Il Corriere della Sera ha pubblicato dei sondaggi da cui risulta che circa la metà degli italiani sono contrari all'intervento dei militari italiani in Afghanistan

Che guerra farà l'Italia se lo è chiesto il professore Enrico Jachia direttore del Centro Studi strategici della Università all'Ulisse noi siamo collegati proprio con lo stesso gli ha chiesto lo diamo Bongiorno qualche ora no e allora dicevamo ti sei posto questa domanda dopo aver letto i sondaggi
Che e dopo averne più particolare la
Pagina intera che il Corriere della Sera dedicato a questi sondaggi no richiamando anche sondaggi in Francia in Germania da cui risulta o risulterebbe perché i sondaggi orge Peter e che circa alla metà dell'opinione pubblica italiana quell'intervista data e è contraria opportuno diciamo non appoggia queste entrate in Beckett mi sembra molto va be perché ricompare non può andare con metà della gente io credo che questo sia dovuto ha un grosso equivoco
Qual è l'equivoco ecco l'equivoco primo che dalla diciamo dalle attestante dei giornali in prima avrebbe che ritaglia andasse in guerre una località che non è ero bisogna marinava nell'Oceano Indiano ma non ci hanno già nessuno contro quindi mai le truppe italiane non andranno sul terreno afgano prima che venga chiarito cosa succede ma non va
Gli italiani ma non va neanche gli americani vanno dei corpi speciali egli i nostri cento quanti sono che mandiamo potrà paragonabili ora qual è l'effetto di questo Danovi l'agente non ama l'idea che non i ragazzi possono andare a morire sul campo di battaglia fuori teniamoci no non siamo isolati gli americani esattamente la stessa cosa non vogliono perdere voti dal terreno che la loro strategia pescate in Serbia e lo è adesso questa dei bombardamenti a tappeto
Quindi tra i nostri andranno in Afghanistan e e andrà no questa prima dell'anno dopo che sarà risolto è fondamentale che a Milano con clima cui tedeschi e con gli altri che anche loro hanno detto che vanno indicati replicare del territorio un pochino per cui sarebbe data quindi I siamo una delle azioni cosiddette di peacekeeping esattamente un'operazione di peacekeeping mattina gente pensa che mandiamo i nostri ragazzi a morire in combattimento viene nelle nelle nel deserto africano code davanti naturalmente eh controproducente così come qualche bombardamenti a tappeto che che fanno poi vedere quello che i quegli affetti con queste terribili immagini della della delle girone CNN cardinale coi bambini feriti tra anche con il ricostruisce sulla popolazione età che interroga ma questo quindi poscia uniamo le due cose questo aspetto che prima che gli americani correggano e la reticenza ha andare in combattimento fuori
Spieghiamo le due cose spieghiamo perché non si può essere in una situazione in cui metà del Paese dice apertamente se i sondaggi c'erano gli orti noi non siamo d'accordo
Un'ultima cosa dal punto di vista tecnico estate dico rispetto alle missioni che militari italiani hanno compiuto il tre continuano a compiere nella ex Jugoslavia e non solo ci sono però delle differenze e ci sono anche
Tipi di con i maggiori oppure no ma diciamo la la parte che abbiamo chiamato peacekeeping il mantenimento delle banche beh sarà indubbiamente più più più rischioso
Sul terreno al piano perché giacché il Paese grande parecchie volte l'Italia non è in atti dicono Kosovo i reparti saranno più dispersi i talebani sono abituati a Gabicce alla guerriglia detto questo diciamo però noi siamo a fianco verificatesi e non possiamo dire abbiamo solo dove non c'è pericolo
Quindi in quel caso lì saremo con gli altri ma indubbiamente dei rischi ci saranno Giacosa dimezzato dice sì invece per i reparti speciali cosa diversamente ha patteggiato perché la partita sono sono partiti i volontari che sono aperti tra io a questo epocale che vanno in battaglia correndo il pericolo di voler è molto diverso cinquanta cento incursori che sono addestrati a questo e che vanno assieme agli altri TAC truppe migliaia di soldati è una cosa totalmente diversa
Grazie allora al professore Enrico Jacchia direttore del Centro Studi strategici della Università LUISS