"Porte aperte" e "Occhio di Capra" III dibattito organizzato nell'ambito di un ciclo di conferenze dal titolo: "Rileggendo Sciascia" organizzato dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Perugia, dall'Associazione "Amici di Leonardo Sciascia" in collaborazione con la libreria "L'Altra" presso l'Aula Magna della Facoltà di Scienza della Formazione, Università degli Studi di Perugia Piazza Giuseppe Ermini

E Ventura eventuali così altri ascoltatori che arrivano comunque e siamo qui per il terzo incontro in questa serie di sei che l'associazione Amici di Sciascia a organizzato insieme a questa facoltà di Scienze la formazione appunto per così anche ricordare attraverso vari aspetti Sciascia a dieci anni dalla morte
Vi ricordiamo appunto di tra l'altro queste conferenze sono anche registrati da radio radicale e verranno insomma messe in onda dalla stessa radio e quindi anche se uno vuole poi eventualmente riascoltarla o comunque così registrarla ecco possibile farlo anche attraverso la radio che salutiamo e ringraziamo per questo servizio anche che fa allora oggi come avrete visto dagli inviti ettari i manifesti siamo qui per vedere insieme a il professore Antonio Girardi
La un libro specifico di Sciascia porte aperte
Il professor Girardi e insegna qui a scienza della formazione è uno studioso di e letteratura moderna e contemporanea in particolari è uno studioso di poi sia perché ha studiato soprattutto Pascoli e poi Montali cozzano insomma ecco comunque è anche si interessa o chiaramente anche di narrativa
E appunto a lui era stato chiesto all'inizio dei quando questo Progetto che decollava proprio di darci anche come delle impressioni di lettura diciamo ecco su un testo di Sciascia quelli qua è scegliere quel testo
Che in qualche modo aveva assegnato ecco la sua esperienza direttore e lui ha scelto fondamentalmente a porte aperte che sarà proprio il perno intorno a cui ruota la sua il suo intervento
Io ora prima di cedere la parola proprio un una cosa brevissima
Che sa trattandosi appunto qui di una relazione che essendo fatta appunto di uno studioso di letteratura avrà un taglio molto probabilmente diverso tale a lettura precedente perché appunto il partirà fondamentalmente dal testo e dall'uso della lingua e comunque avrete modo di vedere come proprio in Sciascia tutto si tiene cioè non è che ecco ci sono degli aspetti fra loro magari ecco Diversi o contraddittori nel senso che c'è secondo me un nucleo centrale
Che caratterizza tutto l'operato di Sciascia ed è un no considerazione una fiducia
In qualche modo quasi commovente per noi e poi passiamo tutta la vita a occuparci di letteratura il proprio questa fiducia quasi ancora De Santis si hanno ancora ecco incerti Sensi ottocentesca nel senso positivo la parola
Questa fiducia bene nella letteratura come il luogo
In cui proprio la società riflette su se stessa e in cui riferita questa riflessione possono partire dei modelli delle proposte di modelli diversi ecco e questo è appunto un questa quindi centralità anche circa che CIACE attribuisce quindi alle alla letteratura come fare letterario e come ricezione della letteratura
è appunto una è una cosa che non può innanzitutto che appunto interessare chi poi su questa letteratura in qualche modo ecco imposta la la propria Ditadi studioso ma anche penso può interessare no in mezzo a tanti così anche forme di comunicazioni diverso e che ci colpiscono e Coppola pienamente ecco così costituire una pulce diversa un modo di riflettere diversamente sulla parola sulla funzione della parola una volta che viene assunta nell'ambito della letteratura dopo tanti travestimenti a cui magari si abituano altre forme di comunicazione come la televisione stesa insomma U altri tipi di linguaggio allora accetto la parola al professor tira
Ecco appunto ringrazio la professoressa per la felice diciamo presentazione impegnativa permessi naturalmente e inizia subito a parlare di questo porte aperte no
E per rompere il ghiaccio dico subito che un mesto il messaggio centrale il romanzo porte aperte
Una serie di riflessioni sulla pena di morte
Il fascismo sappiamo dopo aver introdotta la pena di morte per gravi reati contro lo Stato nel mille novecentoventisei estende
La pena capitale per gli omicidi comuni più efferati nel mille novecentotrenta
Sono questi i dati dai quali si parte l'autore si fa vedere come in un mondo come quello siciliano degli anni trenta in cui il fascismo aveva vinto ma non si era profondamente radicato nelle coscienze
Tuttavia la pena di morte espressamente voluta dal regime
E da quasi tutti accettata per i soliti motivi della sicurezza delle porte aperte appunto il titolo del romanzo come si accetta dice Sciascia di essere cattolico di battezzato sì di cresimarsi
è appunto accettata acritica pinte così anche il procuratore di Palermo che il primo personaggio che entra in gioco
Il procuratore di Palermo aderisce al fascismo ma solamente in modo formale del Concilio tra la pena di morte una cosa sulla quale non si discute ma ci si limita semplicemente ad applicarlo
Se ne lava in poche parole le mani riguardo al problema il piccolo giudice invece che il personaggio principale del romanzo
Che è una chiara proiezione autobiografica dell'autore
Riflette sui principi per i quali la pena capitale rimane assurda incomprensibile
Più che un romanzo diciamo del genere poliziesco del genere giudiziario la vertenza diciamo quanto cinque sua noi possiamo parlare di un romanzo di tipo politico sociale e politico storico
In realtà però un romanzo politico storico sotto l'alta tutela della letteratura se mi è permesso
Non mangio che fa dei continui riferimenti al valore letterario
Ecco per iniziare farò una brevissima brevissima proprio escussione a porte aperte facendo dei riferimenti alla Sicilia come metafora la famosa intervista rilasciata da Sciascia qualche anno prima
Prima di affrontare questo testo appunto leggiamo
In questa intervista Sicilia come metafora
Sciascia che ginnici ho passato i primi vent'anni dentro una società doppiamente non giusta doppiamente non libera doppiamente non razionale
La Sicilia e il fascismo interessanti che le due cose vengano messe insieme e al modo di esseri siciliano cioè il modo più deteriori diciamo così di essere siciliano
E al fascismo ho tentato di reagire cercando dentro di me e nei libri sottolineo dentro di me e nei libri ha cercato
Un suo colloquio interiore no in solitudine dice Sciascia e dunque in definitiva nevrotica mente lo scrittore scomodo diciamo noi invece di dire e lo scrittore il retico come abbiamo detto l'altro mi è stato detto l'altra volta
Lo scrittore come per esempio il Leo Pardi che viene preso ad esempio proprio da Sciascia che non trova solidarietà e comprensione intorno a lui perché le sue idee come quelle di Leo Pardi sono scomodi
Per quanto riguarda il fascismo della propria adolescenza dice Sciascia a un certo punto non lo sia in chi più non sente la presenza del fascismo
Come se per me non ci fosse e le questa osserviamo che è una situazione analoga nella maggioranza dei siciliani del tempo i siciliani non sentirono
Né profondamente nel superficialmente il fascismo è un semplice cambio di guardia praticamente e così per esempio anche importi aperte pagina settantaquattro non si erano mai posto il problema i siriani dice Sciascia antifascisti
Sciascia però passo afferma appunto mi accorsi che c'era il fascismo quando si cominciò a parlare della pena di morte
Quindi
C'è una relazione stretta fra la pena di morte il fascismo la metti insieme in modo stretto Sciascia in modo molto significativo
Mi accorsi dunque che c'era quando si comincia a parlare della pena di morte di morte di rimetterla per i delitti contro lo Stato
E aggiungiamo anche contro i delitti più efferati delitti comuni io credevo che il carcere fosse la massima punizione che si potesse dare un uomo che si potesse per punizione e dare la morte freddamente a tavolino
Compilando una scrittura un codice
Era un'idea che mi sconvolgeva questo affermarsi Sacha non il fatto dei morti ammazzati i cui erano piene le cronache siciliane none del Periodo no anche durante il periodo fascista
Quel che mi inquieta Alatishe Sciascia era la morte attraverso la scrittura
Mi pareva in mi pare la più grande infamia cui una società uno Stato tutta quella parte del genere umano che ha consentiva l'accettava un vi si rassegnava potesse attivare nessuno voleva parlare con me e della corsa
Tutti la diceva non giusta tutti dicevano la pena di morte è una cosa giusta
è un assenso ipotizzava incoscienti dice Sciascia specialmente quando la cosa non tocca da vicino individualmente le persone no è troppo facile dire no la pena di morte fa bene
Iniziando con il testo
Il testo inizia con la frase del procuratore appunto il quale dice lei sa dice al giudice lei sa come la penso e già in questo incipit l'autore
Sottopone assevera ironia una corrispondenza fra il modo di pensare il modo di fare attraverso un rilievo linguistico
La forza della parola la forza anche negativa del lei non sa come la penso dice Sciascia è la tipica espressione di chi non pensa non riflette non vuole pensare lei sa come la penso poi conclude Sacchi Sciascia io so come lei la pensa e dunque non pensiamo la non stiamo a pensarci che è meglio
Il procuratore che pronuncia la frase in realtà appunto come abbiamo visto aderisce al fascismo anche se in modo formale diciamo non vi si oppone e si contenta che la sua relativa autonomia dal regime
Il quale in questo caso in questo caso giudiziario di questo triplice undici commi siti o no
Di cui si parlerà non ha chiesto niente dice proprio non ci ha chiesto niente il fascismo non si è intromesso nel processo almeno in apparenza naturalmente
Il procuratore accetta la pena di morte come legge dello Stato dura lex sed lex la legge non si discute
Non non ma ci si limita semplicemente ad applicarla la legge a pagina quindici del romanzo a porte aperte e leggi noi non possiamo che applicato
Il piccolo giudice
Che è una chiara proiezione autobiografica come abbiamo detto riflette invece sui principi per i quali la pena capitale rimani assurdità e incomprensibile non si limiti a un principio non si limita a dire la legge e legge
Per quanto riguarda il caso Matteotti che viene qui riportato dell'assassinio Matteotti ma solo una piccola notazione Sciascia giustamente dice che Matteotti
Fu odiato e perseguito ucciso dal Fascismo non tanto perché socialista perché il partito socialista del tempo era innocuo praticamente dice Sciascia era una porta aperta
Proprio da cui si usciva entrava liberamente il socialismo non era un pericolo insomma per il fascismo
Ma era pericoloso Mattiotti perché professore di Diritto penali quindi parlava in nome del diritto penale era insegnante professore di diritto penale all'Università di Bologna e quindi la sua invettiva non era solo nell'aula del Parlamento ma cosa ancora molto più pericolosa
Parlava del diritto e del diritto penale anche nell'aula universitaria e per questo che era pericoloso per quanto riguarda i pro e il controllo della pena di morte possiamo dire che sotto il romanzo c'è un trattato il Prodi contro la pena di morte
Entra in scena nel discorso fa il procuratore e il giudice la figura di Alfredo Rocco il famoso Rocco del Codice penale no
All'interno di gente la discussione fa il procuratore il piccolo giudice viene inserita all'argomentazione di Rocco che oltre a scrivere il codice di procedura penale che tuttora in vigore almeno in parte
Era autore di un saggio sul ripristino della pena di morte in Italia pubblicato nella rivista all'Impero rivista naturalmente fascista
Un'argomentazione che trova lo stesso procuratore dissenziente in parte che sorprende lo stesso procuratore che era fascista no
Che cosa dice Rocco in questo articolo dice il ristabilimento della pena di morte in Italia ha reclamato dalla coscienza nazionale invocato dalla Camera dei deputati deciso dal governo del re soddisfa un antico voto della scienza italiana
Naturalmente qui si intende scienza giuridica no
Cuesta è una palese mistificazione agli occhi del giudice
E anche agli occhi del procuratore questa volta dopo che l'Italia ha da tempo una delle pochissime nazioni aveva abolito la pena di morte nel suo ordinamento dopo Beccaria ai molti pensatori giuristi filosofica
Rocco si accontenta di parole vuote di retorica e le sua parole pesano però in qualche modo specialmente secondo Sciascia quando e qui anche qui una critica linguistica
Quando Rocco fatto rimettere al suo nome l'eccellenza il professor Rocco ma anche la parola avvocato Rocco no e questo un palese inganno secondo Sciascia che giudica anche la lingua no giudica anche in modi di comuni l'avvocato che dovrebbe essere quello più vicino all'imputato
Più pronto a comprare a comprenderne i problemi e a difenderlo non può essere colui che commina la piena la pena di morte come Rocco si dovrebbe vergognare di fatto emettere anche avvocato all'eccellenza eccetera eccetera
Anche in questo caso notiamo una critica feroce al linguaggio ipocrita del tempo ma in realtà
Diciamo di ogni tempo no e linguaggio perseguitati EZIT infilzare tutto il discorso di Sciascia il linguaggio dei servi e della che
Addirittura noi abbiamo nell'argomentazione del nostro giudice che viene definito il piccolo giudice
Viene detto il piccolo giudice per misurarne dice Sciascia la sua grandezza
Piccolo grande giudice appunto e il giudice afferma un certo punto che anche lo stesso linciaggio se vogliamo nella sua terribile ITA
Purtuttavia meno tremendo della pena di morte dice consideri poi se gli istinti che ribollono in un linciaggio il furore la follia non siano in definitiva anti minori atrocità del macabro rito che promuove una corte di giustizia dando sentenza di morte
Una sentenza che appunto in nome della giustizia del diritto della ragione del re perché l'ansia di Tivoli volontà della nazione consegna un uomo al tiro di dodici fucile imbracciato da dodici uomini che arruolati per garantire il bene dei cittadini si tratta
Dei carabinieri che appunto vengono accumulati per garantire il bene dei cittadini sono quelli più vicini diciamo ai problemi dei cittadini
Allora quel supremo bene che è la vita che devono loro garantire ad un certo punto si sono sentiti chiamati i carabinieri all'assassinio non solo impunito ma addirittura premiato
Li ha mai visti continua a parlare il giudice gli uomini di un plotone di esecuzione divise nere
Mantelli neri teste che conferiscono attendibilità Lombroso
Lombroso come sappiamo individuava nella forma del cranio la diciamo tendenza a delinquere delle persone
Facce di Attali esistenti quindi di attraverso il già carica brutalità queste di questi carabinieri no
Li chiamano metropolitani anche qui un altro rilievo linguistico arrivano come uno stormo di corvi uno stormo di morte dalla capitale curiosa associazione qui gioca sulla lingua anche Sciascia vengono dalla capitale apportare la pena capitale c'è un gioco linguistico
La pena di morte estremamente negativa anche quindi nel suo aspetto esteriore nessun aspetto ti attuazione d'altra parte vorremmo anche Tyrant difesa dei carabinieri cc qualche altra parola cioè lo stesso Sciascia lo stesso giudice che è una personificazione in fondo Sciascia cioè Sciascia
E i carabinieri sono visti in una luce positiva in un'altra parte del romanzo
Come sto istituzioni vicino al popolo e rappresentano una presenza rassicurante positiva agli occhi del piccolo giudice il protagonista infatti dice e anche nell'aula del processo squallida di avara luce
Ogni cosa consunta e matita da far temere un qualche contatto
Nello Stagnaro e di un tanfo che faceva pensare alle vite degli inquisiti che vi si erano macerate e qui c'è un implicito esplicito anzi riferimento
Al fatto che in queste Aule di questi questo processo erano le aule dove si celebra si celebrava a suo tempo l'Inquisizione
E quindi i processi d'inquisizione che vengono messi in rapporto con questo con i processi del tempo con i processi attuale
Vite degli inquisiti che vi erano ma scemate Palma celarsi e muffin dedicarti che Mascia emanavano altri destini umani le carte che nel loro macera arsi a loro volta Masci Ravano i destini umani
Anche in quell'aula i due carabinieri in alta uniforme gli davano un senso di sicurezza di riposo di ricreazione visiva il blu e il rosso l'argento colori vivi ecco dice il giudice e si confermava
Di aprire un tempo che per l'alta uniforme dei carabinieri e pensava che forse che era difficile che stesse va a torturare i carabinieri i propri simile
Nell'argomentazione del procuratore in seguito riguardo alla pena di morte procuratore ripeto favorevole alla pena di morte procuratore porta l'argomentazione che e nel titolo stesso del romanzo qui dice il procuratore corre l'opinione che da quando c'è il fascismo si dorme con le porte aperte dormire con le porte aperte
Quanto peso in negativo da questo punto Sciascia quell'opinione comune ben lo sappiamo l'opinione comune è di ieri ma anche di oggi aggiungiamo dobbiamo riconoscere dice il procuratore
Che le condizioni della sicurezza pubblica da quindici anni a questa parte sono notevolmente migliorate anche in Sicilia
Malgrado tutto ora quali che siano le nostre opinioni sulla pena di morte
Dobbiamo ammettere che il ripristino serve a ribadire nella testa della gente continua il procuratore l'idea di uno Stato che si preoccupa al massimo della sicurezza dei cittadini
L'idea che davvero ormai si dorma con le porte aperte dormire
Questa è la sublime metafora al dormire con le porte aperte dormire appunto sottolinea Sciascia evitare di vedere e di capire come tante tante erano invece le porte chiuse
Le porte aperte erano solo perché dormiva in qualche modo nel sonno dice Sciascia a questo punto sarcastico si sognavano le porte aperte suprema metafora dell'ordine e della sicurezza invece nella realtà quotidiana da sprechi e specialmente per chi amava stare sveglio perché amava sfruttare capire e giudicare tante tante porte erano in realtà chiuse
Quindi porte aperte ma a porte chiuse a metafora del dormire con le porte aperte naturalmente
Di origine popolare contadina se vogliamo no ai contadini che dormivano o Partanna di questa metafora del dormire cosa popolare
Contadini che poco o nulla avevano da proteggere potevano dormire sicuri anche con le porte aperte o socchiuse il Pascoli dice a questo proposito porte accavallate no quando parla del suo piccolo proprietario
Rivolgendosi al piccolo Colorno dice tu non sei ricco il piccolo colono ed ha calato a il guscio poi dormire sicuro e tranquillo anche con Lusaka all'ATO che significa semichiuso
Il concetto però naturalmente come sapete più origine classica se vogliamo fare questa piccola escursione virgiliana e ti buriana Virgilio delle Georgiche
Dice per esempio del contadino loda la vita rustica del suo piccolo proprietario perché dorme tranquillo sul suo pagliericcio e non teme
Non non non si sente minacciato dalla rapina e dal delitto e aggiunge Virgilio
Non dorme invece è tranquillo colui che dorme sul loro sulla ricchezza quindi la povertà come valore noti sicurezza seguito naturalmente Virgilio da Tibullo
Delle Elegie noi in cui loda Tibullo la semplicità e la sicurezza ancora una volta della vita rustica
E dallo stesso ratio nella lode della vita rustica di Orazio naturalmente però in quel tempo nell'Italia di quegli anni nella Sicilia di quegli anni
Ci si doveva ben difendere da una relativa tranquillità di questo genere bisognava essere studenti
Bisognava insomma vigilare e uscire se era necessario uscire dall'idillio agreste del buono del buen retiro per dirlo con una fase Spagna le porte chiuse che che erano serrate blindate in particolar modo erano secondo Sciascia la stampa era la stampa del tempo
I giornali che artificiosamente mettevano in rilievo eccessivo oppure trascurava nuovo falsa vanno notizie in funzione del regime o comunque sotto l'influenza del regime no
Con
Un caparbio gusto definitorio bocciamo caparbio spero di non esagerare Sciascia parla di impostura da parte dei giornali e usa il verbo imposto usare invece di usare falsità Bugia e altri termini del genere in quanto sulla base del Tommaseo Bellini da lui consultato eccitato proprio in questa parte
Impostura riguarda i fatti in quanto le parole e le azioni e il silenzio
Sono volti a fare inganno altrui e cioè a far ricredere il falso approdi chi inganna e a soddisfazione di alcuna ignobile passioni sua quindi anche questo e pignolo caparbio
Sciascia
Vuole la definizione più giusta e più precisa e fa riferimento al Tommaseo Bellini famoso Vocabolario della lingua italiana
Così ha proposto del triplice efferato omicidio di cui si parla che è oggetto di questo romanzo la stampa siciliano il tempo il giornale più letto di Sicilia cioè il Giornale di Sicilia appunto non dava la minima notizia di questo fatto che si era trattato di un omicidio non parlava di omicidio no assurdo proprio no
In effetti i giornali
Nascono nascondeva il regime nascondeva il fatto che gli ha letto luce perché evidentemente non si voleva mostrare apertamente come nonostante le tanto decantate leggi della sicurezza la tanto decantata sicurezza si verificassero tuttavia degli omicidi
Anche efferati questo voleva nascondere il fascismo e il giornale questo modo di fare notizia
Potrà servire da modello dice ironico Sciascia ancora ironico anche in futuro
Parlando naturalmente dei tempi nostri e aggiunge ironico nelle magnifiche sorti esso e progressive citazione leopardiana di certo giornalismo odierno
Il giornalismo odierno che mistifica le cose nel riferimento esplicito alle o parte della Ginestra come ricordate
Alla taglienti e sconsolata aerei ironia leopardiana noi possiamo indovinare anche il lucido pessimismo dello stesso Sciascia nello stesso romanzo porte aperte li ho fatti piani rievocato ancora una volta comunque il lucido pessimismo che noi possiamo riassumere in questo caso della stampa
Come nell'era fascista così anche dopo il fascismo la stampa manipola i fatti
A un certo punto
Sciascia introduce una riflessione sull'Inquisizione e sull'auto da fé abbiamo visto la già citata nel palazzo stesso che era il palazzo dell'Inquisizione si svolgevano i processi si svolge questo processo una missione appare naturale d'altra parte il collegamento che Sciascia fa che Sciascia suggerisce fra i processi le esecuzioni dell'Inquisizione
Dove appunto si svolge adesso anche questo processo e
In cui Sciascia in questi aulette F non trascura di evocare delle sinistre ombre e ti sinistri riverberi di quella situazione del passato
Come non si può a conclusione di questo discorso per un'opinione allo stile un uomo sul luogo dice Sciascia così lo Stato
Con il suo diritto lo Stato che la filosofia ai della idealistica ma anche il fascismo definiscono Stato etico non può rispondere all'assassinio con l'assassino
Per l'ovvia contraddizioni che il non consente che non consente cioè per l'implicita contraddizione che uno Stato etico non può commettere assassini non può rispondere all'assassinio con l'assassino
In quegli anni
Nota anche in modo sconsolato Sciascia
Pochi pochissimi uomini in quegli anni sentivano avversione per queste iniquità e vivevano per questo nella loro solitudine e apposite nella loro disperazioni e uno di questi uomini a maggior ragione perché giudice appunto il nostro giudici uno di questi uomini era un tutti col giudice il personaggio che maggiormente rivela una sua opposizione autobiografica di Sciascia e qui Sciascia a questo punto mostra di avere una grande fiducia nella letteratura nella circolazione del pensiero della ragioni mediante la letteratura in realtà cosa succede egli stesso si trova ad opporre alle speciose false giustificazioni della pena di morte portati da Rocco e dai molti altri come per esempio Galvano Della Volpe si trova ad opporre a costoro
Vitaliano Brancati Leone Tolstoj Dostoevskij la forza della lettera
Brancati negli anni per tutti che viene citato gli anni perduti un romanzo la mille centotrentotto aveva detto
Perché è un canto di Milton magari del Paradiso perduto utili o parti sulla libertà all'uso di magari all'Italia o a sopra il monumento di Dante per le OPA
Ho un libro di un filosofo proibito non volo in soccorso di questo povero uomo trafitto da tutte le sofferenze che un'anima un estratto può ricevere dall'oppressione
Naturalmente hanno
Brancati parlava di un altro povero uomo e Sciascia parla di questo pover'uomo onesto ma indifeso che il piccolo giudice l'uomo l'anima onesta e lo stesso giudice il quale però non è affatto privo di questi soccorsi di cui parla Brancati soccorsi essenzialmente letterari nella mente del piccolo giudici infatti si era fermato a un in modo indelebile dice Sciascia l'immagine di Tolstoj
E la confessione del mille ottocentottanta il quale giudici quando viti
Tolstoj quando vidi come la testa si staccavano al capo palco e come l'una e l'altro separatamente andavano a sbattere nella cassa
Allora capii non con l'intelligenza ma con tutto il mio essere che non vi è alcuna teoria della razionalità dell'esistente
E del progresso che possano giustificare un simile atto e che quand'anche tutti gli uomini al mondo fino dalla sua creazione basandosi su teorie quali che siano trovassero che ciò fosse necessario io so
Dice Tolstoj che ciò non è necessario che ciò è male e che quindi avviso di quel che bene necessario non è quel che ti come fanno gli uomini e neppure lo è il progresso ma lo sono io
Con il mio cuore
Finti
Tolstoj rivendica alla propria persona e al proprio sentimento e al proprio cuore e naturalmente la propria intelligenza individuale
La condanna della pena di morte
Mi ricordo che il giudice se era formata anche un'altra immagine potente immagine di Dostoevskij nell'idiota in cui il il principe Minsky
Protagonista de L'idiota raccontati un'esecuzione capitale a cui assistito che svolge dice Sciascia contro la pena di morte unico il più alto discorso che sia stato mai pronunciato contro la pena di morte un discorso che fa cadere nelle lacrime il suo stesso laiche suo stesso ma che del principe mischie si commuove fino alle lacrime
Ma la commozione della che aggiunge severo Sciascia e ti breve momento e di poco conto poiché gli lacche sono sempre favorevoli alla pena di morte la pena di morte è sempre accettata o quasi sempre dai lacche e dai serbi in ciò abbiamo un parallelismo con la Sicilia come metafora che abbiamo visto in cui Sciascia lamentava quasi universale accettazione della pena di morte
La rassegnazione generale no e la frase che diceva come abbiamo visto e nessuno voleva parlare con me della cosa tutti la dicevano giusta
Di fronte a tali alte indignazioni come quelle ti Tolstoj e di Dostoevskij la figura di Rocco
Il giudice sua Eccellenza Rocco appare addirittura degna di commiserazione a Sciascia
Questo povero Rocco dice Sciascia ordinario di diritto e procedura penale penale della Regia Università di Roma ministro della giustizia e grazie aggiunge ironico Sciascia fra parenti si
Sua Eccellenza Rocco titoli che andavano benissimo al mutamento della che
Titoli cioè che andavano bene commi artificioso ornamento di un servo del regime insomma senza mezzi termini Rocco è il servo del regime
La convinzione invece radicata
Nel piccolo giudice è una convinzione profonda in ogni uomo dice il piccolo giudice il bene sovrasta il male in ogni uomo il male insorge prevale come per una distrazione per un inciampo per una caduta
Un incidente il male appunto
Il rifugio nella letteratura da parte del giudice
Il giudice stesso diceva che questo era il rifugio come in una sfera di innocenza a questo punto Sciascia corregge il suo tour i giudici e giudice la letteratura anche la più innocente non è mai del tutto innocente essendo una forza un grimaldello per aprire la comprensione del reale o almeno così dovrebbe essere
E per svegliarci possiamo dire se così possiamo dire dai sogni top matrici delle opinioni comuni quinti la forza della letteratura
E anche questo e non è un rifugio in una sfera d'innocenza e la prima e unica volta che Sciascia corregge diciamo così il suo giudice cliché
Fa bene però fino a un certo punto
Esaltazione anche letteraria però osserviamo a questo punto di una letteratura di bassa lega era presente anche in alcuni che reclamavano la pena di morte
Come poteva succedere
Sciascia parla dell'estetismo della pena di morte a pagina trentasette trentotto e a pagina settanta
E afferma che c'era anche da sospettare in coloro che erano favorevoli alla pena di morte qualcosa di simile a un primordiali larvale estetismo
In modo doppio dice Sciascia e nel voler la vita liberata nel Tata
Per rabbia né Tata da ogni estrema che ci ogni umana e cioè da coloro che per l'ambiente passioni per abietti interessi in abietti motivi uccidendo sono da considerarsi indegni di vivere la quindi bisogna liberarsene
Bisogna fare pulizia per utilizzare una metafora no
E secondo motivo
Questi esteti della pena di morte per la contemplazione e qui è oltremodo ironico quando parlate contemplazione Sciascia per la contemplazione di quell'impartire la morte con ordinata e il rituale e violenza con regole efferate ma riguardò ustioni
Puro spettacolo quasi finzione se in coloro che li impartiscono si suppone non agì scaltro sentimento che quei lutti
Darla beni bisogna darla bene la morte dandola bene anche la morte bella è questo il concetto no
E in chi la riceve quello di accettarne l'ineluttabilità per il condannato comportandosi bene
In modo degno anche condannati dovevano morire bene dovevano contribuire a questo strano ideale della bellezza a questo punto a palesare la tragica ipocrisia di costoro
Si erge lo spirito di standard ancora una volta un grande scrittore di nuovo la letteratura l'autentica dimensione dello spirito viene chiamata a smascherare bassi istinti travestiti da decadenti e culto della bellezza
Standard T-shirt sì il sublime delle anime ignobili
E Sciascia dice naturalmente insieme a standard standard allorquando lo scrittore appunto si trova paragonare le figure strazianti del Pomarancio e tempesta
Due pittori in una chiesa romana e le confronta con lo spettacolo della lo spettacolo tragico della ghigliottina
A quelli che ammirano questo spettacolo della ghigliottina ci si il sublime ma il sublime delle anime ignobili
Di altre cialtroni cialtroneria e del genere come le chiama Sciascia senza mezzi termini
Sciascia a questo punto possiamo dire che addirittura caustico nei loro confronti
Di queste cialtroneria era piena l'Italia di quel tempo
Come per esempio la cialtroneria di quel filosofo idealista cialtroneria parola di Sciascia naturalmente la riporto
Quel filosofo idealista Galvano Della Volpe quando affermava che anche la morte si può reputare non vana se ha dato o ridato al colpevole un'ora un istante di quel contatto con l'infinito
Che egli aveva perduto la morte è positiva quando riesce a dare un contatto Putin finito
Al colpevole che aveva sempre trascurato nella sua vita naturalmente questo contatto con l'infinito
Un pensiero questo veramente stupendo dice Sciascia che avrebbe suggerito a Falaride il famoso ti danno di Agrigento dimettere subito questo filosofo a contatto con l'infinito come lui stesso diceva
Come aveva fatto mettere Farhadi Desk immediatamente dentro il toro di bronzo infuocato quello che l'aveva pensata cioè lo stesso ideatore del Toro no
Nello stesso modo meritava di fare questa fine dal Libano della volte
E comunque ecco anche divertente cronico Sciascia sceglie questa forma linguistica riferimenti anche culturali ma sempre con Titti di questa ironia e sagacia anche il piccolo giudice ci fa notare Sciascia a un certo momento
Però
è un essere umano promosso anche lui anche il giudice illuminato
Dalla ragioni naturalmente ai suoi momenti di dubbio e di smaltimento dice Sciascia ed ecco da qualcosa di ignobile ad ogni udienza il giudice si sentiva momenti attraversato una contrazione un'intermittenza una sospensione
Come nei sogni che vertiginosamente citava l'orrore il fascino del vuoto dell'abisso anche lui in qualche modo simbolicamente precipita nell'abisso come in sogno questo riferimento del sogno dell'abisso
Il fascino del vuoto e dell'abisso noi troviamo in Baudelaire nell'abisso di Baudelaire appunto no e Baudelaire sappiamo che è uno degli altri grandi autori S di Sciascia
In toto modo per esempio quindi un uomo anche il più giusto e sereno come il giudice il più illuminato di quella dice Sciascia che i teologi chiamano la grazia illuminato dalla grazia
E quelli che invece non hanno teologia dicono dalla ragioni deve fare i conti anche lui anche il giudice con la parte più oscura di sé la più nascosta ai la più ignobili appunto la parte più inconfessabile cena solamente una un rilievo ironico Sciascia che mette insieme la grazia
L'illuminazione della grazia e l'illuminazione della ragione
A turbare visceralmente il Sud Shiki giudice
C'è addirittura la visione dell'arma del delitto l'arma del delitto che è un pugnale no aveva anche la pistola imputato ma si è servito per suo triplice delitto
Ti del pugnali il pugnale posato su in angolo del tavolo del cancelliere
Il giudice si sorprende a un certo punto a contemplare questo pugnali e non come semplice oggetto mezzo ma come qualcosa di vivo ed eterno
Come una corsa modellata sì dall'uomo ma come avente una sua vita e una sua forza autonoma e anche qui
Sciascia ha bisogno di un riferimento e cioè di Borges il poeta narratore argentino conosciuto dei pugnali molto Manzotti borghese
Sciascia vuol processare insomma che ancora con l'aiuto della letteratura il vero stato d'animo del suo giudice cosa dice Borders
Del pugnale dieci e più di un semplice oggetto di metallo gli uomini lo pensarono e lo forgiare una un fine ben preciso
In qualche modo eterno il pugnale che ieri notte ha ucciso un uomo attacco a Rimbaud
E i pugnali che uccisero Cesare poi uccidere il pugnale vuole colpire inaspettato vuole spargere sangue ancora palpitante
Qui abbiamo i il simbolo pugnali simboleggia l'istinto atavico dell'uomo
Via via seguendo poi il filo dei suoi ricordi il giudice rievoca i pugnali degli Arditi nella prima guerra mondiale le stragi che si commisura al fronte nella prima guerra mondiale
I pugnali che ucciso Matteo che Pacchiotti anche furti e quella canzonacce ha poi per ultimo dei fascisti che suonava anche cantava bombe bombe e carezze di pugnale
Una delle solite canzoni fasciste e si domanda a questo punto come si può accettare un'idea politica una fazione politica come questa che promette queste cose a quelli che non sono d'accordo
A un certo punto del romanzo si apre però un cammino diverso del giudice
Si apre il cammino verso l'umanità e Lou ma il giudice che diciamo circondato da disumanità dagli altri giudici dalla situazione pesante del processo trova una via dell'umanità
Verso questa umanità che conforti lo conforta grandemente e questa umanità è rappresentata dall'incontro con i giurati popolari anche a quel tempo si erano i giudici i giurati popolari
E la giuria in realtà anche se molti della giuria erano per principio favorevoli in questo caso dà ragione ai giudici
E imputato non viene alla fine mi anticipa non viene condannato a morte verrà condannato su si suppone all'ergastolo anche se pare
Non non viene espresso chiaramente
Quindi l'incontro con i giurati e in particolare nella giuria di qualcuno di quei giurati
Deteneva il giudice in qualcuno di questi giurati un segno dice Luigi umana tenerezza
Nello sviluppo del romanzo la conoscenza dei giurati e in particolare di un giurato il giurato contadino c'era anche un giurato contadino che riveste anche lui un carattere
Decisamente autobiografico si rivela fondamentale l'unico conforto del giudice un forte fino di simpatia lo dica questo conta
Dice
Sciascia particolarmente si tratteneva con l'agricoltore che aveva a Duster braccia racconta Gino grandi mani da contrattino proverbi e metafore da contadino
Rimase molto sospeso il giudice quando una volta assenti parlare il professore di latino che era uno dei giurati con questo contadino proprio no
E che di che cosa parlavano parlavano addirittura del Codice Laurenziano del tasso Nicoletti Longo sofista quindi di un codice in una biblioteca fiorentina e della macchia che di inchiostro che su questo codice aveva lasciato lui cuffie
Lui coglie il polemista libelli sta francesi combatteva anche lui una battaglia solitaria
In difesa dei valori della Rivoluzione francese dimenticati e calpestati nella Francia del tempo e
In difesa specialmente fra le classi oppresse specialmente dei contadini e questo è significativo in questo particolare del contadino no
Courier che si dilettava anche quindi di Filologia e traduceva in francese il TAF nel clone di Longo Sofista sospetto
Dice Sciascia a questo punto in proposito e sottolinea ancora il valore della letteratura
Il nome di uno scrittore il titolo di un libro possono a volte suonare come quello di una patria e così accadde al giudice sentendo di Courier sul cui volumi delle opere complete
Sia chiaro che la vera iniziazione la vera prima formazione culturale di Sciascia e da far risalire al Corriere
La sensibilità di questo contadino che abbiamo incontrato porta a considerare anche la sensibilità umana popolare contro la pena di morte
Che si rivela nel culto per le anime Santi dei corpi decollati questa è una particolarità interessante nel romanzo
Perché ne parla anche in ottica pagina ottantuno guado velocemente a citare a proposito dell'armi Santi l'occhio di Carlo
L'ARDIS antiche significa le anime sante che ha letto siciliano
Dice Sciascia il le anime sante località anche un toponimo quindi località alle porte del paese dove era una chiesa dedicata alle Anime Sante dei corpi decollati
E cioè dei giustiziati per mannaia o per forza
Ed è stato quello delle anime sante uno dei culti più sentiti in corsa ma vigorosa reazione alla pena di morte
Che anime sante siano per antonomasia quelli dei giustiziati
Smentisce significa il valore di martirio tali da riscattare il delitto più infami che il sentimento popolare attribuiva alla pena di morte per il popolo la pena di morte era un martirio
Che praticamente faceva in modo che tutte le colpe venissero rimesse
Brancati direbbe a questo punto dice Sciascia perché una pagina di Beccaria ricette caviglia nella citazioni di prima che abbiamo fatto non c'era una pagina di Dostoevskij di Tolstoj non solo in soccorso di un tale sentimento
Dice sì va bene la cultura popolare la fede popolare ma manca il sentimento della ragione in qualche modo della letteratura cioè l'informazione in qualche modo manca comunque qualcosa
Ecco e questo punto delle insorse posso
Questo punto delle Anime Sante dei corpi decollati riveste diciamo così una
Significato importante capitò un giorno al giudice di ricevere in dono dal proprio da questo giurato contadino
Un assillo grafia così l'immagine con l'immagine di una Madonna fra angeli santi in alto nel quadro e in basso
Una chiesetta un ponte quattro figure oranti tra le fiamme del Purgatorio
E poi una ghigliottina una forte alla cui pendeva un condannato e la scritta la Pia Opera delle anime e dei corpi decollati
Il culto popolare delle anime sante del Purgatorio diffuso naturalmente non solo in Sicilia
Ma in tutta Italia aveva subito presso il popolo siciliano un'assimilazione con il culto di questi decollati a questi decollati una fusione noi possiamo dire non è stata fatta una fusione di sincretismo popolare
A questi morti decollati era anch'praticato muta la pietà popolare erano dovute le preghiere le stesse preghiere per i diciamo le anime del Purgatorio e quindi suffragi nelle mense eccetera eccetera questo particolare culto che fa Sciascia fa risalire al sedicesimo secolo ma anche il P tre un altro personaggio che interverrà far risalire al sedicenne un secolo viene considerato da laico Sciascia un passo in avanti nella storia della pietà che però è parallelo in Sicilia dice Sciascia al passo in avanti nella storia della ragione
Laico Sciascia mette insieme e parallele da pietà e la ragione no come argomentazione contro la pena di morte
Verificato sì la ragione il appunto il passo in avanti della ragioni con un grande anche si è dimenticato di poco conosciuto siciliano arcistufo Giuffredi scrittore palermitano del sedicesimo secolo
Che raccomandava di non dare la tortura di non condannare
A morte di non condannare nemmeno la frusta alla frusta e altre punizioni per qualsiasi
Per qualsivoglia cosa diceva cisto Giuffredi qui Sciascia com'è evidente rivendica orgogliosamente alla sua Sicilia la pietà popolare in cui che era laico
Nei confronti della pena di morte e la sensibilità di un misconosciuto ma grandi siciliano che più di un secolo prima di Beccaria da notare
Si era dichiarato contro la tortura la pena di morte insisto Giuffredi appunto
Come fa a spalare allora sotto la trama del romanzo in filigrana noi abbiamo come una specie di bello di trattato in cui Sciascia raccoglie le argomentazioni sia laiche e religiose contro la pena di morte
Il libro da acquisire fatta questa piccola citazione di arcistufa Giuffredi e avvertimenti cristiani
Un altro personaggio che interviene
Nella discussione e ha proposto proprio di questi di questo culto tutte le anime di decollati e Giuseppe Pitrè
Un altro personaggio che ritorna come mediazioni nella mente del giudice che aveva pensato queste cose che aveva pensato a questo rito quando gli era stato regalato questo quadro dal contadino giudice si ricordava
Che Giuseppe Pietri aveva scritto qualcosa a proposito
Su una tradizione degli animi decollati ecco Sciascia porre ancora in grande evidenza un altro grande siciliano
Anche gli poco conosciuto Giuseppe Pitrè appunto conosciuto solo nella cerchia diciamo degli addetti ai lavori ma che non ha una conoscenza così che non aveva e non ha una conoscenza così giusto diffusa
Giuseppe Petrelli Ethnologue fu il corista espelle Sperto naturalmente di letteratura popolare autore di novelle popolari siciliane novelle popolari toscane e di usi e costumi del popolo siciliano
Il giudice di questi usi e costumi del popolo siciliano sapeva appunto del culto di decollati quindi abbiamo insieme al al registro Gioffredi Giuseppe P tre e quindi non solo
I grandi della letteratura standard Tolstoj Dostoevskij Leopardi Manzoni ma anche gli uomini e Patti e appassionati raccoglitori e si estimatori dell'al certo letteratura popolare questo mi pare un dato fondamentale che riguarda relativo alla formazione culturale di Sciascia che è una formazione culturale multiforme multi direzionale il Sasha sesso a illuminarci a proposito
Lui stesso si rivela il senso della sua multiforme curiosità intellettuale quando T-shirt che il giudice amava molto sgomita urlare tra i suoi libri tiene i suoi pensieri il filo di estemporanee curiosità
Da quando aveva cominciato ad avere a che fare con i libri e perciò per la sua non sistematica curiosità i suoi fratelli lo consideravano un perdigiorno
Ma sapeva di aver tanto guadagnato in quelle ore o giornate tra virgolette per tutte e comunque ne aveva tratto un grande piacere questo per quanto riguarda la formazione in concussione però finendo di parlare del P tre
Che abbiamo citato il P tre manca di farsi una domanda fondamentale qui c'è un appunto di Sciascia nei riguardi di questo P tre dell'etnologo cioè non si domanda impietriti parla lungo
Per più di venti pagine de questo culto delle anime dei collant dei decolli nati non si domanda come mai un popolo che a un così grande rispetto
Pietà per le anime veicoli dei decollati e poi bancari il giorno dopo assiste mai in massa una istituzione capitali come se andasse a una festa di popolo
Come se andassi a una festa popolare questa domanda e questo la risposta Sciascia non l'avrà e non lana nemmeno giudice Sciascia lascia la risposta all'Ettore nell'ultimo colloquio sto quindi per finire l'ultimo colloquio con il procuratore
Il procuratore a un certo punto
Alle che aveva affermato che in questo modo cioè con la non con condanna a morte dell'imputato cosa sarebbe successo gli sarebbe stata prolungata in qualche modo l'agonia perché
Perché prima o poi ne accosterà appello o in Cassazione
L'imputato sarebbe stato condannato a morte quindi si trattava solo di prolungare l'agonia era meglio farla finita subito secondo il procuratore
Ma a questo punto giudice giudice risponde no a giustificazione dell'anno pena di morte
Con questa nostra vita è soltanto caso e assortita e vale soltanto insieme le illusioni in cui la si vive e qui c'è un richiamo implicito ancora alle OPA anche le illusioni in cui la si vive
Allora il viveur l'ancora per qualche anno per qualche anno che noi abbiamo concesso all'imputato appare come un dono
Se invece la vita
Non è fine a se stessa e qui abbiamo un dubbio religioso se c'è qualche Aldilà
Allora l'uomo maturerà nel carcere più pensiero si avvicinerà alla sua fine con più religioni Sciascia costa il pensiero alla religione
Se tutto il mondo per finire Sciascia dice alla fine del romanzo se tutto il mondo
La vita noi stessi altro non è che un sogno allora questo dettaglio questo caso di cui stiamo parlando potrà servire ad avvertire l'imputato che sta sognando male
Che si volti da un altro a fianco che cerchi di avere solo i migliori che faccia cioè sogni
In cui non ci sia la pena di morte
Con questa fantasia
Sciascia stesso la chiama in questo modo si conclude il romanzo non senza che l'autore esce abbia lasciato delle implicite indicazioni e gli impliciti riferimenti di cultura
Per esempio la vita è sogno
Non solo Shakespeare Calderón de la Barca la vita è sogno ma nell'antichità per esempio Pindaro nell'ottava pizzica l'uomo è sogno d'ombra e poi se volete Novalis Schopenhauer e che riprende in pieno recupera in pieno filosofia di Calderon de la Barca
Il nostro leopardi nelle pistola Carlo Pepoli che tipici della vita questo affannoso e travagliato sono per non parlare di Carducci soffre o del del Pascoli ancora una volta Milice sogno d'ombra
Sogno d'ombra è una città citazione naturalmente da Pindaro oppure poemi conviviali vecchi dicevo sogno d'ombra l'uomo anche questa citazione pindarico
Oppure Canti di Castelvecchio dimentico in cui dimentico come sogno di nulla nell'acqua c'è l'ombra sua bruna l'ombra del medico che è simbolo dell'uomo
Infine possiamo dire però sotto che la pena di morte potrebbe essere anche accettata limite no ed è accettata nella democrazia in una a democrazia avanzata come quella degli Stati Uniti se non che leggiamo in un documento al di sopra di ogni sospetto redatto da Amnesty International
Quando lo Stato uccide leggiamo che nella pratica della pena di morte è ciò che determina chi sarà giustiziato e chi no spesso non solo la natura del crimine ma anche l'ambiente etnico e sociale la disponibilità finanziaria o l'opinione politica dell'imputato la pena di morte è usata maggiormente nei confronti dei poveri
Delle persone senza potere cito sempre da Amnesty International
Degli emarginati
E comminata agli indigenti alle minoranze etniche etniche alle minoranze sociali e politiche tutto questo naturalmente non ha bisogno di commento e davanti agli occhi di tutti per finire dovrei dire almeno una cosa definisco come
Suo che o di capra che ho promesso di commentare in quel e riporterò Occhio di capra l'abbiamo già citato una sola volta riporterò solo un esempio interessante di otite Capra
Che è una raccolta di frasi idiomatiche siciliane propri della zona di Racalmuto e ti intorni
Solo le le serpentine l'esempio della sacralità della parola e della sacralità della scrittura sacralità per Sciascia naturalmente diciamo fra virgolette no
La sacralità della parola e la sua energia vitale specie della parola scritta il suo valore quasi magico presso il popolo
Che ha sempre fiducia il popolo a un'estrema fiducia del nero su bianco anche quando è analfabeta questa metafora è felicemente espressa in quell'in questa sacralità della parola e felici e mente espressa in quell'indovinello popolare riportato in Occhio di capra un indovinello sulla scrittura terminava in bellezza insomma con la scrittura con il senso della scrittura indovinello dice piani Ka campagna New ora si mensa Lomu chi la fa
Sempre la pensa e è inutile che mi traducono bianca campagna nera Semenza l'uomo che la fa senta senza la parola
Scritta o non scritta presuppone sempre il pensiero il momento del raccoglimento il momento della meditazione per riallacciarmi così a un altro romanzo
Il romanzo le parrocchie di Regalpetra quando Sciascia nelle parrocchie di Regalpetra
Parlate esempio Regalpetra è una nobilitazione del nome di Racalmuto che sembrava Sciascia troppo sembra Sciascia troppo brutto no e quindi lo cambia il red carpet allora in questo per queste parrocchie di Regalpetra quando Sciascia descrive il simbolo dello stemma di Racalmuto il simbolo lo stemma di Racalmuto che raffica pura un uomo nudo davanti a una torre alchemica che in ticket il silenzio con il Tito fa silenzio con il diritto Sciascia spiega che il silenzio non è
Praticamente soltanto il silenzio dell'omertà uno e immediatamente portato a pensare ecco l'uomo nudo indica il silenzio davanti a una torre indica il silenzio dell'omertà non e solo il silenzio dell'omertà e quindi Sciascia difende anche una certa Sicily Anita ma il momento del raccoglimento del pensiero che prelude dice sì Sciascia la parola spesso incisiva e solenni acuta che è il modo di colloquiare siciliano quindi la mafia il pensiero mafioso il fascino
Ma non preclude a Sciascia la strada della sicilianità più profondamente sentita anche se l'autore va come sappiamo a sciacquare i suoi panni
Sin ti linguistici sì e filosofici sulla Senna il popolo conserva dunque questo indovinello che richiama naturalmente a tutti voi indo vi nello della scrittura che va sotto il nome di indovinello veronese no di probabili origini addotta non popolare questo indovinello il famoso indovina lo che ti dice a un certo punto Alba Pratali
Arabo etnico semmai seminava no passaggio dalla lingua Italia la Cina la lingua italiana Rava un
Bianco Prato e vi seminava un nero semi questo indovinello l'indovinello veronese di cui Sciascia non parla ma che lui comprendiamo bene che avesse in mente no questo indovinello che detto fatto Aventis venne frainteso dallo stesso scopritore no un famoso filologo che scoprì negli mille novecentoventiquattro l'indovinello veronese disse che era un ID io bucolico non si accorse che era un indovinello diciamo noi se avesse conosciuto l'indovinello popolare che è conosciuto anche diciamo così nelle campagne del nord dell'Italia
O se anche avesse conosciuto Pascoli mettiamo il piccolo Aratori un'altra metafora della scrittura formati indovinello pubblicata venti anni prima
Non avrebbe certamente equivocato per dire insomma possiamo cogliere anche a questo punto il senso profondo dell'indovinello in questioni accostandolo
Se la cosa non è azzardata alla parabola evangelica del seme della parola la parola di Cristo di cui egli stesso dice e il seminatore Cristo semina la parola ci troviamo in fondo di fronte alla stesse la metafora del sei mettere la parola la parola è un seme buono secondo naturalmente il Vangelo che non potrà dire l'uomo è sempre da considerarsi un segno di vita e mai direbbe Sciascia un seme di morti grazie
Moderno Graziano tantissimo tradizionale per questa lettura per così attenta e precisa porta in cui appunto cubetti ADV preannunciato anche perché ha parlato opportuni convocazione di confrontarmi con lui Prato ecco mi sembra che molto bene adesso il vero di luce
Questo rapporto fra la parola e la corsa non cioè che un rapporto evidenti le parole ecco entrano in acqua dopo le cose nel profondo della coscienza però cotto personaggio numero Cucco il procuratore la cui coscienza annebbiata e
E in qualche modo ecco donne
Sviluppata civilmente eticamente donne è poco dire ecco non può accedere a una parolaccia fatta dico se e ancora una volta ecco pence
Colpisce un po'tutti noi che abbiamo avuto occasioni in qualche modo di leggere Sciascia proprio questa ricerca costante
Degli inesausta proprio di di Rita ecco attraverso la aula che identità
Letteratura anche proprio andando contromano tranquilla opinione comune che invece tant'altro tipo di letteratura utili
Appunto Music video la parola dei applaudire e in un appunto a in qualche modo scuotere ecco ora si innanzitutto vi ricordo che prossimo incontro ecco Giampaolo Rugarli il dieci marzo
E al spesso posto stessa ora il
I qui ecco a questo punto se inveritiera siamo anche la libreria l'altra che come al solito gentilmente è presidente a questa manifestazione e e se qualcuno vuole intervenire vuole insomma ecco così sia facendo domande sia esprimendo delle considerazioni diciamo su questo tema capiamo il dibattito
Uno due
Qualche sulla pena di morte
Sciascia era uno che ha avocato a sé il diritto di contraddire e di contraddirsi credo che soltanto sulla pena di morte di morte avesse un'opinione definitiva
E proprio su questo è stato fatto un convegno a partire da porte aperte sulla pena di morte curato dall'associazione Amici di Sciascia ed è stato fatto a Firenze proprio per sottolinea mare la centralità di quella città diciamo nelle considerazioni favorevoli ha diritto anche diritto alla non tortura chiaramente il diritto alla non inquisizione e non e naturalmente ai metodi non inquisitori del diritto e volevo ricordarlo appunto come merito dell'associazione che cerca di valorizzare tutto il pensiero di Sciascia politico letterario Civita
Con convegni e con conferenze come quella di stasera grazie
Allora arrivederci al dieci marzo
A