IX° Summit Mondiale della Francofonia a Beirut : Omaggio a Léopold Sédar Senghor

Pubblicato il 22 Ottobre 2002 da mb
Léopold Sédar SenghorLéopold Sédar Senghor

OMAGGIO A LEOPOLD SEDAR SENGHOR

Una viva emozione ha attraversato il mondo, e la comunità francofona in particolare, per la perdita del Presidente Leopold Sedar Senghor, eminente uomo di Stato, Pensatore, Poeta e Filosofo. Di tutti i “Padri” delle indipendenze africane, LEOPOLD-SEDAR-SENGHOR è senza dubbio colui che ha goduto “gioito” di più. Al di fuori dell’Africa, è stato soprattutto salutato Senghor il Presidente-Poeta e la sua doppia traiettoria di intellettuale e di uomo di Stato che realizzava una sintesi rara nella storia: Presidente del Senegal dal 1960 al 1980, Senghor lascia volontariamente il potere per essere intronizzato, nel 1984, all’ Accademia Francese, per l’ incoronamento ad una sua opera letteraria importante. Con quelli della sua generazione, egli ha scritto una pagina dell’ Africa, accompagnando il passaggio alla sovranità dei paesi, dal vecchio impero francese. Considerando la francofonia come ” Un Humanisme Integrale ” ( Un Umanesimo integrale), gli ha dato la sua bella definizione. Egli ha contribuito pazientemente a “plasmarla” e farla amare. Ha dato di più ancora prendendo l’iniziativa, con i suoi pari Hamani Diori e Habib Bourguiba, di fondare nel 1970 l’ (ACCT), oggi ” Agence Intergouvernementale “, operatrice principale della cooperazione tra i cinquanta paesi francofoni ed espressione della loro solidarietà attiva. Ha partecipato, nel 1990, all’inaugurazione dell’ Università francofona di Alessandria, in Egitto, Università che porta il suo nome. Per molto tempo Vice-Presidente dell’Alto-Consiglio della “FRANCOPHONIE”, Senghor, accetterà, in seguito, di esserne Presidente d’ Onore. L’ Uomo resta, attraverso la sua doppia cultura, africana e occidentale, il simbolo di una “alchimia” affascinante tra due mondi con ben sguardi opposti, donde non smetteva di volere, in piena coscienza, addizionare gli apporti, invece di vederne una contraddizione di fondo. Sarebbe stato il più illustre dei ” Chantres ” della “Négritude ” (Negritudine) alla quale ha consacrato la sua vita senza smettere di richiamare alla costruzione di una ” Civilisation de l’universel ” (Civiltà universale) fondata sul ” Métissage de Cultures et des Civilisations ” (Metissaggio delle Culture e delle Civiltà) fattore di comprensione mutuale e di pace.

Un messaggio nel quale si misura il carattere precursore, nell’ ora della mondializzazione, che a volte richiede una umanità.

Mr. Boutros B. Ghali, Segretario Generale dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia, ha salutato così la memoria del “Poeta” della negritudine, dell’ uomo di Stato dell’ indipendenza, del Filosofo dell’universale affermando che ” La Francofonia continuerà a vivere e ad andare avanti, mantenendo sempre presenti nella mente le parole, i pensieri e le aspirazioni di colui che dimorerà, per sempre, la sua guida spirituale”. Umanista e Filosofo, ci ha svincolato la visione di un mondo dove le culture e le religioni riconciliate entrano infine in un dialogo per la pace. E questa stessa inspirazione volontaria e visionaria che ha condotto a concepire, a immaginare e a promuovere la francofonia”.

PARLANDO DI ” NEGRITUDE ” ( NEGRITUDINE )

Dagli anni trenta, con il guyanese Damas, il ribelle ” Bohème ” (boema), e il martinicano Césaire, il complice ” deux fois aime’ ” (due volte amato) , Senghor, allora giovane studente a Parigi, elabora la sua teoria della negritudine che, denigrata o ammirata, diventerà nel corso degli anni l’ elemento motore - se non federale della lotta degli scrittori dei Caraibi e dell’Africa, dei francophoni niente meno. Di questa negritudine, Senghor ha dato una delle sue definizioni le più esplicite nel ” L’ Etudiant-Noir ” (Lo Studente Nero), rivista effimera creata con Cesaire nel 1934: “La négritude est la simple reconnaissance du fait d’ etre noir, et l’ acceptation de ce fait, de notre destin de noir, de notre histoire et de notre culture “. (la negritudine è la semplice riconoscenza del fatto di essere nero, e l’accettazione di questo fatto, del nostro destino di nero, della nostra storia e della nostra cultura). Ma è nel Poeta che Lèopold Sèdar Senghor ha meglio definito questa negritudine di cui ha fatto nello stesso tempo una linea di vita e di scrittura:

” MA NEGRITUDE POINT N’ EST SOMMEIL DE LA RACE

MAIS SOLEIL DE L’AME, MA NEGRITUDE VUE ET VIE

MA NEGRITUDE EST TRUELLE A LA MAIN, EST LANCE

AU POING Réécade.

IL N’ EST QUESTION DE BOIRE, DE MANGER

L’INSTANT QUI PASSE

TANT PIS JE M’ATTENDRIS SUR LES ROSES

DU CAP-VERT!

MA TACHE EST D’ EVEILLER MON PEUPLE

AUX FUTURS FLAMBOYANTS

MA JOIE DE CREER DES IMAGES POUR LE NOURRIR,

O^ LUMIERES RYTHMEES DE LA PAROLE!

RITRATTO ISTITUZIONALE L’ ECCELLENZA IN FRANCOFONIA: UNIVERSITA’ SENGHOR DI ALESSANDRIA

Creata dal Summit di Dakar nel 1989, operatore diretto della ” FRANCOPHONIE” in materia di formazione continua, l’ Università Senghor di Alessandria in Egitto ha come scopo la missione di costituire un corpo di ” Elite ” di alti funzionari francofoni. Essa ha scelto di centrare la sua formazione su quattro livelli, prioritari per lo sviluppo:

La sanità pubblica, la gestione pubblica e privata delle istituzioni;

la gestione dell’ ambiente, la messa in valore e la protezione del patrimonio culturale africano. E’ vero che la maggior - parte degli studenti dell’ Università Senghor proviene dall’ Africa. Ma la preoccupazione costante degli ideatori di questa istituzione, è di favorire l’equità, i 60 studenti della promozione, sono stati selezionati nei loro propri paesi e beneficiano di una borsa di studio sistematica, in quanto che, la presa a carico del loro soggiorno, è completa. L’ Obiettivo dell’ insegnamento è di orientare verso un esercizio di responsabilità per lo sviluppo africano. Prima di essere ammessi, i giovani devono essere attestati da una esperienza di 3 anni nel mondo professionale.

L’ Università è finanziata essenzialmente dai contributi degli stati membri e i governi dei paesi francofoni, versati dal fondo multilaterale unico creato nel 1991. Ed è stata ugualmente finanziata all’ inizio, da organismi internazionali per lo sviluppo.

FOCUS :

Francia : ALL’ EFIGE DI SENGHOR

Senghor vale ben un timbro nella occasione del primo anniversario della sua scomparsa, Poeta e primo Presidente del Senegal indipendente, la posta francese ha deciso di editare un francobollo alla sua immagine. Il Francobollo è in vendita in anteprima nel villaggio di “Verson” in Normandia (dove si era ritirato per vivere i suoi ultimi anni, e per poter finire le sue opere).

CONFIDENZA:UN ANNO DOPO COLETTE SENGHOR A DAKAR

La vedova del Presidente del Senegal già indipendente si è recata a metà dicembre 2002 a Dakar, dove si è raccolta sulla tomba di suo marito, scomparso da poco meno di un anno. Colette Senghor, che vive in Normandia, nell’Ovest della Francia, prevede di vendere allo Stato senegalese la vecchia dimora privata del suo defunto marito ” Les dents de la mer “, situato sulla “Corniche” (Cornicia) - se la transizione avrà luogo, il governo procederà alla ristrutturazione del palazzo prima di trasformarla in residenza per gli “Ospiti di marca” di rilievo o in un museo.(La questione non e’ stata ancora decisa).

Diritto di parola

Via Senghor in Francia: Champagney prima di Evry

La Via Senghor inaugurata a Evry il 22 giugno scorso, è presentata come la prima strada francese che porta il nome dell’Ex-Presidente della Repubblica del Senegal.

Questa strada, non è la prima in Francia. Ne esiste un’altra a “Champagney”, piccolo comune dell’ alto Saone, ed è stata inaugurata da Leopold Sèdar Senghor in persona, alla presenza di uno dei suoi ministri della Cultura, M. Doudou N’Gom, il 17 agosto.

La presenza di una tale strada in questa piccola cittadina dell’Alto Saone (3.5oo abitanti) può sorprendere. In effetti, riflette il legame che esisteva tra questo modesto comune ed il Presidente Senghor. Già dal 1789, gli abitanti di Champagney avevano domandato, nell’articolo 29 del loro “Cahier de Dolèances”, l’abolizione della schiavitù dei neri, perché quelli erano i loro simili.

Da quando, nel 1971, Léopold Sédar Senghor sente parlare di questo documento unico in Francia, decide di accordare il suo patrocinio alla “Maison de la Négritude et des Droits de l’Homme” nascente, memoriale costruito intorno a questo documento rimarchevole. Se Leopold Sedar Senghor non è ahimè mai venuto a Champagney, dei rappresentanti della “Casa della Negritudine” hanno avuto il privilegio di incontrarlo presso il suo domicilio parigino, il 6 ottobre 1987.

Se ci dispiace che la sua morte sia passata quasi inosservata, sappiate che Senghor resterà sempre legato a Champagney ed alla sua casa della negritudine dove lo invochiamo in ogni visita.

Andrè Olivier, Conservatore della “Maison de la Négritude et des Droits de l’Homme”

Champagney-France