L'Associazione Italia Nostra lancia l'allarme per il possibile smembramento della tutela dei beni culturali che il Consiglio dei Ministri starebbe per operare con due decreti legislativi che riformerebbero il settore in attuazione della Legge 59/1997 Bassanini 1

Ma dunque
Quando a suo tempo
Il Parlamento decise di dare un'ampia delega al governo per realizzare un assetto tre federale si disse insomma per completare il trasferimento di funzioni dallo Stato alle regioni e agli enti locali
Tutte le associazioni unitariamente avvertirono il pericolo di inserire in questo quadro anche la materia della tutela dei beni culturali perché già si avvertiva la tendenza ad una ad uno sbandamento ad una separazione di funzioni
Che scorte intuiscono il contenuto essenziale
Della tutela per restringere invece la nozione di tutela ai contenuti il più burocratici amministrativi giuridici ecco e allora il Parlamento condivise le preoccupazioni delle associazioni e con una espressione che a noi pare di significato
Indiscutibile un tono perentorio escluse dal conferimento al alle regioni e agli enti locali
Quindi al conferimento di delega al governo per realizzare questo assetto decentrato dello Stato la materia dei beni culturali con un'espressione testuale di univoca interpretazione quindi le funzioni e i compiti riconducibile alla tutela dei beni culturali il patrimonio storico artistico erano esclusi da questo disegno di trasferimento di funzioni dallo Stato alle regioni la commissione che era stata costituita nell'ambito del ministero della Funzione pubblica che come si sa eretta da Bassanini il
Promotore di questo disegno del disegno di legge
Si sa come ha superato questa esclusione che noi continuiamo a dire insuperabile e cioè a scorporato dalla unitaria funzione di tutela i suoi più vitali contenuti di promozione di valorizzazione di gestione perfino di catalogazione e tutte queste funzioni nel disegno dello schema cammelli la Commissione torno a dire costituita presso il ministero della Funzione pubblica a proposto di trasferire a Regioni ed enti locali
La esclusione della Bassanini e uno aveva trovato una eccezione ma un'unica eccezione
Nella cosiddetta Bassanini venisse quella per la semplificazione della delle attività amministrative in un centotrentunesimo centotrentesimo comma dell'articolo diciassette proposto in modo avventuroso
In parlamento al governo era data facoltà non quindi una prescrizione vincolante era data facoltà di prevedere nell'ambito di attuazione
Di questo disegno di trasferimenti trasferimento di gestione di Musei del dello Stato quindi solo gestione i musei
E naturalmente secondo una libera valutazione da parte del governo avrebbe lo schema cammelli
Estende in modo assolutamente indebito anche la delega del Bassanini della Bassanini visse
Non solo parla di gestione di musei ma di proprietà di musei quindi anche il regime di appartenenza insieme ai Musei prevede il trasferimento pressoché di tutte le
Istituzioni culturali periferiche
Dello dello Stato ivi comprese le aree archeologica questo schema è vero pare che non rifletta più l'attualità politica della volontà politica del Governo e del ministero
Dei beni culturali perché è noto il ministro Veltroni convocando il Consiglio nazionale la settimana scorsa a illustrato uno schema di alternativo utilizzando cioè i risultati della lavorazione della sua commissione la commissione credi che ha insediato ad altri fini
E cioè la elaborazione di una riforma dei modi di organizzazione delle competenze interne al ministero e anche la stessa definizione
Di una più moderna ed efficiente
Tutela
E tuttavia noi riteniamo che anche lo schema lo schema che Illy introduca una
Frattura nella nozione unitaria di tutela e che quindi per questo aspetto debba essere contrastata è vero che benché il lo schema Cheli accetti lì in palco logico dello schema cammelli e cioè
Scenda il Conte il concetto che noi diciamo unitario inscindibile di tutela è vero che tuttavia trattiene allo Stato
Funzioni di valorizzazione e promozione e gestione essenziali per una qualsiasi politica dei beni culturali e quindi immediatamente lo schema a Cheli non
Mortifica la tutela unitaria dello Stato questo è un riconoscimento doveroso che Italia Nostra deve fare al lo schema Cheli e tuttavia
Noi continuiamo a credere che in questi sto sviluppo di attuazione della legge delega debbano rimanere
Totalmente
Estranei di interessi della tutela perché c'è appunto quella esclusione perentoria che deve essere fatta valere qualunque
Decreto legislativo che Dio li questo principio si espone poi anche alla censura della Corte Costituzionale per clamoroso eccesso di velleità la lo schema che li ha poi un
Aspetto specifico di testuale
E Lusi ione dei limiti della delega in tema di trasferimento di gestione dei musei nel senso che non ha la estensione la latitudine del corrispondente disposto dello schema
Dello schema cammelli e però con una espressione molto generica dice che al governo è delegata anche il trasferimento non solo della gestione dei musei ma anche di altri beni culturali espressione equivoca quell'altri sta a significare che si tratta Ibe e mi culturali in senso molto molto ampio che hanno la stessa natura del museo e quindi in quegli altri beni culturali ci stanno tutte le istituzioni di conservazione ci stanno tutte le biblioteche ci stanno perfino tutti gli archivi oltre che i beni singoli che compongono il patrimonio
Storico artistico della del del dello Stato anche questa disposizione specifica
Clamorosamente in contrasto con i limiti della delega ma dicevo benché in concreto poi la la lo schema di decreto legislativo che di
Dopo avere accettato questa nozione scomposta da di tutela dei beni culturali si preoccupa di trattenere allo stato le funzioni di valorizzazione di gestione di di promozione
Di catalogazione che sono in assolutamente indispensabili e tuttavia poiché lo schema che di in realtà è un'anticipazione della legge di riforma del ministero
Dei beni culturali e quindi fissare i principi fondamentali della nuova disciplina del ministero viene acquisito il principio che noi contestiamo
Radicalmente che la tutela non è una nozione unitaria
Che tutela
Deve intendersi in senso restrittivo quella che imputabile prevalentemente all'attività amministrativa giuridico burocratica mentre contenuti digitali non possono definirsi di tutela e quindi per esempio non hanno la copertura dell'articolo nove della Costituzione e quindi non sono una
Prerogativa essenziale e irrinunciabile di pubblica gestione e se ne potrebbe perfino prefigurare una privatizzazione non c'è in questo modo nessun ostacolo a una deriva privatistica quindi nella gestione del patrimonio storico-artistico non sono minacce attuali nel senso che il
Uno schema Cheli questo non prevede ma ah se erano come principio nuovo fondante della materia dei beni culturali che la tutela non esauriti esaurisce la funzione
Di torno a dire tutela non c'è altra espressione che possa contrapporsi a quella tra tutte insomma una tutela smembrata che rimane prerogativa pubblica irrinunciabile per una minima parte e che in prospettiva non solo può essere trasferita alle regioni
Ma perfino potrebbe
Per il principio di sussidiarietà che ahimè ha affermato dalla commissione bicamerale non nell'ambito delle pubbliche istituzioni ma perfino nei confronti dei privati uno dei principi che è stata fermato dalla Bicamerale appunto quello lo Stato interviene soltanto laddove i privati non
Houghton non non riesco non lontano autonomamente a realizzare le finalità della collettività
Ora appunto queste obiezioni di principio io credo che un'associazione come Italia Nostra debba tuttavia fare fare valere anche se torno a dire immediatamente dallo schema Cheli così come è stato presentato dal Consiglio nazionale queste minacce non possono dirsi realizzate perché Torno torno a dire doveroso riconoscerlo la preoccupazione del del ministro che peraltro ha sempre prospettato il suo dicastero valorizzato nel ruolo di promozione era impensabile che potesse riflettere la sua concezione del dicastero lo schema cammelli
E quindi è chiaro che Lost lo schema che è lì valorizzate questo ruolo del del ministero e tuttavia introduce però il il principio di una tutela che non necessariamente è però erogativa pubblica e non necessariamente e funzione rigorosamente unitaria ho accennato anche
Allarme esigenza di fuga subito un possibile fraintendimento Italia Nostra non è antiregionalisti
Non questa posizione non riflette un pregiudizio negativo nei confronti del decentramento della tutte oggi le regioni come gli enti locali sono titolari di funzioni necessariamente titolari di funzioni di tutela l'articolo nove impegna tutte le istituzioni pubbliche della Repubblica nella nella tutela ecco ritiene però che soltanto secondo la coscienza delle funzioni di tutela è possibile riorganizzare anche le competenze
Soltanto cioè attraverso la legge la riforma della della tutela attraverso la riforma della organizzazione delle competenze nell'ambito del ministero
è possibile immaginare in modo garantito ulteriori possibili trasferimenti di di tutela dallo Stato alle Regioni ai Comuni ma soltanto appunto in una legge organica di riforma del ministero de della tutela questo è possibile
La formulazione
Della dell'articolo uno comma tre della legge Bassanini uno uno eh io credo perentoria e
Lo stesso schema lo stesso schema che dice che non tiene conto di questa esclusione e di questa esclusione si pone in conflitto con
La
Previsione generale della legge della legge dalla legge Bassanini è
Uno uno uno schema che può essere denunciato di eccesso di idee lega di cadere sicuramente superato i limiti del potere legislativo che il Parlamento ha conferito al al governo io credo
Si possano Fini qui la concludere così la introduzione
Se ci sono con richieste di chiarimenti
Prego dottor con
Crescono
Una
Sì ad un tema se in tema di
Gest trasferimento di gestione di musei ed altri ed altri beni culturali non c'è dubbio rispetto alla corrispondente previsione dello schema
Dello schema cammelli un avanzamento consistenti
Ecco non c'è dubbio perché e qui il limite e dato da da un'espressione che però abbiamo detto si presta ad una estensibilità pressoché illimitata questi altri beni culturali possono essere istituzioni della stessa natura dei Musei quindi biblioteche quindi ed archivi la commissione che dovrà scegliere
Orienterà le proprie decisioni dice il mi pare l'articolo del Borzacchelli secondo il principio di sussidiarietà ecco io credo che il principio di società sussidiarietà pur dentro
L'ambito delle pubbliche istituzioni in materia di beni culturali non sia un principio praticabile applicabile perché muovere dal dal presupposto che il comune la comunità locale abbia attribuzioni come dire sì primarie ecco rispetto ad altri livelli della organizzazione complessità dal dello Stato e della Repubblica quindi spetti innanzitutto al Comune la gestione del patrimonio storico-artistico dei musei e degli altri beni culturali retate una mozione a storica
Il fatto che un museo sia di appartenenza civica è un connotato
Storico di quella istituzione non non è pensabile una come dire una classificazione di qualità tra i musei in quanto di appartenenza civica o di appartenenza nazionale in musei le raccolte del
Del diranno le raccolte civiche del mediano del di
Castello visconteo hanno qualità
Paragona anzi non è neppure pensabile fare una valutazione comparativa rispetto a Brera il fatto che sono civiche
è il connotato dalla storia di questa raccolta per questo sono civiche e mentre le raccolte di Brera hanno una dinamica di formazione diverso sono la la raccolta dell'accademia e e quindi nel passaggio allo Stato unitario il la la l'assetto amministrativo le ha portate all'appartenenza dello dello Stato
Quindi
Anche questa commissione paritetica prevista che dovrà lavorare in in due anni per identificare quali dei musei e altri beni dovranno essere secondo il principio di sussidiarietà non non offre io credo garanzie sicure di rispetto dell'assetto storico dell'organizzazione anche delle istituzioni culturali del nostro del nostro Paese torno a dire il principio di sussidiarietà non può sorreggere una decisione responsabile al al riguardo così come non non non poteva essere criterio
Affidante quello previsto dalla dalla Cheli dalla dalla dalla cammelli
Che faceva riferimento a una sorta di graduatoria dell'interesse nazionale come appunto se un un museo d'altra istituzione possa essere qualificata secondo grado dell'interesse
Nazionale
Evidentemente espressione di chi non non sa che cosa sono le istituzioni culturali non so che cosa sono i beni culturali in realtà sono commissioni fatte da
Giuristi puri
Da tra mi pare che tutta la proposta
Signora
Bene e quindi in pratica quali
Di cancellare
Intagliati da Italia Nostra
Beh ritiene che questa non sia materia di delega
Perché c'è c'è un c'è una c'è un esclusione questa è la posizione di principio che e intende far valere ancora tuttavia riconosce perché il dello sullo schema lo schema che lì non toglie allo Stato strumenti indispensabili di tutela giudizio di merito
Non è escluso da una premessa di principio la premessa di principio è che da questo orizzonte dei attuazione della delega i beni culturali andrà sta fuori tuttavia in due modi di attuazione della delega sono radicalmente radicalmente diversi il primo quello della Commissione cammelli
Mortifica la tutte non tanto le prorogativa dello Stato ma mortifica la tutela no e quindi espone a rischio il patrimonio storico artistico lo schema lo schema cammelli
Quindi grandi proprio dallo schema camalli e quindi è da da rifiutare nel merito
In toto lo lo lo schema che invece nasce da una preoccupazione
Diverso di un ministro che a una mozione del suo dicastero profondamente diversa il suo dicastero un dicastero di promozione è un disco un dicastero di valorizzazione quindi non intende rinunciare a queste
Funzioni
Con poi va be quel quella disposizione specifica che ci sembra assolutamente indebita perché
Di illusione della esclusione la formulazione cioè che riguarda la la la la Bassanini bis cioè il trasferimento di gestione di musei il punto
Il gesso
Dite legga addirittura clamoroso
Sì sì certo
Il nostro contributo questa esposizione
Sono Ferruccio Ferruzzi vicepresidente Associazione archivistica italiana
Faccio anche parte del consiglio nazionale per cui ho assistito all'esposizione da parte del ministro e al dibattito a cui ho partecipato di questa riforma indicata nella bozza che indichi la parte che riguarda il rapporto Stato-Regioni
Poi vi accenno brevemente solo alcune puntini diciamo che non abbiamo messo in questo documento perché ora il tema all'ordine del giorno eh
Quale assetto del rapporto Stato-Regioni settore Beni culturali il governo varerà il sei febbraio
Ad si è scoperta un certo punto che esistevano due bozze una fanfara Lele una fatta da Bassanini per il Presidenza del Consiglio e una da Veltroni del Ministero Beni culturali
Le Regioni Comuni e Province hanno visto la dà la riforma Bassanini e hanno chiesto degli emendamenti ulteriormente rende diciamo di regionalizzazione ulteriore su quel piano
Intanto vorrei fare un commento come dire di quadro politico che mi sembra indispensabile per capire tutta questa vicenda un po'confusa no
Ed è questo decreti Bassanini evidentemente a ritenuto di volere anticipare dei contenuti della possibile riforma costituzionale che in discussione al Parlamento sul tavolo ci sono delle bozze anche Italia Nostra e nove abbiam fatto già altre battaglie abbiamo tenuto dei degli emendamenti
Diciamo c'è anche lì questo diciamo conflitto tra una parte che vuole diciamo regionalizzare un localismo diciamo i fautori del localismo estremisti con chiamiamo lì così
E fautori più moderati e altri invece che sostengono invece la la necessità del coordinamento nazionale questi servizi
Allora è evidente che dall'asse dalla Bicamerale comunque c'è da aspettarsi un passo avanti verso il federalismo il regionalismo è una parola d'ordine è un trend è un'esigenza politica ci sono compromessi in corso diciamo qualche cosa di è più possibile no
Certamente intanto nel testo attuale
No non è assolutamente ancora ben chiaro come sarà ripartita la tutela Frast l'annuncio l'amministrazione l'esercizio effettivo a tutela fra Stato e Regioni c'è soltanto scritto che lo Stato è in mano alla legislazione che non è la stessa cosa perché il senatore Elia ha voluto un principio per cui anche nelle materie in cui lo Stato emana legislazione gli altri soggetti possono poi esercitare l'amministrazione che è un po'contraddittorio però al punto la questione in campo bicamerale ancora tutta da decidere e le possibilità potenzialità di ulteriori no conferimenti alle regioni sono forti evidente che Bassanini ha avuto anticiparle
In qualche modo per far trovare già una situazione no quando esce la Bicamerale più o meno di assetto simile analogo che non sia troppo diverso però facendo questo a nostro giudizio
A francamente ceduto la delega positive formale che c'è nelle leggi che vanno sotto il suo nome
Che come lui ha spiegato borsa io
Il combinato disposto delle due leggi prevede che per ora si possono trasferire a Regioni Province Comuni solo la gestione di alcuni Musei punto
Perché se fosse stato possibile altro non ci sarebbe stata necessità di fare la seconda legge Bassanini che diceva che stasera Muse c'era già l'alta quota trasferire quello che si riteneva opportuno
Se ha avuto c'è stato bisogno di questa precisazione vuol dire che la CEI la prima legge non era sufficiente
E questa precisazione a sua volta costituisce un limite di delega nel senso che si possono trasferire solo bugie non anche altri beni cioè nella fattispecie archivi biblioteche
E quindi abbiamo chiesto in Consiglio nazionale per esempio perché c'era questo
Diciamo queste frasi anche nella bozza che li Musei e altri beni forse pensavano agli scavi archeologici a cose diciamo assimilabili a museo però per garanzia noi chiediamo che sia detto solo musei come dice la legge
Noi perché ieri è stato già detto no della ASS Toulouse Gittardi questa separazione netta di di funzioni no gestione tutela valorizzazione la base la la Bassanini va addirittura distinguere la promozione dalla valorizzazione e addirittura la catalogazione della tutela che è una cosa che non sta né in cielo né in terra come si fa a tutelare senza catalogare due lo ce lo diranno loro se
Quindi tutto questo e riteniamo che questa distinzione di funzioni sia pretestuosa per potere appunto poi diciamo così
E scorporare il più possibile da quello che invece è un'attività organica sia dal punto cioè vista scientifico che culturale
Sono qui per noi voi in questione in questo clima quello che civili rischia di più sono le ragioni della cultura e dei beni culturali
Cioè rischiamo che le divisioni vengono fatte proprio come faceva Brenno buttando la spada sulla spada sulla bilancia
Questo il rischio che diciamo anziché alla fine anziché andare a costruire dei criteri razionali che garantiscano di fatto la buona anzi migliore perché non è buona dovunque e tutela dei beni culturali
Ci sia solo una pura spartizione di potere diciamo così dice di fette di sfere di potere e di controllo dei finanziamenti questa nella sostanza e il grosso rischio che c'è sotto questa vicenda
Noi riteniamo che nella bozza che lì si hanno senza dubbio garantite molto di più in questo settore no le esigenze equilibrate del mantenimento allo stato delle sue funzioni
Quindi senza dubbio
Se dobbiamo scegliere scegliamo la bozza che naturalmente abbiamo anche alcune correzioni che abbiamo chiesto anche in Consiglio nazionale alla Borzacchelli
Adesso in modo però diciamo tra i due impianti senza dubbio l'impianto Bassanini
Per queste ragioni che che riteniamo politiche va al di là al di fuori della delega e in una direzione che noi riteniamo nefasta comunque di principio
Poi invece la bozza che lì si tiene di più all'impianto corretto che risulta già da positivo dalle leggi Bassanini
Noi non avremmo voluto che nemmeno fossero trasferiti così i musei però c'è purtroppo scritto e l'ha fatto allora labili impianto complessivo e questo lo Stato mantiene la tutela su tutti i beni agli organi necessari per esercitare la tutela chiaramente
Per noi coi tutela non significa il signor solo controllo poliziesco ma l'attività scientifica di catalogazione di conservazione di restauro e di valorizzazione perché senza questo complesso non si tutte
Comunque lo Stato mantiene la tutela al formalmente c'è scritto così deve mantenere la tutela può trasferire solo alcuni musei
Infine mantiene la conservazione e gestione di tutti gli altri propri istituti dove esercita anche chiaramente le funzioni di valorizzazione in primo luogo quindi attenzione anche a questo scorporo dalla valorizzazione che non significhi che può essere ceduta ad altri la valorizzazione dei beni demaniali conservati dallo Stato vi sarebbe un'aberrazione
Io ho fatto il paragone
E delle tre grandi e non ce n'erano avevano un occhio un orecchio è un dente in comune in tre quindi se doveva mangiare uno aveva passasse il dente e così via
Cioè immaginiamo un istituto in cui qualcuno esercita la tutela un altro esercita la conservazione è un'altra ancora la fruizione e un'altra ancora la valorizzazione è un'altra
è una cosa assurda inconcepibile no conclude soggetti diversi con criteri diversi
La stessa gestione tanto per chiarire questo quadro sembra teorico ma poi anche molto concreto è il concorso di idee altre funzioni al concorso di conservazione tutela e fruizione
Come funziona la gestione non è una funzione pubblica astratta perché chi gestisce deve anche tutelare no chi gestisce gestisce per far affluire chi gestisce ad un certo punto gestirà pure la valorizzazione perché se non valorizza come fa a far affluire come vede che sono cose organiche qui quello che ci anticipa a rimettere proprio il concetto di organicità di qualità dei servizi di tutela cioè noi per chiudere questa parentesi testo discorso come dire di principi anche se domani la Bicamerale contro le nostre principio indicazioni operasse un forte decentramento della tutela stessa
Quello che vogliamo assicurare è che poi gli enti che si assumessero la tutela la svolge essere appunto con il livello di qualità di competenza necessario e che ci fosse tra di loro un coordinamento
Sono queste le ragioni per cui oggi vogliamo che resti allo Stato non perché siamo abbiamo l'idolatria dello Stato per carità siamo consapevoli che lo Stato anche grossi difetti insufficienza
E di questo discorso cioè di assicurare comunque chiunque eserciti la tutela una qualità
Un controllo nessuno ne parla c'è un breve accenno proprio nella nella cammelli cioè che lo Stato deve fissare gli standard di gestione no per questi istituti è uno spunto
Perché per esempio se succedesse come le sovrintendenze beni librari che sono state delegate alle Regioni che non esercitano noi cediamo alle Regioni poi quelle pro sono liberissimi di disfare gli istituti di disperdere personale di non esercitare la funzione capito quindi in questa è il principio la la preoccupazione primaria delle nostre associazioni
Per quanto riguarda quindi la la bozza che li abbiamo fatto anche delle osservazioni di merito su alcuni piccoli punti cioè il fatto che anche voi bozza che lì pur creando meno funzioni non scorporando la catalogazione la promozione
Però sempre accetta questo schema che è pericoloso diciamo poi nell'articolato non questo pericolo non si esplica veramente Romeo ecco attualmente ero accetta e quindi e il principio noi siamo contrari e l'abbiamo detto
Poi per quanto riguarda questa formula e altri beni culturali che si trasferiscono insieme Musei abbiamo precisato che non va tolta
Poi abbiamo chiesto delle a integrazione per quanto riguarda gli archivi perché noi siamo del settore archivi cioè in Italia bisogna assicurare una maggiore tutela degli archivi non statali
Questa è la è il settore che soffre di più che ha bisogno di maggiore promozione soprattutto di quelli contemporanee e quelli che nascono su supporto informatico
Nel futuro non avremo più la memoria storica del presente perché non abbiamo un'autorità che fissa dei criteri di formazione dalla documentazione tali che questa possa riferirsi a conservarsi anche in futuro
Quindi abbiamo chiesto un'integrazione in questo senso al Bozza Chelli questa del ministero
Poi è stata anticipata diamo a grandi linee la riforma interna del ministero che diciamo non è di scadenza urgente perché sarà fatta entro luglio però queste linee
Hanno destato serie preoccupazioni e perplessità per cui spunto preferendo come quadro globale rapporti Stato-Regione il quadro che certamente rispetto al Bassanini con quelle modifiche sostanziali però poi per quanto riguarda la riforma interna ci dovremo rivedere dovremo esaminare l'articolato con circostanze
Proprio circostanziata mente perché comunque per quanto riguarda la tutela ci sono alcuni punti che richiama molto preoccupanti
Quello generale e per esempio che si creeranno questi soprintendenti generali regionali di nomina politica
E questo faccio riflettere a tutti che cosa può significare e i riteniamo che sia un punto molto diciamo qualificante e molto critico di questa riforma per quanto riguarda gli archivi ci sono due cose
Che assolutamente già fin da adesso noi non possiamo accettare in assoluto e sono la soppressione delle Soprintendenza archivistica Perazzi segnare la loro funzione ai caro agli archivi di Stato capoluogo di regione
Il che significa lo smantellamento che la tutela perché quello che prima facevano due dirigenti euro deve fare uno come secondo lavoro dove c'era un organo specifico per una funzione con una preparazione culturale e professionale organizzativa dei rapporti ora non c'è più
Quindi riteniamo che questa sia un grave smantellamento della tutela che segue questa logica di ridimensionamento di liquidazione di accorpamento di riduzione di taglio ma in modo indiscriminato
L'altro linea che esposta nella istituto la soppressione dell'Amministrazione archivistica italiana
Non ci sarà più in Italia un'organizzazione come c'è negli altri paesi preposta agli archivi con l'Archivio centrale dello Stato no i grandi archivi di Stato le soprintendenze
Questa organizzazione verrà soppressa e le sue funzioni assegnate a un dipartimento che avrà anche competenze per i beni librari e le biblioteche la promozione del libro il dipartimento dell'editoria della presidenza con tutti quei finanziamenti nonché sono un centro politico importante
E gli istituti culturali dica sì lo stesso
Quindi l'organizzazione archivistica avrebbe a pesare un quarto dentro un dipartimento dove sarebbe inestricabilmente fusa e diretta da dirigenti che non hanno questa preoccupazione fondamentale della tutela degli atti che invece va rilanciata in questo Paese
Quindi non li anticipiamo già subito questi due punti che sono già oggetto di una nostra contestazione in attesa poi di rivederci tutti quanti
Sulla riforma poi Interna dell'organizzazione perché noi come tecnici diciamo sempre abbiamo detto anche al ministro
Poi hanno voi non importa solo cosa si fa ma come lo si fa anche il fatto che queste commissioni sono state fatte da giuristi di diritto amministrativo e costituzionale economisti non c'era nessuno che fosse esperto di beni culturali di nessun genere o professore delle discipline relative che avesse mai vissuto dentro un istituto esercitato personalmente la tutela questo è un fatto gravissimo che diciamo fa nascere male la riforma poi tecnica dell'organizzazione del ministero a priori non c'è molto da aspettarsi da una cosa che nasce così
E poi anche da criteri di orientamento che sembrano diciamo usare l'accetta per riparare un orologio
Però alle Peter chiudere un attimo se abbiamo un altro minuto per dire una cosa che secondo noi è molto importante sempre come principio
Noi abbiamo detto danni riprendendo la benemerita per essa la vecchia ma è rimasta l'unica cosa valida fatta in Italia lo studio la commissione Franceschini no con l'indicazione di costruire per questo settore amministrazione autonome snelle tecniche
E non è un mistero burocratico come è stato fatto diciamo sempre e quella la direzione organizzativa giusta l'impostazione qui si andrà invece al ministero teniamo ancora più burocratico con più dirigenti generali
Con maggiori strati fra la base operativa il vertice politico no strati di mediazione strati che dovranno infilare no la loro diciamo così il loro proprio livello decisionale e diedi di discrezionalità
Quindi della nella direzione opposta a quella che l'associazione hanno sempre propugnato
Allora il ministro ha preannunciato a parole però appunto non sappiamo come e perché poi io dico autonomia poi dopo sentimento dirigente politico l'autonomia non ce l'hai proprio perché quello prende gli ordini al telefono direttamente
Ha detto che ci sarà una grande sviluppo del principio dell'autonomia e vediamo un po'perché a questo punto possiamo parlare solo vedendo i testi non li abbiamo ancora tutti
Però diciamo davanti a una costruzione burocratica ministeriale centrale l'unico rimedio è una forte autonomia periferica questo servirebbe anche nel caso in cui non si riuscisse la battaglia alla Bicamerale e la Bicamerale Latella così riforma costituzionale passasse forti fette di tutela propria non solo più gestione di istituti minori ai alle regioni
Noi col principio dell'autonomia potremmo chiedere che le strutture tecniche anche se in staccate dallo Stato non siano però gerarchicamente dipendenti dalla Regione
Siano come un'Authority di ambito regionale che collabora con altre su un piano di parità ma non un apparato burocratico gerarchicamente dipendente dall'assessorato
Questo alcuni assessori regionali ce l'hanno riconosciuto perché loro stessi come dire se hanno delle ragioni contro lo stato di vario genere però poi dovranno ammettere che l'esercizio dalla tutela è una funzione vagamente analoga a quella giurisdizionale ci vuole un'imparzialità
Bisogna essere dei terzi
Rispetto agli interessi contrapposti di chi detiene il bene o a causa diciamo a intervenire sul bene per propri scopi come sono anche i politici per opere pubbliche
E il i fruitori presenti e futuri del bene sono loro che noi difendiamo
Ricordiamoci che nell'antico Stato pontificio quando c'erano i figli e commessi
C'era il giudice dei futuri chiamati il tutore dei futuri chiamati cioè non i ricchi detentore momentanee fedecommesso non poteva vendere nove sperperare quello che arriva perché c'era un magistrato che tutelava i futuri chiamati se no quelli non non erediteranno niente e questi interessa è quella dei futuri chiamati e quello del presente possessore
Non sono coincidenti questo è un punto fondamentale
Ecco perché di fronte il testo questo originato cantabile