove oltre a alle vittime umane a a nuova cura il nome numero di rifugiati e così via troviamo che la sua produzione è calata avanti un quarto del libello prima della guerra
E dove purtroppo ci sono alcuni a ancora dei polipi o fibromi dei problemi politici da risolvere
S'nei rapporti fra la Federazione e la Repubblica serba
Che crea ovviamente dei problemi anche nel campo economico per esempio nel creare un una vera unione monetaria oppure nell'applicazione
Del programma di aiuti internazionali per la ricostruzione economica della Bosnia
In ogni caso
Io credo che la strategia del l'unione europea e anche quella dell'Italia di stimolare una maggiore cooperazione
Economica fra questi Paesi è senz'altro benvenuta in quanto una maggiore cooperazione economica potrebbe infatti può vedere anche a un ricordo un uno sviluppo economico maggiore di dell'intera ragione e con questo per vedere anche una maggiore stabilizzazione generale
Dell'Aga dei Balcani grazie
Grazie
Grazie professore di serrature ma anche in termini estremamente critica questa economica torniamo
Allora la successione dei commentatori e abbiamo prossimo e Livio Caputo commentatore del giornale nonché ex sottosegretario agli esteri
Conoscitore terra problematica Bellaria
Viviamo
Grazie Cesare io cercherò di avere analisti avete ai sessanta di cercate di fare voi criterio di attenermi al tema la politica estera italiana di fronte all'emergenza balcanica e dopo che Franco Venturini
A porvi provveduto al sale io cercherò di provvedere al Pepe per l'Italia credo che l'emergenza balcanica sia stata una specie di scossa elettrica
Ci ha cioè costretto ad accelerare i tempi del ripone il ripensamento della nostra politica estera e di difesa
E affrontare una serie di impegni in un certo senso imprevisti al di fuori di quella politica di
Rifugio sotto le istituzioni internazionali
Che vanno dalla operazione Pellicano alla spedizioni in Bosnia quella attuale in Albania che ci vede addirittura nella posizione inedita di capofila
Le domande cui ritengo che in questa tavola rotonda dovremo cercare una risposta ovviamente non è il tempo che mi è concesso
Sono a mio avviso tre cioè la prima siamo pronti per questo appuntamento un po'inatteso
O perlomeno anticipato rispetto alle previsioni seconda domanda affrontiamo questa emergenza balcanica con un progetto globale
O ci muoviamo secondo la strategia del giorno per giorno in altre parole
Nel gestire questa emergenza abbiamo già ben presente una idea di quello che il nostro interesse nazionale in quest'area o siamo ancora nel in poco cinto di formularla la terza domanda e quale potrebbe essere
Per noi l'assetto ideale dei Balcani
Dopo il caos di questi anni
E quale ruolo può svolgere d'Italia in quello che nel gergo politico di Washington si chiamerebbe nostro cortile di casa
Alla prima domanda risponderei con un mi intendendo piuttosto almeno chiede che al sì ma non la responsabilità non è certamente tutta nostra
Abbiamo avuto alcune iniziative a mio avviso molto opportune
E anche tempestive come la Lince che a poi sofferto purtroppo dalla cronica mancanza di mezzi che affligge la politica estera italiana
Vince era una buona idea ma il motore è rimasto ben presto senza benzina
Adesso si è allargata talmente che non credo che sia più uno strumento della politica estera italiana
Quanto uno dei tanti contenitori cui ci stiamo a che ci stiamo abituando ad avviare e che non sono tutti sempre utilissimo
Abbiamo questo nella mia ottica personale ha commesso un errore al momento della dissoluzione dell'ex Jugoslavia
Ne non fare delle riserve nel riconoscere Croazia e Slovenia sulla necessità di adeguare
Il trattato di Osimo in alcuni suoi aspetti cosa che si poteva fare benissimo nel novantadue diventato più difficile
E dopo ci siamo trovati credo impreparati sul piano militare
E
Perché le forze armate sono sempre state
Un po'trascurate in questo in questi tutti questi anni i bilanci della Difesa venivano spesso cannibalizzati e adesso che ci troviamo a gestire una serie di crisi in cui dobbiamo essere presenti in prima persona la coperta è spesso un po'troppo corta
E se posso aggiungere qualcosa
Mi sembra anche che ci sia una specie di masochismo nazionale in atto in questo momento mi riferisco a questa campagna un po'veramente stravagante che viene condotta
Conto forse il reparto più efficiente che abbiamo e che viene regolarmente impiegato in tutti questi situazioni difficili
Seconda domanda abbiamo un progetto globale o e abbiamo individuando chiaramente l'interesse nazionale voglio dare atto al sottosegretario Fassino che è stato sempre Miglio interfaccia prima quando io ero sottosegretario coi quando sono stato responsabile esteri
Di Forza Italia fino al trentun dicembre dell'anno scorso di a vere ideato una una Ostpolitik
Di avere e di essersi mosso con avvedutezza e anche diciamo con una certa immaginazione esso che
Purtroppo anche lui nona sempre di strumenti che dovrebbe valere ritorniamo al fatto che dedichiamo alla politica estera che si fa anche con i soldi una quantità di risorse troppo bassa rispetto ai Paesi con cui ci troviamo fatalmente in competizione zero ventotto per cento della spesa pubblica e nulla rispetto a agli acque di alle percentuali tedesche
Francesi inglesi o perfino spagnole e quindi anche lui è costretto a fare le nozze coi fichi secchi
E ciò nonostante qualche cosa siamo riusciti a fare
L'interesse nazionale a mio avviso in questo momento
Va un po'al di là di quello che ha ci ha detto il ministro Dini lui sostiene che non esiste in fondo una una concorrenza con gli altri Paesi
Del dell'unione europea cioè dice che un'amichevole competizione io non vedo le cose con occhiali altrettanto cosa qui ci troviamo di fronte
A una all'lotta di influenza in cui qualche forchetta nei gomiti per usare un'espressione di quando io giocavo avanti
Forse sarebbe anche più utile alla terza domanda quale può essere l'assetto dei Balcani che a noi più conviene molto difficile rispondere basta vedere cosa scriveva già quarant'anni fa il dizionario enciclopedico dei
Treccani dei Balcani diceva che era l'aria più imprevedibile d'Europa da cui ci sono venuti la maggior parte dei guai quindi che cosa bisogna fare e bisogna
Indubbiamente poi cedere con questo processo di integrazione sia dell'Unione Europea sia della della NATO
Ma l'area balcanica è la più difficile da integrare e anche sicuramente anche la più costosa e vorrei alle
Concordare con Franco Venturini ad dicendo che a noi non siamo pronti da questo allargamento ma non sono pronti neppure gli altri io come esperto del Consiglio d'Europa ho ho avuto occasione di visitare quasi tutti questi Paesi proprio per verificare il loro progressi
E mi pare che allo stato attuale delle cose distinte evidentemente dai risultati della CIG sulla nostra preparazione dall'altra parte ci sia ancora molto da fare
Penso di dovere aggiungere che dobbiamo individuare delle arterie prioritario non è abbiamo fatto molto bene ma più per merito dei nostri imprenditori privati sul piano economico il fatto che siamo il secondo partner di buona parte dei Paesi dell'Est europeo e è estremamente positivo anche se non tutti questi investimenti sono Investimenti diciamo a lungo termine alcuni sono un po'un po'mordi e fuggi e alcuni dei dei capitoli dis di scambio forse sono a un anno di giudici sostegno per essere mantenuti
Ma le priorità nostre sono sicuramente una certa influenza economica sicuramente di garantire la
Una stabile un una stabilità politica in Albania io
So che in parte si tratta di fantasie giornalistiche ma la ipotesi di una specie di Colombia d'Europa se la stabilità dell'Albania non verrà assicurata
Non è così fantasiosa come qualcuno potrebbe credere
E a vere una specie di governo mafioso
Che
Ha delle priorità ovviamente diverse dai governi normali alle porte di casa potrebbe essere per noi esiziale non soltanto il punto di Lisa politica estera ma anche della dell'ordine pubblico interno concluderò dicendo che io concordo col col ministro degli esteri sulla necessità di avere un ruolo attivo in questa operazione di allargamento della NATO e della UE però che non non è in nell'interesse dell'Italia
Che questo avvenga in maniera soltanto dettata da considerazioni di grande strategia noi giustamente credo
Siamo stati abbastanza reticenti nel il approvare l'allargamento della NATO e le ultime novità che Venturini ci ha detto confermano che questa sta questa scetticismo era giustificato perché l'allargamento non sta avvenendo in maniera da consolidare la zona che a noi più interessa grazie
Grazie a Livio Caputo avrebbe sue considerazioni sia dice accennava alle esigenza di inquadrare
La nostra azione e non essere solo reattivi alle crisi di cui si è alle crisi all'emergente purtroppo le emergenze vengano senza chiedere il permesso insomma e quando e quindi bisogna vere una capacità di assorbire le crisi e inquadrarle rapidamente in un strategia più ampia chiedo adesso intervenire per ultimo nella tavola rotonda Paolo Garimberti Soris Repubblica direttore di venerdì non è compagna di Robinson consegna il pentito settimanale della Repubblica
E che ha ha seguito i problemi della internazionale ma in particolare quelli dell'Europa dell'Est con grande regolarità Paolo prego grazie Cesa insomma
Avendo Venturini messo sale Caputo il Pepe io non ho più ingredienti a dire la verità quindi dovrei inventarmi qualcun altro che al momento non saprei quale ecco possono assaggiare la minestra come suggerisce Silvestri
Quando sono stato invitata a partecipare a questo convegno mi è stato detto che avrei dovuto parlare di come la stampa italiana aveva trattato la questione balcanica
In realtà non mi sembra un tema di grande rilievo anche perché si può sintetizzare in pochissime parole la stampa italiana trattato la questione balcanica
Come tratta virtualmente le questioni di cronaca nera cioè quando c'è il cosiddetto bagno di sangue la questione balcanica Balzac sui giornali in prima pagina e appena il bagno di sangue felice la questione balcanica sui giornali finisce
Che
Una drammatica conferma di una involuzione in senso di chiamiamolo internista non so se ci capiamo cioè di politica interna del della visione dei giornali italiani per cui tutto ciò che avviene fuori dalle porte di casa spesso fuori dalle porte di Roma non fa notizia
La conferma si è avuta quando in particolare in Bosnia non c'è più stata non solo il bando ma nemmeno una goccia di sangue perché sono mesi lo dicevo l'altro giorno punto Cesare Merlini mesi e mesi che sulla stampa italiana io non leggo un articolo su quello che sta accadendo oppure per la situazione in Bosnia un'analisi un reportage niente quando poi in realtà cose che succedono comunque bisognerebbe parlare di com'è la situazione leggo molto sulla stampa straniera per fortuna credo che tutti coloro che sono dentro questa sala sono in grado di reggere la stampa straniera e quindi lei la cura e la stampa italiana possono facilmente superarle in questa maniera effettivamente per fare un esempio
Recentemente sul sull'Herald Tribune c'è un'analisi molto interessante prima pagine che diceva Bosnia non ce la pace c'è soltanto l'assenza di guerra
Ursus lasciatemi c'è un articolo in cui si parla di come comunque in modo strisciante le pulizie etniche continuano
In modi diversi
Però tutto questo sulla stabilità e annuncia appunto perché non ci sono più i Paesi lo stesso in fondo è la trattazione della dell'Albania se volete cioè a trazione Albania è molto fatta sul sul momento sul tamburo sull'affetto
E poi naturalmente c'è un calo di tensione e di interesse non è così come ben sapete sui raffreddori borse sulla Bicamerale tutto questo
Viene regolarmente seguito nei minimi dettagli dispiace faccio parte la minoranza che si occupa di politica internazionale
Saremo un giorno o l'altro ridotti caro Franco Venturini saremmo ridotti a una riserva indiana
Comunque
Del del devo dire che anche gli editori più avvertiti più gruppi internazionali e non c'è bisogno di fare i nomi perché tutti capirete chi sono quando mi si dice questa cosa il calcolo insomma sulla politica estera non fa vendere
La politica interna fa vendere molti senza più i giornali sono al minimo storico delle vendite
Fine di queste considerazioni polemiche di categoria passiamo alla al tema di di oggi
Io l'ho ascoltato con interesse il l'intervento del ministro Dini ma se fosse rimasto quindi avrei dovuto fare alcune domando alcune osservazioni perché il ministro ha volato molto alto nel suo intervento ma non si è accorto delle miserie quotidiane che ci sono su tutti i temi di cui ha parlato
A mio avviso almeno tanto per cominciare il discorso l'allargamento purtroppo vengo per ultimo come ho detto sale pepe sono stati messi e quindi Teresa tarato mi limito a ribadire alcune cose già dette
O a puntualizzare
Sono d'accordissimo con Franco Venturini che l'Europa non è pronta per allagamento credo che sarebbe estremamente pericoloso
Se a Amsterdam si concludesse un accordo sulla CDU frettoloso tanto per farlo
E poi se andasse avanti con l'allargamento come se niente fosse ecco io non temo che sia troppo tardi perché si possa far qualcosa alla sua peraltro tra spero di no
Ma se ci fosse un accordo come molti Paesi europei vogliono anche perché altre su
Credo che appunto non siamo pronti per l'allargamento perché già l'Europa fatica a vivere decentemente a quindici credo che avrebbe e normi difficoltà a vivere a più di quindici
Faccio una serie di osservazioni che vorrei poiché il che rivolgo visto che non c'è più il ministro che rivolgo a Piero Fassino per avere poi da lui qualche risposta se se ritiene opportuno secondo punto
Parlando di allargamento e quindi portando l'Unione Europea venti o più membri
Mi chiedo anche poi come si stabiliscono i rapporti tra tutte queste varie organizzazioni internazionali che esiste già nere
Proprio misto di un certo punto ha detto l'intervento dell'Unione europea della UEO del dell'OSCE quei della NATO allora un certo punto mi dite un po'per favore
Come interagiscono poi l'OSCE con la UEO con la UE con la UEO e con tutte queste bellissime ciliegie vediamo sempre più avanti cioè io mi chiedo se l'OSCE presente ancora un senso
Nel giorno in cui l'Unione europea viene allargata due l'OSCE ancora un senso sì certo mi si risponde facilmente perché ci sono Paesi qui non si estende allargamento Unione europea che farà parte Lost certo risposte semplici ma poi alla fine la sostanza quale che a un certo punto come nel caso dell'Albania nessuno interviene interviene l'OSCE che forse tutto sommato essendo la più così anonima di queste organizzazioni è quella che ci presta e compiti che gli altri non vogliono fare ecco questo l'impressione forse superficiale ma che comunque credo che meriterebbe di essere un po'esamina
Per quanto riguarda l'allargamento della NATO io sull'argomento era nato ho un'idea un po'diversa da quella che è stata espressa qui cioè mi riferisco in particolare al caso da Romania io non credo che il cambiamento era nato debba essere fatto soltanto su base di corsi sulle sulla base di considerazioni
Di tipo così di interesse Geo strategico credo che allargamento NATO debba significare anche un della vera in confine di potenziamento del delle evoluzione democratica dei Paesi cui la NATO si la anzi credo che sia estremamente importante questo e credo che perciò vadano chiesti ai Paesi che entreranno nella NATO di requisiti democratici allora io dubito che la Romania per esempio ebbe questo requisito democratici mi rendo perfettamente conto che nel nostro interesse che la Romania interessi ancora Maria entri dubito che abbia requisiti democratici per entrare oggi è un'altra domanda che pongo a Fassino
Per venire più specificamente i problemi balcanici
Io ho sentito con interesse l'intervento del generico corso concordo con molte delle cose che ha detto
Come dicevo prima la definizione più sintetica dello stato delle delle cose in Bosnia oggi che l'assenza di guerra ma non certamente la pace
Io non credo che si possa dire come si dice superficialmente che la NATO ha fallito il suo compito perché non ha saputo imporre la pace la NATO non non doveva imporre la pace
La NATO da punto impedire l'assenza di impedire che ci fosse ancora la guerra in grande misura la pace a dover imporre riorganizzazione le strutture civili dover imporre l'Unione europea dove alle IPO Rebirth tanto per perché riassumere un nome chi doveva fare questo per cercarvi tutte doveva fare la la pace doveva mettere insieme rimettere insieme i cocci di un di di di un Paese che appunto finito in pezzi
Bene allora lì chi è che sta fallendo ha fallito certo il fatto che non si siano potuti arrestare i criminali di guerra che il signor Karadzic non soltanto viva allegramente a Pale ma Prosperini a Pale che ecco la cosa più grave perché Prospero attraverso delle società addirittura il costituito a Cipro e prospera veramente arricchendosi indica a livello di di Janus di dollaro bene e questo è molto grave è molto grave perché è un fallimento da questo punto di vista di certi di certi persino di certi principi
Ma questo non è poi in fondo il punto fondamentale punto fondamentale e che sul piano della ricostruzione civile non sono stati fatti progressi
E di fallimento secondo me non è che la NATO fallimento è di tutti quegli organismi Unione Europea in primis che non sono stati capaci e di fare quello che devono fare
Ora il problema è secondo me si pone in misura analoga in prospettiva in Albania
In Albania probabilmente riusciremo con la presenza dei soldati italiani a evitare che ci siano il bagno di sangue che lei di uffici centrali dei giornali tutti i giorni sia quello per avere il titolo però non risolveremo probabilmente i problemi di fondo
E soprattutto io vorrei che una volta per tutte se possibile fosse fatta chiarezza su una domanda che mi pongo da un po'di tempo cioè esattamente quale la struttura gerarchica del comando la nostra missione in Albania
Cioè io mi chiedo qual è il rapporto per esempio oltre a ruota l'ambasciatore italiano e generare Angioni
Perché andando invece il decreto di nomina il generale Angioni ho avuto l'impressione di nel gergo del viceré di Albania più o meno gli stessi poteri del viceré di Verbania di cui adesso mi sfugge mi ricordo il nome ma che insomma allora il viceré di Albania il generale Angioni come si rapporta al al ambasciatore italiano finalmente nominato dopo tante pene
Oppure come si rapporta alla struttura militare che in Albania e questi son domande caro Piero che sono rimaste senza risposta da parte vostra finora anche se qualche volta noi
Come in trattori politica internazionale Mussi oppure legati nelle pagine interne nascoste perché abbiamo provato a porre ma risposte non sono mai arrivate io credo che queste risposte le dovete dare perché poi il giorno che ti succede qualche pasticcio in Albania
Non avendo dato questa risposta sarebbe colpevole anche voi grazie
Paolo Garimberti realtà abbia avuto anche qui un po'di pepe
E impeccabili pagherà Lancioni era poco fa il presente che e il
Adesso io proprio perché ci sono state queste i domande questi stimolazione chiederei a Piero Fassino di aprire Luís la discussione fermo restando il ricordo che poi il discorso più ampio e e invito anche lui anche il discorso degli allargamenti di rimandarlo alla prossima
Sessione però ci sono qui dei riferimenti invece alla situazione Balcani su cui i lo pregherei di i reagire
E in questi in certo modo apre la discussione per la quale purtroppo non avremo più che venti minuti ma le mi sembra che assolutamente necessario a completamento del quadro che abbiamo dato qua e anche in fondo completamente della parabola che e si è aperta con il discorso del ministro degli esteri avete questa questione Little due reazioni
Io ringrazio naturalmente
A nome del ministro tutti coloro che sono qui a questo convegno in particolare i rappresentanti nel corpo diplomatico dei Paesi di cui stiamo discutendo
E ringrazio naturalmente tutti gli interlocutori per di questa discussione
Io penso che qui noi interloquirà con le questioni che sono state poste naturale
Qui noi abbiamo in questo convegno
Voluto
Rendere evidente
Una strategia di area
Che
Il governo italiano sta perseguendo
La relazione del ministro è stata assolutamente netta ed esplicita
Nel messaggio noi vogliamo dare peraltro quelli che sono qui che siamo tutte persone che si occupano di internazionale sanno che non è un fatto episodico ma consegue a un lavoro che stiamo realizzando da tempo
E cioè noi consideriamo la
Europa centrale e sudorientale un'area di tale strategica per l'Italia e quindi una priorità politica estera italiana specie punto
E allora dal vengo subito le questioni che sono state poste
Io penso che dobbiamo vedere come
Ciascuna delle
Questioni che si pongono in quest'area
Dai problemi degli allargamenti alle qui dalle crisi alle instabilità alle questioni
Delle relazioni economiche di cui discuteremo anche dopo come ciascuna dei diciamo delle alle questioni di rapporto culturale e questi col ciascuna delle questioni che si pone in quest'area
Viene da noi affrontata
In una logica sistemica e come parte di una strategia
Allora io intanto dico una prima questione sui Balcani
I Balcani
Sappiamo tutti hanno avuto una certa storia
Giustamente si parla di Europa centrale e di Europa sudorientale e si usano due espressioni distinte non soltanto per indicare due diverse diciamo dimensioni geografiche questo lo entrambi chiunque
Ma il punto politico e che la differenza non può diventare ragione di separazione di frattura Edison
Questo è un primo punto la differenza non può diventare ragione di isolamento di frattura e di
Separazione
E anzi uno dei problemi che io penso a a Italia Italia e la comunità internazionale l'Europa gli americani la NATO
Esattamente di avere una strategia che non sia una strategia che determina la cui il sì di una divisione di una futura che storicamente si è stata tra le due are di questa Regione
Che è la linea di frattura che ancora per larga parte assegnato
Territorialmente
Una certa divisione delle cipolla
Quindi un elemento di strategia sottoposto qual è la strategia la strategia è quella di
Vedere le differenze perché la storia della Bulgaria nella storia della Repubblica Ceca o della Polonia e quindi sappiamo tutti come diciamo la storia conta conta moltissimo
Ma diciamo la differenza è che ci sono e ci sono differenze natura storica culturale religiose politiche le differenze non posso diventare ragione di separazione
E questo è un punto politico non risolto
Talmente non risolto che
Appunto nell'affrontare il problema dell'allargamento della NATO
Si rischia di produrre un allargamento della NATO che in realtà anziché aiutare il superamento di quella frattura e lo rapita ecco perché noi continuiamo insistere sull'allargamento della NATO a cinque non ha tre non perché un numero sia più bello dell'altro ma per una logica politica
Una logica politica che noi consideriamo essere decisive
Potremo attualmente da tener conto di tutto è l'orientamento americano totalmente sappiamo tutti quanto sia rilevante decisivo ma ma
Non rinunciamo a porre una questione politica il problema è un problema di come sia una strategia di integrazione nelle istituzioni euro atlantiche
Di una regione e lo si fa
Non dimenticando nessuna differenza introducendo tutte le gradualità le tappe necessarie ma nelle differenze nelle gradualità nelle tappe possono diventare l'occasione per radicare delle separazioni e dell'emarginazione questo il punto politico che manipoli
Nei Balcani c'è una strategia italiana io penso che c'è
C'è ci sia
E la stiamo praticando non da oggi ricordo proprio per titoli i tasselli una strategia naturalmente non è fatta mai solo di un'azione fatta di una serie di azioni il problema di vedere la coerenza di queste azioni
Una strategia nei Balcani mi pare si
Anche se i Paesi interessati Slovenia Ungheria sono Paesi diciamo storia cultura eccetera centro europei aver dato vita a una cooperazione trilaterale è fondamentale nella regione cento volte immediatamente attigua all'area balcanica per introdurre un elemento di ulteriore stabilizzazioni
La strategia di approccio regionale dell'Unione europea nei confronti dei Balcani che è una strategia che ha sostenuto in particolare l'Italia è un altro tassello di una strategia multilaterale nei confronti dei Balcani
L'accordo di partenariato strategico che abbiamo sottoscritto del Ministro Dini ha sottoscritti col ministro sedere in qualche settimana fa a Roma tra Italia Romania è un altro tassello di
Una strategia di intervento economico e politico nell'area
L'iniziative che stiamo assumendo per una cooperazione multilaterale a quattro conto l'Albania e la Macedonia la Bulgaria vanno nella stessa direzione
L'azione che
Continuiamo a fare
Per una normalizzazione delle relazioni tra Croazia e Repubblica federale Repubblica federale di Jugoslavia va nella stessa direzione come va nella stessa direzione l'ho richiamato il ministro nella sua relazione l'azione di mediazione
Che abbiamo messo in essere nel momento più acuto di scontro tra opposizione e governo sull'interpretazione dei risultati del diciassette novembre
Va star dentro questa strategia la presenza che abbiamo in Bosnia sta dentro se sta strategia essere andati in Albania
Cioè c'è una strategia che è fatta di azioni ciascuna delle quali ha una coerenza con l'altro
Non siamo in Albania soltanto perché c'è un'emergenza
Affrontiamo l'emergenza Albania perché abbiamo una strategia per i Balcani
E nel momento in cui avendo una strategia per i Balcani si produce un punto critico e a maggior ragione è necessario che chi vuole avere una strategia su quel punto critico si applichi
Quindi a me pare questo diciamo il quadro d'insieme per ciò che riguarda l'area balcanica
Io penso che noi ci facciamo portatori di questa strategia che non corrisponde Loreto molta chiarezza il presidente Dini
Questo va questa consenso ne valesse per i Balcani per l'Europa centrale noi non consideriamo che una strategia di Ostpolitik sia soltanto corrispondente all'interesse bilaterale c'è un interesse nazionale del Paese io penso che corrisponde all'interesse nazionale
Ovvio che chi è qui lo sa come dire ho bisogno di spiegarlo Vittorio come questo e tuttavia io penso che una forte presenza politica dell'Italia in quell'area corrisponde anche un interesse multilaterale
E c'è un'obiettiva convergenza avendo un'altra questione che è stata posta credo da Caputo
C'è un'obiettiva convergenza tra gli interessi nazionali nostri e gli interessi di altri paesi distinguiamo se vogliamo gli interessi politici da quelli provenivano
Perché l'interesse politico che Alitalia che alla Germania che ha l'Austria parto fanno dei tre Paesi dell'Unione europea che immediatamente sono più investiti anche per ragioni di contiguità territoriale e non solo dall'Europa centrale balcanica sono convergenti noi vogliamo
Stabilizzare la democrazia in questi Paesi
Favorire il completamento della transizione alla democrazia politica e lo Stato di diritto
Garantire che in questi Paesi la
La multiculturalità e la molti religiosità sia
Un dato riconosciuto e
Praticabile
Vogliamo completare una transizione all'economia di mercato che questa è una delle principali differenze sicuramente nei Balcani assai più complessa per ragioni storiche però che non è l'Europa centrale mitteleuropee
Tutti questi sono obiettivi che non sono divergenti rispetto ai Paesi dell'Unione europea sono obiettivi politici sul rispetto ai quali i Paesi europei ha un interesse comune
Poi naturalmente c'è una competizione sul terreno dalla presenza economica ma
Vivaddio non dovrei spiegarlo io avendo tutti sostenuto che bisogna come dire
Che è un elemento di modernizzazione era io sono convinto
Il superamento definitivo di qualsiasi logica di di di piano per andare all'economia di mercato nell'economia di mercato c'è la competizione non capisco dove sia lo scandalo
Quindi sul piano isteresi economici è chiaro che poi lei prese inglesi francesi italiani austriache olandesi olandesi non a caso di un Paese molto presente economicamente nell'aria eccetera
Si muovono vanno questa la logica diciamo
La logica del mercato del business quindi su questo non mi pare che ci sia un Oscar c'è una normale competizione economica ma sul piano diciamo della io dico che non lo volevo dire sicuramente la competizione economica però la l'esperienza ci insegna se che gli hanno perché io ne economica deve essere sostenuta da un sistema paese questo è questo è il tema di cui discuteremo dopo la secrezione successiva anticipo subito una risposta a questo esatto io sono totali totalmente d'accordo Livio su questo
Uno dei punti deboli che tradizionalmente ha caratterizzato la politica estera italiana e non solo politiche estere tra la proiezione internazionale estera dell'Italia in tutte le sue dimensioni e l'assenza di una logica sistemica
Quello che stiamo cercando di fare almeno per il versante la politica estera e questa è una delle ragioni appunto per esempio verso quell'aria di quella che è stata chiamata l'Ostpolitik e di cercare di costruire una logica sistemica dopo discuteremo appunto
Di come per esempio tutta una serie di strumenti di natura e politica economica e culturale vengono ricondotti alla logica assiste linee sono totalmente d'accordo
Quindi diciamo la strategia verso i Balcani strappato di queste ore dopo parleremo di alto la stanza del suo dal cane mi pare che corrisponde non soltanto l'interesse nazionale corrisponde anche un interesse multilaterale
E noi in ogni caso il visto di me l'ha detto in modo chiaro vogliamo collocare l'intervento dell'Italia dentro diciamo in modo coerente quella che la strategia di integrazione delle istituzioni euro atlantico e che l'Unione europea e la NATO e diciamo
I Paesi occidentali che sono legati da un forte vincolo di solidarietà e di cooperazione ultra decennale quarantennale diciamo vogliono vogliono
Dentro questo schema come ci sta la Bosnia come ci sta l'Albania
Atlante ci stanno come punti critici di emergenza evidentemente
Bosnia le questioni che poneva
Garin
Effettivamente è vero quello che dice ha detto Paolo Garimberti noi siamo di fronte a una fase di stagnazione dell'applicazione degli accordi di dai
è stato oggetto di una discussione preoccupata
Dei ministri degli esteri a sinistra
Io credo che la posizione nostra sia molto chiara un'altra pace non c'è
Se quella
E ci vuole e occorre che la comunità internazionale Santa tutta la responsabilità di fare in modo che la pace
Di Dayton Zenga applicata fino in fondo stanno di fronte a noi alcuni appuntamenti molto importanti perché
Per l'ulteriore completamento di quell'accordo di pace le elezioni municipali
Sono un appuntamento importantissimo
Perché è una brutta pace o almeno ferma fatta appunto io non so se io dico che è una pace difficile ma una pazza
Ed è la pace è possibile in ogni caso quando si giudica una pace non si può mai valutare se la pace migliore che si poteva vedere bisogna valutare se la pace che si poteva avere io penso che quella fosse la pace che si poteva aver società posseduta avere una migliore la sottoscrive pagasse
E la pace che si è fatta la pace possibile la pace che c'è non ce n'è un'altra secondo me quindi se c'è qualcuno che ha nel retropensiero
In Bosnia o nella comunità internazionale che se salta ha detto tanto ci può essere un'altra pace si illude c'è quella pace il problema è come si pratica e si applica quella
Quella ragazza
Noi abbiamo appuntamenti impegnativi non richiamato uno le elezioni
Ma non è il meno impegnativo dare corso agli accordi sottoscritti a Firenze nella conferenza di medio termine sul disarmo
Non è meno impegnativo
Mettere in essere con maggiore determinazione lo sottolineava Galimberti sono d'accordo i programmi di ricostruzione perché questa il volano diciamo della
Diciamo del radicamento del processo di pace qui c'è una duplice responsabilità io credo vada detta l'abbiamo discusse a sinistra
C'è una responsabilità della comunità internazionale la responsabilità della comunità internazionale che non può
Appunto credere che siccome è stato sottoscritto l'accordo di pace in Bosnia i problemi sono risolti c'è c'è una grande differenza come ricordava Vinti
Giustamente assenta dopo quarantaquattro mesi di guerra ci sono diciotto mesi di pace che è una differenza è la differenza quale che sia ogni valutazione ogni riserva su sui problemi che si sono prodotti in questi diciotto mesi
Tuttavia noi sappiamo che sta se vogliamo che quella pace che in questi diciotto mesi
Ha tenuto sì radici si consolidi abbiamo bisogno di completare di portare in porto tutto ciò che negli accordi di dai tempi previsto e di arrivare da fare effettivamente ad una sistemazione Stabile della regione e quindi c'è una responsabilità e come tenta nazionale che non può credere esaurito il suo ruolo
E l'Italia da questo punto di vista si batterà in ogni sede perché non si consideri esaurito questo ruolo e si faccia fino in fondo ciò che deve essere fatto perché gli accordi di Dayton vengano applicati essi siano a condizioni di stabilità
Poi c'è una responsabilità anche delle parti Bosnia
La pace non è mai un fatto soltanto esogeno
La faccia è prima di tutto un fatto dolce
C'è la pace quando quelli che fanno la guerra si convincono che bisogna smettere poi tutti quelli che stanno intorno possono aiutare a convincerli che bisogna smettere ride
E quindi la prima comunità internazionale nell'arrivare alla con il vento è stato come sappiamo tutti decisiva determinante ma
Non vive soltanto di un sostegno esterno la pace c'è il la necessità di un intreccio fortissimo tra ciò che la comunità internazionale deve fare e noi sosteniamo che va fatto tutto quello che è necessario con grande determinazione quindi mettendoci le risorse anche necessari
E l'Italia tra i Paesi che ce ne ha messo di più questo spesso sottostimato questa è una cosa che spesso non si sa è tra i Paesi che si era messo di più di risorse
Almeno tra i Paesi europei siamo
Al tempo stesso ma richiamata una responsabilità delle Ford di tutte le parti bosniache acché
Anche loro siano si sentano attivamente impegnate a far tutto ciò che è necessario perché quegli accordi venga rispetto per ciò che riguarda la vicenda albanese
Io penso che
Non so noi questo è ovvio ci siamo assunti una responsabilità che era necessario quella di concorrono in prima persona
Ad affrontare la crisi in Albania
Credo anche che
Se si vuole non dico tracciare un bilancio e questo è troppo troppo presto il bilancio lo faremo più avanti vedremo ma quanto meno guardare a quello che è accaduto fin qui io penso che noi possiamo sottolineare dobbiamo sottolineare una serie di risultati positivi che ci sono stati acquisiti
Primo punto nonostante tutte le difficoltà
Mi pare che l'accordo siglato il nove marzo tra le forze politiche albanesi per uno sforzo di coesione
E di azione comune tradotto nel governo di riconciliazione nazionale questo sforzo tiene
E io penso che noi abbiamo interesse a favorire in ogni modo che questo accordo tenta cioè che ci sia uno sforzo solidale tra tutte le forze politiche albanesi perché questa è una condizione essenziale terra
Superare la crisi
E certe sappiamo tutti la difficoltà
Che abbiamo incontrato tuttavia quell'accordo tiene il governo di riconciliazione nazionale quell'accordo sia pure in mezzo a difficoltà ha potuto anche trovare un punto di intesa su come arrivare alle elezioni questo è un punto importante
Secondo punto siamo andati in Albania
Perché si è determinata una crisi del tutto particolare atipiche era perché non c'è stata né una guerra né una guerra civile come sappiamo c'è stata una crisi politico-istituzionale drammatico un collasso interno dello Stato delle sue strutture
No anche un'emergenza alimentare se questo non collasso sì siamo andati persi ci siamo andati e mi pare con un obiettivo fondamentale che quello che abbiamo perseguito e che mi pare
Si stia realizzando cioè
Fare in modo che il governo di riconciliazione nazionale che si era formato fosse in grado di prendere gradualmente in mano il controllo del territorio laschi in mano la situazione del Paese e gradualmente riavvia se la ricostruzione di quelle strutture che erano con l'assalto
Questo è quello che si sta facendo talmente vasto non si fa né in una settimana venti giorni
Però si sta facendo
Con un vastissimo come stessimo piano di programmi sia multilaterali che bilaterali
Di cooperazione cioè naturalmente hanno bisogno per essere implementati produrrà dei risultati però di non essere valutati su un arco temporale di quindici giorni
Perché per esempio l'accordo che è stato in teche intervenuto tra ministero dell'Interno italiani al ministero degli Interni albanese per la ricostruzione della polizia è un impegno importantissimo ma che non può essere valutato a quindici o venti giorni
No
La l'accordo tra il Ministero dalla Pubblica istruzione italiana Berlinguer si è recato visto che ha diversificato giù e il ministero la pubblica istruzione albanese per la ricostruzione di
Del sistema diciamo scolastico a partire da quello dell'obbligo anche qua non si traduce nel non si può valutarlo nel giro di poche settimane
Così come l'accordo fatto tra la ministro Bindi è il corrispondente ministro albanese della sanità cioè c'è uno sforzo grande
C'è un impegno grande sia da parte dell'Unione europea a Lussemburgo si è deciso un miliardo e mezzo di ECU di stanziamenti a sostegno dei processi di riorganizzazione delle strutture civili
Sia dell'OSCE finalizzato in particolare alla preparazione delle lezioni sia sul piano bilaterale che naturalmente produce in particolare l'Italia ma non solo anche altri Paesi stanno attivando programmi bilaterali di cooperazione nei diversi campi
Che sta implementando se io che credo che questo non vada sottovalutato queste perché questo è decisivo
Scusate per il superamento della del non solo dell'emergenza ma della crisi per radicare via via la ricostruzione delle strutture essenziale per far uscire l'Albania da quella condizione in cui era precipitata
In questo quadro a me pare rispondono interrogativo che ha posto
Garimberti a me pare che
L'impianto della presenza italiana sia molto chiara
Noi siamo lì presenti con una struttura incardinata su tre tipi di
Su una diciamo che una presenza su tre strutture
Primo l'ambasciatore ambasciatore Spatafora che naturalmente rappresenta il Paese svolge la funzione di relazione politico-diplomatica che naturalmente particolarmente importante e delicato Secondo
L'ambasciatore dispone e abbiamo istituito una delegazione speciale che è una figura diplomatica particolare
Che sarà guidata dal ministro Surdo che fino ad oggi era il vice direttore degli Affari culturali
Ministero degli Esteri già ambasciatore in Ucraina
E che una delegazione nella quale saranno collocati i funzionari delle diverse amministrazioni dello Stato italiano gli interni le finanze e altri
Per la gestione di tutti i programmi bilaterali di cooperazione che attualmente non può a cui non può attendere l'ambasciatore con la struttura diplomatica normale
Per per una serie di questioni operative di lavoro no in ogni caso è chiaro che questa struttura una struttura che dipende diciamo all'ambasciatore è molto chiaro il generale Angioni cosa fa
Il generale Angioni ha il compito di coordinare dal versante italiano cioè in Italia non in Albania non in blocco
E l'interfaccia di questa struttura che noi abbiamo in Albania al compito di coordinare tutto ciò che dall'Italia in termini sia di pubbliche amministrazioni
E anche di altri soggetti che non sono immediatamente le pubbliche amministrazioni statali viene me ma che
Come dire hanno qualche correlazione con la iniziativa che Los il Governo le aste pubbliche amministrazioni mettono in campo che viene messo in campo organizzato in funzione della della del programma di ricostruzione mi pare irragionevole
Può non essere autorevole a me pare di sì
No non è superfluo perché quelli che stanno in Albania bisogna avere un'interfaccia con cui ogni giorno ragionare hanno bisogno di avere un'interfaccia con cui ogni giorno verificare la gestione di quei programmi hanno bisogno c'è bisogno di avere un punto di direzione di coordinamento qui che diriga unifichi ricordi tutto quello che si organizza
E naturalmente lo abbiamo bisogno di averlo in Albania mi pare mi pare assolutamente normale dopodiché questa è la ho messo
Alle valutazioni politiche io non pretendo però non mi si dica che non è chiaro è chiaro ognuno può dire non mi piace io lo farà in modo diverso
Anzi che presto tu ne metterà i due ne metterà gli otto e tutto opinabile in questo campo però non si dica che non è chi ha sufficientemente definito che cosa fa ciascuno non è che per il Carroccio è una struttura di palazzo Chigi no questo non mi pare proprio che sia questo il problema
Non mi pare che sia proprio questo il problema per quello che riguarda la Farnesina non c'è proprio questo tipo di problema Farnesina ha condiviso e condivide tutte le scelte che si sono fatte
Stiamo lavorando insieme al Ministero della Difesa in particolare che è quello più impegnato in modo assolutamente eccellente così come con tutte le altre amministrazioni non credo proprio che ci sia
Ci sia per parte nostra questo problema
Naturalmente naturalmente
E finisco
La presenza in Albania e questo è un punto che forse barese in modo più chiaro esplicito
La presenza in Albania è una presenza che non si esaurirà con la gestione questo l'ha richiamato Venturini o sono totalmente d'accordo non si esaurirà soltanto con la gestione dell'emergenza in media
L'emergenza immediata eh arrivare alle azioni e cercare di far svolgere nel modo più
Diciamo in un clima più trasparente e regolare chiaro possibile siamo impegnati tutti in questo in questo Obiettivo
Non solo l'OSCE ma anche come dire l'OSCE ha dato delle indicazioni su come la Forza multinazionale di protezione può concorrere a questo tutti i Paesi stanno lavorando per questo ma è chiaro che le la vicenda albanese va al di là dell'emergenza in media
La questione albanese è una questione che impegnerà il Paese non dal punto di vista militare ma dal punto di vista politico del sostegno economico per un arco temporale medio-lungo questo lo dobbiamo sapere e mi pare che dobbiamo averne consapevolezza per mettere in campo e le scelte in termini di risorse finanziarie
In termini di strumenti operativi
E gli obiettivi necessari per realizzare questo questo impegno infine finisco su un'ultima questione
Degli allargamenti discuteremo nella tavola rotonda successiva sono previsti degli interventi del generale Gianni di Marta Dassù che appositamente affronteranno il problema e architettura di sicurezza allargamenti che io non voglio adesso anticipare questioni che sentiremo da persone
Più competenti di me
Dico questo mi pare che Silvestri abbia posto una questione molto molto delicata e e che dobbiamo avere presenti non ha risposto ma certo la questione c'è
E cioè
Non c'è dubbio
Che una certa difficoltà
Che le istituzioni multilaterali
Difficoltà Silvestri diceva anche ritrosie annuncio difficoltà comunque una certa difficoltà che le istituzioni multilaterali hanno avuto da fa a intervenire tempestivamente o ad assumersi tutte le responsabilità tempestivamente
Laddove ci sono punti di crisi
Apre dei problemi più delicati per i Paesi che sono più direttamente contigui come l'Italia e che quindi sono paesi di frontiera di una nuova frontiera no come come diceva Silvestri io perché sono d'accordo è questo ma ed è proprio per questo a maggior ragione per questo che noi
Avvertiamo l'esigenza di non inseguire l'emergenza soltanto ma di avere una strategia di avere una strategia che sappia che
Emergenza di quel tipo in quelle situazioni possono prodursi ma noi abbiamo come dire ci diamo una strumentazione che sia capace o no di evitarle perché l'emergenza non dipendono da noi ma
Come dire di essere capace di affrontarlo e quindi da questo punto di vista a maggior ragione l'avere un impianto strategico chiaro
In sede bilaterale in sede multilaterale è una cosa assolutamente essenziale proprio perché l'emergenza si possono gestire efficacemente in quanto si abbia una strategia entro cui collocare la gestione immediata dell'emergenza
Naturalmente questo però ci deve portare a maggior ragione ad avere un'azione che l'Italia cerca di avere molto incalzante nelle sedi multilaterali cioè non va in qualche modo concessa questa difficoltà
Questa è la ragione per cui noi continuiamo a batterci perché sul capitolo della sul secondo pilastro sul capitolo la politica estera e di sicurezza comune la Conferenza intergovernativa produca delle decisioni
Sapete che è uno dei temi su cui l'Italia ha avanzato proposte formali in sede civile
Alcune delle quali accolte continuiamo essi insistere per esempio su uno dei punti che fino adesso non è stato ancora risolto che rispetto a discussione nostra importantissimo il processo di progressiva fusione della UE
Nell'Unione europea in modo tale che non soltanto la dalla Unione europea sia in grado di darsi una strategia di sicurezza ma cominci anche a pensare come agisce in termini di difesa
No
Comune
Io colgo quella sollecitazione per ricordare che questo è un preciso
Terreno di impegno della diplomazia italiana e l'impegno della azione politica l'altro punto la posto Venturini
E ha detto e ha posto un problema grosso riassumo per sette su capitoli socio perché più capito bene dice
Una certa strategia dell'allargamento indica anche il rischio forse questo l'interrogativo di una tendenza americana stare fuori no a defilarsi
Io non so se sia così
Sarei più problematico su questo perché penso per esempio al fatto che gli americani sono attentissimi a quanto accade nei Balcani non solo in termini di attenzione politica ma anche di azioni d'intervento non ricordi a ricordiamoci l'attenzione che gli americani hanno sempre posto
Attorno al grande al tema e strategico in effetti della stabilità della Macedonia
Che credo sia il primo Paese in cui furono mandati caschi blu prima ancora che il vostro involucro
Voglio ricordare la South East cooperative unisce atteso nobili si attiva la Secci
Che è una Secci che un'iniziativa di cooperazione soprattutto sul terreno economico dei Balcani partirà ai Balcani meridionali che ha come motore in pur sempre in primo luogo gli americani era in questi giorni l'ambasciatore Shift via Roma che diciamo sì
Dedicata a questo a questo a questo tema
Quindi io sarei più attento c'è una certa strategia di allargamento della NATO e certe opzioni al di là se poi si condividono
Non ti pare che possano tradursi immediatamente in un come dire distanziamento probabilmente la strategia americana anzi il padre sappiamo tutti come al fianco sud
Gli americani hanno indicato giustamente sempre un enorme iniziativa probabilmente c'è una tastiera che gli strumenti più articolata con cui pensano di agire di intervenire e credo che questo noi dobbiamo tenere conto per esempio noi lo abbiamo detto più volte
L'iniziativa se c'è un'iniziativa che Alitalia interessa
E noi vogliamo essere coinvolti nell'iniziativa Secci
Riteniamo che si debbano stabilire rapporti di cooperazione tra i vincesse cifra Incecco Consiglio di cooperazione del Mar Nero SC
E costruire diciamo una sinergia tra l'istituzione di cooperazione regionale di vario titolo di vario formato che interagiscono intervengono
Sui Balcani ecco questo per stare alle questioni io ringrazio chiedo scusa ma diciamo le domande erano tutte state poste in modo chiaro cercato naturalmente nei limiti in cui
Sono capace di dare delle risposte e adesso forse una breve pausa ma ricordo che dopo abbiamo temi non meno rilevanti discutere grazie
Grazie allora interroghiamo se ci sono delle richieste di intervento alla discussione spero che ci sia il tempo dopo il prossimo pannelli e cominciamo puntualissimi fra otto minuti a mezzogiorno preciso las
Capisco
Sì
Non viene chiamato
Viale
Non so
Sì se potete fare accomodare allora chi ancora è nell'ingresso grazie li possiamo cominciare
Ferraretto
Siamo in più sedi preziose bene noi abbiamo pensato questa seconda parte
Più propriamente sui temi diciamo sui dossier i cooperazione
Io la introduco brevemente nel senso che io ho fatto un testo scritto che è in distribuzione non vi infliggono lettura di un testo scritto già inflitto molto molte delle mie considerazioni e invece brevemente introdurrò diciamo quelli che sono i principali temi su cui abbiamo chiesto a una serie di
Esperti operatori che io ringrazio in particolare il professor Caccamo che docente di Storia dell'Europa orientale alla facoltà di Scienze politiche alla Sapienza di Roma alla dottoressa Marta Dassù nel della direttrice del CESPI
Al dottor Favaretto che il direttore del liste di Trieste
Saette avvocato ecco che tutti conoscete il vicedirettore dello Iaia a Carlo Zante presidente
Casi e al dottor Gardi della Confindustria
Abbiamo chiesto a loro diciamo di Venezia
Portare un contributi specifici su una serie di dossier e temi in cooperazione io introdurrò Breva me brevemente per poi diciamo da offrendo diciamo un po'una
Ma la trama di questioni che
Rende esplicito su questi dossier come
Noi ci vogliamo muovere cioè come come si traduce la strategia che stamattina illustrato al presidente Dini e che in parte per ciò che riguarda i Balcani sul terreno politico abbiamo testé discusso come si traduce più specificatamente su i dossier
Naturalmente
Quando
Quando si parla di
Quando si costruisce una strategia e si vuole realizzare una strategia una strategia non può che essere pluri dimensionale
E la pluri dimensionali età significa appunto
Che
La nostra azione vuole muoversi in tutte le direzioni nella dimensione politica
Né la dimensione economica nella dimensione sociale che non è meno importante nella dimensione culturale
Che è per un Paese come l'Italia per ovvie ragioni particolarmente strategico
Per ciò che riguarda la dimensione politica io non aggiungo molto a quanto già al presidente
Ha detto nella sua relazione e che hanno richiamato perché è stato richiamato nel corso del dibattito su cui anche ho fatto qualche considerazione prima ricordo in particolare che
Diciamo sul volée politico gli obiettivi che noi ci proponiamo proprio per richiamarne per titolo è una strategia che punta favorire la più ampia integrazione dei Paesi dell'Europa centrale e sudorientale nelle istituzioni multilaterali a partire dalle istituzioni euro atlantiche
Questo processo di integrazione
Non deve produrre però secondo noi
Fratture conflitti e quindi deve essere una strategia di integrazione che tende a evitare che possano prodursi nel concreto processo di integrazione sentimenti di esclusioni o condizioni di marginalità
E da questo tipo di considerazione politica che noi ricaviamo le indicazioni su come procedere l'allargamento dell'Unione europea e della NATO per ciò che riguarda l'unione europea come ha detto il presidente presidente di
Noi pensiamo che
La cosa più opportuna sia che le strategie il i negoziati di adesione partano simultaneamente con tutti i Paesi candidati che non significa
Che poi tutti entreranno nell'Unione europea insieme ma cosa diversa è una gradualità di ingressi da invece una differenziazione di avvio perché una differenziazione di avvio rischia di assumere un significato politico penalizzante e marginalizzate
Tanto il fatto che tutti si parte insieme a quel valore di coesione ritenuta di Paesi che però poi avendo stati differenze di convergenza sulla chi comunitario entreranno in nel nel processo
Comunità con tempi differenziati
Per ciò che riguarda la NATO invece sappiamo tutti che il processo di allargamento NATO si realizza per tappe sin dal suo avvio
La posizione italiana e non solo quelle italiane nota per le ragioni che ho illustrato prima
Noi pensiamo che l'allargamento debba essere proprio per garantire quelle finalità di stabilizzazione e di nuova architettura di sicurezza cui vuole concorre debba essere un allargamento bilanciato tra nord e sud
Dell'area e debba coinvolgere o non soltanto Polonia Repubblica Ceca Ungheria che come sapete l'Italia ha sempre sostenuto ma anche la Slovenia e la Romania per le ragioni che il ministro ha illustrato stamattina in modo preciso peraltro
Alcol considerazioni analoghe sono anche contenute nello relazione scritta potete vedere
In questo quadro di
Questa strategia di allargamento multilaterale noi che deve essere caratterizzato da una tenuta da una forte capacità di coesiva noi affidiamo come stamattina al ministro ha detto
Un'importanza strategica essenziale alle istituzioni di cooperazione regionale e segnatamente all'indice che oggi come la i suoi sedici membri la più vasta istituzione di cooperazione regionale che tiene insieme
Paesi che entreranno in Paesi che non entreranno Paesi che andranno prima Paesi che entreranno dopo la cui funzione può proprio essere quella funzione di tenuta e di coesione che può concorrere imitare fratture e
Sentimenti di marginalità
E qui mi fermo e poi vada su fare Gianni e altri intervenendo sulle questioni potranno su questi temi scritto
Dedico invece maggiore qualche minuto in più agli altri vuole
Cooperazione economica
Dimensione economica
De Rita al presidente
Perché nel ha descritto bene ritornò molto immaginifico una bella metafora
Il rapporto che si è ritenuto definendo tra in questi anni di transizione all'economia di mercato tra Europa centrale e sudorientale in questo caso anche orientale vale anche per la Russia questo ragionamento e Europa occidentale e ha parlato di effetto spugna
Cioè l'Europa centrale e sud-orientale orientale è una grande spugna che ha proprio perché in una fase di transizione ha una grandissima domanda assorbe una assorbe e assorbe tutto quanto gli si dà
Non assorbe soltanto ogni assorbimento è anche poi fattore di implementazione di attività non vorrei essere equivocato
Ma dei capannoni effetto spugna voleva sottolineare le enormi potenzialità che si aprono la le enormi
Opportunità e d'altra parte sono testimoniate dai tassi di crescita se voi guardate i tassi di crescita di questi ultimi anni di paesi come la Polonia o la Slovenia con la Slovacchia o altri Rozzano tassi di crescita
Altissimo e ho è un'altra cosa
Cose più stabilizzata che ha una capacità di assorbimento molto
Ora il problema è come ci si mette in rete in sintonia con questa capacità di assorbimento quali sono allora i punti
Prioritari quali sono stante che quell'economia assorbono tutto ma quali sono le priorità che devono essere soddisfatte su che cosa noi caratterizziamo un'azione di relazioni
Un primo punto fondamentale sono le grandi infrastrutture
A partire dalle grandi infrastrutture di comunicazione le reti sapete come l'Italia in particolare
Ha investito in investe in termini di come dire scelta politica e quindi con tutte le conseguenze anche poi operative
Sul Corridoio numero cinque il corridoio numero otto ad esempio come due grandi assi che non sono solo due autostrade due ferrovie sono due grandi assi infrastrutturali sviluppo l'uno il Corridoio numero cinque che diciamo collega l'Italia del nord gli arriva già allora direttrice paneuropea che parte da dispone da parecchi durante e arriva fino a Milano Venezia Trieste per conto continua su Lubiana Budapest chi Russia e la direttrice numero otto Brindisi Durazzo scoprire Barna che si congiunge con la grande direttrice trans caspita Transcaucasica che partendo dal Battista al Mar Caspio Mar Nero che si conduce
Qui ci sono due grandi assi di sviluppo di natura infrastrutturale che significa strade significa ferrovie significa assiste non logici significa implementazione di strutture produttive sono due grandi assi diciamo di sviluppo economico qui primo grande tema il tema delle infrastrutture degli assi infrastrutturali come assi diciamo di supporto di un processo di modernizzazione e di sviluppo
Secondo i settori strategici di base
Dalle telecomunicazioni ai sistemi energetici
Chiamare chiamarle due che sono fondamentali per lo sviluppo di qualsiasi Paese in tutti questi Paesi c'è il problema di ricostruire per un verso questi sistemi o e la seconda di valorizzare la quantità enorme di risorse che intorno a questi sistemi si organizzato pensiamo soltanto alla risorsa petrolifera e come una quota significativa di Paesi dell'Europa centrale e orientale
è possessore o di petrolio e di gas naturale in misura cospicua è che diciamo si apre un problema enorme di utilizzo di queste risorse loro distribuzioni
Loro mercato
Terzo tema le norme tema della distribuzione commerciale per Paesi che come dire non avevano dentro la logica dell'economia di piano la distribuzione commerciale fondata sul principio della domanda e dell'offerta
E che soltanto adesso cominciano ad avere una distribuzione commerciale hanno bisogno istruzione commerciale nel momento in cui diventano economie come dire in cui i consumi
Sono consumi rilevanti e questo problema sottolineo si pone oggi assai di più di quanto si ponesse nell'ottantanove novanta o nel novantuno perché la prima fase della transizione è stata una fase di transizione più difficile a bassi tassi di crescita con come dire capacità di spesa di redditi
Medio-bassa mano a mano che la transizione si completa quegli altri Stasi di crescere tanto è una capacità di spesa
Rilevante e quindi è questa la fase dell'espansione dei consumi assai di più che la prima fase della transizione quindi il grande nodo della rete commerciale che poteva apparire come dire
Poco redditivo addirittura come dire un po'velleitario all'inizio la transazione oggi è il grande problema in tutti uno dei grandi problemi di sviluppo economico di questi tre si può
Il tema della piccola e media impresa anche questo tema particolarmente rilevante per Paesi che nell'economia di piano erano incardinati essenzialmente su impianti industriali di grandi dimensioni
E sottolineo che su questo tema no Vittorio di questo genere non ho bisogno di dare la spiegazione un paese come l'Italia caratterizzato da un sistema produttivo particolarmente flessibile particolarmente strutturato sulla media e piccola impresa lo scultore Turner assolutamente
Il sistema finanziario
Non meno rilevante
Sistema finanziario nelle sue molte versioni sistema finanziario come sistema capace di far affluire le risorse necessarie Investimenti
A capire che agli investimenti appunto infrastrutturali sugli settori strategici sistema finanziario come sistema creditizio da costruire da implementare registro
Con qualche naturalmente come qualche preoccupazione che forse è questo il punto della presenza economica italiana più debole su cui non abbiamo bisogno di produrre un maggiorenne queste do ad altri
Settore assicurativo
Sappiamo tutti come in questi anni settore assicurativo è diventato un punto focale fondamentale dei meccanismi finanziari
Quindi diciamo tutto una tutto questo sistema che richiede una presenza forte che si faccia stare su questi mercati sistema finanziario tanto più essenziale in una fase in cui a differenza della prima fase della transizione alti tassi di crescita comincio a determinare anche un accumulo di risparmio significativo
Significativo visto gli ultimi indici sul tasso di risparmio in paesi come la Polonia Repubblica Ceca e badate sono consistenti si aprono un problema che il sistema bancario europeo
Tutto questo si intreccia ciascuno di questi temi si intreccia con il grande tema delle privatizzazioni che riguarda molti di questi settori dell'economia di piano che nel alle privatizzazioni si affidano un duplice obiettivo l'obiettivo di modernizzare il sistema e al tempo stesso l'Obiettivo di introitare flussi finanziari risorse finanziarie processi di crescita
Quindi mi pare che tutto questo vuole è un enorme gigantesco opportunità
Alcuni queste questioni vista fa tutta una serie di studi di grande interesse e credo che noi dobbiamo avere presente
Questa dimensione attualmente affrontare questa tematica significa mettersi però nella condizioni di avere gli strumenti adeguati
Stamattina il presidente ha fatto riferimento a una serie di strumenti
A come noi abbiamo bisogno di una Saxo che diciamo sviluppi fortemente un ruolo propulsivo dal punto di vista assicurativo condizione essenziale per gli investimenti soprattutto per le piccole e medie imprese sia per gli investimenti sia per la politica di privatizzazione
Abbiamo bisogno di Erri una ridislocazione delle risorse delle forze dell'ICE in un'area rispetto alle quali una dislocazione precedente rischia di essere inadeguata
C'è il problema di utilizzare bene finalizzate maggiormente strutture che sono state costituite negli ultimi anni la strada fatto riferimento il presidente la Simest Finest Informest
è stato giustamente forse il dottor Galli anzi sicuramente se ne parlerà un'esperienza interessante degli schemi finanziaria di finanziarie riproduttivi sta Ovest realizzati sulla base di una cooperazione per la direzione degli affari economici del nostro ministero la Confindustria Lizzie
Che è un'esperienza positiva che va fortemente radicate distesa l'ipotesi di aprirvi come dire lavorare ad una rete d'Italia Centers che siano dei fondi
Come dire dei porti di approdo delle imprese per favorire l'accesso sui mercati e avanti di questo genere cioè si tratta di costruire una strumentazione che sia adeguata non sempre lo è mentre tutta questa strumentazione si è messa in questi anni movimento oggi non siamo presenti con tutti questi strumenti sui mercati non c'è dubbio che c'è il problema di un rafforzamento così come ha chiamato il presidente stamattina c'è l'esigenza di un rafforzamento del quadro normativo e legislativo da la necessità di un utilizzo maggiore della duecentododici intanto il peso maggiore da duecentododici anche da parte lo dico tipici sono rappresentanti di ambasciate dei Paesi che il suo utilizzatori mi rivolgo alloro noi vogliamo utilizzare questa legge qualche volta ci troviamo di fronte a difficoltà che non sempre gli utilizzatori la utilizzano diciamo in tutte le sue potenzialità e poi noi vogliamo diciamo anche andare ad una ridefinizione delle finalità e della strumentazione per renderlo renderla maggiormente efficace ma c'è il problema della legge trecentodiciassette a sostegno dell'esportazione della piccola impresa la legge diciannove sul transfrontalieri la cooperazione transfrontaliera la legge numero cento sulla
Il sostegno alla formazione delle joint ventures o la faccio lunga c'è tutto questo capitolo di risorse che va ridefinito stamattina al ministro è stato chiaro fare politica significa anche avere più risorse io dico sempre la politica estera secondo un adagio che non so se sia giusto o sbagliato si dice si fa con i soldi o quei soldati non si fa con i santi aggiungo io quindi l'abbiam bisogno di avere più risorse ragione tale da essere in grado di utilizzare la strumentazione naturalmente nelle risorse c'è ne ha parlato richiamando anche un suo ruolo quando era preminentemente banchiere
Prima che politico come noi utilizziamo meglio le risorse finanziarie internazionali
Bene sei Banca Mondiale scartati se tutte queste cose qui
Di come siamo in grado di determinare una maggiore finalizzazione di queste risorse e come questi progetti per esempio penso al corridoio numero cinque corridori numero otto penso a un altro grande progetto attorno cui vogliamo lavorare che la riorganizzazione del sistema portuale nell'Alto Adriatico per riorientare i flussi di traffico di merci
Che oggi vanno a Rotterdam ad Amburgo supporti che sono a cinquecento seicento mila chilometri quando Rotella un buco sono due mila ma che non vanno su questi porti perché i porti sono non attrezzati le tariffe sono più Camarda Sedico quindi il problema di come si costruisce un sistema di porti Trieste Capodistria Pola integrato che sia capace di essere competitivo è un'altra grande questione tutto questo richiede cospicue risorse finanziarie che naturalmente pongono un problema non solo di risorse pubbliche e private italiane ma anche di risorse di capitali
Secondo faccio più in fretta secondo grande terzo grande vuole politico economico terzo gradevole
A cui spesso non si dedica la attenzioni dovute che invece importantissimo è il volere del Democratic introduce un vede questi Paesi in coalizione hanno bisogno di essere costruiti nelle loro strutture democratiche statali penso a come si costruisce un quadro normativo e giuridico adeguato
Penso alla formazione del manager ma l'ha già nel Statale manager diplomatico manager antieconomico
Penso alle norme tema dell'informazione che è un grande tema della democrazia
Come beh la ragazza a Belgrado io sono andato una volta mi ha detto quel problema informazione norme adesso scriviamo tutto quello che dice l'opposizione come prima spiegavo tutto quello che diceva il governo non è ancora il pluralismo giusto
Tonalismo informativo più complicato come si costruisce una politica della di formazione a sostegno di un sistema pluralistico dell'informazione il problema dello stato sociale nessuna nostalgia del vecchio Stato assistenziale
Chiarificatore di prima ma sappiamo come contraddizioni sociali acute si sono prodotte in alcuni Paesi dell'Est con una transizione al mercato che talora è stata selvaggia come si costruisce lo Stato sociale efficiente l'enorme problema delle minoranze il problema della libera circolazione non solo delle merci ma prima luogo delle persone non la faccio lunga ma tutto questo tema dell'istituzione democratica quindi è enorme ed è un altro tema di cooperazione gigantesco su cui noi credo possiamo lavorare già stiamo lavorando vince a un programma di formazione dei diplomatici di questi Paesi faccio il ministro ha citato l'esperienza del forma odio visivo di che ci sarà a Gorizia tra qualche settimana tante altre cose che diciamo configura quarta dimensione solo per ordine cronologico personalmente sono portato a pensare che a un valore enorme per un Paese come l'Italia
La dimensione culturale
Se c'è un Paese per cui la cultura una gigantesca risorsa di politica estera che spedita
E io penso che noi qui
Dobbiamo vincere come dire proprio una battaglia culturale c'è un problema di approccio da parte della classe dirigente del Paese considera la cultura non solo come qualcosa come dire
Che appartiene alla parte ludica della vita alla cultura una grande risorsa economica una grande risorsa di relazioni una grande risorsa
Di attività
Noi siamo nell'Est europeo di fronte a una domanda per esempio di apprendimento della lingua italiana enorme superiore ogni nostra capacità di risposta attuale e non solo in Moldavia Romania che son Paesi di lingua latina ma in altri Paesi
Penso la condizione assolutamente inadeguata non certo per colpa dei dei nostri diplomatici in cui sono gli istituti di cultura
Penso al fatto che sono nati paesi nei quali nuovi non siamo ancora riusciti a previsto di cultura anche per vicedirettore sanguini una delle priorità su cui vogliamo lavorare speriamo entro quest'anno aprire Bratislava Lubiana no ma ce ne sono altri
Penso alla cooperazione universitaria in un in un mercato che è sempre più integrato la cooperazione l'Assitalia cooperazione tecnico-scientifica diventa decisiva essenziali tutto questo vuole comune essenziale a cui c'è una scelta dal dedicare intanto molte più risorse perché se si vuole fare una politica in questo campo ci vogliono anche più soldi di quanti oggi ne ne destiniamo all'attività culturale in politica estera più soldi al e più risorse umane in ragione tale che diciamo il valore culturale diventi ripeto un Bolle un solo di relazioni umane cosa che di per sé significativa importante naturalmente ma una gigantesca opportunità economica gigantesco
Io ho finito diciamo queste sono i fratelli sostanzialmente
Che noi che noi che delineano la nostra la nostra strategia
Tutto questo richiamato rispondendo prima Caputo
Presuppone e richiede una scelta che è quella che cerchiamo di fare attualmente non è semplice e la scelta di mettere in campo una logica sistemica e l'ultimo che esattamente spesso il tallone d'Achille dell'Italia l'Italia sta su i mercati internazionali si sta nelle società di molti Paesi ci sta in termini economici politici culturali ci sta più per la capacità di intrapresa dei singoli che per la capacità sistemica che produce il salto abbiamo l'ambizione per la politica estera di voler con non fare concorre a fare è appunto questo come diamo al nostro Paese una capacità sistemica maggio
Io ho finito di ringrazio molto per l'attenzione che mi avete dedica cominciamo allora nostri interventi non abbiamo chiesto al professor Caccamo
Un biglietto cosa è successo
Il segretario dell'ambasciata del Kazakistan
Ha lasciato l'altro in mezzo alla strada bloccando il traffico non vorremmo mai
Non vorremmo mai che questa scoraggiarsi è i rapporti con un Paese ci sono stato recentemente con cui abbiamo siamo in una fase di crescita del relazione grazie allora abbiamo chiesto al professor Caccamo e ordinario di Storia della dell'Europa orientale alla sapienza di delineare Azzi sia pure nel pochi minuti e mi scuso con lui che gli abbiamo concesso lo storico non può mai riassumere in pochi minuti la storia di questo è ovvio
Gli abbiamo chiesto di delinearsi anche un minimo profilo di natura storica perché le relazioni che l'Italia con quest'area non sono relazioni che datano soltanto dall'esistenza di questo governo ovviamente ma data diciamo da lungo per i riavere anche sia pure
In pochi minuti un quadro
è un profilo di relazioni storiche può essere più utile per capire come come importante tutto il resto che vogliamo fare grazie
Io farò uno sforzo di sintesi veramente enorme mi sottopongo quindi a questo impegno in pochi minuti di tracciare alcune
Alcune linee essenziali è chiaro che l'esigenza di riandare al passato e di individuare alcune costanti nella storia della politica estera italiana delle relazioni con i paesi di questa area di questa di questo spazio che si apre a Oriente dei confini italiani è è chiaro che questo questo
Sforzo dopo può essere sintetizzato solo con con estremo sacrificio
Comunque io individuerei due atteggiamenti fondamentali dell'Italia nei confronti di questi Paesi a partire dalla prima guerra mondiale quando appunto sorsero alcuni Stati nazionali nuovi Stati nazionali in Europa o come sarebbe meglio dire quando sorsero alcuni Stati sedicenti nazionali banchettare tali non erano
Come Stati successori dei grandi imperi cioè dell'Austria Ungheria che si andava dissolvendo dell'impero germanico
A partire quindi dal periodo dagli anni della prima guerra mondiale l'Italia è costretta a prendere un atteggiamento a questo atteggiamento è duplice possiamo stabilire possiamo individuare una una orientamento una direttiva di simpatia nei confronti dei nuovi Stati nazionali
In nome del principio di autodeterminazione del principio cioè di nazionalità De Pasquale Stanislao Mancini tanto per capire
Del principio di nazionalità connaturato al nostro spesso Risorgimento nazionale e questo atteggiamento sì
Realizzò deve in primo luogo sul piano dell'opinione pubblica del giornalismo della pubblicistica politica
Va ricordato un reportage molto interessante di Concetto Pettinato lucido realistico sulla Polonia mille novecentoquattordici quando ancora l'Italia non era entrata in guerra
Ma che rientrava in una pubblicistica che aiutava l'Italia a compiere una decisione va ricordato il saggio di Giani Stuparich sulla nazione
Ceca che è rappresentativo di un indirizzo politico quella dell'interventismo democratico e questo orientamento troppo il il vertice nel
Nel congresso di Roma delle nazionalità oppresse dall'Austria come a tutti noto quando furono presi importanti impegni ma bisogna sottolineare che molto spesso si cade i non volgare equivoco si ritiene cioè che al congresso di Roma sia stata siamo stati presi degli impegni formali di carattere come fosse un trattato un patto in realtà il congresso di Roma fu semplicemente un incontro tra personalità rappresentative del giornalismo della politica anche della politica
Natura e anche del governo naturalmente ma non più che tanto
E in effetti
Il governo italiano di Orlando sondino continuò invece nonostante il congresso di Roma su una linea di rivendicazione di interessi nazionali intesi nel senso più stretto della parola tanto è vero che questo programma poi piatte alla verifica della conferenza di Parigi
Nel mille novecentodiciannove come tutti sanno e ne nacque invece il mito della vittoria mutilata che ebbe un'importanza profonda sulla politica italiana anche negli anni successivi
Ed è inutile che io ricordi con precisione che cosa avvenne poi in Italia negli anni Venti
Ora
In realtà quindi questi due principi un atteggiamento simpatetica diciamo così
E un atteggiamento invece il Real politica si intrecciano in continuazione nella politica italiana prendiamo per esempio il caso dei nostri rapporti con Jugoslavia la diplomazia italiana tradizionalmente si è lasciata avverte fin dall'inizio fin dal mille novecentodiciannove due linee
Due dice una era quella di giocare la carta del separatismo provato in funzione anti Jugoslavia
Io che ho sulla o per la dissoluzione della Jugoslavia non si può fare a meno ricordarla perché esiste nella realtà della nostra esperienza storica
Ed era una linea che trovava qualche rispondenze anche sul territorio dello Stato jugoslavo perché il leader contadino Radice quello che poi fu assassinato nella Skupski Ina
E leader contadino avrebbe cercato ripetutamente un contratto
Nel mille novecento fin dal mille novecentodiciannove poi negli anni studenti anche con il governo italiano anche si limitò attenere incauto queste
Queste aspettative trovate senza mai impegnarsi definiti decisamente definitivamente
In una loro accettazione
Del resto la diplomazia italiana si mantenne anche negli anni Trenta aperta la strada di un'intesa
Con la Jugoslavia tanto è vero che sia rivolto un patto voi ad un accordo all'epoca di estatica di non riesce a zero in funzione questa volta del contenimento dell'espansione tedesca
Quindi me un periodo di rapporti collaborativi fra Italia e Jugoslavia si stabilì paradossalmente solo nel periodo della guerra fredda
Proprio quando il mondo e racconti era era diviso in blocchi ideologici e militari contrapposti da una parte il campo socialista
Diceva la dichiarazione cubana e dall'altra invece il campo il il il mondo libero è proprio in questo periodo al Jugoslavia fu percepita scusate la crudezza del termine che ricorda
Della diplomazia del Settecento fu concepita in uno Stato cuscinetto cioè come un'area
Di mediazione
Fra i due canti in quel momento la Jugoslavia si definiva come un paese socialista che non appartiene al campo
Quindi Piero si intende il campo socialista quindi teorizzando una posizione di perfetta e qui distanza fra i due campi la posizione appunto del non allineamento
E in quel momento e quindi forse c'è proprio l'esistenza di una Jugoslavia che evitava all'Italia di trovarsi in prima fila sul fronte appunto sulla linea diciamo di confine fra i due blocchi
Militari tanto è vero che in definitiva nonostante l'esistenza di un contenzioso grave in definitiva fu proprio in quel periodo che essi ebbe il Trattato di Londra del mille novecentocinquantaquattro che dava una sistemazione al Territorio libero di Trieste sia pure provvisoria e poi il trattato di Osimo di cui tanto si è parlato e si continua a parlare del mille novecentosettantacinque
Poco brillante invece è stato l'ultimo periodo
Per i rapporti Italo jugoslavi con le vistose oscillazioni del ministro De Michelis incerta tra l'orientamento filo jugoslavo dei Franco britannici scusate sito semplifica ma la colpa
Il tempo che ristretto incerto De Michelis dall'orientamento filo jugoslavo infranto britannici e l'impostazione del filosofo Tenna e filo trovate di Hans Dietrich penso io
Passiamo adesso come se nulla fosse ai rapporti tra Italia e Albania in questo caso nel caso cioè dell'Albania i nostri rapporti sono particolarmente intimi
Grazie alla presenza di comunità albanesi come tutti sappiamo nell'Italia meridionale
Ma queste comunità albanesi non sono semplicemente alcune isole linguistiche
Sono venti più sono uno dei fattori essenziali del Risorgimento culturale politico albanese
Esiste un pensiero politico degli albanesi d'Italia
Che ha una certa rilevanza sia per l'Albania e anche per l'Italia e vediamo nei suoi molteplici aspetti sempre con grande brevità quali sono i termini essenziali di questo pensiero politico albanese
Che troviamo
Antologizzati in un vecchio libro del mille novecentoquattro di Anselmo l'orecchio uno di questi imminenti albanesi Italia e ci sono alcuni in termini alcuni punti di alcuni articoli di questo pensiero politico che sono perfettamente accettabili altri che sono anche insiti accettabili ma rischiosissimi
Anzitutto la coscienza di una identità albanese poggia su due cardini estremamente chiari continuamente ripetuti l'orgoglio della antichità
Lo della popolo albanese la nazionalità albanese è una nazionalità originaria dei Balcani
La più antica dei Balcani quindi si rivendica urna continuità fin dai tempi preistorici addirittura ci troviamo di fronte a un insieme di romanticismo politico ma anche di atteggiamenti egocentrici e per questo parlavo di un rischio
Orgoglio dunque di un'antichità appellarsi che era il mito di una continuità della stirpe ma poi l'antagonismo sempre ripetuto con grande lucidità direi
L'antagonismo condivise la e quant'i greci noi non siamo a metterci nessuna questo è il concetto della nazionalità albanese con tutte le sue conseguenze
Prima delle quali il concetto della Grande Albania voglio dire
Avere dei rapporti con l'Albania e cosa meritoria dal punto di vista umanitario e dal punto di vista anche della legalità diciamo così internazionale ma comporta stare in Albania comporta
Se non dei rischi l'assunzione di notevoli responsabilità l'Albania e la chiave dei problemi balcanici gli albanesi sconfinano in prime nel Montenegro in Serbia in Macedonia e lo stesso rapporto con i greci è tutt'altro che chiarito perché ancora pochi anni fa il problema della dei rapporti con la Grecia e anche all'interno il problema dei rapporti con la Chiesa ortodossa greca era più che mai vivo
è vero
Quindi quando si giudica del periodo differisce dai delle sue prese di posizione non bisogna ignorare questo aspetto fondamentale la scelta islamica di Berisha
Che indubbiamente l'opposto in una posizione particolare non del tutto comodo i del del cosiddetto Occidente
E un altro il punto è un altro articolo
Del del di questa coscienza di una identità albanese la rivendicazione dell'Adriatico come mare il nostro mare nostro di noi albanesi e Dinoi italiani
Ora io non voglio fare mie tutte queste affermazioni del razionalismo albanese al sullo scorso tra il secolo scorso ed il nostro fra l'Ottocento e il Novecento ma certo quell'idea della Grande Albania è difficile dire che non sia connaturata alla coscienza nazionale albanese io concludo adesso anche dietro l'altro affettuosa sollecitazione che disse va fatta per iscritto concludo tornando al ruolo dell'Italia
E tornando al consenta di interesse nazionale oggi è chiaro che l'interesse nazionale non può essere concepito oggi come era concepito ieri si sbaglierebbe pensando che dopo la frattura del mille novecentottantanove novantuno e dopo la dissoluzione del blocco sovietico e la scomparsa dell'Unione Sovietica
Il mondo sia tornato pari pari alla condizione degli anni Trenta
Quindi necessario che il concetto di interesse nazionale sia confortato dal consenso di potenze alleate ed amiche sia legittimato dall'autorità di organizzazioni internazionale
E è chiaro che impegni gravosi come sono quelli balcanici albanesi richiedono preliminarmente di uscire
Dall'isolamento di entrare in un sistema di solidarietà effettive non semplicemente in un sistema di alleanze formali quindi la scelta di queste aderenze effettive rimane a mio giudizio il compito primario della nostra diplomazia chiedo scusa
Grazie
Riferimento ciascuno dei quali naturalmente aprirebbe discussioni enorme soltanto Fazio giustamente il professor fa proprio riferimento io solo una cosa voglio dirla dicono solo per
Perché ex ministro degli Esteri Madonna come sono convinto naturalmente ciascuno valutazioni su ciascuno di noi diverso però credo che debba essere riconosciuto questo politico che il ministro De Michelis è un ministro che ha avuto l'intuizione di capire perché l'area di cui stiamo parlando era un'area strategica per l'Italia lo appunto molto di più di tanti altri politici italiani le cose di cui stiamo discutendo qui in parte sono anche cose che sono state appunto
Oggetto di una forte iniziativa politica italiana quando Michels era ministro credo che questo sia un dato
Che sia giusto riconosce
Veniamo dunque allora attualità politica io dal adesso la parola Marta Dassù e dell'attrice e del CESPI a cui diciamo che credo diciamo affronterà soprattutto il tema dei due largamente assai Bonato allargamento Unione Europea allora cercherò anche di essere interprete anche grazie al fatto che stamattina sono già state dette molte cose
Io però vorrei cercare di mettere un po'in rapporto fra di loro
Era mia tesi di fondo è che in realtà il due allargamenti Granato che dovrebbe appunto compiere una prima ondata di nuove accessioni nel novantanove quello dell'Unione europea che prevedibilmente non avverrà prima
Nel due mila due vanno messi in rapporto fra di loro
Se le alternative in effetti sono due e se ne discute a livello internazionale e un po'meno da noi
La prima alternativa e che visto che l'allargamento della NATO avverrà prima di quello dell'Unione europea l'allargamento dell'Unione europea si trasformi in una sorta di tavolo di compensazione
è discorso molto esplicito che gli Stati Uniti ad esempio fanno a proposito dei Paesi baltici
è un'alternativa che io considero dannosa per interessi europei e per gli interessi dell'Italia in cui essi si da una parte politicamente perché questo significherebbe appunto che di Unione europea ha un'agenda dettata altrove e e anche se dal punto di vista etico istituzionale perché io ritengo che le chance già abbastanza pochi difetti di unione politica sarebbero lese da una prospettiva di a cessioni rapide indifferenziati
La seconda alternativa invece che esisteva una certa coerenza tra i due allargamenti cioè che i due processi vengano pensati più insieme in modo più complementare in modo più armonico
E però la prospettiva realistica che abbiamo sul tavolo è in effetti la prospettiva di un doppio allargamento a tre o al massimo a quattro se saremo in grado di includervi
Da da la Slovenia è la prospettiva che la Germania insieme agli Stati Uniti ha in una prima fase spinto molto nettamente si tratta quindi di prevenire che fra mille novecentonovantanove due mila due le nuove istituzioni occidentali si allargheranno a Polonia Ungheria e Repubblica Ceca io voglio dire subito perché stamattina forse a questo punto è stato un po'in secondo piano che io ritengo comunque questo passo un grosso passo in avanti per la nuova architettura europea
Cioè non vorrei che l'interesse che abbiamo giustamente peraltro per i problemi del Sud-Est europeo ci fa ci facesse trascurare questo che secondo me è un enorme sviluppo non dimentichiamoci che la Polonia il Paese maggiore di quest'aria che abbiamo fortissimi interessi economici anche presso questo Paese non solo verso i Paesi del Sud-Est europeo
Che l'Ungheria è per noi un Paese strategicamente importante la nostra speranza rimane che l'Ungheria entri nella in Axa ospita il comando sud della NATO e quindi anche da un punto di vista diciamo così
E limitare l'Italia avrebbe dei benefici quindi alla fine della giornata come dicono gli inglesi ritengo che anche un allargamento a tre
Sarebbe per l'Europa nel suo insieme e per l'Italia uno sviluppo molto positivo detto questo rimane il fatto che è stato sottolineato molto stamattina
Che però questo comporta un rischio per l'Italia e cioè la marginalità di del teatro di sud est teatro ritengo che in questo momento i i fermenti di maggiore instabilità alle crisi maggiori e così via
Io penso è questo il risultato di una ricerca del CESPI per il ministero degli esteri che il caso della Romania è il caso della Slovenia sia meglio in effetti abbastanza diversi se vediamo alle obiezioni
E che ancora in questi giorni segretario alla Difesa americano a Cogne affatto rispetto all'ipotesi Giovanardi ha vinto cinque sono tutte obiezioni poco persino pertinenti nel caso della Slovenia
Il Congresso americano non avrebbe particolari problemi anzi negli stessi giorni c'è stato un importante lettera bipartitica Clinton in cui si Natoli molto autorevoli David Garrard Biden eccetera sostenevano appunto che non avrebbero obiezioni da muovere in caso di accesso della Slovenia
Il il problema costi non è assolutamente un problema rigenerante mentre potrebbero essere poi nel caso della Romania non ci si ma proprio inizio strategici particolari come pone un paio un paese come la Romania che pensa invece verso il il Mar Nero
C'è anche il fatto secondo me che in qualche modo il cambio di governo in Francia rallentando per un momento diciamo così la strategia negoziale
Francese verso il reintegro della NATO in qualche modo indebolito la sponsorship della Francia nei nei confronti di Bucarest tutto sommato io credo insomma che immagini negoziati per quel che riguarda la Slovenia esistano ancora e io penso che vadano ancora perseguiti
Quindi l'allargamento della NATO si pone io credo in questi termini naturalmente è stato un problema molto discusso ancora in questi giorni e Kissinger ritiene che l'accordo firmato con Mosca sia in realtà una diminuzione dell'alleanza in una visione opposta mi sembra che tutto sommato anche grazie all'accordo di Parigi le prospettive di una cooperazione sulla sicurezza in Europa escano veramente molto molto rafforza
L'allargamento dell'Unione Europea a questo punto come come si pone Venturini c'era stamattina che l'Europa è in estremo ritardo ma io devo dire che pur essendo sempre dal
Un euro convinta ma al tempo stesso un euro scettica per quello che poi riusciamo effettivamente a fare non sono così convinto che il problema sia questo adesso avremo gli atti della commissione
Sulla preparazione ai Paesi candidati sono dieci Paesi ricordiamocelo e da Commissione nel prossimo giugno dirà quali sembrano appunto il quali quali sono le qual è lo stato della preparazione dei candidati
Rispetto a quel famoso evolvendo questionari in un certo senso che la commissione ha mandato un anno scorso a ciascuno di loro
Ed è un processo di integrazione fra due aree non dimentichiamolo che sono a un livello di sviluppo così diverso che non si tratta semplicemente di una nuova chips accessioni cioè non non si tratta semplicemente di aggiungere la Spagna il Portogallo si tratta di integrare due aree molto vaste che sono a un a un livello di sviluppo ancora molto diverso pensiamo solo un dato la Polonia e a un Paese che ha a tutt'oggi un reddito pro capite che è la metà di quello della Grecia che paese più povero
Del dell'attuale Unione europea quindi si tratta di un problema enorme che va visto sui due binari Paesi candidati devono andare avanti nella loro ristrutturazione
E qua in realtà è di indicatori ci dicono che al di là dei tre già nominati antica dei quattro già nominati i paesi più vicini agli obiettivi non sono poi neanche in questo caso quelli che noi auspicheremmo da subito
Cioè presente l'Estonia se guardiamo agli indicatori economici e sicuramente più vicina ruberia per fare solo un esempio d'altra parte si si prendono indicatori giusto universi cioè di indicatori sulla transizione democratica
La Slovacchia ad esempio un Paese più lontano di quanto non appaia la Romania per quanto oggi venga rinviati dicesse Io non sono affatto d'accordo che gli sembra che la Romania cosa che non mi sembra affatto vera anzi è ancora lontano dall'indica il codice evoluzione
Democratica
Dopo esso detto questo rimane tutto il problema dell'adattamento dell'Unione Europea stese questo è un problema fondamentale per l'Unione nel suo insieme
E io credo fondamentale per l'Italia proprio perché l'Italia è un Paese così fortemente convinto della necessità dell'unione politica
Credo sia giusto sottolineare fino in fondo che al di là delle riforme strutturali di alcune politiche decisive e cioè la politica agricola comune i fondi strutturali
Il problema vero sia la riforma istituzionale e la l'introduzione di criteri di flessibilità molto forti altrimenti dovrà parlare Gatta sarà per forza un'Europa più debole una rapporto frantumata ciò significa secondo me disse che le prospettive del vertice di Amsterdam non sono così eccelse che in ogni caso sarà necessaria un master c'è un ulteriore revisione del trattato il che ci porta come dicevo prima prevedere che l'allargamento dell'Unione Europea hanno una presa in ogni caso prima dei primi anni del prossimo secolo nel due mila due due mila tre
Dico solo un'ultima cosa un'ultima cosa è che tutto quello che ho detto finora in un certo senso e cioè che la larga che i due allargamenti est erano dei processi graduali per ondate successive anche quello tra Unione europea ormai indirizzata in questa direzione implica che la Ostpolitik rimanga io credo una politica molto importante io credo che proprio perché due allargamenti saranno selettivi anche se naturalmente il processo
Rimane aperto e l'obiettivo è di espandersi Livia progressiva ma proprio per questo il valore della Ostpolitik diviene tanto più rafforzato
Naturalmente poi sono d'accordo con tutto quanto ha detto Caputo stamattina sullo scatto che esiste fra obiettivi e strumenti è chiaro che per realizzare questi obiettivi ci vogliono strumenti militari economici diplomatici e così via
L'ultimo punto è che il problema specifico dell'Italia e che deve le istituzioni euro occidentali riescono però a coprire dei problemi specifici di sicurezza che esistano io credo che come diceva Stefano Silvestri stamattina al problema dell'Italia è che in mancanza di un quadro istituzionale istituzioni multilaterali sufficientemente forti ed efficienti
L'Italia oscillerà fra l'essere lasciata fuori che è stato il caso del Gruppo di contatto con la Bosnia ed essere invece lasciata esposta
Che è il caso dell'Albania quindi per l'Italia non esistono alternative convincenti secondo me a un rafforzamento delle istituzioni in particolare delle pesche di questa vaga identità di sicurezza e difesa europea ma perché era pesche e liste siano coerenti cioè richiede anche chiederò Pannella nato ed Europa nell'Unione europea sono sufficientemente coerente e qui torno al mio punto iniziale segue avvalga vinti ci vuole una certa coerenza grazie
Torniamo
Chiudiamo su questi temi dando la parola al generale Carlo Jean presidente del catasto
Non è che i tempi si o meno li stiamo aspettando una cosa estremamente interessante che appare mi è stato detto staminali e la necessità di un approccio sistemico occorre su cui ha insistito particolarmente il sottosegretario Fassino
La processi stimi cosa significa sistema c'è un in tutta che c'è un la Cuba so che c'è un output e che ci sono determinate strutture di retroazione per rendere coerente il sistema
Allora questo perché questa approccio teorico che il black box deve essere una cosa unitaria quindi distinguere un interesse collettivo tra un interesse nazionale
A parte il fatto della scarsa democraticità del fatto di farci imporre interessi collettivi che non sono sotto il controllo nazionale
Finisce esserci automaticamente uno scostamento estremamente forti dall'interesse collettivo rispetto all'interesse nazionale cioè ci possa essere una non Coop con coerenza
E il fatto e pesto che sia che noi partecipiamo in campo multilaterale sia in campo bilaterale cioè nazionale quelle che sono determinante sono quelle risorse non è che siano gli obiettivi sproporzionate le risorse e gli obiettivi devono essere definiti in base alle risorse che si hanno sicuro né soddisfatto degli Obiettivi aumentarle risorse ma ci deve essere una coerenza tra obiettivi risorse queste la filosofi la logica base di qualsiasi sistema
Se il riusciremo e mi sembra che in questo periodo si siano stati fatti dei progressi veramente enormi
Nel campo della coerenza della politica estera ad accordare le tue cose a mio avviso il l'Italia potrà essere orgogliosa della politica estera che farà evidentemente in politica estera che non deve essere velleitaria che non deve essere sproporzionate in mezzi alle strumenti alle capacità di tenuta anche del sistema politico perché è chiaro che tutte le cose devono essere coerente fatta questa premessa di carattere generale
Vediamo un pochettino nella larga l'allargamento adesso parlerò soprattutto dall'allargamento della NATO allargamento della NATO per prima cosa quantomeno quasi quanto qualsiasi iniziativa di politica estera che viene preso sia Petrarca in questo caso da parte della NATO e il problema principale è quello di non creare guai ora un allargamento limitato della NATO
A mio avviso rischia di creare delle situazioni di instabilità estremamente forte e mi riferisco in particolare i casi non tanto della Slovenia di tutti gli indicatori sloveni sono indicatori che i l'articolo come la Slovenia un paese del tour dell'Europa occidentale insomma non quanto nell'ambito della Romania
Il punto più dedicata a parer mio di tutta quanta la stabilità del sistema tra antiche costituita dalla zona
Dalla Turchia esattamente lasciare isolata la Turchia nel Mar Nero appare il mio è un'operazione che rasente i limiti della follia strategica
Ecco e e allora che cosa fare qualora per esempio gli Stati Uniti e insistano nella loro l'imitazione alla allargamento presente a tre Paesi e non a cinque o così via
Evidentemente l'Italia un complesso di azioni da svolgere alcune delle quali non sono fattibili
Quello Brichetto per esempio teoricamente avrebbe o no il diritto di veto motivi che ho esposto prima Marta Dassù a mio avviso fanno escludere questo approccio
Ci sono dei come modificare quali sono le motivazioni
Che hanno indotto il presidente Clinton per esempio a partire tre anziché cinque le motivazioni fondamentali e una certa perplessità
Del senato degli Stati Uniti di assumere oneri non solamente di sicurezza di garanzie di sicurezza ma anche oneri per esempio per l'adeguamento dell'interoperabilità delle forze armate dei Paesi dell'Europa orientale che gravino troppo sul bilancio degli Stati Uniti
Sicuramente un'azione quei lumbard ENI per sostenere la nostra tesi giudice all'ingresso della cinque non ingrassa trent'può essere quello di prevedere un differente dello sharing dei fondi comuni in atto questo qui è una questione estremamente praticabile appare mia anche onesta non dicendo così va be'per voi non è molto importante per noi è importante vogliamo che l'alleanza faccia questo è chiaro che non possiamo volere se non diamo di più
E quindi è inevitabile per atti di cifre coinvolte non sono cifre da capogiro
Le cifre coinvolte sono cifre diciamo così che siccome si sicuramente sono contenute nell'ambito del centinaia di miliardi all'anno
Cioè diciamo così siamo sull'ordine del due per cento del bilancio della difesa
Il due per cento del PIL stesso
C'è un'egemonia per la no no no
All'incirca il
Il quindi sono grosso modo assorbibili con diciamo così non con operazioni di di di di di di cosmesi amministrativa contabile ma insomma praticamente possono essere assorbiti evidentemente perché queste a mio avviso è una delle priorità del sistema di sicurezza italiana
Tutto la politica che è stata così brillantemente sposta l'interessamento dell'Italia verso l'est europeo e chiaro che costituisce un investimento per il futuro dell'Italia
Politico culturale la politica economica la politica infrastrutturale
Questo investimento potrebbe essere dovuta al momento che il problema fondamentale il cash insomma non non lo crediti non crediate che sia molto attaccato al denaro ma ritengo che qualsiasi politica del Paese condizionata polemicamente i soldi siciliana no no allora grosso modo dove sono questi soldi quelli che hanno cash in questo momento è il la è l'Unione europea diciamo così l'unico che
Volata particolari programmi come sono i bilanci statali di tutti gli stati europei e sono i bilanci del Unione Europea noi utilizziamo una quota minima
Per investimenti strutturali di bilancio dell'Unione Europea a parere mio in misura transitoria fida che qui non vengono ristabilite delle condizioni di equilibrio economico sociale in Europa così via
No ieri non sarebbe improprio pensare che presente tanto che l'acqua la coltivazione in determinati fondi strutturali definendo un di fondi regionali e strutturali
E così d'Italia allargata
Allargata dove in quelle che sono le sue zone naturali di che responsabilità politica e anche di interesse economico
A parer mio un simile approccio potrebbe a rendere disponibili delle risorse per dare concretezza a quella politica di alto profilo
In Europa centrorientale che tutti quanti noi ospitiamo e però chiamo sempre il muso sul fatto che soldi non ci sono
Vediamo un ultimo un per per la mia io non non ci fa porre in molto molte speranze su quello che la possibilità del cosiddetto partenariato euro atlantico non idea appiccichi adesso superstato decisa a Sintra e così via che in realtà e stato pro broccato soprattutto dalla rincorsa politico-diplomatica della maggiore efficienza della targa del partnership Cooperation Cell di scelte partecipò perisce un sell in piedi coordina le attività militari nel campo della partnership for peace
E che corso un disperato perché ci dice il generale di Jules Verne sette euro
Che spinge da Martini risultato questo parlaci Cooperation sell in realtà non è non Cortina più la partnership solo cioè i rapporti di collaborazione ma stanno investendo delle attività molto importanti nel settore dell'interoperabilità delle forze e non solo
Ecco ha costituito il vero centro di pianificazione
Per il concorso dei nostri Turner della partnership for peace presentano e operazioni tipo INFOR ai Forrest foro e e così via
E di conseguenza il militare senza il politico come appeso nel vuoto no e han cercato alla meno peggio di creare una con una controparte politica invece molto più importanti ed è per mio darebbe un spazio alla politica italiana e il tentativo di effettuare un nuovo patto euro americano
Sicuramente la NATO così come non è adeguata ai mutamenti geopolitici lo strategist giudici comunque estremamente profondi avvenuti con la fine del mondo bipolare
Il Leanza tra Europa e Stati Uniti rimane comunque il centro si della politica europea che della politica statunitense
Il sicurezza non è più una sicurezza militare una sicurezza allargata che comporta fatto se aspetti tecnologici economici culturali Cascio Civilization e così via
Il però occorre una politica di coordinamento generale degli obiettivi innanzitutto e successivamente delle azioni concrete ha svolto in rete all'Europa e Stati Uniti in modo che Europa e Stati Uniti si trascina si comportino come Turner
Faccio un esempio che è un po'banale nati può dare il via forse più concreta di quello che voglio dire no
Sicuramente allargamento ai piccoli e ai Paesi dell'Europa centrorientale interessa maggiormente l'Europa allora due terzi delle speso devono essere sostenuti dall'Europa
Dico un terzo dagli Stati Uniti Golfo la questione si rovescia leggermente
Anche perché insomma praticamente obiettivo degli Stati Uniti mantenere la stabilità dell'Arabia Saudita e l'ambizione il vigore economico del che esce insomma che all'Arabia Saudita
Fa premio su ogni altra considerazione e il di che essa caso quando ipotesi d'intervento del Golfo due terzi Stati Uniti un terza Europa è chiaro che questo che vi dico io gli ho detto
E una specie di risultato d'un bar pieni intero ed è estremamente riduttivo non non corrispondere alla realtà che è molto più complessa molto più difficile c'è un'interferenza della politica interna sulla politica estera è chiaro sommato in tutti i Paesi democratici e così
Ultima e però è una cosa assolutamente a cui occorre assolutamente pervenire perché ha tre minuti rischia di saltare tutti si stima di sicurezza europea così come lo lo abbiamo sistema nervoso cernita adesso che fondato sostanzialmente sulla presenza e sulla funzione qui liberatrice degli Stati Uniti oltre che la funzione di garanzia gli Stati Uniti
Ultima piccola osservazione questa si parla parecchio di Cry SIS prese Prevention Conflict Prevention e così via
In realtà questi problemi non devono essere affrontati con un'ottica giuridica chiedo scusa la professoressa Saulle perché e la l'ottica più deformante di questa realtà cioè loro praticamente quando si fanno organizzano dei più in più per cento di prevenzione dei conflitti si suppone una completa razionalità delle decisioni politiche
Ci scusi come si suppone che le decisioni politiche possono essere presi in funzione di una razionalità completamente astratta
E chiaro che molto più conveniente prevenire un conflitto che non risolvere un conflitto una volta che si è scoppiato scritto però nel mondo dell'informazione della Cnn politics oppure della panorama Politics in questo periodo fatta conservatore forze armate no illa è il la parte emotiva
La parte di creazione degli effetti a estremamente superiore a quanto riguarda invece un approccio di carattere nazionale finché non ci sono le immagini di stragi che per entrano nelle case non c'è una domanda politica sociale
Sarà il sociale che poi ma attiva la decisione politica di un intervento così è stato interviene su basi decisioni astratte irrazionali sulla base di informazioni segrete quale Stato al dominio completo dell'opinione pubblica nel mondo dell'informazione di conseguenza tutto l'approccio del tra Isis
Prevention man mano che il tra il SIS management deve essere molto molto cambiato
E e in particolare non si chi non si possono chiedere richiede ritengo che sia necessario proprio recuperare una certa quale cultura dell'impiego della forza che diventi un fattore sempre più legato con qualsiasi azione diplomatica in questa specie di mondo dei regolato succeduto alle semplicità eleganti del mondo bipolare
In cui non so forza nazisti pochi di separare due che si Tiziano no ma non si può chiedere di fare stare assieme al marito e moglie che si vogliono separare
Ed è quello che ogni tanto qualche qualche idea strana e qualcuno con i dieci strane vuole fare imposte
Grazie
Grazie generale la cui assente assegnerà attività mi colpisce sempre mi dà l'idea che le guerre si vincono solo così perdono alla se allora
Passiamo al dottor Greco che vicedirettore dello IAI che affronterà il tema della cooperazione su scala regionale credo che stiamo rispettando i tempi ed io penso che verso le due meno un quarto avremmo esaurito i nostri lavori grazie
Grazie anch'io ovviamente procederò per punti molto sintetici Marta Dassù si è soffermato sul versante di cruciale importanza della nostra politica estera questione di allargamenti
Mentre il generale Jean ha trattato i problemi della sicurezza vi è però evidentemente un'altra direzione della politica estera italiana del solare di cui stiamo trattando che ha un suo rilievo non indifferente
Mi riferisco alla politica di promozione delle iniziative di cooperazione regionale o come si dice forse meno correttamente subregionale
Questa dimensione va naturalmente considerata strettamente collegata sia alla nostra politica sull'allargamento sia alla nostra partecipazione alle missioni internazionale di pace in Bosnia in Albania
Volevo sinteticamente e dire che probabilmente si può parlare di tre pilastri della politica italiana nell'Area che fanno appunto perno sull'allargamento sull'impegno delle missioni di pace e anche però sulla cooperazione regionale
Quindi vorrei se formano inerente su quest'ultima mi sembra giusto fare riferimento soprattutto l'iniziativa centro europea INCE non solo perché ad essa d'Italia attribuisce da tempo particolare importanza e di affetti
Anche il ministro De Michelis Eden attribuiva ma anche perché presenta le caratteristiche più interessanti nel Complesso forse fra le varie iniziative di cooperazione regionali e la più promettente
Ciò in forza soprattutto del fatto che Lince mira a una cooperazione polivalente direi mira più per realizzare non solo economica e culturale ma anche politica
L'aspetto del dialogo e della cooperazione politica in particolare si esplica in varie forme
In un dialogo ravvicinato che sia formale che informale fra le diplomazie vista di partecipanti che talvolta effettivamente ha consentito di chiarire questioni anche scottanti penso per esempio al dialogo italo sloveno che si è svolto in un momento cruciale del contenzioso bilaterale
Poi questa cooperazione politica si espone si esplica anche nella promozione di alcuni strumenti specifici forze di marginale utilità ma non indifferenti per esempio lo strumento delle minoranze sulle minoranze che è stato un po'il precursore della convenzione poi adottata dal Consiglio d'Europa
E si esplica infine sempre più in alcune prese di posizioni impegnative come la richiesta emersa dall'ultima riunione del Lince Sarajevo di un prolungamento della missione e SFOR in Bosnia che comunque una presa di posizione collettive di sedici Paesi perché tanti sono i Paesi che aderiscono iniziativa
Questi impegno italiano nella cooperazione regionale non è di per sé è una novità poiché dopo la caduta del muro di fu in realtà uno slancio italiano verso varie forme di cooperazione regionale non solo in Europa centrale
Slancio che però si spense di fronte ad alcuni sommovimenti geopolitici che si tardo a comprendere loro portata prima di tutto spiegazione della Jugoslavia ma anche per effetto di alcuni errori di postazioni politiche sono stati accennati prima di me
Oggi il punto è che cosa c'è di nuovo che può consentire effetti consentito un rilancio della politica italiana di cooperazione regionale innanzitutto
Io vorrei sottolineare questo punto Italia oggi è un Paese internamente più stabile di quanto non fosse due-tre anni fa e perciò maggiormente in grado di avere una proiezione regionale
In secondo luogo il fatto che a differenza che in passato l'Italia perseguono politica di attiva promozione dei processi di allargamento prima c'era molto più cautela delle istituzioni l'Atlantic che rende più credibile incisiva questa politica di cooperazione regionale per le ragioni che dirò in seguito in terzo luogo estremamente importante che sulla base di una riconsiderazione più attenta e più equilibrata degli interessi nazionali in gioco
Sì sì è riuscita a risolvere o meglio forse ad avviare a soluzioni alcuni contenziosi bilaterali come quelli con la Slovenia e la Croazia che costituivano un blocco al dispiegarsi della cooperazione nell'aria
Ecco che cosa possono servire oggi iniziative di cooperazione regionale comunque limitate come Lince
In passato direi la principale motivazione era quella di favorire lo sconcio amento definitivo di alcuni Paesi della tutela sovietica e poi russa e di facilitare l'avvio del processo di allargamento senza dimenticare però a questo punto che ci interessa credo che tali iniziative sono anche servite in qualche misura a facilitare il rio rientra amento della politica estera anche di Paesi occidentali come l'Italia
Interessati a conferire appunto una dimensione centro europea alla propria politica estera
Ma oggi a cosa possono sentire dire essenzialmente a tre cose
In primo luogo a promuovere la cooperazione tra Paesi che sono collocati e sicuramente continueranno ad esserlo in posizioni diverse Rispetto al processo di integrazione europea o euroatlantico
Questo obiettivo e effettivamente enunciato con chiarezza nell'ultimo documento del dieci si tratta di tentare di ridurre la disparità fra i paesi partecipanti sia quelle già esistenti sia quelle che potrebbero emergere come risultato dei processi di allargamento contribuendo così a ridurre il rischio della creazione di nuove barriere in Europa e in secondo luogo queste iniziative offrono i Paesi partecipanti delle opportunità in più
Per costruire una politica estera geograficamente diciamo così più equilibrata così per esempio la partecipazione al vincere i paesi europei della Confederazione degli Stati Indipendenti può aiutare quest'ultimi penso soprattutto all'Ucraina ad attuare una politica di legami equilibrati con Mosca da una parte con i Paesi occidentali dall'altra
In terzo ma questo vale per esempio anche per la Polonia nei confronti invece dei paesi a destra
In terzo luogo iniziative come dice consentono di cominciare coinvolge in un contesto di cooperazione paesi che per qualche ragione si trovino a immagini delle istituzioni internazionali
è accaduto in passato con la Macedonia e potrebbe accadere domani con la Serbia
Ora perché queste iniziative abbiano successo però ci sono alcune condizioni basilari che devono essere soddisfatte qui concludo il mio intervento
Innanzitutto devono svilupparsi dei rapporti di cooperazione concrete fra queste strutture e le organizzazioni europee questo è un problema che in sede iniziativa
Cento europea si è posto effettivamente sono stati fatti dei passi avanti ma è chiaro che senza questi vegani assenze questi cani diventano più concreti non c'è grande futuro per queste iniziative soprattutto per quanto riguarda i progetti economici
In secondo luogo essenziale che si eviti il rischio che è stato spesso evocato diciamo dai Paesi aderenti dell'Europa centrorientale che queste iniziative possano essere interpretate o come rivolti ad escludere ormai generalizzare paesi terzi o peggio come rivolte contro altri tendenzialmente pur dovendo riguardare delle aree omogenee queste iniziative dovrebbero avere carattere aperto
E prevede le possibilità di nuovi inclusioni queste particolarmente importante per esempio per la cooperazione bilaterale rafforzata fra Italia e Ungheria e Slovenia
Aggiungerei che queste iniziative devono essere sviluppate in modo tale che non siano percepite questo è un altro punto che si è posto spesso come un modo per frenare o rimandare il processo di allargamento dell'istituzione euroatlantica ma semmai come parte sia pure marginale della politica di pre-adesione
L'ultimo punto forse che vale la pena sottolineare che si è certamente necessità soprattutto nei Balcani
Di creare nel se ne è parlato già nella prima tavola rotonda dei illegali di delle sinergie dei legami fra le varie iniziative in corso altrimenti questa proliferazione potrebbe portare a strappato l'opposizione dispersioni di Necci
E quindi a queste condizioni mi sembra che forme di cooperazione regionale non istituzionalizzate o meno istituzionalizzate come iniziativa cento europea possono fare effettivamente un contributo alla stabilizzazione dell'aria
E anche all'avanzamento del processo di integrazione in parallelo però con l'allargamento ecco l'Italia quindi in conclusione dovrebbe continuare a sostenere tali iniziative di cui peraltro sa perché qui la forza matrice ma e anche ad operarsi perché mantengono e anzi rafforzino quelle in caratteristiche da un lato di complementarietà con le altre iniziative prese dalle istituzioni più strutturate e dall'altra di apertura
Che chiaramente sono la chiave del loro successo grazie professor greco allora adesso abbiamo
Due interventi degli ultimi interventi sono dedicate alla dimensione culturale
Il primo è quello di Tito Favaretto direttore scusate dimensione economica Tito Favaretto direttore delle liste e a Gandhi del dottor Galli della Confindustria allora Favaretto
Il l'argomento di questa conferenza cioè l'impegno italiano in sostanza verso quest'area implicherebbe di quindici sia una strategia o si stia sviluppando una strategia verso quest'area e quindi il problema di fondo è se sia possibile una strategia per sta per quest'area o in realtà non ci siano più strategie per quest'area
In particolare tra l'Europa centrorientale i Balcani è stato già sottolineato oggi sono ci sono grandi divergenze di strategia parlo naturalmente di politica economica estera in questo caso le implicazioni politiche ci sono ma la politica economica estero con un Paese meglio come l'Italia può essere anche due terzi di quello che il dispiegamento della sua politica estera se noi osserviamo l'aria centro orientale
Ci rendiamo conto che
Ci sono due differenze sostanziali che ci interessano da vicino
La prima è che un'area in forte processo di integrazione con l'Unione europea quanto meno in termini abbastanza ravvicinati cioè a dire
Secondo il termine dei processi di associazione tutti i Paesi dell'area centro in tale all'interno per la quale il mettiamo anche la Slovenia almeno secondo rosso opinione è stata confermata un po'da tutti tutti questi processi di associazione terminano o al due mila e tre o al due mila e quattro
Mentre altri processi che sono più rapidi e sono all'interno dei processi di associazione ma sono quelli di integrazione commerciale cioè a dire di liberalizzazione degli scambi e di formazione di zona di libero scambio
Avvengono ancora prima in particolare nel due mila e due al massimo
Ora per esempio forse pochi sanno che dal marzo di quest'anno tutti i prodotti
Industriali di questi Paesi dell'area dell'Europa centrorientale entrano liberi da dazi o da tassi di effetto equivalente nei nostri Paesi questo vuol dire tutti prodotti sensibili acciaio tessili
Scarpe mobili tanto per dire prodotti in cui e questo significa anche che i nostri prodotti entreranno liberi entro il due mila e due ma che al novantotto novantanove
Il dazio di protezione originario
Che questi Paesi avevano messo sui loro prodotti sensibili sarà sotto il cinquanta per cento e questo già provocato qualcosa in Ungheria l'altra hanno qualcosa sta provocando INCE che adesso avremo dei problemi
Però non c'è dubbio che questa è un'area di forte integrazione
Con l'Unione europea e questo evidentemente ha una conseguenza fondamentale questa è un'area in cui ci sarà una crescente competizione con i nostri partner questo è il dato fondamentale che lo distingue completamente dai Balcani come aree se poi vedremo
Se questo è vero noi dobbiamo valutare quale quello che io chiamo il differenziale di competizione
Che noi abbiamo rispetto ai nostri partner impastare
Quando dico questo intendo dire
Innanzitutto che la dimensione mi approccio è quello di come conciliare
I vincoli e gli obblighi che noi abbiamo in organizzazioni internazionali come l'Unione Europea la NATO quello che voi volete con gli interessi nazionali cioè il grado di libertà che questi interessi nazionali hanno da un punto di vista operativo
Come né più né meno fanno gli altri
Ebbene questo differenziale di competizione a tre punti deboli per noi in quest'area
Il primo e quello del sistema Paese è stato già detto oggi mi pare da da Caputo e e naturalmente qui questo debolezza del sistema Paese riguarda la nostra disorganizzazione sostanziale cioè
Le mancate integrazioni orizzontali tra ministeri entità la sovrapposizione di questa entità le mancate integrazioni verticali traente in Tita locali e regionali e nazionali che intervengono sullo stesso problema quindi
Una valutazione si potrebbe fare un dispendio di risorse notevolissimo con un risultato qualitativamente molto modesto
Questo però c'è un problema antico il governo mi pare abbia già fatto un passo avanti con la riorganizzazione dell'ICE
E direi che al professor unito a noi dobbiamo molto perché è
Almeno diciamo come prospettiva una buona riorganizzazione anche se non completa perché manca dell'integrazione orizzontali con altri ministeri o settori ma comunque queste sono cose che forse richiede un certo tempo il secondo punto debole è stato
Enunciato da qualcuno è il sistema bancario non tanto l'assicurativo che più o meno
Si è affacciato su questa ma il bancario e particolarmente assente particolarmente ostacolata e l'azione del sistema bancario ancorché non sia particolarmente dinamico su questi Paesi ostacolata dalle nostre autorità qualche volta si ha questa sensazione
E questo è un problema molto serio perché come vedremo su quest'area noi abbiamo un punto di diciamo modesto ottimismo per quanto riguarda gli scambi una situazione pessima per quanto riguarda gli investimenti diretti ora poiché gli investimenti diretti sono è un livello molto basso ma comunque tendono a crescere questi operatori
In su questi mercati direi tranne l'Ungheria
Devono rivolgersi sempre o a banche nazionali di quel Paese qua banche austriache tedesche
Non c'è niente di male in tutto questo ma evidentemente noi ci dobbiamo rivolgere ai competitori e quindi facciamo un regalo ai competitori paghiamo sempre delle tasse
Le stesse tasse le paghiamo nel sistema dei trasporti
Qui anche qui siamo sfavoriti dalla natura il sistema dei trasporti anche per ragioni naturali a nord delle Alpi a delle connessioni che esistevano già prima ce ne sono di naturali fiumi e canali navigabili possiamo farci niente però dall'ottantanove
Qui si è modernizzato non dico che si sia costruito molto si è modernizzato per esempio
Un asse importantissimo che il collettore più vicino alle Alpi diciamo il Vienna Budapest è stato modernizzato come ferrovia vedremo dopo perché ed è stato moderno c'è stato costruito come Autostrade e questo fa sì che il distacco oggi se confrontiamo solo lo sviluppo delle infrastrutture in Slovenia fa questo nasce e l'asse assurdo di cui parliamo è così almeno cinque sia di quattro anni se invece andiamo a vedere la la parte ungherese questo distacco sale diciamo così di circa altri sette a perché il nuovo programma del governo ungherese per la definizione della rete autostradale e al due mila sette
Ma dopo arriveremo a questo punto dicevo
Si dice spesso che noi siamo secondi dopo i tedeschi nell'aria centrorientale non è così
Io vi parlo di quote di mercato è sempre un indicatore molto grezzo però
Dal punto di vista delle statistiche internazionali
Noi vediamo che in Polonia in Slovenia siamo al secondo posto ma in Cechia per esempio siamo al terzo o al quinto al terzo dopo Germania oltre il quinto dopo Slovacchia Russia ma lasciamo perdere questi Paesi
Siamo al secondo si in Slovacchia ma se escludiamo le tracce che la Russia e siamo comunque il terzo dopo Germania Austria in in Ungheria
Questo per ristabilire un momentino una certa dimensione non parliamo degli investimenti diretti dove siamo nonostante abbiamo investimenti importanti quarti in Polonia
Quindi o Sestri Slovenia settimi ottavi INCE che i dati ballare un po'noni in Slovacchia sesti in Ungheria e comunque sempre sotto il dieci per cento del totale degli investimenti e qualche volta sotto il cinque per cento
Questo riguarda in gran parte del sistema Paese
Perché quelli che vanno lì tranne i grandi vanno un po'all'avventura non c'è una rete sufficiente a garantirli per tutto l'itinerario anche se abbiamo fatto molti progressi una volta non avevamo nemmeno ora Simest
Oggi ce l'abbiamo e funzione ma voglio dire sono progressi troppo lenti rispetto al ritmo dell'integrazione o dell'evoluzione su questi mercati
Ora il problema del corridoio numero cinque cioè l'asse che interessa a noi a sud delle Alpi
Qui bisogna che al di là di questo ottima operazione che ha fatto il Governo tagliano di stabilire l'atto di laterale noi vediamo però qualcosa di concreto adesso perché altrimenti ne perdiamo di credibilità ci sono due approcci sul Corridoio numero cinque uno che potrebbe essere questo noi diciamo ci interessa la realizzazione di queste due infrastrutture
L'autostrada la nuova ferrovia tra Slovenia Ungheria oggi non c'è connessione ferroviaria tra questi due Paesi che costituirebbe i la più rapida comunicazione cioè la più breve scusate comunicazione tra l'Europa centrorientale e l'Adriatico e tra l'altro ci apre a livello di comunicazione una terza alternativa ferroviaria non è cosa da poco che voi possiate avere tre soggetti da mettere in concorrenza non è cosa da poco che voi possiate fare delle cooperazioni con uno dei soggetti avendo dei vantaggi questo vuol dire
Spezzare questo svantaggio
Cioè il vantaggio degli altri dal punto di vista delle comunicazioni però
Tutte queste due cose la ferrovia come l'autostrada in Slovenia finiscono al due mila vanno al due mila il resto come le ha detto va al due mila sette
Qui potremmo solo volere che si realizza una queste infrastrutture ma ovviamente più rapidamente
Allora l'intervento del governo italiano deve essere deciso da un punto di vista finanziario ma non occorre naturalmente che
Questo pesi enormemente sulla collettività nel senso di investimenti diretti diamo dei crediti di Stato a tasso molto agevolato graverà sulla collettività il differenziale del tasso
Non è una cosa proibita perché non rientriamo nei limiti del consensus per riguarda crediti commerciali è una cosa fattibile
E faccio due esempi per dirvi quanto è fattibile come si è modernizzata la Vienna Budapest un credito di Stato tedesco Allo stato ungherese
E oggi il corridoio numero cinque voi sapete che per questa ferrovia c'è stata una abbastanza esplicita ostilità dell'Austria contro la costruzione di questa ferrovia tra Slovenia Ungheria bene per quanto riguarda il tratto ungherese
Ritratto ungherese che quindi è la metà di questa ferrovia più tutta una serie di ammodernamenti sulla linea
Indi ungheresi possono usufruire oggi di un credito tedesco da Stato a Stato di centoventi milioni di marchi
Nonostante questa ostilità austriaca una visione geopolitica direi più ampio di quello che possiamo pensare ha consentito questo credito da parte della Germania all'Ungheria direttamente perché non possiamo fare lo stesso specialmente su certi tratti specifici
C'è un tratto particolare che va da le temi e confino confine tra l'Ungheria e la Croazia
Al dove ci sarà il terminale dell'autostrada slovena che oggi se non lo facciamo i traffici vanno da un'altra parte per dirottare le sulla strada del Barco bisogna fare quello
è un intervento di vent'cioè sono venti chilometri perché non intervenire e non rapidi Zare questo
Oppure potremmo avere un'altra Pratchett approccio verso il corridoio numero cinque considerando che i corridoi numero cinque da un punto di vista Geco nomi insiste su un'area
Dove l'integrazione non sarà economica ma sarà economico territoriale cioè per la Slovenia l'Unione europea e noi la parte orientale dell'Italia
Noi potremmo valutare se un certo tipo di programma
Economico e in parte delineato anche me nei alcuni documenti dato letterale non sia opportuno per fare del corridoio numero cinque un moltiplicatore economico in effetti con ricadute differenziate a seconda dei paesi interessati
Allora qui abbiamo
Vaste possibilità la gestione dei traffici i traffici la costruzione delle infrastrutture i traffici e la gestione anche logistica dei traffici questo vuol dire a società miste di spedizione e il controllo di una parte del corridoio numero cinque assieme anche gli ungheresi
Questo vuol dire società miste disservizi ai traffici vuol dire individuare i punti logistici in magazzino di rifornimenti
I pezzi di ricambio
Tutto una serie di assistenza che sono importantissime per un corridoio di questa
E quindi vuol dire creare in sostanza un'ipotesi per cui noi facciamo un salto di qualità sia nella vendita delle merci che nella vendita dei servizi soprattutto dei servizi internazionali
Che come voi sapete sono esportazioni nette non hanno contenuto d'importazione sono degli Invisible nella bilancia dei pagamenti ecco questo
è però un progetto molto più ambizioso presuppone un'organizzazione l'individuazione dei settori degli accordi specifici presuppone un accordo sui trasporti immediatamente con la Slovenia
E presuppone anche tritare degli aderenti qui non posso adesso descrivere e che sarebbero estremamente importanti ma questo è un salto di qualità rispetto solo alla costruzione più rapido di un'infrastruttura ecco arriviamo adesso invece al problema di Balcani differente la zona dei Balcani cioè nei Balcani in questo momento noi siamo di fronte a fenomeni destrutturazione politica ed economica di differenziazione tra i Paesi in sostanza a una situazione che è cambiata totalmente solo negli ultimi mesi otto mesi
La crisi finanziaria della Bulgaria e politica
Se volete cambiamento della guardia in Romania la crisi albanese
Il peggioramento della situazione bosniaca perché oggi si è parlato ma noi sappiamo che ci sono altre ipotesi che si stanno aprendo e sono prese in considerazione però bisogna avere i tempi e salvare anche la faccia
E poi la questione serva
Politicamente non c'è più un unico interlocutore ci sono più interlocutori
Politicamente la situazione è complicata perché non c'è più solo il Kosovo il San Giuseppe comincia a esserci Montenegro e anche la Vojvodina con grandi movimenti autonomisti la situazione trovata anche lì l'interlocutore c'è ma non sappiamo per quanto tempo ora in una situazione parlo in una situazione di questo genere
L'approccio regionale di cui si è parlato oggi in termini favorevoli non ha più ragione d'essere
Un approccio regionale un approccio molto rigido specialmente sia e accompagnato dalla condizionalità che vuol dire praticamente che se uno non fa con l'altro l'Unione europea non farà con quello questo è un approccio molto rigido che deve diventare più flessibile in un panorama così differenziato
E naturalmente noi dobbiamo chiederlo anche perché lo spazio degli interessi nazionali e proprio dato dalla flessibilità
Vengo subito al problema economico in quest'area l'area balcanica ticinese
Il differenziale di competizione
E più favorevole a noi perché perché gli altri non hanno il vantaggio delle infrastrutture e noi basterebbe che facessimo determinate operazioni si è parlato del corridoio
Numero otto per esempio avremmo noi vantaggio delle infrastrutture ma il corridoio numero otto ha poco senso dire che va avanti
Come ha poco senso dire che il corridoio numero dieci Vassallo unico
Faccio un esempio il corridoio numero dieci e la vecchia tran pal Carnica andava sempre a Istanbul inutile diciamo oggi che va a Salonicco Charlie conforto ha una sua bretella va benissimo ma hanno interessa la comunicazione con la Turchia oggi tra fisico la Turchia sono per lo più loro via mare perché bloccata ancora tra Spal cranica ma questo non durerà in eterno abbiamo bisogno di rime rimodulazione di infrastrutture che ci diano questo collegamento e non occorre che spiega generali già anche ci sono anche altri motivi perché questo collegamento deve esserci
Allora la flessibilità deve essere adottato dall'Unione Europea dobbiamo tener conto di casi come la Croazia e la Serbia in maniera differenziata ma non per esclusione marginalità ma perché oggi ci sono quelle opportunità e non possiamo isolare qualcuno aspettando una in sostanza nell'area balcanica abbiamo un cammino diverso dall'altra aria lì la competitità aumenta qui abbiamo spazi di manovra ma devono essere diversificati
Adesso la parola al dottor Galli della Confindustria grazie
Grazie data allora penso si potermi limitare a un paio di flash molto rapidi sulla situazione della posizione dei nostri prese nell'area dell'Europa orientale e poi magari una breve testimonianza su uno strumento di collaborazione fra pubblico e privato che siamo riusciti a far funzionare per la prima volta in Italia con risultati che ci sembrano particolarmente interessanti per quanto riguardava posizione delle nostre imprese sui mercati dell'Europa orientale penso che sia bene partire da una constatazione che mi sembra abbastanza
Passata inosservata alla fine dello scorso anno cioè il rovesciamento qualitativo della bilancia commerciale con quest'aria fino al novantacinque
Avevamo avuto un saldo positivo particolarmente pesante
Intorno ai sei mila miliardi nella alla fine novantasei questo saldo è diventato positivo per oltre cinque mila miliardi
Quindi siamo in questo caso e a ben tre anni di distanza dal momento del cambiamento radicale della nostra bilancia generale
Il che significa in una situazione di finirà che si rivaluta questi Paesi sono riusciti a dare un
Contributo attivo nettamente importante al ai nostri scambi complessivi il che è fra l'altro un elemento che deve essere tenuto in considerazione proprio nella prospettiva dell'allargamento
Perché tutti ricordano quello che è successo quando entrato nella comunità la Spagna il Portogallo negli anni seguenti c'è stato un boom delle nostre esportazioni
è da pensare che questo andamento che in un qualche misura anticipa gli effetti della dell'allargamento
Potrebbe addirittura essere potenziato dalla maggiore libertà maggiore in consistenza degli scambi commerciale lo accennava anche a Favaretto poco fa e questo è sicuramente un elemento importante l'altro punto da sottolineare che è cambiato completamente la composizione della nostra presenza commerciale industriale in questi Paesi tradizionalmente noi eravamo presenti soprattutto con l'impiantistica che diciamo industria pesante
Attualmente invece l'evoluzione collegata con la transizione di questi paesi verso una maggiore liberalizzazione e maggiori possibilità anche di assorbimento ha fatto sì che moltissimi settori dell'industria italiana che prima non pensava affatto ai Paesi dell'Est oggi siano presenti non soltanto nel campo dei macchinari quindi gli impianti ma anche e direi soprattutto nel campo dei beni di consumo questa è una variazione di qualità che dobbiamo tenere presente
Sulla penetrazione dell'investimento italiano favorito ha dato a me sembra una valutazione abbastanza pessimistica negativa devo dire che anche noi siamo preoccupati per certi versi però è vero anche che in alcuni di questi Paesi
Prendiamo anche soltanto l'esempio della Polonia lo sforzo fatto dall'industria italiana senz'altro molto notevole i risultati sono particolarmente positivi devo dire che in questo caso ha certamente giocato un parallelismo con la concretezza e la rapidità del processo di privatizzazione dove le privatizzazioni sono state non solo annunciate
Non solo distribuire i bonds ma sono sale realmente attuate
L'impresa italiana è riuscita ad inserirsi in una concorrenza certamente molto difficile perché la presenza tedesca austriaca
E anche svedese nella parte nord del Europa orientale
è certamente una concorrenza fortissima Favretto eccitato delle posizioni adesso non è il caso di tornare su cifre specifiche ma è certo che in Polonia siamo certamente al secondo posto come investitori considerando il
La somma dei capitali già impegnati e ed in paesi come l'Ungheria la Romania siamo ai primissimi posti non così in altri ma ci sono tutta una serie di considerazioni da fare
L'altro punto importante che vorrei sottolineare che questa presenza ripetuti investimenti produttivi riguarda non soltanto come era tradizionale la grande impresa ma soprattutto la media impresa e questo è un fatto completamente nuovo
Che ha ripeto dato la possibilità a interi settori non solo del Nord Est ma anche di addirittura di fasce produttive del del centro dell'Italia di trovare delle nuove nicchie di mercato della nuova possibilità di Collocamento
Su una base completamente nuova il successo delle nostre imprese è dovuto essenzialmente alle doti che le caratterizzano di più specialmente quelle della media impegni d'impresa di media dimensione e cioè la flessibilità capacità di adattamento
Alle esigenze di questi mercati che spesso creano delle condizioni completamente nuove e diverse che a volte difficilmente possono essere affrontate dalle grosse multinazionali per esempio
E la capacità di inserire in questi processi produttivi un contenuto di innovazione editi soluzione dei problemi della commercializzazione queste un possono i nostri punti di forza certamente è già stato fatto allusione abbiamo avuto invece dei punti di debolezza sul versante finanziario
Perché nel disponibilità di capitale proprio delle nostre imprese di piccola e media dimensione ovviamente molto modesto è già stato criticato il sistema bancario fondarla e quindi non me Attardo certo su questo argomento
Quindi per riprendere una battuta che facevo all'inizio onorevole Fassino certamente questa venerazione non l'abbiamo fatta né coi saldi e forse nemmeno coi soldi
Allora con che l'abbiamo fatta l'abbiamo fatta sicuramente il conte cronologia con imprenditorialità per le nostre piccola impresa anche i piccoli consorzi sono riusciti a trovare la capacità di impiantare delle linee di produzione su risolvendo dei problemi di commercializzazione che spesso hanno dovuto diciamo inventare
Un po'ex novo creandosi delle delle linee di domanda sia sul Paese
Che si sta aprendo al al commercio sia anche al all'importazione per i commercialisti dando poi su terzi mercati prodotti risultanti da queste collaborazioni industriale
Quindi complessivamente mi sembra che anche se non possiamo essere molto ottimisti sul i risultati raggiunti ci sono però delle buone premesse forse il punto di maggiore forza e la grande disponibilità delle imprese italiane di andare senza troppe esitazioni su questi mercati che sono tutto sommato abbastanza vicini e su cui si stabiliscono
Piuttosto rapidamente dei rapporti di collaborazione
Per concludere vorrei soltanto fare un accenno a questo strumento invece di collaborazione che abbiamo stabilito fra istituzioni pubbliche cioè essenzialmente il ministero degli affari esteri e l'Istituto Commercio estero
E il sistema privato dell'impresa stamattina il ministro Dini ha avuto la bontà di citare questo esempio come uno dei di quelli che ha funzionato sul piano la collaborazione si tratta dello schema di concertazione
Che funziona da Rete collegamento fra un sistema di antenne all'estero costituito sostanzialmente dalle ambasciate e uffici commerciali e dagli uffici dell'indice
E un centrale messa in funzione qui a Roma per cercare di far giungere alle nostre imprese che intendono partecipare alle gare comunitarie nell'ambito dei programmi di assistenza tecnica del fare del Thai cinese
Una serie di informazioni di prima mano molto più consistenti e rapide di quelle che avvenivano con i canali tradizionali e quindi il vero obiettivo è quello di fare in modo che le nostre imprese partecipino in maniera più consistente con maggior successo ai finanziamenti comunitari sapete che nell'ambito del fare c'è qualcosa come dieci mila miliardi nell'ancora nell'arco dei cinque anni per finanziare operazione di assistenza tecnica all'Est europeo
Devo dire che dopo le prime difficoltà di raro del meccanismo che è in piedi da poco meno di un anno questo marchingegno comincia a funzionare in maniera abbastanza soddisfacente abbiamo coinvolto una serie di esperti settoriali capaci di finalizzare le informazioni a un determinato numero specifico di impresa è già selezionate e questo è uno degli strumenti più concreti e con questo strumento stiamo assistendo a un recupero della quota di nostra partecipazione che originariamente era al di sotto del quattro per cento quando pagavamo ancora il quattordici per cento in chiave di bilancio su questi fondi
Attualmente abbiamo recuperato un notevole spazio spente speriamo di poter potenziare ancora questi risultati un ultimo accenno farei a una argomento importante che si sta sviluppando proprio in questi giorni a Bruxelles perché ci ricollega col tema dell'allargamento e cioè l'intenzione che noi abbiamo sostenuto della dell'Unione Europea di riorientare gli interventi del fare soprattutto in funzione dell'allargamento cioè fare in modo che questi fondi spesi
Spesso in passato soprattutto per operazioni di consulenza siano invece finalizzati a preparare sia l'infrastruttura sia la l'apparato amministrativo dei paesi che dovranno negoziare con la comunità all'allargamento e quindi in un certo senso facilitare questo processo mi sembra che questo sia un momento particolarmente importante e noi speriamo di poter far funzionare anche il nostro meccanismo in questa direzione grazie bene
Io siamo arrivati alla conclusione no naturalmente molte considerazioni sono state fatte su cui sono materia di riflessione per ciascuno volevo solo fare quali pochissime ne sono pochissime considerazioni
Sugli allargamenti
è giusto dire che non ci deve essere un rapporto di compensazione tra largamente Unione europea e la NATO è altrettanto vero che il Linfield se politicamente
E questi rincari sono rinchiusi che non possono essere ignorati
E quindi si tratta di gestire
Il rapporto d'allargamento l'Europa era l'argomento era nato sapendo che un collegamento di natura politica cioè
Penso ai Paesi baltici Paesi Baltici non sono candidati a entrare nella NATO né adesso né a breve
è una considerazione politica che non è estranea alla discussione sulle rapporti avere Unione europea cui Paesi baltici perché esso stesso
Io credo che
Appunto
Le scelte che noi stiamo facendo sia per quello grande allargamento l'anatema allargamento NATO per sono scelte politiche non sono scelte che hanno possono essere fatte sulla base di considerazioni di candidatura strettamente tecnica tecnocratico
Io MIR rido quando sento non ha detto qui nessuno nel dibattito qualche volta trovo qualcuno che dice a l'allargamento l'Europa è facilissimo pigliamo e le risposte ai questionari
E stabiliamo con chi aprire negoziati come se fosse un fatto tecnocratico dopodiché sei così sciogliamo il Consiglio europeo non c'è bisogno di riunirlo
Che cosa sarà l'Europa di domani dall'acqua indizio aventi per venti quattro ventisette membri unica una scelta che possiamo decidere sull'avviso vidi un questionario la scelta dell'identità del continente è una scelta politica
Gli amici saranno la base per la discussione perché chiede che sulla base della quale aprire i negoziati con ciascun paese come ha giustamente detto su questo sono gli abiti
Ma la scelta è una scelta politica
Vorrei ricordare che il cancelliere Kohl se avesse dovuto seguire fare l'unificazione tedesca sulla base degli atti della banca tedesca non mi avrebbero l'avrebbe fatto
Perché dal punto di vista tecnico tutto diceva che moneta il marco occidentale ma orientale era meglio unifica dopodiché c'è una scelta politica grossa come una casa più importante dell'Abi
Cioè io le imprese ogni tanto sfuggiamo qui ma in altre sedi alla dimensione politica delle scelte che si stanno facendo e che non sono misurabile tutte soltanto con i criteri e i parametri criteri parametri servono in quanto uno abbia un disegno politico
Seconda questione
Io credo che il problema della allargamento della NATO e alla complessità e tutti gli aspetti che abbiamo discusso ampiamente
Pongo all'Italia anche una responsabilità che l'Italia sta cercati sta cercando di attendere sul terreno operativo
Stamattina copie generale Cocozza fatto riferimento tutto ma se gli accordi di cooperazione
La l'elevamento dalla qualità degli standard internazionali
Fini e mi la modernizzazione dell'apparati
Degli apparati militari non è una cosa di poco conto si è fatto riferimento all'accordo con la Polonia l'accordo trilaterale all'accordo dalla Macedonia se di altre cose che il ministro Andreatta sottoscritto io credo che sia molto importante ed è tanto più importante fare queste corde nel momento in cui il processo di allargamento della NATO è un processo che come dire va definendosi trattate piuttosto graduato
Terza questione io penso che non se li considerazioni che ha fatto per soffocare tutto Favaretto sulla sul la complessità e tutti i problemi che comporta la espansione InterRail sul terreno economico infrastrutturale naturalmente hanno fondamento e tuttavia noi io vuole superare due spettri siamo in ogni caso in una fase espansiva molto grande
Della presenza italiana in questi Paesi e noi abbiamo come dire la necessità di sostenerla con una politica appunto di natura sistemica che è quello che si sta cercando di fare
Il terreno delle infrastrutture un terreno assolutamente decisivo i cui tempi di realizzazione
Anche qui non sono definiti una volta aperte
Per sempre da qui all'eternità dipende da cosa sia in grado di mettere in moto sul terreno delle risorse finanziarie
Perché per esempio certi programmi sui relativamente al con la costruzione del corridoio numero cinque
Nelle tratte della Slovenia dell'Ungheria sono a risorse finanziarie conosciute oggi
In quanto si sia capaci di attivare risorse meccanismi finanziari di altra natura quei programmi vari
Anche qui cioè il problema è un conto è la fotografia dello stato conto dire che quella fotografia un dato assolutamente immodificabile e che quindi le cose non potrà così perché io non credo che sia così
Credo che non a caso si fa una Conferenza paneuropea dei trasporti ad Helsinki per qualche settimana dove c'è funzionano discussione molto complicate
Politicamente impegnativa sulle priorità su cui orientare i flussi finanziari dell'unione europea sospendere ti paneuropea nei prossimi anni
E a seconda se questi flussi saranno dirottati su un asse piuttosto che su un altro certi tempi di realizzazione Santa tipo
Quindi siamo dentro una fase dinamica e lo sport come vogliamo produrre lo sforzo appunto per realizzare una iniziativa dell'Italia più forte e più determinata più conseguente che cogliendo le molte opportunità che la situazione ci offre e una condizione in ogni caso di radicamento nell'area che in molti paesi e Bianchi mediamente si vede essere tra i principali parla di questi Paesi dobbiamo essere in grado di soddisfa finisco con un'ultimissima considerazione
E cioè io penso che il convegno di questa mattina
A voluto affrontare un tema della nostra politica estera e una delle priorità attorno a cui ne stiamo lavorando e cioè
La proiezione della dell'Italia in Europa centrale e orientale come parte evidentemente di una politica estera più ampia un tema che io credo argomenti una considerazione che forse a conclusione di questo convegno fu fatta è questa
Spesso nella pubblicistica si contrappone la direttrice a destra con la direttrice asciutto io penso che questa contrapposizione sia del tutto astratta si guarda una carta geografica si vede che l'Italia nel punto d'intersezione delle tre dimensioni europee
Nella prima la dimensione dell'integrazione di quindi siamo partecipi pieni e con la scelta della moneta lo vogliamo essere sempre di più
Della dimensione centroeuropea balcanica per tutte le ragioni che abbiamo detto questa mattina e ovviamente delle dimensioni mediterranea la complementarietà di queste tre dimensioni è un aspetto della politica diciamo un punto della politica estera essenziale della politica estera italiana
E e quindi diciamo è è anche perché le domande che ci vengono dai non sono le domande che ci vengono dal Sud sono domande di tipo diverso di facilmente ma c'è un altro dato che lo invita io in questi giorni ho visto una tabella significativa
Data dal dalla Direzione degli Affari economici del ministero degli esteri
Dal quale si evidenzia da questa tabella dei tedeschi che l'Italia mediamente il secondo Paese nell'aria in Europa centrale e orientale ma a parte questo dato la cosa significativa e che la Germania non è soltanto prima immensa
E prima anche nel Mediterraneo dove la seconda e di nuovo l'Italia la Francia e l'arte
Perché cito questa cosa perché è la dimostrazione che il ragionamento sulla sola contiguità territoriale
Che viene spesso usato cioè noi riceviamo occupare Castelvetrano perché vi sia l'Est e di un altro sono sciocchezze un grande Paese con la Germania che di Mediterraneo non ha nulla
Intuisce la strategicità
Di quell'area ed è il primo Paese per presenza di investimenti per presenza commerciale
Prima lo stesso seconda considerazione noi viviamo in un modo che sempre più unico sempre più interdipendente la complementarietà un criterio fondamentale di tutti i processi economici culturali politici sociale
E quindi la politica estera italiana nello scacchiere geopolitico in cui l'Italia è collocata e deve essere capace di fare i veri complementarietà diversa direttrici della della politica
E infine l'ultimissima considerazione manco minuto le due la faccio in un minuto ed è tema che naturalmente però cui si potrebbero scrivere libri fare un convegno abbastanza interessante
Io credo che noi stiamo cercando
Cercando forse ce la faremo lo giudicherà qualcun altro
Cercando di dare finalmente al Paese
No una politica estera io sono sempre stato convinto anche quando per moltissimi anni sottoposizione che l'Italia politica estera ce l'avesse uno poteva criticare o meno Italia ha sempre avuto politica est quello che stiamo cercando di fare un'altra cosa
Che credo più importante
E quello di vincere un senso comune che nel ponente del paese è
Largamente radicato per ragioni che la Previti i tempi non mi consentono di spiegare e cioè la convinzione largamente diffuso nell'opinione pubblica italiana che l'Italia sia un Paese che non può avere una politica estera che assai più grave che affermare che in una
Io penso che non sia vero
Io penso che l'Italia la politica estera la busta c'è la vuole la
E questo è il problema vero un Paese che non ha coscienza di sé ha difficoltà a proiettarsi fuori uso
E quindi c'è un problema che culturale prima ancora che politico
Di come e mi dispiace che i giornalisti siano che via perché qui si informazione avrebbe un ruolo grande di come il Paese riacquisire se una una coscienza di sé
è il premio è il prerequisito la precondizione per riuscire a fare una politica estera una politica estera che l'Italia fa ha fatto fa può fare perché con tutti i guai e tutti i limiti di questo paese questo è un grande Paese grazie
Epifani
Sì