La crisi del Governo Prodi, il ruolo di Rifondazione comunista, la riduzione dell'orario di lavoro

Magari cale parliamo della crisi e politiche italiane e anche di un aspetto importante di un problema che è stato messo sul tappeto a ma in particolare durante questa crisi politica parliamo cioè dell'orario di lavoro della riduzione dell'orario di lavoro con le Piero Ostellino politologo già direttore del Corriere della Sera che danno una così anni vive il quasi stabilmente potremmo dire in Francia proprio la Francia tra l'altro è l'altro Paese europeo l'altro anni anzi europea dove si sta parlando proprio queste settimane di riduzione dell'orario di lavoro com'era nel programma elettorale della coalizione che ha portato al potere il socialista Lio nel Jospin allora innanzitutto la prima domanda è ovvio qual è la tua valutazione su questa crisi politica tu all'inizio dell'esperienza del governo Prodi è iscritto un articolo sul Corriere della Sera in qualche modo definendo in maniera per così dire eterodossa la posizione di cui oro di Rifondazione Comunista a questo punto come giudichi questo scontro tra l'Ulivo e Rifondazione lo giudica uno sconto effettivo come qualcuno che qualche volta ha detto una sceneggiata no in realtà secondo me
è uno scontro effettivo o meglio è una differenza di punti di vista sul modo di governare il Paese
Cioè io ritengo che Rifondazione continua a vivere la sua funzione sia che si tratti di un po'è un partito di maggioranza di governo sia che Fini fa l'opposizione cioè in qualche modo certi ceti sociali civiche anche certe corporazioni e legittimo che qualcuno l'averle rappresenti e Rifondazione ne rappresenta coerentemente e quindi questo mi sembra del tutto normale piuttosto il dato significativo della della disputa è che è uno scontro all'in erano della civiltà cioè tra due sinistre una sinistra diciamo così riformista è vagamente europea come il PDS è una sinistra più oltranzista più operai vista come Rifondazione Comunista
Questo perché perché è in gioco anche la leadership sul sindacato cioè in in in un certo modo questa disputa tende a spaccare anche il sindacato tra coloro i quali si collocano su più più su posizioni di sinistra e coloro i quali Cofferati in testa si si collocano su su posizioni più riformiste quindi più vicine al PDS quindi io non la considero una sceneggiata la considero un moto dialettico di portare a
Anche un governo di centrosinistra come molte grandi difficoltà perché effettivamente le distanze tra Rifondazione e soprattutto l'Ulivo
E i centristi democristiani
Quelli dipinti sono molto forti quindi non è una sceneggiata è uno scontro
Mi pare di capire che esistono effettivamente anche secondo te come dice Bertinotti due sinistre nel nostro Paese ma infatti esistono due sinistre e questo è il lato come dire antologico della situazione italiana perché negli altri Paesi le finestre sono inutile
Nelle le due sinistre sono in in genere dentro lo stesso partito oppure come infra
Parte del governo e quindi sono coinvolte nella responsabilità diretta del Governo non sono l'opposizione al governo dentro la maggioranza di governo come accade in Italia
E quindi
Negli altri paesi la situazione diciamo così è molto più facile perché c'è un'assunzione di responsabilità da un lato la Francia e un dominio della maggioranza ad esempio in Gran Bretagna nei confronti
è mia ci sono diverse sinistre che però non sono sinistre così radicali come quella di
I Bertinotti in fondo questo è un partito che si dichiara apertamente comunista che è una nasce da una scissione con il vecchio partito comunista che rompe nel momento in cui Partito Comunista civili orienta su posizioni riformiste e che ha dentro a è un uomo come Cossutta di tradizioni comunisti antiche quindi è un partito ancora con una certa vocazione comunità anche che ovviamente non è più per la socializzazione dei mezzi di produzione per la dittatura del proletariato e altre cose di questo genere cioè
è un partito radicale di sinistra ecco ecco ma secondo te in questa in questo scontro può essere ricomposti in qualche modo in sede politica o al massimo possono trovare qualche forma di rabberciato interne avevano potrebbe essere ricomposto in sede politica per una ragione molto semplice che senza Rifondazione non si
Governo e quindi la sinistra dovrebbe andare a questo punto le elezioni o o fare un governo di grande coalizione per l'Europa e per le riforme istituzionali cosa che tutti dicono di non voler fare io personalmente sono dell'opinione che invece bisogna lasciare perché molte opzioni per non consentire ai partiti minori Rifondazione in questo caso una rendita di posizione che gli consente di ricattare tra virgole che politicamente la maggioranza a cui appartiene però d'altra parte anche dalla parte del Polo succede la stessa cosa cioè Rifondazione oggi a molti alleati non solo diciamo così nel Paese tra coloro i quali sostiene rappresenta ma soprattutto in Parlamento c'è il Casini Mastella probabilmente lo stesso Dini all'interno del dell'Ulivo ed altre sono obiettivamente degli alleati di Rifondazione perché non vogliono che si e alibi un maggioritario compiuto un bipolarismo compiuto perché godono della propria rendite di posizione quindi tutto viene scaricato sulle spalle di Rifondazione perché in questi giorni Rifondazione alla ribalta del palcoscenico ma in realtà questa è una battaglia anche molto più grossa che investe la natura del sistema politico riforme istituzionali insomma che riguarda il futuro del Paese si era detto che il futuro del che sarebbe stato combattuto fra ex comunisti ed è quello che accade sul palcoscenico ma in realtà dietro alle quinte vi sono una serie di altri attori che agiscono più o meno come Rifondazione per quello che riguarda il maggioritario
Polaris insomma i temi problemi economico sociali si intrecciano strettamente con i temi problemi della riforma istituzionale non c'è dubbio infatti io penso che tutto sommato anche se il il dibattito e sei
Io ce le differenze sono sostanziali tutto sommato la finanziaria sia quali un pretesto rispetto ai grandi temi della riforma istituzionale della collocazione di questi gruppi e gruppuscoli partiti e partitini che rischierebbero di scomparire o quanto meno di essere gli emuli dati scritti infatti non è un caso che D'Alema abbia prefigurato la possibilità di nuove elezioni adesso poi al la la la la la smentito ma in realtà l'aveva detto perché nuove elezioni
Continuerebbero a te dentro la logica del maggioritario cioè D'Alema ragiona dentro quella logica anche sul sistema elettorale quello che mentre quelli che non le vogliono sono quelli che vogliono protrarre la situazione in modo da farla come dire macerare parla imputabili
E ad un certo punto sia ritorna a forme di proporzionalismo di fatto istituzionali eccetera che concedono questi partiti e sopravvivere sente una delle proposte che sul tappeto in cui per cambiare tremenda lavo per ritirare che dir si voglia la finanziaria delle governo Prodi riguarda la cosiddetta riduzione dell'orario di lavoro il governo Jospin ce l'aveva nel suo programma elettorale e i propri questi giorni si sta discutendo in Franz sulla su questa prospettiva allora volevamo sapere agli otto innanzitutto che cosa si sta effettivamente discutendo in Francia una riduzione dell'orario di lavoro per legge una riduzione dell'ora
I lavori in qualche modo favorite incentivata dalle finanze pubbliche adesso favorite incentivate soprattutto programmata nel tempo e quindi e lui da nel tempo ma a questo proposito
Beretta tra quelli tra quello che accade in Francia è quello che accade in Italia cioè che in Francia non viene affrontata né da coloro i quali sono favorevoli alla riduzione dei valori quali sono contrari viene affrontata in termini ideologici mentre in Italia è diventata è caduta e a Renata nelle secche dell'ideologia delle due parti c'è da una parte ci dice lavoriamo meno così lavoriamo tutti fatto ideologico dall'altra parte si dice si si lavora meno a parità di salario cade la produttività e l'Italia esce dalla competizione internazionale e ioni quelli che vogliono riduzione dicendo lavoriamo vedo lavoreremo tutti praticamente danno la sensazione di non preoccuparsi della produttività e quindi dell'accumulazione gli altri allora la sensazione di non occuparci dell'occupa non è e della solidarietà c'è ciascuno ignora le ragioni dell'altro in nome della propria ideologia ideologia del profitto e della comunicazione gli uni ideologia della solidarietà e dell'occupazione e gli altri mentre in realtà non si tiene conto di una di un tè altro fattore che ha consentito in questi duecento anni di ridurre costantemente l'orario di lavoro perché Dalla Riva dalla prima rivoluzione industriale in poi l'orario di lavoro è stato ridotto e cioè lo sviluppo cioè non si tiene conto che in italica o per lo meno non solo l'Italia ma anche Leo in Europa da Keynes e cioè dal dal dio dietro l'uso del piano in poi non c'è stata più una teoria generale dello sviluppo cioè non si è più ragionato in termini di sviluppo e non si sono lette assieme le varie variabili e componenti dello Sri Lupo ad esempio nessuno dice nel momento in cui in Italia si dice che riducendo l'orario di lavoro succederebbe la catastrofe e probabilmente succederebbe nessuno dei che però che siamo all'ultimo posto dei Paesi maggiormente industrializzati per investimenti in ricerca e sviluppo non si dice che negli ultimi anni l'industria italiana ha ridotto considerevolmente i suoi investimenti nello sviluppo e nella ricerca tecnologica cioè non si dice che è una delle variabili condanne ali dello sviluppo è stata totalmente ignorata nel nostro Paese e per di più si dice ancora alcuni economisti dicono che che si è arrivati ad una riduzione dell'orario di lavoro imprenditori sarebbero costretti ad orientarsi verso quei settori capitale oriented piuttosto che lei può oriented cioè più a capitale che
A lavoro e quindi la disoccupazione o omettere demente la storia economiche insegna che lo sviluppo tecnologico aumenta e non diminuisce la disoccupazione mela l'occupazione Witwicky quindi tu dissi
Ma dovrebbe essere affrontato cercando di verificare se un la riduzione proposta di orario loro
Coniugato di Tura incentivo meno lo sviluppo indagato ma infatti cioè tenendo la scultura concreta dell'economia italiana e rendo conto di tutte le variabili che concorrono alla alla all'economia di un Paese che se si tiene conto soltanto del patto lavoriamo nei
Noi lavoriamo tutti e Siniora che questo incide sulla produttività e quindi sull'accumulazione è chiaro che è un pilastro perché tiene conto soltanto della commutazione della produttività e non si tiene conto del fatto che c'è anche un problema occupazione ci troviamo con il dodici quindici per cento fra poco dei disoccupati Paci si tiene conto invece che occorre un piano generale di sviluppo tecnologico di ricerca e sviluppo di gli investimenti dell'indulto in campo tecnologico cioè si si tiene conto del fatto che occorre fare delle autentiche rivoluzioni delle innovazioni su tutte le variabili che incidono sulla struttura economica di un Paese allora si può cominciare a ragionare pragmaticamente e individuare una teoria dello sviluppo che tenga conto di tutto questo sentivi
Ma comunque da quello che mi par di capire in Francia la dibattito su questa questione sta sostanzialmente sulla riduce la loro lavoro intermedi incentivazione a parte dello Stato e con una certa programmazione tempora
Tanto è stato esattamente questo cioè tenendo conto del fatto che le riduzioni del lavoro sono nella storia dell'economia mondiale ma che però riduzione del lavoro vanno fatte gradualmente
E nel tempo vanno fatte con dei supporti in questo caso degli incentivi da parte del dello Stato ma possono essere fatti anche in altro modo c'è appunto con delle con delle
Rivoluzione di carattere tecnologico cioè con con degli sconti i fattori che incentivino anche questo e allora a questo punto viene affrontato in termini molto empirici cioè vediamo dove
Possibile e fino a che punto è possibile e quando in in termini di tempo è possibile realizzare una riduzione del lavoro in volo da fare insomma anche in questo campo il
Gli i problemi si affrontano in chiave
Prevalentemente ideologico ai pannelli approdano in chiave ideologica ma soprattutto io quello che trovo come dire
Sconfortante è la il dogmatismo e il Bertinotti per intenderci e di coloro i quali dicono vogliamo la riduzione perché in questo modo lavoreremo di più dogmatismo e la chiusura assoluta del mondo imprenditoriale
Che non fa i conti con se stesso cioè nel momento in cui si critica Bertinotti bisognerebbe che gli imprenditori italiani facessero i conti anche con la propria cultura imprenditoriale la cultura imprenditoriale degli imprenditori italiani tranne ovviamente alcune lodevolissime ci
Ogni è uno ancora una cultura molto ferma sotto questo aspetto e quindi bisognerebbe che anche gli imprenditori italiani si adeguassero agli standard europei intendo dire agli standard culturali
Bene ti ringraziamo ringraziamo Piero Ostellino già direttore del Corriere della Sera il politologo buono sconto come sempre da Radio radicale poi