L'aumento del prezzo del petrolio e la crisi medio-orientale. L'estrazione di petrolio dell'Iraq e della Libia, paesi sottoposti ad embarghi economici, e gli equilibri politici internazionali

Radio radicale occupiamoci di petrolio momenti del Greggio lo facciamo in corretto telefonico come Paolo Migliavacca giornalista del Sole ventiquattro l'esperto
Peraltro appunto della del Tevere il petrolio quel giorno Paolo buongiorno a tutti allora la prima questione i prezzi al barile del Brent sono arrivati sfiorano il ventotto dollari si tratta della quotazione più alta degli ultimi senesi
Questo momento ed alle gare come è successo negli anni passati ricordo vale crisi energetiche degli anni settanta a ciò che sta agli sviluppi della situazione in Medio Oriente atto visto ma
Direi in in buona parte perché i fondamentali del mercato come dicono gli gli analisti petroliferi sono sostanzialmente invariati i a a quelli che avevano portato il mercato alla fine del dell'anno scorso a quotazioni inferiori ai venti dollari al barile ora questo improvviso questa improvvisa fiammata dei prezzi secondo molti analisti si spiega unicamente con elementi speculativi
Secondo un analista francese che lavora per l'osservatore ordine londinese dei prezzi sui prodotti petroliferi da cinque a sette dollari di questi preti e quindi diciamo di quel della quotazione odierno sui ventisette dollari e mezzo al barile ci spiegano unicamente con fattori speculativi che è dovuta al fatto che la crisi mediorientale e la minaccia che è giunta da un paio di Paesi OPEC l'Iraq in parte l'Iran di usare di nuovo la il petrolio come arma come avvenne nel mille novecentosettantatré dopo la guerra del Kippur ha spaventato i mercati e quindi ha innescato fenomeni di pura speculazione ma ripetiamo i fondamentali
Sono sostanzialmente invariati rispetto ai prezzi inferiori oscillanti sui venti dollari al barile e quindi l'equilibrio domanda offerta non è particolarmente variato rispetto ad allora
Da tempo però la l'Opel che sta perseguendo la sua politica del taglio della produzione volta proprio all'aumento delle quotazioni del Greggio per barile sta anzi sta andando progressivamente verso questa direzione ci sono comunque molti altri elementi che intervengono tra viso nel definire poi quello che lo Stato sarà giunto oltre appunto la speculazione qui stavi accennando ma in realtà
Lotte che dichiara e dal dalla sua azione e dai risultati che questa ha avuto sui preti mi sembra non abbiano sostanzialmente torto l'OPEC dichiara di svolgere una politica difensiva cioè di voler mantenere il prezzo del petrolio entro un range che è stato dichiarato un paio d'anni fa come dire utile favorevoli sia i produttori sia i consumatori di ventidue ventotto dollari al barile ora la quotazione che riportato i prezzi del greggio al di sotto dei venti dollari
Alla fine del dell'anno scorso soprattutto in novembre-dicembre si erano toccati addirittura i sedici dollari e mezzo era chiaramente insostenibile per molti di questi Paesi che hanno dei bilanci sostanzialmente di bilanci statali sostanzialmente fondati sull'entrata petrolifera e sull'entrata petrolifera che non sia inferiore grosso modo i venticinque dollari di media guarda caso retto mediano rispetto i ventidue ventotto dollari e quindi questi Paesi non possono sopportare a lungo una quotazione al di sotto dei venti dove il taglio che è stato effettuato all'inizio dell'anno di un milione e mezzo di barili semplicemente riportava il mercato a una condizione di equilibrio rispetto a una domanda che era che si manteneva debole per un ritardo nella ripresa economica e quindi l'Offerta doveva in qualche modo adeguarsi io ritengo che
E l'OPEC
Abbia mostrato tutto sommato un una su un certo quale equilibrio nella nella nella propria atteggiamento di di politica dei preti generale rispetto anche alla al mercato dei paesi consumatori e abbia mostrato del realismo quindi ritengo che l'uso eventuale del del petrolio come arma sia sostanzialmente da escludere ripetiamo l'a è stata una come dire una provocazione effettuata dall'Iraq a cui l'Iran ha in qualche modo risposto in modo un po'ambiguo dicendo si potrebbe anche contemplare queste ipotesi ma tutti gli altri Paesi dell'OPEC hanno risposto sostanzialmente di no dall'Indonesia al Kuwait dalla stessa Arabia Saudita e ancora oggi il segretario dell'OPEC Rodrigues me ne quell'anno Rodrigues ha sostenuto che l'OPEC non assolutamente nel nel come dire nel nel proprio orizzonte questa eventualità proprio perché tutti a breve termine potrebbe anche forse pagare in termini politici rispetto agli interessi dei Paesi arabi a lungo termine ciò non paga diventa assolutamente deleterio perché induce i Paesi consumatori a noi appuntare su politiche tipi fu di fonti alternative e di sviluppare ulteriori risparmi energetici che rendere concreto resterebbero quindi rispetto all'interesse dei paesi stereotipi produttori che hanno come dire una necessità di mantenere una domanda comunque elevata senza
Contare per la possibilità di rivolgersi ad altri Paesi produttori quelli che non fanno parte dell'OPEC dallo specifico prevale Norvegia Russia e Nigeria all'Angola ma so fra tutto la Russia Russia che è saggio la giocando un ruolo sicuramente particolare già all'indomani di quel che è successo l'undici settembre a fronte appunto dei tagli di produzione che faceva parte della politica per un certo dell'OPEC la Russia ha risposto nicchiano garantendo un a un certo standard importazione anche anzi in alcuni casi anche aumentando nella produzione e dunque attratto convinto sicuramente vantaggio la Russia da quel che successe anche dalle politiche che ha portato avanti però perché sin qui ma anche regole criteri
Perché la Russia ha giocato in un modo direi alquanto ambiguo chiaramente badando in primis i propri interessi e questo è assolutamente logico ragionevole non in qualche modo rispondendo in modo totalmente negativo alla domanda OPEC di coordinare le rispettive politiche energetiche ma nello stesso tempo approfittandone mi fate basta vedere le cifre
Diciamo il complesso dei Paesi ex sovietici quindi non solo la Russia ma mettendo altri produttori come il relativamente minori però la come kazaki Paola D'Erme Gian davano nel nel Duemila una produzione grossomodo attorno agli otto milioni di barili questo produzione e attualmente pari a nove e quindici un milione di barili in più e tende costantemente a salire nell'ultimo trimestre di quest'anno dovrebbe a raggiungere i nove virgola tre milioni di barili quindi significa che l'abuso in qualche modo punta a massimizzare attualmente la propria rendita petrolifera e nello stesso tempo altra componente da non trascurare in questa in questa ottica politica punta come dire a ottenere un dividendo politico rispetto ai rapporti con l'Occidente diciamo che una politica favorevole a un aumento della produzione gioca a favore dell'Occidente e degli Stati Uniti in particolare il mercato russo è prevalentemente rivolto all'Europa occidentale però nell'equilibrio globale il come dire la Russia ormai il secondo esportatore mondiale
Come dire ha una passione ha già svolto un'azione in termini di politica energetica decisamente favorevole all'Occidente con questi aumenti di produzione anche gli altri Paesi non OPEC sono in questa linea direi i nuovi produttori sul tipo dell'Angola e lo stesso Brasile che malgrado un grosso incidente l'anno scorso con la perdita del mondo una delle più grandi piattaforme petrolifere che operava nelle sue acque profonde al largo del delle coste brasiliane sta diventando un produttore importante non esporta ma come dire rimpiazza con la produzione interna una domanda che e più disponibile per altri Paesi sul mercato e quindi dire che sostanzialmente il i produttori non OPEC giocano un ruolo direi importante altra cifra che può essere interessante il ruolo di questi per sì nella percentuale produttiva totale mondiale era grosso modo del quarantacinque per cento circa tre anni fa e
Attualmente siamo ormai superando il cinquanta siamo sul quarantotto quarantotto e mezzo per cento quindi è un trend che continua in questa direzione a fronte di una diminuzione da parte dei Paesi OPEC ma
Evidentemente si cioè a parità di una anzi a costanza di Offerta o con riduzione per mantenere i preti quello che manca dal mercato viene fornito da Paesi non OPEC e quindi direi che
C'è la possibilità concreta di mantenere un po'di equilibrio dei mercati ecco Mallet la produzione di di di di di greggio da parte delle
L'estrazione di greggio e produzione di di di greggio da parte di Paesi non OPEC che può essere garantita con una certa costanza realmente o si arriva verso quello che euro
Massimo di di produttività possibile
Ma io ritengo che in questo periodo Vivienne venga come dire a venga resa
Vengano rese degli investimenti effettuati negli anni scorsi soprattutto in Angola presso altre aree produttive importanti sta diventando di una certa consistenza anche la produzione dell'area del Caspio che per cui si sono scannati e nel negli anni scorsi gli i Paesi occidentali la la Russia e gli Stati Uniti sul percorso dei delle pipeline che dovrebbero portare fuori da questa zona tutto sommato remota rispetto ai mercati le risorse produttive effettuate
Significa questo che diciamo nell'arco di due o tre anni dovrebbe esserci una lenta ma costante un lento ma costante aumento di questa Offerta e questo serve a compensare l'eventuale tali o addirittura il russo nella produzione OPEC effettuata per mantenere a un certo livelli preti e quindi chi consuma di Paesi consumatori occidentali ritengo non dovrebbero subire gravi contraccolpi da eventuali come dire ulteriori tagli produttivi OPEC tutto questo però sempre in Corte tanto di una situazione politica internazionale non allarmante e il la regione mediorientale minaccia di saltare in aria chiaramente la speculazione che è sempre in agguato trova alimento e quindi direi anche i mercati possono impazzire ricordiamo un un valore è stato calcolato da un analista nei giorni scorsi da un analista petrolifero che un eventuale guerra su larga scala nel Medioriente farebbe schizzare nel giro di poche settimane pochissime settimane il prezzo del barile quarantacinque dollari anche e
Quindi un valore di questo genere sarebbe sicuramente insostenibile a lungo termine da parte delle economie occidentali certo gli insetti parliamo ancora
L'attimo della dell'Iraq e l'ira che che uno dei maggiori produttori mondiali o meglio uno dei Paesi potenzialmente più ricchi a causa delle dell'embargo che ha quello petrolio per cibo chiaramente non sfrutta al meglio queste risorse se dovesse cambiare il quadro sull'interazione dei il dell'Iraq nei confronti di altri paesi lì si dovessero legare queste stazioni anche se le prospettive sembrano andare verso una guerra comunque l'attacco degli Stati Uniti nei confronti dell'Iraq quale ruolo andrebbe a giocare questo Paese ma io
Questo Paese è un ruolo
Potranno e
Apparentemente marginale ma nello stesso tempo e pelle che fa la differenza produttivamente sul sugli equilibri internazionali
Attualmente la produzione parliamo del mese di febbraio e l'ultimo dato disponibile in attesa di conoscere i dati di marzo che dovrebbero arrivare alla settimana prossima ha prodotto due virgola quarantasei milioni di barili al giorno considerato grosso modo e che è una produzione relativamente più bassa rispetto alle potenzialità
Del Paese
Che consideriamo che la domanda interna e inferiore al milione di barili c'è un milione di barili e mezzo che l'Iraq può buttare sul mercato ripeto è quello che fa un po'la differenza e stabilità agli equilibri tra domanda e offerta
Un attacco americano evidentemente provocherebbe l'arresto immediato di questa produzione e quindi al di là degli effetti psicologici di un conflitto diffuso sui prezzi del greggio ci sarebbe dell'altro mancante arteriosa della offerta irachena a provocare dei contraccolpi sui mercati direi piuttosto vistosi con tutto ciò l'Iraq in realtà a questo punto né di un milione e mezzo di barili relativamente con relativa rapidità sostituibile da parte dell'Arabia Saudita e in parte del Kuwait che sono gli unici due
Ieri con anche un pochettino negli Emirati Arabi Uniti ad avere ancora una discreta capacità marginale di incremento della produzione
Quindi si potrebbe dire che dirà lira che sostituibile sul piano tecnico come produzione ma nello stesso tempo la sua come di
Tre la scuola la mancato dal suo produttore sui mercati si farebbe sentire al di là dei numeri stessi senti Paolo per concludere volevo chiederti invece una
A valutazione un come Toson dato che è stato diffuso da pochissimi giorni quello che riguarda la Libia che questo Paese con una posizione un po'ambigua tutto sommato
Sul fronte dei mercati degli investimenti internazionali per il terzo anno consecutivo secondo questa classifica che sarà stilata la Libia e il paese in cui si investe di più per ricerche in cui si ricercano più i due raggiungimento di accordi per lo sfruttamento dei giacimenti allo Stato queste una
Un dato un po'scarno che è stato fornito sin qui quali tipo di commento possiamo fare ma dire che sostanzialmente questo interesse delle compagnie internazionali rispetto alla Libia sia dovuto soprattutto al fatto che
Il Paese sta uscendo dalle sanzioni che per tutti gli anni Novanta hanno colpito a fondo la sua struttura produttiva pesante ed economiche avevano impedito un ammodernamento un aggiornamento costante della della produzione petrolifera e soprattutto anche solo il livello normale minimo e manutenzione degli impianti uscendo il Paese da queste sanzioni ha necessità forte di aumentare gli investimenti nel settore petrolifero per mantenere per lo meno la produzione ai livelli attuali la diga però anche delle delle ambizioni secondo i dati fornite dal ministero del dell'energia americano che monitorati con costantemente i Paesi produttori la Libia
L'ambizione di salire dagli attuali uno virgola cinque uno virgola sei milioni di barili al giorno di produzione a due milioni entro l'anno venturo ora questo significa necessariamente svariati miliardi di dollari di investimenti vi è poi l'annuncio che avvallato sempre dalla dalla ministero dell'Energia americano di un'ambizione di dieci miliardi di dollari di investimenti fino a due mi dieci probabilmente per raggiungere il tuo e mezzo forse anche tre milioni di barili che erano stati il tetto produttivo raggiunto a metà degli anni settanta un Paese che sembrava in piena espansione sotto l'aspetto produttivo c'è da considerare però una un elemento direi fondamentale è rappresentato dal fatto che la Libia non la grandi riserve diciamo che secondo le stime più accreditate la Libia non ha più del tre per cento probabilmente anche qualcosa meno delle riserve internazionali ora grandi investimenti su questo Paese malgrado la l'ottima qualità dei greggi libici francamente non si vedono in prospettiva sarebbero forse una come dire una un eccesso di fiducia in un Paese che non ha poi molto da offrire a meno che questo non si possa giustificare con scelte di tipo politico
Entriamo in un campo direi diverso e meramente speculativo non come dire o con un po'gli elementi economici paradossalmente nonostante la questione delle
Sanzioni inflitte soprattutto dagli Stati Uniti sono le compagnie americane quelle che sono i maggiori attori su questo scenario
Ma sostanzialmente qui al di là del ruolo dell'Agip che notoriamente e storicamente un po'l'inventore possiamo dire tra virgolette del petrolio libico sono sempre state le compagnie americane quelle che hanno giocato un ruolo decisivo nella produzione libica Gheddafi e prima ancora la il la Juve ha messo in uscita era è stato molto realista nella nella scelta dei partner la tecnologia e la forza nel settore petrolifero è sempre stato nelle compagnie americane i libici realisticamente avevano scelto il partner giusto diciamo che le compagnie americane malgrado le le sanzioni comminate al Libia dallo stesso governo hanno sempre operato in modo direi coperto ma neanche troppo nel Paese e quindi al di là delle sanzioni una presenza delle compagnie americane sempre sta tradirei costante anche se ripeto sotto traccia proprio per per evitare problemi politici con il proprio Dipartimento di Stato ma direi che i tecnici americani nella Libia non sono mai mancati
Magari con passaporti gli altri paesi
Grazie a Paolo Migliavacca giornalista economico del Sole ventiquattro Ore esperto di petrolio