"Carlo e Nello Rosselli e la crisidella democrazia europea tra le due guerre" - org. presso Palazzo San Macuto

Mi è stato chiesto dei colleghi
Di ringraziare a nome del Comitato
Ma nome dei relatori di stamattina
Nicola Tranfaglia Salvatore Veca ovviamente me stesso
La famiglia Rosselli di ringraziare Violante perché è stato presidente Violante perché è stato gentilissimo
Nel accettare questa proposta
Che completa un po'l'itinerario delle iniziative sui Rosselli con un tema molto impegnativo che il pensiero di Carlo e Nello e la crisi della democrazia in Europa
A me tocca partire subito quindi senza porre indugio se tutti siamo d'accordo io
Darei una sintesi del
Del mio lavoro sul merito mi occuperò essenzialmente di Luís
Nello non ci fornisce una riflessione organica sulla crisi dello Stato liberale
E sulla democrazia in Europa
Anche se questo fu per lui come per Carlo il problema chiave anzi il dramma forse della sua esistenza
E il punto d'incrocio obbligato della riflessione
Di storico impegnato appunto a nel tracciare una linea interpretativa della storia italiana che a questo grande problema è un problema che precocemente si trova davanti la cultura storiografica italiana in senso lato la cultura dispiegare l'avvento del fascismo questo è il problema dei problemi per
Merito educato al rispetto dei valori liberali e democratici
Alla ricerca della solidarietà sociale fin da bambino la mamma questo è un capitolo che bisognerebbe mi nel libro forse su Carlo se ne hanno tracciato Nicola lo sa bene venivano educati
A fin da piccoli a alla solidarietà
Ma anche il culto del sentimento patriottico risorgimentale che era un culto la famiglia si ripete cose note ma è necessario partire di qui
Non si può dire di lui come invece si può dire di Gobetti e di altri della sua generazione forse nemmeno di Carlo anche se Di Carlo già un po'di più che risentì della radice combattentistiche era sia nei giudizi sia nelle scelte politiche nello ne risente di meno
La guerra fu anche per lui un dramma dove perse la vita il fratello maggiore alto insieme a tante altre migliaia di giovani alcuni amici carissimi Dinelli
Da giovane ufficiale si accorse prestissimo della crisi morale e sociale prodotta dalla guerra
Si arruolò nell'aprile del diciotto e divenne sottotenente
Non ebbe il battesimo del fuoco come invece dovrebbe Carlo ma fece in tempo ad accorgersi della penetrazione delle idee fasciste nell'esercito e precocissima l'Africa dal carteggio
Si evince molto bene che Gianni il venti lui rimarrà sotto le armi poi verrà richiamato
Registra questa presenza
Così come
Si accorge nei periodi di congedo delle violenze e degli espropri proletari nei Paesi inizi della Toscana è molto colpito dalle requisizioni e dalla malcontento che suscitano nell'opinione pubblica
Fu proprio in quegli anni
Che si consumò la crisi dello Stato liberale incapace complice il dramma della guerra e le gravi pulsioni sociali del dopoguerra di integrare le grandi masse nello Stato
Di affrontare cioè quella difficile transizioni apertasi da tempo in molti paesi europei consistente nel passaggio dallo Stato liberale ottocentesco
Alle moderne democrazie di massa questo il problema che collega Nicola a tracciato come filo conduttore di questa riflessione mi sembra niente di più azzeccato perché la guerra apre questo dramma
Accelerando e traumatizzante un percorso di espansione dal liberalismo e la democrazia che accompagnava la crescita e la società tardi masse facendo diventare il problema un dramma un trauma anche perché c'è una perdita di di guida morale delle classi dirigenti c'è la guerra praticamente produce un effetto di Berg delegittimazione enorme
La bufera delle ideologie rivoluzionarie di sinistra e di destra tutte inclini a distruggere le istituzioni rappresentative e all'uso della violenza si abbatte in Italia sulle deboli vasi di consenso è un dato oggettivo dello Stato liberale
Nello richiamato per otto mesi sotto le armi nel febbraio del ventidue sentiva che si allargava le sue parole il numero di quelli che aspiravano alla dittatura siamo agli inizi del ventidue
E parlava di disgusto davanti alla ricostituzione del ministero fatta
E del suo disagio nell'ambiente degli ufficiali e sottufficiali tutto di un'idea e quest'idea che il fascismo
Gli apparati dello stato dell'esercito guardavano al fascismo eterno conquistati dall'interno
Quando la crisi precipito non valsero le misure trasformisti che nell'attendismo davanti alle mosse spregiudicate di Mussolini che spiazzo e assimilo le vecchie classi di dirigenti in un disegno che era il suo disegno
Nello era ritornato agli studi con Gaetano Salvemini che lo guidava nella sua tesi di laurea e il suo maestro Ersilio come lo chiamerà più tardi per confondere la censura nelle lettere
Apprese presto da da Salvemini che quella del fascismo era un'avventura ad alto rischio per la democrazia
Ma apprese anche che molti avevano contribuito a spianare la strada a Mussolini il senso della responsabilità in nei due Rosselli non so se Nicola poi lo dirà d'accordo ma vivissimo
Degli errori del del forze popolari e democratici e democratiche e degli intellettuali in particolare appena all'indomani della marcia su Roma Salvemini scrisse una frase nel suo diario che ci deve far riflettere di moda oggi in Italia fra gli uomini che si immaginano di essere rivoluzionari disprezzare la democrazia
Quanto e più che facciano fascisti nazionalisti sognatori di gerarchie di rischio grazie rigide e chiuse
E questo disprezzo che sindacalisti repubblicani socialisti anarchici anche uomini come Prezzolini
Gobetti dimostrano per la democrazia è documento della incultura politica e della incapacità ad analizzare le proprie idee che malattia fondamentale dei democratici italiani e non italiani
Sia Carlo si vede come si vede nel suo articolo per critica sociale del ventitré
Liberalismo socialista sia nello non erano lontani da questa visione delle cose dalla responsabilità che i socialisti come il partito gli intellettuali radicali ed estremisti ad un avuto nella crisi ma anche i liberali e i democratici
Classe dirigente liberale e democratiche i democratici per cui sentivano il bisogno di rinnovare la tradizione liberaldemocratica e socialista italiana
Di fare difendendo in primo luogo il metodo liberale distinguendo i liberali dal metodo
Condividevano i Rosselli gran parte delle posizioni di Gobetti la sua esigenza di rigenerazione
La sua opposizione alla classe politica professionale ma non arrivavano agli estremi di Gobetti che considerava la classe politica un Semenza io di mascalzoni è un covo di La tre vie
Sono virgolette o che parlava dei socialisti e popolari come partiti del ventre
In realtà i Rosselli non condividevano che in parte la sfiducia di Gobetti nel parlamentarismo
Le conseguenze di questa radicale sfiducia di Gobetti lo portavano a visioni palingenetiche elitarie fondate su minoranze eroiche come appunto è noto comunisti sardisti ma erano il segno di un'incapacità a capire
Una società di massa
E come ha scritto Marco Gervasoni nella suo recente studio su Gobetti
L'incapacità di intendere la politica come rappresentanze come regolazione di interessi materiali e sociali di individui e di gruppi con ciò Gobetti e molti altri intellettuali eroici volontaristica idealisti finivano per considerare la classe dirigente dello Stato liberale ma non solo quella dello Stato liberale
L'abbiamo sentito coinvolgeva anche parte dei socialisti parte degli cattolici
Nient'altro che una semplice oligarchia conservatrice edotto USA
La concezione etico eroica della politica di Gobetti di matrice sole Eliana non si adattava né Accardo Mean nello anche se tutte e due non erano stati affascinati tanto è vero che tutti e due di furono amici
Ma scelsero strade autonome
Nello fece parte per breve tempo dei gruppi di Rivoluzione liberale come noto promossi da Gobetti nel luglio del ventiquattro ma poi entrò nell'Unione democratica di Giovanni Amendola come voi vedete il salto notevoli
Antifasciste collaboratore del primo giornale clandestino il fiorentino e salve Mignano non mollare nello fu spinto dal suo maestro Salvemini a lasciare l'Italia
Per evitare guai com'è noto sia ebbero subito legati proprio la scoperta del giornaletto antifascista e delle persecuzioni che ne derivarono già i fascisti avevano sfasciato la casa dei Rosselli quindi non erano minacce così erano cose concrete
In Germania dove meglio si recò per seguire le lezioni
Del grande storico della ragion di Stato che aveva l'Est Le Clézio le stesse lezioni che l'anno prima va seguito Chabod ebbe Riquelme inetti
E fare ricerche sulle carte dell'Internazionale socialista Berlino si rese conto bello di quanto grave era la minaccia della democrazia non solo in Italia ma in Europa
In quel Paese dove per esempio lui capita nell'elezione del venticinque i comunisti Preside lui traccia molto bene lo spirito della piccola borghesia tedesca
Le pulsioni nazionalistiche revanscista antidemocratiche ma quello che lo colpisce nel segno del venticinque le fa la cronaca nel diario
La vittoria di Hindenburg dietro la quale passava lo spirito dirimente dire mancinismo del blocco conservatore reazionario e quella vittoria fu dovuta al fatto che i i conti alla mano e Luigi fa perché riporta i conti dei voti
E i comunisti hanno presentato un candidato per conto loro
E quindi fanno privano al blocco del dei socialdemocratici ai cattolici democratici dell'alleanza
Dei voti necessari per battere la destra che era l'alleanza con di vuoti dei comunisti
La vittoria del fascismo allora e qui e qui c'è una una fa sempre molto importante di nello quando rientra in Italia segno che ha maturato l'idea che la crisi non è
Casalinga la crisi è europea e si rende conto che ormai il fascismo andava verso la dittatura siamo nel venticinque evidente
E che la lotta contro il regime liberticida sarebbe stata molto lunga è molto difficile
La vittoria del fascismo scrive sarebbe potuta venire lo scrive alla fine del venticinque solo a duro prezzo e dalla coscienza delle grandi masse finalmente edotte di quel che hanno perduto perdendo la libertà
Se non come anche potrebbe essere vedete come prudente come anti elitario come pensa il problema del basta coscienza delle masse
E nello stesso tempo come è realistico
Dalle conseguenze della spavalderia tutta mussoliniana in politica estera quindi è la prefigurazione di uno delle strade che porteranno poi in effetti alla caduta del fascismo
Nell'ora scritto e stava lavorando a Mazzini e baffoni avrà fatto la tesi ora dovrà diventare il libro sulle origini del movimento operaio non ci dimentichiamo che il primo libro sul movimento per Alitalia di un certo spessore primo libro scientifico
E non ci dimentichiamo che parte nel sessanta questa ricostruzione esce nello stesso anno in cui esce la Storia d'Italia di Croce
Ma la
E poco dopo l'opera di di di volpe L'Italia in cammino ma mentre queste sono opere che una parte nel settanta Croce parte nel settanta
Invece Luís parte nel sessanta e fa capire benissimo che c'è un retroterra e poi col libro su Pisacane ne andrà Risorgimento e quindi
è un sta maturando insieme una riflessione sulla storia d'Italia e quello che accade nella democrazia ed in Europa
Nella sua serena ma afferma visioni di antifascista l'ha capito più e meglio di altri che il fascismo era una cosa seria
E che in Italia come in Europa le grandi conquiste liberali e democratiche erano o stavano per essere seriamente minaccia
Intanto davanti al dramma al drammatico fallimento dello Stato liberale
Il variegato fronte della cultura antifascista italiano era spinto proprio sul terreno dell'interpretazione della storia ad un violento e radicale revisionismo a questa parola che come si usa oggi quella riga una parola che si usava perfettamente allora la ritrovo nelle lettere
Di nello e la ritroviamo nel nel nel nel come veniva presentata allora la storiografia come come dire radicale revisionismo e cioè a ricercare le origini della crisi nel dello Stato liberale nelle carenze
Storiche originarie
Dello Stato unitario o addirittura nelle pare morali quasi genetiche del popolo italiano cinismo il qualunquismo il trasformismo l'immoralità eccetera eccetera
L'Italia liberale per una parte della cultura antifascista diventava quell'Italietta del malaffare
Che a sua volta e debole che a sua volta una parte della stessa cultura fascista giudicava misera e imbelle
Guarda caso uno dei tanti punti in cui
C'è questa
La zona grigia di
Di ambiguità l'ideologismo esasperato faceva emergere in tutte queste analisi ad effetto
Quella fetta definitoria quella ipostatiche sazio né in emblemi di uomini idee programmi del passato che trasformava intuizioni anche geniali
INA in asseverazioni prive di qualsiasi possibilità di dubbio o di appello
Gobetti Zuccarini dorso Gramsci e persino il vecchio meridionalista Giustino Fortunato quindi come vedete liberale
Propose un'analisi suggestive
Penetranti ma tutte allineate
A denunciare i limiti del Risorgimento e dell'Italia liberale limiti ce n'erano indubbiamente e a parlare di sorriso cimento fallito Risorgimento come rivoluzione mancata Risorgimento senza eroi oppure come fascismo autobiografia della nazione e ciò proprio mentre il fascismo sotto la spinta di intellettuali autorevoli come Giovanni Gentile Gioacchino Volpe si proponeva invece come completamento del Risorgimento come un nuovo Risorgimento così scrisse Volpe dopo un mezzo secolo di incubazione
Di forze nuove che nel primo Risorgimento erano deboli e assenti
Un secondo Risorgimento quindi quello del fascismo sappiamo che la parola secondo Risorgimento diventerà poi la parola con cui si designerà nel fronte delle forze antifasciste la resistenza ma in realtà e Volpe che usa primo Risorgimento e il fascismo come completamento del Risorgimento
Quindi secondo Risorgimento capace di pervenire a quelle integrazioni delle masse nello Stato
Che proprio Mussolini nel famoso discorso dell'ascensione del ventisei maggio del mille novecentoventisette avrebbe rivendicato a merito precipuo del fascismo parlando di un popolo fino al mille novecentoventidue quindi fino all'arrivo
Del fascismo assente refrattario ostile ora immesso finalmente nella cittadella dello Stato un giovane storico come nello sentiva il fascino delle teorie revisioniste ma Rent si rendeva conto dell'esigenza di una sintesi più compiute querelante molti scrittori postbellici scrive
In occasione del primo confino hanno portato è vero il riflesso dei loro attuali preconcetti nello studio degli uomini e delle idee del passato
Dirò un'eresia ma secondo me ciò è assai soddisfacente
Perché queste revisioni del Risorgimento anche un po'giornalistiche che si succedono e si urtano implicano necessariamente delle idee generali le quali pregevoli o no
Sono tutte sintomi infallibili delle esigenze avvertite e quindi della imminenza di prossime sintesi
Ed è proprio a questa sintesi che nell'andava pensando partendo proprio da un riesame della sì del secolo della vicenda risorgimentale per poi trattare la star dello Stato unitario il libro su Pisacane era un tassello di questo progetto di cui abbiamo trovato un'ampia documentazione ma che rimane incompiuto
E cioè come dirà più tardi ora sto per finire ovviamente
Una grandissima DOCUP
Documentazione su una storia d'Italia che presenta tre titoli ancora incerti nella penna di merito e nella mente di nello una storia della libertà del della libertà in Italia
Una storia degli italiani poi sarà titolo che Procacci sceglierà per un fortunatissimo il bellissimo libro sulla storia degli italiani partiva dal Medioevo oppure semplicemente una storia d'Italia dal mille ottocentoquindici
A ad oggi cioè a quando l'avrebbe scritta e non avrebbe più pubblicata perché i tempi non erano assolutamente quelli che avrebbero potuto permettere una sintesi di questi
La cultura democratica antifascista ricca di idee nuove e di spunti revisionisti ICI specialmente dopo che Salvemini era stato costretto a sfuggire all'estero non era riuscita a fornire un'interpretazione autonoma della storia italiana e della crisi dello Stato liberale
Sia rispetto a quella di volpe quindi nazionalisti avevano la loro storia d'Italia quella di volte
Volpe non era la storia lo storico ufficiale del fascismo ma era scelto lo storico più autorevole del fascismo
Perché dal venticinque in poi c'è un certo dissenso
E i liberali avevano la loro storia quella di Croce anche se non tutti erano d'accordo
Mellone era consapevole dopo che molti come il suo amico Giorgio Amendola erano rimasti insoddisfatti e Amendolara aveva gli aveva detto chiaro e tondo
Dall'opera di Croce per la mancanza di spiegazioni su come
Le così rosee prospettive di progresso civile della libertà si fossero poi infrante nella guerra e si fosse giunti al fascismo questa spiegazione non c'era
La concretezza di volpe così come la continuità fra Risorgimento e fascismo
Dallo storico nazionalista giudicata positivamente era a accettata dagli intellettuali antifascisti diaria liberaldemocratiche fascista ma in senso negativo secondo la tesi del fascismo come rivelazione
L'Italia nata dal Risorgimento era vista da molti cari amici di nello da pubblica fortunata da Marx Ascoli a Guglielmo Ferrero che pure lo aveva spinto a studiare l'opera della destra storica come la preminenza del fascismo
Lo stesso anello come si può capire da una testimonianza di Riccardo Bauer confinato anche lui ad Ustica fino al ventisette e pensava che le care che avevano giurato il fascismo affondavano nel processo della nostra formazione nazionale
Nel saggio pubblicato postumo ma scritto cominciato a scrivere a Ustica sull'opera della destra
Dopo aver preso visione dell'Italia in cammino di volpe e della storia d'Italia di Croce nello pose le basi di una interpretazione ben più solida dell'Italia liberale
E dell'operato della destra storica
Sensibile all'aspirazione all'ispirazione etico politica di Croce ma anche al metodo e al realismo di volpe di cui aveva apprezzato sia il primo capitolo d'Italia del Risorgimento sia il secondo gli italiani al lavoro
Nello partiva della situazione dello Stato sorto nel sessantuno un Paese povero ma al sicuro ignorante scarso di risorse diviso e fragile nella sua neonate unità indipendente solo nel nome
Con una maggioranza indifferente quando non apertamente ostile
Le forze che la moderna storiografia definisce presente antisistema cioè avversa al sistema liberale sia l'estrema sinistra se nel mondo cattolico in più e di considerava l'enorme disavanzo dello Stato l'eterogeneità dell'esercito l'analfabetismo impressionante
La debolezza delle infrastrutture la reazione al bandito e il banditismo nel Mezzogiorno ed infine la diffidenza con cui i Paesi europei guardavano all'Italia
La destra seppe approfittare risolutamente se non
Risolvere
Affrontare risolutamente se non risolvere questi problemi tanto che nel settantasei consegna la sinistra un'Italia sono le parole di nello con quella di quindici anni prima non aveva più niente a che fare
Per Ferrero che lo scrisse al Bisleri nel ventinove il governo della destra tutto la stortura di un'oligarchia una sorta di dittatura che metta al settanta in poi si era perpetuata mutando nella forma e peggiorando nella sostanza
Per Rosselli invece il medico merito principale della destra ed è stato proprio quello di attenersi al metodo di per al costituzionale allora una novità assoluta per due terzi di Italia
Per conto pur contraria al suffragio universale o timorosi che la partecipazione popolare gli omicidi da destra creano un sistema di libertà e di civiltà che finì con il favorire la partecipazione progressiva delle masse la vita politica
Al di là degli errori delle ingiustizie degli scambi di crearono quel sistema liberale con caratteri fondamentali erano proprio quelli dei Paesi europei più moderni rette sistema costituzionale ma concludeva Rosselli tale grandezza la più vera e profonda e duratura oggi non si intende e anzi si disprezzi appunta di meschinità
Riferendosi generalmente il richiamo ad un passato assai più remoto ormai siamo in pieno recupero della retorica romana siamo negli anni ventotto quindi già comincia la retorica romana accade altresì che Abel Sandoz sognare un'ipotetica venivi grandezza ispirato da un lato all'esaltazione di un remoto e mai conosciuto passato
Dall'altro alla sprezzante ignoranza della storia di ieri molti perdono anche il senso vivo di quel che accade nel presente
La nozione del dovere che ha tutti incombe di contribuire alla elaborazione del Comune domani è persa
La difesa da destra di Rosselli non aveva niente di retorico e di biologico era un appello la serietà a realismo ma anche una dichiarate solida valutazione del metodo liberale che aveva avvicinato all'Italia e i Paesi dell'Europa
Rosselli però non riuscì a pubblicare il suo lavoro anche perché voleva sviluppare un'opera generale sulla storia d'Italia dal mille ottocentoquindici appunto all'avvento del fascismo
Ed anche per l'UI lo scoglio era la spiegazione dell'avvento del fascismo anche se era pronta a caricare di tutte le responsabilità le classi dirigenti i partiti di sinistra eccetera rimaneva però un problema di spiegazione
La storiografia fino nazionalista di volpe quella liberale di Croce non riuscite a fornirlo diverse chiavi di lettura della storia italiana però mancava e manco una interpretazione solida nonostante gli spunti revisionisti ci di ispirazione liberaldemocratica
Aperta la sensibilità sociale politica
Per l'ascesa del movimento operaio delle masse popolari
Per Rosselli infatti il fascismo si presentava non tanto come sintesi originale qui la differenza dal Volpe
Del processo di missioni dei ceti popolari nella vita politica della nazione come scriveva appunto Volpe ma come elemento di rottura violenta e autoritaria del processo di crescita democratica e sociale nell'Italia liberale
Nonostante i tutti i limiti di quell'Italia prebellica che nello considerava non una democrazia ma un assegno democrazia
A questo punto credo che l'unico cosa da aggiungere
Dopo avervi detto che questi appunti per la storia d'Italia non provarono con la moto concretizzarsi in un'opera rimane da dire una una frase intorno all'altro punto che Rosselli coglie della crisi europea e della crisi italiana e sono viaggi a Londra e sono la percezione di una montante o odio nazionalistico
Che prende lavoro la la faccia del revanscismo
E quando progetta una storia
Una rivista East
Di storia europea lo fa per segnalare il dramma di una interpretazione nazionalistica della storia dei diversi Paesi
Si perde in questo modo l'Europa e si perde in questo modo la democrazia vede nel nazionalismo una minaccia per l'Europa e una minaccia non è molto originale probabilmente però è talmente quella denuncia che vuol fare talmente evidente che insieme ai consensi al progetto di rivista trova molte paure
Molte paure perché a denunciare quello che stava avvenendo sotto gli occhi a volte
Paura
Per finire questa questa carrellata se i colleghi me lo permette non vorrei leggere un pezzo che ha mi ha sempre colpito ed è un pezzo di nuovo del diario
Del dopo che lui è andato in tilt
E ma come è scoraggiata e misera la borghesia liberale alcuni sapendo mi alieno dal dedicare la mia vita la politica stupiscono che di questi tempi io persista ad occuparmene
Quando ad una modesta limitata attività politica come quella che lo faceva faceva corrispondono rischi sacrifici necessita di dedizione norme e non intendono che si è proprio il diritto del cittadino qualunque ad occuparsi di politica che io voglio rivendicare e al quale ritengo sia giusto sacrificare qualcosa
Il mare delle democrazie è forse in parte dovuto al fatto che la politica in esse
Mentre teoricamente compete a tutti in pratica è appannaggio di è lite di specialisti Rete si ritorna all'inizio alla critica dello specialismo della politica
Ma con molta saggezza con molta moderazione in Italia il male logicamente più grave che altrove è urgente creare la passione politica né più larghi strati sociali
Onestà dirittura buonsenso saranno tanto più diffusi nella cosa pubblica quanto più largo sarà il controllo
E l'interessamento del cittadino intorno ad essa ed è proprio oggi quanto più costa l'affermare questo che è un diritto dovere dei cittadini di tener le mani sopra la cosa pubblica che bisogna proclamarlo
Se tutti gli italiani o almeno quanti si trovano i migliori condizioni materiali e morali per farlo quindi è chiaro che il suo è un appello alla borghesia le classi dirigenti o al money almeno quelli che appunto hanno la possibilità di farlo avessero sempre continuato nonostante la bufera a preoccuparsi in privato e in pubblico con le parole e con l'azione della pubblica cosa non si sarebbe arrivata al punto nel quale ci troviamo
Bisogna promuovere il il risveglio dei politici marginali che costi scrocco e costituiscono poi la base più salda a tutela più illuminata e il controllo più severe disinteressato dell'amministrazione mi pare che qui si vada al di là della crisi del venti
Del Ventennio e synth rischia un problema che è fondamentale nelle democrazie cioè quello della partecipazione del controllo del del del popolo grazie
Io darei la parola adesso secondo lo schema che abbiamo a Nicola Tranfaglia
Io parlo della riflessione di Carlo Rosselli nel periodo che va
Dal confino di Lipari fino alla sua morte nel mille novecentotrentasette
Alcune delle cose dette da Zeffiro Ciuffoletti
Aiutano
Questo mio intervento perché richiamano sia l'ambiente familiare sia quello che c'è di comune tra i due fratelli
Al centro della riflessione di Carlo Rosselli
Fu l'analisi della crisi della democrazia liberale attaccata a partire dalla prima guerra mondiale da movimenti che avevano accantonato il metodo liberale di lotta politica che Carlo propugnava
O presso le masse lavoratrici privilegiato alle oligarchie burocratiche di un partito unico
Ostacolato in ogni modo gli ideali della democrazia e della Federazione
Che gli rifacendoci in questo alla tradizione di Carlo Cattaneo di Giuseppe Ferrari considerava la base di un socialismo nuovo non più marxista ma liberale il caso italiano all'interno dell'Europa è quello che li affronta per primo
Negli articoli che pubblica già negli anni Venti dalla rivoluzione liberale di Gobetti alla critica sociale di Turati e Treves al Quarto Stato con Pietro Nenni
Ma è indubbiamente nel libero che scrive a Lipari Socialismo liberale che la diagnosi della crisi crisi italiana si fa particolarmente penetrante
Rosselli collega strettamente la crisi della democrazia liberale alle forme e alle modalità dell'unificazione nazionale più di mezzo secolo prima
Questa fu l'opera di una minoranza e non del popolo italiano la tradizione repubblicana di Mazzini e di Cattaneo fu battuta da quella monarchica essa Bautista
Lo Stato liberale non riuscì a integrare al suo interno nelle masse cattoliche né quelle socialiste
Un'acquisizione importante dell'analisi di Carlo e a mio avviso l'affermazione secondo la quale il fascismo non è la causa ma è l'effetto della lunga crisi italiana
E la conseguenza immediata che ne scaturisce per superarlo afferma Rosselli non è sufficiente una semplice rivoluzione politica e indispensabile una vera e propria rivoluzione culturale
E innanzitutto prosegue Carlo problema di educazione morale politica nostre al Tour
Dei nostri avversari soprattutto in ogni caso di tutti gli italiani indipendentemente da ogni divisione di classe
Ben lungi dal terminale il giorno della rovina fascista e anzi solo allora che si porranno i problemi costruttivi
Insomma la diagnosi di riso di Rosselli mette insieme ragioni remote e vicine
Attribuisce la classe dirigente liberale ma anche al movimento socialista le responsabilità di un crollo che ha consegnato l'Italia un demagogo è un movimento quello fascista
Che il fiorentino giudica non un fatto rivoluzionario ma qualcosa che si riallaccia si riallaccia alla tradizione e procede sulla strada del minimo sforzo
Il fascismo dice Rosselli malgrado le apparenze alle apparenze e il più passivo risultato della storia italiana
Finora Rosselli si muove in una prospettive implicita di confronto tra le diverse esperienze europee cogliendo la peculiarità italiana ma con l'inizio degli anni Trenta tutto diventa più esplicito
Dopo il crollo liberale in Italia infatti il grande Paese al di qua del Reno accedere in pochi anni al pasto all'assalto del nazionalsocialismo
La rivoluzione nazionalsocialista osserva Carlo nel giugno mille novecentotrentatré annulla eliminare la rivoluzione fascista
Comincerà laddove il fascismo tanto penosamente era arrivato
La retorica rivoluzionaria destinata a morire sulle labbra dei rettori fascisti e il fascismo è ridotta a far figura di conservatore e di consigliere di prudenza
Rosselli così coglie nello stesso tempo l'indubbia parentela che lega i due movimenti ma anche la radicalità del modello tedesco rispetto a quello italiano
Che deriva dalle peculiarità della storia nazionale tedesca oltre che dal maggior grado di sviluppo complessivo cui era giunta la Germania
Il leader di Giustizia e Libertà perché il percepisce immediatamente la novità rappresentata dalla vittoria del fascismo in Germania e dal fronte antidemocratico e tendenzialmente totalitario che si crea nel Vecchio Continente
Esso scrive veramente l'anti Europa
Negando di libero esame la tolleranza religiosa l'autonomia della persona l'eguaglianza giuridica attacca l'Europa al cuore e va alla guerra ideologica e forse alla guerra tout-court
Con l'ebbrezza dionisiaca del barbaro che solo dalla forza attende la vittoria
Un anno prima quando la crisi tedesche raggiunto un punto cruciale Rosselli aveva sottolineato quella che a suo avviso erano le cause del declino di Weimar
Una repubblica elargita dalla sconfitta una rivoluzione dovuta lo sfasciarsi della struttura statale sotto la pressione di forze quasi unicamente Esterni la vera sconfitta delle forze di sinistra in Germania scrisse nel mille novecentotrentadue non è avvenuta oggi ma nel mille e di mille novecentodiciotto nel mille novecentodiciannove
Qualche mese dopo l'avvento di Hitler
In un discorso tenuto al gli antifascisti della lega e dei diritti dell'uomo
Carlo sottolinea il carattere europeo della crisi l'espansione dei regimi dittatoriali e in molteplici segni di disorientamento e di stanchezza
Che affliggono Paesi che pure hanno una forte tradizione democratica cioè la Francia e l'Inghilterra Rosselli non ha fiducia per ragioni precise nella capacità degli Stati democratici di mettere in crisi a dibattere di stati dominati dal fascismo
L'antifascismo europeo afferma ha il dovere di difendere i regimi democratici esistenti ma non può illudersi ricostruire attraverso di essi l'Europa unita e antifasciste
Fare l'Europa e farla per via rivoluzionaria in nome di un nuovo umanesimo e questo è una delle idee forza essenziale della rivoluzione italiana
C'è dunque in Carlo Rosselli tra il trentatré e il trentasette una forte consapevolezza assai più forte di quella dei partiti socialisti come dei comunisti ma anche delle forze antifasciste più moderate
Della svolte essenziale segnata dall'europeizzazione dei fascismi dalla loro vittoria in un Paese centrale
Per il destino del continente qual è la Germania
E dalla conseguente necessità in assenza delle libertà politiche e civili essenziali di lavorare per l'unità dei movimenti antifascisti a livello politico in tutto il continente sarà questa la stella polare che guiderà Rosselli il movimento di Giustizia e Libertà fino al mille novecento trentasette e poi nella Resistenza per combattere le divisioni un cammino difficile e tormentato
Che ha le sue radici proprio negli scritti di questi anni
Nel discorso ai delegati della lega dei diritti dell'uomo Rosselli affronta anche il problema dei rapporti tra le democrazie occidentali e la rivoluzione russa
Il suo giudizio che è positivo sulla rivoluzione russa e invece di mettere aperta condanna del regime staliniano
Giacché adesso rimprovera il fatto di calpestare i diritti dell'uomo e le libertà elementari malgrado ciò egli non auspica una controrivoluzione in Russia
Ritenendo che l'auspicata democratizzazione possano inibire piuttosto da un ulteriore sviluppo della rivoluzione e dall'educazione delle masse
C'è in questa posizione una certa sottovalutazione del legame tra le scelte del gruppo dirigente bolscevico guidato da Lenin e l'inevitabile consolidamento della dittatura del partito unico di cui Stalin nel suo successore sarà rappresentante interprete negli anni Trenta come nel secondo dopoguerra ma la speranza di Rosselli di uno scontro nel quale i comunisti si schiereranno nel campo antifascista non sarà delusa quando il fascismo che porta per sua natura la guerra farà precipitare il continente il mondo intero in una sfida mortale che coinvolgerà non solo l'Italia e la Germania ma tutte le democrazie europee
Il dibattito che si apre in Giustizia e Libertà come in tutto l'antifascismo
E fortemente critico verso il fondatore del movimento Gelli sta e almeno in un primo tempo sembra dargli torto per le ricorrenti divisione all'interno del movimento e per la cecità delle democrazie europee di fronte al fascismo che avanza e prepara lo scontro
Ma le sconfitte militari di Francia Inghilterra e l'invasione dell'Europa da parte delle armate dell'asse tra il mille novecentotrentuno e il mille novecentoquarantuno spingeranno a poco a poco le forze dell'antifascismo a mettere da parte le proprie dimissioni
E a raccogliere nella resistenza le forze necessarie per collaborare con gli eserciti alleati nella lotta contro Hitler e Mussolini
Rosselli nei primi anni ha trenta ai insomma guardato lontano è riuscita a cogliere prima di altri protagonisti osservatore uno dei caratteri essenziali della guerra che il tre tra il trentanove e il quarantacinque dividerà l'Europa
Gli ultimi tre anni della sua vita dal trentaquattro quanto la concentrazione antifascista si scioglie
E il movimento di Giustizia e Libertà si volge all'approfondimento programmatico ideologico della propria posizione al mille novecentotrentasette
Rappresentano un tentativo importante di precisazione delle idee dei giudizi in continua evoluzione sulla situazione europea
L'aspetto essenziale della crisi della democrazia
E colto con particolare attenzione al rapporto tra i Paesi democratici e il fronte fascista
Ma per contrasto Conforti differimenti né poteva essere diversamente ai due Paesi Italia e Spagna nei quali il fascismo aveva vinto stava per vincere
Si tratta di un triennio assai ricco intenso del quale non è possibile oggi di percorrere analiticamente il percorso
Concentro quindi l'attenzione su alcuni aspetti caratterizzanti del pensiero di Rosselli che distinguono la sua ma analisi dalle altre all'interno dell'antifascismo
Il primo punto riguarda il rapporto tra élite e masse nella società contemporanea e di conseguenza nella lotta rivoluzionaria del movimento antifascista del primo numero dei Quaderni di Giustizia e Libertà Carlo afferma che la rivoluzione antifascista non è lotta di una piccola schiera di illuminati e di eroi contro il tiranno
La rivoluzione antifascista il sommovimento di masse lotta di un popolo che prende progressivamente coscienza di sé della sua situazione degli ostacoli e dei problemi che deve affrontare per liberarsi
Quasi due anni dopo nel mille novecentotrentaquattro in alcuni appunti presi dopo un colloquio con Trotsky
Carlo chiarisce meglio insiste sulla classe gli rispondo che ne lavoriamo con la classe operaia per la classe operaia ma egli deve rendersi conto dell'estrema difficoltà della situazione
Massa operaia fiaccata nuove generazioni operaie disse educate per arrivare alle masse indispensabile formare quadri piccolo borghesi intellettuali
Nostra duplice azione formazione di quadri azione di sostegno il lavoro di massa sul serio sarà possibile solo in un secondo tempo
Infine rispondendo sul settimanale
Giustizia e libertà critiche che venivano dai comunisti e da parte dei socialisti rispetto al volontà rispetto volontarismo romantico di Giustizia e Libertà
Carlo indica la differenza fondamentale che deve esserci sul rapporto masse Litta nei Paesi fascisti e in quelli democratici
Nei primi ci si trova di fronte a masse passive a Morse incapace di reagire al dominio non solo materiale ma psicologico che seguire su disegni e se esercita la dittatura
E l'unica azione possibile per lottare contro di essa e quella di nuclei ristrette di minoranze attive battagliere le grandi masse si chiede Rosselli quand'è che si metteranno in moto
Quando la crisi scoppierà vale a dire quando si riuscirà a spezzare nordiste legare il formidabile meccanismo che imprigiona le masse il lavoro decisivo si potrà fare solo allora
L'esperienza storica si incaricherà qualche anno dopo di confermare
L'intuizione di Rosselli l'osservazione infatti mette in luce un aspetto nuove peculiare dei regimi di totalitari di cui non tutti si accorgono all'horror compari lucidità
La capacità di quei regimi come il nazionalsocialismo ma anche lo stesso fascismo italiano da una parte e d'altra parte lo stalinismo nell'Unione Sovietica di manipolare le masse alternando terrore organizzazione dell'appoggio di massa in modo da passi Rizzardo B e renderle indisponibili
Fin quando non scoppia la crisi a causa di una sconfitta militare o di altre lenti
E venti per giungere alla lotta contro la dittatura
Il secondo aspetto che vorrei toccare riguarda il problema dello Stato e delle caratteristiche che doveva cadere in una democrazia come quella cui pensa Rosella
Non c'è dubbio sul fatto che su questo tema centrale per ogni concezione moderna della democrazia
Ci sono nel Fiorentino alcune oscillazioni durante l'ultimo triennio e i toni almeno in parte Munteano nell'ultima fase della sua figlia vita di fronte all'esperienza intensa della guerra civile di Spagna e del duro confronto tra la Repubblica e i generali di Franco ma al di là di questo oscillazione assai chiara la posizione di Carlo di fronte allo Stato
Quello dittatoriale proprio degli Stati fascisti è un mostro che ha stravolto tutti i rapporti umani puntellato tutti i privilegi sostituito la libertà
Con la legge faziosa l'eguaglianza con la disciplina di caserma e le caste
Di fronte a una simile realtà
Che il fiorentino vede riflessa nelle dittature del ventesimo secolo
La conclusione della sua analisi lo porta a prefigurare che il compito della rivoluzione antifascista sulle macerie dello Stato fascista capitalista sarà quello di far risorgere la società federazione di associazione quanto più libere varie possibili
Ritornando due anni dopo nel giugno trentasei sempre sul settimanale sui temi dello stato del partito
Rosselli non respinge le tesi del suo interlocutore marxista danubiane sul ruolo del centralismo democratico nello Stato come nel partito
Ma sottolinea ancora una volta la necessità che l'organizzazione dell'uno e dell'altro sia plasmato in senso autonomistico federativo piuttosto che burocratico e autoritario
Insiste sulla necessità di una pluralità di partiti e dei movimenti all'interno della società
E sostiene che il Partito rivoluzionario non devo concepì essi compì con lo Stato ma piuttosto come una società Micro cosmica con tutta la pluralità intensità e ricchezza di motivi di una società libera
Da qui scaturisce la sua concezione di partito più volte riafferma Carlo pensa che la forma del movimento corrisponda sei meglio di quella del partito
Così come storicamente si realizzata tra i socialisti e dei comunisti all'esigenza di unificazione dell'antifascismo a cui penserà fino all'ultimo pochi giorni prima dell'assassinio
L'ultimo aspetto riguarda la peculiarità della crisi che investe le democrazie occidentali in un articolo che apparirà sul settimanale due giorni dopo la sua morte l'undici giugno mille novecentotrentasette
Il leader di Giustizia e Libertà
Quando ormai l'impresa africana di Mussolini ha potuto realizzarsi senza un'adeguata reazione da parte delle potenze democratiche e interverrà ottenuto senza colpo ferire la cancellazione diversa
Sa gretta mentalità conservatrice di classi dirigenti trita sincero ma mio Pedis diario di pace delle masse
La verità conclude Rosselli che ci sono tutte queste cose insieme
L'Europa occidentale non ha capito il fenomeno fascista gli Stati democratici ed escono di supplire sul piano internazionale lo stesso destino dei partiti democratici all'interno degli Stati totalitari
Si ritorna così alla diagnosi di fondo della crisi che Rossella formulato all'inizio degli anni Trenta e ha ripetuto di fronte alla vittoria di Hitler nel mille novecentotrentatré
Il fascismo è un effetto non è una causa del crollo dello Stato liberale in Europa le democrazie saranno sconfitte se non comprenderanno questa De Rita e non ne trarranno tutte le conseguenze il discorso riguarda evidentemente il declino dei parlamenti i meccanismi delle società di massa la crisi dei vecchi partiti
La necessità di uno Stato ma anche di una società più moderni di quelli che si sono affermati durante la prima guerra mondiale
Siamo tutti grati a Nicola Tranfaglia per questa relazione avremo modo poi di pence di Peter ripensare riflette su molti passaggi importanti e dare la parola Salvatore Veca
Grazie
Cioè il mio intervento consiste in un commento a tre proposizioni ricerchiamo tre proposizioni fondamentale rossa ER mi riferisco al socialismo liberale di Carlo Rosselli
E il mio scopo naturalmente non consiste nella ricostruzione nell'interpretazione del contesto
E delle ragioni che hanno sostenuto la genesi di quelle proposizioni fondamentali contesti interpretazione ricostruzione sono stati offerti agli interventi di Ciuffoletti e di Tranfaglia che mi hanno preceduto il mio scopo come dire e analitico cioè mi chiedo molto semplicemente quanto quelle proposizioni possano orientare Nolli
E reti come criteri dell'orientamento del giudizio sulla politica delle politiche mio non è un problema una questione di genesi una questione come dire di retaggio
La la prima copia di proposizioni concerne il ruolo del principio della libertà come valore intrinseco a partire dalla connessione fra liberalismo e socialismo
La seconda proposizione avverte sulla natura qualifica la natura della competizione del conflitto politico in una democrazia
Della terza proposizione a che vedere con la mozione cruciale come suggerirò in una teoria il valore politico Type persona o di personalità per usare il termine di Rosselli di persona morale
Alla fine solo un piccolo cenno
Adottando la prospettiva del retaggio e non della Genesi mi chiedo se le proposizioni che queste proposizioni fondamentale di Rosselli
Possano orientarci nel giudizio politico riflessivo sulla controparte nel due mila e uno della tragedia europea degli anni trenta che e quella del processo del progetto di costruzione o di insorgenza di istituzioni democratiche uno spreco
Prendiamo la prima copia di proposizioni sono proposizioni Celebre
Se ci fossero degli studenti sono quelle che io assegnerei a lavagna alcune slide per dire ok prendiamo il punto it
Rosselli esamina la natura del liberalismo come prospettiva di valore politico scrive cito il liberalismo può definirsi come quella teoria politica che partendo dal presupposto della libertà dello spirito umano dichiara la libertà supremo fine
Supremo mezzo suprema regola dell'umana convivenza
Fine in quanto si propone di conseguire un regime di vita associata che assicuri a tutti gli uomini la possibilità di un pieno svolgimento della loro personalità mezzo in quanto reputa che questa libertà non posso essere elargito imposta ma debba conquistarsi con personale con duro persone travaglio nel fluire delle generazioni fine della citazione
Però in convento può esser questo
Diciamo la libertà di ciascuno di noi definita come il valore prioritario prioritario rispetto ad altri valori che deve modellare deve dettare l'assetto delle istituzioni rispondo e i nostri modi di convivere durevolmente nel tempo
Sì ho serve che la libertà sia valore intrinseco in questa formulazione sia valore strumentale
Perché al tempo stesso diciamo fine e mezzo
Vale di per sé e vale per conseguire altro
Se uno si chiede perché si può rispondere
L'idea è solo l'esercizio e l'impiego delle libertà agli usi delle libertà consentono di perseguire il fine del pieno svolgimento della personalità
Cioè gli usi delle libertà sono responsabili della fioritura di persone libere
Per lo sviluppo umano e libertà nel senso vago e prezioso della realizzazione di sé e delle persone
Ma in che senso preciso azzeriamo che il valore della libertà come fine come mezzo nel senso che ho accennato a cui ha accennato è un valore prioritario cosa vuol dire sostenere che ha un valore prioritario
Sostenere una priorità vuol dire molto semplicemente definire un ordinamento fra i valori che detto a me modella nel disegno delle nostre istituzioni e dei mostri nei nostri modi di convivere nel tempo
E allora il principio della priorità della libertà esemplifica l'ordinamento fra la libertà delle persone e altri valori politici e sociale
E diremo che il sistema della libertà delle persone non è negoziabile ne sono possibili trade-off od oltre ad essere arrangiamenti fra le libertà e altri valori
Possiamo dire negare altri valori vero se viene trovato in un repertorio
Come valori e fini collettivi ma questo significa che c'è un vincolo di priorità diciamo e questo genera conseguenze molto importante le conseguenze tragiche
Lei lo sfondo storico è stato così vividamente illustrata che esattamente l'incapacità o il fallimento il deficit e l'integrazione
Degli Stati liberali nelle due vicende canoniche europee tedesche italiana bisogni nell'integrazione esattamente un caso in cui è saltata la priorità delle libertà ecco per per connettere le le cose
Diciamo che il perseguimento quindi individuale o collettivo di importanti scoppio valori deve essere vincolato dal rispetto del principio della libertà delle persone per usare una classica distinzione fissata da Bobbio Poirier discussa il principio della priorità della libertà riguarda tanto il fine quanto il metodo se vogliamo usare questa cosa su cui si discusse della allora diciamo che il commento a questa prima proposizione fondamentale di Rosselli ci suggerisce quindi per in sintesi che il primo principio di una società bene ordinata e quello della priorità del sistema delle libertà delle persone
E possiamo così passare alla seconda proposizione altrettanto celebre che specifica come in una sequenza la natura del socialismo
Cito
Il socialismo non è che lo sviluppo logico sino alle sue estreme conseguenze del principio di libertà
Il socialismo inteso nel suo significato più sostanziale eh liberalismo in azione e libertà che si fa per la povera gente
Dice il socialismo
L'astratto riconoscimento della libertà di coscienza della libertà politica tutti gli uomini
Se rappresenta un momento essenziale nello sviluppo della teoria politica
Ha un valore ben relativo quando la maggioranza degli uomini per condizioni intrinseche ambientale per miseria morale e materiale non sia posta in grado di apprezzarne il significato e di valersi ENEL concretamente la libertà non accompagnate sorretta da un minimo di autonomia economica dall'emancipazione dal basso dei bisogni essenziali non esiste per l'individuo è mero fantasma fine della citazione
Allora il commento ora è il seguente
Prendere sul serio la priorità della libertà
Implica non solo l'universalizzazione della libertà che coincide con una equalizzazione del sistema delle libertà per chiunque
Ma anche e in nome dello stesso principio
L'equalizzazione del fattore del sistema delle libertà per chiunque
Allora noi dobbiamo distinguere in proposito fra due tipi di circostanze che possono toccare il fatto che le persone abbiano libertà eguali il fatto negato dal fascismo negato dalla crisi delle democrazie negato alla nazione anzi se socialismo a fortiori
C'è un tipo di circostanze in cui diciamo che le persone hanno eguale libertà in quanto ciascuno a eguale libertà di scegliere fra alternative e la gamma delle alternative la stessa per chiunque
Questo non è vero sì a regime non è vero che i casi di esclusione da diritti ma è vero nel caso di inclusione quanto al diritto di di opzioni
Nella circostanza del secondo tipo noi mettiamo a fuoco non il fatto delle quale libertà per chiunque
Quanto al fatto delle quale valore delle quale libertà per chiunque riconosciamo la varietà di cause di fattori di elementi che riducono aumentano il valore delle quale sistema delle data per le persone
E diremo allora che per onorare il principio della priorità della libertà per chiunque dovremmo mirare ai quali zanne il valore riducendo l'effetto che la distribuzione di risorse di titoli di dotazioni naturali e sociali a sul variabile valore della libertà per le persone allora possiamo definire un secondo principio
Che come si dice sott'ordinato al primo
Sì secondo principio prescrive che sia equalizzatore per quanto è possibile il valore della libertà per le persone
Perché al fine che per quanto è possibile ciascuno possa come ciascun altro
Modellare il proprio destino individuale e collettivo senza essere subito schiavo della sorte naturale sociale di quella lotteria che fuori della portata di scelte della responsabilità individuale delle persone
Altera e distorce l'eguale valore che riguarda libertà decadere per ciascuno questo e liberalismo per la povera gente
Perché lei quale libertà per la la povera gente cioè perché ha escluso perché Asm socialmente svantaggiato non ha eguale valore
Non vuol dire che non sia eguale questo è il punto su questo punto c'è una tragedia per la porta della cella certa tragedia della tradizione comunista voglio dire per per connettere questo mio modo molto astratto di parlare hanno sfondo delle nostre vicende
Allora possiamo concludere l'eguale libertà individuale è un impegno sociale
Qualcosa è come dire che ci dobbiamo d'un altro entro il quadro di sfondo di istituzioni che ha scrivi no e tutelino il sistema eguale delle libertà
Si osservi che il commento a questa prima copia di proposizioni potrebbe indurci a riconoscere nella forma dell'eredità
La tensione è essenziale che al centro del conflitto e della competizione fra prospettive alternative di valore politico entro le nostre democrazie costituzionali
L'una basata sul primo principio punto e basta
E l'altra basata sui due principi lessicalmente ordinati cioè la tensione per dirla in parole povere fra chi ritiene che una società basata sulla priorità della libertà
Debba limitare la politica le scelte pubbliche
Alla eguale libertà delle persone e chi ritiene invece è una società basata sulla priorità della libertà debba perseguire con la politica e con le scelte pubbliche
L'eguale valore o il meno diseguale valore della libertà
E che il mix per usare una terminologia discussa dal cielo violente nelle due libertà tra libertà di agire sarebbe quella del primo caso di libertà dal bisogno a quella del secondo caso sia un obiettivo di equilibrio instabile provvisorio e tuttavia un obiettivo di valore morale e politico nel secondo caso
Se serve inoltre che questo conflitto in cui possiamo riconoscere le tracce le impronte di una lunga storia di cui siamo possiamo essere variamente eredi
Presuppone tuttavia la condivisione del principio della libertà delle del del principio della priorità della libertà questo condiviso da entrambi e la competizione
Su modi politicamente appropriati per onorare la promessa della libertà come fine e come mezzo
Posso così passare alla seconda proposizione in cui viene specificata la natura del conflitto politico in una democrazia
Una democrazia che sia degno di questo nome la democrazia che sia modellata nelle sue regole nelle sue procedure dal principio della priorità della libertà questo il passo celebre di Rosselli Citto
Per il liberalismo e quindi per il socialismo
è fondamentale la osservanza del metodo liberale o democratico di lotta può
Litiga dove diciamo l'alternativa non è distruttiva
Di quel metodo che per la sua intima essenza e tutto penetrato dal principio di libertà
Sul terreno politico si potrebbe definire come un complesso di regole di gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare
Regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini delle classi degli Stati a contenere le lotte fatali e anzi desiderabili c'è una visione di democrazia quel conflitto regolato
Entro limiti tollerabili acconsentire la successione al potere dei vari partiti a incanalare nella legalità le forze innovatrici via via insorgenti
Prima ancora di essere un sistema di meccanica politica
E son vuole essere una sorta di patto di civiltà che gli uomini di tutte le fedi stringono fra loro per salvare nella lotta agli attributi dallo umanità fine della citazione
Ora qui mire RAI ha
Col commento a mettere a fuoco tre idee guida
L'idea della mutua compatibilità fra condivisione di valori politici fondamentali il patto di civiltà
E competizione fra interpretazioni alternative delle politiche miranti ad a interpretarli valenza
L'idea controversia la della democrazia
E l'idea del patto di civiltà come mutuo riconoscimento
Le tre idee naturalmente sono connesse fra loro
La prima idea si può specificare così
Una concezione del conflitto e della competizione democratica coerente con la priorità della libertà si basa sul riconoscimento della reciproca mutua compatibilità fra il nostro avere una comune lealtà civile
E il nostro divergere quanto all'interpretazione delle agenda e delle non accenda politica
I conflitti fatali le lotte frattali e anzi desiderabile
In una società di e tanto un'identità di interessi e ideali quanto un conflitto fra prospettive di valore sulle politiche che soddisfino interessi e realizzino per quanto è possibile ideale
Allora condividere i valori politici fondamentali non vuol dire condividere tutto ciò che per noi politicamente vale
Vuol dire impegnarci lealmente nella controversia democratica e anzi avvalorare la controversia dar valore alla controversia fra ideali sostantivi alternativi
Onorando la virtù della giustizia procedurale questo ci il il qui tornerò sul problema delle regole delle procedure
E in questo senso
La defezione rispetto alle regole del gioco o l'impiego opportunistico delle stesse equivale alla rottura della reciprocità del riconoscimento che specificata dalla terza idea
Nel caso storico il problema che è Carlo Rosselli pone in quelle pagine il problema se nel caso di defezione cioè di ricorso alla violenza nel per quarta reparti che dovresti rispettare vi siano e vi sono secondo Rosselli giustificazioni per il ricorso alla violenza questo è un punto e come fosse un diritto di resistenza in nome della del conte sortito democratico tra un punto di grande
Come dire che suggerisce cose molto importanti
Ora e noto che quando il discorsi
Sulla natura del competizione politica avvertono sul valore delle procedure o delle regole
Viene naturale l'obiezione a proposito del fatto che regole e procedure valgono per novizie valgono e quando augura abilmente valgano per noi
In quanto ci consentono di perseguire scopi e finì individuali o collettivi che a loro volta valgono intrinsecamente per noi cioè il valore del procedura è strumentale e non intrinseco
Si tratta i mezzi come dicevamo dopotutto non di Fini parliamo di un metodo non di un ideale sembra cioè che il resoconto del conflitto democratico caratterizzato dalle idee guida della mutua compatibilità fra condivisione e competizione
Della controversia Litta e della reciprocità del riconoscimento attribuisca regole e procedure una sorta di valore sacrale o intrinseco
E allora sorge la domanda che cosa propriamente assegna valore a regole e procedure del conflitto della controversa democratica
Per rispondere ricorro alla terza per vostra fortuna ultima proposizione non si alleano a cui mi riferisco cito
Anche per i socialisti l'ultimo il solo fine appare l'uomo l'individuo concreto cellula prima e fondamentale
Ovvero la società ma solo in quanto con questo nome si designi un aggregato di individualità e si abbia riguardo al maggior numero
Non esistono fini della società scoppia soggetto che non siano al tempo stesso Fini dell'individuo in quanto personalità morale signore la citazione
Allora diciamo il succo del mio commento è dovremmo ricordare che in una democrazia gli unici Fini in se stessi o a se stessi solo gli uomini e le donne che vi hanno una vita insieme da vivere
Si osservi tedeschi sostiene questo
Specifica
In altro modo le implicazioni del principio della libertà come valore prioritario intrinseco è strumentale
Che le persone siano gli unici fini a se stessi o debbano esserlo vuol dire che tutto il resto sono mezzi e valori scova Lori strumentale
Istituzione politica le politiche scelte pubbliche provvedimenti decisioni collettive appaiono come un insieme prezioso di mezzi per molti scopi
Hanno devono o dovrebbero avere valore per noi in quanto coerenti con il rispetto dell'idea di persona morale libera eguale
Potremmo dire a questo punto che l'eguale dignità della persona umana
E il vincolo sulle scelte collettive nella controversia politica democratica e allora le procedure le regole traggono da questa idea del rispetto della dignità delle persone la loro forza
Cioè procedure e regole sono il segnaposto delle quale dignità delle persone
Gli unici fini a se come abbiamo detto in una democrazia
Naturalmente è bene specificare che la mozione di persona che adottò ora è una nozione politica e non metafisica o religiosa
La mozione di persona politicamente intesa coincide con la mozione di cittadinanza democratica
Accettare tale nozione non richiede l'accettazione di tesi importanti e controverse giustamente controverse sulla su che cosa fa di una persona una persona questi sono problemi etici ha un tono oggi ci religiosi metafisici
Ma l'idea di persona qui si connette all'idea dello schema di cooperazione e dei suoi è qui termini
Per persone intese come cittadini e cittadine che hanno pari dignità
O se volete a uno schema di Società bene ordinata
Così connettendo le tue idee disponiamo di una prospettiva di valore politico che ci orienta nel giudizio sulle istituzioni e sui modi del convivere sulle nostre pratiche sociale
E la nostra prospettiva completa addotta come criterio del giudizio nel senso detto il principio della dignità della persona
E politica e istituzioni pratiche sociali e scelte collettive devono poter essere sottoposte al teste la giustificazione centrato sulla dignità della persona
Ci chiederemo in altre parole se una politica un'istituzione una pratica sociale una scelta collettiva siamo coerenti e rispondenti corrispondenti nel modo giusto alla dignità delle persone ora
è noto che l'espressione dignità della persona a un inesorabile vaghezza
Ma la vaghezza contraddistingue tutti i termini importante del nostro vocabolario politico e morale ereditato
Pensate che dire di giustizia
Che dire di libertà che dire di eguaglianza che dire di equità
Sono tutti i vari si può mostrare che una virtù questa
Che non è vera in matematica mai ed era nell'ambito del pensiero politico
E il punto importante e come è stato osservato più volte che la vaghezza di questi termini non ne riduce l'importanza per noi
Si può tuttavia suggerire un'altra strada per rendere conto dell'importanza del criterio normativo della vaga idea di dignità della persona
Noi troviamo difficile dare un senso univoco possiamo litigare su che cosa voglia dire riconoscere l'eguale dignità delle persone
Ma non troviamo allo stesso modo difficile se ci pensate identificare quelle circostanze in cui noi avvertiamo che la dignità e sfidata e offesa è violata
Dal disvalore o dall'anti valore la barbarie fascista e nazista e anti pallore torna disvalore l'esclusione sociale società democratiche di disvalore
Sappiamo che in tutte quelle circostanze quelle che io chiamo le circostanze del male e della sofferenza socialmente evitabile
Esseri umani sono trattati come arnesi e non come fine a se come mezzi
Possono avere un prezzo e un valore quindi strumentale e non come originatori di Fini che per questo hanno dignità
E quando mettiamo a fuoco le storie ordinarie o a volte catastrofiche di lesione azzeramento della dignità delle persone la nostra risposta è quella del vocabolario dei diritti delle persone
Come delle briscola e che bloccano ora esistono Polo dovrebbero proteggere rispetto all'impiego all'uso delle persone come arnesi
E allora concludendo considerate
Il controverso testo
Della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea
Dopo il preambolo il capo primo si intitola dignità
I suoi cinque articoli definiscono la inviolabilità il dovere del rispetto della tutela della dignità gli articoli definiscono e quindi il diritto alla vita all'integrità della persona la proibizione di trattamenti degradanti
La proibizione della schiavitù e della tratta di esseri umani con cui si conclude il primo capo
La tratta è ampiamente praticata quindi se ne sono appropriati
Quale che sia la nostra valutazione del progetto del processo di costruzione insorgenza dell'Unione Europea
A me sembra difficile non riconoscere il fatto elementare per cui dobbiamo prendere sul serio i diritti fondamentali delle persone perché siano fissate le clausole del patto di civiltà Rosselli hanno che è alla base di inedite istituzioni democratiche europee un processo
Ma riconoscendo il fatto elementare avremo anche riconosciuto nella forma del retaggio il debito nei confronti delle proposizioni fondamentali Rosselli Anna che ho cercato di commentare quelle proposizioni l'abbiamo ascoltato sono state formulate da Carlo Rosselli partecipante osservatore negli anni Trenta del secolo prese gli anni come abbiamo ascoltato della tragedia del conflitto per la libertà
Nel teatro europeo di dittature autocrazia
Nell'anno nel secolo negli anni della Grande Crisi del deficit delle democrazie nell'intervallo fra il massacro della prima guerra e la barbarie della seconda guerra mondiale
Allora nella forma del debito possiamo forse pensare come eredi
Di cogliere qualcosa come un signor prognostico nell'essi può dei diritti e della dignità delle persone che tratteggia le clausole di un patto di civiltà possibile per l'Europa del ventunesimo secolo a settanta e passa anni di distanza da quell'Europa
Questo patto come sappiamo ha una lunga storia una varietà di storia alle proprie spalle
E nella varietà di queste vicende a me sembra
Per me personalmente come esperienza del mio contatto con un libro con me ne Socialismo liberale sembra cosa buona e giusta riconoscere la traccia l'impronta delle opere e dei giorni spezzati di Carlo Rosselli grazie
Credo di poter ringraziare a nome di tutti voi anche Salvatore Veca
E credo di poter dire che questo che noi abbiamo voluto fare con le nostre forze nasca conoscenza quello di offrire un momento di riflessione
Mi auguro serio c'eravamo preparati bene perché vanno tutti i testi scritti
E forse per un eccesso di amor proprio speriamo di di vedergli uniti questi contributi perché in realtà si integrano
Si lega
E quindi mi dispiacerebbe che fossero poi magari destinati ognuna una rivista x vista Y ma trovassero momento di di unione perché mi sembra particolarmente felice sia il titolo
Questa iniziativa che l'unione di riflessione storica impressione politologi faticoso io credo di dover ringraziare tutti e in primo luogo naturalmente presidente Violante
Se
Credo non anche per modo come queste cose si svolgono in questo ambiente
Credo che non si debba fare altro che ringraziarci a salutarci