Assemblea annuale della Confindustria org. c/o Auditorium della Tecnica - v.le Tupini

Però al Presidente del Consiglio
Autorità colleghi ed amici
La creazione dell'unione economica e monetaria rappresenta per l'Europa il raggiungimento di un grande traguardo politico
La partecipazione dell'Italia alla moneta unica fin dall'inizio è una conquista di tutto il Paese
Di chi ha governato il cammino
Di chi l'ha sostenuto con le sue energie suoi sacrifici
Del forte spirito europeista dei cittadini e delle forze sociali
Diamo merito a lei presidente Prodi e alla sua squadra di quanto avete saputo fare
Siamo fieri di aver recuperato quel bene essenziale allungo smarrito che la nostra credibilità a livello internazionale
Proprio insuccesso dell'integrazione monetaria impone all'Italia e di all'Europa tutta profondi cambiamenti nelle strutture e nei comportamenti
Non possiamo correre il rischio che quella delle euro sia soltanto un'aria di stabilità monetaria senza una concreta prospettiva di benessere per i suoi cittadini
Sulla base di una solida moneta comune c'è la realtà un'Europa ancora da costruire
L'Europa dello sviluppo ed è l'occupazione
Un'Europa che vuole sa trasformarsi determinata a valorizzare appieno le sue risorse dinamica e flessibile aperta al confronto con il mondo
E l'Europa delle regole del gioco comuni unità non più solo dei parametri di Maastricht
Ma anche da un minimo di regole che massimizzino le potenzialità del continente
Ed è certamente l'Europa della politica nella quale istituzioni e schieramenti sovranazionali esprimano finalmente una forte leadership ideale e progettuale
Rafforzando il senso di appartenenza dei cittadini europei ad una vera casa comune più sicurezza dei diritti di libertà
In questo senso
Le prospettive delle elezioni europee del prossimo anno
Doveva essere l'occasione per un grande dibattito sulle strutture e sugli obiettivi dell'Unione che porti a dare maggiore visibilità responsabilità politica al Parlamento europeo
E una più compiuta legittimazione alla commissione in questo Europa che resta da costruire c'è da costruire un'Italia europea nelle regole nella mentalità nei comportamenti
Come imprenditori per quanto è nelle nostre competenze e responsabilità ci batteremo per questo obiettivo
Ci batteremo per confermare il nostro ruolo di imprenditori europei
Ci batteremo per contribuire al completamento della nuova Europa ci batteremo per fare l'Italia più europea anzi pienamente europea
Abbiamo di fronte una grande occasione ma anche una grande sfida
L'occasione è la sfida di dar corpo ad uno sviluppo forte e duraturo
Lo sviluppo è un dovere che abbiamo verso noi stessi come imprenditori come protagonisti attivi dell'economia
E il nostro ruolo di presi di produttori quello di contribuire alla crescita alla creazione di posti di lavoro e l'accumulazione di capitale e di conoscenza tecnologica
Lo sviluppo è un dovere che tutto il Paese ha perso quei milioni di italiani soprattutto giovani che non trovano lavoro
E vedono frustrate le loro speranze i loro diritti di persone i cittadini di una nazione moderna avanzata lo sviluppo è un dovere che l'Italia verso i patti europei che ci chiedono di dimostrare che non vogliamo mai più essere un fattore di instabilità nel continente
Ma quale sviluppo sarà inevitabilmente uno sviluppo diverso
D'ora in avanti lo sappiamo l'Italia non potrà più contare su stratagemmi e scorciatoie di alcun genere Bond sulla gestione allegra della spesa pubblica non sulle responsabile lievitazione dei costi
Non sull'estrema ratio della svalutazione
Niente di tutto questo vanno sviluppo ancorato alla ricerca della competitività spronato dalla concorrenza fondato sulla produttività dell'impresa e di tutto il sistema Paese
Per essere più competitivi per essere forti più forti in Europa la nostra economia la nostra politica la nostra società dovranno mettere in campo comportamenti coraggiosi dovranno avere il coraggio delle cose nuove il coraggio di scelte impegnative il coraggio di grandi obiettivi
Il coraggio anche di un ammette trasparente divisione di campo tra pubblico e privato tra stato e mercato
Non c'è più posto in un'Italia competitiva per uno Stato a vocazione interventista e assistenzialista
C'è posto ed è un posto di grande rilievo per uno Stato regolatore e capace di operare laddove le forze del mercato da sole non possono agire con successo
Le grandi reti infrastrutturali la formazione la tutela dei deboli ed è di svantaggiati
Non c'è più posto in un'Italia che vuole essere competitiva per comportamenti anche imprenditoriali che rifuggono dalla logica ed alla disciplina del mercato
C'è invece posto per chi vuole e sa rischiare alla luce del sole perché si sente forza trainante di una società veramente aperta verso l'Europa e verso il mondo
Quanto al mondo del lavoro non c'è più posto per quella cultura dalla rigidità che ha ristretto grandemente la possibilità di crescita e di occupazione
C'è invece molto spazio per lavoratori che sanno dimenticare che sanno modificare e valorizzare la loro posizione professionale cogliendo le grandi opportunità di un'economia che cambia
La più stretta integrazione europea realizzato attraverso la moneta e dunque un passaggio storico
Che ci deve spingere a ridefinire le caratteristiche dell'economia italiana i continentale nel più ampio confronto con l'economia globale
Dobbiamo porre le basi per lo sviluppo del Duemila
Dobbiamo questo è l'obiettivo che ci poniamo e che proponiamo al Paese disegnare il profilo di un sistema economico e sociale che dia concretezza alle sacrosanti attese e alle aspirazioni dei nostri giovani
Questo significa costruire nell'Europa del Duemila in Italia realmente europea
Significa gettare un ponte tra le generazioni
C'è un assurdo infatti nell'Europa di oggi
Questo è il continente che ai giovani da meno spazio nella sua vita europea sappiamo che l'Italia specie nel Mezzogiorno ha un primato ben poco invidiabile
E ora di porre fine a questa assurdità senza attendere oltre
è ora di cominciare a preoccuparsi davvero del futuro dei nostri ragazzi anche cambiando il modello di welfare
Lo stato sociale di fine gara va reso più equo ed efficiente per creare lo stato sociale di inizio gara dobbiamo passare va alla redistribuzione delle risorse alla produzione delle opportunità
Solo così l'Italia e l'Europa potranno creare le risorse necessarie per abbattere le barriere sociali e per allargare attraverso il lavoro l'aria del benessere
Gettare un ponte tra le generazioni fondato su pilastri di una solida competitività è una responsabilità
Che noi imprenditori vogliamo assumerci sta anche a noi dimostrare il coraggio di costruire ma permettetemi di essere molto franco su questo argomento per evitare qualsiasi tipo di equivoco
Quando parlo di responsabilità e di coraggio degli imprenditori non di intendo fare alcuna concessione alla moda del buonismo
L'impresa non è né buonista né cattivista l'impresa è una organizzazione economica più operando sul mercato punta alla creazione di ricchezza attraverso il soddisfacimento per le esigenze dei consumatori
L'impresa è una realtà che nella società di oggi realizzando il profitto fa la sua parte per l'accrescimento del benessere comune
E tutto questo lo fa laddove e solo laddove esistono le convenienze economiche le condizioni infrastrutturali e l'ambiente sociale adeguato
Quando parlo di coraggio responsabilità quindi mi riferisco esclusivamente a coraggio e responsabilità espressi sul libero mercato e misurati dai risultati economici
Detto questo io credo che l'industria italiana sia pienamente consapevole che da essa il paese si aspetta un contributo rilevante allo sviluppo
Per questo è cambiata continua a cambiare
Sollecitate da una competizione mondiale sempre più aggressiva le nostre aziende stanno accelerando il passo sono sempre più più proiettate verso i mercati internazionali
Investono sperimenterà nuove forme di collaborazione ed integrazione in Italia e all'estero
La realtà industriale continua a dimostrare le straordinarie capacità
Le nostre piccole e medie imprese in particolare sono prese a riferimento nel mondo forse l'unica esperienza del paese che viene studiata e che si cerca di coronare all'estero
Tuttavia proprio l'intensità del confronto sui mercati si fa avvertire in modo sempre più netto l'esigenza di una rafforzamento strutturale del nostro sistema produttivo
E abbiamo delle dimensioni delle imprese
La radiografia dell'industria italiana ci pone di fronte ad evidenti dati di fatto
Le nostre poche grandi imprese sono assai meno grandi se paragonate alla concorrenza estera così le medie così le piccole forse soltanto il nostro apparato pubblico ad immersioni superiore a quello degli altri
C'è da chiedersi Silvano sia anche questa una causa delle dimensioni delle aziende
In realtà è difficile dire che nel nostro Paese Lane prese sono del tutto libere di decidere che cosa vogliono essere se vogliono rimanere come sono forse vogliono crescere
Troppi fattori concorrono a rendere la piccola dimensione una scelta quasi obbligata
A giocare contro la crescita è innanzitutto una certa Filosofia della soglia
Per la quale senza alcuna logica economica ma per precise logiche politiche si stabiliscono arbitrari steccati tra piccole e piccolissime aziende imponendo vincoli a chi sta sopra determinate dimensioni e concedendo esenzioni a chi sta sotto
Penso per esempio alle soglie in materia di assunzioni obbligatorie dall'applicazione dello Statuto dei lavoratori e potremmo trovarci né altre se passasse la legge sulle trentacinque ore
Sia chiaro non è alla parità dei vincoli che dobbiamo puntare ma alla loro eliminazioni
Accettare che perduri la filosofia delle soglie
Significherebbe mantenere comunque pesante il passo di chi lo supera
E costringere gli altri ad una condizione di marginalità
Vi è poi un altro fattore
Che gioca contro chi ha la capacità e la volontà di crescere l'inadeguatezza del sistema finanziario
Si parla tanto della Borsa
Quante esortazioni abbiamo dovuto ascoltare sulla necessità che gli imprenditori italiani si convertono alla quotazione
Che la Borsa debba ampliarsi è fuori di dubbio
Ma non possiamo sorvolare su quella che è la nostra struttura industriale
Quante in prese sono realmente in grado di accedere al capitale di rischio
Sì anche nei prossimi cinque anni il numero dei titoli quotati si moltiplicarsi si tratterebbe loro sempre di un'esigua minoranza
Non è però solo alle minoranze che dobbiamo pensare de Rossi al più vasto sistema produttivo
E dobbiamo pensarci ampliando e modernizzando il ventaglio degli strumenti rifinanziamento per l'impresa
Ciò riguarda innanzitutto il rapporto banca impresa
Che resterà a lungo il pilastro della nostra economia
Alle banche noi chiediamo di giocare un ruolo più attivo nella crescita delle aziende
Lo chiediamo
Riconoscendo che il sistema creditizio italiano sta cercando di cambiare e si sta muovendo non solo verso assetti dei missionari più adeguati alla sfida internazionale
Ma anche verso una diversa interazione col mondo produttivo
Finalmente qualche banca comincia a valutare i progetti di investimento dell'in paese più che i patrimoni degli imprenditori
è solo l'inizio di una trasformazione che va accelerata perché qui si giocherà anche la stessa capacità di sopravvivenza del sistema bancario italiano
In una moderna economia di mercato tuttavia l'offerta di strumenti finanziari non può limitarsi alle banchine
Deve vedere un'ampia e diversificata presenza di investitori istituzionali su questo siamo molto in ritardo
Per quel che riguarda i fondi pensione in particolare sappiamo bene che c'è anche una responsabilità delle forze sociali
Noi non intendiamo sottrarci alla nostra parte di responsabilità
Anzi più volte abbiamo dichiarato
Al governo e ai sindacati senza peraltro trovare risposta che siamo disponibili ad avviare una discussione sull'utilizzo del TFR maturando e sottolineo maturando
Ma a condizione che si studino meccanismi che consentano di finanziare non solo le imprese quotate ma anche la miriade di piccole imprese che alla Borsa non accedono
Crescita dimensionale e chiuso e più solida struttura finanziaria sono certamente due degli aspetti più importanti su cui lavorare per portare in Europa un'industria forte e robusta
Ma non sono i soli
Molto andrà fatto per esempio anche per potenziare la capacità di innovazione perché da questa dipende il nostro posizionamento sul mercato europeo e in quello mondiale
è vero
Di innovazione l'industria italiana mi ha sempre fatta molta di più di quanto non risulti dall'Aroldo compiuto per le spese in ricerca e sviluppo
Perché è stata un'innovazione giocata soprattutto sull'applicazione del cervello nella fantasia della creatività
Marittimi e una complessità dell'evoluzione tecnologica da un lato e l'apertura del mercato era suo discorso chiuso
Sul fisco inflazione della domanda dall'altro accrescono l'esigenza di nuovi beni nuovi servizi in nuovi modi di produrre distribuire vendere
Abbiamo quindi bisogno di affrontare la sfida dell'innovazione in modo più sistematico investendo di più e più di continuo mondo dell'impresa il sistema pubblico in ricerca e sviluppo
Da parte sua
Il ministro per l'Università
E la ricerca scientifica ha già presentato in Parlamento le sue proposte in materia di riassetto del sistema della ricerca proposte che sono in larga parte condivisibili
Ma la parte difficile del lavoro comincia ora
Quanto alla ricerca pubblica è arrivato il momento di passare dalla diagnosi all'azione affiancando al libero sviluppo scientifico più solidi elementi di mercato
Ma ci sarà da fare grandi passi avanti anche su un altro versante che interessa importi in particolar modo le imprese di minori dimensioni
Si tratta cioè di mettere a fuoco le loro vere esigenze
Affidando il compito di soddisfarle in sede locale nelle regioni come nei distretti a mediatore intelligenti tra domanda e offerta l'innovazione tecnologica
Penso ad iniziative congiunte tra università associazioni imprenditoriali territoriali Enti locali penso agli enti pubblici di ricerca e anche a soggetti del tutto priva
Un altro ambito su cui dovremo molto migliorare e l'attenzione alle risorse umane alla loro preparazione e alla loro per cui professionalità
Questo è solo non è solo un problema dell'industria è un problema che investe tutta l'economia italiana e che se non verrà affrontato al più presto con lungimiranza e incisività
Ci condurrà ad una posizione di svantaggio competitivo molto difficilmente recuperabile
Perché il capitale umano e fra tutti quello che i tempi di accumulazione più lunghi
Che si tratti di un fondamentale nodo lo dicono le cifre
Secondo l'Eurostat gli occupati italiani sono per quasi il quaranta per cento concentrati nelle fasce più basse di impiego
In Germania sono il trentaquattro per cento in Francia trentadue in Gran Bretagna il ventinove ma soprattutto mai tanto e apporto vituperati gli Stati Uniti sono appena il venticinque per cento
Non ci può certo stupire quindi che dove maggiore e la qualità della forza lavoro più forte e competitiva e l'economia
Perché ciò che veramente conta oggi sono le conoscenze e la capacità di organizzarle incompetenza
Il cervello insomma ma un cervello sempre più educato e continuamente allenato
è il fondamento di un'economia in cui continua a crescere il peso con le componenti in materiali e quindi delle capacità critiche relazionali e decisionali delle persone
Ma questo significa investire molto in formazione
Certamente una parte importante di questo investimento spetta allo Stato
Alla scuola e all'università noi chiediamo di colmare quel deficit di qualità della forza lavoro che trae origine dalla ben diversa velocità di evoluzione del sistema produttivo e di quello formativo
Anche il sistema delle imprese però deve fare un maggiore sforzo di investimento nella formazione continua delle persone perché da qui dipende in misura non piccola la sua capacità di innovare e quindi di crescita
Al di là di tutto questo c'è un terreno importante e Complesso
Sul quale le aziende sono chiamate ad esprimere tutta la loro capacità di fare sviluppo
Questo terreno si chiama Mezzogiorno sappiamo quanto sia difficile fare impresa in molte aree del sud
Conosciamo anche sulla nostra pelle i gravi problemi di legalità le carenze di infrastrutture di servizi di progettualità
Ed efficienza di molta parte dell'amministrazione pubblica locali
Ma il Mezzogiorno è una carta che il Paese deve giocare con coraggio perché lì e dei milioni di giovani disoccupati meridionali che stanno grandi potenzialità di crescita dell'economia
Occorre valorizzare queste norme risorsa finora sprecata
Dobbiamo aver ben chiaro che se vogliamo risolvere il problema del debito
Senza soffocare il sistema economico con una pressione fiscale sempre più alta occorre allargare labbra la base produttiva ed occupazionale per creare maggiore sviluppo
Ora il rilancio economico del Mezzogiorno e certamente questione che richiede una molteplicità di interventi che esulino dalle responsabilità dell'impresa
Ciò detto però le imprese possono essere stimolati stimolate a nascere stimolate ad investire guarda regioni meridionali
Possono esserlo quando se ne creavano le prove le premesse economiche
In questo senso c'è soprattutto una carta che dobbiamo giocare e quella di una riduzione strutturale nel Mezzogiorno del carico fiscale che grava sulle aziende
Come anticipazione di una successiva il generale riduzione in tutto il Paese
Compiere questo primo passo creare queste convenienze è interesse di tutti
è interesse di tutti gli italiani ma è anche interesse dell'Europa
Se noi e corno d Europa
Sapremo coinvolge nello sviluppo questi milioni di cittadini potremo infatti contare su una spinta propulsiva capace di imprimere all'economia italiana e all'intero continente un grande slancio
Avere il coraggio di affrontare la questione fiscale sta qui il nodo dello sviluppo
E tutto il mondo a dimostrarsi nei fatti che esiste una correlazione inversa fra livello della pressione fiscale da una parte e crescita e occupazione dall'altra
Voglio ricordarvi solo alcuni dati
Negli Stati Uniti la pressione fiscale totale al trentadue per cento del PIL
Il prodotto cresce ad un ritmo di quasi il quattro per cento la disoccupazione abbondantemente sotto il cinque per cento ed è in costante diminuzione in Gran Bretagna il carico fiscale attorno al trentacinque per cento
L'economia cresce oltre il trenta per cento la disoccupazione e sotto il sei per cento
E gli altri Paesi in Germania Francia e Italia dove il settore pubblico preleva quasi il cinquanta per cento del reddito nazionale la crescita è sotto il tre per cento la disoccupazione e al dodici per cento
Lascio agli economisti stabilire se questa correlazione è casuale o no
Mi pare però e i numeri parlino da soli
La questione fiscale e dunque il vero fulcro di un progetto di politica economica capace di rispondere a un più generale obiettivo
L'obiettivo e quello di ricomporre la frattura tra nord e sud ricco imporla attraverso lo sviluppo
Nella fase che si apre dopo l'ingresso nell'euro e su questo progetto che si misura il coraggio della politica
L'Europa di per sé spinge in questa direzione
Perché ha messo fuori gioco quella parvenza di politiche di politica economica con la quale abbiamo convissuto per decenni fondata sul deficit sul debito sull'inflazione e sullo svaluta azioni
D'ora in poi la politica e la politica economica dovranno corrispondere alle esigenze dei cittadini pensando ha come via a come creare le risorse necessarie risorse reali
Non si potrà più perdere tempo mi far perdere tempo su modelli astratti di Pseudo soluzioni come le trentacinque ore
Certo tifa
Certo chi fa i conti col pallottoliere può anche pensare che una spartizione del lavoro sia la quadratura del cerchio
Ma in realtà non considera che la quantità totale di lavoro c'è la gara non c'è la garantisce nessuno la si conquista con la competitività
Se il lavoro viene a costare di più perdiamo competitività si riduce la quantità di lavoro e cresce la disoccupazione questo non lo diciamo più solo noi
Lo dice che il lavoro ha contribuito a crearlo e tanto come rappresentante dell'agenzia di sviluppo del Galles ascoltato la settimana scorsa dalla commissione Bilancio della Camera
Lo dicono tutte da autorevoli istituzioni internazionali compreso il Fondo monetario internazionale e l'OCSE l'ha detto a chiare lettere la Commissione europea
Ripudiare le false soluzioni stare sui problemi la politica deve studiare inventare progettare
Uno dei fondamentali problemi con cui dovrà misurare sembra davvero creare il più sviluppo e più occupazione e quello che sta alla base dell'eccesso di pressione fiscale
Il livello della spesa corrente dello Stato
Spesso quando si parla della spesa corrente primaria italiana si sente ripetere che essa non è un problema in quanto non si discosta per incidenza sul PIL da quella degli altri principali Paesi europei
Qualche si dimentica è che sull'Italia grave grava il pesante handicap di un debito elevatissimo che ci carica di un altrettanto elevata spesa per interessi
Che pur diminuita resterà circa il doppio di quella degli altri Paesi
Quindi per pagare questi interessi delle due l'una o si mantiene una pressione fiscale insostenibile per il sistema economico o si agisce sul fronte della spesa corrente
Si agisce per ridurla e per riformarla tenendo ben presente altre due esigenze fondamentali
In primo luogo quello di rilanciare gli investimenti pubblici per la produttività del Paese che negli anni Novanta sono calati di due punti percentuali sul Pd vale a dire circa centoquaranta mila miliardi di mancati investimenti complessivi
Ma che
Cosa che per tutti questi anni ha pregiudicato non solo il potenziamento ma la stessa manutenzione del patrimonio di reti infrastrutturali del Paese
In secondo luogo nell'ambito di una minore spesa pubblica occorre anche pensare alla sua riqualificazione
Il modo da dare spessore ad un Welfare moderno che favorisca il lavoro dei giovani più che le pensioni di anzianità
Certo una radicale modifica della spesa corrente richiede consenso
E il consenso va costruito e va costruito non solo attorno ai tagli ma anche intorno alle esigenze di più qualità
Più efficienza più equi equità delle prestazioni
Resto è compito della politica
Naturalmente il grande processo di modernizzazione di cui ha bisogno l'Italia un'Italia più europea passa anche per altri fattori
Passa per esempio per un sostanziale allargamento e rafforzamento dell'aria del mercato
Il che implica per prima cosa che si abbandonino una volta per tutte le velleità dello Stato imprenditore
Non c'è dubbio che nell'ultimo biennio in fatto di privatizzazione siano stati fatti passi avanti
Si dice che abbiamo fatto più degli altri paesi è vero ma è vero soprattutto per la questione di sfasatura temporale gli altri sono partiti prima
La questione però va bene al di là dei sempre opinabili prima
La questione e che le privatizzazioni devono essere vere cessione al mercato
Quindi non passaggi di mano a banche pubbliche o fondazioni ma trasferimenti di controllo ad operatori che rispondano esclusivamente a di stimoli della concorrenza
Da questo punto di vista benché negli ultimi cinque anni d'Italia abbia privatizzato secondo i dati ufficiali per cento mila miliardi in tali cifra sono incluse
Sia le cessioni a banche di proprietà pubbliche sia dall'imitazione di quote di minoranza
è già qualcosa ma non ancora privatizzazione anzi se ci si fermasse a questo punto si tratterebbe soltanto di un'operazione di pubblicizzazione non risparmio privato
In sostanza
Le operazioni che hanno davvero spostato il controllo
Dallo Stato al mercato sono nell'ordine della metà dei cento mila miliardi ma c'è anche un secondo punto da sottolineare
Le privatizzazioni funzionano veramente solo quando si liberalizzando i mercati la cultura della liberalizzazione in Italia è ancora molto debole quanto si è fatto lo si è fatto prevalentemente sotto l'incalzare dell'Unione Europea
Abbiamo ancora molti ritardi dobbiamo accelerare la liberalizzazione del commercio è stato un primo atto coraggioso
Però una cosa deve essere chiara la liberalizzazione si fa per tutti i settori protetti in qualche modo protetti oppure limitarsi ad un solo settore diventa un sopruso
Sì è un ambito nel quale bisogna riconoscerlo
Già si è mostrato coraggio politico e la riforma della pubblica amministrazione
Abbiamo apprezzato il lavoro anche difficile che è stato fatto
Il pericolo e che tutto ciò resti sulla carta
Perché ricordiamocelo i veri nemici della riforma burocratica sono la burocrazia e le stratificazioni di potere fra burocrazia e politica
Non possiamo permettere che vanifichi no una riforma che fra l'altro pone le basi per introdurre il federalismo nel nostro ordinamento
Un federalismo che noi intendiamo chiaramente ispirato al principio della sussidiarietà che deve valere non solo per i diversi livelli delle istituzioni dello Stato ma anche e soprattutto tra il privato e il pubblico
Lo Stato non deve fare ciò che il privato può fare da solo e meglio
Questo principio esplicitamente enunciato nel testo originario formulato dalla Bicamerale nel luglio dello scorso anno oggi è stato praticamente cancellato
è necessario tornare a quel testo
Il federalismo è un aspetto essenziale del più generale processo di riforma costituzionale del Paese
Noi non vogliamo entrare nel merito di una discussione squisitamente politica
Ma un punto vogliamo mettere in rilievo le riforme avranno efficacia se e solo se si darà maggiore stabilità di governo
Questa stabilità è importante tanto quanto la stabilità economica anzi nei rally indispensabile completamente
E dunque urgente il cambiamento in senso pienamente maggioritario del sistema elettorale
Per evitare in futuro che una qualche minoranza politica presente nella stessa maggioranza abbia su di essa potere di ricatto
In una democrazia compiuta nessuno può avere questo potere
Il coraggio che chiediamo noi stessi alla politica ce lo aspettiamo anche dal sindacato perché anche il sindacato ha una sua fondamentale responsabilità nel costruire il ponte fra le generazioni
Le rappresentanze dei lavoratori in questo anno hanno dimostrato volontà di dialogo e di concertazione dando un importante contributo al raggiungimento del traguardo europeo
Tuttavia il sindacato deve prendere atto che il mondo dell'economia è cambiato e continua a cambiare
E con esso cambiano i profili dei lavoratori e il concetto stesso di lavoro
Le nuove tecnologie stanno accrescendo il bisogno dei lavoratori più qualificati
Cos'è più in grado di adattare la propria professionalità alle esigenze dei processi produttivi
In questo contesto al quale l'Italia dovrà sapersi velocemente adeguare per diventare più competitiva e il concetto stesso di tutela che va modificato
Non si tratta di difendere il posto di lavoro secondo quella cultura delle rigidità e della resistenza al cambiamento su cui finora è stata costruita la tutela collettiva si tratta invece di passare ad una tutela dinamica orientata al singolo individuo e alla valorizzazione della sua posizione professionale sul mercato
Perché e nella professionalità la vera forza del lavoratore del Duemila
Se vuole rigenerare il suo ruolo in un contesto economico e competitivo completamente diverso da quello sperimentato per buona parte del secolo
Il sindacato deve avere il coraggio di cambiare e di cambiare più velocemente di quanto abbia fatto negli ultimi anni
Anche per il sindacato come per la politica ci si pone la questione di partire dai problemi reali
A questo scopo ci siamo dati un metodo la concertazione insieme tra alti e bassi stiamo lavorando per rafforzarla per rendere più efficace e trasparente
Il nostro impegno è quello di introdurre anche in questo campo il principio di sussidiarietà
Un principio cioè che limiti invasioni della politica non gli attività contrattuali media più certezza di rispetto degli accordi firmati in questo ambito proviamo anche la revisione già prevista degli accordi del luglio novantatré per evitare sovrapposizioni fra i livelli contrattuali
Non vogliamo imporre soluzioni ma è innegabile che esista un problema molto serio
L'attuale sistema infatti ci ha portato ad incrementi del costo del lavoro nettamente superiori a quelle degli altri Paesi europei
Ecco perché il sistema contrattuale va rivisto per bloccare una molla pericolosa in termini di dinamica dei costi
Ma il sindacato chiediamo anche di impegnarsi insieme a noi per eliminare un'altra delle tante assurdità del sistema italiano
Mi riferisco al fatto che i livelli di retribuzione netta dei nostri lavoratori siano così bassi rispetto al carico complessivo del costo del lavoro
Dovremo fare fronte comune presso il governo perché si riproduca il cuneo fiscale e contributivo che determina queste eccessiva disparità
Se poi da affrontare con grande chiarezza anche un altro problema ed è quella della flessibilità
Che volenti o no la dimensione del lavoro del Duemila
Fino ad un passato non lontano il sistema economico italiano si è trovato costretto a ricorrere alla flessibilità per ristrutturare salvare le imprese soffocate da troppi vincoli e rigidità
Adesso abbiamo bisogno di flessibilità per far crescere le imprese e quindi anche l'occupazione
Dobbiamo affrontare questo problema dobbiamo affrontarlo rinunciando agli stereotipi alle soluzioni storico
Il che significa smetterla di considerare la flessibilità come fatto eccezionale a cui ricorrere in momenti eccezionali
E significa resistere alle tentazioni di nuove rigidità che non farebbero altro istigare la ricerca di scorciatoie e delusioni quelle che alimentano il lavoro nero per intenderci
E peggiorare così una situazione difficile per tutti per le imprese e per i lavoratori
E tra queste tentazioni sempre ricorrenti includono per esempio la pretesa di ingabbiare i nuovi lavori con regole simili alle vecchie
Autorità colleghi amici tante volte abbiamo detto che l'Europa e disciplina e standard e regole
Per me perché ha creduto nella sregolatezza disciplina standard e regole sono vincoli pesanti
C'è stata però anche un'Italia che ha combattuto perché disciplina standard e regole da Paese avanzato si affermassero sinora di carcere o nel corpo della nostra società
E l'Italia che si è battuta per la scelta europea come occasione di cambiamento e di progresso non solo economico ma sociale e civile questa Italia guarda oggi alla nascita dell'euro come una grande conquista
Una conquista voluta insieme e perseguite insieme
Composizioni talvolta diverso e sui modi mai sul traguardo e sugli obiettivi da raggiungere
Lasciatemi dire
Che quanto alla vocazione europea di Confindustria e mia personale come ebbi a sottolineare fin dal primo giorno di presidenza ci sono gli archivi che parlano è un argomento sul quale e lo dico con molta sincerità ci sentiamo veramente tranquilli
Non sono così sicuro che altri possono dire altrettanto
Chi dunque per eccesso di spirito partigiano
O di zero polemico o di altro intravede nella diversità di opinioni sui modi un ostracismo all'Europa per quanto ci riguarda come organizzazione degli imprenditori nona il senso della storia
Della verità e permettetemi di dirlo del libero confronto democratico
Dove saremmo se questo confronto non ci fosse stato e dove saremo se non continuerà ad esserci
Se abbiamo mosso delle critiche l'abbiamo fatto a ragion veduta
Poco tolleranti come siamo di incertezze pause arretramenti su tutto ciò che riguarda il rilancio dello sviluppo e dell'occupazione in Italia in un contesto di rilancio di tutta l'Europa
Noi tuttavia non abbiamo solo criticato abbiamo fatto anche molte proposte alcune non sono state accolte altresì questo il ruolo che deve valere ogni componente di una classe dirigente di un Paese civile
E a questo duplice ruolo di critica e di proposta noi non intendiamo rinunciare
E tanto più non rinunceremo in un momento come questo in un momento di straordinario cambiamento riapre all'Italia e l'Europa grandissime opportunità ma pone anche grandissime sfide
Alle sfide dobbiamo prepararci l'opportunità dobbiamo saperle cogliere guasto è solo quel sto e il dovere che tutti abbiamo nei confronti delle giovani generazioni dal nostro futuro la
Do ora la parola un saluto il Presidente del Consiglio
La Confindustria autorità tutti caro industriali
Non è grazie di avermi dato l'opportunità di fare un saluto alcune brevi riflessioni in questa dando l'Assemblea
Perché lo sullo scudo se voi
Dovrò assentarmi per
Poi gli obblighi istituzionali che erano stati assunti in precedenza ma lo riflessioni più approfondite le farà il ministro Bersani ministro Bersani per il governo
Io mi limito ad alcuni osservazioni
A quanto ha detto Ilva presente all'Udinese che ringrazio
Per aver messo in rilievo non solo Bobbio doverosi punto di dissenso la sua osservazione lo ha fatto o sul dissenso come lievito dalla democrazia lo la condivido in pieno ma gli ha permesso anche a rilievo di grande momento di unità che il Paese ha assunto con l'ingresso in in quest'ultima fase il momento di unità tre
E pensierosa mentre in un'età che noi che abbiamo conservata crederemo approfondire non è volevo far proprio su alcune riflessioni non su questo no perché era appartenga al passato
Voglio dire
Mi pare tutta nostra politica futura ma non vogliamo prenderlo come momento di congelamento dell'Alto osservazioni ma con uno strumento per pensare adesso il futuro
Poniamo di fronte a noi
Un sistema coerente che dobbiamo costruire una coerente che vede la competitività liberalizzazione coesione sociale
No questi tre obiettivi da perseguire si fa molto piacere che sono stati anche gli obiettivi
Se hanno negato la relazione
Fossa
E
La competitività uno che devono perseguire ma dicevo nell'ambito di coesione
Che coesione fra generazioni allora
La riforma del welfare
Naturalmente importante di questo perseguire in queste direzioni
Nel pieno equilibrio fra centri sociali aveva il discorso della politica dei redditi
L'equilibrio del
Fra aree territoriali
Non è che noi rispettiamo sul Grande Punto sua clandestinità che noi abbiamo di fronte e che ora possiamo risolvere secondo me per la prima volta nella storia italiana perché abbiamo adottato gli strumenti giusti perché abbiamo abbandonato Mongolia noi ma burocratico che possano insomma per problemi che devono abbiamo affidato all'assunzione alle strutture che mercato notevolmente i costi un appello agli imprenditori che è stato colto con grande calore
Vai su questo far una riflessione
Che deve guidare il nostro confronto nell'UDC futuri
Parte che con le decisioni prese negli ultimi mesi
C'è un fatto nuovo
Nella
E con un'italiana cioè se ne prenderanno
In parte di confronto più aggiornata più approfonditi
Che usciranno dopodomani in modo definitivo ma che già sono apparsi nella stampa i dati dell'OCSE
Fatto cento il costo un taglio del per unità di prodotto per il confronto orale negli Stati Uniti proviamo un'Europa
Si presenta con costi più elevati nascosto per me li faccio vedere
Senta sessantasei in Germania centosessantatré in Francia abbonda punica centosessantanove abbiamo un'Italia che ha centouno
E in Europa soltanto la Spagna più bassi d'Italia cioè accetti non ci presentiamo di fronte all'Europa con costo davvero competitivi con un'economia in ordine con la possibilità di una grande espansione questa è la sfida che noi dobbiamo assommare assieme e in quest'ambito e in quest'ambito noi abbiamo un ulteriore riflessione da fare
è noi abbiamo o
Scusate
Secondo formati se
Sanno confortati anche dalla
Sono confortati anche dall'esperienza della bilancia commerciale scusate
Questo Paese non avrà una grande commerciale così attività se non avessimo una competitività dei nostri costi perché le esportazioni sono sussidiate dal governo italiano sono si reggono se Dio vuole sul mercato sana la competitività dell'Italia
Ma questo non basta consultare l'esercito
Allora non abbiamo impostato una politica
L'abbassamento dei costi tornavo nel Mezzogiorno
Devo dire che non erano interessate patti territoriali e contratti d'area
Noi abbiamo una riduzione del costo del lavoro però dall'impresa
Rispetto alla media nazionale nel venticinque per cento al primo anno dal diciassette al secondo
Del quattordici al terzo del sei per cento al parto
Ne abbiamo negli anni veramente una fortissima riduzione dei costi
Ma
Non solo noi abbiamo
Sempre nei al capitale finissero nel Mezzogiorno
Sempre per questo grave
Che portano abbattimento fino al settanta per cento il pasto gli investimenti
Cioè abbiamo fatto una strategia generale che deve rendere conveniente l'imprenditore italiano andava verso mezzogiorno perché sappiamo benissimo che se non c'è questa convenienza e inutile fare un appello di investimento per questo non basta
Non basta
Cioè la necessità di avere un ambiente più sicura e vivibile istituti problemi per la sicurezza su tutti i comuni delle infrastrutture così quanto ha detto il presidente sulla nostra inadeguatezza sono pienamente d'accordo
Ma intanto abbiamo creato un fatto è quale convenienza e su questo insieme agli imprenditori noi dobbiamo approfondire il discorso faremo anche la prima decade di luglio il punto sulla situazione perché io voglio
Con tutta franchezza
Sì posso rifarmi critiche si debba la fase critica quello che manca al nostro Paese che tanto manca neanche mettere in luce come
Un altro metodo ora costa molto meno degli altri
Noi avremmo anche potuto infrastrutture dovremo delle cose da aggiungere ma non possiamo presentarci questa gara europea che sta cominciando senza far valere anche questi una storia antica e devo dire che
Ma accoglienza avuta
Dagli imprenditori per queste trasformazioni è stato l'accoglienza molto forte
Numero dell'impresa che ha cominciato
Antonella fate conto racconta di varia
Se moltiplicato
C'è una Teresa cioè la possibilità di una svolta se finalmente un discorso nazionale perché poi si è fatto in comune sulle Walter come li fa il mercato non sulle basi DVD baracconi burocratici questo è quello può in programma l'arrivo del sonoro platonica dei programmi con cui mi presento nel fronte all'impresa italiana son tantissime cose da fare ancora uno
E la mia tracciata e questa figlia
Attualmente accanto a questo bisogna
Procedere
Una riforma
Globale del funzionamento dello Stato in tutti i suoi aspetti quello che è accaduto in questi giorni in un settore così delicato e particolare come quello giustizia è una dimostrazione di quanto fosse degradato quanto fosse caduto il funzionamento di questo sistema
Sa benissimo che non si fa beffe in un anno solo
Ma quello che io voglio perché giorno per giorno setacciano passi nella direzione giusta in modo continuativo senza mai fermarsi un attimo proprio nostro cammino che noi dobbiamo compiuti
E allora l'anno scorso
Non hanno che ma in passato
Pur avendo ancora
Cose da compiere come
Al comandamento INPS hanno affidato l'esatta sociali abbiamo cercato lui
Valastro poi dall'altra con la riforma del mercato del lavoro la riforma delle pensioni
L'adozione di strumenti di selezione degli accessi alle prestazioni sociali agevolate è stato
Cammino molto complicato
Tocca
Profondi problemi della gente
Solo il rito nemmeno l'inserimento regge quadro sull'assistenza il Piano sanitario nazionale presenteremo
Proprio stamattina
Ecco quest'anno noi dobbiamo fare lavorare ancora di più sulla riforma pubblica amministrazione su cui già sicure dottorato
E inoltre sulla liberalizzazione dei mercati
Non basta la privatizzazione
Anzi il passaggio da pubblica privato su un settore sia un passaggio va sulla concorrenza non serve punti
Lo staff atletico si devono essere accompagnato da ulteriori sforzi di liberalizzazione in alcuni settori questo libro Grazie tangibile
Quando si moltiplicano i protagonisti del Co.Re.Com. porzioni questi son problemi ci sono difetti ci sono ritardi però
La concorrenza aggredita in altri campi sequestrati insomma
Ma questa è la nostra storia non ci siamo presi perché l'unica strada che ci fosse
Portare a competere in Europa un modo strumenti efficienti il costo del lavoro concorrenziali non basta allora
Non hanno impegni nel campo dei trasporti dell'energia
Anche servizi di pubblica utilità
Fra proseguire nella distribuzione della nella liberazione dagli sponsor commerciale altri settori che son rimasti fuori dalla per operazioni debbano essere anch'esse liberalizzati su questo c'è un impegno dal ministro dell'industria
A turbare questo processo di liberalizzazione e poi mettere mano anche alla concorrenza nel settore così come in Quentin
E così tradizionalmente ritenuti fargli una concorrenza consentono di professione
Ci sono campi estremamente importante
Qui abbiamo bisogno veramente di ogni pacchetto Mura Porta a Porta tutta italiana quei la concertazione uno strumento è un bene prezioso che ci viene invidiato quando puntato dagli altri Paesi
Perché unico strumento che permette permette di riorganizzare la struttura dall'economia dall'Europa continentale
è vero che noi abbiamo ancora perché i problemi presente cosa fatta una correlazione
Molto importante fra
Attribuire con esperimenti Gran Bretagna da Bassora disoccupazione d'alto bordo liberalizzazione la Consulta
Per rendere questa viene pronte per lo storico molto particolare sempre il marco più lungo
Così ora continentale è stata straordinaria
è stata molto fondata
Sui rapporti sociali profondamente in tre
E non vengono assolutamente non mettono assolutamente la liberalizzazione e la concorrenza anzi valgono potenzialità resta
Ma che trovano nella contributo per la concertazione lo strumento più forte
Passare alle riforme alle innovazioni di un Paese forse al Pepe cinque vanno in modo diverso montagna si governa in questo no taglia età
La risposta da dal sistema sociale del sistema politico è una risposta
Non molto farò
Ma dopo il soffermarmi su un altro torneo ma
Credo che il tempo del passato io volevo dar solo un saluto
Non voglio loro poco solo come titolo
Ma perché
In questa non si cura con cinque
Con un'attuazione molto più rapido del previsto
Una globalizzazione dei mercati
So da sole da muovere l'anno dallo sulla riva in settori ad una rimasti fuori l'agricoltura il transito al momento
Travolgono la nostra economia quindi questo è un problema
Culturale che noi dobbiamo affrontare anche questo un missile anche presto insieme mentre c'è un'ultima riflessione riguarda
Chiusura
Nell'operazione globale del sistema no
Non tanto il discorso di costruire
Io capisco si strutture pubbliche che dovevano
Cambiare ambientato Cocco discorsi inutili investimenti
Collettivi c'è però il discorso grandissimi dell'innovazione non ci collochiamo al livello più elevato della innovazione
Oppure prim'attori
Una delle entrate
è vero c'è molto più mutazioni profonde con le statistiche
Perché c'è un'invasione turbata dalla struttura nel distretto industriale dalla loro ottenuto azioni costretti questo aspetto un dato il prossimo non hanno
Ma questo non basta nell'Italia e nell'Europa qui veramente la differenza con struggente diventata eh no da me descritte protetto logica americana che si è Sabata spalle tredici anni fa oggi una forza travolgente
Noto che vi stia vietati o discorsi è veramente un fatto
A livello continentale ci deve svegliare ieri investimenti Editions in ricerca e sviluppo sono estremamente più bassa ma è anche la cultura che noi abbiamo lo fa con una riflessione
Pensate che delle venticinque più grande degli americani diciannove non esistevano prima o erano praticamente inesistenti i movimenti prima del mille novecentosessanta delle venticinque più grandi imprese europee
Tutte insistevano trent'anni fa
Tra l'altro che che c'è un mondo che non dobbiamo in qualche modo rivitalizzare nel senso anche per la fiducia della dittatura cosciente di se stessi in poi
Dalla capacità di buttar scappano dalla siepe sono fattori anche che non ha nulla a che fare con l'economia
Ma su queste però si basa un grande rinnovamento ed un paio di un continente però dobbiamo dare un forte contributo e non è solo un contributo economico ma un grande contributo di carattere del carattere politico
L'Europa
Deve vane Novare d'Italia prima di tutto rinnovare le sue strutture per bensì a questa battaglia rinnovarle su due punti
Fondamentale che un fare prima una grande patetica di investimento moltiplica gli investimenti adesso abbiamo il clima per farla cioè i tassi d'interesse abbassati
Io credo che si sia sottostimato il cambiamento
Nel senso del tempo nel senso del tempo crea all'abbassamento età si interessa adesso dobbiamo allungare il nostro tempo
Da riflessioni dobbiamo allungare
Il senso delle nostre operazioni economiche a ben vedere per il futuro non siam più costretti ad accorciare la nostra testa quando prendiamo decisioni i tassi di interesse bassi al Nomentano nostre prospetti rende più conveniente l'investimento contrariamente però dobbiamo assolutamente assolutamente sa c'è una riflessione molto elementare rispetto a meno centonovantasei
E nel settore pubblico raccoglie sono tra le capitali ottanta mila miliardi in
Come prima sentivo in queste somme ricordo tanto di questo sembra in cui giustamente c'erano lamentela per lo spiazzamento nel cloud and out no imparato qui costituente
Adesso
Rimpiazza mentre
Adesso bisogna che questi ottanta mila miliardi
E se investiti per il beneficio di tutti no siano ritenuti una grande risorsa nuova servizi del Paese ecco la sfida che noi dobbiamo che noi dobbiamo fare assieme
E allora sì possiamo anche cominciare a pensare
A discorso molto il peso fiscale presente ho notato
Non potevano notare il primo applauso è stato quando fatta producono imposte Todisco producano e ecco e
Ma questo lo possiamo fare
Quando facendo questo rilancio e noto come decorazione economica non è che ci sia previsto l'abbassamento delle imposte ma due punti in tre anni in modo serio proprio perché ne risparmiamo ne risparmiamo
Va l'abbassamento dei tassi ecco questo è la politica che io vorrei che fosse fatta insieme che dà coraggio al Paese e
Nota verso non tutti produttivi quello che premevano invece peso alle risorse dello Stato
E eccetto rientra anche il problema finanziario dell'impresa
è vero che non tutte possono dal rimborso però poco uno c'è qualcosa che può essere attivato
Non solo ma anche per la replica del mondo se ma ci sono proseguito ad emissioni di obbligazioni si sono nello storico perché invece c'è tutto un pacchetto finanziario che
Si è svegliato solo per l'effetto del grande mercato europeo che è possibile oggi non era possibile cioè se io avessi detto questa cosa io
Scuoteva la testa
E qualora
I nuovi strumenti affermiamo tutt'
Insieme questi nuovi strumenti perché una sfida destro ed importanti però se non con le bombe chimiche le gare durissime primo per l'obiettivo unificante il suo il suo il suo
Perché serve al Sud ma soprattutto il Paese la nostra frontiera su
La nostra struttura e l'unica realtà che può permettere anche un grande gruppo del del Nord
Secondo la croce la dimensione dell'impresa attraverso questi strumenti finanziari
E permettetemi
La riflessione
Torniamo Anghileri cominciare
Ad attrarre investimenti stranieri
Il pentito un sincero cioè no
Che in Italia non arriva
Un investimento straniero Dazzi
Tutta la
Buste giapponese si è collocata nessuno lo sviluppo in Gran Bretagna e Spagna in Olanda Montesano letale hanno comprato tante imprese italiane so benissimo che ora conta perché i tre italiane valgono molto
Vanno comprate per perché sono stato a tratti ma solo nel giorno in cui il Comune ricominceranno a prenda l'Italia come base proprio il loro essere in Europa allora noi potremmo veramente essere di nuovo
Un grande peso industriale ed è questo l'obiettivo tutti insieme ci proponiamo bassi
Invito al parco per la sua relazione il ministro dell'industria
Presidente Fossa autorità imprenditori mi capita il piacere di rivolgermi a voi come ministro l'industria per la terza volta consecutiva
E questo mi pare Zan questo mi pare già una novità non da poco e tuttavia questa novità
Questa questa novità non deve fare indulgere troppo all'analisi retrospettiva
Perché quando la realtà volta pagina bisogna guardare alla situazione nuova riflettendo sul passato solo per quella parte che poi Lupinacci sul lavoro da fare da qui in avanti
Mi faceva presente fosse che la considerazione per il nostro Paese nel mondo è cresciuto in questo periodo
Io credo sia cresciuto per tre motivi primo siamo entrati nell'euro dalla porta principale senza sconti
Secondo ci siamo presi alcuna responsabilità di tipo geopolitico sapendolo esercita Terzo abbiamo mostrato che un governo in Italia può dura rimane ancora un dubbio una riserva sulla capacità di passare da premesse incoraggianti a fatti definitivi nella riforma del sistema politico e costituzionale
Dando un compimento stabile al bipolarismo ammodernando le istituzioni
Ora noi dobbiamo sciogliere per noi stessi e davanti all'Europa e al mondo questa riserva
Questo è una priorità io ritengo che attiene alla politica ma anche strategicamente all'economia
Sul piano più strettamente economico e sociale la fase è cambiato
Possiamo dire ormai che l'operazione di di situazione di rafforzamento e stabilizzazione del cambio
I difeso il potere d'acquisto dei lavoratori delle famiglie riduzione dei tassi ha portato benefici alla finanza pubblica effetti positivi nel settore privato dell'economia noi oggi siamo nel corso di una ripresa che seppure ancora non così forte come vorremmo
è tuttavia solitamente agganciata condizione di quattro stabili e positive e ad aspettative favorevole
Questa fase che c'ha portato all'Euro ha costituito un primo ineludibile asse di politiche industria
Abbiamo avuto in sostanza un graduale adeguamento delle strategie aziendali alle nuove condizioni di mercato
Abbiamo avuto un superamento del capo fondamentale di competitività del sistema Italia
Quello dell'alta inflazione degli alti tassi deriso valutazioni imprevedibili e violente e quindi dell'inevitabile dequalificazione dell'apparato produttivo e a tutto ciò con sé
Noi siamo tutti consapevoli che oggi la nuova condizione comporta una piena assunzione della cultura della stabilità e anche per il futuro una coesione nazionale naturalmente europea sulle tre condizioni fondamentali
Ordine dei conti pubblici stabilita dei prezzi monete assalto chi ritiene che queste condizioni siano indifferenti o addirittura negativo per l'economia reale per lo sviluppo industriale evidentemente ha scelto un altro continente un'altra traiettoria competitiva
Quindi con queste acquisizioni con questa consapevolezza siamo ad un torna si apre sostanzialmente un nuovo scenario competitivo il cui baricentro è attorno ai fattori reale tutti lo dicono pochi ne sono convinto
è una discussione che si sta aprendo a livello continentale e della quale dobbiamo essere anche noi dei protagonisti a pieno titolo
Quando si parla di competitività e di competitività di sistema anch'io voglio partire da quei come ha fatto il presidente Fossa
Si parli in realtà di crescita
Di ulteriori opportunità di crescita che Neuro può consentire per l'economia continentale e per i singoli Paesi
Si parla di protagonismo dell'impresa e del lavoro si parla di coesione sociale
Si parla di occupazione cioè del cuore del problema di oggi passando per la porta principale quella di una fase di sviluppo compatibile e sostenibile nel nostro Paese nel continente
Nel mondo
Ora su molti indicatori di competitività di sistema Paese noi siamo in ritardo
Non su tutti naturalmente ma su molti sì
E non serve qui fare lenti ben noti o esemplificazioni semmai dobbiamo fare qualcosa di positivo e di concreto pubblici e privati che siamo individui e collettività
Noi dovremmo in realtà avere la forza per ritenere convocati gli stati generali della competitività del nostro sistema dando spinta alle riforme per stare in Europa e starsi almeno provando riassumere i punti centrali del cambiamento necessario da qui all'Euro io sceglierei alcune parole d'ordine in parte già presente la relazione del presidente posso
Primo abbassare i costi di sistema attraverso una nuova regolazione dei mercati e una liberalizzazione che creino nuove capacità competitive nuovi bis
Rafforzare il mercato dei capitali riducendo lo scarto fra opportunità d'investimento le risorse finanziarie disponibili
Sostenere la dimensione locale dello sviluppo è una competizione positiva fra il territorio intervenire sul sistema di ricerca innovazione tecnologica pubblica e privata
Fare un compiere un passo decisivo al Mezzogiorno rilanciare la concertazione
Passo qualche notazione su questi punti che sono peraltro notti e ben noti chi mi ascolta
Noi siamo convinti
Che la permanenza di assetti monopolistici di di diritto e difatti in molti settori
Le rendite di posizione di corporazione costituiscono un costo di sistema
Un rallentamento nella fruizione dell'opportunità tecnologiche disponibili un rallentamento nella nascita di nuove impresa di nuove opportunità di consumo e in definitiva di nuovi posti di lavoro
Noi in questo campo riteniamo davvero e lavora forse possiamo dire anche d'avere lavorato come mai prima ma sulle questioni principali vogliamo ancora prendersi impegni prezzi
Nelle telecomunicazioni con tutti i problemi le discussioni che si sono aziende noi abbiamo fatti in breve tempo molta strada
Adesso dobbiamo tenere i tempi di completamento della liberalizzazione dell'ingresso di nuovi operatori e quindi finalmente di una fase impetuosa di sviluppo dei servizi e delle applicazione ricevuta finalmente una delega del Parlamento entro febbraio prossimo la data prevista dalla direttiva produrremo norme per la liberalizzazione esiste nelle avendo già alle spalle il pieno funzionamento dell'Authority e la revisione dei sistemi tariffa per il gas premi in vigore a luglio la direttiva europea che abbiamo contribuito a definire e cominceremo il lavoro di adeguamento normativo
La riforma del commercio già operativa e per le parti affidate ai livelli regionali e locali garantiremo il rispetto dei tempi anche con interventi sostitutivi lo stesso vale per la riforma distribuzione dei carburanti
Avremo ritengo in Consiglio dei ministri fa alcune settimane una nuova legge sulle professioni
L'abrogazione del divieto delle società professionali prevedibilmente controversa nella fase applicativa
Ha avuto per noi significato di rompere il primo anello di una catena e di sospingere alla ricerche effettiva di un più moderno equilibrio nel campo delle professioni
Io mi auguro che ci sarà possibile in tempi brevi
Procedere a una nuova legislazione sui servizi pubblici locali una legge che consenta lo sviluppo industriale in questo settore e quindi una crescita civile al tempo stesso occupazionale in molte aree del paese
Ci sono innumerevoli ulteriori campi nei quali agire per una nuova regolazione e non li voglio citare qui
Sono comunque operazione difficile fatte medie fatemi dire che i favorevoli
A questo per azioni sono una Follin paziente solo il giorno della relazione dell'Antitrust poi spesso ai fatti alle decisioni percorso diventa molto più complicato e più difficile bisogna che chi ha responsabilità di decidere interpreti di più nella ricerca del consenso necessario
Il peso del cittadino consumatore della piccola impresa diffusa delle nuove generazioni
E punti su chi vuole entrare e non su chi tiene chiusa la può
Il SISCO il secondo tema di politica industriale che vuole sottolineare e che anche il presidente Fossa ha ricordato con forza riguarda il rafforzamento dei mercati finanziari
La storia lunga del nostro capitalismo
è fatta da pochi grandi soggetti fortemente concentrati sul core business e da una storica debolezza degli investitori finanziari
Ora le nuove opportunità che derivano dalla globalizzazione dei processi di liberalizzazione e privatizzazione rischiano di non essere col si ha l'impressione che tali opportunità sopravanza i soggetti e le risorse effettivamente disponibili per iniziative industria
Questo scarto rischia di alimentare fra l'altro un processo di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano di insufficiente reciprocità
Nessuno qui ha idee protezionistiche o nazionalisti
Ma il peggior provincialismo è quello di considerare questo temi è rilevante proprio mentre aumenta la coesione continentale e la globalizzazione
Noi abbiamo risorse tecnologiche industriali imprenditoriali territoriale da mettere a disposizione che rischiano di non poter esprimersi al meglio per una strozzatura finanziaria che pare di tipo strategico
Ciò continua a valere anche per le imprese Mino che evidenziano dall'ottantadue al novantacinque un progressivo indebolimento della struttura finanzia serto cresce la quota di risparmio gestito agli investitori istituzionali ma questo non significa ancora un rapporto soddisfacente con l'esigenza di dotare di capitali nuove attività industriali
I fondi pensione come si sa non acquisiscono quote di mercato a ritmi di crescita apprezzabile
La Borsa cresce ma con un contributo troppo limitato da parte di aumenti di capitale o nuove quotazioni con una tendenza Prato che ha divaricato rispetto ad altre piazze internazionali tra l'altro più attrattive per le piccole e medie imprese
Quindi certamente dobbiamo mettere tutti all'ordine del giorno l'accelerazione dei fondi pensione l'adeguamento per via di regolamentazione di costi del mercato borsistico le piccole e medie imprese e il rafforzamento iniziative promozionali in questa direzione
E il progressivo rafforzamento delle misure fiscali che sono finalmente orientate alla capitalizzazione dell'impresa
Tuttavia lo diceva fosse io sono molto d'accordo
Non possiamo dimenticare che anche nel futuro il sistema finanziario delle nostre imprese per le loro stesse caratteristiche resterà fortemente collegato al rapporto con gli istituti di credito
La politica industriale dovrà guardare con grande interesse alla qualificazione di questo rapporto e allo sviluppo di nuove aree di operatività delle banche
Il governo farà nuovi passi sul percorso di privatizzazione delle banche pubbliche
Peraltro il Governo ha favorito l'allestimento di quadri d'intesa e di strumenti per la riorganizzazione del settore ed incoraggia i processi di fusione la banca
Tutto ciò pazzi vera e sarà comunque accelerato sotto la spinta della moneta unica e dell'ammodernamento del quadro normativo ma ci vuole anche altro
Ci vogliono piani industriali operativi che attrezzi nel sistema del credito a dare supporti migliori all'attività reale parlo di un aumento della vita media il debito vantato il piccoli impresa
Parlo di un appoggio all'invio dell'impresa e con maggior ricorso al capitale di rischio parlo di un sostegno da parte delle banche al sistema industriale nel processo di internazionalizzazione
Un altro banco di prova fondamentale della competitività sarà quello dei territori
La competizione fra territori già emersa come l'altra faccia del processo di globalizzazione tenderà dobbiamo aspettarselo aspettarselo adatti accentuarsi nettamente
La convergenza delle condizioni macroeconomiche metterà al proscenio per forza la capacità dei diversi luoghi di generare di conservare di sviluppare di attrarre le attività economiche più interessati
Ora tutto il mondo
Si ritiene esperti dei rapporti Imprese e Territorio
Molti chiedono di poter imparare danno ma noi sappiamo di avere di fronte delle criticità e delle sfide nuove
In primo luogo c'è una questione europea
Sulla quale dobbiamo pronunciare se ci sono come ci sono in diversi Paesi europei a cominciare dal nostro
Eccessi di carico fiscale sulle impresa
Ho problemi di modernizzazione del rapporto di lavoro occorre operare su processi convergenti di riforma ed evitare che si scateni su larga scala una competizione regressiva fra territorio
Benché nel tempo dove ci si è si è attardato in una diversa concezione noi in realtà abbiamo interesse ad una delimitazione molto attenta e rigorosa delle aree europee nelle quali ammettere interventi interrogatori o provvidenze straordinarie
In via generale la competizione fra territori dovrà avvenire sulla qualità dei servizi delle relazioni anche sociali sulla qualità del lavoro sulla capacità di produrre riprodurre cultura industria
A questo proposito tutti in Europa hanno problemi e noi abbiamo i nostri al nord e al sud
Noi sentiamo che stanno in questo momento interagendo questioni diverso
Giada lunghi anni la globalizzazione ha portato tensione fra il territorio c'è chi teme di perdere ciò che ha acquisito c'è chi ha fretta di acquisire quello che non ha mai avuto la nuova situazione geopolitica dopo l'ottantanove ha peraltro messo in libertà ovunque problemi nazionali anti
Da noi uno Stato giovane poco riconosciuto uno spirito civico non omogeneo nel Paese una tradizione particolaristico
La forza di antiche storie regionali
è tempo di attrezzarsi anche culturalmente e politicamente a fare evolvere in modo positivo queste spinte
Ad allestire un meccanismo per cui il rafforzamento dell'identità dei territori che un rafforzamento necessario vada di pari passo con l'estendersi di un sistema forte di relazioni di reciprocità evitando processi difensivi regressiva
Gli imprenditori che hanno i piedi a casa propria ma che conoscono il mondo
Possono essere in questo senso un punto di equilibrio
E certo sentono la responsabilità di doverlo essere e per svolgere questo ruolo positivo non c'è bisogno e come qualcuno dice secondo me di abbandonare i cinema e di andare nei salotti non è questo il pool ma l'imprenditore chiedono anche un dialogo veritiero con la politica e con l'amministrazione ed una guida un riferimento che sappia parlare con le idee ecco mi fa e qui c'è un punto critico che anche noi sentiamo come governo e che si accentua con la prospettiva e l'unione monetaria e con la ripresa che Hina
Questo punto critico si chiama questione settentrionale dello sviluppo
Noi abbiamo strozzature di contesto sistemi dove la crescita di densità imprenditoriale di mobilità non si è accompagnato lo sviluppo adeguato dei servizi e delle infrastrutture
Ci si scontra dunque con delle scarsità scarsità di territorio di infrastrutture di risorse professionali specializzate di agenzia amministrative efficienti e così via
E sorge allora nelle cose assieme la rivendicazione alla protesta anche la disponibilità ad un rapporto cooperativo e compensativo fra nord e sud
Noi stiamo cercando di comprendere e di volgere in positivo sia la rivendicazione sia la disponibilità mentre ribadiamo la denuncia di tendenze dissociativo e sociali e territoriali che pure esistono e che possono portare danni in calcola anche nel Mezzogiorno la questione della qualificazione dei territori assolutamente centrale
Non possiamo ritenere che il Sud debbano essere al riparo esso stesso non sarebbe possibile da una dinamica di competizione di imitazione fra territorio
Una dinamica che farà compiere passi a quei luoghi che più saranno in grado di proporre una cultura industriale un'infrastrutturazione essenziale una sicurezza d'ambiente e procedure amministrative accettabile
E qui c'è il protagonismo del Mezzogiorno
Qui c'è il far da sé e non da soli delle forze più dinamiche nuove del Mezzogiorno naturalmente dovranno esserci alcune politiche generalizzata
Per il Mezzogiorno strumenti moderni di incoraggiamento agli investimenti e e qui già abbiamo dei problemi io ricordo sulla quattrocentottantotto in questo momento con ultimo bando sono arrivate quindici mila progetti
Gli investimenti esattamente il doppio del bando quel bando o precedente segno anche di una vitalità che si accende
Dovranno esserci politiche secolari per la sicurezza che pure si stanno giustamente focalizzando su punti di sviluppo industriale dovranno esserci politiche per le infrastrutture strategiche
Dovremo dare il via con efficienza come stiamo facendo da alcuni a un certo numero di patti territoriali e contratti
Ma territoriali capaci di azienda dei fuochi di sviluppo e di produrre esperienza
Dovremo con una normativa netta e coraggiosa capace di combinare persuasione e dissuasione fornire un'occasione vera per tutte le situazioni produttive che nel Mezzogiorno possono e vogliono abbandonare il sommerso
Sotto queste altre ancora fa parte di programmi di iniziative per l'occupazione e il Mezzogiorno che presenteremo nelle prossime ore nei prossimi giorni allo Gallizioli sindacali associazioni imprese l'autonomia
E tuttavia dobbiamo essere certi
Che nelle dinamiche territoriali moderne il centro può distribuire carte importanti ma non è il giocatore vero
E che niente di definitivo al nord come al sud può avvenire senza una diffusa assunzione di responsabilità locali
Noi adesso siamo la prova di una grande operazione di decentramento in materia di attività corruttive sarà una piccola rivoluzione
Entro settembre con proprio provvedimento le Regioni dovranno recepire riorganizzare funzioni di politica industriale con gravi amplissimi di libertà
Contemporaneamente saranno in vigore le norme sul riordino dei sistemi di incentivazione e sulle procedure di localizzazione ristrutturazione trasferimento ampliamento d'impresa
è in corso la riforma decentramento dei servizi al lavoro si aprono i primi sparsi negli di autonomia degli istituti scolastici e così via inutile continuare delle ci sono alcune realtà regionali che paiono in seria difficoltà a rendere utile e immediatamente efficiente produttiva questa volontà nuove noi dobbiamo allora accompagnare garantire questo processo
Per quel che riguarda i campi industriale a giugno presenterà un progetto territorio impresa e chiederò di inaugurare un coordinamento fra Ministero associazioni regioni enti locali e Camera di Commercio
Per dare impulso alle riforme in atto diffondere le esperienze più avanzate
Praticare se necessario di interventi sostitutivi
è giusto ricordare che l'intervento sostitutivo se fatto secondo corretti principi è un pilastro implicito dell'autonomia
Se accerteremo che le imprese possono essere protagoniste nei territori nell'allestimento di nuove soluzioni e in particolare cercheremo di far passare due principi il primo l'esigenza di non limitarsi operazioni che trasferiscono quote di pubblica amministrazione dal centro ai territori ognuna di queste operazioni di trasferimento può ebbene anche dissolvere una quota di pubblica amministrazione puntando alla diretta responsabilità dei cittadini e delle imprese il secondo principio parla della necessità di non mettere vino nuovo i nostri vecchi le Regioni dovranno riorganizzarsi
Dovranno avere la forza di semplificare strutture e procedure modellati in verticale su un antico assetto centralista che non ci sarà più si deve essere una gara fra le regioni da qui al due mila nel darsi nuovi modelli organizzativi
Ma anche il governo centrale dovrà riformarsi organizzarsi per grandi blocchi orizzontali attorno ai problemi del futuro
La costruzione non solo il recepimento delle politiche dell'Unione
Le standardizzazione normative tecniche la ricerche la brevettazione l'internazionalizzazione la diplomazia economica la regolazione dei mercati interfaccia con il territorio e l'equilibrio
Cose che facciamo ancora poco impegnati come siamo stati in parte siamo a fare cose al centro che non dovremmo fare
Il presidente posso lo stesso presidente Prodi ha sollevato con forza il tema ricerche innovazioni o quindi qui lo salto anche per andare a chiudere voglio però cogliere la disponibilità che presidente posso testimoniato una collaborazione rispetto a questa fase che in questi mesi
Comporterà la riforma praticamente di tutti gli strumenti pubblici e pubblico-privati che presidiano la Matteo voglio dire in questa giornata non poteva tornare o sotto il non tornare o sottolineo anche alla questione fiscale
Noi siamo nel pieno di una fase ancora tumultuoso di cambiamento
Una fase nella quale le innumerevoli novità devono via via assestarsi dispiegare gli effetti desiderati decentramento riduzione degli adempimenti neutralità economica
Una riforma che riguarda essenzialmente rispetti qualitativi della tassazione e pezzetto avremmo desiderato poter accompagnare con operazioni quantitative che ad oggi non sono stati possibili
Voi
E non si consola dire ecco voglio dirlo io che per pressione fiscale benché riscossa dei paesi anglosassoni siamo grosso modo alla media comunitari in realtà da noi questa pressione la crescita di questa pressione avvenuta negli ultimi quindici anni a ritmi che sono praticamente tra i primi rispetto agli altri Paesi e quindi la terza chiamo molto di più
Molto nettamente poi c'è anche da dire che la quota sulle persone giuridiche almeno fino alla recente riforma è stata nettamente superiore nettamente superiore alla media europea quindi è giusto ribadire l'impegno serve
Seppur graduato e realistico che il DPEF ha assunto a proposito della riduzione sul PIL della spesa corrente ed è l'avvio di una riduzione del carico fiscale
è giusto tenere ben ferma data la particolare situazione italiana la linea recentemente spesso al ministro Visco
Via via che si libereranno risorse sufficienti a ridurre la pressione fiscale si dovrà intervenire per ridurre il costo del lavoro e per abbassare l'imposizione sull'impresa data la particolare situazione italiano in ogni caso noi sappiamo che lo svantaggio relativo della mole del debito sia compera si accompagna per un tempo non breve e su spese entrate rispetto al PD avremmo qualche guaio in più degli altri
è tempo peraltro io ritengo di poter inserire questo problema nostro in un quadro graduale ma sostanziale di convergenza europea
E di codici di comportamento comuni sulla tassazione d'impresa
è inutile ribadire quanto sarebbe distruttivo in particolare per le piccole imprese che non possono darsi strategie a scala continentale una disarticolazione una competizione fiscale incontrollata per finire una considerazione
è molto importante io ritengo e voglio sottolinearlo che in presenza del grave dissenso sulla questione dell'orario il senso che avete voluto qui ribadire Confindustria abbia voluto non sconfessa ma rilancia la prospettiva della concertazione
A noi pare veramente che questa linea corrisponda ad esigenze del paese
E ad un possibile nostro contributo nella dimensione europea per quanto difficile anche noi riteniamo che sia possibile aggiornare alcuni aspetti dell'accordo del novantatré dare in alcuni campi nuovi obiettivi e densità ulteriore alla concertazione e intrecciare questo processo con un partire positivo andamento delle stagioni contrattuali è un punto cruciale per il Paese dobbiamo discutere dialogare su questo con grande impegno res
Mezzogiorno e su questo concludo non sentiamo certamente di dover far di più per l'occupazione e Mezzogiorno anche fatecelo dire se riteniamo che il nostro impegno
è forte in alcuni casi anche innovativo e anche se non è comunque accettabile la mistificazione di chi propone ricette Fazzini a questioni di enorme profondità noi sappiamo che negli ultimi mesi per la prima volta dal novantadue e seppure ancora in modo debole non distribuito fra nord e sud non si sono bruciati i posti di lavoro in Italia ma se ne sono creati di nuovo
Sappiamo che l'industria riesce a dare in questa fase contributi occupazionali positivo
Sappiamo lo ricordava il presidente Prodi che dopo la politica di risanamento e dopo l'Euro ci sono nuove condizioni di quadro per un ciclo di investimenti non solo rivolti all'ammodernamento di strutture di macchinari ma l'allargamento
Do della base produttiva ecco io credo che il Paese possa contare su imprenditori capaci di raccogliere questa sfida capaci di essere protagonisti veri di questa fase nuova che si apre grazie
Il ministro dell'industria ringrazio voi per la vostra partecipazione ed appunto a me però ai membri di giunta in sala Giunta alle ore dodici e quindici grazie
Cioè