Rassegna stampa di economia

La di radicale lunedì quattordici dicembre mille novecentonovantotto stampe regime la rassegna stampa di Radio Radicale supplemento come sempre il lunedì pomeriggio alla rassegna stampa dedicato all'economia
Vediamo oggi abbiamo poco tempo quindi dobbiamo cercare di correre vediamo il CorrierEconomia il supplemento del Corriere della Sera dedica l'apertura
Al petrolio gli ultimi fuochi del Golfo petrolio il crollo del prezzo apre una nuova crisi economica Egeo strategica vedremo successivamente
Per questa questione del petrolio anche grazie a un intervento che pubblicato oggi sul Sole ventiquattro a pagina due di Alberto flop già ministro dell'industria vecchie profezie e nuove realtà il Corriere
Sempre a pagina uno
Un rubrica Meridiano ed è ritrovarci Giappone senza tempo e senza denaro sulla gravissima crisi economico finanziaria
Che ha investito l'ex tigre del l'ex tigre dell'estremo oriente vedremo la crisi giapponese
Sembra su quella sera implica nella prima pagina c'è una pubblica visi pallidi passerà compra una tele panca l'amministratore delegato delle Poste Corrado Passera è stato per un breve periodo ai vertici dell'Ambroveneto
Ma l'esperienza è stata così appassionante che ha deciso di negare il suo futuro alle banche uscito dall'istituto dopo la fusione
Con la Cariplo che ha portato a una sito dell'intesa stava per fondare appunto una banca può è arrivata l'offerta delle Poste accettato ma la vecchia passione rimasta e ora può pagarla
Sta infatti per concludere l'acquisto della Proxima una banca telefonica fondata dal novantasette dall'Ambroveneto
E che viene messo in vendita perché nell'ambito di barche intesa si sovrapponeva Qui Cariplo l'altra realtà telematica del gruppo con questa mossa
Passera che alle spalle l'immensa forza monopolistica degli sportelli dei conti correnti postali diventerà un temibile concorrente
Del sistema bancario e vedremo se davvero passerà anziché occuparsi del risanamento delle Poste
Proseguirà in questa espansione della economia pubblica in Italia
Acquisendo con le Poste un soggetto pubblico al cento per cento una banca privata sfruttando in regime di monopolio in cui le Poste continuano a esercitare la loro principale funzione
Repubblica fare finanza
In edicola oggi dedica alla parte principale della prima pagina alle difficoltà di crescita dell'economia italiana con il freno tirato perché l'Italia cresce meno di tutti
E cominciamo proprio da questo tema e da questo articolo di Stefano Carli sulle pubblica fare finanza questa rassegna questa rassegna stampa ci occuperemo anche lo segnaliamo di privatizzazioni a pagina due del Corriere Della Sera privatizzazione ok ma la libertà
Che fine ha fatto la libertà
La libertà economica in Italia e poi una serie di altre segnalazioni cominciamo quindi dalla economia italiana che
Cresce poco e soprattutto meno molto meno di tutti gli altri partner e concorrenti che dal primo gennaio novantanove daranno vita alla moneta unica all'euro
Il mondo delle imprese quelle piccole-medie in particolare ma non solo all'Euro alla fine dei cambi alla fine di ogni altra possibile svalutazione inizierà a crederci davvero solo dopo il Capodanno novantanove
Certo questo non spiega perché l'economia italiana stia andando così piano ma perché stia andando ancora forse più
Più piano degli altri forse un po'sì
I numeri ormai si conoscono il PIL chiuderà il mille novecentonovantotto con una crescita inferiore all'uno e mezzo per cento l'uno virgola tre
Diagnosticato al centro studi dalla Confindustria giovedì scorso è l'ultima di una serie di revisione al ribasso rispetto al due mezzo previsto dal governo ad inizio hanno ad inizio quindi mille novecento
Mille novecento novantotto
Le cause esterne di questo arretramento solo anch'esso ormai note si chiamano crisi dei Paesi emergenti crisi del Giappone discesa del dollaro e i primi sintomi della caduta da domanda americana che sarà fortissima nel corso del novantanove quando il PIL USA si Nizza era passando da una crescita novantotto del tre e mezza una di appena uno e sette
Un risultato negativo su cui pesano il minore export verso Stati Uniti e Giappone dei prodotti del made in Italy e maggiori importi dai mercati emergenti del lager resi più competitivi dalle svalutazioni della loro monete
Resta però il problema che questa congiuntura internazionale non riguarda solo l'Italia allora perché noi non cresciamo non abbastanza mentre la Francia al tre per cento la Germania poco sotto e la Spagna vicino a quattro le risposte sono diverse più avanti Stefano Carletti dice in estrema sintesi il nodo è questo che in Italia nessuno tira fuori i soldi nelle famiglie nello stato e nemmeno le imprese
I numeri riportati nell'ultimo rapporto della Salomon Smith Burney non lasciano adito a dubbi in Italia i consumi delle famiglie sono cresciuti pochissimo appena l'un per cento e del c'è e c'è da scommettere
Che il rinnovo dell'autodifende miglia ne abbia assorbito una grossa
Fetta e infatti segnaliamo a pagina cinque di Repubblica fare finanza Paola via De Luca gli orfani della rottamazione di i distretti si dividono gli avanzi dell'auto e si parla proprio dello spiazzamento
Della domanda di beni di consumo a tutto vantaggio dell'auto
Per l'anno precedente ma non solo e a svantaggio degli altri beni manufatti
Torniamo a Stefano Carlini
Allora i numeri importanti
L'Autorità ha mica ne abbia assorbito una grossa fetta dei consumi mentre Francia e Spagna sono al tre e mezzo per cento di crescita dei consumi e anche in Germania che pure in frenata sono all'uno e mezzo per cento la spesa pubblica fa retromarcia basta confrontare gli andamenti
Del rapporto tra debito pubblico e PIL in Italia Francia e Germania solo in Italia questo rapporto continua
A scendere mentre negli altri due paesi sale va anche oltre il mitico parametro del sessanta per cento B
Ovviamente Stefano Cardi non lo dice in Italia il rapporto scende ma scende drammaticamente poco rispetto alle necessità e dispetto anche
Ha l'obiettivo di convergenza del sessanta per cento gli altri paesi che sono appunto o poco sotto o molto sotto il sessanta per cento nel rapporto tra debito pubblico e PIL
Possono probabilmente permettersi qualche controtendenza rimanendo però nell'ambito di una solidità finanziaria dei conti pubblici che non ci scordiamo
E tra l'altro questo è uno degli elementi che noi abbiamo sempre messo in risalto come elemento che doveva indurre a un grande cautela
Nei confronti della paradiso promesso dell'euro per quanto riguarda l'Italia Paradiso che come si sta rivelando Paradiso non è
E le imprese la Confindustria chiede tagli agli alle pensioni e sogna una crescita spagnola cioè garantita dalla flessibilità del mercato del lavoro immaginiamo solo che in Spagna è risultato di un Pilar tre virgola sette per cento
I capitali privati hanno contribuito con investimenti cresciuti a loro volta di quasi il venti per cento rispetto all'anno prima e continueranno su questi ritmi fino a tutto il due mila mentre in Italia ci si è fermati al tre
Virgola quattro per cento vediamo più avanti cosa scrive Stefano Carli è la prima volta che le imprese devono progettare una crescita senza l'aiuto di una svalutazione svalutazione alla quale
In buona misura ricordiamolo dovremmo tutti dimenticarci
Almeno l'assoluta azione della lira e dovremmo eventualmente puntare alla sottrazione delle euro quando ci saranno problemi di competitività nei confronti dei mercati internazionali ma una svalutazione che
Dovrà potrà beneficiare l'Italia ma al contempo beneficerà tutti gli altri Paesi Francia Germania in primis mentre ricordiamo i tempi d'oro dello svaluta azione
Quando gli unici a essere beneficiati dalla liretta erano appunto gli imprenditori
Imprenditori domestici con questo non vogliamo certo rimpiangere tout court la svalutazione vogliamo semplicemente mettere in risalto che si è rinunciato
Alla leva monetaria della politica monetaria e si è fatto bene nel frattempo non si è fatto nulla di quello però che serviva
Ed infine prosegue Stefano Callea la prima volta che le aspettative di crescita prescindono dall'intervento della Spesal
Pubblica a tutto questo
Che già non è certo poco perché configura una vera e propria mutazione genetica dell'impresa italiana
Si devono poi aggiungere due altri fattori un oggettivo e uno almeno in parte psicologico quello oggettivo la pressione fiscale di sana mento dei conti pubblici imposto dall'obiettivo di Maastricht ha fatto sì che nel novantasette le entrate della pubblica amministrazione siano salite fino al quarantotto
E otto per cento del PIL erano il quarantasei virgola cinque per cento l'anno prima un macigno che ha fatto sentire il suo peso lungo tutto l'arco dell'anno in corso il secondo
Potrebbe essere l'effetto Fazio ma noi
Ci fermiamo noi ci fermiamo qui
Prendiamo invece più avanti sempre però Stefano Carlino nei bilanci familiari sono di colpo venute a mancare ricche cedole che fino a un anno e mezzo
Fa potevano facilmente arrivare ancora dieci per cento stiamo parlando delle cedole del debito pubblico
E poco importa che questo sia compensato dal crollo dell'inflazione quello che le famiglie percepiscono subito eh insomma la mancanza di cedole l'illusione monetaria non è una cosa solo italiana colpito anche i francesi che ci hanno
Messo più di un paio d'anni abituarsi a tassi bassi è infatti solo quest'anno i compagni i consumi hanno
Ripreso a crescere insomma questo il clima di grande difficoltà in cui si muove l'economia italiana
Grande difficoltà che e questo grave e molto peggiore di quella degli altri Paesi europei che pure scontano le medesime
Difficoltà del contesto internazionale sul risparmio degli italiani visto che c'è arrivato Stefano Cardi segnaliamo Giovanni Palladino pur anche oggi non abbiamo però il tempo di leggere o Giovanni Palladino dal Corriere della Sera pagina nove nella sezione mercati capitali formiche ma poco offerti DC si occupa ancora e si approfondisce la questione del
Risparmio
Del risparmio degli italiani e si dice è vero che il risparmio elevato ma ha una bassa ha una bassa fertilità infatti per valutare correttamente la salute economico finanziaria di un Paese si deve prendere in considerazione il risparmio collettivo includendo anche quello prodotto distrutto dalle imprese dello Stato
Si deve poi analizzare la qualità dell'utilizzo del nuovo risparmio ossia il suo tasso di fertilità per la creazione
Di nuova ricchezza e quindi questo è il grande problema che commesso poi in buona misura alla debito pubblico al debito pubblico che opprime l'economia italiana è che assorbe drena
Quella ricchezza finanziaria quel risparmio che gli italiani di cui gli spagnoli quelli italiani sono
Maestri o quanto meno sono recordman ma poi si vede che è un risparmio che non è
Destinato a creare ricchezza formiche ma poco fertili segnaliamo Giovanni Palladino pagina nove Corriere della sera sempre sui problemi dell'economia
Italiana volevo legge
O comunque segnalare un pezzo sul Mondo in edicola questa settimana A pagina
A pagina ventidue abbiamo visto come l'illusione monetaria per esempio qui fece riferimento Stefano Carli cioè diminuiscono le i rendimenti dei Bot e la gente pensa d'avere meno soldi dice Stefano Calia un'illusione appunto un'illusione monetaria
In quanto
L'inflazione è diminuita quindi il potere d'acquisto dei delle rese dei Bot è identico ma
Luigi Campiglio a pagina ventidue del mondo intervistato da Franco Stefanoni lancia alcuni messaggi importanti rispetto alla a una va trazione critica e non una valutazione critica dei dati sull'inflazione ma l'inflazione vera è un'altra nessuno tiene conto dell'attività finanziarie
Il cui prezzo è salito negli ultimi tre anni edere differenze tra regione e regione ecco perché i calcoli su costo della vita vanno dei fatti prima domanda ma gli italiani ci riguardano
Ci guadagnano davvero con le privatizzazioni in termini di tariffe più basse legate alla nuova concorrenza non si può ancora non si può ancora dire in ogni caso l'Italia fuori tempo quando bisogna intervenire le privatizzazioni
Dice Luigi Campiglio andavano fatte dieci quindici anni fa quando il disavanzo pubblico era alle stelle ci sarebbero stati minori problemi una spesa pubblica più contenuta ore tarde ricavi sembrano una goccia nel mare in realtà avremmo bisogno di un periodo transitorio tra pubblico e privato se vogliamo
Davvero che il benessere di Carlos tutti non è così
Il taglio delle tariffe nasconde insidie come sta nascondendo nel mercato delle telecomunicazioni
Esiste il pericolo di eccesso di competitività questo il parere di Campiglio una volta che il sistema viene ricondotto alla giusta confrontabilità può accadere che la con la scusa del lavoro flessibile necessarie per contenere le spese
Si crei una generazione di occupati precari queste le considerazioni di Luigi Campiglio la cosa che però più mi interessa e che peraltro più condivido più
Che non queste considerazioni generali sulle privatizzazioni
è quella sull'inflazione il tasso di inflazione ai minimi dipende da come viene calcolato l'Economist l'economista USA Helen Fisher lo dice dall'ottantasette non basta considerare i flussi cioè transazione che costituiscono il PIL ma occorre tener conto anche degli stock cioè degli attivi soprattutto finanziari
Negli ultimi tre anni il prezzo di questi ultimi per esempio le azioni è salito siamo di fronte a un divario flussi che vanno a rilento attività in fase vivace
E ciò in un periodo di crisi internazionale mi preoccupa c'è ottimismo diffuso sul controllo dell'inflazione dirigenti delle banche centrali si sono formati quando l'inflazione era a due cifre
E sono tranquilli la Banca centrale europea che ha come principale obiettivo l'inflazione al due per cento in questo quadro sembrerebbe a guardia delle stalle vuote ora è vero sui flussi siamo in una fase deflattiva
Accentuata dalla crisi sudamericana asiatica
Con un eccesso di offerta aggregata ma se non consideriamo i prezzi di azioni e obbligazioni si fa una distorsione il portafoglio finanziario va in senso opposto al carrello della spesa
In Italia dovremmo utilizzare indicatori nuovi per fare emergere il vero tasso d'inflazione per esempio per i servizi alle persone come l'assistenza ai malati cronici i prezzi aumentano
Negli USA c'è l'ACRA affiliato alla Camera di Commercio che calcola un nuovo indice del costo della vita permette di confrontare anche il valore assoluto di un bene per esempio la Coca Cola emerge che è assai più caro viva dal Nord di Montano Minnesota
Rispetto al sud cosa succederà con l'euro il confronto sarà spietato il salario di un operaio tedesco è superiore al cinquanta per cento di quello italiano
Ma il costo dalla vita lo è molto meno a Berlino un appartamento a parità di prezzo si trova più facilmente che minano
Con le ore in Italia emergerà lo squilibrio reale tra prezzo e retribuzioni
C'è qualche intervento possibile ci troviamo in una frase deflattiva internazionale dei flussi provocata dal crollo delle materie prime bisognerebbe spingere la domanda aggregata con investimenti pubblici lascia lasciato solo spesso il mercato fallisce abbiamo letto questa intervista di Luigi Campiglio che pure non ci convince ma che riporta alcune considerazioni sul dato reale
Dell'inflazione che sono molto utile che potrebbero dare
O potrebbero giustificare sorprese e non piacevoli per il futuro
Sulle privatizzazioni ne parlava anche Campiglio sulle privatizzazioni prendiamo Danilo Taino a pagina due
Corriere economia più mercato la fase due delle cessioni di Stato punterà sulla liberalizzazione vediamo cosa ne pensano Draghi Dematté che
Ranci Ranci presidente dell'Authority per l'Energia
Se parliamo di liberalizzazione sostiene Claudio Demattè presidente di una società
Che di cura di mercato ne ha un bisogno assoluto le ferrovie direi che siamo in una primavera
Turbolenta non si vede una direzione univoca la cultura del Paese quella delle forze politiche appaiono disorientate se parliamo di privatizzazioni invece mi viene da dire che siamo un po'più avanti in estate e qui sta il problema
Venduto dal mille novecentonovantadue a oggi un bel pezzo del sistema bancario
Di industrie e di servizi pubblici l'Italia deve procedere decidere come procedere col resto Lehner il settore del gas le ferrovie e tutto ciò che non è solo di Stato ma anche monopolio o quasi abbiamo visto in apertura le Poste fino a che punto rompere le posizioni monopolistiche prima di vendere fino a che punto
Vende dello Stato
Si parla di un un convegno il jet direttore generale del Tesoro Mario Draghi l'uomo che più di ogni altro è stato finora determinante nel successo delle dismissioni di Stato italiane
Sembra molto più interessato ad andare avanti con le vendite che non a spingere sull'acceleratore
Della deregulation e qui ci si riferisce a Pippo Ranci che dice che la liberalizzazione viene prima della privatizzazione
E chissà perché bisogna individuare necessariamente dei tempi discutere cosa viene prima l'uno dell'altro magari poi per rallentarne sia l'uno che l'altro
La sua posizione di draghi d'altra parte gli imporre gli impone anche di fare cassa quando mette sul mercato un'impresa un'attività spesso è spesso un monopolio garantito vale più di una società in un ambiente competitivo
Draghi è convinto che sia bene privatizzare comunque ed è comprensibile dice Dematté
Le difficoltà sta nel fatto che nonostante le opposizioni feroci le privatizzazioni italiane sono state abbastanza di successo la tentazione può essere quella di non cambiare marcia
Alcuni dati che non riescono a Draghi dal mille novecentonovantaquattro ottantatré mila miliardi di lire incassati l'ottantasette da offerte globali il tredici per cento a trattative dirette
Nel solo mille novecentonovantotto operazioni per diciannove mila settecento miliardi un per cento del PIL l'incidenza delle banche pubbliche che nel novantuno era del settantatré per cento del settore
Scesa al venti per cento bisogna capire un po'le fondazioni qui come vengono considerate
Il peso dello Stato nell'industria nei servizi è passato dal quarantanove due dal novantuno al trentatré nel novantasette al ventidue se si considerasse privato legni visto che le norme privato
Siamo ancora al novantasette
Inoltre precisa Draghi dal mille novecentonovantasei le privatizzazioni hanno permesso risparmi di interessi sul debito pubblico per oltre mille seicento miliardi nel novantotto tale cifra sarà pari a mille
Duecento mille duecento miliardi e poi Draghi continua a snocciolare una serie di dati di ad esempio rimpinguamento dei titoli di Borsa trattati
Ma il problema però in più sottolinea ancora Draghi al fianco dello sviluppo dalla borsa il Tesoro ha spinto per cambiare la legge sull'OPA l'offerta pubblica d'acquisto
E le regole della Corporate Governance per coinvolgere gli investitori esteri per quotare le aziende ex pubbliche a Wall Street per creare nuovi intermediari finanziari
E anche lo stesso Draghi ammette che ad esempio ci sono problemi di qualità e di indipendenza degli amministratori nelle società privatizzate mentre un consiglio di amministrazione indipendente aumenta gli utili ecco e qua veniamo a uno dei punti
La sua proposta di Dry di un possibile criterio potrebbe prevedere la parziale esclusione nei consigli di amministrazione delle società privatizzate
Dei consiglieri e dei Managers dalle società che formano il nocciolo duro quando queste non svolgano attività attinenti a quella svolta dalla società privatizzata
Una ipotesi che potrebbe suscitare frizioni con i noccioli duri che
Comunque dimostra quanto ci sia ancora da fare anche per ciò che è già stato ceduto io credo che più che altro questa vicenda dimostri come il problema non è che sono state cedute troppe ore aziende ma il problema è come sono stati ceduti cioè
Nel momento della privatizzazione lo si sconta
Con la situazione della Telecom ed il ferimento di Draghi a quanto mai opportuno nel momento in cui si sono vendute le aziende si è comunque deciso che fosse lo Stato a dover decidere chi quelle aziende le avrebbe controllate
E gestite
E più avanti più avanti si dà conto una ricerca di una ricerca guidata da Maurizio Dallocchio direttore dall'area finanza dello Stato Coni squalo direzione aziendale
Ha individuato che solo il quarantasei per cento delle cosiddette privatizzazioni realizzate dal Tesoro e ieri ha riguardato la cessione del controllo di più il cinquantun per cento delle azioni
Che ben sessantasei per cento delle cessioni sono avvenute per trattativa privata e solo il sedici per cento per offerta globale nonostante dal più che dal punto di vista dagli introiti ben il cinquantasei per cento si è arrivato da vendite per offerta globale solide
Il sette per cento da vendite per trattativa privata e lei che in e che le imprese privatizzate danno ancor oggi rendimenti di Borsa mediamente inferiori a quelli del mercato e questo quindi torniamo allo stesso problema di cui dicevamo prima il problema
è che le privatizzazioni vengono fatte anche quando vengono fatte ma soprattutto vengono fatte male o comunque con reticenza da affidare al mercato le sue regole alla sua libertà l'allocazione migliore
Del controllo e della gestione di un'azienda attraverso i noccioli duri e questo vale per Telecom domani l'assemblea attraverso la scelta dei noccioli duri il governo cerca di dare un
Corso ben preciso piuttosto che un altro alla alla
In corso ben preciso piuttosto che un altro l'azienda privatizzata i risultati poi spesso sono il caos petrolio gli ultimi fuochi del Golfo siamo sul Corriere Ennio Carretto
Da conto di cosa dice
Cosa dicono alcuni consulenti
Americani a proposito
Della discesa del prezzo
Minacce alla stabilità del Golfo Persico in particolare dell'Arabia Saudita
Una Regione è un paese per noi noi sta per americani cruciale questo ruolo fisso presidente dell'Istituto mezzi della John occhi rossi University
Che dice a parere di Wall Street la crisi petrolifere pericolosa non soltanto perché la traumatica caduta dei prezzi del greggio aggrava l'incipiente deflazione
Ma anche perché indebolisce un bastione occidentale in Medio Oriente l'opinione pubblica e distratta dalle mega fusioni come quelle tra Exxon e Mobil ha proposto il mega fusioni perché temo non avremo il tempo di leggerlo segnalo pagina due
Della repubblica Federico Rampini le mega fusioni ultimo falso mito dove si avanzano alcune considerazioni critiche su queste mega fusioni che non stanno dando grandi risultati
Tra l'altro quelle quella difensivi Istica sostanzialmente ma poi un'altra quella dei manager che le fanno per distrarre l'attenzione sulle difficoltà dell'azienda e quindi per conservare il proprio ruolo Managers che si fondono per
Salvarsi la che sto fondono le aziende gestite in realtà per salvare la poltrona ma torniamo al petrolio Ennio carretto prima pagina CorrierEconomia
L'opinione pubblica distratta dalle mega fusioni come quella tra la Exxon e la Mobil osserva vuol Fitz ma il processo di concentrazione dell'industria del petrolio è un aspetto secondario della crisi dobbiamo renderci conto che la posta in gioco è più alta
è l'equilibrio strategico del ventre molle del mondo la riprova che la rabbia su di te sia stata mette in difficoltà viene per Wall Finzi dalla sua recente di
Chiesta di un prestigio internazionale l'ex regina dei petrodollari ritenuta negli anni settanta arbitro dell'Energia cassiere dell'Occidente e via di seguito
Passa da Paese creditore a Paese debitore questo passaggio inaspettato la espone a pressioni interne ed esterne senza precedenti
Vuol Fitz non teme che la rabbia saudita crolli di colpo come accadde all'URSS e non venga travolta e venga travolta dall'integralismo islamico l'unica alternativa al suo attuale
Regime mai persuaso che per evitare che ciò capiti in futuro sia urgente un intervento dell'Occidente a suo favore
Economico in termini di investimenti tecnologico e know how e politico in termini di rafforzamento dei rapporti e di dialogo con la prima potenza del Golfo
L'Iran
E qui si dà conto che le aperture
All'Iran da parte degli Stati Uniti
A questo disegno strategico cioè di rafforzare di creare un asse Iran
Arabia Saudita Iran in qualche modo affidabile
E vediamo invece cosa pensa un altro cosa pensa un altro
Consulente della Casa Bianca
Daniel Yergin uno dei grandi esperti americani del petrolio presidente da campeggio Energies research Associates autore di di epica
Questi solo il mani and Power consulente del Congresso in passato dichiarati Paesi produttori avevano già preso una lezione dovevano mettere a disposizione delle multinazionali a parte
Delle loro riserve adesso stanno imparando la seconda a un livello dei prezzi del greggio così basso si troveranno a competere uno contro l'altro
Per i capitali stranieri l'Arabia Saudita e gli altri Stati del Golfo non hanno alternative devono trovarsi uno o più partner che li finanzino riportino
Con lo e ripartono con loro alla conquista dei mercati
Altrimenti alcuni di loro faranno la fine dalla crisi fu dalla Russia verranno travolti dalla crisi finanziaria a giudizio di ieri di non basterebbe un raccordo dall'OPEC su ulteriori tagli alla produzione si è vero che l'Agenzia Internazionale dell'Energia ha pronosticato un aumento dei consumi petroliferi dell'uno e nove nel novantanove
Ma un amento sia pur modesto era prevista anche quest'anno non c'è stato
E questi quindi problemi che le fusioni non risolvono
Mi vengono alla mente gli anni Trenta la grande depressione in America quando i veri giacimenti Tex i nuovi giacimenti texani non davano i mercati ma non realizzavano profitti in un ambito del genere erano inevitabili le fusioni è infatti in pochi mesi ce ne sono stati tre
Preti spettrale ma Morocco ex nel mobile Total e Pietro fina ieri che non pensa che immerge siano finiti ne anticipa altri considera le sette sorelle un ricordo del passato
E questo
Vediamo più avanti una considerazione sui tassi d'interesse sempre di ieri Dini tra ribassi consecutivi concessi finora al governatore Greenspan non mi sembrano adeguati per l'industria del petrolio sarebbe un salvagente il rilancio produttivo e dei consumi in Asia soprattutto le riterrebbe fegato a medio lungo termine colossi emergenti come la Cina e l'India
Diverrebbero mercati importanti i prezzi del greggio potrebbero risalire l'espansione senza inflazione non è un miraggio termina l'economista ma occorrono
Ma occorre che le nazioni più avanzate si coordino tra loro quindi grave crisi
Del petrolio con quello che in termini geopolitici del petrolio ha significato e continue rischia di continuare a significare in questo dopoguerra cioè la stabilità o meno dell'Oriente Medio Oriente Iran è e
Arabia Saudita vecchie Profezia nuove realtà catastrofi annunciate sempre sul petrolio Alberto Clò già ministro dell'industria
Comprare una lattina di Coca Cola costa oggi a New York più che comprare all'ingrosso un gallone di benzina pare a quattro litri tasse trasporti compresi con la differenza che per disporre di una sola goccia di petrolio
Possono richiedersi milioni di anni tecnologie sofisticate grandi capitali anche molta fortuna
In questo paradosso sta la sostanza di una crisi che inattesa e per certi versi inspiegabile si è abbattuta sull'industria petrolifera mondiale compresse crollati sotto i dieci dollari al barile contro i diciannove di un anno fa
E gli stessi livelli reali di trent'anni fa quella che appariva all'inizio del novantotto con una crisi momentanea ormai considerata come un fatto strutturale
Con cui tutti gli attori devono confrontarsi lungi dal costituire motivo di compiacimento come per lo più continuamente Sussi continua a dire
Essa è rappresentata rappresenta invece un rischio per l'ordine economico mondiale perché sta gettando nel caos le fragili economiche
Le fragili economie dei molti Paesi emergenti che campano sulle esportazioni di petrolio con effetti rovinosi sui loro dedicati equilibri politici
I tredici Paesi dell'OPEC incasseranno quest'anno un terzo appena del massimo che introitare uno nel novanta nell'ottanta scusate a fronte di una loro popolazione aumentata nel frattempo di cento cinquanta milioni di
Persone così Alberto Clò quindi vecchie profezie e nuove realtà si dice poi che non sono non è stato tenuto in buon conto nelle previsioni il
L'andamento la la il progresso tecnologico quindi l'aumento delle scorte
Che c'è stato
I fatti e chiudiamo questo pezzo di Alberto Clo hanno poi miseramente smentite le previsioni al punto che un quarto di secolo che eseguì quei bestseller il reddito mondiale aumentato del centocinque per cento la popolazione del quarantadue per cento
Le Riserve di petrolio di oltre il cento per cento e così via alla base di quelle rate profezie vi era soprattutto una ragione la scarsa considerazione fiducia
Nelle potenzialità della tecnologia nella vitalità del capitalismo sull'una e sull'altra bisogna fare affidamento oggi
Ancor più che ieri così Alberto Clò in conclusione alcune segnalazioni meridiano devi brochure Giappone senza tempo e senza denaro deve grossi ha sempre delle chiavi molto molto
Molto molto dure molto pessimistiche e infatti così chiude questo pezzo a siamo sul Corriere Economia pagina uno il titoli di Stati giapponesi
Saranno presi nel fuoco incrociato di una massiccia superofferta e di un interesse decrescente da parte del settore privato
I rendimenti saliranno alle stelle il calo dei prezzi
Del dei buoni del Tesoro giapponesi peggiorerà la qualità del patrimonio pubblico e danneggerà la redditività di banche assicurazioni in questo provvedimento provocherà una fuoriuscita di capitali in cerca di rendimenti comunque più elevati
Lo yen con la sera e questa la gradevole previsione di deve trovarci sul
Giappone Affari e Finanza Repubblica Soros che da quando avuto qualche parola di ripensamento ormai è diventato il beniamino del politically correct mentre fino
A qualche anno fa e neanche troppi tre quattro cinque forse anche due era come il diavolo il giocatore a caccia di consensi Paolo Filo Della Torre intervista
Intervista a appunto intervista Soros A pagina otto sempre su Repubblica fare finanza dottor Tiziano mister Treu Treu che diventato ministro dei trasporti poi segnaliamo
E con questo chiudiamo questa rassegna stampa segnaliamo A pagina
Cinquanta cinque del mondo l'anno zero del cyber potere c'era una volta il monopolio Microsoft
Ma l'alleanza americano on line Netscape Sant'ha rivoluzionato gli equilibri dalla interne al sociale ti aprendo nuove prospettive
Per operatori e consumatori mentre Bill Gates e la sua Microsoft sono ancora nell'occhio
Del ciclone sono ancora nel mirino delle autorità antitrust americane questo nuovo
Trust che vede al centro in realtà lo sviluppo di internet sembra mettere in discussione il potere di Bill Gates appunto della Microsoft nella nel settore dei computer e del software del prossimo decennio con questa segnalazione chiudiamo
Queste edizione di stampa e regime del lunedì pomeriggio supplemento dedicato all'economia grazie a chi ci ha ascoltato da Benedetto Della Vedova e arrivederci a risentirci a lunedì prossimo