La condanna, espressa qualche mese fa dalla Corte di Giustizia europea, del sistema di collocamento italiano; Lo statuto dei lavoratori e il problema della flessibilità; interviste rilasciate a margine di un convegno sulla riforma del sistema di collocamento

Siamo a Grosseto a un convenga sulla riforme
Del sistema a di Collocamento al nostro microfono abbiamo il professor Franco liso della SITA di Bari è uno dei due relatori professore poco più di un anno fa c'è stata parte la corte di giustizia europea la condanna nel sistema di Collocamento italiano perché mantenere la il monopolio pubblico e la funzione allocativa impediva ad altri soggetti che non fosse appunto lo Stato di esercitare questa funzione professore oggi avrebbe da ridire qualcosa la corte di giustizia sul sistema
Di Collocamento italiano ovvero il sistema e gli italiani si sono uniformati anche dagli altri
Imprese europee no quello è un obiettivo da raggiungere no non ho da dire nulla sulla sentenza della Corte solo quello che si può dire che in verità dal punto di vista politico la decisione di abbattere monopolio pubblico era stata già assunta ed è una decisione voglio dire scontata nel momento in cui il colore tutto pubblico non è chiamato più alla vecchia funzione
Di impossibile svolgimento diciamo di attribuzione dei posti di distribuzione dei posti sulla base di una chiamata numerica ma da da tempo insomma era stato già cioè dal novantuno o quanto meno si era già riconosciuto che è giusto che il datore di lavoro Cherie in casa la persona da assumere quindi ci sia ecco questa sua questo suo li però versamento ecco quindi un collocamento meno burocratico invece un Colozzi chiede un collocamento che faccia il servizio l'incontro tra domanda e offerta quindi serva i giovani e i lavoratori devono trovare comunque occupazione serva anche le imprese che gli procuri lavoratori che corrispondono ai fabbisogni occupazionali quindi da questo punto di vista essendo servizio il monopolio non trovava più giustificazione Gianni Ministro Giugni era orientato in questa direzione quindi voglio dire
La la sentenza sancisce diciamo una qualche cosa che era già acquisito dal dal sistema politico ecco le diceva però ancora c'è della strada da fa
Arrivare
Acciocché presente celata da vari anni Mrs nel presero Peo negli Stati Uniti e poi forse un mondo a parte
Ma c'è molta strada da fare perché fino ad ora appunto gli uffici sono stati abituati a vivere nella vecchia logica burocratica richiedendo sfiora il servizio è chiaro che devono in gran parte di convertirsi però
Non bisogna dimenticare di dire che in alcune aree del Paese gli uffici pubblici ci sono alcuni uffici pubblici che hanno già autonomamente senza impulsi dal cent'ro avendo a che fare con una imprenditoria evidentemente più interessata cadavere dei temi servizi ecco sono riusciti ad elaborare delle tecniche di
Analisi della della
Del dell'ad del del dell'offerta di lavoro che corrisponderle a alle esigenze dell'impresa cioè degli dei servizi di preselezione
Romano attivato in alcune cose che sono abbastanza interessanti quindi ci sono alcune esperienze da valorizzare ecco una delle preoccupazioni
Che in Italia alla fin fine si vada a privilegiare di nuovo il i soggetti pubblici siano essi statali regionali o provinciali anche nel cono nella riforma del collocamento in questo modo
Sistema competitivo perderebbe poi la sua efficienza e la sua efficacia
No non è un problema di privilegiare qua questo è un servizio di carattere pubblico che corrisponde ad esigenze di carattere primario de dei cittadini cioè il trovare lavoro nel lavoro se la dignità della persona tutelata quindi fare in modo che il soggetto trovi occupazione è il modo di corrispondere ad un interesse primario quindi è oggettivamente pubblico quindi e doveroso per la mano pubblica essere attrezzata a fornire questo se
Vice cittadine è importante che ci siano anche dei privati che su questo versante operino perché il sistema nel suo complesso risponde meglio ma in questa direzione stanno già operando in verità già prima da
Abbattimento del monopolio pubblico in sostanza le agenzie di lavoro interinale ecco ci sono delle imprese che già questo oggettivamente questa funzione con locativa la stanno svolgendo attraverso il lavoro interinale ecco non si rischia ci sarà concorrenza
Alen qualche modo
E pubblici rispetto a quelli privati nella
Nel collocamento che diventa un servizio a quel punto commerciale no la verità è che ci sarà una inevitabilmente una
Diversificazione delle aree di intervento che è probabile che le agenzie private si collocano su versanti particolari dello dell'offerta di lavoro e che i soggetti più deboli richiedano l'assistenza dalla mano pubblica mano pubblica che peraltro avrà una capacità di intervento molto più differenziata e articolata rispetto a quella che potranno dare le agenzie di collocamento privato e per farle un esempio il collegamento che possono queste avere con stima formativo con sostegni particolari alla persona particolarmente debole sul mercato insomma capito quindi non vedrei un problema di di alterazioni la concorrenza attrezziamoci prima
In ad essere in grado di dare questi servizi
Ultima riflessione professori liso
Lei che nel suo intervento qui a Grosseto ha ricostruito anche storicamente un po'tutto la come dire il l'apertura poi delle delle mercato del lavoro in particolare per quanto riguarda la funzione allocativa e del settanta quando si era in pieno regime diciamo più più più il regime era molto chiuso il lo Statuto dei lavoratori vorremmo una sua opinione su quanto lo Statuto dei lavoratori possa essere oggi un ostacolo normativo a una ampliarsi a una maggior flessibilità del mercato del lavoro
Da lo Statuto dei
Oratore è una legge molto complessa e articolata questo aspetto del Collocamento nello sfogo oratore ormai ampiamente superato per gli altri aspetti lo Statuto nel suo complesso è una legge sacrosanta dire non non c'è c'è da fare si degli adeguamenti per farle un esempio per esempio la norma che riguarda il controllo a distanza dei lavoratori eccetera può avere delle controindicazioni rispetto la diffusione dell'utilizzo dei computer nella vita produttiva e c'era quindi alcuni adeguamenti sono opportuni però non ne possono intaccare la filosofia di fondo uno degli adeguamenti se che secondo me si dovrebbe avere il coraggio di
Di di fare insomma si dovrebbe aprire la discussione su questo problema della reintegrazione del lavoratore che il magistrato abbia ritenuto ingiustamente licenziato questa è una è un aspetto che verità ci differenzia alquanto rispetto agli altri sistemi nei quali l'impresa se con un lavoratore insomma non va più d'accordo Cerci soci sono forme di monetizzazione anche costosa qui invece c'è una forma disabilità reale assoluta cioè il il lavoratore ha comunque diritto a rimanere innanzi ecco il bis una proposta che tempo fa fece il CNEL era quella di dire che questa forma di tutela sia praticata per gli aspetti più negativo gravi cioè nei casi di discriminazione del lavoratore era ma negli altri casi nei quali può essere controvertibile il giudizio che il magistrato dia sulla ricorrenza o meno di una giustificato motivo di licenziamento ecco dare questa conseguenza della reintegrazione può essere può essere eccessivo si potrà beh sperimentare una
Ecco un sistema diverso e che ci avvicinerebbe di più agli altri sistemi europei nei quali come le dicevo poco
Prima prevale il sistema delle de dell'indennizzo ove la collaborazione si sia interrotta a Clusone però comunque per la filosofia di fondo le
Lei è contrario anche se son cambiati chiaramente viene cambio contraccambiare lo statuto lavoratori anche se comandato poi il sistema ecco è mutato sensibilmente moto il sistema economico
Sì sì ma le le ho detto degli adeguamenti sono necessari per ridurre la possibilità che sia il magistrato ad intromettersi con valutazioni sue spese empio per il principio fissato lo Statuto sull'equivalenza del dello s'Posta mento del del lavoratore all'interno dell'azienda ecco è un concetto molto elastico che si prevede presta ad essere manipolato dal magistrato ecco se fosse si si riconoscesse l'autonomia collettiva la responsabilità di fissare sarebbe un avanzamento voglio dire si parli si può ritornare a rivederlo dando maggiori garanzie alla alla all'impresa sul fatto che non ci siano poi interpretazioni fuori controllo e arbitrarie però i principi che lo Statuto vengono fissati sono elementare mente condivisibili il principio per esempio di libertà di opinione avere il principio di non di primi azione dei lavoratori sulla base del sesso la razza degli accorre e così via il principio che è opportuno che nelle aziende ci sia ci possano essere presente la
Lei ci possono essere state le organizzazioni lavoratori anche se in verità s'questo principio avvenuta modifica grande non per responsabilità legislatore ma per responsabilità di un referendum improvvido che ha finito per modificare sotto questo profilo la filosofia dello dello statuto dello Statuto dei lavoratori in sostanza abilitava il sindacato maggiormente rappresentativo ad essere presente in qualsiasi unità produttiva indipendentemente dal fatto che il datore di lavoro responsabile e convinta applicarsi o meno il contratto mentre oggi per virtù del referendum
La rappresentanza ha diritto di essere costituita solo nelle imprese che applicano il contratto collettivo
Quindi voglio dire la filosofia promozionale dello Statuto sotto questo profilo è stata diciamo mortificata da questo improvvido referendum nato
Una dirle per il resto in sostanza i valori dello statuto sono i valori che un'impresa gestita secondo criteri razionali e non autoritari diciamo che poi come diceva bene Accornero non non sono quelli i moduli che più possono consentire una gestione efficiente
De de de dell'impresa quindi è fisiologico che ci sia l'organizzazione sindacale nella azienda ringraziamo il professor
Franco liso o dell'Università di Bari
Siamo ora con il professore Aris Accornero
L'Università la Sapienza di Roma docente di Sociologia del lavoro professore va be'nel tema generale della flessibilità proprio il Presidente Consiglio Massimo D'Alema a ha fatto un'apertura verso appunto un sistema maggiormente flessibile nel lavoro
Cosa cosa ne pensa al riguardo ma la proposta delineata abbastanza vagamente del Presidente del Consiglio riguarda la possibilità di libri licenziare con maggiore libertà nelle imprese con più di quindici dipendenti dove evidentemente c'è una libertà sufficiente di licenziare
Questo prima ancora di esprimere valutazioni che del resto sono già venute imprenditori son tutti l'arco i sindacalisti sono tutti contro fa riflettere su due punti uno è preliminare e cioè in questo Paese ci sono molti strumenti di flessibili da per esempio i licenziamenti collettivi sono stati resi molto più facili e poi ci sono molti strumenti di flessibilità all'ingresso dal punto di vista della flessibilità all'uscita noi abbiamo una legge sui licenziamenti che non è lontana da quelle esistenti in altri Paesi nei quali c'è a volte anche il sistema delle soglie dimensionali
E che diciamo mi pare nessun Paese voglia perdere perché anche in Inghilterra dove pure sono molto avanti nella flessibilità un concetto o di giusta pausa o comunque altrimenti formulato nei licenziamenti individuali viene difeso
E quindi ciò detto l'idea di
Alzare le soglie per rendere possibile nelle imprese un po'più grandi quel che è possibile già nelle più piccole non è sbagliata da almeno un paio di punti di vista il primo punto di vista è che singolarmente noi abbiamo in Italia una quota di imprese molto piccole molto maggiore che negli altri Paesi ci si può chiedere se questa soglia
Dei quindici dipendenti fatidica non sia essa costrittiva nel senso che convince i piccoli imprenditori a non crescere perché se no poi hanno maggiori problemi e maggiori costi per esempio nei licenziamenti individuali
Questo mi pare che sia a questo si possa teoricamente rispondere sì è probabile che questa soglia trattenga le imprese italiane più piccole le mantenga più piccole perché e questo è un Paese nel quale abbiamo la soglia più bassa e le imprese più piccole allora logicamente potrebbe esserci una relazione e quindi io tenderei a dire sì forse si potrebbe alzare la soglia non di molto
Non secondo punto invece in che modo procedere all'operazione l'idea di D'Alema di una moratoria buttata lì così un po'disinvoltamente non mi vede molto d'accordo e qui hanno ragione quelli che hanno obiettato perché vorrebbe dire che è un regime transitorio dopo il quale poi si torna indietro no se si fa una cosa del genere che ha strutturale che potrebbe incidere sulla struttura produttiva italiana ma deve essere durevole e quindi la mia idea banale sarebbe bene non litighiamo molto alziamo la soglia da quindici a venti quindi abbiamo una chiara idea della fascia di liberalizzazione che si determina al seguito non abbiamo infranto il principio e forse aiutiamo davvero l'impresa cresce ecco un'ultima riflessione
Il professore non siamo convinti che non sempre le giusto mezzo si trovi a metà c'è una critica che viene all'l'attuale sistema alla progressiva liberalizzazione del mercato del lavoro quindi maggiori strumenti di flessibilità che porterebbe un nel mercato specialmente quella dei sindacati lei prima citava porterebbe un mercato appunto senza garanzie mentre appunto ogni giorno ci sono le persone che che invece richiedono nuovi strumenti di flessibilità in quale situazione siamo siamo effettivamente una situazione in cui possiamo ritenere un
Il mercato italiano un mercato flessibile hanno il mercato italiano del lavoro ci sono anche studi comparati che lo dicono è molto flessibile noi abbiamo movimenti da impresa in Isa di lavoratori esistenti che sono elevatissimi a quote quasi americane nel sette nel settore manifatturiero direi che il problema è questo non tanto noi abbiamo bisogno di nemmeno norme noi abbiamo però bisogno di altre norme allora chi difende le vecchie norme probabilmente sbaglio ma chi chiede che non ci sia ampio norme vaglia anche lui tra l'altro l'Unione Europea ci pone così tante norme che l'idea di liberarsi delle norme per ottenere flessibilità non è molto intelligente
Va bene grazie allora professore Aris Accornero dal Grosseto Carlo quanti Saleci radio radicale ma