Previsione sull'economia italiana a cura del Centro Studi della Confindustria (c/o Sala Giunta - Confindustria)

Al due virgola cinque e l'uno virgola nove con questi valori della crescita la disoccupazione rimane intorno al dodici per cento
A stretto rigore la stima di uno punto tre nella media di quest'anno incorpora un'accelerazione della crescita dallo zero due del primo semestre rispetto al semestre precedente allo zero virgola cinque nel secondo
Che trova scarsa giustificazione negli indicatori congiunturali tale stima si giustifica essenzialmente con fattori tecnici quali il fatto che il secondo semestre a cinque giorni lavorativi in più del primo e c'è il sospetto che vi sia del rumore statistico nei dati della prima parte dell'anno
Per il novantanove l'ipotesi cruciale che il punto di minimo della crisi finanziaria internazionale sia ormai alle spalle
E non vi siano quindi gravi ricadute il che purtroppo non può essere considerato del tutto acquisiti
Nella nostra previsione anche incorporato un leggero calo dei tassi di interesse sull'euro una sostanziale riduzione ancorché poco influente sui tassi di disoccupazione
Appare del tutto giustificata dalla bassa inflazione dalla prospettiva di rallentamento dell'economia degli undici ed è a rischio di un rilevante apprezzamento del valore esterno dell'Eur
Malgrado il rallentamento congiunturale i conti pubblici del novantotto dovrebbero rimanere in linea con l'obiettivo novantanove in virtù dei bassi tassi di interesse la finanziaria approvata dalla Camera dovrebbe essere sufficiente raggiunge l'obiettivo
Se questo verrà valutato in sostanziale coerenza con l'orientamento già emerso in sede di Ecofin al netto degli effetti ciclici
L'inflazione novantotto si sta attestando intorno all'uno virgola sette per cento al di sotto dell'Obiettivo del governo ma notevolmente al di sopra dei livelli prevalenti nell'area dell'euro
L'Italia sta dunque perdendo competitività di prezzo per l'anno prossimo ci sono le condizioni per raggiungere l'inflazione programmata uno punto cinque e anche per fare meglio
Il che consentirebbe di ridurre il differenziale con gli altri Paesi
Ciò dipende in larga misura dall'esito dei rinnovi contrattuali in scadenza che entro la prima metà del novantanove riguardano quasi tutti i principali comparti del settore privato
La revisione al ribasso la nostra stima di crescita per quest'anno rispetto all'inizio di settembre riflette innanzitutto la pubblicazione da parte lista di un dato sul PIL del secondo trimestre
Più zero quattro rispetto al trimestre precedente molto più basso del nostro preconsuntivo che era zero virgola otto
E che si basava su indicazioni positive riguardo la produzione industriale più uno punto otto e sul servizio
Nel dato di contabilità nazionale ha reso nota la lista tra fine settembre invece IVA raggiunto industriale cresceva solo dello zero sette e quello dei servizi dello zero virgola due
Alla luce di questi dati una crescita media nell'anno anche solo dell'uno virgola cinque avrebbe richiesto di ipotizzare un'accelerazione in corso d'anno non coerente con le indicazioni congiunturali
In secondo luogo ha pesato sulla revisione il fatto che la generalità degli indicatori che aveva raggiunto livelli molto elevati verso la fine del secondo semestre
Alla registrazione destato una brusca inversione di tendenza dovuta verosimilmente alla crisi finanziaria internazionale forse all'incertezza del quadro politico interno
I piani di espansione il consumo degli investimenti che emergevano con evidenza dagli indicatori di fiducia dalle indagini sull'intenzione di spesa ed ai dati sugli ordinativi non si sono finora realizzati
Non si è dunque attuato quel consolidamento della ripresa della domanda interna che era invece implicito nelle nostre precedenti previsioni
A questo si aggiunge il fatto che l'Italia è stata colpita alla crisi asiatiche in misura assai maggiore del previsto dopo insomma globali
Di quanto è accaduto negli altri paesi europei le nostre valutazioni si fondavano sull'assunto che la crisi asiatica avrebbe avuto conseguenze simili sull'Italia e sul resto d'Europa perché simili sono gli ordini grandezza dei flussi commerciali
I dati invece mostrano che l'importazione dell'Italia ai quattro Paesi asiatici di nuova industrializzazione sono cresciute a ritmi elevatissimi trentasette per cento in più nei primi dieci mesi
Mentre quelli Francia e Germania non hanno mostrato apprezzabili differenze rispetto agli anni precedenti
Le importazioni italiane dalla Corea sono cresciute del quarantasette per cento malgrado le esportazioni totali di quel Paese espressi in lire siano rimaste stazionarie
Nel nostro precedente rapporto di previsione segnalavamo che l'Italia poteva essere più esposto nel resto d'Europa la crisi asiatica per via della maggiore somiglianza della struttura produttiva i dati sulle importazioni di quest'anno suggeriscono che vi possa essere una maggiore somiglianza anche dal lato della struttura la domanda interna
E dunque una maggiore esposizione anche rispetto ai flussi commerciali in entrata
Per effetto di questi diversi sviluppi sul fronte della domanda e del commercio estero mentre le stime per la crescita europea sono state generalmente riviste al rialzo e si collocano gira attorno al tre per cento quelle per l'Italia sono state drasticamente riviste al ribasso
Si prospetta così una differenza molto ampia di oltre un punto e mezzo fa la crescita italiana è quella del resto d'Europa
I fattori di ritardo strutturale dell'Italia quali l'inefficienza dalla pubblica amministrazione le carenze del sistema ricerca scientifica l'eredità dei mercanti
Pure cruciale nel medio termine non sono tali da spiegare una differenza congiunturale tanto rilevante nei confronti degli altri paesi d'Europa continentale che hanno strutture economiche e produttive non molto dissimili dalle nostre
Diventa dunque cruciale valutare i tempi entro cui si esaurirà il rilievo dei fattori congiunturali
Nella nostra previsione i tempi dovrebbero essere letteralmente presi e dalla primavera estate del novantanove Italia a nostro giudizio dovrebbe tornare a ritmi di crescita prossimi a quelli del resto d'Europa
A fine anno il tasso di crescita dovrebbe avvicinarsi al due punto cinque per cento
E ciò e coerente con una media annua che si ferma all'uno virgola nove questa valutazione si fonda anche sull'idea che i piani di spesa emersi nei primi mesi dell'anno siano stati posposti e non cancella il miglioramento delle condizioni di fondo dell'economia italiana in termini di ritrovata stabilità finanziaria e bassi tassi di interesse dovrebbe inoltre essere tale da determinare una propensione alla spesa
Per investimenti ben superiore a quella degli anni passati in tempi relativamente brevi questo è il naturalmente è un augurio che tutti ci faccia ma io terminerei qui questa breve introduzione vorrei lasciare poi al alla relazione di Giampaolo Galli l'approfondimento dei molti dei temi che ho solo accennato i l'illustrazione poi dei punti che io non ho toccato Giampaolo
Io come al solito approfondirò tre punti
Come va l'economia
L'inflazione dirò qualcosa su questo della finanza pubblica
L'economia
A settembre
In questa sala dicemmo che la crisi asiatica e quella russa e quella di molti Paesi del Sudamerica erano assai gravi
Ma non tali da generare recessione in Europa e negli Stati Uniti
In quel periodo alcuni economisti proponevano paragoni con la crisi del ventinove dicemmo soprattutto che erano disponibili gli strumenti di politica economica per reagire alla crisi sì ciò in parte è successo ricordo il rifinanziamento per novanta miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale il pacchetto di oltre quaranta miliardi di dollari per il Brasile
Le misure di bilancio estremamente rilevanti in Giappone per lo più a favore per il sostegno al sistema bancario
Soprattutto la Fed ha ridotto i tassi di interesse e una riduzione diapositiva per favore è avvenuta anche in Europa vedete in questa figura la curva per scadenze del maggio scorso no quella precedente alla curva per scadenza del maggio scorso in Germania
E quella di oggi
Nel maggio scorso sia ancora nel maggio scorso anche fino all'estate ci si aspettava un aumento dei tassi europee i film tedeschi e dunque di convergenza europei sino al quattro per cento
A per fine anno stiamo avvicinandoci questi sono tassi a tre metri non sono i pronti contro termine al tre per cento
Questo insieme di misure che sono state prese ha contribuito a stabilizzare le valute di molti dei Paesi in crisi e ha fatto ripartire la borsa
Sono state queste sono gli indici Stati Uniti è una media euro undici sono state quasi cancellate le perdite di agosto e settembre con una forte impennata negli ultimi due mezzi
Alla luce di questo quadro noi ci sentiamo oggi di mettere un tantino in guardia rispetto al rischio opposto perché alcune cose nella situazione internazionale possono ancora andare storte
In particolare ci pare cruciale che vada a buon fine l'operazione Brasile su cui la comunità finanziaria internazionale a investito moltissimo in termini di fondi in termini di credibilità l'operazione senza precedenti come dimensioni
E da la caratteristica di essere un intervento ex-ante per evitare una svalutazione questa è la prima volta anziché ex post per attenuarne gli effetti come si è fatto di solito
Non ci lascia del tutto tranquilli la rapidità della ripresa delle borse gli investitori stanno dentro ma con un piede fuori pronti a scappare via e questo non è mai un buon clima
Fatto si è che prossima slide s'Giappone a parte che gravissimo problema il novantotto come vedete in queste stime di consenso non è andato male negli Stati Uniti
Tre sei per cento e nell'Europa undici siamo attorno al tre per cento anzi negli Stati Uniti è andato benissimo per il novantanove si prevede un rallentamento negli Stati Uniti attorno al due per cento nell'Europa undici attorno al due quattro per cento
Di questi numeri uno mi pare particolarmente incerto e riguarda l'Europa perché gli ultimi segnali congiunturali non sono del tutto tranquillizzanti
In particolare prossima per favore mi preoccupa quello che sta succedendo in Germania questo è uno dei tanti indicatori congiunturali l'indice di fiducia delle imprese che sta crollando
E questo può essere dovuto a fattori internazionali può essere forse molto dovuto a fattori oggi interni alla Germania che per quanto interni alla Germania impattando su un Paese di quelle dimensioni poi impatta su tutta l'Europa
Il dato più prossima il dato più interessante più rilevante
Un dato al quale dovremmo abito sul quale dovremmo abituarci a ragionare riguarda la dispersione dei tassi di crescita fra Paesi europei qui avete i tassi di crescita novantasette fino al novantanove
Dei Paesi dell'Euro undici salvo uno l'Irlanda l'Irlanda sta fuori da questo grafico se non mi schiacciava tutte le osservazioni l'Irlanda per tre anni cresce a ritmi
Fra il dieci e il dodici per cento
La tigre celtica un giro di tre anni l'Irlanda risolve il problema della disoccupazione ma il dato interessante di questo grafico
E che ci sono molti Paesi vedete la Finlandia fra il cinque e il sei per cento
Portogallo Spagna Olanda attorno al quattro per cento che crescono a ritmi molto elevati queste sono le stime della Commissione qui l'Italia è collocata per quest'anno ancora all'uno e otto per cento
L'Euro undici in queste valutazioni della Commissione cresce attorno al tre per cento noi collochiamo la crescita all'uno e trema che sia uno e tre uno e cinque è evidente che la differenza rispetto alla resto d'Europa estremamente rilevante diciamo un punto e mezzo
Un punto e mezzo di differenziale a sfavore dell'Italia è un evento molto raro è successo tre volte dal mille novecentosessanta a oggi nel sessantaquattro sessantacinque dopo la stretta Carli quando l'Italia scoprì il significato della parola congiuntura nel settantacinque dopo lo shock petrolifero che però interessava tutti e la stretta bassi
Dunque si tratta di una evento
Che ha caratteristiche di eccezionalità come mai è accaduto
Direi che ci sono due ordini di spiegazioni due teorie se volete una che mette più l'accento sugli aspetti congiunturali una che mette più gli atti l'accento sugli aspetti strutturali
La nostra tesi è che se ci confrontiamo come Paese con Paesi come l'Irlanda la Spagna l'Olanda che stanno crescendo da vari anni a ritmi estremamente più elevati del nostro la Finlandia la differente strutturale
Attiene a svariati fattori a secondo del Paese con cui ci si confronta la pressione fiscale l'efficienza della pubblica amministrazione le flessibilità o rigidità dei mercati
Nel confronto con Francia e Germania il differenziale è probabilmente a più natura diciamo congiunturale
E non mancano spiegazioni congiunturali del fenomeno che sono l'aumento di pressione quattro sostanzialmente l'aumento della pressione fiscale novantasette che incide sulla sulla Spesal sul reddito spendibile delle famiglie nel novantotto la fine degli incentivi dell'automobile
I quaranta mila miliardi in due anni di interessi in meno sul debito pubblico che sono un gran bene per l'Italia ma che nell'immediato significano
Meno reddito spendibile per le famiglie
La crisi asiatica prossimo per favore che ci ha colpiti di più che gli altri Paesi
Qui abbiamo dei dati un po'diversi da quelli che abbiamo messo il rapporto sono dati di fonte fondo monetario internazionale
E riguardano esattamente i paesi che hanno svalutato qui abbiamo nel primo semestre
Per l'Italia abbiamo dati più aggiornati che vanno oltre il primo semestre che sono ancora peggiori di questi ma comunque basta guardare i dati del primo semestre per vedere che l'Italia ha avuto una penetrazione
Di importazioni dai Paesi dei principali paesi che hanno svalutato dell'Asia che è stata maggiore di quella della Francia e soprattutto molto maggiore di quella della Germania
I nostri flussi di importazioni ed esportazioni verso questi Paesi sono simili a quelli di Francia e Germania e sulla base di questa considerazione noia ancora a settembre ci aspettavamo
Che la crisi asiatica ci colpisse in maniera più o meno uguale agli altri paesi invece ci ha colpito di più questi sono i dati evidentemente c'è una maggiore elasticità della nostra domanda interna rispetto ai prezzi praticati da questi Paesi
Prossimo grafico
Un altro motivo della sopravvalutazione che noi abbiamo fatto all'inizio a fine agosto inizio settembre come altri previsoni comunque ci assumiamo la nostra parte come dire di responsabilità e il fatto che come ricordava il dottor Guidi prima
Molti indicatori economici stavano a livelli molto elevati ancora a giugno diciamo che non è ad agosto avevamo gli indicatori più o meno di giugno-luglio
Questo ne è un esempio gli indicatori del clima di fiducia delle famiglie e delle imprese avevano raggiunto livelli molto elevati nel corso del primo semestre questo vuol dire questo era vero anche per gli ordini
Era vero per le intenzioni distesa
In beni durevoli per le intenzioni distesa in beni di investimento in beni strumentali da parte dell'impresa poi abbiamo avuto invece la caduta gli indicatori che abbiamo oggi
Sono decisamente puntano decisamente verso il basso
Questo riguarda le aspettative delle in prese riguardo agli ordini che arriveranno nei prossimi tre quattro mesi per beni di consumo beni intermedi e beni di investimento e sono chiaramente volti verso il basso
Il dato effettivo che abbiamo di produzione industriale con Stimme basate sulla nostra indagine per la produzione industriale media giornaliera sono estremamente eloquenti nel corso del novantotto
La produzione industriale è rimasta piatta siamo oggi più o meno al livello dell'inizio dell'anno tutto l'aumento che vedremo nei dati di consuntivo fra la media del novantotto e la media del novantasette la si è costruita nel corso con gli aumenti nel corso del novantasei
Oggi diamo una valutazione di una crescita del PIL all'uno e tre per cento che come gli è stato ricordato prima
Significa un'accelerazione in corso d'anno i dati dell'Istat del primo semestre danno una modestissima crescita zero due per cento nel primo semestre sul semestre precedente
Per fare l'uno e tre bisogna passare dallo zero due allo zero cinque
Nel secondo semestre che è incoerente con quegli indicatori congiunturali e si spiega con i motivi che avete sentito cinque giorni in più una seconda di ordine tecnico cinque giorni lavorativi in più nel secondo semestre
E il sospetto il rumore statistico di cui diceva Guido il sospetto che l'Istat Possa rivedere un po'verso l'alto i dati del primo semestre con previsioni che peraltro sono normali quando verrà pubblicato il dato del terzo trimestre o del quarto
Ogni volta il viste come tutti gli istituti di statistica rivedono i dati del passato il nostro sospetto che possa essere rivisto verso l'alto il dato del primo o del secondo trimestre
Per il novantanove come detto la nostra stima dell'uno e nove per cento
Che nella media che vuol dire andare verso il due cinque nell'ipotesi quindi agganciarci a un due cinque nelle circa nell'ipotesi che l'Europa viaggi a quella velocità un dato su cui come ho detto c'è qualche incertezza l'ipotesi è che la congiuntura acceleri
Nel diciamo nel periodo fra la primavera e l'estate
è evidente che con questi numeri la disoccupazione rimane attorno al dodici per cento
Passo al secondo tema che l'inflazione
Questo grafico mostra i prezzi alla produzione
Ha la linea rossa e illimitato cui normalmente si guarda dell'inflazione tendenziale che come vedete negativa quasi meno uno per cento ancor più significativo è la linea blu
è la variazione sul mese precedente in ragione d'anno moltiplicata per dodici fatta composta e che ci dice che i prezzi stanno scendendo mese dopo mese al ritmo di quasi il tre per cento in ragione d'anno
Prossima per favore
Is aumentano però i differenziali dell'inflazione al consumo queste l'inflazione al consumo rispetto a Francia e Germania in generale rispetto agli altri paesi dell'unione monetaria Francia e Germania hanno un'inflazione al consumo fa zero cinque zero sei estremamente bassa
Noi abbiamo un'inflazione che con l'indice armonizzato europeo quegli atti
Quello a cui guardano a Francoforte e pari all'uno virgola nove per cento volendo esagerare un po'si può dire che abbiamo un'inflazione che è quasi quattro volte quella di questi Paesi
Credo che sia più corretto dire che abbiamo un'inflazione che è più alta di un punto e mezzo
Questo significa che diciamo se t'se si mantiene questo differenziale o addirittura se continua ad aumentare come è fino nell'ultimo anno aumentato noi perdiamo competitività in unione monetaria
Non è gravissimo se per un limitato periodo di tempo c'è un differenziale d'inflazione succede fra città italiane quando venti viene rilevato l'indice dei prezzi al consumo ma è grave se il fenomeno si ripete
Come accadde ad esempio dopo quella che doveva essere l'ultima svaluta l'azione dello smetterla dell'ottantasette nel periodo ottantasette novantadue noi perdemmo anno dopo anno competitività
Eliminare questo differenziale ci pare debba ovviamente essere l'obiettivo principale ancorché forse non l'unico della revisione degli accordi di luglio del patto sociale che attualmente in corso
E credo che sia il contributo principale che le parti sociali possono oggi dare sulla questione della dello sviluppo e dell'occupazione
I dati che abbiamo visto al seminario del settembre scorso sull'Olanda dimostrano quanto sia stato decisivo per quel Paese riuscire ad a vere una inflazione salariale inferiore a quella della Germania il miracolo lande ESE si spiegava
Fra l'ottantatré e oggi sostanzialmente con la moderazione salariale
Giungo al mio ultimo punto che è la finanza pubblica
La nostra valutazione che probabilmente quest'anno ci sarà un gettito
Delle imposte leggermente inferiore al previsto dovuto alla bassa crescita tuttavia il fabbisogno del settore pubblico sino a novembre è andato bene quindi se ci sarà uno sconfinamento immaginiamo che sia uno sconfinamento modesto
Per il novantanove immaginiamo uno sconfinamento relativamente ampio sull'avanzo primario
Compensato tuttavia in ampia misura da interessi molto più bassi di quelli previsti dal governo abbiamo una stima per interessi di spesa dello Stato per interessi che è di circa undici mila miliardi in meno
Del dato previsto dal governo nella relazione programmatica
Quindi collochiamo al due virgola tre per cento anziché al due per cento che è l'obiettivo il l'indebitamento della pubblica amministrazione l'anno prossimo incoerenza diciamo con la finanziaria approvata alla Camera
Su questo dirò ancora qualcosa
Però vorrei concentrarmi un attimo sul problema dell'avanzo primario che noi collochiamo per l'anno prossimo al quattro virgola sette per cento anziché al cinque virgola cinque per cento quel cinque virgola cinque per cento
Che era il pilastro se ricordate
Del la piano di rientro dal debito pubblico avremmo dovuto tenere cinque cinque per vent'anni per arrivare al cento per cento e poi al sessanta per cento del Trattato di Maastricht
Quindi in sostanza questo cosa vuol dire che ci va bene quest'anno verosimilmente ci andrà bene l'anno prossimo per via dei bassi tassi di interesse però ci stiamo allontanando da quel sentiero di rientro
Un altro punto estremamente rilevante questo cioè la spesa corrente al netto degli interessi nella novantotto anzi dopo diciamo la riduzione che c'era stata nella novantaquattro novantacinque
Che veniva a seguito dell'aumento novantadue novantatré in larga misura quell'aumento e poi quella diminuzione erano dovuti al fatto che nel novantadue novantatré era basso il PIL e poi dopo il PIL è aumentato quindi non è tanto sono in parte le politiche Lima c'è anche molta congiuntura
Il denominatore di quel rapporto
Incide noi abbiamo avuto dal novantacinque a oggi graduali aumenti nella nostra previsione ci aspettiamo di rimanere attorno a un livello di trentotto e otto per cento quel numero
Che è all'incirca la vedette della linea tratteggiata il livello a cui eravamo nell'anno mille novecentonovanta
Nell'insieme avanzo più primario inferiore al cinque cinque
Spesa corrente che non si riduce anzi semmai tende leggermente ad aumentare tendenze del sistema pensionistico su cui non debbo aggiungere molto
Questo insieme di cose ci indica che non c'è grande spazio a politiche invariate
Per sostanziali riduzioni di pressione fiscale e che siamo molto esposti come paese rimaniamo molto esposti al a rischio che non è attuale mai prospettico di rialzi dei tassi d'interesse
Per valutare i numeri di finanza pubblica se l'anno prossimo faremo il due-tre piuttosto che il due e così via
Bisognerà capire se a livello europeo verrà accettato il criterio di valutare i disavanzi al netto degli effetti ciclici
Il che ha senso economicamente questo vuol dire che si accettano disavanzi un po'più ampi nelle fasi avverse del ciclo però poi si stringe sì esercita più rigore nelle fasi positive
Che è anche già stato è un concetto questo del disavanzo strutturale o aggiustato per il ciclo che è già stato accettato sostanzialmente nell'Ecofin quando si è detto nel due mila e due dovrà essere in pareggio il bilancio strutturale ossia aggiustato per il ciclo e questo è ovvio che valga anche diciamo nella valutazione che si fa lungo il sentiero di avvicinamento all'obiettivo nel due mila e due
Bisogna però essere ben consapevoli che se si accetta questo criterio questo è anche un impegno ad esercitare molto maggiore rigore o simmetricamente maggiore rigore nelle fasi in cui la congiuntura
Andrà bene invece il rischio evidente
Che si facciano disavanzi più ampi oggi e che poi non si corregga quando le cose vanno bene
E questo prossimo è un fattore di preoccupazione guardate questo grafico dei tassi di interesse
Reali a lungo termine della Germania che sono in larga misura indicativi dell'Europa questo è un grafico lungo dal settantacinque a oggi
Vedete innanzitutto che i tassi reali oggi sono scesi nel novantotto sono scesi sotto il tre per cento
E che questo è un valore molto più basso di quello che prevaleva nella gran parte degli anni ottanta quando si ebbero tassi reali compresi fra il quattro e il sei quattro cinque financo quasi il sette per cento
Quegli alti tassi di interesse reali degli anni ottanta
Erano in buona misura legati a
Carenza di risparmio rispetta l'assorbimento di risparmio in tutta Europa ovviamente
E quindi anche i disavanzi pubblici e lavoravano contro la crescita economica e la creazione di posti di lavoro furono allora individuati come una delle cause importanti
Dello sullo da un della crescita rispetto agli anni settanta
Credo che sia opportuna vere questi numeri come punto di riferimento per giudicare le politiche di bilancio detto come dire accomuna fase un po'uno slogan credo che il miglior contributo che gli aggregati di bilancio possono dare la crescita economica
E quello di mantenere bassi i disavanzi e dunque bassi nella misura del possibile i tassi di interesse reali non vorrei che ci ritrovassimo fra due o tre anni
Di nuovo per per via di politiche di bilancio sbagliate ai tassi reali degli anni ottanta
Parlato per circa venticinque minuti terminerei qui nel rapporto troverete approfondimenti su vari temi
Forse un unico punto vorrei riprendere qui nel rapporto c'è un calcolo che è un po'diverso da quello che si fa di solito sulle pensioni di anzianità anzianità anziché usare la definizione convenzionale di pensione di anzianità abbiamo usato la convenzione
Come dire il criterio anagrafico chi ha meno di sessantacinque anni
Numero di pensioni importo medio Spesal la spesa complessiva per pensioni a favore di pensionati con meno di sessantacinque anni di età di quasi sessantasette mila miliardi e circa il doppio del gettito annuo dell'IRPEG
Questo significa che anche se è evidente che se non avessimo queste pensioni di anzianità dovremmo spendere qualcosa di più per altri strumenti di protezione sociale questo incerto ma questo significa che la questione fiscale in Italia sarebbe in gran parte risolta se non avessimo il problema delle pensioni di anzianità
Grazie
Grazie Giampaolo
Inizierei quindi la fase dei commenti
Darei la parola al professor Arcelli e poi al professor Quadrio Curzio al professor Rossi che ringrazio di aver accettato di essere corno e oggi a commentare questa previsione professor Arcelli la parola
Il rapporto di Giampaolo Galli è accumulato e preciso e va bene la parte che ha esposto relativa all'economia italiana non avrei nulla di particolare da aggiungere
Molto dipende però dal quadro internazionale e quindi io vorrei
Riportare il discorso al quadro internazionale che ci è stato illustrato brevemente da Giampaolo Galli e che merita
Di essere ripreso
è un periodo sul piano internazionale di grandi discussioni
Cioè l'economista stende Fischer che dei Pitti
Direct o del Fondo monetario internazionale che ha cercato recentemente di giustificare le politiche economiche lanciate dal Fondo monetario internazionale
E dall'altro lato c'è il che è stato pubblicata questa difesa anche sulle Como ministro oltre che su i fogli del fondo monetario internazionale dall'altro lato c'è una volume
Che uscirà domani che è il rapporto Stiglitz e che il globali con nomi prospetta della banca mondiale che diciamo così costituisce una specie di alternativa
Alla rapporto del Fondo monetario internazionale
E mentre non mancano talune critiche al comportamento del Fondo monetario internazionale soprattutto si danno due quadri di riferimento
Un quadro di riferimento vi pregherei la prima il primo lucido
Che grosso modo quello che coincide con quanto Giampaolo Galli via dato io vi pregherei esclusivamente di guardare alla prima Lidia
Dove si vede che il peggioramento dal novantasette la crescita globale e mondiale del tre due si passa all'uno e otto per cento nel novantotto
E dovrebbe essere dell'uno e nove nella novantanove questo grosso modo è il quadro dei Giampaolo Galli che spiega anche impartire risultati
Dell'economia italiana
Lucido dunque si vede che il la situazione è comunque peggiorata rispetto a un anno fa
E non si vede ponendo a confronto
Le previsioni che erano state fatte nel novantasette per il novantotto e anni successivi
Rispetto alle previsioni del novantotto novantanove ad esempio il Reddito
Del G7 passa da un tasso del due cinque nelle vecchie ipotesi a un tasso dell'uno e sette
Il terzo lucido per favore fa vedere graficamente quindi immediatamente
Come le previsioni sono andate modificandosi drasticamente nell'ambito dal novantasette al novantotto per quanto riguarda i Paesi asiatici
E si vede che l'Indonesia è precipitata a un meno sedici percento di PIL la Thailandia a meno otto per cento e tutte le altre hanno avuto dei cali molto forti
E questa è un'evoluzione di consenso che si è andata via via manifestando nel corso degli anni della dell'anno novantasette novantotto
In pratica lucido quattro si vede che il flusso dei fondi verso l'Asia è andato drasticamente calando a partire dalla fino alla prima metà del novantotto quelli a breve già prima Mark anche quelli a lungo i nuovi flussi netti
Subiscono un vero e proprio tracollo a giugno del novantotto
E a questo nell'agosto si accoppia la crisi dell'Unione Sovietica lucido cinque
Dove io vi richiamerei soprattutto sul secondo gruppo di colonne dove si vede la caduta delle Borse nei vari Paesi la caduta delle borse dal giugno del novantasette
Non solo per le borse asiatiche che da in media del sessanta sessantacinque per cento mangia anche nell'America latina in fondo la crisi in parte si è già avvenuta
Abbiamo avuto il Venezuela con una caduta del settantadue per cento queste la caduta fino ad agosto alle intendiamoci bene la caduta che sia avvolta fino agosto si vedeva in America Latina e si vedeva anche in Europa nei paesi i cosiddetti in transizione in particolare nell'Unione Sovietica dove la caduta nella Russia scusate dove la caduta era dell'ottanta per cento e si vedono anche gli spread sui tassi di interresse
A questo quadro che stava facendo sì nettamente negativo
Galli ha detto sono però sopraggiunta una serie di buone notizie le buone notizie per le ha date sono condivisibili da tutti il quadro sembrerebbe essere migliorato
Se non che la banca mondiale fa una previsione di scenario questa volta di minimo cioè uno scenario negativo Kelly lucido sei
E ci fa vedere che cosa succede rispetto allo scenario di riferimento base
Allora si vede addirittura la possibilità di una recessione mondiale dove si vede che gli Stati Uniti andrebbero addirittura con un reddito negativo il Giappone si aggraverebbe andrebbe almeno quattro per cento
E in pratica nel novantanove la crescita del PIL sarebbe nulla rispetta un uno e nove dello scenario di base
Ora il realizzarsi di questo scenario catastrofico direi
è determinato da te sarebbe determinato da tre condizioni cioè che i rimedi per il Giappone non abbiano un rapido perfetto
Che
I flussi soprattutto verso l'America flussi di fondi soprattutto verso l'America Latina non proceda no come si pensa
E terzo e e non meno importante una correzione di circa il venti per cento
Dell'andamento delle Borse che dopo la situazione di agosto aveva ripreso gran parte almeno nei Paesi occidentali gran parte verso i livelli
A mio avviso lo scenario catastrofico è certamente uno scenario da non prendersi in eccessiva considerazione ma la mia sensazione è che la situazione stia andando
Verso una situazione intermedia tra lo scenario base
E lo scenario più basso in Effeti anche Galli ha fatto presente questa volta i rischi di pensare che tutto sia stato oramai superato in realtà i rischi
Incombono ancora
E chi sarebbe colpito in modo particolare sono le i paesi in via di sviluppo dal lucido sette ma andando più rapidamente
Vedendo che cosa succede dal punto di vista delle importazioni andiamo alla grafico nove
Nel grafico nove noi vediamo la caduta delle importazioni giapponesi che è dovuta alla tasso di crescita negativo che si è avuto in Giappone oltre al fatto che
Si è l'andamento del Giappone interagito con tutto quello della Asia della dell'est asiatico
E questa situazione chiaramente una situazione che non è ancora al di fuori di ogni rischio
Anche perché grafico dieci si vede che la maggior parte dei prezzi delle merci sono rimaste grosso modo tali dopo le forte cadute
Fino alla mille novecento novantasei novantasette ci sono stati grossi cadute e attualmente sia per il petrolio sia per i minerali sia per i prodotti agricoli
Si continua a permanere su prezzi sostanzialmente bassi se si va a vedere addirittura Lucia e il lucido undici
Si vede per i vari tipi
Di Prezzi dei vari prodotti come anche nel novantanove la ripresa dei prezzi sarà molto limitata è solo nell'ipotesi che ci sia lo scenario più favorevole
Se andiamo avanti possiamo vedere che lo sforzo che è stato fatto dai vari Paesi Thailandia Corey eccetera grafico quattordici
è stato comunque molto intenso e questo spiega il miglioramento della loro Bilancia dei pagamenti è stato più forte di quello del Messico nella crisi messicana
E e questo spiega come la situazione della Thailandia e della Korea sia attualmente migliore rispetta quella degli altri paesi dell'est asiatico dell'Asia dell'Est si fa vedere anche come il recupero
Nel credito di questi Paesi sarà comunque lento il grafico quindici
Che questo recupero avverrà molto lentamente nel tempo il diagramma sedici per i vari Paesi fa vedere come il novantotto sia stato l'anno
Di
Caduta veramente molto forte l'Indonesia cade del quindici e tre per cento la Thailandia del sette la Corea del sei e mezzo
Il totale di questi Paesi dell'otto per cento nel novantanove nello scenario più favorevole la situazione incomincia a migliorare si resta a livelli stazionari tranne per l'Indonesia che continua ad accusare un calo di produzione
E qui giungiamo finalmente con il diagramma diciassette per con lucido diciassette a parlare un po'delle politiche economiche
Quindi in sostanza fino adesso abbiamo descritto un quadro in cui c'è un quadro sfavorevole che si accompagna a quello favorevole con probabilità che la situazione si ponga tra i due
Le politiche economiche che sono state seguite si sono dimostrate a livello mondiale non particolarmente corrette
Si vede
Che
La politica fiscale che è stata negoziata dal fondo monetario internazionale
E che prevedeva sistematici s'plus il package iniziale se si guarda nel mille novecentonovantotto per l'Indonesia era previsto un surplus dell'uno per cento
Per la Malesia addirittura del due e mezzo per cento queste pacchetti fiscali sono stati rivisti in senso più espansivo
E alla fine si giunge con un'Indonesia che dopo la terza revisione a meno otto e cinque per cento
La Korea meno uno e otto per cento la Thailandia meno due e quattro per cento ecco vorrei fare notare anche
Che per questi Paesi prima della crisi la situazione di bilancio non era particolarmente negativa la crisi è esplosa per altre ragioni per fragilità finanziarie
Per eccesso di indebitamento con Capitalia Breve per un leve legge smodato per fragilità di vario tipo ma non era esplosa perché c'erano
Dei forti disavanzi disavanzi erano molto limitate
E direi che questa crisi è stata determinata più dagli scambi di capitali privati piuttosto che dagli scambi di capitali pubblici con vera tradizione quindi è una crisi che presenta
Fattori di novità e si vede che la politica fiscale che è stata seguita in quel momento anziché risolvere la crisi direi che la aggravata
Come la politica monetaria
Il la Banca mondiale sottolinea che il fondo ha richiesto in taluni casi i tassi di interesse troppo elevati
Per mantenere i livelli di cambi in modo da non far precipitare la situazione
E non vi è alcuna dimostrazione che esista sempre una correlazione positiva
Tra tassi di interesse e cambi che migliorano in taluni casi l'aumento dei tassi di interesse addirittura indebolisce la situazione viene colto come un segno di debolezza
E quindi una politica monetaria restrittiva che si è accompagnata a una politica fiscale restrittiva
Secondo la Banca mondiale ha creato più sobri di quanto ne abbia risolti Spence Fisher nella sua risposta da una risposta piuttosto diverso cioè cerca di spiegare
Come mai si sia giunti a fare quelle
In quella direzione e salta fuori evidentemente il problema del conta gioco il problema del contanti o che viene determinato data preme tipi di motivazioni primo l'effetto gregge
Cioè quando si vede che una certa situazione sta andando male poiché ci sono informazioni asimmetriche
Tutti si muovono per salvarsi esimono quindi in modo opposto a quello che sarebbe conveniente per la situazione internazionale
Il secondo punto è l'effetto di portafoglio cioè quando alcuni portafogli vengono ristrutturati con spostamenti di fondi
Tutti i fondi tendono a comportarsi allo stesso modo
è il terzo sono gli affetti ad esempio degli hedge fans che debbono liquidare posizioni positive nonostante
Non fossero richieste dall'andamenti delle Borse per fare fronte a situazioni negative che si sono verificati in altre Borse
Questi tre fattori costituiscono l'elemento di contare Angelo che diffonde con rapidità velocissima
La crisi da un paese all'altro paese che è stata alla base della detonazione della crisi che abbiamo avuto a questo punto come se ne esce diciamo che
Per quanto riguarda il periodo dal due mila in avanti ci sono delle previsioni congiunte sia del Fondo monetario internazionale sia della Banca mondiale
Che la crescita riprenderà a ritmi sostenuti anche se non esattamente quelli di prima
Che naturalmente bisognerà combattere le fragilità finanziarie che la trasparenza dei mercati soprattutto di quelli finanziari diventa un punto di particolare interessi
E che soprattutto le politiche economiche debbono essere tutte sviluppate in senso espansivo cioè sia la politica fiscale
Sia la politica monetaria debbono sostenere il più possibile
La domanda aggregata
Questo si pone naturalmente come una posizione che in Europa nell'Europa che si sta consolidando può creare qualche difficoltà nel senso che il patto di stabilità da un lato e la necessità di mantenere una situazione credibile nel medio periodo evidentemente contrastano con linee in cui la politica economica assuma un pieno vigore espansivo
Ma tutto sommato noi vediamo che anche nel patto di stabilità esistono dei margini di flessibilità che sono dati ad esempio dall'interpretazione del deficit in senso strutturale anziché in senso ciclico
E che i tassi di interesse finalmente si sono mossi a livello concertate quindi a livello sia della fede ma anche della dissi
Nello stesso senso e in questo senso hanno evitato
Gravi tensioni
Il vero problema da superare però è il problema di carattere sociale cioè la situazione in fondo in un anno o due anni può rimettersi abbastanza apposto e riprendere su basi più solide la crescita di una volta
Ma ciò che può modificare il quadro
La sostenibilità sociale della transizione che andremo ad affrontare e si tenga presente che le previsioni sono che ad esempio in Indonesia i salari reali caleranno di circa il trenta quaranta per cento
In Thailandia in tutto l'Asia avranno dei forti cali questo da un lato modificherà le condizioni concorrenziali tra i vari paesi
E dall'altro lato a creerà tensioni sociali perché la classe
Più povera all'impoverimento tenderà ad avere dimensioni Maggioni
Nonostante tutto questo io ritengo sì posso guardare
Con una certa speranza al futuro anche se dobbiamo essere consapevoli che il quadro dipinto da Galli
è un quadro che ancora diciamo forse leggermente ottimistico e in anticipo rispetto a quello che attendiamo
Grazie professore
La parola ora al professor Alberto Patrucco
Io
A
Grazie
Ti ringrazio molto i consiglieri cui di l'invito Geo raccolto con
Grande piacere
Sì nel mio breve intervento cercherò di fare alcune osservazioni complementari a quelle svolte prima
Dal dottor Galli che dal professor celti
Esaminando il rapporto Confindustria vorrei evidenziare innanzi tutto quello che a me appare un carattere di soggettività di questo rapporto io credo che il rapporto proveniente da una così autorevole associazioni di categoria assume maggior rilevanza nella misura in cui a palesi a tutti la sua precisa l'oggettività e mi sembra di poter riscontrare in modo chiaro questa oggettività
Vorrei a questo proposito richiamare una tra le tante proposizioni che dimostrano questa mia affermazione Nino una delle pagine del rapporto sta scritto
E in ogni caso è opportuno rilevare che l'Europa oggi i tassi di interesse reali a lungo termine relativamente bassi sotto il tre per cento e Galli ce l'ha di nuovo ricordato pur facendoci vedere col grafico sulla Germania alcuni aspetti problematici questo lo aggiungo io appare dunque in larga misura superato il problema degli alti tassi reali che emerse negli anni ottanta e contribuì significativamente a rallentare la crescita economica rispetto ai decenni precedenti
Sarebbe grave se si creassero le condizioni per tornare nei prossimi anni a di Verdi negli anni ottanta
Il principale contributo che gli aggregati di bilancio possono dare alla crescita economica e quello di tenere bassi i tassi reali di interesse e su questo proposizione è molto importante
Viene anche svolto una considerazione circa la necessità assoluta che la Banca centrale europea Assiria tenuta immune da interferenze di tipo politico
Perché questo avrebbe degli effetti molto gravi sulla credibilità della stesse quindi sull'eventuale rialzo nei tassi
Proposizione come questa perché credo sia particolarmente significativa si trovano in altre parti del rapporto e meritano di essere evidenziate
Questo innesca una seconda considerazione che ripeto di natura interstiziale vecchio rapporto è esaustivo sugli aspetti considerati circa l'attuale situazione della Unione Europea
Io ho l'impressione che l'Unione europea nella quale viviamo Hermione e Ron DC nella quale viviamo ancor di più stia vivendo un momento particolarmente delicato
è il momento in cui si sta dibattendo in modo più o meno esplicito se questa unione debba essere più dirigistica o debba essere più improntata al principio di sussidiarietà
La mia impressione è che questa discussione non si esaurirà nel breve termine ma si trascinerà per qualche anno e potrà avere degli insetti molto importanti sulla dinamica dell'Unione europea stessa e dei ritardi in particolare
Anche in un recente dibattito sul Sole ventiquattro Ore al quale sia pure indiretto partecipato quale adatti innesco Innocenzo Cipolletta
è stato evidenziato che molto pericoloso voleva andare verso un'Europa in cui si stabilisce un euro fisco al rialzo un euro salario al rialzo un euro orario al rialzo bisogna applicare il principio di sussidiarietà
Altrimenti rischiamo di andare esattamente all'opposto di quello che è uno dei principi fondanti dell'Unione Europea che l'apertura dei mercati e la competitività
Ora questo è un punto su cui vorrei richiamare la vostra attenzione anche perché qui faccio più l'istituzione la lista che l'economista vi è a un certo filone di studi io credo di particolare rilevanza che tende ad evidenziare come nella Unione Europea
Ci sia un concorso di due forme di democrazia in questo momento vi è la democrazia parlamentare rappresentativa alla ben nota democrazia dei cittadini
Ma vi è anche quella che è denominata democrazia post parlamentare organica questa è una terminologia è usata dagli studiosi non è come dire una improvvisazione in maniera nella quale le rappresentanze degli interessi svolgono un ruolo fondamentale nella formazione degli interessi complessivi della comunità
Vi sono in particolare due studiosi Anderson che hanno argomentato quanto segue
La democrazia delle organizzazioni si affianca in misura crescente alla democrazia dei cittadini e alle rappresentanze territoriali di questi ultimi
Le competenze degli Esperti vengono impegnate strategicamente nei processi di policy making talvolta scatti code funzionaria detiene la leadership istituzionale
Ora dico questo perché credo che in questa dialettica tra l'Europa dirigista Europa della sussidiarietà un grande ruolo possano svolgere le rappresentanza degli interessi che non c'è una rappresentanza di convenienze ma sono espressione di una nuova forma di democrazia che si affianca ovviamente a quella della cittadinanza in un contesto istituzionale nuovo
Detto questo vorrei fare tre brevissime osservazioni sulla situazione italiana ed europea io credo che
L'interpretazione di gialli sia corretta del Rapporto Centro Studi Confindustria e rallentamenti italiano ha subito dei fattori congiunturali importanti ma naturalmente vengono adesso al pettine i fattori strutturali che non sono come dire più occulta bili Meda l'alta inflazione nei dagli alti tassi di interesse
E quindi dobbiamo chiederci se questi tre anni di rallentamento novantasette novantotto e novantanove
Non siano altro che come dire la l'avvisaglia definitiva che i problemi strutturali dell'economia italiana sono giunti sono arrivati d'altra parte per tre anni consecutivi ovvero un tasso di crescita che quasi la metà di quello europeo non certo quello di Irlanda a quasi la metà di quello europeo occhi
In taluni casi in taluni momenti addirittura la metà di quello della Spagna è abbastanza preoccupante
Quindi io credo che i fattori congiunturali hanno inciso ma stanno ormai venendo al pettine in modo palese e come dire non rinviabile i grandi fattori strutturali dell'economia italiana
Fattori strutturali che tutti conosciamo ma vorrei come dire riepilogarli alcuni per quanto riguarda l'apertura dei mercati non dobbiamo dimenticare che vi è una consistente inefficienza del nostro sistema paese perché in qualche modo i quadri normativi in Italia attendono a garantire annuo garantire condizioni di concorrenza omogenei di ricordi un particolare non solo la situazione della pubblica amministrazione ma anche quella di molti servizi pubblici locali
Con criticati anche ampiamente dalla stessa Antitrust che cerca in qualche modo di porre rimedio a queste posizioni di privilegio e di condizionamento del mercato quindi vi è tutto il problema della lievitazione del mercato nei servizi pubblici in particolare nei servizi pubblici locali che diminuisce in modo consistente la competitività del sistema Italia
La seconda osservazione
Riguarda la questione lavoro e occupazione
L'abbiamo detto che l'Italia perde sta perdendo competitività di prezzo se non altro e lo si vede chiaramente per i differenziali d'inflazione e non vi è dubbio che sia così
Si pone adesso un grande quesito nel contesto dei rinnovi contrattuali che sono ormai imminenti ci si dovrà riferire all'inflazione italiana ci si dovrà riferire all'inflazione europea
Io credo che questo sia un punto cruciale fa una differenza consistente se ci si riferisce all'uno o all'altro tasso di variazione dei prezzi
E credo che questo sia un problema non ulteriormente rinviabile perché l'effetto sui tassi di un'inflazione difende con riferimento contrattuale diverso certamente non cioè ma l'effetto sulla competitività e del tutto evidente ed io credo che uno dei punti cruciali sia proprio questo
Sotto il profilo della correlazione tra produttività e salari si tratta evidentemente di un altro riferimento strutturale non più rinviabile
Io credo che questo debba essere con particolare rilevanza preso in considerazione in alcuni settori che in passato sono stati altamente protetti
Io mi chiedo per esempio
Cosa farà al settore bancario con la situazione di tassi quale abbiamo oggi e con il sovrappiù di dipendenti che esso credo che sia uno dei settori più vulnerabili che oggi esiste in Italia
Qualcuno dice addirittura io non ci credo che questo rinvio dell'ultima ora del ribasso del tasso al tre per cento
Sia come dire una beneficio dato per gli ultimi venti giorni al sistema bancario italiano
Affinché possa come dire non certo correggere le sue problematiche non pochi giorni ma fruire di questo brevissimo periodo di grazia rimane però un problema fondamentale
Che oggi potrebbe esser aggravati in Italia da un contesto europeo più portato a soluzioni dirigistiche che non è una soluzione di mercato
La terza considerazione riguarda il problema della chiamiamolo pure dell'allocazione delle risorse
Ora gli investimenti privati sappiamo tutti che in Italia
Negli ultimi anni non sono progrediti aforisma particolarmente soddisfacente non conosciamo anche le cause cause complesse nelle quali certamente emergono due il carico tributario e l'incertezza complessiva
Sullo sviluppo e anche la dinamica demografica e l'invecchiamento della popolazione che certamente non sono incoraggianti sotto il profilo successivo della dinamica della domanda
Ma sotto questo profilo noi dobbiamo anche tenere conto che l'efficienza complessiva del sistema e un elemento che penalizza le decisioni di investimento dell'impresa
Vorrei ricordare che l'esecuzione giudiziaria a carico di un debitore insolvente viene risolta in Olanda Inc e cinque mesi viene risolto in Italia in tre cinque anni tanto per dare un parametro di riferimento sei un imprenditore deve fare una scelta di investimento
Quindi il contesto in cui funziona all'economia italiana cioè il contesto di efficienza di sistema è un contesto che non incoraggia in alcun modo liti intestine
Una considerazione più specifiche a proposito degli investimenti vorrei fare con riferimento alle spesi in ricerca e sviluppo ecco recenti studi del Fondo monetario e mi metto in linea con il collega Arcieri che affatto citazioni di fronde di banca mi mostrano che un aumento della Spesal in ricerca e sviluppo pari allo zero virgola cinque del PIL negli Stati Uniti
Dopo venti anni determina un incremento del reddito potenziale degli Stati Uniti di quasi sette punti percentuali
Ora questo potrebbe essere un panda indicatore per aumentare anche le spese di ricerca e sviluppo in Italia a condizione che queste spese non siano stipendi
A soggetti che fanno ricerche sviluppo ma compensi e soggetti che realizzano prodotti che non dico siano tutti
Destinati al mercato perché ricerca e sviluppo hanno evidentemente una componente anche di ricerca di base ma che in prospettiva possano aumentare il reddito potenziale del sistema
E questo è certamente una grande sfida per il nostro Paese che su questo fronte della ricerche sviluppo ancora moltissimo da fare anche notevole anche rispetto a Francia e Germania che pure sembrerebbero paesi più vicini hanno vorrei citare un caso particolare anche è in corso la riforma di determinati enti di ricerca pubblica se ne è discusso a lungo col collega Baldassarri che tendono a mio avviso è anche ad avviso di molti autorevoli colleghi a internalizzare a burocratizzare la ricerca di questi enti che in passato hanno dato pure significativi contributi
Alla ricerca industriale italiana quindi è una problematica che deve essere assolutamente tenuto in evidenza per la competitività del sistema
In patria
E concludo concludo con una osservazione a carattere come dire più generale si è discusso in questi periodi abbastanza enfaticamente
Sul pubblico e privato ecco io vorrei dire che come è stato anche autorevolmente segnalato da alcuni il problema pubblico-privato vari collocato in un quadro di efficienza ed inefficienza
Ci sono degli enti che giuridicamente vengono definiti pubblici per esempio gli istituti e di ricovero e cura a carattere scientifico che hanno un funzionamento di tipo privatistico in realtà che raggiungono dei notevolissimi livelli efficienza e quindi il problema è quello della autonomia di questi enti
Non tanto e non solo quello vuole essere pubblici o dell'essere privati quindi io credo che sotto questo profilo ci sono determinate aree che possono rimanere nella sfera del pubblico lato senso
Ma debbano essere assolutamente improntata ai criteri di efficienza l'esempio di confronto tra un ospedale di tipo tradizionale un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico è palese sotto
Ogni indicatore di efficienza quindi questo è un punto credo cruciale e l'altro quello che dicevo prima
Attenzione un'Europa
Che non si sa attraverso quale particolare ispirazione si vada orientando esattamente contro quelli che sono i criteri fondativi cioè la sussidiarietà orizzontale che lascia spazio completo al privato solo limitandolo nei casi in cui questo non sia in grado di conseguire quelli che sono dei risultati
Che hanno ha un carattere diffusivo su tutta la società
Se il professore
La parola polso rosse
Grazie
Lo scenario che c'è stato descritto tanto da dottor Guidi quanto al dottor Galli non è come si dice lo scenario esaltante
Devo dire anche che non è del tutto inatteso
Posso fare una battuta diciamo no a una
Peculiarità della vicenda economica italiana di questi ultimi mesi e che sembra essersi convertita quella che appariva un ordine diciamo immutabile cioè quando le cose che non andare appena appena meno bene
Di solito erano le parti sociali a lanciare l'allarme invece spettava al governo come dire negare l'evidenza fino a quando questa appunto non diventava evidenza invece negli ultimi mesi sì
Realizzato esattamente il contrario perché tanto nel caso della correzione che ha portato il tasso di crescita del PIL otto stima che alcuni avevano giudicato sottostimata allora
Quanto nel caso dalla correzione successiva
Se non ricordo male diciamo
Un mese fa mi sembra il Presidente del Consiglio aveva
Ipotizzando appunto un rischio di rallentamento della crescita
Queste
Lo stesso Governo ha
Sottolineato e sollevato diciamo il problema appunto del rallentamento della
Allora va a parte diciamo la battuta io però vorrei sottolineare un punto che a me continua sempre sembra rilevante
Io trovo difficile appassionarmi anche se ne capisco le implicazioni alla disputa pur nel mezzo vs una tre o simili
Il motivo è semplice diciamo il margine di incertezza nell'ambito del quale l'economia mondiale l'economia italiana si è mossa negli ultimi mesi e tale anzi dovrei dire est e stato straordinariamente tappe da indurvi a pensare che se noi avessimo ipotizzato queste stante una banda di oscillazione per la crescita del PIL credo francamente che uno e tre avrebbe potuto trovarvi ragionevolmente posto
Allora da questo punto di vista diciamo aspetterei naturalmente il consuntivo però eviterei di immaginare che appunto la scelta fra uno e tre uno e cinque posso apparire un po'come uno spartiacque per così dire perché sarebbe credo una fuorvianti
Quello che è indubitabile
E che ed è il punto Chamorro veramente ci deve far riflettere e questo il vistoso diciamo un rallentamento della crescita sembra essere sperimentato dall'Italia l'abbiamo visto ma l'avevamo già notato diciamo che nei mesi precedenti
Dall'Italia più che da altre economie europee il rapporto attribuisce questo fenomeno all'incertezza del quadro economico e politico interno ed internazionale
E dal fatto che l'Italia sarebbe stata colpita dalla crisi asiatica assai più di quanto non si fosse inizialmente ipotizzato cos'è un dato io credo particolarmente interessante perché
Simultaneamente lo stesso numero troviamo i punti di forza i punti di debolezza della struttura produttiva
Italiana
Guardando in avanti
L'impressione che sia e non solo nel rapporto diciamo che il ritorno ad un quadro di certezze stia avvenendo
Ma sia ancora ben lontano dall'essersi realizzato diciamo questo valgono quindi tutte le considerazioni che si possono fare circa il quadro economico internazionale la situazione certamente assai più calma di quanto non fosse qualche settimana o qualche mese fa ma ecco io credo che so su quel fronte
Oltre ad attendere la conclusione della vicenda brasiliana rammenta insomma ecco ente super Kucha alle che si concluda bene
Su quel fronte molto importante che si dia seguito nei mesi a venire allettante importanti e anche sostanziali
Considerazioni che il G7 i capi di Stato e ministri finanze del G7 avevano svolto nel loro documento di qualche settimana fa c'è amore quel documento era stato preso dai mercati come un'indicazione
Della presenza di una leadership sui mercati naturalmente sarebbe abbastanza grave se i mercati scoprissero alti da qualche mese di distanza che in realtà diciamo appunto poi al momento di concretizzare
Quella leadership non c'è
Quindi mi permetto solo una considerazione interessa anche a me sembra interessante ma che completamente tangenziale rispetto al discorso che stiamo facendo
E io gli elementi che soprattutto il professor Arcelli ha elencato effettivamente sonorità i tanti elementi che hanno innescato
La crisi asiatica io trovo interessante notare come oggi purtroppo diciamo un po'in ritardo alcune organizzazioni internazionali in particolare l'OCSE sottolineano come in realtà ad acuire ad approfondire arrendere diciamo ancor più pesante di quanto non fosse quella crisi a concorso l'assenza in alcuni dei Paesi coinvolti di qualunque forma di
Se infine di rete di sicurezza
Naturalmente perplessità esistono anche più che perplessità dubbi se volete esistono anche per quanto riguarda la situazione dell'economia statunitense perché lì non è ben chiaro diciamo per così dire a quale dei segnali bisogna dare la prevalenza sia i segnali positivi che soprattutto negli ultimi tempi abbiamo visto ovvero un po'all'andamento agli andamenti prospettici che sembrerebbero soprattutto non giustificare
Quello che è l'andamento dei mercati borsistici statunitense e infine perplessità diciamo riguardano anche il caso dell'economia giapponese per i motivi che sono stati diciamo largamente elencati che sono tenuti tutti
Io credo che questa impressione di come dire di un'economia non solo italiana un po'sul crinale
Sì ci si sia confermata nel caso italiano anche da quella che a me sembra un interessante divaricazione che abbiamo visto in un lucido precedente
Divaricazione fra gli andamenti delle attese dei consumatori e gli andamenti invece delle attese delle imprese
Nel senso che chi prende chi guarda le l'inchiesta sulle attese dei consumatori per il mese di novembre
Ho serva un miglioramento netto statisticamente significativo
Sia circa l'opinione che i consumatori sembrano vere sullo stato con generale dell'economia
Sia circa l'opinione che i consumatori sembra avere sulla propria situazione personale
Se invece si va a guardare l'abbiamo visto anche questo la parte relativa alle imprese invece diciamo le aspettative sembrano confermare questa sensazione di debolezza della domanda dell'attività produttiva c'è un diffuso peggioramento per così dire dei giudizi sull'andamento dell'economia in generale
Questa divaricazione interessante perché io credo che sotto CDA diciamo spunto per
Sottolineare alcune questioni
Da un lato a me sembra che confermi un po'la validità dell'analisi che era stata fatta da alcuni circa sei mesi fa forse anche qualcosina di più in cui si era sottolineato come anche nell'evoluzione dei consumi e quindi dei redditi disponibili le famiglie che fino all'inizio degli anni del novantotto erano più o meno gli stessi in termini reali
Di quelli osservati nel novanta
Anche in quell'evoluzione quindi fosse da ricercarsi la pesantezza dell'economia
E quindi un po'questa questa che ciò che vediamo oggi confermo un po'credo la sensatezza della strada presa nella Finanziaria per il novantanove e cioè l'idea che la finanziaria dovesse anche in qualche maniera sostenere la domanda nei seguenti dei segmenti che avevano sperimentato riduzioni più particolarmente rilevanti reddito disponibile
è la seconda questione è naturalmente che queste informazioni che vengono soprattutto dal mondo dell'impresa circa le loro aspettative conferma invece anche qui la validità di una impostazione che si si era direi diciamo anche qui essere era stata discussa disposta con forza anche qui circa sei mesi fa centrata sull'idea che non fosse più possibile e che non fosse più sufficiente pensare che la sola crescita da solo avrebbe risolto tutti i problemi ma che diciamo un intervento era necessario tanto nel campo della riduzione dei carichi contributivi fiscali
E non solo dei carichi monetarie diciamo gravante sull'operativi sulle attività delle imprese nel campo delle liberalizzazioni nel campo appunto della costruzioni l'accumulazione di capitale umano
Questo lo dico perché
Diciamo da anche da alcune cose che sono state dette in precedenza la mia personale conclusione e che si pensi per esempio allo scenario a due scenari proposti e la Banca mondiale e con la mia personale opinione che i tempi difficili sono anche i tempi in cui emerge con chiarezza il ruolo dalla politica economica in cui l'unica cosa da fare è quella di l'unica cosa da non fare è quello di guardare i due scenari come se fossero due situazioni
Ipotetiche il cui verificarsi dipende da altri e non danno gli stessi al contrario invece diciamo io ho l'impressione che proprio questo sia il momento in cui
Molto dipende dagli stessi tanto a livello internazionale quanto a livello nazionale
Naturalmente vorrei essere chiarissimo non credo appunto che la partita sia solo di ordine interno al contrario come ho mostrato la decisione recente dei governatori delle banche centrali
Nel sistema del ma anche centrali europee dell'area dell'euro alla partita al luogo in larga misura anche a livello europeo e qui forse opportuno secondo me fare una precisazione
Comunque la si non si intenda giocare la partita del coordinamento delle politiche economiche a livello europeo credo che due questioni debbano essere
Io credo assolutamente chiare prima
La credibilità della Banca centrale europea la stabilità monetaria sono ormai già un patrimonio dei cittadini europei
Ai i quali non solo non intendono rinunciare di ma credo anche che abbiano tutto l'intenzione di chiedere ai loro governi di adoperarsi per difendere secondo mentre perfettamente comprensibile o legittimo diciamo un dibattito sull'opportunità di tarare le caratteristiche della fase di transizione verso il momento del bilancio in pareggio
Sulle diverse condizioni dell'economia io credo che invece non sia mai sul nome non sia mai stata in discussione in realtà il contenuto i tempi i vincoli contenuti nel Patto di stabilità stiamo discutendo essenzialmente di modalità della fase di transizione non di altro
E questo è particolarmente vero insomma io credo in un caso come quello italiano in cui essenziale che non visto che non si segnali
Una come dire interruzione o addirittura peggio l'inversione di tendenza nel percorso in una discesa del rapporto debito prodotto
Naturalmente nel momento in cui questa discussione sulla sulle modalità di gestione della fase di transizione voi
Si materializzerà immagino nei mesi successivi certo non subito anche perché in questo momento la priorità credo che sia la partenza diciamo disciplinata
Coordinata delle euro si potrà discutere della composizione della Spesal punto della della del Comune valutare la strutturalità dei saldi e così via però ripeto è una questione che riguarda essenzialmente la gestione della fase di transizione e null'altro
Ora in questo contesto diciamo le scelte di politica economica interna io con come ho detto prima diciamo penso veramente che siano essenziale che rimangano essenziali
Qui io non ho nessunissima intenzione di ripetere quello che
Il Presidente del Consiglio e ministro del lavoro hanno esposto alla delegazione Confindustria ieri e oggi diciamo al al ieri e oggi alle altre parti sociali
Non è se non girava diciamo l'idea di anticipare la discussione che avrà luogo dal lunedì in poi
Però mi sembra importante sottolineare della questione patto sociale che in realtà è un una maniera anche di impostare l'azione di politica economica
Nei prossimi mesi se non i prossimi anni due cose mi sembrano interessanti una ciò che riguarda i presupposti di questa azione dall'altra invece in particolare uno dei contenuti quanto riguarda i presupposti la la l'impressione che io e che ci si avvicini a questa revisione a questa ridiscussione del patto del novantatré con dei presupposti diversi
Diversi per molti versi non solo dal punto di vista ovviamente dell'ambiente economico in cui ci muoviamo ma diversi proprio perché alcune cose sono oggi più possibili di quanto non fossero allora
E diversa la pubblica amministrazione a Derna diciamo con tutti i limiti che continua ad avere ma quella odierna ha dentro di sé tutte le potenzialità offerte appunto dalla riforma della pubblica amministrazione e di fatto che sia diversa secondo me lo si vede in molte cose e lo si vede anche per esempio annunciò che l'ex ministro del Bilancio l'attuale dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione riuscita a fare negli ultimi sei mesi diciamo anche addirittura molto spesso a legislazione invariata una normativa invariata
Per quanto riguarda invece i contenuti
Anche sulle pagine dei giornali diciamo si vedono molte molte considerazioni che riguardano essenzialmente la necessità che per quanto possibile si liberi un po'il lavoro e l'impresa dagli oneri che sull'uno e sull'altro ricadono
E si primi chi vuole lavorare chi vuole fare impresa un po'meno risalto diciamo io credo trova abbia trovato nelle discussioni di questi giorni invece un altro punto che a me sembra molto rilevante che è stato accennato negli incontri tanto negli incontri tecnici delle settimane scorse quanto in quelli di ieri e di oggi
Che riguarda un po'il problema della tutela se così posso dire del lavoro e dell'impresa
In particolare il problema della tutela dell'impresa impone impostato non con una tutela dell'impresa dal mercato come spessissimo è accaduto in passato
Ma come la tutela dell'impresa nel mercato il che significa diciamo in primo luogo sicurezza la certezza del diritto per l'impresa la possibilità diciamo di fare impresa in maniera tranquilla diciamo fare il proprio proprio lavoro senza immaginare Chimenti esterni non Previti non solo quelli non prevedibili dovuti diciamo ovviamente al accidenti carattere economico mamma
Dovuti alla al fatto che le regole in realtà non valgono per tutti per così dire possano in realtà interrompere tutto questo ma il fatto di tutelare l'impresa nel mercato significa anche io credo qualcosa che apparentemente strano che appaia in un
Più naturalmente bisognerebbe immaginare come posso dire una attitudini
Convergono perché stabiliscono che perché è lì che la liberalizzazione alla regolamentazione quando opportuna dei mercati è un obiettivo comune devo dire che purtroppo diciamo qui non ho molte speranze perché l'atteggiamento che al alcune parti politiche hanno preso sulla faccenda del commercio su quella dei tassisti su quella del nelle libere professioni
Non è che alimenta diciamo molte speranze che si possa arrivare a questa soluzione by partisan però io ho la netta sensazione che su questa questione specifica
Si usa si misurerà tanto
Si misurerà leggiamo la capacità del governo di perseguire l'obiettivo della liberalizzazione regolamentazione dei mercati che si è posto
Si misurerà la capacità dell'opposizione appunto di interpretare questo con un obiettivo comune
Si misurerà la capacità dei sindacati di guardare indietro i lavoratori consumatori
Si misurerà la capacità del management degli ex monopolio dei Monopoli attuali di capire che l'interesse delle imprese che gestiscono sta nel trasformarsi e nel diventare effettivamente imprese capaci di stare sui mercati e non nel come dire difendere la rendita di monopolio si misurerà la capacità degli industriali cogliere l'opportunità diciamo che vi fossero
E francamente si misurerà anche la capacità di cittadini
Di capire che la partita che si gioca una partita che li riguarda direttamente io con l'impressione che quel questo punto in particolare con questo non voglio sottolineare sottostimare tutti gli altri ma a questo punto mi sembra rilevante è un punto che sì sì vincente può aiutarci anche a colmare quella differenza dei tassi di crescita tra noi e gli altri Paesi che abbiamo visto
Anche perché è una delle cose che abbiamo imparato da questi ultimi mesi o anni è che lì dove si liberalizza in effetti si creano posti di lavoro lì dove si rende si liberalizza il sì opportunamente regolamenta laddove necessario
Si crea posti di lavoro e quindi si vince tutti grazie
Grazie professor Rossi Levi l'ultimo commento al professor Cipolletta tempo le conclusioni del Presidente fosse grazie
Io credo che Nicola Rossi abbia opportunamente parlato di liberalizzazioni e immediatamente c'è stata la risposta del blackout elettrico alla sua proposta e questa vostra delle resistenze che ancora esistono nel nostro Paese ma certo
Che i processi di liberalizzazione
Stanno entrando anche nelle variabili congiunturali cioè quelle che come diceva Nicola Rossi ci consentono di riavere tassi di crescita maggiori rispetto a quelli che abbiamo in questo momento
Questo rapporto che è stato presentato dal Centro studi e al tempo stesso forse l'ultimo rapporto sull'economia italiana il primo rapporto sull'economia europea ormai la parte internazionale del rapporto cresce sempre di più
E si parla sempre più di Europa la parte italiana evidentemente più stretta proprio perché il processo di integrazione sta facendo passi da gigante rispetto a quello che avevamo me stesso immaginato io volevo farvi due osservazioni una con riferimento alla parte europea e quindi hanno i Paesi europei e l'altra invece con riferimento alla specificità ancora italiana
La prima osservazione a che vedere con il tasso di crescita più basso
Dei Paesi europei in particolare nell'Europa continentale e se ci ricordiamo la tabellina che Giampaolo Galli ci ha mostrato sui tassi di crescita delle landa veleggia al di fuori e l'Italia sa in fondo
C'è una sorta di correlazione fra quello che è il Tasso di imposizione complessivo dell'economia il tasso di crescita dell'economia non arriverò a dire che da un anno all'altro si spiega un tasso di crescita più forte in relazione alla livello dell'imposizione
Ma è certo che il tasso medio di crescita di un sistema economico e funzione di quella che la pressione fiscale e contributiva che complessivamente sta sul sul paese per fare questa esemplificazione
Io vi volevo parlare molto brevemente aiutandoli con la tecnica del circolo perverso delle tasse e della disoccupazione
Questo circolo perverso nasce da un sistema che ha un eccesso di tasse e di contributi sociale sopra il paese e che genera la normale reazione da parte degli operatori economici di cercare di alleggerire questo peso come e attraverso da parte delle imprese in particolare una ricetta di efficienza e di riduzione di costi in termini di tutto ciò che in una qualche maniera consiste obbliga a pagare a pagare tasse fra cui in particolare anche il lavoro questo determina due effetti completi simultanee nel sistema
Delle imprese
Da un lato determina una maggiore disoccupazione perché si cerca di avere una produttività per addetto più elevata il più possibile e dall'altra parte si cerca di difendere i profitti unitari da parte dell'impresa perché questo è l'obiettivo principale di un di un impresa in un sistema economico ecco questi due effetti simultaneamente producono una maggiore esperienza pubblica da un lato la maggiore disoccupazione
Porta ad una maggiore spesa pubblica
Perché evidentemente se un sistema economico
Si trovi in una situazione di disagio nascono immediate le ricerche per cercare di sostenere l'economia e sostenere limiti disoccupazione unito al fatto che c'è una difesa dei profitti unitari si determina una tendenza ad avere dal nuovo maggiori tasse
Per finanziare la spesa pubblica e poi si dice ma tanto le imprese fanno comunque dei profitti e quindi come vedete non è un questo è un problema
Le maggiori tasse ci riportano un eccesso di tasse e dei contributi sociali sul sistema economico e quindi di fatto ci riporta h un circuito fiato intensa ad accelerare questo si può dimostrare sì la disoccupazione a una tendenza esplosiva la tendenza stabilizzarsi e quindi a mantenersi su questa situazione si era disoccupazione a una tendenza invece accresce in maniera meno forte ma di fatto il sistema economico si ritrova ad avere un appesantimento continuo e un processo di disoccupazione maggiore
Questa è una situazione che credo che vada spezzata in qualche misura non è questa un'accusa al nostro ministro delle Finanze che anzi ha detto di voler ridurre la pressione fiscale e contributiva nel sistema europea ricordo che l'Europa a tassi di imposizione fra imposte e contributi sociali che varia fra il quarantacinque e il cinquanta per cento almeno dell'Europa continentale
O da una spesa che varia a sua volta dal quarantasette al cinquantadue per cento visto che bisogna tenere i disavanzi all'interno di questo tre per cento e questa situazione a mio avviso non può che essere toccata
Se non attraverso una riduzione della spesa pubblica
Che è questo l'obiettivo che bisogna porsi se vogliamo avere una crescita economica più forte e quindi invertire questo circuito perverso e trovarci invece un circuito
Che è virtuoso che è quello della crescita e dell'occupazione certo alcuni economisti sostengono che questo poi determinati disuguaglianze nelle reti di delle persone e quindi inizia una diatriba se sia meglio al
La disoccupazione estesa o la diseguaglianza io credo che sia una disputa che non ha significato la disuguaglianza se momentanea come nei paesi in cui si determina perché legge genera delle disuguaglianze
In alcune fasi della vita delle persone ma che poi si recuperano queste diseguaglianze siano accettabili più di quanto non sia la disoccupazione che rischia di essere permanente quindi di generare
Dei processi di emarginazione che sono decisamente più pericolosi che processi di momentanea diseguaglianza
Di reddito
L'Europa può andare in questa strada io credo di sì ci può andare perché al suo interno a Paesi dove la pressione fiscale e contributiva è decisamente più bassa e dove i tassi di sviluppo sono più elevati tassi disoccupazione più bassa
Seconda considerazione prima di terminare invece riguarda l'Italia l'Italia si trova ad aprire un sistema contrattuale che sta in questo momento di vite rivisitando io vorrei semplicemente ricordare di uno studio della Banca d'Italia
Pubblicato nei temi di discussione della Banca d'Italia numero trecentoventinove del marzo novantotto fatto da tre ricercatori della Banca d'Italia uno dell'Isco EP ricordo le conclusioni di questo studio
Questo studio ci dice ed è uno studio che si intitola risultati i problemi di un quinquennio di politica dei redditi una prima valutazione quantitativa credo che quelli troviamo molte delle considerazioni che ci occuperanno come ha ricordato Nicola Rossi nei prossimi giorni la prima considerazione riguarda i livelli contrattuali e se volete vi leggo la pagina ma la conclusione che non arriva e che i due livelli così come sono stati concepiti
Hanno avuto degli effetti estremamente positivi in termine di riduzione dell'inflazione ma in una situazione di inflazione bassa il livello nazionale non può consentire un incremento che non finisca per sovrapporsi anche sul livello di carattere aziendale a sua volta il livello di carattere aziendale così come è concepito non può che dare anche incrementi che in una qualche maniera sono interventi contenuti già nei livelli a carattere nazionale lo studio e la Banca d'Italia invita quindi a trovare una soluzione
Nei confronti di questi due livelli cercando in qualche maniera di ridurre le sovrapposizioni
E credo che sia questo uno dei principali obiettivi che ci poniamo
La seconda considerazione sempre di questo studio da Banca d'Italia e che il quadro macroeconomico di riferimento l'Italia sempre più l'Europa e che quindi l'inflazione che dovrà essere presa in considerazione
Dovrà essere d'infrazione europea perché se si prendesse l'inflazione di un Paese queste indicherebbe semplicemente il prezzo relativo del Paese nei confronti dei propri corrispondenti competitor
Relazione di questo rapporto alla Banca d'Italia è un fatto Warning
è una forte attenzione agli allungamenti delle scadenze dice il rapporto che già i due anni nelle scadenze contrattuali sono eccessivi perché i due anni tendono a riproporre i sistemi di indi citazione in una qualche maniera per premunirsi rispetto a eventuali aumenti di prezzi non previsti oppure tendono a generalizzare processi di sovrapposizione fra i due livelli ecco io credo che questo studio alla Banca d'Italia visto che abbiamo un governo che ha almeno due ex governatori all'interno della banca del del governo la Banca d'Italia al suo governo debba essere tenuto in considerazione quando andremo a vedere i nuovi livelli contrattuali
Grazie
Grazie Enzo le conclusioni al presidente Fossa
La
E
Io
O
Dove fare le conclusioni questa mattina e di aggiungere alcune osservazioni in particolare l'intervento direttore generale perché non sembrava che i Italia dice cose completamente condivisibili o per lo meno conti molto a volte molto più condivisibili dagli economisti quale lui è e magari un po'meno dagli imprenditori comunque poi ci arriviamo a questo punto così innanzitutto ritengo è giusto
Ringraziare i professori ossea di Rossi Quadro Curzio per il contributo che ci hanno dato che è stato sicuramente pro studioso che il contributo non è sono di oggi ma anche di queste settimane in cui è stato elaborato da parte del nostro centro studi e dal processo dal dottor Galli in particolare il documento il che vi è stato distribuito per una lunga tradizione i seminari di Confindustria sono momento di riflessione e di confronto sulla realtà economica cerchiamo appunto di fare il punto dell'economia se facciamo anche di fare il punto su dove stiamo andando e quali sono i problemi reali che dobbiamo affrontare
Complessivamente dall'intervento di questa mattina ritengo che i due siano i momenti su cui in caso di spendere qualche cosa i due i più importanti vale a dire questa differenza tra la situazione italiana e la situazione internazionale europea ma non sono europea
Per quanto riguarda il quadro mondiale è stato detto da tutti che la situazione non è ancora completamente tranquilla ma che forse il peggio è passato la crisi finanziaria e probabilmente alle spalle comunque nessuno escluso che si possono esserlo dei rischi
Uno in particolare che io mi sento di ricordare
Perché appunto sono il pretore sto sui mercati attenzione fenomeno Cina oggi non è stato ricordato ma non dimentichiamoci che la Cina ha ridotto i tassi di interesse più volte nell'ultimo nelle ultime settimane e questo vuol dire che al di là della Corea Filippine Indonesia cioè il e sì che maggiormente hanno esportato hanno incrementato le esportazioni verso l'Italia anche la Cina sarà ancora più agguerrita nei prossimi mesi sopra tutto nella prima parte del prossimo anno comunque la crisi si lascia è stato detto una pesante eredità che qua del raffreddamento ad attività produttive con un dimezzamento del commercio internazionale questo purtroppo è un dato che non è più modificabile questo comunque non significa prefigurare necessariamente scenari di recessione sta di fatto che comunque sono cambiate rispetto a pochi mesi fa sì le situazioni internazionali si situazioni europee si le situazioni italiane quest'anno è stato detto la crescita media europea e attorno al tre per cento ma per i mille centonovantanove si prevede comunque una riduzione forte la prima parte dell'anno il recupero nella seconda per cui saremo sotto il famoso tre per cento che sembra essere il dato di crescita minimo per poter ricominciare ad accrescere in maniera significativa il numero degli occupati in questo quadro però ci sono anche degli aspetti positivi un aspetto positivo è quello della settimana scorsa
Quando la Banca centrale europea e nasce ufficialmente a gennaio appunto con la decisione anticipato anticipato i tempi abbassando al tre per cento il tasso di partenza ciò significa che i banchieri considerano praticamente acquisito il controllo dell'inflazione anche se su questo punto ce lo siamo detti anche ieri con il governo non dobbiamo comunque abbassare la guardia dobbiamo comunque essere vigili e soprattutto superati almeno nell'immediato i tentativi di aggirare il patto di stabilita il patto di stabilità per quanto riguarda invece i significati di questo questo significa che gli stessi banchieri centrali hanno percepito le difficoltà del momento e i nomi rilevanti rischi di un la frenata superiore a quello che era stata preventivata sia dal fronte dello sviluppo siano a fronte dell'occupazione d'altra parte nessuno ha comunque
Ho usato dichiarare che è sufficiente il calo del costo del denaro per rimettere in movimento la la ruota per caricare questa ruota per caricare questa molla sono necessari anche altri interventi il punto di vista soprattutto degli investimenti infatti bassi tassi di interesse sono sicuramente una condizione necessaria ma non sufficiente da disoccupazione europea per esempio sappiamo che a cause strutturali e può essere risolta solo con interventi
Sì strutturale purtroppo però non vediamo in Europa anche negli ultimi tempi la volontà di fare le riforme che a nostro giudizio sarebbero necessari ossia creare le condizioni per ridurre ad eterogeneo l'esatto la pressione fiscale fare quelle liberalizzazioni e dare più flessibilità dal mercato che sono necessarie e anti molto forte la tendenza la tendenza opposta quella dei l'aumento delle tutele dell'aumento delle rigidità quei delle cose dette armonizzazioni per le politiche del lavoro e per il fisco su questo punto da spendere con una parola credo che la costruzione europea vada rafforzata
Sino a diventare una vera unione politica a struttura federali credo però che sia sbagliato cercava di imporre con una pianificazione dirigista e statalista vere e proprie camicie di forze all'economia soprattutto economie che sono diverse per i perché è vero che undici Paesi fanno parte dell'euro quindici fanno parte del dell'Europa ma sono Paesi molto diverse tra di loro evidente che se in ponessimo al Portogallo dispersi serali per esempio dell'Olanda penalizzeremmo fortemente in Paesi più debole per cui poi realizzeremo fortemente il Portogallo fino metro fuori mercato sono e nessuno dice letteralmente questo ma molti chiedono salari minimi europei e regole europee ed auspicano comunque un processo di convergenze dei sarà
Ci siamo tutti impegnati nella costruzione dell'Europa della sussidiarietà ma non riusciamo a capire che fine abbia fatto quell'Europa della sussidiarietà non vorrei infatti che tra Molise azioni coordinamenti ci trovassimo invece in una Europa del dirigismo centralista
La convergenza verrà verrà se convergeranno però le strutture dell'economie e se sì eliminerà hanno i divari di reddito e di produttività tra i vari paesi e fra le Regioni se prossimo si vuole iniziare da un'altra parte si vuole sostanzialmente metrica vado davanti ai buoi si rischia di ottenere l'effetto opposto quello di una deindustrializzazione di paesi o regioni meno ricche e dunque ritardare quella che invece è la convergenza che ripeto si deve raggiungere partendo da momenti diversi e probabilmente utilizzando anche strumenti diversi e quindi la falsa solidarietà quella di chi vuole se Dario unico europea non è la scelta nostro giudizio giuste ogni Paese deve poter scegliere se vuole più competitività più crescita più occupazione oppure un tenore di vita alto è garantito ma solo per coloro che già un posto
Di lavoro ce l'hanno e lasciando fuori dal mondo del lavoro coloro che invece vogliono entrare lo stesso vale per il fisco e bene che ci sia un certo grado di coordinamento che impedisca
Quella giungla fiscale europea che oggi che oggi abbiamo però è ancora più necessario che ci sia un forte grado di concorrenza fiscale tra i Paesi per evitare che ci sia un appiattimento verso l'alto mentre invece ne riteniamo che la concorrenza fiscale tra i Paesi possa portare ad un abbassamento della pressione fiscale in tutta Europa ogni paese deve essere anche in questo caso il posto di fronte alla scelta
Se ridurre le tasse lo sostenere sviluppo e occupazione oppure fare il contrario non contenendo in questo caso la spesa pubblica e tenendo comunque un alto tasso di disoccupazione la strada giusta da seguire e a nostro giudizio chiara
Dare alle imprese la possibilità di optare per esempio tra le regole fiscali del proprio Paese e una regola europea che dovrà e essere definite questo la soluzione che semplificherebbe il sistema delle imprese soprattutto che hanno attività in diversi Paesi dell'Unione e soprattutto può creare un fisco europeo operando non contro ma attraverso la concorrenza tra i sistemi e fra le regole
Ci auguriamo che sia questa la strada che anche il nostro ministro delle Finanze intende perseguire il secondo punto di questo dibattito riguarda più in particolare che la riguardano in particolare l'Italia ovviamente tutto ciò che è stato detto per l'Europa non può non impattare sul nostro Paese con una grande differenza di fondo però che emerge anche dei numeri del nostro centro studi cresciamo quest'anno no di un punto e mezzo in meno dell'Europa Giampaolo Galli ci ha detto che successo solo tre volte io dico che però questa crescita ricordo che circa grosso modo la metà mi sembra inutile adesso discutere si inizia si è letto sui giornali di questi ultimi settimane se sarà uno e tre uno e cinque diciamo che c'è questa forbice e questo rapporto significato poi per farsi dire se recessione se stagnazione certo la congiuntura dovrebbe migliorare per lo meno per una poi nel corso del prossimo anno che devo letto primi sei mesi piatti poi recupero per cui noi dovremmo passare a uno e nove gli altri Paesi che oggi crescono del circa il tre per cento scenderanno tra due uno tra due uno e due cinque
Ma il fatto di non arrivare nemmeno al al due per cento in un quadro internazionale a fa ancora forte rischio è chiaro che non può non metterci non dico in apprensione ma una forte preoccupazione il dato di fatto quindi che le stiamo in una situazione di crescita
Molto bassa strisciante lentissima e questo significa una cosa ben chiara che appunto una drammatica problema della disoccupazione non riusciamo a toccarlo questo che oggi è diventato il problema il problema del Paese perché noi non riusciremo a migliorare il Paese se non metteremo a reddito il Mezzogiorno se non avremo una forte crescita dei perché come ho detto più volte questo Paese può crescere a livello marginale nel centro nel centro nord il grande passo la grande festa la deve fare se mettiamo reddito al Mezzogiorno permettere dove Mezzogiorno dobbiamo sicuramente migliorare questo drammatico problema da disoccupazione fare previsioni però non significa solo prevedere il futuro e assistere inerti a quelle
Tendenze che poi si realizzeranno dobbiamo francamente dire che dobbiamo mettersi in gioco per cercare di migliorare questa situazione questo non è ovviamente una critica al nostro centro studi che ha svolto a mio giudizio come se un lavoro serio ma sostanzialmente fotografato la situazione quello che voglio dire che sarebbe grave per tutti se ci accontentarsi morde le prospettive che ci sono state poste oggi e che dunque necessario fare qualcosa per rimettere in moto il più rapidamente possibile il sistema queste la vera sfida che noi abbiamo di fronte che ha di fronte chi ha responsabilità in questo Paese che ha soprattutto di fronte in pre ruolo la politica la via maestra sappiamo l'abbiamo detto mille volte ma anche se qualcuno magari si secche meglio ricordare un'altra volta passa dalla riduzione fiscale e contributi da questo punto di vista dobbiamo riconoscere che quest'anno qualcosa per tutta una serie di concomitanze per una serie di scelte si è fatto ma l'entità della riduzione prevista e ancora molto molto modeste il Veneto limite sta nel fatto che la spesa pubblica non è ancora sotto controllo
Certamente la spesa corrente ha bisogno di riforme e di riforme in particolare sullo Stato sociale e sul mercato del lavoro se si condivide l'obiettivo che bisogna liberare risorse per ridurre la pressione fiscale fare investimenti la spesa corrente deve inevitabilmente a ridursi non basta garantirne l'invarianza rispetto ha prodotto interno lordo se no non abbiamo quel salto necessario fare riforme significa costruire le condizioni
Perché si rendano disponibili le risorse per lo sviluppo e per l'occupazione non si tratta di fare rivoluzioni minando le basi del nostro stato sociale si tratta di fare alcune correzioni
Però significative che rimuovono peraltro palesi distorsioni o anomalie che come ci ha ricordato Giampaolo Galli esistono in Italia ma che non esistono nel resto d'Europa per esempio spendiamo ci ha ricordato Really tale per
Cioè di anzianità a cittadini in buona salute sotto per esempio i sessanta anni quasi il doppio dell'intero gettito dell'IRPEF so bene quali sono le difficoltà politiche dal porre questo problema sul tavolo ma se voglia
Lo sviluppo occupazione prima o poi questo problema fa affrontato perché noi dobbiamo ridare fiducia ai cittadini dobbiamo dare fiducia alle imprese ma non possiamo immaginare che i cittadini non si rendono conto che questi conti non tornano che questi con ti non possono migliorare per cui prima o poi bisognerà intervenire non si interverrà con una soluzione che varrà per l'eterno ma per la soluzione che si dia respiro per molti anni questo è assolutamente e assolutamente necessario
Per cui va affrontato questo problema nel frattempo però gli investimenti non possono e non debbono restare bloccati per questo abbiamo proposto al governo di introdurre un credito di imposta sul di Investimenti abbiamo apprezzato la Dual income tax che noi stessi peraltro abbiamo a suo tempo suggerito e siamo sicura inter favorevoli a un suo potenziamento che nei programmi del Governo la Dual income tax però nella sua attuale configurazione anche se sappiamo che mesto e filante sta cercando altre soluzioni sulla quale stiamo discutendo in questi giorni
Ma così come incentiva la patrimonializzazione delle imprese che sicuramente l'obiettivo giusto ma non porta necessariamente a maggiori investimenti per questo riteniamo che sarebbe necessario ed efficace una misura e incentivi direttamente gli investimenti
Perché se vero come speriamo tutti che sia vero quello che sarebbe Giampaolo Galli vale a dire prima parte dell'anno debole seconda parte dell'anno crescita abbastanza robusta dobbiamo anche essere pronti a cavalcarla quella crescita se noi non fa siamo certi investimenti rischiamo di essere rimasta di partenza in una situazione di difficoltà rispetto ai nostri concorrenti europei e non e non europei per cui con incentivi agli investimenti otteniamo due risultati cercare di far cadere
Nemmeno la crescita dei prima parte dell'anno e soprattutto di irrobustire la competitività anche attraverso questa strada dell'impresa l'altra riforma fondamentale e che o del mercato del lavoro si tratta di rilanciare nelle nuove condizioni che si sono determinate l'accordo del luglio del mille novecentonovantatré sulla politica dei redditi e di avviare il nuovo fatto sociale o patto sociale per lo sviluppo per questo sono dette molte cose nelle ultime settimane e vorrei oggi limitarmi a ricordare che riteniamo opportuno che il quadro le regole sia definito prima che partono i negoziati per i rinnovi contrattuali che riguardano i prossimi mesi quasi tutti i principali comparti del settore privato abbiamo aperto e presente contratto metalmeccanici ma anche altri altri seguiranno
La secolo da considerazione la soluzione qualunque soluzione tenga si trovi dovrà tenere fonto come ci ha ricordato perciò Cipolletta del fatto che i nostri principali concorrenti sono l'inflazione diversa sono effrazione sotto l'uno per cento in Francia Germania siamo allo zero cinque e inoltre nell'industria già anche da noi siamo a zero o a valori negativi secondo le statistiche europee l'inflazione italiana è notevolmente quindi superiore a quei dei paesi dell'euro e questo vuol dire che stiamo perdendo competitività di prezzo è una situazione comprensibile dal momento che il nostro Paese arrivato fra gli ultimi all'appuntamento con la cultura
Dell'inflazione zero ma è una situazione alla quale occorre porre rimedio per far sì che l'Italia possa guadagnare competitività e posti di lavoro io ribadisco qui
Che sicuramente visto che la Banca d'Italia vanno presi in considerazione li studiava anche l'Italia proprietaria delle anche comportarsi a sua volta all'interno con quello che a volte dichiara per gli altri
Ridurre le sovrapposizioni o il fatto che non ci siano solo posizioni sono due contratti questo è fondamentale è un punto dal quale non possiamo scostarsi riferimento all'inflazione europea anche questo è un punto fondamentale sul quale discuteremo molto con le nostre controparti il problema degli lungamente una lunga venti è un problema secondario dipende dal modello che si sceglierà probabilmente ragione ed economista processi Poletto coalizioni tre o quattro anni possono essere troppi io da imprenditore dico chiaramente che la tensione in fabbrica tutti gli anni non non mi sta bene a meno che non ci siano le condizioni di altri paesi dove c'è un livello di contrattazione unica è tutta un'altra serie di farci non ne sappiamo che anche da questo punto di vista siamo più avanti rispetto a altri Paesi sulla concertazione eccetera ma siamo anche più avrei tratti da altri punti di vista per cui non possiamo pensare di cancellare con un colpo di spugna situazioni che purtroppo ci portiamo da tempo abbiamo bisogno di
Proprio dire di perché
La strada maestra si è stata segnata da quell'accordo di luglio che sicuramente oggi bisogna migliorare
Tenendo presente qual è la situazione attuale ma non possiamo dimenticare quanto ha contribuito a migliorare il clima e non solo il clima nel nostro Paese negli ultimi anni però ripeto il problema della durata dei contratti un punto che si stabilisce dopo che si è stabilito il modello sarebbe sbagliato partire partito dalla coda comunque io spero che lo spirito costruttivo anche al tavolo di questo e spero importante accordo se riusciremo mai a trovarlo
Ripeto spero che lo spirito costruttivo possa prevalere e che quindi si riesca a giungere alla prossima stagione contrattuale senza eccessivi conflitti e con la persona consapevolezza chiara delle sfide competitive che il nostro sistema dov'tra affrontare nei prossimi anni queste sfide non possono essere aggirate devono essere affrontate e vinte con comportamenti concreti del mondo dell'impresa e del lavoro e della politica la voglia di fare il pro Fitto investimento e sviluppo è una molla essenziale nello spirito degli imprenditori e noi questo lo dobbiamo fare e lo facciamo ogni giorno riorganizzando le imprese innovando i prodotti in producendo migliori tecnologie attenti accogliere ogni opportunità di mercato e quindi a mio giudizio importante da apprezzabile che si diffonda sempre di più anche nel mondo della politica la consapevolezza
Che più profitti significano più investimenti più lavoro chiusa la se le imprese non fanno profitti non c'è speranza che avvengono gli oneri conseguenza che avvengano gli altri ci aspettiamo che questa consapevolezza che sembra sempre Giare ingenerare nella politica non voglio fare distinzioni in questo caso tra maggioranza e opposizione porti poi a comportamenti coerenti e a concrete azioni di politica economica grazie