L'IRI 2, Agenzia per lo sviluppo e l'occupazione, e la proposta di un nuovo Ministero dell'economia reale

Radio radicale si continua a parlare della l'idea dell'IRI due di un'agenzia per lo sviluppo e per l'occupazione e specialmente di un nuovo ministeri rodi un superministero che dovrebbe raccogliere funzioni e competenze attualmente in mano ad altri dicasteri il ministero delle cosiddetta economia reale il nome è un po'sovietico ma in buona sostanza si tratterebbe del ministero che dovrebbe organizzare dirige l'orientale la politica industriale produttiva del nostro Paese abbiamo ora i nostri microfoni economista il professore Mario Baldas R. è professor Baldassarre lei che cosa ne pensa di un ministero dell'economia reale hanno una parte ma intanto chiarire una cosa
è stato questa idea diciamo sembra essere contrapposta al ministero dell'economia monetaria cosiddetta che farebbero ha presentato dal ministero del Tesoro
E quale e molti dicono negli ultimi anni soprattutto acquisito un enorme potere perché in qualche misura in tandem con la pampa anche Alitalia ha guidato la politica del rigore
In termini di finanza pubblica in termini di lotta all'inflazione e e e dall'altra parte attraverso lo scioglimento delle partecipazioni statali il processo di privatizzazione ha acquisito direttamente la proprietà fior aria di gran parte delle ex imprese pubbliche e questo evidentemente ha dato un potere enorme al ministero del Tesoro così definito come e ministero dell'Economia monetaria ora è fuor di dubbio che la moneta il rigore monetario e il rigore nell'equilibrio dei conti pubblici debbono essere la grande gamba d'appoggio del l'economia reale perché non c'è sviluppo e occupazione veri se non c'è stabilità monetaria ed equilibrio di finanza pubblica
Peraltro dobbiamo anche tener presente che in questi anni dopo la crisi pericolosissima del novantadue della lira e poi la ripetizione dei rischi di crisi del novantacinque era ovviamente naturale che assumesse peso e poté avere è la linea della politica monetaria e della politica di equilibrio piace al pubblico la gente forse si dimentica troppo rapidamente che siamo stati fino a poco tempo fa sull'orlo del baratro finanziario
Oltre nel novantadue nella navata scivoliamo Scalfaro
Al via a qualche centimetro se non a qualche millimetro ora e l'esigenza di è in qualche modo del finale le risorse che il Paese produce alla Comuna azione agli investimenti allo sviluppo e l'occupazione è un'esigenza sacrosanta ma non va intesa come dov'per costruire questa gamba della politica economica di economia reale non significa dare calci agli stinchi e distruggere la gamba monetaria perché altrimenti significherebbe tornare alle vecchie io vorrei quando si sosteneva che lo sviluppo e l'occupazione si facevano con l'inflazione con la valutazione della lira con i deficit pubblici ecco la la molta demagogica del consenso la soluzione nel settore pubblico la distribuzione a pioggia di incentivi ecco sia chiaro questo quindi su sul mantenendo porterà vero ma la gamba monetaria
Utile costruire la gamba dell'economia reale però attenzione costruire questa gamba significa prendere atto della situazione attuale non a caso l'economia monetaria è stata forte perché è stata guidata in modo molto concentrato nelle mani del ministero del Tesoro e della Banca d'Italia peraltro con una chiarezza di ruoli che è derivata dal divorzio famoso tra Bankitalia e Tesoro
Se guardiamo cosa succede nel nell'ambito della cosiddetta politica per l'economia reale per basta pensare che e ci sono sette ministeri i vertici che ci sovrappongono agenti chi è che hanno compiti analoghi e diversi e alla fine in realtà la politica economica per l'economia reale sembra una torre di Babele quindi li senti miseria tutte concentrate funziona ecco secondo me anche su questo va chiarito un altro aspetto e l'altro aspetto che va chiarito il punto è che questa eventuale politica per l'economia reale non deve avrà unitamente pensare di tornare ai vecchi per i tempi cioè alla politica nella quale lui l'intervento dello Stato nell'economia era diretto e pesante e soprattutto ricordiamoci la famosa o sei sette cinque cioè le leggi di settore
Lo stato addirittura non solo dava soldi di incentivo direttamente ai settori produttivi non solo interveniva con le proprie prese in concorrenza in molti casi quasi irreale con le imprese private batte e decideva poi ore se i soldi dovevano finire alla chimica piuttosto che al petrolio piuttosto che alle media piuttosto e qui qui potremmo anche avere delle ragioni serie di strategia industriale ma ricordi a così che siamo finiti ad uno Stato che decideva se produrre panettoni caramelle con delle regole del mercato del lavoro che imponevano di produrre i panettoni dettate e le colombe riversa ecco
Allora questo non è certamente la politica delle Colonne alla quale deve essere il Caribe perché cosa deve sembrare un ministero chiamiamola dell'economia reale o Telecom Trombetti
L'interpretazione moderna della politica industriale quella che poi notarile ma una politica industriale deve concentrarci su una politica dei fattori poli produttivi cioè di creare le condizioni che eh che determinano la Crash città dell'impresa lo sviluppo e l'occupazione è ovvio che se ci riferiamo alle aree più degradate del nostro Paese più ritardate nel progetto di sviluppo il primo grande fattore di politica industriale e le farlo il ministero degli interni con la politica anti criminalità la sicurezza sul territorio è un bene pubblico essenziale perché possa crescere qualunque tipo di attività produttiva che abbia prospettive di sviluppo
E il secondo e la politica delle infrastrutture cioè la modernizzazione di questo Paese non dimentichiamoci che negli ultimi vent'anni investimenti pubblici quelli veri quelli non so con quelli contabili si sono ridotti alla metà di quello oggi sono la metà di quello che erano all'inizio degli anni settanta e questo è un ogni cittadino può vedere perché misura il degrado per effetto della rete stradale della rete autostradale delle reti fognarie delle reti idriche di diminuire del sistema ferroviario Ali mia disistima purtroppo o per fortuna che questi grandi investimenti poderosi furono fatti degli anni cinquanta e sessanta parecchi anni settanta ottanta e novanta noi non abbiamo fatto altro che consumare degradare quel capitale
Beh sociale che fu ha investito in quegli anni terribile riprendere la politica delle infrastrutture tenendo anche conto che c'è proprio una recente ricerca del Centro studi di Confindustria sul che cerca di produrre un indice della grado di infrastrutturazione delle varie regioni d'Italia e del confronto con l'Europa bene questa ricerca viene da questa ricerca viene fuori che l'Italia nella suo complesso ritardata in termini di proprio di intensità di queste infrastrutture a rispetto all'Europa di un buon venti trenta per cento all'interno dell'Italia che facciamo cento la media italiana Play abbiamo regioni come lei mi Romagna che e la Liguria e e alcune regioni del nord che stanno attorno o sfiorano i centocinquanta e regioni come la Calabria la Campania che stanno attorno ai sotto a cinquanta cioè il rapporto tra il grado di infrastrutturazione di alcune regioni del Sud rispetto ad alcune regioni del nord e quasi di uno a tre
E questi no qua insomma la parola infrastrutture tema molto astratta ma la gente capisce molto meglio se gli si dice che le infrastrutture si dividono in due grandi categorie quelle economiche e quelle più sociali quelle economiche direttamente produttive solo quello che ci arriva a casa sotto forma di bolletta Energia acqua luce gas e telefono e trasporti senta Proust in quelle sociali sono l'istruzione la sanità la
E questo proprio per questo volevo arrivare prime antichi continui le volevo fare per una domanda proprio sulla questione degli investimenti pubblici insomma negli investimenti in infrastrutture in particolare in quelli di carattere economico lì però c'è stato un po'è stato un po'il il grumo di origine di Titan
Dopo l'incontro in Tibet è dai nazisti cambiavano i ritardi non ecco se un asilo della speso allora abbiamo il ministero degli interni che fa politica industriale con la lotta alla criminalità e ministero dei lavori pubblici che dovrebbe occuparsi fra dottore il ministero della pubblica istruzione dell'università che vede con fatto di formazione del capitale umano il Ministero della Ricerca scientifica che deve incentivare l'innovazione tecnologica portandola vicino alla realtà produttiva del Paese il ministero del com'perciò estero il ministero del lavoro il ministero dell'agricoltura che fu soppresso ma che in realtà non è stato soppresso e quant'altro quindi è una babele di voci per cui è difficile immaginare una coerente politica industriale o allarga do il concetto una politica per l'economia reale e dopodiché è chiaro che su un problema dei lavori pubblici delle grandi infrastrutture ma resa operativa con grande chiarezza e trasparenza dalla nuova normativa che eviti
Quello che è successo nel passato e quindi tangentopoli che portava in realtà a cominciare le opere erano finite le mani a spendere soldi ma senza che mai arrivato beneficio poi dell'uso della dell'opera da parte dei cittadini e e questo è un problema di assetto politico
Ti aspetto giuridico di assetto istituzionale del Paese prima che economico ma questi diversi ministeri se non dovrebbero essere più concentrati su un unico ministero qualcosa si può
E però definire due o tre filoni il più coerenti e coesi e su questo indicare due tre ministeri distribuiti in undici bis vizi sociali servizi poc'anzi
Però al di là di tutto questo questo ragionamento e cioè punto uno la politique
Già dell'economia monetaria va mantenuta salda e rigorosa bisogna affiancargli la politica dell'economia reale
Però al di là di tante chiacchiere in termini di politica economica reale per la per il sistema produttivo per lo sviluppo e l'occupazione noi possiamo inventarci certamente il project financing la partecipazione dei privati e quant'altro perché questa politica venga senza risorse pubbliche ma coinvolgendo e attivando risorse le finanziarie del settore privato però rimane pur sempre vero che i beni pubblici cioè i grandi investimenti infrastrutturali
Devono essere necessariamente fatti con i soldi pubblici e allora qui e nesso diretto tra chi sostiene e io condivido questa impostazione che è necessario affiancare alla moneta anche la politica economica per l'economia reale però non bisogna essere ipocriti con l'attuale situazione di bilancio pubblico che non d'a alcuno spazio per le spese di investimento anzi in gran parte riequilibrio finanziario di questi anni è stato fatto a scapito ed vagliando le spese di investimento allora chi vuole sul serio fare sviluppo occupazione deve assumersi la responsabilità e deve avere il coraggio politico di fare le riforme strutturali sulla spesa corrente cioè sui cosiddetti consumi pubblici perché ti che noi abbiamo un milione di miliardi circa l'anno di spesa pubblica ma su questo milione di miliardi sono soltanto trentatré per la mira le spese per investimento diretto sono stipendi pensioni e interessi sul debito pubblico più qualche acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione i tavoli le penne i gessi dell'università e le lavagne o i terreni con i piuttosto che le automobili blu ecco e per poter fare sviluppo e occupazione occorre nel bilancio pubblico creare gli spazi di risorse perché ci siano i soldi per fare queste cose
E poiché dobbiamo mantenere la linea del rigore e dell'equilibrio finanziario non possiamo tornare a illuderci che queste cose si possono fare accumulando deficit e debito pubblico allora l'equazione Diretta eh
Le riforme sulla spesa corrente strutturali che nel tempo lei riducano il peso rispetto al PIL aumentino nel tempo progressivamente gli spazi economici
E finanziarie per fare gli investimenti di cui l'Italia a estremo bisogno non solo perché arretrata mediamente verso l'Europa ma perché all'interno dell'Italia alla e iniquità nella distribuzione delle condizioni infrastrutturali eh gigantesca
Ecco due ultime domande le privatizzazioni le partecipazioni finanziarie che comunque rimangono nelle mani dello Stato abdichi dovrebbero essere di competenza del ministero dell'economia monetaria diciamo così o di quello dell'attività produttive dell'economia reale e poi perché non unificare comunque non mantenere con dunque un unico ministero dell'economia che si occupi di entrambe le funzioni allora la prima rispondo che nessuno dovrebbe occuparsene perché la
Ieri è che bisognerebbe prima di privatizzare tutto o quasi tutto e quindi a quel punto non c'è un'emergenza il problema è risolto automaticamente
Per quel che rimane invece di effettivamente
Pubblico e il sistema di fare delle società per azioni che abbiano una certa autonomia sotto il controllo ma diretto dico chi questo eventuale ministero dell'economia reale potrebbe essere un'ipotesi ragionevole
C'è una seconda domanda
Con me la ricordo la seconda domanda riguardava appunto perché queste funzioni dell'economia monetaria dell'economia reale o potrebbero essere svolte da un unico ministero
A sulla seconda domanda direi che ha una logica separare le due funzioni perché e in parte le due logiche sono complementari l'una con l'altra ma solo anche diventa eh
La la logica dell'economia monetaria deve seguire i suoi principi in termini di equilibri finanziari di saldi finanziari la logica dell'economia reale invece deve intervenire nel merito dei livelli di spesa pubblica dei livelli di entrate chissà ali e della composizione della spesa pubblica e della composizione delle entrate fidanzate di funzioni che sono proprie diverse solo funzioni diverse anche al Tesoro assolutamente complementari però sono logiche diverse facciamo un esempio molto più banale e famoso parametro del tre per cento di mal scritte di cui tutti quest'anno e forse di cui c'è stata un'ampia overdose
A a e dal punto di vista della logica degli equilibri finanziari io posso rispettare il tre per cento avendo un paio ed è un sistema economico nel quale il settore pubblico spende il novanta per cento del reddito nazionale però preleva tutti i cittadini e le imprese l'ottantasette per cento del reddito nazionale e termini saldi finanziari avrei sempre il tre per cento e avrei espletato il mio rigore ma ecco qui la politica sull'economia reale chi spinge immediatamente a entrare nel merito di questo ma un Paese che ha il novanta per cento di spesa pubblica e l'ottantatré per cento di prelievo fiscale che Prost i veri sviluppo occupazione può offrire non è forse opportuno ridurre il peso della spesa pubblica magari avere un Paese nel quale la spesa pubblica e il quarantacinque per cento e il prelievo fiscale il quarantadue per cento in questo caso manteniamo sempre l'equilibrio finanziario del deficit al tre per cento ma con una realtà strutturale dell'economia e del settore produttivo radicalmente diverso
Ecco in questo senso c'è la diversità
Di logica tra chi è alla responsabilità di guidare gli equilibri monetari e finanziari e chi deve avere la responsabilità di guidare e disegnare il percorso di crescita del sistema economico ovviamente sul principio che più si lascia spazio al settore privato e quindi all'efficienza del mercato e il più si apre alla concorrenza più ci si apre agli a a diciamo agli incentivi del mercato ai premi del mercato più che agli incentivi dello Stato e premi dello stato e più il sistema economico a potenzialità di Crash
Città e PPI gruppo e di occupazione ebbe e qui allora arriviamo all'ultima domanda che poi era il tema iniziale Liri due che senso ha costruito un costituire un'Agenzia per lo sviluppo e l'occupazione in questo quadro ma
Il territorio una rifondazione di una specie di zombie Del Vecchio si il tema economico cioè un nuovo carrozzone ieri non ha alcun senso e tra l'altro è anche impossibile perché non dobbiamo dimenticare che nel novantadue l'Unione europea ha stabilito per tutti i Paesi europei criteri molto precisi
Trasparenti automatici per la politica industriale degli incentivi al settore produttivo e quindi è solo rispettando quelle regole si possono fa accetti si può accedere a agli incentivi mischiando insieme i fondi ero pei con i fondi dedicati nazionali quindi un'agenzia che fosse una riedizione dell'IRI sarebbe anche anti europea perché parliamo di una agenzia Ornella che e in in un certo senso curdi di tutte queste funzioni e soprattutto aiuti a farle funzionare meglio questo è possibile ma questo porto questa agenzia non deve distribuire soldi è una direttiva che con
Ordina per l'accesso alle regole della politica industriale che sono ormai regole europee ecco non c'è il rischio di creare una struttura di Isoradio appunto di regolamentazione di coordinamento che però si sovrapponga ed avente il problema infatti non è
Tanto quello di creare questa agenzia di coordinamento snella e agile ma è che ma è quello di abolire le altre dieci quindici agenzie che esistono già con compiti sovrapposti con ma chi Rosita burocratiche spesso lontano l'una contro l'altra egiziano mensile non è fare l'agenzia Nuova ma chiude che mai contemporaneamente e contestualmente le altre dieci o quindici agenzie
Per di più cade qui è un argomento che forse è stato un po'sottovalutato in realtà questa storia dell'IRI due era nata perché nel momento in cui Lidia venduto la Telecom al ministero del Tesoro li contabilmente ha realizzato una plusvalenza di tre mila miliardi e allora qualcuno ha avuto la brillante idea di o ci sono questi trepida pediatriche tracciato allora diamo a questa direttiva che li spende per fare sviluppo occupazione e Mezzogiorno tecnico questa è una cosa clamorosamente sbagliata e anti
Erika perché si dimentica che nei decenni passati lo Stato italiano e quindi i cittadini italiani hanno dato alle IRI attraverso Süss i fondi di dotazione e quant'altro un valore che ad oggi è stimabile attorno ai centocinquanta mila miliardi e allora sarebbe dove curioso almeno che questi tre mila miliardi oggi non fossero utilizzati per fare nuove
Ma per ridurre il debito pubblico veritieri la ringraziamo ringraziamo il professor Mario Baldassarri economista colui come avete sentito abbiamo parlato il ministero dell'economia reale e che li riducono ascolto come sempre da Radio radicale abbiamo tra i nostri microfoni Benedetto Della Vedova della Lista Pannella Benedetto che cosa ne pensi di questa idea di un ministero qualcuno la chiama dell'economia reale il termine un po'sovietico ma diciamo delle attività produttive
Ma io francamente non riesco a com'la necessità di evitarle oggi di aver un nuovo ministero
Credo che la questione non sia tanto di avere un nuovo ministero perché serva quanto di redistribuire competenze e poteri all'interno del governo per ciò che concerne gli assetti attuali e anche per quanto riguarda possibili assetti futuri quindi che cosa
Vuol dire questo riordinare le competenze raggrupparle intorno a un dicastero magari chiedendo qualche dicastero che questo ma niente di più inutile oppure però io credo che come del resto era scritto sui giornali di ieri
Ci sia da parte di alcuni settori la maggioranza si avverta la necessità di riequilibrare
Il potere di di indirizzo e anche di gestione della politica economica e finanziaria pubblica e di indirizzo e di gestione delle aziende pubbliche
Riequilibrare i poteri togliendo un po'di spazio al ministero del Tesoro e i Ciampi boys e ritiro ridistribuendo questo spazio questo potere verso il ministero per l'industria e quindi verso con del ministro Bersani quindi verso il PdL ecco ma
Secondo te è giusto ridurre lo spazio alla ministero del tesoro del bilancio a quel superministero dell'Economia come viene chiamato nel
Fa io non credo che si tratti di ridurre lo spazio io credo che per tanto tempo noi abbiamo
O denunciato che si stava creando un pericolosissimo e potentissimo Trust economico fin anzi Arrigo concentrato nelle mani del Tesoro concentrato nelle mani di Ciampi e del direttore generale Draghi
Questo però per quel che mi riguarda non era tanto relativo al fatto che bisognasse smembrare questo questa holding e darne un pezzo anche a Bersani non è di questo che che che si trattava il però sì ma è quello di Jun potere economico-finanziario di indirizzo di gestione che ancora si concentra pericolosamente nelle mani per governo e quindi nelle mani
E nelle mani dei turchi quindi sarebbe il caso secondo te di
Ammassati di di ridurre lo spazio come nonostante da io credo che per esempio tele come è finita come beh finita la privatizzazione della Telecom al momento siamo in presenza di un ago piacere che significa uomini del ministro del tesoro del Ministero per le Poste e Telecomunicazioni nel Consiglio d'amministrazione l'azienda è stata data la gestione dall'azienda è stata data in qualche modo in una sola per di amministrazione controllata non voglio dire dalla FIAT ma comunque controllata da ambienti prossimi al gruppo industriale finanziario torinese con però un potere di fatto ancora dentro la Telecom da parte del ministro del tesoro se a questo aggiungiamo Emi ed ENEL aggiungiamo il fatto che nel si sta e anche l'ENI per alcuni aspetti ma in particolare l'ENEL sta operando in modo ad Restivo sul mercato delle telecomunicazioni mettendo in campo tutto la propria tutta la propria forza da monopolista dell'energia elettrica in termini di infrastrutture e di liquidità per aggredire il mercato che si va ad aprire delle telecomunicazioni se pensiamo ai miei ENEL che vogliono dare luogo alla ad una joint-venture per costituire quella che chiamano la destinata ad essere il primo produttore privato di Energia Elettrica dopo lei nell'ed in fase anche lì di liberalizzazione ecco questi sono i dati che secondo me bisogna considerare perché questi sono dati di un potere e norme consegnato nelle mani nelle mani del Tesoro quello che io auspico però non è che venga dato un pezzo di questo di questori impero economico finanziario da gestire a un anno a un altro membro del governo
Quello che io auspico che lo stato e quindi il governo esca il più presto possibile in modo definitivo senza golden share dal oltre che dalla Telecom dall'ENI e dall'ENEL poi anche altre privatizzazioni pro questi sono di noccioli duri questo mi sembra la questione la questione invece di un ministero dell'economia reale dell'IRI due eccetera ritengo siano questioni mal posto e perché ritengo che la questione della dello sviluppo di alcune aree del Paese particolarmente arretrati in particolare al Met
Il giorno di tutto abbia bisogno tranne che di una nuova agenzia pubblica meriti ringraziamo ringraziamo Benedetto Della Vedova della Lista Pannella pone ascolto come sempre da Radio radicale