Assemblea Generale di Confindustria 2004 (presso l'Auditorium della Tecnica, Viale Umberto Tupini, 65)

Sì
O vorrei
Dare inizio a questa Assemblea che dichiaro aperta
E nel farlo desidero porgere innanzitutto un saluto
Di Benvenuto e di ringraziamento al presidente del Senato al Presidente della Camera al Presidente del Consiglio
Alle tante autorità
A voi tutti signore e signori
Cari colleghi
E al caro
Nuovo presidente di Confindustria Luca di Montezemolo ieri
L'assemblea privata di Confindustria
Ha votato a letto Luca di Montezemolo presidente per il prossimo quadriennio due mila e quattro e due mila otto
E quindi a Luís tra qualche minuto cederò questo podio perché egli possa svolgere la sua relazione all'Assemblea
Io desidero qui brevemente
Salutare e ringraziare
Tutti coloro i quali sono stati in questi quattro anni i nostri interlocutori i nostri compagni di strada
I nostri colleghi
L'assemblea di Confindustria gli ultimi anni sono cresciuti in maniera molto significativa
E abbiamo nelle sale accanto
Diverse migliaia di imprenditori colleghi che purtroppo in condizioni non agevoli sono qui a seguirci
La partecipazione e un sintomo importante della presenza e della crescita del nostro sistema
Loro non sono con lui fisicamente in questa sala non sono con noi giusto a fianco e alloro rivolgo un caloroso saluto e soprattutto una ringraziamento chiedendo loro scusa anche delle condizioni non propriamente agevoli nelle quali si trovano in questo momento
Io non tra ce l'ho qui un bilancio dell'attività di questi quattro anni l'ho fatto ieri doverosamente l'assemblea privata questo è un indirizzo di saluto ma al tempo stesso vorrei ricordare
Alcune importanti punti di riferimento che ho sempre tenuto presenti nel portare avanti insieme con i colleghi della presidenza e con voi questi quattro anni di vita confederale
Altre convinzioni che sono state per me punti fermi che hanno ispirato l'azione di questo del di questo periodo
La prima convenzione e che non c'è nessuno il peggior nemico del capitalismo di un cattivo capitalismo
Ed è per questo che corna grande rigore e senso di responsabilità noi dobbiamo saper sempre Inter Petraroia i valori sani e forti di quel capitalismo virtuoso che vive di mercato
Che sa affrontare a viso aperto le sfide della competizione internazionale e che sa sempre privilegiare innanzitutto le attività industriali alle speculazioni finanziarie
Certo anche nel capitalismo italiano ci sono imprenditori che credono ancora oggi di potersi rifugiare dietro cinture protettive di poter vivere forse più di protezione che non di mercato che si illudono ancora oggi di poter sfuggire
Alle regole ineludibili della libera concorrenza ma ci sono soprattutto tantissimi imprenditori migliaia e migliaia di imprenditori di colleghi che credono invece nella competizione e nella crescita hanno il coraggio di rischiare e di investire e che rappresentano la parte più viva e più forte dell'economia italiana è una delle componenti più sane della Società del nostro Paese
Questi imprenditori meritano l'impegno e lo sforzo di far valere le loro esigenze
Ed è per questi imprenditori lasciatemelo dire che è valsa veramente la pena di affrontare questi quattro anni di lungo e duro lavoro
Essi non hanno bisogno negli adulazioni lady false politiche né di finte riforme
E non hanno neanche bisogno di generici incoraggiamenti a fare di più e a fare meglio
Fare di più e fare meglio il loro imperativo di ogni mattino fare di più e fare meglio e la loro ossessione quotidiana
Questi imprenditori
Non si rassegnano proprio per questa ragione ad un Paese che non sa affrontare le sue contraddizioni
Che non sa fare le riforme necessarie per diventare più forte e più competitivo
E si si misurano sui mercati internazionali non hanno paura di confrontarsi con i concorrenti o confrontarsi con i nuovi prodotti
Alla piuttosto la preoccupazione di essere frenati rallentati impediti
Da unitarie da un'Europa sempre più seduta su se stesse e che non li mettono in condizione di esprimere il meglio delle loro potenzialità
La seconda convenzione anche se molto ferma
E che occorrono riforme vere e radicali riforme che vengano realizzate con il massimo coinvolgimento dei protagonisti dello sviluppo
I rappresentati della politica delle forze sociali ma che vengono anche fatte nei tempi e con le cadenze rese necessarie dalle urgenze e dalla gravità della situazione
Mai come oggi i tempi della politica non sono adeguati alle emergenze dell'economia e della società italiana
La terza fermissima convinzione
E che il nostro Paese è un patrimonio di crescita di sviluppo di opportunità ancora tutto da sfruttare il talento dei nostri imprenditori la voglia di fare dei nostri giovani la capacità di lavoro
Che il nostro Paese sa esprimere sono il vero grande patrimonio di risorse che noi non siamo ancora oggi in grado di mettere fino in fondo a frutto
Noi possiamo fare di più molto di più e credo che dobbiamo farlo non solo per
Evitare una crescente marginalizzazione economica ma soprattutto perché anche nella società italiana che una società pubblica esistono aree di arretratezza sociale di emarginazione di iniquità
Che possono essere ridotte solamente con una crescita economica più forte e più sostenibile
Noi siamo fermamente convinti
Che lo sviluppo economico
Sia strettamente legato all'equità sociale senza equità sociale non c'è sviluppo sostenibile e senza crescita dell'economia non può esserci progresso nel civile né sociale
Questi sono i principi che ne abbiamo seguito con grande rigore con grande attenzione in questi anni sono i principi che hanno ispirato l'attività di Confindustria e che l'hanno resa
Quello che oggi e la Confindustria io lascio Luca di Montezemolo e la Confindustria credo più forte e più rappresentativa di quella già forte e rappresentativa che avevo ricevuto quattro anni fa dall'amico Fossa
Certo se volete anche una Confindustria più militante
Una Confindustria che non ha esitato ad assumere posizioni anche forte ma sempre chiare e molto trasparenti
Nel rapporto con gli interlocutori della politica del mondo istituzionale e delle forze sociali
Con le quali abbiamo svolto
Anche un lavoro importante che ci ha consentito
Di compiere ho contribuito a compiere riforme che sembravano impossibili ma che pure sono state realizzate e cito una per tutte quella del mercato del lavoro
Resta il rammarico
Che altre riforme che sembravano più possibili più agibili sono ancora da fare ma restano scritte nell'agenda delle priorità
Del Paese
Mi fermo qui perché non voglio entrare in temi che saranno oggetto della relazione
Di Luca Montezemolo e quindi fermato in cui voglio ringraziare
Soprattutto colori quale mi sono stati vicini in questi quattro anni
Voglio ringraziare i colleghi della presidenza quelli che hanno lavorato nel primo
E quelli che hanno lavorato nel secondo biennio
Che mi hanno tutti sostenuto con amicizia
Con grande lealtà e soprattutto con un impegno straordinari
Voglio ringraziare i colleghi del direttivo della Giunta
Che c'erano sempre aiutato nella progettualità e nella proposta di Confindustria e hanno sempre avuto il coraggio di assumere posizioni chiare e coraggiose
Voglio ringraziare la struttura e l'organizzazione di Confindustria e quando dico questo non parlo solo di chi ha lavorato qui a viale dell'astronomia
Parlo delle migliaia di professionisti che lavorano le duecentottanta associazioni del sistema e che rappresentano per tutti noi imprenditori per le centodiciassette mila impresa che fanno parte del mondo di Confindustria un'importante continuo punto di riferimento
E voglio soprattutto ringraziare voi cari amici e colleghi imprenditori
Le migliaia e migliaia di colleghi che ho visto nelle assemblee ho incontrato
Svolgendo questi quattro anni di lavoro insieme con voi nei cui occhi ho visto sempre quella voglia di fare con la voglia di competere con la voglia di migliorarsi e di migliorare
Quella grinta e quella determinazione che mi hanno sempre incoraggiato a credere con grande fiducia nelle possibilità del nostro ceto imprenditoriale
Come ricordavo ieri
Tre principi morali sono la grande eredità che mi ha lasciato mio padre l'onestà l'autonomia e la responsabilità
E incontrando le migliaia e migliaia di colleghi in questi quattro anni ho visto in moltissimi di loro la stessa fede e la stessa coerenza questi principi
E si sono davvero un patrimonio per i quali è valsa la pena questo grande sforzo e questo grande impegno in questi quattro anni sono stati anni duri impegnativi ma entusiasmanti anni bellissimi che lascio anche con la serenità
Di aver fatto cose nelle quali credevo insieme con colleghi che hanno avuto il coraggio di sostenerle
E con la serenità soprattutto di chi torna a fare il proprio mestiere con la passione di farlo fino in fondo per i valori nei quali crede
E nel salutarvi e nel ringraziarvi desidero fare a Luca di Montezemolo alla Confindustria noi tutti uno augurio sincero di quattro anni di successi grazie
Signor presidente del Senato
Signor presidente della Camera dei deputati
Signor presidente del consiglio dei ministri signori ministri autorità colleghi colleghe e signori
Devo dirvi francamente che pensavo che di aver pagato in questi anni alle partenze dei gran premi un tasso di emozione già molto alto
Ma entrando in questa sala
Questo passo ha raggiunto ulteriori livelli che non mi attendevo tali ma che mi fanno capire ancora di più
La responsabilità l'onore di essere stato scelto dagli imprenditori italiani a rappresentarlo
Voglio salutare prima di tutto per ringraziare
Antonio D'Amato tutti coloro che hanno lavorato con lui per la dedizione l'impegno l'entusiasmo che hanno voluto dedicare all'associazione in questi quattro anni
E voglio dirvi che
In questi mesi ho girato molto l'Italia e ho visto decine di assemblee di associazioni e centinaia e centinaia di imprenditrici che saluto e di imprenditori
Ho il dovere di testimoniare la loro passione
La grande voglia di fare nonostante una stagione difficile
Sono orgoglioso di essere stato scelto e prima di tutto ringrazio di cuore all'intera Confindustria che cercherò di rappresentare tutta e posso dire che in questi quattro anni
Cercherò di dare tutto me stesso ogni Energia
Sapendo che tra quattro anni tornerò a fare il mio lavoro arricchito di un'esperienza sicuramente straordinaria sotto l'aspetto umano e sotto l'aspetto professionale
Perché un ragazzo come me di cinquantasei anni si accorge ogni giorno di più quanto c'è da imparare quanto c'è da crescere umanamente professionalmente è il mestiere più bello del mondo che noi imprenditori abbiamo la fortuna di fare
Vivo anche però la CONSAP la consapevolezza di un momento difficile per certi aspetti drammatico non solo per l'economia ma per tutti noi
Siamo alle prese con le venti che sembravano ormai parte solo dei libri di storia
Ho di qualche brutta letteratura
Le immagini che ci giungono dal Medio Oriente
I tragici atti di terrorismo le barbare esecuzioni le torture inflitte ai limiti il clima di guerra crescenti le divisioni culturali e religiose che tornano da un passato lontano purtroppo incombono su di noi
Ci sentiamo sperduti disorientati minacciati come mai prima
Emerge chiaro forte evidente il desiderio di distogliere lo sguardo da queste immagini
Non per regalarle nel fondo della nostra coscienza ma per avviare un nuovo processo di ricostruzione delle relazioni internazionali fondate sulla pace
Sul rispetto e sulla sicurezza c'è una voglia palpabile di vedere un segnale di ripresa dissentire che qualcosa si rimette in marcia nel mondo e in Italia
Di questa voglia si è fatto coraggioso interprete il Capo dello Stato Carlo Azeglio stampa Ciampi instancabile
Si è prodigato né richiamarci alle nostre responsabilità a vedere quello che ancora c'è di costruire
Ma soprattutto a rifiutare logiche rinunciataria
Ieri dopo essere stato eletto presidente della Confindustria o inviato a nome mio personale di tutti gli imprenditori italiani
Un indirizzo vi saluto al Capo dello Stato
Che ha voluto risponderci
Con una nota che vi leggo e che credo sia importante
All'inizio dei nostri lavori
Scrive il Presidente Ciampi caro Presidente Montezemolo la ringrazio per l'indirizzo di saluto che ha voluto rivolgermi a nome degli imprenditori italiani lo ricambiò con un color rosso saluto a tutti voi un fervido augurio per lo svolgimento del suo mandato
L'annuale incontro tra gli esponenti del nostro sistema industriale cade quest'anno in un momento cruciale per lo sviluppo del made in Italy nel pieno di una riflessione su come reagire agli effetti della competizione globale
Le nostre esportazioni hanno perso quote di commercio internazionale mentre altri Paesi europei pur risentendo dello scarso sviluppo in dell'intera Europa le hanno mantenute o migliora
L'economia italiana per dimensioni creatività articolazione tra le grandi realtà dell'Unione Europea
Deve essere protetto protagonista della nascita nelle sedi proprie di una vera politica economica europea mirata allo sviluppo e all'investimento alle quali tutte le istituzioni dell'Unione europea devono collaborare
Occorre reagire facendo squadra e quando ho parlato per la prima volta tre mesi fa della necessità di una scossa
Ho sempre accompagnato questa espressione alla parola fiducia ciò significa ritrovare la fiducia in se stessi nella nostra comunità nazionale porsi obiettivi definire programmi perseguirli con determinazione e con tenacia
Per un rilancio della crescita occorre che l'intero
Sistema istituzionale produttivo italiano abbia chiara la missione che si propone di svolgerà nei prossimi anni
Affinché ciò avvenga sono nel cesto sono né certamente necessari
Un forte aumento degli investimenti con particolare riferimento alle infrastrutture fisiche immateriale
Più ricerche innovazione che mirino una quali ha una qualità incessantemente più avanzata
La piena valorizzazione dei distretti peculiarità creativa del sistema italiano capaci di dare protezione globale alle nostre piccole e medie imprese
Uno sforzo infine coordinato pubblico e il privato per accrescere la nostra presenza nei mercati emergenti i primi segnali di ripresa di queste ultime settimane
Invitano a intensificare l'impegno di tutti rivolgo per suo tramite i migliori auguri di buon lavoro e di successo a tutti gli imprenditori italiani Carlo Azeglio Ciampi
Grazie signor Presidente noi non ci tireremo indietro e lo faremo senza lacci lasciarci andare al qualunquismo e alla protesta di chi crede che le colpe siano tutti degli altri
Aumenta nel Paese la domanda di soggetti capace di dare un contributo positivo c'è una ricerca quasi spasmodica di una forza di attrazione che sappia catalizzare le migliori energie
A questa domanda bisogna dare una risposta
L'obiettivo più importante che abbiamo di fronte è quello di ritrovare come Paese come cittadini come imprenditori un clima di fiducia
Esiste un momento nella vita di ciascuno di noi nell'evolversi delle classi sociali nell'operare delle categorie nella dinamica della società
In cui occorre restituire qualche cosa di quello che abbiamo avuto e noi con imprenditori e come cittadini di questo Paese abbiamo avuto molto
Essere classe dirigente significa anche questo restituire al Paese ciò che si ha ricevuto
Spetta a noi rifiutare la logica del declino e noi la rifiutiamo guardando prima di tutto noi stessi e a ciò che noi possiamo fare nelle nostre aziende alle istituzioni
Alla politica spetta invece il compito di predisporre il migliore ambiente per il progresso ma non mi stancherò mai di ripetere che come in prese abbiamo comunque il dovere di progredire e crescere con le condizioni esistente sul mercato e con la grande concorrenza mondiale
Nell'impresa e fra gli imprenditori di tutti i settori
Frei rappresentanti dei lavoratori
Si percepiscono una forte voglia di riscatto l'orgoglio di partecipare ma soprattutto come nel nostro carattere l'ambizione di riuscire
Dobbiamo rimboccarci le maniche
Affrontando la concorrenza che c'è innovando i nostri prodotti investendo in ricerca e in nuove capacità produttive che ci consentano di stare sul mercato
Nessuno di noi può dire sì mai di essere appagato ogni calo di tensione danneggia il nostro Paese
Ogni calo di tensione da parte nostra impoverisce i nostri figli
Quello che abbiamo recita un antico detto lo abbiamo in prestito da loro
Ed è il mondo intero che oggi si trova in bilico tra un anno modernità che irrompe offrendo nuove sfide e un passato invece che ci imbriglia ci immobilizza in arcaici stereotipi
Non servono molto analisi basta ricordare i fatti nel mondo si sta combattendo una guerra contro un terrorismo ormai purtroppo globale
Un terrorismo che fino a pochi anni fa non conoscevamo e chi come me avuto la fortuna di nascere nel dopoguerra
Era totalmente fuori
Da tragedie di questo tipo
Si può essere a favore o contro le specifiche strategie adottate da diversi governi ma certo stiamo vivendo una transizione epocale
Nel mondo ci sono però anche la fame
Intollerabili divari di reddito l'ingiustizia la povertà la mancanza di condizioni di vita accettabili e i ricchi non possono non vedere tutto questo
Are intere del globo sono alle prese con la modernizzazione con l'accesso alla democrazia
Sotto la spinta di pulsioni interne e di condizionamenti esterni questo fenomeno ha prodotto notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita di molti popoli ma anche generato reazioni e fondamentalismo l'epoca del nazionalismo solitario è tramontata i paesi non sono più entità chiuse indifferenti a ciò che avviene altrove
Riuniti in organizzazioni internazionali e si costituiscono una comunità mondiale che sta tentando di darsi regole di convivenza tra Paesi ad imporre il rispetto dei diritti umani inalienabili all'interno degli stessi
Nel corso degli ultimi anni i nostri soldati come quelli di molti altri Paesi sono usciti più volte dai confini nazionali per azioni di intervento umanitario sotto l'egida della comunità internazionale abbiamo anche pagato un tragico tributo di sangue
Ai soldati in tal italiani oggi impegnati in queste missioni va il nostro riconoscimento è il nostro forte sostegno Grazie ragazzi siamo orgogliosi di voi
La diplomazia internazionale deve riprendere a giocare un ruolo chi farà il primo passo verso la pace
Non farà un passo indietro ma farà compiere un grande passo in avanti alla storia del mondo diamo un'opportunità la pace costruendo un mondo sicuro
O di un discorso non diverso
Ma certamente non così drammatico vale in economia con la globalizzazione che porta progresso ma anche rischi di nuove ingiustizie l'innovazione tecnologica Abba ha battuto molte barriere
Ed ha messo in competizione paesi distanti tra di loro con capacità competitive culturali e tradizioni estremamente diverse
Basti pensare alla Cina ieri continente chiuso in una sorta di Medio Evo perpetuato dalla divisione del mondo nei due blocchi
Oggi Paese nuovo che si apre al mercato pur conservando forme di dirigismo che gli consentono di competere con costi e innovazioni che i Paesi industriali pena no a sopportare
In particolare noi europei stretti tra la paura della de industrializzazione e l'occasione dell'apertura un mercato continentale
Un mercato fatto da circa la metà della popolazione mondiale sì assieme alla Cina contiamo anche l'India e i Paesi asiatici ancora oggi ancora ai margini della industrializzazione
Certo dobbiamo difendere i nostri diritti e dobbiamo imporre il rispetto delle regole internazionale e dei mercati su questo saremo inflessibili ed esplora eremo tutte le vie necessaria
La lotta alla contraffazione e il furto dei brevetti deve essere condotta con l'uso di tutti gli strumenti a cominciare finalmente da una maggiore efficienza delle nostre dogane che devono fermare l'afflusso dei prodotti falsi
Ma dobbiamo soprattutto prepararci all'allargamento del mercato mondiale che richiederà nuove produzione nuovi servizi e un nuovo modo di stare sul mercato
Il mercato che si allarga non è solo un mercato di esportazione e sempre più anche un mercato di produzione per questo dobbiamo difenderci dalle sempre latenti tentazioni autarchiche
La scomposizione dei processi produttivi permette di concentrare in alcuni mercati funzioni specifiche lasciando altre attività ad altri mercati questa non è
De industrializzazione se non nelle menti di chi crede che il mondo produttivo sia fisso per sempre incerti stereotipi
Il lavoro in fabbrica sarà sempre fondamentale ma l'operaio non è più lo stesso di cinquanta o cento anni fa
Funzioni come la ricerca l'innovazione la forma la fabbricazione dei prototipi la logistica il controllo di qualità la finanza la commercializzazione
La promozione l'assistenza al cliente l'ingegnerizzazione dei processi e dei prodotti la produzione di parti specifiche e così via rappresentano ormai la parte principale delle nostre attività
Danno lavoro e reddito come e più di quanto assicurava cinquant'anni fa la produzione di massa di processi verticalmente integrati
Qualcuno chiama questi fenomeni la via verso i servizi la terziarizzazione dell'economia
A noi interessano molto poco le definizioni statistiche e sociologiche importa il processo produttivo
Da sempre l'impresa produce servizi Misticoni manufatti continueremo sempre a produrre beni ma il contenuto di servizio aumenterà progressivamente ma mano che ci sposteremo nella fascia alta delle gamme della produzione falso fascia alta che rappresenta un grande patrimonio della produzione dell'industria italiana
Il nuovo paradigma produttivo e capace di e capace di generare maggiori redditi e maggiori soddisfazioni
Sono stati sconfitti quanti scioccamente
Pronosticavano la fine del lavoro che invece nel mondo è cresciuto ed è aumentata la sua qualità specie nei Paesi sviluppati nuovi mercati nuove tecnologie ci consentono di avviare nuove organizzazioni produttive
Possiamo scegliere se chiuderci al nostro interno nel tentativo di non cambiare nulla
Ho aprirci a queste nuove esperienze anticipando quanto stanno facendo altri Paesi dobbiamo uscire da questa fase di stagnazione la produzione industriale nei primi mesi del due mila e quattro e ferma sugli stessi livelli dell'autunno del due mila e uno
Di fatto siamo tornati ai livelli di produzione di sei anni fa e questo è un dato di fatto
Certo il fenomeno non dipende tutto da noi e non siamo i soli a soffrire della stagnazione Francia e Germania condividono con noi una stagnazione una stagione di deludenti risultati
Nel due mila e tre il PIL è aumentato dello zero quattro per cento in Francia mentre è sceso dello zero uno in Germania in Italia la crescita è stata appena dello zero tre
Ma noi imprenditori
Siamo necessariamente culturalmente doverosamente abituati a confrontarci con chi va meglio non con chi va peggio queste la logica dell'impresa
Questa è la logica se si vuole migliorare noi abbiamo bisogno non abbiamo bisogno di consolazioni ma di trovare in noi sempre maggiori stimoli
Nello stesso due mila e tre la Spagna è cresciuta del due mi del due virgola quattro per cento il Regno Unito del due virgola tre il Giappone del due sette gli USA del tre uno non sto parlando ovviamente della Cina
Il cui tasso di crescita e cede l'otto per cento anni non è vero che dobbiamo rassegnarci ad una bassa crescita perché ormai siamo troppo ricchi il Paese ancora sacche di povertà e aree non sviluppate
Comunque in economia non esiste la logica di star fermi o si cresce o
Si regredisce sta a noi e solo a noi decidere e non esiste alcuni male oscuro né alcuna maledizione che ci impedisca di crescere all'inizio degli anni novanta Italia deteneva il cinque per cento del commercio mondiale oggi siamo al quattro certo la crescita di nuovi mercati e di nuovi concorrenti
Determina necessariamente una riduzione delle quote degli altri paesi ma perché la Francia la Germania gli Stati Uniti hanno difeso meglio le loro quote di mercato
La verità la verità e che siamo meno competitivi
Come tipo di prodotto come mercati di sbocco come sistemi di produzione come finanza che ci aiuti a conquistare mercati come costi di produzione come costo ed efficienza della pubblica amministrazione
Non è così per tutte le imprese abbiamo anche imprese eccellenti che sanno stare sui mercati ma il nostro obiettivo e avere il maggior numero possibile di Impresit capace di stare sui mercati
Per raggiungere questi obiettivi dobbiamo lavorare tutti assieme
Con uno spirito di squadra
Che veda le banche vicino all'industria la distribuzione accanto ai marchi la finanza assieme alle piccole imprese
I Servizi alleati tra di loro e capace di trascinare l'industria nella competizione mondiale e nella soddisfazione del cliente occorre che la pubblica amministrazione accompagni le imprese non gli ostacoli
E dobbiamo far presto perché paradossalmente oggi abbiamo condizioni favorevoli ancora con bassi tassi di interesse domani forse non sarà più così se come speriamo la ripresa prenderà vigore allora avremo un rialzo del costo del denaro con rischi e tensioni per chi vive sul debito
E il nostro Stato ha un debito che supera il PIL non da oggi
Questo significa che il pagamento di interesse da parte dello Stato crescerà rendendo più difficile il controllo della finanza pubblica e più instabile la nostra economia
Non aspettiamo di trovarci in quelle situazioni muoviamoci prima dobbiamo adottare politiche efficaci per lo sviluppo investendo risorse pubbliche in ricerca e infrastrutture
Dobbiamo contestualmente sostenere lo sforzo del governo di mantenere la stabilità dei conti pubblici cosa che il governo sta facendo
Ma le imprese debbono innovare e ci sono proprio le imprese che devono fare il primo passo
Sta a noi costruire le condizioni per stare sul mercato
E lì e sul mercato che si misura la qualità dell'imprenditore la concorrenza si batte solo sì sì se si sa innovare qualunque campo qualunque concorrenza l'innovazione non è qualcosa che si fa una volta nella vita e poi si vive di rendita e invece una fatica quotidiana un miglioramento continuo è il prodotto di una forma mentis
Di una cultura imprenditoriale di una cultura di paese Chessari mettere tutto in discussione
L'innovazione è la priorità numero uno del nostro Paese
Dei nostri imprenditori delle nostre imprese delle nostre associazioni della pubblica amministrazione deve diventare il tormentone nei prossimi anni
Dell'Italia
L'innovazione è un altra continua che ci deve portare a migliorare i nostri Polo prodotti i nostri processi produttivi le nostre tecniche di vendita i servizi connessi ai nostri prodotti
In altre parole la gestione dell'impresa
Se qualcuno ci batte la domenica sappiamo che dobbiamo rinnovare ancora di più spingere sacrificarci impegnarci per cercare di far meglio la domenica dopo l'innovazione anche rischio Investimenti in persone e i mezzi essa presuppone la vicinanza della finanza che sappia accompagnare le idee dell'imprenditore e sappia dargli quello spazio di risorse capaci di portare a termine i progetti
Chi aiuti il piccolo imprenditore come il grande a riprendere la strada dei brevetti su cui si misura in grado di innovazione di ogni Paese
Presuppone l'innovazione che le imprese coinvolgano cervelli giovani orientati alla ricerca avidi di conoscenza desiderosi di sperimentare troppi pochi laureati sono impiegati nelle nostre azienda troppi pochi giovani scelgono oggi Lucentini e questo è un male e questo è grave la bolla speculativa degli anni novanta avuto tra gli altri anche l'effettuo diciamocelo di distogliere molti imprenditori e troppi giovani dalla fatica della produzione per tentare la via facile della finanza abbiamo visto come è andata a finire
Riprendiamo a lavorare tutti concentriamoci sui nostri fondamentali i nostri uomini il nostro patrimonio più grande i nostri uomini i nostri uomini i nostri prodotti i nostri clienti
Questo è il nostro mestiere
E non mi stancherò mai di ripetere innovazione in obiezione innovazione da Ragusa a Trento dall'agricoltura all'elettronica dai giovani agli anziani dai letterati agli ingegneri dal professionista al pubblico ufficiale e lo Stato deve investire in istruzione e in ricerca
Perché l'innovazione da sola non basta
Le nuove produzioni nuovi lavori presuppongono questi forti investimenti il mondo
Signori è tornato a viaggiare sulle idee
Questo dovrebbe renderci tutti più ottimisti ma le idee non vengono solo dalla fantasia innata dei geni isolati e fortunatamente nel nel nostro Paese di geni creativi ne abbiamo avuti ne abbiamo ne avremo tanti
Ma le idee sono il prodotto di un'applicazione perseveranza e di uno studio profondo il e diffuso di milioni di individui gli individui
Se dovessimo immaginare come giusto che sia
Quale sarà l'Italia dei prossimi vent'anni quale sarà il nostro paese tra vent'anni e se dovessimo avviare un progetto per essere competitivi tra vent'anni credo che non ci sarebbe altra risposta che investire in ricerca
Nessuno di noi sa quali saranno i settori e le produzioni di domani
Ma tutti abbiamo chiari la percezione la percezione che chi parteciperà lo sforzo di ricerca mondiale sarai in grado di competere nel mondo di domani
Dobbiamo investire in ricerca più di quanto oggi facciamo
Siamo agli ultimi posti nella graduatoria dei Paesi per investimento nella ricerca noi dobbiamo riuscire a spostare nella ricerca un punto dipinta
Signor presidente del consiglio nel ringraziarla
Di essere qui oggi e la ringrazio personalmente a nome di tutti gli imprenditori italiani
Vorrei richiamare la sua attenzione e quella del governo
Su l'obiettivo di riduzione dell'IRAP
Bene io credo che questo sia un obiettivo prioritario
Del governo
Ma credo che all'interno di questo obiettivo prioritario ci debba essere un obiettivo parziale ma se posso dire prioritario del prioritaria
Di annullare togliere l'IRAP sulla ricerca
è impensabile che gli imprenditori italiani paghino una tassa sulla ricerca un Paese che non investe sulla ricerca e un Paese che non investe sul futuro
Perché vede signor presidente signori ministri
E
Autorità i colleghi presenti oggi
Noi ci tiriamo su le maniche
Noi lavoreremo al nostro interno
Noi innoveremo ancora di più noi ci concentreremo sui nostri uomini nostri prodotti i nostri clienti però diciamocelo seriamente
Il campo della ricerca nel campo della ricerca le imprese che debbono fare la loro parte la fanno da sole non bastano la ricerca uno sforzo principale di tutta la comunità scientifica di un Paese
In ogni Paese c'è lo Stato dietro il sistema della ricerca nazionale questo non sia ben chiaro per esonerare l'impresa ma per rendere il senso delle proporzioni
Se il sistema della ricerca e vivace tutta l'economia e moderna
Le nostre esportazioni sono tradizionali perché il paese fa poca ricerca
Non era così
Trent'anni fa in questi ultimi trent'anni abbiamo perso la spinta verso la ricerca e di considerare gli investimenti nella ricerca la priorità insieme agli investimenti sociali la priorità numero uno di un Paese moderno occorre avere una vera politica della formazione e della ricerca a livello Paese noi non possiamo assistere alla mortificazione del nostro sistema di educazione i Paesi in declino non sono quelli che perdono qualche grande impresa
E noi di questo lo siamo abbastanza esperto in Italia ma sono quelli che non investono nell'educazione e nella ricerca
E lì il segno del declino il rischio di vivere sul consumo del proprio patrimonio di conoscenza
Scuole e università sono un patrimonio fondamentale per il nostro Paese dove si formano i nostri giovani è da lì che viene il nostro futuro ognuno di noi passa o è passato attraverso queste strutture certo alcuni tra i più fortunati
Possono anche scegliere strutture estere
Più efficienti ma la competitività competitività del Paese si misura sulle masse delle competenze non sulle punte di eccellenza di pochi seppur eccezionali individui
Eppure dobbiamo constatare che ogni tentativo di riforma obliquamente o del sistema educativo italiano genera più reazioni negative che sostegni interessati qui non ci sono differenze politiche
Oggi è questo governo che sta incontrando resistenze a varare una buona riforma
Molti degli obiettivi perseguiti come quello dell'istruzione fino a diciott'anni dell'alternanza scuola lavoro sono validi per tutti non solo per gli imprenditori
Ieri c'era un governo diverso politicamente ma altrettanto ostacolato dei progetti di riforma del sistema dell'istruzione
E della ricerca e se andiamo ancora indietro nel tempo non è possibile ricordare alcuni Progetto Correale di riforma della scuola che abbia avuto il sostegno delle parti interessate
Così il sistema educativo italiano si dibatte tra riforme parziali carenza di risorse avversioni interne attese di rivincite politiche
La pur buona volontà dei singoli operatori del settore non basta più ogni riforma avviata rischia di essere annullata da un'altra riforma di segno opposto che finirà poi per fare la stessa fine
Bisogna dirlo chiaro e forte l'alternanza politica
Non è non deve essere un ribaltone istituzionalizzato ogni cinque anni si cambia tutto per non cambiare mai nulla nella sostanza del Paese
è tempo di sostenere un Progetto di progressivo investimento nell'istruzione che coinvolga tutti
Le parti sociali gli operatori del settore le istituzioni ma soprattutto la politica la mia proposta è molto semplice sull'istruzione e sulla ricerca si gioca il destino del Paese
Bisogna che su un disegno più pluriennale di riforme di obiettivi si impegnino maggioranza ed opposizione
Affinché pur nell'alternanza possibile della democrazia si segua con continuità e perseveranza il progetto di modernizzazione del sistema Hidegkuti e educativo e della ricerca italiana
In altre parole si tratta di applicare alla politica un po'della logica della concertazione
Questo non è consociativismo ma senso di responsabilità nei confronti dei cittadini
Ogni formazione politica avrebbe sempre la libertà di interpretare il senso della modernizzazione
Ma entro un quadro di obiettivi condivisi ogni parte in causa deve saper mettere in discussione se stessa e accettare la sfida della modernizzazione
Soprattutto risponderemo a quell'esigenza d'ambo internamento della ricerca dell'istruzione che è stato sollevato al vertice europeo di Lisbona e che è stato ricco
Giunto valido da tutti
Salvo poi essere spesso disatteso
Un simile obiettivo
Ci darebbe una maggiore credibilità in Europa dove anche il sistema di istruzione ricerca presenta grossi limiti
E ci darebbe anche la possibilità di collaborare i più attivamente alla costruzione di questa nuova istituzione dobbiamo riconoscerlo in questi ultimi tempi abbiamo rimpianto fortemente di non aver ancora concluso il processo di unificazione europeo
C'è una domanda di Europa crescente mentre non c'è ancora una risposta adeguata noi dobbiamo dare questa risposta alle impresa e vogliono che la Costituzione europea si fermate il più presto possibile entro i prossimi giorni per dare il via al processo di costruzione finalmente di unità politica
Questo è un pressante appello che facciamo il Governo del nostro Paese a quello degli altri Paesi europei
Noi non siamo euroscettici noi non crediamo che l'Europa stia nascendo male noi pensiamo invece che sia necessario accelerare i tempi
L'Europa che costruiamo è la più grande innovazione istituzionale di questi tempi non esiste altrove alcune esperienza di costruzione
Di una nuova aggregazione istituzionali di Stati che contempli L'Unità politica con la sovranità nazionale
Nel passato le unioni avvenivano
Solo dopo una guerra attraverso l'applicazione della legge del vincitore lasciando strascichi drammatici di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze
è il segno che la vecchia Europa si è rimessa in marcia ancora molto da dire al mondo anche a quello nuovo che riproduce ancora vecchi comportamenti nazionalistici
Pesca questo dobbiamo avere il coraggio di rinunciare a molti egoismi nazionali dobbiamo accettare lo spirito delle decisioni a maggioranza sapendo che un Oropa
Conterà chi ha più progetti di crescita non chiuderà del diritto di veto per avere piccoli vantaggi ed era utile temporanei
Ma l'Europa
Ma l'Europa deve deve anche essere più semplice
Oggi in Europa e il continente più aperto per impresa dei prodotti che vengono dall'esterno e il più chiuso per le imprese europee europee che operano Conforti ostacoli interni
L'Europa burocratica delle molti leggi incomprensibili non è una iattura inevitabile non è solo il prodotto di una
Egoismo dell'azione degli interessi organizzati incorporazioni del gioco perverso delle amministrazioni nazionali che si ergono a tutela di piccoli interessi
Spinti solo dal desiderio di salvare le proprie competenze invece l'Europa i nostri Stati hanno maggiore di hanno bisogno di maggiore concorrenza oggi il mercato la competizione
Non sono più in auge caro Toldo
Le difficoltà economiche europee
Hanno spinto molti Paesi a riscoprire le presunte virtù dell'intervento pubblico in economia
Ma il mercato
E la concorrenza non sono opzionali che si prendono solo quando fa comodo le loro regole sono la Costituzione sostanziale delle imprese molti osservatori che nell'ultimo periodo hanno cercato
Di dare una spiegazione della difficoltà dell'economia italiana
Concordano nel dire che la mancanza di concorrenza quella che genera il maggior disagio una mancanza di concorrenza che forte in molti settori
E che ha contribuito a mantenere piccole le dimissioni dell'impresa e specie dei servizi una carenza di concorrenza
Che deriva anche dalla permanenza di confini nazionali e di barriere linguistiche che è giustificata dalla difesa di prerogative locali e culturali
Ne è derivato una sorta di circuito perverso
La mancanza di concorrenza reso più debole alcune nostre strutture la loro debolezza e oggi motivo per richiedere nuove protezioni anche per non cedere allo straniero presunti campioni nazionali
E così per difendere interessi locali spesso si si si rischia di perdere tutto
La protezione delle professioni
E la pretesa di mantenere un rapporto di tipo personale fiduciario ha solo aperto il mercato italiano alle grandi imprese internazionali di studi giuridici di ingegneria di consulenza
La parcellizzazione delle nostre imprese di servizi locali rischia solo di evitare la nascita di competitori mondiali quando anche questi servizi saranno sui mercati mondiali
Lo stesso vale nel settore dei trasporti nell'industria dove le maggiori difficoltà le troviamo in quei comparti che hanno che dopotutto di una protezione
Il settore delle banche
Negli ultimi anni affatto grandi progressi grazie all'apertura alla concorrenza
Soffre comunque ancora del ritardo con cui il processo il partito tanto che banche straniere sono presenti nel nostro mercato ben più di quanto accada per il contrario
E in giro per il mondo sentiamo la mancanza di banche italiane che accompagnino la nostra internazionalizzazione
L'industria crede nella concorrenza e la sua associazione Confindustria non persegue gli interessi dei suoi maggiori iscritti e neppure quelli della produzione in opposizione a quello a quelli dei consumatori
Ho dei lavoratori
Confindustria l'ambizione di esseri una istituzione di tutte le imprese
Volta a far funzionare l'ambiente in cui le impresa e possono realmente crescere e prosperare ossia il mercato con le sue regole della concorrenza
E il primo passo per la costruzione di un mercoledì un mercato valido sta proprio nei comportamenti delle imprese per questo nel mio programma ho messo in evidenza il ruolo che le imprese devono svolge né riscoprendo l'orgoglio di fare da sole
Finora una sorta di pudore faceva arrestare tutti i nostri ragionamenti alla soglia della nostra casa dove ciascuno dis di noi si sentiva dominus e non accettava consigli
Non è più così nelle società moderne
L'impresa è anche cosa pubblica nel senso che coinvolge più soggetti lavoratori clienti fornitori e usa risorse altrui ambientali e finanziario
In questa accezione la trasparenza gestionale e necessaria sia come responsabilità verso gli altri
Sia come fattore di competizione come responsabilità perché si impiegano fattori della produzione che non ci appartengono che devono essere adeguatamente remunerati preservati
Come fattore di competizione perché si affermano i nostri marchi solo se sei capace di garantire qualità della produzione continuità che deve poggiare su un modello di gestione trasparente capace di mettere l'impresa al riparo delle vicissitudini della famiglia
Della famiglia azioniste dal rischio di avventurismo del management
La tutela del risparmio non è solo un atto dovuto nei confronti di milioni di risparmiatori
Dobbiamo accettare la sfida della trasparenza e aprire le nostre imprese ad un efficace sistema di controlli è nostro interesse tutelare il risparmio e nostro impegno perseguire la moralità degli affari
Io sono uno di quegli imprenditori che sentono l'impresa
Prima come responsabilità e poi come proprietà
Una responsabilità che a volte non ci fa dormire la notte ma che ci dà felicità e d'orgoglio quando realizza riusciamo a realizzare progetti che altri non immaginano nemmeno questa e la forza del nostro mestiere
La trasparenza deve anche essere ittica una trasparenza di gestione che non vuole dire mettere in piazza i segreti di di conduzione né attenzione tanto meno duro caratterizzare le procedure ne abbiamo già abbastanza ma vuol dire separare nettamente
Le funzioni della proprietà da quelle della gestione pur se fanno capo necessariamente alla stessa persona nelle imprese familiari
La famiglia resta il fulcro dell'imprenditoria ma la famiglia imprenditrice non può essere una famiglia come le altre
Essa deve avere la capacità di distinguere quando parla come proprietà e quando parla come gestione dell'impresa deve saper valutare la professionalità in azienda senza essere distorta da normali
Sentimenti affettivi
Essa deve conquistare una cultura manageriale che necessaria per crescere da aggredire nuovi soggetti che non possono non devono riconoscersi
Solo nella cultura familiare che resta un valore eccezionale ma da riservare a pochi intimi
Se noi come impresa e dobbiamo guardare al nostro interno e molto dobbiamo fare per tenere il passo della competizione non potremo certo fare tutto da sola
Occorre che tutto il Paese si metta in marcia occorre che si riprenda con nuovo entusiasmo e fiducia reciproco il dialogo tra le parti sociali
Da parte mia ringrazio sinceramente per quello che hanno detto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali
All'indomani della mia designazione lo considero come la testimonianza di un desiderio sincero e vero di confronto le ho prese come un invito a riannodare i fili di un dialogo
Lo stesso vale per le posizioni espresse dalle altre associazioni di categoria che saluto che rappresentano parte dei terminanti della nostra economia e che condividono con noi il concetto di impresa
Commercio
Banche assicurazioni artigianato agricoltura industria Cooperazione non sono più categorie statistiche separate da definizioni e da interessi contrastanti
Sono componente intersecate da un'unica realtà l'impresa
Noi tutti assieme possiamo condividere un Progetto per il Paese e in questo modo che possiamo e dobbiamo contribuire anche noi a creare fiducia
Perché condividiamo credo la stessa preoccupazione sulla tenuta del nostro apparato produttivo e la sua e sulla necessità di creare più occupazione
Per questo dobbiamo avviare analisi congiunta individuare obiettiva e definire gli strumenti ma soprattutto soprattutto curare l'implementazione delle cose necessari
Senza una vera attenzione un vero impegno alle cose da fare si rischia l'ennesimo rielaborare l'ennesimo elenco delle cose da fare
Con questo non voglio proporre alcun patto dei produttori
Come se dovessimo difendere dal mercato nessun patto dei produttori né intendo sostituire l'opera della politica né tantomeno quella del governo
Vogliamo però essere insieme protagonisti del nostro futuro e non semplici soggetti passivi
Vogliamo credo tutti assieme chiudere la stagione dei dissidi e delle incomprensioni una stagione che non ci appartiene
Così facendo non solo daremo un contributo a risolvere i nostri problemi ma potremmo anche dare un segnale al Paese che tuttora scosso da troppe divisioni con un ormai insopportabile tasso di litigiosità
Un paese invece che ha bisogno di fattori di convergenza e noi vogliamo convergere
Un Paese dove vedo un pericoloso ridursi dell'autorevolezza delle nostre istituzioni Parlamento governo amministrazioni locali in magistratura
Autorità di controllo e di garanzia si trovano troppo spesso in una contrapposizione reciproca difficile da accettare e sotto attacchi mediatici spropositati
Guai se questo continuasse
Mettere in discussioni in discussione le istituzioni significa tagliare il ramo su cui si è seduti
Giocare su una loro contrapposizione finirebbe solo per deludere nel senso più buono della parola la gente nessuno si chiederebbe quale delle istituzioni ha ragione
Ma tutti sarebbero convinti della decadenza del Paese intero
Certo le istituzioni devono essere autorevoli per i loro comportamenti
Ma noi dobbiamo avere fiducia in esse nella loro storia nella loro professionalità con la quale è stato costruito questo Paese che non è l'ultimo al mondo ma occupa i primi posti
E ognuno deve correttamente svolgere il proprio ruolo l'autonomia delle parti sociali rispetto alla politica essenziale in un quadro di collaborazione
Per la Confindustria l'autonomia è e sarà sempre una caratteristica indiscutibile del suo modo di essere noi vogliamo una Confindustria unità
Autorevole autonoma
Noi come parti sociali veniamo da una stagnazione lunga di concertazione che ha dato grandi frutti ma generato talune incomprensioni
Noi intendiamo ripartire dai primi dà i frutti il patto sociale del novantatré se pur lontano e per molti aspetti tuttora valido e soprattutto valido nello spirito con cui esso viene venne firmato ha consentito al Paese di fermare il pro
Sì infatti ivi ha garantito ai lavoratori una difesa del potere di acquisto delle loro retribuzioni una crescita dell'occupazione ha permesso all'impresa di affrontare una stagione di stabilità
Dei campi dobbiamo ripartire da lì per affrontare i nuovi problemi il valore di quell'accordo non stava solo nella nell'aver posto fine ha una lunga stagione di tensioni e Sora presta ha rappresentato uno scambio
Tra le parti che si sono tre parti sociali che si sono fatte reciproca fiducia uno scambio che ha fatto nascere nuove relazioni industriali eliminando automatismi inflattivi
è lo scambio è lo scambio la connotazione principale mai così attuale nel nostro Paese
Dopo di allora abbiamo fatto anche nuovi accordi ma senza più rimetterci in gioco non è questo lo spirito della concertazione
Credo che dobbiamo avere il coraggio di guardare al nostro interno di mettere da parte gli estremismi
Di riprendere la via del dialogo diretto non per una questione di principio ma perché ci sono nodi che attendono di essere sciolti e solo noi insieme possiamo farlo
Non pretendo di dettare un'agenda dei nostri lavori ma credo che abbiamo molti argomenti da affrontare
C'è convenienza da a rivedere gli assetti dei contratti anche in una logica di modernizzazione e semplificazione per ridurne il numero e quindi la complessità degli stessi
Meglio definire i contenuti evitando rischi di cattiva interpretazione molti altri argomenti possono vederci protagonisti in pleuropatie invita a ragionare sui sistemi di partecipazione sul mercato del lavoro possiamo s'cercare soluzioni condivise a quelle che ormai sono leggi dello Stato
La riforma degli ammortizzatori sociali e ancora da fare quella della previdenza non può vederci arroccati su condizioni
Non può vedersi arroccati su posizioni contrapposte
Abbiamo poi davanti a noi la vera sfida per dimostrare che la collaborazione tra imprese sindacato produce risultati concreti utile allo sviluppo dell'impresa e la crescita delle persone
Dobbiamo far partire in Italia la formazione continua abbiamo costituito i fondi la risposta delle imprese dei lavoratori è stata molto superiore alle attese
Dobbiamo far funzionare i fondi in modo rapido ed efficiente il Governo crei le condizioni per favorire questo sforzo non mortifichi tutto questo con impedimenti burocratici e sofismi interpretativi abbiamo molto da fare insieme
Il mio invito e quello di cominciare da subito se sapremo trovare alcune soluzioni per i nostri problemi saremo anche più credibili per richiedere agli altri di fare la loro parte
Io sono certo che possiamo farlo il paese si aspetta da noi fatti concreti
Sarebbe colpevole non cogliere questa occasione sono certo della vostra disponibilità siate lo anche della mia
Da più parti si imbocca una nuova politica industriale
Ma il significato di di questa parola resta confuso e multiforme c'è chi rimpiange l'epoca delle partecipazioni statali
E c'è chi vorrebbe erigere Dazzi e dogane per chiudere il Paese nell'attesa che sia capace di affrontare condizioni di competizioni e qua
In queste posizioni aleggia a mio avviso un diffuso pessimismo che deriva dalla convinzione che il Paese sia ormai sull'orlo del fallimento
Questa non è la mia opinione questa non è l'opinione degli imprenditori italiani e questo grazie a Dio non risultava i fatti l'elenco delle cose che non funziona un è ampio ma questo è sempre stato così
Ma è sufficientemente grande anche quello delle cose che funzionano
Non mi interessa la logica del farmacista che misura con precisione la somma dei positivi dei negativi per stilare una diagnosi preferisco preferiamo guardare a quello che abbiamo davanti a cosa bisogna fare
Perché comunque siamo un grande paese industriale ove un paese in un Paese voi il peso dell'industria resta a livelli paragonabili ed anche superiori a quello degli altri grandi Paesi
Il Paese ha bisogno di maggior concorrenza e l'affrontarla ha bisogno di infrastrutture moderne
Il governo ha fatto passi importanti nella definizione di regole per le nuove infrastrutture
E dobbiamo dare atto che il disegno di nuove autostrade di treni ad alta capacità
Acquisito una bene maggiore visibilità
Buon lavoro ingegner Catania
Su questa strada dobbiamo procedere con un forte coinvolgimento della politica soprattutto a livello locale
Abbiamo un bisogna enormi di centrali per l'Energia
Di siti per lo smaltimento dei rifiuti di interventi per migliorare i centri urbani e le nostre città siamo tutti consapevoli non da oggi di questi bisogni
Spesso abbiamo anche le risorse finanziarie per soddisfarli perché non riusciamo a trovare il consenso per procedere
Non è questo forse il più alto compito della politica a che serve la politica
Se deve solo seguire gli umori di qualcuno
Abbiamo bisogno di politica che sappia costruire il consenso per progredire questa e politica industriale
Oggi soffriamo di un'eccessiva segmentazione delle competenze di territorio
Lo spirito originale del federalismo nato dall'idea di alcuni movimenti politici non era sbagliato
Muoveva da un ragionamento semplice
Comprensibile ai cittadini e razionale
Per cambiare la nostra pubblica amministrazione c'è bisogno di una profonda riorganizzazione dei poteri in modo da avvicinare ai cittadini le responsabilità e le decisioni era partendo da questo presupposto l'occasione per avere un'amministrazione pubblica più vicina ai cittadini e all'impresa più leggera
Semplice e meno costosa
Ma dopo quattro anni dalla prima riforma costituzionale del e dopo molti progetti di ulteriori riforme dopo decine di ricorsi alla Corte costituzionale un incredibile proliferazione legislativa a tutti i livelli
Dobbiamo dire che stiamo andando nella direzione sbagliata
Questo federalismo rischia di fare affondare il nostro Paese altroché liberarlo il localismo
Il localismo il localismo avrebbe dovuto
Esaltare gli Specials le specificità delle diverse aree responsabilità responsabilizzando i loro amministratori aumentando la competitività degli stessi
Invece il localismo ci sta uccidendo
Perché stanno aumentando i costi per la finanza pubblica c'è confusione di competenze c'è una rincorsa ha dato o ad occupare il potere l'autonomia fiscale avrebbe dovuto ridurre le tasse alleggerendo l'amministrazione invece viene usata per drenare i più risorse per appagare appare per pagare apparati sempre più costosi e privilegiati
Misureremo il federalismo sulla sua capacità di ridurre la spesa pubblica quindi le tasse e di accelerare le decisioni
Lo condanna eremo se servirà solo a far prevalere il particolare il locale sugli interessi generali
Anche la dimensione delle nostre imprese non può e non deve essere più un tabù
Siamo un paese fondato sulle piccole imprese queste sono state e sono e saranno la forza del nostro sistema molti si lamentano delle troppe piccole imprese io penso che non siano mai troppe
Ma se l'Italia sarà sempre un Paese di piccole imprese dobbiamo avere una consapevolezza sicura
Che le imprese piccole dell'era globale saranno piccola impresa è comunque più grandi di quelle che oggi conosciamo bisogna fare crescere le nostre imprese
Nessun senso di inferiorità per le nostre in piccole imprese ma molto senso di realismo per affrontare nuove tecnologie mercati globali esse devono crescere
Debbono allearsi
Devono raggrupparsi in filiera debbono articolarsi nella gestione Habermas Djorkaeff tale di rischio investire nel loro marchio in altre parole del devono crescere di dimissione
Di cultura manageriale
E gestionale pur restando piccole noi non possiamo e questo lo voglio dire forte
La non possiamo e non dobbiamo lasciare sole le piccole imprese sono la nostra forza e su di esse dobbiamo puntare
Mi sembrano chiari i compiti che le imprese devono assolvere da sole per crescere ma dobbiamo porci tra le priorità e insieme condividerle ma soprattutto insieme operare per raggiungere questi tre obiettivi uno
Per la crescita delle imprese
Ci vuole una cultura imprenditoriale favorevole alla crescita
Due un sistema finanziario capace di aiutare le piccole imprese nella fase della crescita
Banche in prese come sono e oggi che si commettano credano investano sulla possibilità di crescere delle buone idee imprenditoriali e di quegli imprenditori che hanno idee capacità e non risorse
Un fisco che non penalizzi ma aiuti i processi diffusione di acquisizione dell'impresa che vogliono crescere
Queste sono le tre priorità su cui lavorare e ci vuole logicamente poi un ambiente esterno favorevole alla crescita questo ambiente e fatto da molte cose
E qui torno alle infrastrutture moderne perché la competizione impone una logistica efficiente
Oggi si produce ovunque si ricompongono produzione da più angoli della terra oggi si servono mercati lontani e ci si approvvigiona dovunque oggi la tecnologia ha ridotto spazio e Time to market oggi la logistica e diventata fattore di competitività per eccellenza
E noi dobbiamo valida valorizzare i nostri sistemi di comunicazioni nostri porti gli Ario porti costruire le autostrade del mare che rappresentano la soluzione per integrare una rete di comunicazione soprattutto al Sud
Chi ha difficoltà a svilupparsi anche per evidenti asperità orografiche e lasciamo e lasciatemelo dire dobbiamo uscire dalla logica anche questa localista che porta a creare a chiedere Arion forti condominiali in ogni provincia e comune del Paese
Abbiamo anche
Abbiamo anche bisogno di Energia a costi competitivi che oggi non abbiamo le imprese che investono in Italia non possono continuare a lungo a pagare l'energia il venti per cento in più rispetto agli altri Paesi europei
Le vicende di questi giorni legate al surriscaldamento del prezzo del petrolio dimostrano la grave vulnerabilità del nostro sistema energetico
Oggi bisogna completare il processo di liberalizzazione
Stabilizzare le regole perché si realizzino gli investimenti programmati in nuove centrali
Dare la possibilità ai produttori di ripensare ad una nuova politica delle fonti energetiche l'unica in grado di ridurre in modo significativo il costo della produzione occorre semplificare il Paese a cominciare dalla pubblica amministrazione che rappresenta il principale deterrente da sempre
All'investimento estero in Italia
Questa della semplificazione purtroppo sta diventando solo uno stanco ritornello a cui nessuno dico nessuno reagisce più abbiamo troppe leggi dicono tutto tutti eppure tutti i governi nessuno escluso si vantano di aver fatto nuove leggi mai uno che ci dicesse di averne eliminata qualcuna
Siamo arrivati al punto che il Parlamento italiano e fiero della sua produzione legislativa neanche fosse un bene da esportare
Che intanto intanto cresce e come cresce la normazione regionale
A quanto a quella provinciale accanto a quella comunale non è solo l'Europa che burocratica lo siamo noi come si può crescere
Se le imprese devono dedicare tempo e risorse a parlare con la pubblica amministrazione invece di destinarle ai nuovi mercati
Ma per crescere
Occorre avere anche una finanza efficiente ed alleata dell'impresa
Il sistema delle banche in Italia ha fatto passi da giganti negli ultimi anni
Certo veniva da un'epoca in cui la banca era soprattutto un soggetto pubblico
Ma il progresso è stato forte ora le nostre banche competono con quelle europee anche se vale per loro la stessa regola della necessità di crescere
Di cui abbiamo parlato
Tuttavia resta ancora una cultura di separatezza tra banca e impresa la prima
La banca ha difficoltà a valutare bene progetti industriali e punta spesso troppo a garanzie reali con ciò mortificando lo spirito imprenditoriale
La seconda vede ancora la banca con uno sportello pubblico che deve dare risorse senza entrare nella condivisione del progetto che resta di Sona discrezionalità personale del capo azienda
Questo non può essere
Non vorrei più sentir parlare di contrapposizione
Tra banca e impresa
Dobbiamo fare tutti un passo avanti senza finanza moderna le imprese non crescono senza crescita delle imprese la finanza resta antiquata e un bisogno comune abbiamo bisogno Joni degli altri
Facciamo questa strada assieme per far crescere soprattutto le piccole imprese
Ma una finanza per tale prese e fondamentali anche e lo è stata in questi recenti mezzi per le grandi e medie imprese italiane
E se sono ancora troppo poche non mi scandalizzo se il Paese fa uno sforzo per difendere le poche grandi imprese esistenti con i mezzi rispettosi del mercato lo fanno tutti i Paesi a cominciare proprio da quelli che fanno professione di liberalismo
Il nostro problema lo ripeto è far crescere anche il numero delle grandi aziende perché è un Paese di piccola impresa e deve comunque avvenire grandi impresa e che producano ricerca in management
Che sappiano stare sui mercati mondiali che forniscano quei servizi avanzati che solo una grande organizzazione può produrre
Il Mezzogiorno
Il nostro problema resta ancora quello del Mezzogiorno non è più lo stesso problema di anni addietro nuove imprese sono nate nel Sud che ha fatto consistenti passi avanti
Ma servono ancora molti interventi per portare quest'area alle condizioni del resto del Paese
Un imbarazzante silenzio caratterizza il dibattito da un po'di tempo sulla questione meridionale quasi che non parlandone il problema si risolva da solo
Non è così nel due mila e sei sarà ridimensionato il sostegno concesso dall'Unione Europea alle regioni meridionali a causa delle revisione delle politiche di riequilibrio territoriali conseguenti all'ingresso dei nuovi
Dieci Paesi non possiamo non dobbiamo non possiamo permetterci di farci trovare in quel momento impreparati
Il Mezzogiorno ha bisogno
E non da oggi di tre cose
Infrastrutture recupero dei centri urbani è una pubblica amministrazione efficiente la sua struttura industriale ancora fragile
Vogliamo assistere inerti davanti a questi bisogni vogliamo scoprire troppo tardi di non esserci mossi in tempo
Il problema si fa urgente di fronte a un è ventilata modifica del sistema di incentivazione per il modo Mezzogiorno aleggia un'ipotesi di sostituzioni degli incentivi in conto capitali con quello in conto interessi per debiti a lunga scadenza e pari e pare garantiti dallo stato di qual è già perché non mi piace parlare di cose che non conosciamo
Voglio dire subito
No no remore a parlare di come migliorare il sistema degli incentivi specie se attraverso una loro modifica si riducesse l'intermediazione politica e discrezionale
Se poi da tali modifiche ne dovessero derivare anche risparmi per lo Stato ne saremo tutti ben felici
Trovo però improprio che si parli di modifica degli incentivi non già per rendere più efficiente l'intervento nel Mezzogiorno ma per ridurre la spesa pubblica e per favorire una successiva riduzione della pressione fiscale
A nostro a nostro modo di vedere ogni cosa deve essere messa al suo posto se vogliamo parlare di modifica di incentivi parliamone
Ma per renderli più mirati e più efficienti
Se poi vogliamo ridurre le uscite dello Stato parliamone è un obiettivo che condividiamo ci sono molte aree molte aree della spesa pubblica da indagare
Se si vogliono ridurre le tasse benissimo il sistema produttivo può essere stimolato da una minore pressione fiscale ma solo in un quadro positivo della finanza pubblica
Ma che cosa c'entra tutto questo con la politica del Mezzogiorno
Solo se il Paese è unito e omogeneo nelle sue possibilità di sviluppo
Noi potremmo dire di essere veramente competitivi e capaci di attrarre investimenti perché questo è uno dei più noti più negativi più delicati e preoccupanti la capacità di attrarre investimenti
Sta qui il senso della politica del Mezzogiorno una politica che si fondi surreale equilibrio
Che punti ad una semplificazione delle procedure un'efficienza come accennavo prima soprattutto al Sud imprenditori del Sud non possono aspettare risposte per anni dalla pubblica amministrazione
Una rete di infrastrutture moderne una capacità di far fruttare le straordinarie risorse esistenti
Questo implica anche una valutazione della cultura dell'arte del territorio per restituire al Mezzogiorno capacità di attrazione una capacità che coinvolga le intese noi chiediamo
Alle istituzioni infrastrutture
Miglioramento di pubblica amministrazione ma di tante altre cose dobbiamo farci carico noi imprenditori anche al sud con creatività spirito di rischio e consapevolezza che l'investimento sia valido
Le
Le imprese hanno grande capacità di produrre svilupparsi e le seconde le persone
Hanno l'opportunità di visitare e vivere questa realtà unica al mondo che abbiamo solo per merito dei nostri antenati giacimenti culturali situazioni paesaggistiche uniche
Nel panorama mondiale
Il Mezzogiorno
Deve essere la nostra frontiera la nostra nuova frontiera una frontiera che si apra e rappresenti il futuro del Paese e non la somma dei problemi del passato
Da uno spirito di squadre di sistema questo il messaggio che deve uscire
Noi
Noi dobbiamo però pensare anche ai ai mercati di tutto il mondo
E dobbiamo portare il marchio Italia nel mondo un mercato fatto della nostra storia della nostra cultura di un incredibile patrimonio artistico e paesaggistico dei nostri stili di vita
Della nostra indulto in distrugge da dei tanti Brands che siamo riusciti ad affermare nel mondo la forza dei nostri marchi della filiera di garanzia di qualità
Che le nostre piccole aziende sanno fornire sento spesso parlare di critiche i prodotti italiani solo prodotti di nicchia
Io spero che siano i prodotti per una nicchia come quella russa cinesi o dell'Estremo Oriente che significa centinaia di milioni di persone sarebbe una bella nicchia
E qui che dobbiamo saper veramente fare sistema le istituzioni italiani debbono dare il supporto necessario per far comprendere che tutto il paese e dietro le nostre aziende
Per quanto riguarda l'impegno
La distribuzione la finanza i servizi l'industria l'artigianato e tutto il variegato mondo delle imprese si deve impegnare perché per tutto il mercato non è più quello sotto casa o oltre Ventimiglia e Bolzano
Stiamo sprecando troppi soldi e troppe energie tra mille soggetti
Che si occupano di promuovere l'Italia nel mondo ognuno a modo suo l'imprenditore ha bisogno di una bussola in giro per il mondo per districarsi tra le mille sigle in sui mercati più importanti
Occorre invece uno sforzo comune signor Presidente un coordinamento che ci faccia fare sistema almeno nei Paesi più importanti per il nostro export e su questo ci accendiamo ci attendiamo un impegno forte e urgente del governo noi daremo il nostro contributo lo dobbiamo e non vogliamo dare per consolidare la presenza dei nostri marchi all'estero
E per portare nel mondo tutto il sistema Italia
La Confindustria sarà più presente sui mercati mondiale con iniziativa con
Missioni e con contatti
Occorre
Fare un road show in giro per il mondo
Per presentare le straordinario sistema di filiere di piccole aziende italiane trainando quelle meno conosciute attraverso i marchi più forti più conosciuti e più presenti nel mondo
Occorre venderà all'estero non solo i prodotti ma la filiera della nostra produzione occorre portare i nostri distretti molte piccole imprese sono fornici tredici di prodotti e di servizi di altissima qualità
L'incidenza nella nella vettura di Formula uno della Ferrari di grandi tecnologia e di piccole aziende eh
Importantissimo e fondamentale per i nostri successi piccole aziende italiane
Occorre in modo occorre fare in modo che questa qualità si trasformi in valore riconosciuto dal mercato attraverso Maracchi
E certificazioni per evitare di competere solo sul prezzo in caso contrario si finisce ahimè per comprimere l'aria di produzione
E di per consegnarla Paesi che sui costi sui prezzi saranno sempre più competitivi di noi questa non è un'esigenza solo della piccola impresa
Lo è anche soprattutto delle grandi imprese italiane che di questa qualità si avvantaggiano per competere sui mercati occorre organizzare dei veri e propri consorzi di filiera con marchi e certificazione
Per esporta
Ma nella promozione del nostro Paese un ruolo determinante giocato dalla cultura che rappresenta un patrimonio da cui derivano molte nostre eccellenze del e su cui e che può produrre reddito e ricchezza
Se ben preservato e valorizzato come una grande opportunità imprenditoriale
Cultura come grande opportunità imprenditoriali questo patrimonio da cui possono nascere servizi ad altissimo contenuto tecnologico ha un valore inestimabile
Un valore che ci riconosce
Il mondo intero che va cresciuto oltre che ho conservato
Un valore che andrebbe promosso nel mondo
Con maggior sensibilità per attrarre imprese moderne e persone di qualità da tutto il mondo sul nostro territorio nelle università nel turismo degli investimenti produttivi è giunto il momento di rivolgere un'attenzione diversa è strategica
E organica al turismo considerandolo un settore chiave di sviluppo e di opportunità imprenditoriale che unisce tante associazioni di categoria che vogliono fare imprese moderne del turismo non più concepito come una mera capacità ricettiva ma avviato a fare di tutto il Paese
Un ambiente capace di attrarre i cittadini
E imprese di tutto il mondo un Paese che ha saputo diventare industriale senza rinnegare la sua storia ma che deve elevare il livello e la competitività della promozione e dell'Offerta e questo vale ancora una volta soprattutto per il Sud
Che nel turismo è paradossalmente più indietro del centro nord malgrado quanto si possa credere
E malgrado come accennavo prima lo straordinario valore storico artistico e paesaggistico che nessun cinese si potrà mai copiare
Sono alla conclusione di questo mi scuso forse troppo lungo intervento
A osservare il nostro Paese si ha l'impressione che l'Italia si stia in borghese lindo
Senza essere riuscito a costruire una vera classe dirigente borghese
Il nostro Paese deve uscire dal suo passato ricco di soddisfazione ma anche di antiche tensioni
Non è riscrivendo continuamente la propria storia che si costruisce il futuro
Ai nostri figli dobbiamo consegnare
Un Paese e una storia condivisa che sappia guardare con disincanto a quanto avvenuto ma che sto costituisca soprattutto base solida
Per costruire il nostro futuro
E il nostro futuro e né i giovani non ne vedo troppi pochi troppo pochi in questa sala
E vorrei che fossero di più non solo qui ma anche nelle nostre aziende e nella società politica civile del nostro Paese
Industriale
Vorrei che con le loro facce un po'scanzonata e curiose ci facessero riflettere sulla vacuità
Delle nostre discussione con quel sano importante Spirit Co. spirito provocatorio che li deve contraddistinguere
Ci dessero il senso del nostro venire il coraggio di cambiare
Purtroppo li vediamo anche troppo solventi
Difendere vecchi affetti per esistere i cambiamenti
Ma i giovani hanno anche il vantaggio di saper cambiare in fretta e comunque il nostro obiettivo obiettiva avvenire e loro
Alla loro preparazione deve andare tutto uno sforzo comune a loro dobbiamo aprire il più possibile le porte delle nostre aziende non devono diventare vecchi per assumere nuove responsabilità noi non dobbiamo deludere i giovani allora voglio dare un benvenuto particolare a tutti i giovani che scelgano di operare
In un'azienda o nel settore pubblico nelle professioni nell'arte e nella cultura
Ma un saluto particolare lo voglio riservare a quei giovani che spero saranno molti a voler prendere la strada dell'intraprendere a quelli che saranno i nostri colleghi in qualunque settore
Vorranno operare
è una strada difficile la nostra che non prevede proprio
Che non prevede percorsi conosciuti
è una strada fatta di coraggio e di solitudine perché all'imprenditore è sempre solo a prendere le sue decisioni
Solo con le sue responsabilità solo con i suoi rischi solo con le loro con le sue aspettative
A coloro che da giovani vorranno fare l'imprenditore voglio dire che questa e la loro casa
Perché questa è la casa di tutti gli imprenditori e di tutte le imprese una casa aperta
Dove ognuno si possa sentire libero di esprimere il proprio parere a maggior ragione se il proprio parola parere non è lo stesso del parere comune
Una casa che intende collaborare con quanti vogliono che cresca il benessere la cultura la civiltà nel nostro Paese e nel mondo
La casa di tutti coloro che si sentono forti
L'orgoglio di essere imprenditore
E di essere italiani una casa che collaborerà con tutti perché Alitalia trovi e ritrovi sempre più il gusto di crescere e la capacità di innovare grazie a tutti
Produttive professor Mazzanti ringraziandolo di essere qui
Al centralino
Per imprenditrici signori imprenditori
Signore e signori
Il ministro delle imprese perché tale io mi considero è venuto qui ad ascoltare con grande interesse la relazione del presidente Montezemolo al quale subito formulo i migliori auguri di buon lavoro
Ma è anche venuto per darvi qualche risposta su domande che credo abbiano interesse anche per voi
Il primo punto che vorrei trattare molto rapidamente è lo stato della nostra economia lo sappiamo tutti abbiamo attraversato alcuni anni di congiuntura estremamente difficile
E non parlo solo della congiuntura economica parlo anche della congiuntura politica internazionale ci è successo di tutto
Terrorismo due guerre
Una certa polmonite che veniva dalla Cina e così via
Però deve essere chiaro che stiamo uscendo dal rallentamento congiunturale
I dati che mi porto