"Giovani tra piazze e parabole: imparare la partecipazione nel tempo dei media" - 57º Congresso Nazionale FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) (Genova, 29 aprile - 2 maggio 2004) (Nota: sono state registrate solo le giornate del 29 e 30 aprile)

La mentre piazza parabole imparare la partecipazione nel tempo dei media per accoglierli in un modo forse un po'insolito per la un sì iniziamo ad entrare nel tema del nostro congresso o con qualche provocazione guardando un filmato
Uscivano dall'università ed entravano in Parlamento da via della Conciliazione il numero uno abbiate da Montecitorio ce l'hai costruire l'Italia del dopoguerra e a a a cercava si classe dirigente era il momento giusto o gli uomini giusti una escono dall'università e non trova neppure lavoro innamorano e chiamano aspettiamo bambina ma non si assumono responsabilità
Dentro lo spogliatoio un'evidenza sta
Ma sempre come abbiamo già da un pezzo cosa cambierà grazie va bene
Li criticano perché non prendono decisioni definitive ma quando cerca di un lavoro definitivo irridono in faccia sono sbagliati loro o il tempo in cui vivono immancabili in una non è ammissibile a maggio
Vero è cambiato tutto ma come si gestiscono questi cambiamenti prendi la politica c'era voglia di farla ma c'erano anche partito il gli strati le piccole sezioni le federazioni dei giovani l'incontro fra generazioni ai giovani veniva concesso di assumersi responsabilità
Anche di sbagliare uno come Aldo Moro è cresciuto così come in tutta la sua generazione ora pensarci defence Milone di pre politici di trent'anni
Finiamo
La passione si è spostata volontariato associazioni movimenti parlano di grandi temi calcolano per organizzare eventi Fani prestazioni che durano ore al massimo pochi giorni non c'è elaborazione non c'è finte fino al cioè costruzione di un pensiero e quando c'è come in tante realtà cattoliche
Rischia di rimanere nelle mura dove è nato il generale lei diventano etichette la pace la globalizzazione le politiche economiche a favore o controtenore nuove ideologia
La politica è un'altra cosa che porta a porta furono dibattiti senza contraddittorio sondaggi e mai dialoghi
Qua qui casca l'asino è inutile pretendere di volersi fare Santi di volere essere apostoli di apparire a tutti i lavoratori
E non si è capaci di una sensibilità viva per tutti quei fenomeni spirituali politici sociali religiosi che si verificano intorno a noi ma la politica è un'altra cosa sono strutture di plastica che hanno bisogno più di soldi che ideali di ieri belle ed intelligente scritti provocazioni che di ragionamento dopo la politica cala dall'alto mentre le piazze luogo simbolo di partecipazione fanno paura politico del due mila e davanti alle manifestazioni parla di attentato alla democrazia
Aprire i vostri cuori le vostre di
In uno studio
La vostra in rivolta
Nello strazio e le vostre ragioni
I vostri a mi altri tutto
Alla sua forzoso all'edilizia
Lascia che Negri egoistico
Non abbiate paura
Già non abbiate paura sarà per questo che a settembre il Papa partecipando al pellegrinaggio nazionale dell'Azione Cattolica Loreto
Va be'atipiche era Alberto Marvelli morto a ventotto anni nel mille novecentoquarantasei in un incidente stradale mentre in bicicletta andava a tenere un comizio Alberto nuovo santo della Fuji è un vero dono di io per questi tempi di Luigi Giovanni Paolo secondo addetto ha mostrato come i laici cristiani sappiano dividersi senza di sei per alla costruzione del Regno di Dio nella famiglia nel lavoro nella cultura nella politica portando il Vangelo nel cuore della società
All'attuazione ma ricordiamo noi guardando alla tv quello pittrice e quello che Thatcher la tv ha creato una nuova percezione della politica e un nuovo modo di farla anzi di non farla per questo il tema che ci sta a cuore senza stesi preposti un'idea ma con la sincera domanda e ci siamo portati fin qui come si pongono una classe dirigente al tempo in cui la politica si fa tra piazze e parabole
Bene iniziamo ringraziando chiaramente Sat due mila il gruppo editoriale di Avvenire che ci hanno aiutato nella realizzazione di questo filmato
Iniziamo con un po'di commozione forse perché torniamo a Genova con un congresso nazionale dopo cinquantacinque anni era il settembre quarantanove ed è ci torniamo con un congresso che sentiamo particolarmente nostro particolarmente importante per il tema che abbiamo scelto e per il momento storico in cui lo celebriamo
Oggi abbiamo davanti agli occhi una situazione politica internazionale
Dominata dall'insicurezza
Reda debolezza lo sfilacciamento delle istituzioni sovranazionali
Dall'adozione di quella che potrei definire una poco lungimiranti addirittura mio per strategia di attacco e di difesa per risolvere conflitti internazionali
E per quanto riguarda il fronte interno ogni mattina leggendo i giornali ci accorgiamo di quella sterile litigiosità che prende in altri partiti della sua istituzione per un simbolo sulla scheda elettorale o poco di più
E avvertiamo con preoccupazione
Quanto risulti difficile all'attuale classe dirigente l'attuale classe politica convergere su valori condivisi
Ecco tutto questo assieme alla grande diffusione che hanno tra noi giovani atteggiamenti pendenze a politiche o in politica
Ecco rende particolarmente significativo credo il nostro essere qui e il nostro essere qui a discutere di partecipazione di formazione alla politica
E certo ne discutiamo con un senso che ci viene dalla nostra tradizione dalla nostra matrice culturale dalla nostra sensibilità il nostro impegno cioè trova radice in quell'esigenza che da sempre sentiamo nostra quindi formare formarci
Ad un cristianesimo autentico capace di improntare i nostri piccoli gesti quotidiani e le nostre grandi scelte a quella radicalità leggera segno evidente di un essere nel mondo animati da speranza
Da Padova Roma anche a Rimini a Parma negli ultimi congressi e convegni nazionali ci siamo interrogati sul trasformazioni significative che l'università e la società stavano compiendo emergeva chiaramente un contesto sociale da ripensare con alcune categorie con alcune categorie come quelle del multiculturalismo della cittadinanza globale della cittadinanza europea
Ecco ora dopo aver guardato attentamente i contesti in cui ci muoviamo sentiamo l'esigenza di metterci allo specchio di guardarci dentro
E per questo che abbiamo scelto di mettere al centro del nostro congresso il tema della formazione alla politica
Non bastano le mura silenziose dell'adorazione abbiamo scritto nelle tesi riprendendo una celebre frase di Giorgio la Pira
Non basta la fortezza interiore della preghiera
Non bastano neanche le opere organizzate della carità
Serve forza rendersi conto che qui ed ora siamo chiamati a costruire a collaborare alla costruzione del Regno di Dio
Citano ancora la Pira il pieno adempimento del nostro dovere avviene solo quando avremmo collaborato direttamente o indirettamente
A dare alla società una struttura giuridica economica politica adeguata al comandamento principale della carità
Però lo sappiamo l'abbiamo visto anche nel filmato la nostra generazione vide di identità e di progettualità frammentate di difficoltà nel trovare forme di impegno ordinario
Nati negli anni Ottanta ci rimproveravano di adagiarsi in un'eterna adolescenza
La nostra coscienza civile si inizia formale nei giorni del lento declino della Prima Repubblica e del definitivo crollo dei muri delle vecchie ideologie
E allora le piante le parabole che compaiono nel titolo il nostro congresso sembrano essere gli unici due modi simbolicamente apparentemente antitetici le uniche due forme di approccio alla politica che ci resta no
Dopo la crisi all'associazionismo dopo la crisi delle giovanili di partito Dionisi due modi che abbiamo per dare corpo a quel desiderio di partecipazione che pure sentiamo dentro
Quindi da un lato ci sono le piazze il fenomeno dilagante del movimentismo che è stato in questi ultimi anni lo strumento il nostro strumento privilegiato di denuncia o a volte soltanto di enunciazione di valori
E oggi
Le chiazze forse parlare di piazza assume un senso ancora più problematico alle piazze oggi viene data una responsabilità politica grande grandissima
Di rispondere a chi chiede una presa di posizione per salvare delle vite umane
E allora capiamo che la piazza ha dei limiti la piazza dei limiti quando non è supportata da un'azione politica di più lungo respiro che la precedente e la segue
Appunto il rischio che noi sentiamo in questo coinvolgimento fatto più di contrapposizione che di dialogo e di ridurre quei valori enunciati
A etichette quindi pace si pace no pace senza se e senza ma no global ordo forse new global
Etichette che chiaramente non possono rendere ragione della complessità con qualsiasi sguardo surreale deve avere anche
Ecco e a quella voglia di partecipazione che ha portato nelle piazze milioni e milioni di giovani
Noi credo abbiamo il dovere di rispondere con qualcosa di più ambizioso di un corteo
Con un'educazione al valore della corresponsabilità civile
Con i tempi lunghi del dialogo del confronto fra sensibilità diverse
Con l'attenzione allo sviluppo di coscienze critiche e non ideologica
Abbiamo il dovere di ripensare in questo il ruolo della Fuci probabilmente potrebbe essere importante abbiamo il dovere di ripensare i luoghi della formazione giovanile della partecipazione ripartendo da piccoli gruppi
Che solo attraverso il rapporto personale possono produrre novità in un mondo che ha fatto della globalizzazione culturale uno strumento di livellamento di differenza
Se da un lato c'è rabbia fra l'altro allora c'è la politica dei talk show dei salotti televisivi così pericolosamente vicina alle forme dello spettacolo
Che tenta continuamente di colpire queste lettere che ormai è diventato un target appunto Robert è un bersaglio
Favorendo così l'impoverimento la banalizzazione
Con la conseguente caduta di nella dimenticanza di quelle che dovrebbero essere le vere questioni sociali
E allora i dibattiti senza contraddittorio
Le accuse le diede delegittimazione reciproca Enza leader carismatici di turno
I programmi dei partiti tradotti in slogan
I temi politici discussi prima nei salotti televisivi che in Parlamento contribuiscono a delegittimare quelli che noi vorremmo che fossero i veri luoghi del dibattito politico
Allora in fondo questi due modi di rapportarsi al mondo e la politica hanno una radice comune
Nelle grandi manifestazioni come anche nella politica spettacolo tutto si gioca sulla capacità di suscitare emozioni passioni rivalità ideologiche porti che rimangono ben al di qua di un'analisi approfondita dei problemi
Tutto questo si parla di una società che ha bisogno di ritessere legami forti della responsabilità civile del dialogo della democrazia
La nostra però dobbiamo dirlo anche la prima generazione interamente cresciuta con i mezzi di comunicazione di massa con internet in particolare
Per capire quanto questo dato sia di leva
La Thibault uno strumento quindi da contenuti buoniste riempita di contenuti buoni da contenuti cattivi si è riempita di contenuti cattivi
Ecco io credo che non possiamo più commettere l'errore di considerare i mass media comunque lo strumento quindi come un qualcosa di neutrale
I mass media piuttosto sono un vero e proprio ambiente in cui siamo immersi
Sono capaci di condizionare di Plant mare linguaggio abitudini senso etico diffuso
Creano non solo una rappresentazione della realtà
Ma modelli di vita costume cultura
Non crediamo che questo sia un ruolo da combattere con improbabili battaglie di retroguardia
Però crediamo che ci debba essere una presa di coscienza da assumere responsabilmente
Abbiamo delle responsabilità al dunque
C'è una massa di persone tagliata fuori dalla nostra percezione proprio perché tagliata fuori dalla comunicazione di massa
C'è chi non ha voce proprio perché quella voce forse non farebbe abbastanza notizia
Abbiamo delle responsabilità anche verso tutte quelle persone che non hanno strumenti culturali adatti a fungere da filtro del mare di parole e immagini che quotidianamente si divertano nelle nostre case
E allora ci chiediamo un po'di quella responsabilità ce l'abbiamo anche noi che siamo solo studenti
Ce l'abbiamo anche noi diciamo solo ventenni che si spostano di leggere il mondo che ci circonda con gli occhi della sega
Bene un po'di quella responsabilità ce l'abbiamo anche noi proprio perché studenti
Proprio perché animati da una dimensione verticale la nostra spiritualità
Che deve essere costantemente interpretata come base d'appoggio di una dimensione orizzontale
Ed è quella prima dimensione verticale che trasforma le competenze intellettuali chiamiamo acquisendo in questi anni di università in strumenti di solidarietà
Dare voce a chi non ha voce dunque
Si riaggancia modulo bel libro di Calvino in cui viene presentato questo Medioevo un po'magico e si racconta di un mondo in cui c'era una massa enorme di persone che non avevano un nome me distinzione d'arresto
Caldi non si presenta quindi un'epoca in cui la volontà l'ostinazione di esserci la coscienza di esserci
Non veniva usata interamente dato che molti non sa non se ne facevano Mullan per miseria o per ignoranza
E quindi una certa quantità e andava dispersa nel vuoto
Poteva pure dati allora scrive Calvino che non punto questa volontà ecco senza disse così diluita si condensano asse facesse grumo
E questo grumo fin battente in un nome in un casato o soprattutto in un'armatura vuota è così che nasce l'abbiamo capito forse il cavaliere inesistente
Ecco questo cavaliere che prima non c'era ma poi comincia ad esistere raccogliendo tutto quello che c'era di Nespresso tutta questa volontà di esperti che non veniva espressa
Ecco questo cavaliere inesistente
Potrebbe forse la metafora del nostro impegno per gli altri
Della nostra capacità di costruire sogni anche per chi non ha la possibilità di farlo come noi di costruire quelli che potremmo chiamare dei sogni collettivi
Hanno forte spetta oggi poste proprio il compito di dare corpo all'inespresso
Di progettare in totale controtendenza qualcosa che non riguarda solo noi stessi come singoli ma le comunità che abitiamo le nostre città le nostre università e allora io credo che fare politica nel senso autentico e proprio questo dar vita ad un Progetto il nostro cavaliere inesistente che prima non c'è ma poi comincia ad esistere tanto che può anche combattere
Per i contesti più o meno gravi in cui camminiamo
E allora non è vero che una politica senza territorio può essere davvero vincente
Ci siamo ripetuti spesso quest'anno infuso un po'come uno slogan che vorremmo cercare di costruire quella che abbiamo chiamato una cultura della prossimità
E allora una cultura bustine della prossimità vuole essere proprio questo uno sguardo sul mondo che non dimentica ciò che ci sta a fianco
Una cultura la prossimità deve essere il nostro impegno di ritessere le trame di solidarietà che legano le nostre comunità e nostri ambienti grazie
Dando questo questa introduzione vorremmo concentrarci un pochino di più sull'università per poi dare la parola al presidente Casini
Questa cultura della prossimità di cui abbiamo parlato deve tradursi per noi un impegno formativo per le nuove generazioni
Abbiamo visto il limite delle piazze dei talkshow televisivi che abitano ad una partecipazione emozionale conflittuale in questo contesto non vogliamo trascurare i luoghi classici della formazione cioè la famiglia la scuola l'università
Per l'insostituibile ruolo che ancora oggi possono giocare nel formare i giovani alla partecipazione al fare comunità
Noi ci concentriamo su università ovviamente perché siamo fucile oggi più che mai sentiamo l'importanza di incarnare consapevolmente questa utile diversità ricco anche perché poi del ruolo dell'Università nella formazione la cittadinanza si parla poco e come mai si parla poco
Si tratta ancora di del lascito di una concezione elitaria di università come luogo del sapere elevato o siamo di fronte ad una concezione sempre più dominante diffusa tecnica e funzionali Istica del saper universitario
Queste domande ci spingono ad ampliare molto l'orizzonte della riflessione che comunque sarà Breve e ci spingono a toccare questione troppo volte taciute
Come per lo Sri svegliare antichi fantasmi questioni che riguardano l'identità dell'università di profondamente una domanda radicale ci vogliamo porre l'università fauci cultura
Università sempre vissuto una oscillazione drammatica tra l'essere a servizio dell'ideologia dominante e preparare le conquiste culturali e sociali delle generazioni successive
Le aule universitarie sono state spesso il teatro degli scontri più aspri tra valori che Lucia generazioni oggi invece dentro ad una cultura maschile di Attica fondata formata l'immediatezza dell'immagine più che la mediazione del pensiero rivolta a modelli energici e rassicuranti più che al controllo critico del loro operato
L'università ritrova un ruolo funzionale i poteri forti come custode cultrice di una tecnica svuotata di vitalità culturale
Questo è quello che contro cui noi vorremmo metterci mettere in guardia la tecnica e la nuova arma metafisica del potere i termini tecnici sono il nuovo latinorum che chi che intimorisce confonde i non specialisti cioè tutti noi
Le soluzioni tecniche sono le strade che qualcuno vuole percorrere e che vuole presentare come le uniche percorribili l'espressione è tecnicamente possibile e il nuovo FIAT che non può essere contraddetto
Questo è il tempo in cui le guerre sono operazioni chirurgiche e le bombe sono armi intelligenti
In cui cioè il linguaggio della politica si fa slogan allusivo a servizio di un'immagine convincente in cui la tecnica diviene oracolo di responsi magicamente funzionali e determinati interessi in questo tempo l'università deve imboccare la strada di una risposta formativa e culturale
Siamo in un momento importante per percorrere questa strada
In Italia la riforma universitaria entrata in vigore da qualche anno in tutti gli atenei e non è più il momento di formulare giudizi generali su questa riforma che ormai un dato acquisito oggi dobbiamo guardare all'opportunità aperte da questo modello
Opportunità di una maggiore apertura l'università e i fermenti della società dell'economia ai problemi complessi dello sviluppo locale e globale
Opportunità di formare figure professionali incarnate nelle attese della società capaci di anticipare i bisogni del mercato in un'ottica di ampio respiro
Opportunità di formare una classe media del mondo delle professioni e di dare così un apporto Fini significativo la cultura diffusa del nostro Paese
Non crediamo d'un sapere come tecnica al servizio di un potere paternalista che pretende la risposta sicura e immediata da tradurre in uno slogan efficace
Crediamo invece nel sapere universitario che all'immediatezza della risposta pronta contrappone la mediazione di una ricerca onesta alla violenza della soluzione facile la non violenza di un dal dialogo Pia paziente all'utilizzo strumentale delle vittime del nostro tempo la scoperta e la traduzione della dignità umana nelle strutture della società
Scoprire sempre più nel dialogo tra le culture e le convinzioni la dignità dell'uomo e tradurla nella società informando valori e strutture ecco il compito politico a cui l'università è chiamata
Da cristiani ci sentiamo di promuovere sempre più diversità in dialogo con la società
In un mondo in cui la comunicazione si fonda sulla contrapposizione sul conflitto
Possiamo promuovere il dialogo come modalità privilegiata della comunicazione
Abbiamo comunemente un'idea riduttiva del dialogo il dialogo sarebbe una procedura attraverso la quale identità diverse si conoscono reciprocamente ma senta nulla modificare di se stesse
Più in profondità il dialogo intesse le nostre identità in un percorso in cui è la verità stessa dialogare con noi a porre le condizioni della reciprocità dialogica
Le che siamo sua di Paolo sesto pone in dialogo tra la Chiesa e il mondo come stile di una nuova evangelizzazione
I cristiani costruttori di relazioni nel mondo a me il compito profetico di testimoniare costruire l'unità nella diversità proprio denti conflitti dentro le contrapposizioni
E si aprono l'umanità sia all'ascolto di se stessa di quell'irriducibile dignità dell'uomo che emerge nel traboccare delle diversità sia l'ascolto della verità di Dio l'unico che può riportare ad unità senza violenza
UNI versi tasse è la radice latina della Parolo università e significa proprio riportare all'unità
Oggi nessuna filosofia nessuna ideologia nessuna teologia può farlo autonomamente occultando quella quota di violenza generata dalla soppressione materiale o culturale delle diversità
Ecco allora che ritroviamo quell'imparare la partecipazione che il titolo del nostro congresso
L'università contribuirà a formare la partecipazione se imparerà a fare della ricerca una dimensione vitale e di rinunciabile di dialogo col mondo proprio dentro i conflitti e le strutture che mettono in questione la dignità dell'uomo
Così lo studio universitario acquisterà sempre più tutta la sua grande valenza politica uno studio che attiva la responsabilità della costruzione paziente del bene comune senza scorciatoie velleitarie senza illusioni paternalistica
E la Fuci sempre stata animato da questo ideale
L'ideale di uno studio che dentro la fede trova l'Energia per aprirsi alla cieca ricerca umile della verità in questa ricerca umile della verità si fa strumento di promozione della dignità umana grazie
Bene allora adesso do la parola al presidente Casini per il suo intervento
Grazie
Grazie Enrica belli e a Davide Arcangeli
Per avermi invitato oggi
E per avermi dato la possibilità
Di
A sommare un'altra piccola tappa al dialogo
Proficuo che la Camera dei Deputati avviato con la Fuci
E naturalmente
Non mi riferisco tanto al dialogo
Che è stato riassunto nel filmato iniziale perché quello del più che un dialogo era una identificazione di classe dirigente in quel caso ma all'epoca il cambiata io mi riferivo molto più modestamente
Al dialogo che si è
Molto ravvivato tra noi in quest'ultimo periodo tra l'istituzione che io l'onore di presiedere la Fuci
Ricordo da ultimo il consiglio direttivo della Federazione ospite a Palazzo Montecitorio
Per un seminario di studio che mi sembra abbia avuto un riscontro assai positivo
La Federazione degli universitari cattolici italiani
Nella sua attività ultra centenaria
E stata il punto di riferimento per la formazione culturale
Di tanta parte della classe dirigente cattolica
Soprattutto nella delicata fase della rinascita del nostro Paese
Della sua vita democratica del suo ritorno alla libertà dopo le tragedie della dittatura ed è la seconda guerra mondiale
Voglio ricordare col vostro filmato il ruolo di primo piano svolto all'interno della cucina
Da alcune prestigiose personalità
Che hanno portato l'esperienza e l'impegno dei cattolici nel l'alto consesso dell'Assemblea costituente
Penso
Ha tolto un po'
Guido Corbella
Giulio Andreotti Paolo Emilio Taviani
Ma il mio pensiero oggi qui fa anche ad altri grandi figure ecclesiali
Penso a monsignor costa assistente generale della Fuci in anni difficili e figura che assurto ad un grande significato simbolico
Sono nomi che danno la misura
Della ricchezza
Dell'esperienza e della vitalità della federazione
E che attribuiscono contemporaneamente a chi oggi di Opera
La grande responsabilità di metterne a frutto l'eredità morale e civile
Io credo che il tema da voi scelto per questo congresso
In qualche misura e Cocchi
Proprio il senso di questa responsabilità
Imparare la partecipazione nel tempo dei media significa porre il tema della cittadinanza consapevole al centro del vostro impegno
Credo però
Che sarebbe riduttivo identificare l'idea di cittadinanza consapevole al solo aspetto pure determinante
Di un'informazione completa e di alto livello
Per buono e cattivo che sia il contributo che i mezzi di informazione offrono rischia infatti di rimanere materia inerte
Se non viene filtrato da un patrimonio soldo di punti di riferimento ideale in grado di orientarmi l'interpretazione delle informazioni e di completarne il senso
Imparare la partecipazione nella società dei nidi a mio parere significa dunque oggi soprattutto e voi lo avete detto molto bene nel filmato e nelle relazioni
Recuperare il valore delle battaglie ideali e contrastare con forza la deriva verso la politica senza vita
Ridotta la gestione di interessi o come ha detto o come ho detto in un'altra occasione a marketing politico
L'insediamento delle grandi personalità che prima abbiamo ricordato ci invita tutti e soprattutto invitare i giovani generazioni ad operare con fiducia in questa direzione
Certo amici
Non possiamo nasconderci dietro un dito
La caduta dell'ideologia ha determinato momenti di incertezza e di disorientamento
Ma la fine dell'ideologia e non significa non può significare la fine delle idee e dei valori
Di questo credo siate tutti consapevoli perché avete scelto di farvi interpreti e custodi di valori di altissimo profilo
Radicati sul primato della dignità umana sull'uguaglianza e sulla libertà degli individui sulla democrazia
Se questo è vero
E io ne sono sinceramente convinto allora il vostro primo obiettivo sta proprio nell'affermare diffondere questa idea di partecipazione
Fatta di dialogo e di confronto anche astro sui problemi concreti ma sempre fortificata dai valori su cui ciascuno sceglie di costruire la propria identità
So ne abbiamo parlato anche prima in un breve incontro che i vostri dirigenti a colazione so che si nutrite
Una sincera preoccupazione per la crescente disaffezione dei giovani per i temi che animano la vita politica del Paese
E che avete individuato nell'esigenza di nuovi e più adeguati interventi nella formazione culturale dei giovani il punto cruciale per invertire la tendenza in atto
Io condivido questa preoccupazione
Il calo dell'interesse dei giovani per la politica non è un fatto cui possiamo abituarci
è piuttosto una grande questione di democrazia
Ma non possiamo neanche essere Alice nel paese delle meraviglie possiamo veramente meravigliarci per il calo di attenzione dei giovani verso la politica
Io che pure sono uno delle espressioni più altri istituzionalmente della politica non mi meraviglio affatto
Perché non mi meraviglio affatto che le mie figlie non si interessino di una politica che sempre meno rappresenti i problemi della gente
E sempre più si riduce a uno stucchevole rimpallo di responsabilità in una sorta di discussione
Astratta
Sono cadute le ideologie non dovremmo essere più imprigionati nelle gabbie ideologiche del passato ma siamo imprigionati nuovi neologismi
Forse proprio perché meno veritieri di quello del passato ancora più distanti da quelle che sono le esigenze della gente
Dunque io non nascondo che parte della responsabilità sta proprio in questo modo di vivere la la vita politica
La politica che si riduce alla competizione per il potere
Sia ben chiaro non è che gli uomini politici che voi avete visto quel questo filmato fossero disinteressati al potere perché un uomo politico non può essere disinteressata al potere lotta per il potere
Ma non può essere interessato solo al potere indipendentemente dalle idee che lo aiutano a conquistare il potere perché allora questo sì è un aspetto di degenerazione inaccettabile
Una politica che ha perso l'attitudine a parlare alla gente che celebra i suoi diritti che non si confronta con le questioni reali
Credo però
Che le ragioni della disaffezione scontino anche come voi stessi avete evidenziato nelle tesi congressuali
Un complesso di fattori sociali e culturali legati alla società dell'informazione
Mi sembra che si stia verificando una situazione paradossale
La disaffezione alla politica sta aumentando nonostante il crescere del numero della bacchettate la potenza diffusiva degli strumenti di informazione e di comunicazione
Se penso alla mia generazione ed a me spesso mi sorprendo nel constatare quanto più limitate siano stati le possibilità di conoscere il mondo e di rapportarsi con la sua straordinaria varietà
E allora
Non posso fare a meno di pensare che stiamo sprecando i talenti che la tecnologia il progresso mettono a nostra disposizione
In questo senso mi sembra che le direttrici lungo le quali operare siano essenzialmente due
Ciò ovviamente un problema di qualità dell'informazione
Al clamoroso incremento dell'offerta informativa che abbiamo vissuto negli ultimi anni non è corrisposto un adeguato incremento del livello dei suoi contenuti
è un punto che chiami in causa la responsabilità di chi o di chi si occupa e opera nell'informazione minimi
Soprattutto nei riguardi dei giovani fare corretta informazione significa anche educare nel senso più alto del termine
è una verità sulla quale sarebbe forse necessario riflettere oggi con un po'più di attenzione
E che riguarda indistintamente il servizio pubblico radiotelevisivo come le altre televisioni commerciali gli altre radio la carta stampata interne
Ma c'è anche un problema di atteggiamento dei giovani nei riguardi dei mezzi di informazione
E qui la parola d'ordine
Mi sembra stia per superare la passività diffusa che oggi caratterizza quell'atteggiamento gli stimoli che provengono dai media hanno senso solo se ritengono patrimonio di tutti attraverso il dialogo la discussione la loro traduzione iniziative concrete
Le forme tradizionali di comunicazione non sono insomma definitivamente tramontato
Penso ad esempio al-Assad la pratica del confronto diretto quello in cui si parla di persona faccia a faccia senza l'intermediazione
Dove
Non ci si nasconde nell'anonimato o nelle videoconferenze
E quel confronto di cui lavoro parlamentare offre una testimonianza efficace anche se talvolta forse troppo
E nel quale resta insostituibile il ruolo della famiglia dell'associazionismo della scuola e dell'università
Vorrei però dirvi
Che non mi sfugge l'altro termine del binomio al cui interno avete voluto inquadrare la questione della partecipazione dei giovani alla vita della comunità
In particolare
Mi sembra che su questo si sia soffermato Enrica precedentemente
Non ci sono solo le parabole ci sono anche le piazze
E come per le parabole anche nelle piazze si avverte oggi il rischio che sull'aspirazione sincera di molti giovani a dare il proprio contributo propositivo possono prevalere atteggiamenti massimalisti
In cui lo spirito critico e la buona fede rischiano di essere strumentalizzate
è un tema che assume purtroppo per il nostro Paese proprio in queste ore
Una drammaticità che nessuno avrebbe potuto immagina ma è un tema che accomuni riassunto una collocazione centrale
Nell'ultimo torno di tempo in concomitanza con i dolorosi eventi che hanno segnato la vicenda del conflitto iracheno e la situazione che ne seguito
Io
Sono stato sempre convinto che nel grido di tanti giovani che hanno percorso le vie del nostro Paese
Invocando a gran voce la pace
Vi sia un esigenza sincera e che quel grido meriti di essere ascolta
Tuttavia Hossein ritenuto che fosse compito di chi riveste responsabilità politiche o istituzionali spiegare a quei giovani il senso della pace vera e duratura
Quella cioè che non corrisponde alla semplice assenza di guerra ma che prospera nella democrazia nella libertà e nel rispetto dei diritti umane
Cari amici deve essere chiaro a tutti
Che siamo figli di un grande Paese e della sua storia
L'Italia chi ha pianto
è la stessa che in queste ore spera accanto alle famiglie dei nostri ostaggi
Ma è la medesima Italia che non può accettare ricatti né oggi né domani pena la svendita della nostra libertà
Vorrei dare atto
Ma voi della Fuci
Di avere svolto in un momento così difficile un ruolo prezioso di serietà di equilibrio di grande significato
Nel vasto mare del movimento pacifista la Fuji è stata una presenza forse minoritaria ma sempre critica e vigile che ha saputo accompagnare quel movimento cogliendo nel contempo i limiti per essere veri costruttori di pace non servono le etichette
Occorre compiere gesti concreti e coraggiosi impegnarsi nel quotidiano astenersi dalla facile tentazione di rifugiarsi negli slogan
Si tratta in fondo della lezione che ci ha lasciato Alberto Marvelli
Un'altra grande personalità che ha illustrato la vita della Fucci e la cui perdita e ancora assai viva nella federazione e nel nostro Paese
Il suo insegnamento
Che verrà
Alzato e di innalzato come giusto dal Santo Padre a settembre ci dimostra che la pace si costruisce attraversa l'etica della responsabilità e del rispetto reciproco
Ma il suo impegno e anche la dimostrazione di quanto la politica abbia un grande bisogno dei giovani della loro disponibilità ad ascoltare del loro coraggio e della loro passione sono i giovani a possedere le risorse necessarie affinché le ragioni della speranza possono sempre prevalere sulle ragioni della violenza e del male grazie
Dottor Davide Graziano presidente del Comitato Genova due mila e quattro consegnerà al presidente Casini la targa di onore del comitato d'onore Genova due mila quattro
Il percorso che abbiamo incominciato in Parlamento proprio quando dall'anno scorso abbiamo presentato la Cava dei deputati il programma zero due mila quattro
è una grande vetrina per Genova questa un'occasione credo di un retaggio importante dettata testimonianza tanto affetto delle nostre istituzioni tanti amici che si vengono a trovare a Genova sia la riprova e quanto questa città stia facendo di sforzi per uscire da una certa evoluzione che lanciarsi verso i loro capi che comporti si può piacere che consegno presidente Casini questa barca
Siamo nuovamente il presidente della Camera Casini che sarà e ancora con I per poco per impegni di carattere istituzionale
E ora invece vogliamo continuare i nostri lavori congressuali a partire da un saluto un saluto del gruppo Fulci di Genova
Proprio questo lo facciamo proprio per nel senso della di un'accoglienza della città di Genova e dell'Università di Genova al congresso nazionale della Fuci
Che ricordiamo
La Fuci che torna a Genova dopo cinquantacinque anni per il suo congresso nazionale
Cita di Genova che ha dato la Fuci tanto un ricordo particolare facciamo due figure che hanno fatto la storia della Fuci e che hanno contribuito in maniera determinante alla vita della Chiesa e della società italiana sono don Guano e Don Costa
Non possiamo dimenticare la presidente centrale della Fuci negli anni della seconda guerra mondiale dal quarantadue al quarantasei bianca Pengo che
Kirkland la di vicepresidente nazionale della Fuci Mariapia Bozzo più o meno negli stessi anni grazie tonfo
Ecco a questo punto darai la parola a dopo a Simona amanti nostri edicola però Simona presidente del gruppo Pucci di Genova edicola carrozza incaricato regionale della Liguria
Fucili cure diamo un caloroso benvenuto a tutta la federazione
Salutiamo tutti i fucili d'Italia i responsabili dei gruppi la presidenza nazionale gli studenti universitari genovesi le autorità i docenti universitari e tutti i presenti
A tutti i ragazzi del gruppo genovese alla presidenza nazionale va il nostro grazie per la loro pazienza e la loro disponibilità
Infatti sono stati otto mesi abbastanza intensi riunioni incontri con le autorità lettere telefonate fax sopralluoghi hanno occupato veramente tanto il gruppo genovese ma devo dire che oggi trovarci qui con voi ci riempie di gioia e ci ripaga veramente di tutto l'impegno
Un caloroso una cosa che era in qualche modo fuori programma è un grazie che va a Simona Maldive che in qualche modo noi due ci siamo sentiti quotidianamente tutti i giorni compreso le feste compreso al Capodanno
Una volta usciti dico aveva osservato Degani insomma saremo contenti
Spero non sia stato troppo pesante per Nicola sentirmi tutti i giorni comunque vorrei cogliere l'occasione per
Ricordare già è stato fatto però personalmente il piacere di farlo anch'io
Di ricordarlo di ricordare gli assistenti che hanno segnato la Puccini genovese e ci hanno purtroppo lasciato ma sono sempre con noi
Oltre ad un quadro e ad un costa ricordiamo inviolato Cavalleri Rebora donne Giacomino Diana
Comunque sempre presente vicino a noi laureata iper armena
E è un grazie particolare a tutti gli ex Puccini
E ci hanno aiutato sia attraversa anche la trasmissione di un patrimonio di esperienze e di emozioni
Di vissuti e molto spesso questa è una critica che faccio costruttiva spero nei confronti dei giovani molto spesso ascoltiamo un po'annoiati i discorsi di chi più grande di noi
Invece io veramente vi chiedo di e custodire acquisto grande tesoro che le persone che e sono più grandi di noi in età si possano ancora lasciare
E in particolare un grazie a invitava Turro Montanari presidente del circolo genovese
All'epoca del congresso nazionale che si è svolta a Genova nel trentotto domani pomeriggio sarà con noi e anzi mi auguro che poi tutti sarete con noi domani alle diciassette alla quadri di Hume per una tavola rotonda poi di queste cose naturalmente vi racconteremo successivamente
Ecco è un grazie a particolari nuovamente alla signora Maria Pia Bozzo chiare assetata tanto da fare anche per organizzare una mostra
Una mostra dove ci sono delle fotografie che parlano un po'della storia della Fuci della storia anche di Genova
A questo punto poi dobbiamo ringraziare don Davide termini l'assistente di Genova che è stato con noi in qualche modo ci anche supportati spiritualmente quando qualche volta la paziente insomma si perdeva
E devo dire ritorno sempre un pochino un discusso quasi iniziale cioè se pensiamo e vediamo il rito introspettive in qualche modo quest'anno cioè un anno fa non avremmo mai pensato
E non ci saremmo forse mai sognati di ospitare a Genova l'evento in quasi più importante della federazione
Ma il fondo per la Fuci per la Fuci genovese in particolare il rapido illusorio a fare la cresta per farci ascoltare per ricordare a Genova l'importanza e la necessità dello spirito Fucini
Non per vivere di ricordi perché talvolta la Fuci nel momento in cui pensa troppo alla grandezza del suo passato tende che rischia all'immobilismo
Invece no proprio quest'operazione un po'di partenza per non vivere di ricordi ma per interventi nel tessuto cittadino
Polarizzando le capacità e gli stimoli più tardi di dell'università e contribuendo attivamente al dibattito culturale della città di Genova
Sono più basso
Ed è per questo che queste giornate congressuali sono per tutti noi giovani meno giovani grandi meno grandi sono una sfida una sfida importante ed accogliere con entusiasmo e con impegno è vero che anche per darci la diffusione dei dei media siamo immersi da molte città molteplici stimoli forse abbiamo sempre meno tempo la frenesia e lo stress ci fa notare bere una cosa molto molto importante e forse dovremmo anche recuperare
E il disegno di fermarsi di costruire uomini in cui poterci incontrare ed dotarci anche all'ascolto
Per questo ora la lancio come proposta come un'altra sfida nella sfida
E cercare proprio dei luoghi nell'università dove al di là delle elezioni al di là degli esami i giovani i giovani si possano incontrare
Incontrare per discutere per approfondire tratte per educare se stessa partecipazione e alla democrazia
Anche perché l'università è chiamata ad essere luogo privilegiato in quei giovani adulti lavorano insieme per il bene del nostro Paese
I adesso mi sembra che in qualche modo abbiamo lanciato una provocazione non soltanto ai futuri candidati rettori che come ieri ricordato al professor Balduzzi devono venirci ad ascoltare sentire in qualche modo alle nostre istanze ma poi anche all'istituzione universitaria che riesca ad aiutarci a trovare dei luoghi come diceva Simona
Nel quale incontrarci e continuare a portare avanti questo impegno tematico che iniziamo oggi col Congresso
E allora mi sembra che adesso abbiamo parlato anche troppo concludiamo questi lavori augurando a tutti un buon lavoro e ringraziando Dio
Grazie Simone batte Nicola grazie a tutto il gruppo Fusi Di Genova è chiamo invece donna vide Bernini l'assistente del gruppo Fucci di Genova
Il mio saluto si vuole un era quello di Nicora Simone certo un saluto e un benvenuto a tutte le fucine e a tutti i Fucini che sono giunti piace
Unica cemento alla presidenza nazionale alle autorità locali che ci hanno permesso di realizzare questo cinquantasettesimo congresso qui nella nostra città
Ricordava bene vittoria e se ne ricordavano anche Simona come sembra lontano quel tempo neanche un anno fa quando quei ragazzi e le ragazze del nostro corpo di Genova avevamo deciso di candidare la nostra città per il con grazia con coraggio ci siamo lanciati in questa avventura
E che la Federazione tutta la presidenza in parte cosa c'ha sostenuto e con entusiasmo abbiamo cucite a realizzare l'occasione di Genova come capitale della cultura europea esprimeva un'occasione veramente allettante
Perché non approfittarne
Non però perché noi Puccini dovevamo pur far qualcosa per questo evento che avrà tirato una maggiore attenzione e dato una più vasta visibilità
Ma per la tavola cultura che contenuto nell'evento stesso che ci interrogava e ci in parte ci stimola
La parola cultura chiama qualche cosa del nostro DNA la parola cultura richiama la nostra identità lo stile di fare ricerca
Lo stile che affrontare nel nell'interno delle Orobie sita il sapere
Questa parolacce che pare nostro quando il desiderio l'abbiamo sentito con interventi della presidenza nazionale di vivere veramente l'università come un luogo capace di fare cultura non solo di distribuire delle nozioni
Certo il congresso di Genova al contrasto della Fuci rito una qui a Genova l'abbiamo detto da dopo cinquantacinque anni era nei primi giorni di settembre del mille novecentoquarantanove
Quel trentesimo congresso pulcino sia priva di un momento di passaggio
Erano finiti gli ori dai libici e vi era una società democratica appena nata ed ha consolidato
I protagonisti di allora l'arcivescovo monsignor Siri il Rettore il professor Ceretti il presidente Fucino Carlo Moro gli assistenti genovesi monsignor Costa e monsignor Guarino
Sonata vedete i giornali dell'epoca e c'era un intervento dell'onorevole Paolo Emilio Taviani che era stato nostro presidente diocesano nel mille novecentotrentadue mille novecentotrentaquattro vedono come protagonisti
Stimolato no i ragazzi che universitari che erano convenuti qua sul tema amore naturale e carità soprannaturale
Un tema un titolo che fossero venuti genovese utilizzeremo adesso ma quel titolo dallo esprimevano se buona realtà che vale anche per oggi il desiderio di ritrovare una responsabilità di essere protagonisti di quella vita civile che era iniziata e con lo sguardo e la consapevolezza di essere crede
Anche nostra cinquantasettesimo congresso ripropone il tema della partecipazione
Di un mondo certo cambiato per le sue potenzialità tecnologiche ma abitata ho sempre da un'umanità consimile pur occupazioni e ansie speranze e attese
è un mondo che però e lo sottolineiamo e il titolo ce lo vuole ricordare che ha bisogno sempre più di donne e di uomini che siano consapevoli di essere cittadini protagonisti
Prima ancora di essere soltanto spettatori io tele spettatori e soltanto fornitori
Un augurio a tutti di buon lavoro e grazie di esegue routinari nostra città
Grazie dal Naviglio è stato ricordato prima e per l'alta me non possiamo non salutarlo se il Presidente del make up sardo Renato Balduzzi che salutiamo con applausi che avremo domande
Ed ora invece visto che siamo proprio nel cuore dell'Università Genova Ethan accogliamo con particolare piacere i saluti del prorettore dell'Università di Genova Opel sono Pier Paolo Puglia finito
Io il privilegio di salutarvi vi ringrazio per aver scelto università Cuesta università
Per fare questo importante riflessione
Evidenziata dal titolo quindi a nome del Magnifico Rettore che oggi non poteva intervenire vi dovete accontentare di me sono pro rettore per
Un saluto doveroso e grato per aver fatto questa c'è
L'organizzazione dalla Fuci
Siccome si rivolge prevalentemente
è orientata cioè studenti che frequentano l'università
Ritengo abbia come dire sia costituiscono occasione almeno per me per fare due brevissime riflessioni al di là del saluto formale
Nel fare gli onori di casa e in particolare nel
Rilevare che il titolo
Interessante il titolo dato da voi
A queste giornata
Costituiscono per l'università una delle cose una degli argomenti una delle riflessioni in uno dei dibattiti fondamentali essendo un'istituzione quella universitaria che credo mi auguro non sia né piazza né para
Mi pare che lei attese dei giovani in questo momento travagliato della vita
Del mondo
Si era presentato all'interno di questo titolo da una esigenza
Quindi se non sia stata ben rappresentata da alcuni interventi dei vostri felici nel senso che l'università deve costituire l'elemento centrale di riflessioni di dibattiti di incontri che non siano fondamentalmente ne quelle
Corrispondenti in qualche misura
Agli incontri sulle strade né davanti ai media però lasciate dire a me che sono informazioni ingegnere quindi di fatto i media qualche misura almeno tecnologicamente
Mi interessano
Occorre poter
Lavorare nell'università affinché questi strumenti di tra virgolette progresso
Possano costituire elementi di riflessione che non necessariamente ci porta indietro nel tempo e ci facciano in qualche modo rinunciare ai progressi tecnologici
Per esempio riporto una frase detta da qualcuno di voi è chiaro che i media appiattiscono livelli però esiste un modo di vedere il livellamento verso l'alto perché sappiamo che i media hanno costituito di fatto costituiscono per popolazioni particolarmente disagiate non acculturate
Che vivono in ambienti sostanzialmente senza tantissime
Diciamo possibilità di Improvement tecnologico o culturale costituiscono un elemento di partecipazione
E certo nel livellare si può vedere anche l'altra faccia della medaglia che è quella secondo la quale noi siamo portati a essere tendenzialmente da soli verso qualche
Strumento tecnologico bene questa riflessione che spesso diciamo
Viene
Affrontata unilateralmente o troppo contro le tecnologie penso che debba essere giustamente affrontata affinché si riescano materialmente a superare barriere e
Diciamo atteggiamenti che potrebbero essere invece utilmente utilizzati penso per esempio al fatto che l'Università possa diventare anche fatta in maniera
A distanza
Sapendo che è un rischio enorme e anche una possibilità per molti popolazioni che di fatto l'università non riescono nemmeno dodici
L'altra brevissima e concludo riguarda
La formazione civile
Questo studente recentemente ha detto bisognerebbe che i nostri candidati rettori venissero a sentirci beh io vi dico che
Sapete la campagna elettorale cominciata del rettore e all'interno del dibattito che si è aperto dentro la comunità accademica qualcuno ha evocato il problema dalla formazione civile all'università
Credo che l'università da questo punto di vista sia impegnata in un rinnovamento che naturalmente non è di singole persone ma di istituzionale
Il vero problema della formazione civile dell'università sta del pluralismo e del multiculturalismo sta nel fare di fatto delle scelte che consentono agli studenti di discutere di partecipare e soprattutto di confrontarsi
Se l'università non riesce ad acquisire questa dimensione temo che sarà difficilissimo che si possa contemporaneamente dire di aver risolto o svolto il tema della formazione civile degli scooter
Non posso non ricordare per chiudere che l'anno scorso quando è iniziata
Questa dolorosa storia della ultima impresa bellica che CPT in qualche modo coinvolti l'università ha preso una posizione gli organi accademici hanno preso una posizione in favore proprio in previsione di quest'anno della pratica l'affermazione del ruolo della cultura come strumento di pace e questo è fondamentalmente il messaggio che io spero
O ipocrite apprezzare per il nostro attenti grazie
Congresso nazionale della Fuci oltre che essere un evento per l'università e anche un evento per la città di Genova e con questo spirito che chiamo a salutarci l'assessore ingegner Paolo Berardo il rappresentante del sindaco tutto Giuseppe Pericu
Ma mi pare che tu abbia detto bene
Affermando che questo è un evento importante per la nostra città
E lo è credo in particolare permette sono molto grato al sindaco che non potendo essere qui per improrogabili impegni ne abbia delegato a a portargli un saluto
Intanto perché per nella Fuci anche se non mai aderito direttamente
State prestata per la mia giovinezza un compagni di viaggio importante
Perché la mia vita dentro l'Azione cattolica mi ha portato sempre a lavorare anche a livello nazionale il Consiglio nazionale con la Fuci e quindi per me è un po'un tornare a casa
Secondo aspetto perché il tema che ci ha proposto viene vissuto in questo convegno nazionale che mi pare sia da sessant'anni che non si teneva più a Genova
Un momento importante nella città momento portante perché certamente si colloca dentro
Il percorso di Genova due mila quattro Capitale Europea della Cultura
Ma soprattutto perché colloca questa dimensione
Della partecipazione come elemento centrale del nostro disegno di città capitale europea della cultura
Abbiamo pensato ad una città che non fosse la città museo una città delle mostre anche quello sicuramente ma che fosse una città evidenti soprattutto un percorso di una città di partecipazione
Io sono assessore alla Città solidale e il percorso che stiamo facendo in questi anni è quello di ripensare il senso e la complessità della partecipazione
Abbiamo delegato a soggetti terzi il rendere plausibile la cittadinanza attiva
Abbiamo forse vissuto veramente di parabole ieri ha vissuto poco di presenza dire
Noi oggi stiamo per incominciare
Un modo di rileggere la città attraverso la definizione di un piano regolatore sociale
Vogliamo far sì che ogni parte della nostra comunità diventi soggetto attivo e protagonista dello dello star bene del vivere una città che non è fatta soltanto di persone sempre meno che vivono nell'agio e di altre persone distaccate che sempre di più
Vivono nel disagio
Un disagio che non è soltanto economico ma anche un disagio che è legato alla capacità di dire la propria idea la proprio modo di vedere il modo di confrontarsi io credo che i giovani voi giovani soprattutto siate nella condizione di ricominciare un percorso uso sempre questa parola perché ci troviamo troppo spesso con una specie erotizzazione dei luoghi e dei livelli di partecipazione dove altri decidano sempre per conto di altri
Dove non c'è mai il luogo fisico in cui confrontarsi e rileggere la nostra città è come vorremmo farsi che ci siano sempre più delle piazze
Per poter dire queste cose
Dei momenti di confronto su ciò che riguarda sicuramente
La socialità ma che riguarda più ancora il diritto allo studio il diritto alla casa il diritto al lavoro il diritto ad un ambiente sano
Ecco sono temi che abbiamo forse ha delegato a ci hanno spinto ad a a delegare ad altri ecco credo che la città dichiarava voglia essere questo lo spiccio che vorrei lasciarvi proprio da un momento di scuola di partecipazione scuola di presenza attiva per pensare ad un futuro un futuro che come diceva il professore non deve e non può essere un futuro di guerra ma un futuro di integrazione ed un futuro di pace ecco questo spero per noi e spero per i nostri figli grazie
Facciamo tuttora Alessandro del petto Presidente della Provincia Liguria
Amiche e amici della cucina
Sono lieto di porgere il saluto e l'orgoglio
E l'amministrazione provinciale diceva a questo congresso
Che torna al cinema dopo cinquantacinque anni è un anno significativo per il cinema per il suo territorio
Tutte le manifestazioni culturali che qui avvengono contribuiscono ad attirare l'attenzione sulla città
Sulla sua storia sulle sue bellezze naturali per Pristina
Ma citando anche in modo di porre la città al centro del dibattito culturale che oggi si svolge non solo nel Paese ma anche a livello europeo e mondiale
Il ruolo di università della formazione culturale e civile dei cittadini della formazione alla politica la cittadinanza
Nel tempo dei mass media
Dell'informazione spettacolo della partecipazione emotiva nelle grandi manifestazioni io oggetto di riflessione del vostro congresso nazionale
Ma anche di chiunque sia pensoso delle sorti dal nostro Paese
Da cucina nel proporre il tema del suo congresso aventi a quella funzione di sollecitazioni e di stimolo che sembrava anche qui a Genova a partire dal mille novecentonove parla dalla sua fondazione
Siamo debitori alle università cattolici alla cucina di una parte rilevante dalla storia della nostra città e del nostro territorio
Essa si intreccia con quella dalla Francia
Rischi che la Chiesa italiana guardacoste
Sindaci dalla città Petula che un primo che vedo presente in questa sala presidente
Ministri dirigenti di aziende professore universitario
Professionisti stimati
Hanno inciso non la cultura nel costume nelle redazioni nella società genovese civile De Poli questa storia ci auguriamo diventi ancora attualità
Il passato torni nel presente la città il Paese hanno più che mai bisogno di persone serie culturalmente aperti ricche di passione civile ed impegno
Quanto più è ricorrente diffusa da democrazia
La superficialità lo scontro solo ideologico
Tanto più abbiamo bisogno che le agenzie formative
E la Fuci e tra queste prepara i giovani Corri corri lo studio con apertura la comprensione della realtà e con la meditazione sui grandi problemi dalla vita degli uomini e con spiritualità durante il ventennio fascista la fucina con gli incontri con le sue riviste Studium di Azione Fucina educò alla resistenza morale e culturale che sfociò per molti in resistenza politica
E dopo l'otto settembre le resistenza armata
Nel mille novecentotrentuno la sede dalla Fuci genovese poteva staccata i fascisti e dal mille novecentoquarantaquattro nella sede dalla cucina qui a Genova si tennero molte riunioni cospirative
Tanto del Comitato di Liberazione dovetti impone la fine perché c'era diventato troppo pericoloso
Ritiene anch'ricordiamo Toro tondi e Mario ci fa si adoperarono per salvare prega le case private dalle canoniche persino in Arcivescovado
Pierina massacro e don Giulio da pallini insieme a monsignor circa sono le persone ancora viventi che possono testimoniare di quell'impegno di coerenza cristiana che sollecita la nostra riconoscenza
L'educazione allo spirito critico al dialogo per alla ricerca in campo scientifico culturale religioso tipica dalla tradizione dalla Fuci dal programma del posto il congresso vediamo che ancora un obiettivo importante la vostra presenza delle università e dalla città italiane
Di questo Paese ha certamente bisogno oggi più che mai
Grazie per quanto di accingete a fare oppure per il vostro impegno e per il vostro venire Gene per la sua provincia di detto e non grazie perché noi ne abbiamo bisogno
Ramo l'assessore dottoressa Renata Oliveri mi rappresentanza del presidente della Regione Liguria
Grazie io sono un uomo onorato e
Era un po'più alto sono onorata di essere qui a rappresentare la Regione e apportarvi il saluto della comunità regionale e in particolare il saluto il pensiero del presidente Biasotti
Anch'io condivide i sentimenti dell'amico Paolo Veardo questa improbabilità impossibilità del presidente Biasotti mi dà l'occasione di dare una breve testimonianza una sintetico molto meno come dire partecipato
Dell'amico il presidente Repetto ma sentito anche perché proviene
No una donna rappresentante della Regione e questo è un pensiero che in un ambiente come quello della Fuci credo che sia compreso ambiente nel quale la presenza femminile consentito non è sempre stata qualificata
E paritaria anche in tempi dove questo valore era meno predicato ma forse più praticato
Cosa devo dire questo incontro di oggi è importante che si faccia a Genova e e noi capiamo un po'consentitemi linguaggio un po'concreto messa un assessore alle finanze della Regione Liguria
Ma comunque batte anche un cuore aperto ai problemi sociali perché e e Genova due mila quattro
Ci impegna molto Comune Provincia e Regione ma ci consente anche di avere iniziative convegni come queste che da troppi anni non venivano a Genova tra l'altro se posso dire
Il numero l'anno del convegno è molto vicino a una a una mia un mio dato generazionale e quindi mi sento molto vicino alla questo convegno su cui dirette molto
Questo quindi posso solo esprimere qualche sentimento proprio nel concetto dell'espressione di sentimenti bene metti insieme
Cosa mi evoca così
E alcuni valori concetti
Problematiche connesse all'università ai giovani all'informazione alla partecipazione valori che oggi sono in conflitto si integrano e suscitano sicuramente dialettico
Non pretendo di come dire in qualche modo mi anche affrontarli mi limito a fare come dire un po'un atto di autocritica da parte delle istituzioni di una certa disattenzione nei confronti nel mondo dell'università e credo che questo sia dovuto però a al quale fa a questa disattenzione un po'storica
Gli amici della Fuci lo sanno però comincia anche a fare Spac contrapporci qualche iniziativa concreta essendo assessore alle finanze posso dire che in questi ultimi anni
Su alcuni punti abbiamo dedicato più risorse e questi punti sono le strutture l'edilizia universitaria le borse di studio e le case alloggio per studenti nelle quali cenno per la Liguria avevo purtroppo da carente
Non secondario infine sul tema dell'informazione la Regione recentemente considerando che l'informazione nei confronti della dalla propria comunità e certamente un diritto ma anche un dovere si è impegnata una delle poche regioni d'Italia a inserire questi concetti addirittura in una legge una legge sulla comunicazione che può essere di stimolo e anche di vincolo a a governare la la regia la comunicazione soprattutto da parte di chi viene eletto
Quindi sul tema della comunicazione che si intreccia con la partecipazione però non posso concludere senza
Fare riferimento momento particolarmente significativo per la Regione Liguria come per tutte le regioni quello il momento in cui le regioni Reggio la nostra i liguri daranno vita penso nel giro Papi in questi giorni al alla Nokia carta costituzionale cioè al nuovo Statuto della Regione Liguria nell'era del sette questo documento avrà
Professor Balduzzi
Lo conosce avrà degli aspetti qualificanti gli aspetti problematici ma sicuramente pone al centro il tema di cosa sarà la partecipazione da oggi al futuro cioè ci siamo un po'guardate indietro
Con un preambolo anche sulla storia un preambolo molto interessanti che farà discutere per poter avere un occhio sul futuro quindi concludo per non prendere troppo tempo India augurio questo convegno è molto sentito
E per un motivo
Nella mia esperienza universitaria ovviamente la Fucci
Io provengo da una cultura sociali ecco comunque in quell'ambiente universitario negli anni giovanili è un ricordo della Fuci Pamuk un elemento in cui si faceva scuola di ponti
Intesa nel senso più nobile ecco io credo che questo valga oggi ancora più di ieri e in questa attuale momento parlo da chi ha una responsabilità politica nei confronti dei giovani in essere scuola in politica nel senso più nobile credo che sia una missione importante grazie
Ringrazio nuovamente tutte le autorità locale in e adesso un intervento che c'è particolarmente caro
In rappresentanza dei giovani delle ACLI a rappresentanza del Forum nazionale dei giovani di cui è portaborse chiamo Cristian Carrara
Concorrenza tutti
Vi ringrazio innanzitutto ringrazio la Pucci per avermi invitato la presidenza nazionale
A questo vostro congresso vi porto il saluto della mia organizzazione quella dei giovani delle ACLI ma anche del neonato dopo un anno e mezzo di lavoro Oro nazionale dei giovani cui la Fuci ha dato un grandissimo aiuto fin dall'inizio quindi il mio saluto e in qualche modo raddoppiato oggi
Vivere in qualche modo portare un saluto in doppia veste lo so che non sempre lecito però in questo periodo di transizione permettetemelo
Io comunque non vorrei portare un saluto scontato ma porre in qualche modo e portare un contributo anche alla vostra riflessione anche perché il tema dell'educazione alla politica della formazione alla politica è un tema che hanno i giovani delle ACLI altrettanto caro
Che a voi della Pucci e in qualche modo allora volevo portarvi una testimonianza ma anche una riflessione visto che ho avuto modo di leggere e di seguire anche il vostro percorso culturale in preparazione a questo congresso
E la prima cosa che mi andrebbe di dire e che nelle vostre tesi c'è una frase bellissima che oggi si fatica a trovare nel mondo della politica penso che sia il grande esprimono che noi giovani dobbiamo sempre tener presente
Nell'azione politica si deve tener presente alla lungimiranza al fatto che abbiamo il dovere nel momento in cui si agisce politicamente anche da semplici cittadini di avere negli occhi l'orizzonte degli occhi dell'altro
Questo mi sembra il primo punto su cui valga la pena approfondire i nostri pensieri
Il secondo punto è quello che mi sembra che ogni titolo ogni parola oggi vada necessariamente da giovani approfondita senza paura
Partendo dalle parole che indicano le mozioni la parola amore la prova sentimento fino alle parole ugualmente complesse come la parola ad esempio di politica allora educare la politica mi sembra abbia bisogno
Di avere dei termini delle parole che vadano approfondite in ogni nostra azione di educazione che andiamo a proporre ai giovani
E la prima così parola che mi viene in mente forse è quella di creazione
Oggi il mondo della politica la società in genere
Facilmente parla di morte di fine di separazione di divorzio
George Steiner individuo secondo me definendo benissimo
Come è fatta la nostra società oggi dice oggi non abbiamo più inizi nessuno più dalla luce nulla
E capite bene che dare alla luce vuol dire anche Tare la luce ad un mondo nessuno dalla luce nulla nessuno partorisce
E non mi riferisco solamente alle arti ma mi riferisco anche ai lavoratori pensate a chi inizia e finisce oggi un lavoro lo pensa e lo costruisce quasi più nessuno gli artigiani sono scomparsi
E forse nemmeno agli artisti di oggi in qualche modo dando alla luce qualcosa di veramente interessante
Allora vi lascio un'immagine questo darà alla luce lo definirei come il la il tocco del direttore d'orchestra che dal silenzio fa partire la musica abbiamo bisogno di questo oggi per definire una vera e propria politica della lungimiranza
La seconda parola che mi viene in mente mi viene in mente proprio visto che siamo in un ambiente cristiano mi è particolarmente caro è quello che i giovani oggi particolarmente oggi in questo periodo devono più che mai rendere ragione della loro speranza come diceva Pietro
E una speranza
Che direi
E certezza ma è fondata su una certezza un po'strana quella cristiana mi viene in mente Tommaso la definiva la speranza sta in via Torino così in coloro che vanno in coloro che camminano e una speranza inattesa dinamica
Che in qualche modo descrive quello che diceva Agostino la benedetta inquietudine dell'essere cristiano ma capita che il camminare l'essere dinamici significa appunto ad avere uno sguardo lungimirante perché siamo in cammino
La speranza non è solamente la voglia di sicurezza
Anche
Politicamente parlando ma non solo anzi oserei dire che la voglia di prendersi dei rischi
E noi giovani cristiani abbiamo il dovere se mi permettete preliminarmente
Di farlo
L'ultimo
Così suggestione
Lascio
E in qualche modo il bisogno che abbiamo di analizzare la parola scelta
Proporre alla scelta che poi porta effettivamente all'azione politica alla nostra azione politica
Abbiamo bisogno di rifarsi probabilmente a delle persone lontane ce ne sono tante altre che non conosciamo che nel momento del limite hanno fatto una scelta di Giuseppe Dossetti avrebbe detto umile risoluta
Una scelta che non accettava compromessi e che è una scelta per la vita vi faccio un esempio siamo durante la seconda guerra mondiale
Siamo nella Polonia devastata dal conflitto siamo nel ghetto di Varsavia dove si trova rinchiuso uno dei più grandi pedagoghi del Novecento che si chiamava gli hanno Scorza
Siamo nel ghetto di Varsavia e Luigi viene un orfanotrofio
Dove far giocare i bambini nel ghetto facendogli in qualche modo passare ha paura di quello che stava succedendo
Ebbene avviene la liberazione o meglio la liberazione viene la liberazione del ghetto nel senso che vengono deportati gli abitanti del ghetto dei campi di concentramento di sterminio corsa che arriva non trova più
I suoi bambini B lì la decisione al limite
Nel momento del limite dell'estremo e lampante non bisogna pensarci su
Corsa decide e parte e parte con loro ad Auschwitz
Dove e forse io ero in qualche regista che voi conoscete appreso anche ispirazione per qualche celebre finché l'infante l'Oscar
Dove nel campo di sterminio continuerà per quanto possibile a dare gioia a ripensare il gioco con i propri bambini fino alla morte
è il momento del limite a mio avviso che ci fa capire l'importanza per le nostre scelte
Concludo dicendo che quella scelta la scelta di corsa
Ma di tanti altri uomini dovrebbe essere la nostra di scelta che facciamo ogni giorno è questa sono scelte che possono essere anche più piccole ma che diventano certe e azioni salvifiche
E allora anche un'azione politica può essere salvifica cioè salvare veramente il mondo come racconta la tradizione ebraica peraltro
Io penso che nel momento in cui noi andiamo a fare azione culturale politica da giovani
Queste parole dobbiamo avere in mente e dovrebbero in qualche modo renderci continuamente in quindici
Detto questo io vi ringrazio anche della pazienza con cui avete ascoltato
Spero di avere ancora modo di dialogare con voi anche in altre occasioni grazie
Grazie Cristian è stato veramente un bel saluto questo chiedo a tutta la gente là in fondo di venire a sedersi qua perché
Non non abbia timore abbiamo una bellissima relazione del professor Mancini e quindi vogliamo ascoltarla
Vogliamo ascoltarla con calma quindi chiedo a tutti coloro che sono sentita per poter stare come più comodità
Ad ascoltare ancora la relazione del professore di sedersi in fondo prima però per la relazione abbiamo pure anzi tre
Saluti che ci sono stati inviati da persone importanti
Sì ecco c'è stato appena recapitato un messaggio di saluto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi di cui do lettura
Il convegno congresso domani fra piazze parabole
Promosso dalla Federazione universitaria cattolica italiana in occasione del cinquantasettesimo congresso nazionale
Richiama l'attenzione di quanti operano su questi temi essenziali per la nostra società
Un ruolo cruciale riveste oggi l'impegno delle istituzioni e dell'associazionismo per diffondere un'economia della conoscenza
Che contrasti l'analfabetismo informatico incoraggi il dialogo lo scambio di esperienze la creazione di nuove progettualità per la costruzione di una società democratica del sapere
E questa la strada per consolidare una cultura dell'informazione
Capace di garantire il diritto di ognuno ad una partecipazione attiva è responsabile alla vita e alle scelte della collettività
Con questa consapevolezza
E consentì menti di apprezzamento per l'attività che la Fuci continua a svolgere a favore di una cultura universitaria di eccellenza
Ricordo a tutti i presenti un cordiale augurio di buon lavoro Carla De Luca
Ora leggerò un messaggio di saluto che ci è pervenuto da sua eccellenza monsignor Betori segretario generale della Conferenza episcopale italiana
Carissimi presidenti giovani tra piazze parabole imparare la partecipazione del tempo dei media è il titolo che avete scelto per la celebrazione del cinquantasette esimo congresso nazionale della Fuci
Sin dal convegno ecclesiale di Palermo la Chiesa italiana ha affrontato in termini organici il nesso crescente tra cultura e comunicazione che allora definimmo un Areopago di importanza cruciale ai fini dell'incultura azione della fede cristiana
La risposta allora data è stata la reazione la realizzazione di un progetto culturale orientato in senso cristiano
Da intendere come un processo di ricerca di proposta e di comunicazione di una cultura capace di offrire una compiuta visione dell'uomo e di rispondere con progetti ispirati addio rinunciabili irrinunciabili stimoli evangelici di giustizia di libertà e di amore
L'innovazione tecnologica degli ultimi decenni ha trasformato la comunicazione da sistema prevalentemente informativo a forme esistenziale
Per cui non vi è più ambito dell'esistenza umana che non si è sotto l'influsso dei media producendo una rielaborazione complessiva delle coordinate esistenziali
Oggi appare particolarmente evidente come la cultura intesa come appartenenza ad un complesso di idee e di valori abbia perso il suo storico ruolo di orientamento ed è sintomatico il cosiddetto fenomeno della frammentazione del senso
Cari Fucini siete chiamati oggi a rispondere alle sfide del nostro tempo facendo cultura secondi ritmiche le regole e la comunicazione ma non subendo no
Assumono la stessa funzione di strumenti di dialogo
Semmai sono gli spazi che sono cambiati
Siete parabole diventi per i vostri coetanei nelle vostre università e dei luoghi dove di ritrovati capaci di vera testimonianza cristiana ovvero di una puntura che riscopre nel luogo il suo punto di partenza è il suo figlio
Ricordate che non potrete servire correttamente il vostro poiché il nostro Paese difendo la postura cittadinanza e la partecipazione a cui all'utente a prescindere dalla vostra fede
Ma offrendo piuttosto il vostro patrimonio di valori per la costruzione del bene comune
La storia dell'Italia testimonia quanto sia stato fecondo la varietà delle sue espressioni il contributo dei tanti Fulciniti numerosi cattolici
Che hanno saputo promuovere una cultura capace di mobilitare una leale collaborazione aperta ad altre matrici culturali
Giuseppe Lazzati a tale proposito diceva
La cultura non deve ridursi ad una pura elaborazione scolastico accademica pur necessaria e doverosa essa esige di essere fatto di uomini vivi
Per i quali la fede non può rimanere estranea nessuna esperienza umana di cui è criterio valutativo ultimo capace perciò di salvare l'umano in tutta la sua pienezza mentre ogni esperienza umana si fa arricchimento per la fede
Questo carattere vitale proprio della cultura cristiana stato dunque in piedi nella misura in cui chi la professa di fatto vive don per imporla ma per proporla con una con una coerente testimonianza di vita
Giuseppe Lazzati da laicità impegno cristiano nelle realtà temporali
Mentre auspico che questo incontro sia ricco di motivi di speranza che possa individuare modalità concrete per una vostra presenza sempre più significative capaci di raggiungere tutti Del Monte dell'università
Rivolgo ai presenti un saluto cordiale
Temutissimo nel Signore monsignor Giuseppe Betori segretario generale della CEI
E sono qui a leggere l'ultimissimo saluto albero frumento è un saluto grazie un saluto familiare potremmo dire avete capito viene dall'Azione cattolica italiana
In particolare era la presidente Paola Bignardi e dall'assistente generale monsignor Francesco rami alti che avrebbero dovuto essere qui con noi poi insomma per gli scioperi non hanno non hanno potuto raggiungerci
Carissimi amici della Fuci
Il nostro saluto fraterno abbraccio avremmo voluto portar quello di persona
Purtroppo pare che oggi l'Italia non abbia più reali e dobbiamo limitarci a queste parole scritte
Non si preoccupa tanto portarvi la condivisione per l'importante momento che state vivendo perché quella condivisione la conoscete bene perché scritta nella quotidianità della vita e del servizio che insieme prestiamo alla Chiesa italiana
E che guardare negli occhi i vostri giovani fra piazze parabole sarebbe stata tutta un'altra cosa ma è andata così
Usato un termine familiare nel titolo del vostro congresso partecipazione e Catherine parla nel tempo dei media
Un tempo in cui è fondata la domanda sull'università e sulla sua capacità di fare cultura e partecipazione
Anche perché oggi sembra che la partecipazione non riguardi più il pensiero l'ideologia un progetto politico
Oggi il conflitto la situazione eclatante televisiva capace di prendere l'attenzione dei molti che chiama la partecipazione pensiamo infatti di Scanzano ai rifiuti della Campania alle marce della pace non ultima quella richiesta ed ottenuta per oggi
Sembra essere questa l'unica partecipazione che tocca il cuore dei giovani che li riguarda quegli appassionati
Ma il problema non è l'esigenza di partecipazione che i giovani esprimono che potrebbe essere il motore per costruire una partecipazione diversa
Il vero problema invece e la risposta che ad essi Cida
Sembra infatti che elaborare progetti e proposte capace di rispondere davvero a tali emergenze siano un esercizio inutile inefficace perché la risposta ad ogni male è oggi il consulente tecnico
Sembra essere questa la figura moderna capace di indicare l'istruzione
E il tecnico la panacea di tutti i mali ed è nella formazione di questa figura che si spende la quale cultura universitaria
Ai credenti però e soprattutto i giovani credenti compete un'altra risposta
A questa società non basta la tecnica la cieca professionalità come unico criterio di governo serve un impegno etico essendo una formazione etica
Non si tratta infatti di scegliere tra economia ed etica mai trovare la sintesi tra le due
E possibile trovare un punto di equilibrio al massimo dell'efficienza ma che al massimo al rispetto di ciascuno
E questa la strada da battere da cercare
Fare le sintesi e farne a Siena
La partecipazione si impara così e in questo anno possiamo dircelo reciprocamente come azione cattoliche come Fulci
Al conflitto che si fa bisogno concreto dei tanti giovani che incontriamo negli atenei di tutta Italia si può rispondere solo attraverso la creazione di quelle prassi democratiche di quel discernimento comunitario
Che permettono non solo di organizzare momenti una tantum ma di fare progetti assieme anche a lungo termine
E in questo trovarsi per pensare insieme che si realizza la partecipazione si dà credito alla concreta esperienza e speranza di cambiare le realtà che abbiamo intorno
In questo i giovani debbono e possono sentirsi in debito di fiducia nei confronti delle altre generazioni che lungi dal limitare il loro protagonismo giovanile dovrebbero essere capaci di dare mezzi sostegni per realizzare una società migliore
Parliamo quindi di scommettere sui sogni dei giovani
è l'esperienza che facciamo in Azione Cattolica e che ci vede impegnati in queste ore nel nostro convegno delle presidenze
Il momento di partecipazione che vogliamo condividere con voi in quell'esercizio di democrazia che allena la responsabilità ed al servizio
E l'esperienza che tanti prima di noi hanno fatto amici come Piergiorgio Frassati Alberto Marvelli che con la loro vita danno credito i nostri sogni
Così ha fatto Alberto che a soli ventotto anni si è caricato dei bisogni e delle speranze del suo paese e si è messo a ricostruirlo
Questa ricostruzione della partecipazione o meglio della politica spetta soprattutto alle nuove generazioni
Chiediamo chiudiamo con un'immagine e quella legata ai luoghi di Loreto il santuario nella Piana di Monte Orso nei giorni del quattro e cinque settembre
Loreto è per noi l'appuntamento che ci dà la conferma del valore del nostro carisma per la Chiesa attraverso l'incontro con il Santo Padre e l'incontro dell'Aci della comunione come misura alta di partecipazione
In essa si rende visibile come l'Azione cattolica sia scuola di santità cioè capace di generare giovani adulti che sanno portare il Vangelo tra le piazze e le parabole
Ed è questo l'augurio che facciamo anche a voi un fraterno abbraccio a Paola Bignardi Francesco Lambiase
A questo punto
Chiamo Perilli intervento della munito di approfondimento della giornata di oggi
Il professore Roberto Mancini decente di ermeneutica filosofica presso la facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Macerata
Buon pomeriggio ringrazio anzitutto la la presidenza della Fuci anche la Fuci genovese
Per l'invito a questa occasione di incontro di dialogo e voglio riprendere
All'inizio del mio intervento
La parte conclusiva delle tesi di questo cinquantasettesimo congresso
Le tesi della Fuci
Dove si legge a un certo punto
Proprio nel finale vogliamo essere cristiani veri testimoni di una resurrezione che ci attraversa già ecco direi che questa affermazione che non a caso ricapitola il percorso delle tesi
Ricapitola non chiudendo ma aprendo prefigurando una prospettiva e un cammino ancora più radicale
Da appunto giustamente da efficacemente la misura che mi pare che sia vero anche per la fucili che siamo in un tempo di svolta
Siamo in una dinamica di RAI di risveglio dove ci si assume al centro di questo cammino l'impegno a imparare la partecipazione nel tempo dei media
Ora io credo che questa formula non esaurisca il suo significato
Nell'evocare tecniche e procedure per migliorare la partecipazione delle nuove generazioni nella politica
Dire questo significato è presente è evidente ma non è l'unico forse non è nemmeno il più radicale diciamo va dritto all'effetto all'operatività ma forse presuppone registrati di significato che lo precedono
Ecco infatti l'esistenza umana è un cammino di partecipazione
Tutta l'esistenza partecipazione alla vita tant'è vero che non l'abbiamo prodotta nei partecipiamo partecipazione alla società partecipazione alla storia
Partecipazione alla relazione con la verità perché l'esistenza umana non è questione di sopravvivenza puramente biologica
è questione di verità
E anche direi partecipazione a quella condizione creaturale universale
Che fai in modo specifico della natura umana non un patrimonio genetico predeterminato
A cui si può credere o a cui non si può credere ma direi il divenire della relazione stessa condizione la natura umana e la relazione con Dio nella sua dinamicità nella sua apertura nel suo divenire allora è vero per tutti noi partirebbero in forma speciale per le nuove generazioni
Che imparare a partecipare e assumere anzitutto la vita ricevuta scegliere la nostra libertà diventare autenticamente noi stessi
In questa prospettiva allora il primo passo da fare mi pare quello di una lettura di questo termine giovani che sin troppo generico
Dei sociologici rimprovera ebbero si riproporrebbe partirebbero effettivamente è una categoria troppo ampia va stratificata va determinata a seconda della famiglia dell'appartenenza sociale della cultura
Delle esperienze concrete quindi i giovani diciamo così è un pronome sta al posto delle figure concrete
Appunto del mondo giovanile però la usiamo per avere un filo unitario un filo complessivo al primo passo però appunto mi pare di leggere questa categoria che oggi rischia appunto di non essere percepita
E se la traspone Simo subito l'ascoltassimo per la sua valenza nel linguaggio economico facilmente voi addirittura vediamo che il giovane a il destino come si dice con questa parola terribile del linguaggio economica attuale il destino di esubero
Deve stare molto attento a non diventare un esubero deve attrezzarsi
Essere velocemente competitivo flessibile preparato per entrare come si dice nel mondo del lavoro ecco invece ci ha richiesto di lettere questo mondo di ascoltarlo naturalmente non solo di leggerlo
E dire anzitutto che allora la condizione la condizione giovanile è un viaggio si potrebbe anche dire è una gravidanza
Nel senso che il giovane porta in qualche modo un'identità già data ma porta in sé un'identità ulteriore è veramente un viaggio dove è in gioco la nascita di qualcosa di più radicale
E proprio nel giovane che noi vediamo come l'essere umano oltre la nascita biologica conosca certo una nascita psicologica una nascita sociale che non coincidono con la nascita biologica
E intenda però in qualche modo con tutto il rischio di questo percorso a una nascita radicale
Se la parola non non evoca assai incerto dualismo potremmo dire una nascita spirituale che vuol dire la pienezza del diventare se stessi questo è il primo compito il primo atto di responsabilità della persona
Cioè siamo qui chiamati a continuare a nascere
Non abbiamo esaurito non abbiamo chiuso completamente la nostra identità ecco allora per ciascuno e per i giovani in modo speciale
è aperto il cammino della propria urbanizzazione diventare fino in fondo persone diventare fino in fondo umani all'altezza della dignità umana
Allora se questo è un viaggio un viaggio importante un viaggio in cui è in gioco una nascita ulteriore
Come in ogni viaggio come in ogni strada ci sono dei confini ci sono degli da attraversare ci sono degli incontri che si possono fare
Solo chi è in viaggio fate gli incontri attraversa dei confini ne segnalo alcuni che sono essenziali della condizione giovanile che appunto non è una condizione ma è un percorso ora il primo è la soglia del conflitto
Spesso qui prima è stato evocato si è detto una politica che diva di conflitto che assuma il conflitto come proprio paradigma e asfittica
Per bene che vada in realtà poi diventa anche distruttiva
Allora i giovani si affacciano in qualche modo di fronte al mondo adulto come a una soglia del conflitto
Un conflitto in cui assumono per la prima volta la loro autonomia in modo inedito per esempio che nella condizione del bambino della bambina
Ma che hanno in questo Stain questa stessa soglia una sorta di debolezza strutturale
Di fronte al mondo adulto che ha già dei ruoli ben definiti delle funzioni in qualche modo di potere non solo politico potere familiare potere economico potere culturale
L'ora il giovane si affaccia sulla soglia del conflitto
Dinnanzi a tutte le contraddizioni di fondo della nostra società la contraddizione tipica del mondo del lavoro la contraddizione tra uomo e donna la contraddizione tra la logica del dominio oppure la logica della relazione del riconoscimento
Cioè poi in questo percorso la strada stessa che si fa soglia si fa confine per questo parlo di una terza soglia ma soglia al terrore ulteriore la soglia della strada e che vuol dire strada
Tradotto si può dire della vocazione della persona
Che il cammino appunto la strada dell'essere umano verso la propria pienezza
Ecco il giovane non è semplicemente uno che deve inserirsi nel mondo adulto nel mercato deve avere un ruolo sociale un ruolo nuovo familiare qualcuno che è chiamato a scoprire a inverare la propria vocazione
Allora forse dovremmo riprendere non lo farò
Ma dovremmo riprendere la prima delle soglie quella del conflitto voi sapete anche le storie che so dei santi che ricordiamo pensata Francesco d'Assisi
Quando una persona scopre la soglia della sua vocazione normalmente si aprono dei conflitti dei conflitti familiari e conflitti generazionali
Ecco allora il giovane sulla soglia di un apprendimento essenziale
Non l'eliminazione del conflitto
L'ignorarlo il far finta che i conflitti nella condizione umana non ci siano interessi di idee di sensibilità
Di tendenze culturali di progetti
Ma la soglia è questa l'alternativa praticare quel conflitto in modo compiacente in modo distruttivo puntare a una accumulazione di Potenza in vista della autoaffermazione
O imparare proprio dentro il conflitto una logica di riconoscimento dell'altro
Dell'altro che ha le sembianze dell'avversario perché in realtà è un fratello o una sorella
è una soglia essenziale di apprendimento ma in questa soglia che si gioca anche quella che chiamavo della vocazione della strada della persona verso la sua realizzazione
Ma allora questi confini da attraversare proprio come accade nella nascita biologica in cui noi attraversiamo abbiamo attraversato il confine del corpo di nostra madre
Questi confini prefigurano un movimento di nascita
Dove però questa volta a differenza della nascita biologica c'è un atto di libertà
Cioè il dire sì alla vita che noi abbiamo ricevuto senza averla senza aver la scelta senza avere un margine
Di opzione per dire sì la vogliono voglio in questo modo oppure al limite hanno non la voglio noi siamo venuti al mondo senza scelta siamo costituiti da un dono che non siamo nemmeno ancora in grado di ricevere eppure ne siamo costituiti
Ecco la soglia di una nascita radicale della persona si apre quando la persona assume la sua libertà
E assume questa libertà non tanto come si dice spesso oggi come arbitrio di prendere come possibilità di fare ciò che si vuole al di là di qualsiasi vincolo o come si dice ancora oggi come libertà economica libertà di possesso di accumulazione di impresa in realtà nel cammino dell'uomo la soglia della libertà assunta la soglia della nascita radicale
è quella dell'assumere la fedeltà la propria dignità
Quindi la la centralità la sostanza della libertà è fatta di fedeltà
è quella di assumere nel contempo la responsabilità per altri io divento veramente umano
Quando inizia a vedere l'altro e sento che nel vedere l'altro sono responsabili della responsabile della sua vita
Quando imparo cioè a declinare in piccolo magari quotidianamente al positivo l'imperativo formulato al negativo non uccidere
Il non uccidere va tradotto non significa solo non sparare non eliminare significa in positivo diventa responsabile della vita dell'altro e questo ti fa uomo questo ti fa donna
Non una libertà certa accecata dall'arbitrio fine a se stesso tanto meno una libertà senza o contro gli altri una libertà irresponsabile una libertà senza dignità
Può essere la pienezza della nascita dell'essere umano
Ora in queste soglie
Si arriva anche l'ultima che cito al confine alla soglia che chiamerei così la soglia nascosta del codice del dono
E che cosa vuol dire questo ecco queste all'età quella giovanile in cui si fa concreta l'alternativa tra due orientamenti di vita opposti
La logica del dominio subito ho esercitato in ogni caso al di sotto della nostra dignità
Noi andiamo al di sotto della nostra dignità chiaramente nel turbina subito
Però siamo costretti a presto allora in qualche modo risplende anche la dignità di vittima
Ma soprattutto andiamo al di sotto colpevolmente nel dominio esercitato quando pensiamo che essere noi stessi significhi accumulare potere nelle nostre mani
E usarlo trattando gli altri come strumenti oppure come ostacoli da battere da vincere
Allora l'alternativa è tra queste la logica del dominio
Oppure quell'ordine del senso che è dato nel codice del dono che ci chiede innanzitutto di imparare a richiedere e impariamo a ricevere quando assumiamo nel nostro essere quella gratitudine di fondo per cui riconosciamo che la vita gli altri i talenti che ci costituiscono sono dono non sono conquista di un self-made man
Che infondono spettro irreale
Che non si dà concretamente nella condizione umana
Noi ci siamo costruiti come persone elaborando originalmente creativamente il dono di vita il tempo di fiducia d'intelligenza di sapere ti perdono
Che ci hanno fatto gli altri che abbiamo incontrato
Se io mi porto al di fuori di questa gratitudine vivo a occhi chiusi se mi illudo di essere il padrone di me stesso l'artefice prometeico del mio destino vivo a occhi chiusi
Non riconosco l'autentica creatività umana latente l'autentica azione umana che nasce sempre da cresta feconda passività dell'imparare a ricevere e per imparare a ricevere con gratitudine
Allora capite di Diego con il Codice del dono distante da qualsiasi retorica dell'altruismo
Il primo non è donare agli altri essere essa farsi Salvatori dagli altri il primo nella condizione umana è imparare a ricevere imparare a stare nella vita comune a stare nel mondo comune
Dentro dinamiche di condivisione
Ora questa apprendimento essenziale e questa è un apprendimento
Che ha minacciato dal rischio per cui invece chi cresce sia attirato sia attratto dentro una logica di dominio
In cui gli altri appunto non sono più d'uno in cui la nostra stessa vita è percepita come una conquista da strappare
Appunto alla relazione con gli altri
In questo ordine di senso in particolare quali sono
I significati che emergono in primo piano perché parlavo di un codice
Ecco un codice è un sistema di significati in qualche modo latente nascosto che ci aiuta a decifrare le cose visibili i significati immediati
Capite un conto è leggere in modo immediato per quello che immediatamente vedo con le categorie della mia cultura con le tendenze prevalenti il mondo un conto e avere un codice
Che mi permette di decifrare l'esistenza di permette in qualche modo di inseguire il senso
Dell'esistenza umana e del rapporto con gli altri allora ci sono alcuni significati essenziali che qui richiamo
Primo il valore di ciò che esiste e delle perso delle persone anzitutto è intrinseco e appunto non costruito ma è dato quindi non risponde neppure ai criteri così antichi così familiari per noi del merito e della colpa
Cioè un valore della persona per questo noi parliamo di dignità intrinseca della persona umana che non dipende dalle conquiste che quella persona realizza oppure dalle colpe di cui quella persona si carica è un valore originario irrevocabile
Secondo elemento allora i nostri ruoli essere giovani essere adulti essere in un profilo professionale essere padri essere figli essere madri i nostri uomini nemmeno assommati esauriscono il mistero dell'identità della persona
Nessuno di noi è la somma dei suoi ruoli c'è un mistero di trascendenza che ciascuno di noi incarna
La parola simbolica che noi usiamo per designare questo mistero e appunto dignità
Ma quando diciamo dignità della persona non stiamo dicendo io posso calcolare il valore della persona io posso definirlo in una formula oppure in un concetto
L'unico modo di conoscere veramente una persona è di entrarci in relazione con un atteggiamento di rispetto di riconoscimento
Che impara a cogliere l'altro non tanto come altro ma quanto come unico nella sua unicità irripetibile
Un terzo significato ma allora esistere non significa conquistare escludere
Ma significa oltre che imparare a ricevere imparare a condividere per libertà per il bene voluto ad altri
E infatti il fine del Duomo
Non è una gratuita assurda non è un disinteresse senza senso il fine dello altro della del dono è il per l'altro
è il bene dell'altro e la vita dell'altro allora l'atto di dono dà pienezza da realizzazione alla mia responsabilità di persona
Se in questa prospettiva possiamo leggere il cammino dicevo prima quella gravidanza speciale che è la condizione giovanile se possiamo leggere questo cammino
Come allora pensare la comunicazione
Ecco di sicuro non credo che possiamo risolverla nel Complesso degli strumenti tecnologici
Anche qui la nozione corrente ci dice la comunicazione la trasmissione e la ricezione di messaggi di informazioni con l'opzione come si dice di memorizzarlo o di cancellarli
Grosso modo a seconda che parliamo del computer di internet del telefonino gli altri di altri strumenti comunicare sarebbe questo
è come la condizione umana comunicare anzitutto condividere ciò che si ciò che si sente ciò che si sa no
In qualche modo in qualche misura ciò che si ama si entra cioè attraverso la comunicazione in una tendenziale relazione di comunione anche orientata a generare comunione
Allora rispetto a questo qual è il rapporto tra giovani e comunicazione sociale per come oggi viene vissuta nel nostro contesto allora direi che un rapporto dialettico c'è una dialettica specifica che spesso non viene percepita non viene evidenziato loro da una parte si può dire c'è sicuramente una fascinazione
Per il computer per internata per il telefonino cioè per la potenza tecnologica degli strumenti appunto della di quella che io chiamerei la techno come unica azione
No la comunicazione dialogica ma la comunicazione mediata da strumenti tecnologici
L'ora da una parte è vero c'è questa fascinazione
Ma saremmo miopi a non renderci conto che c'è un altro versante connesso con questo primo periodo di pianto
Che forse nessuna porzione dell'umanità
Così come il mondo giovanile ha un bisogno e un desiderio cito entrambe le categorie un bisogno è un desiderio di comunicazione nel senso del vivere relazioni d'incontro e di comunione
Allora il giovane affascinato dagli strumenti tecnologici non perché siano un valore in sé
Ma proprio per la sua fama e per il suo desiderio di comunicazione incontro di scoperta di conoscenza
Di vedere e di farsi vedere insomma di stare al mondo esprimendo sì e incontrando l'espressione degli altri
Allora se io leggo anche questo secondo versante mi rendo conto che la condizione giovanile forse di fatto nonostante tutte le contraddizioni della prima fascinazione quella per gli strumenti tecnologici
è forse il luogo dentro la condizione umana di maggiore resistenza
Alla manipolazione della comunicazione semplicemente come processo automatico come processo puramente tecnico spersonalizzare atto
Per cui noi rischiamo di avere come tendenza macro sociale una comunicazione senza relazione una comunicazione senza dell'azione vorrà certo noi oggi nella società contemporanea
Vediamo questo fenomeno a differenza delle altre epoche
Nei secoli passati il senso il riferimento cioè al mondo dei significati in una cultura in una sorta in una società era elaborato da esperienze direttamente umane per esempio dall'esperienza religiosa
Dall'arte dalle ideologie dalla filosofia dalle narrazioni dai dialoghi interpersonali
Nelle altre epoche le fonti di senso erano legate comunque all'elaborazione umana diretta
Oggi dissenso non è semplicemente il senso socialmente condiviso
Lo specchio di quello che noi siamo non è semplicemente rappresentato dai media ma in qualche modo prodotto deciso dai media
I quali appunto determinano l'apparizione o la scomparsa l'attenzione sociale o la disse o la disattenzione il totale oblio degli eventi dei fatti delle persone dei popoli sino appunto a produrre a revocare le indicazioni di senso di fondo lo specchio di quello che noi siamo quindi paradossalmente oggi iniziamo in un ordine tecnologico del senso l'apparato tecnologico diventa fine a se stesso produce e in qualche modo rimette in discussione le forme del senso socialmente riconosciute
Allora è chiaro che imparare a partecipare se davvero la condizione giovanile non è un oggetto di assistenza
No è bene che ci siano gli assessorati per le politiche giovanili no che ci siano delle forme di attenzione specifica anche da parte del mondo politico ma se la condizione giovanile non è un oggetto di assistenza
Se il giovane non è un adulto mancato
O come si dice a volte pensando in particolare ai bambini un minore cioè appunto uno che non è ancora adulto nella pienezza dell'esercizio della sua libertà se invece il giovane non solo è coprotagonista
Ma è la fonte naturale essenziale di rinnovamento della società
E la trasfigurazione positiva almeno virtualmente di una società che altrimenti viene distrutta non solo dal punto di vista biologico ma proprio dal punto di vista culturale del suo futuro allora se il giovane coso oggetto della società
E in qualche modo è chiamato a trasformarlo a rinnovarla perché ciascun giovane già incarna una sorta di novità assoluta sulla faccia della terra così come ciascun essere umano che viene al mondo
Allora è chiaro che uno dei cambiamenti essenziali in questa prospettiva sarà relativizzare
Questo ordine tecnologico del senso attraverso i media
Per renderlo compatibile con una nuova elaborazione di senso che venga direttamente dai dialoghi dalla ricerca dalle forme di conoscenza degli esseri umani nella misura in cui sanno incontrarsi
Nella misura in cui sanno cooperare nella misura in cui sanno entrare in conflitto in modo non distruttivo
Ci importa più della modernizzazione tecnologica l'umanizzazione in questo caso l'umanizzazione del senso cioè la possibilità di recuperare spazi di dialogo dinamiche di formazione di educazione luoghi concreti di esercizio del pensiero critico perché i media in generale con tutta la funzione positiva che possono avere abbiamo detto non si tratta di condannarli e ti distruggerli
Non facilitano di per sé proprio come struttura mentale come tipo di interazione a cui ci chiamano non facilitano di per sé l'esercizio del pensiero critico quell'esercizio di pensiero critico che richiede dialogo ricerca riconoscimento rispetto contemporaneo della verità e delle persone non solo della verità non solo delle persone
E comunque entrambi
Qualora in questo percorso
Anche il cammino dell'imparare a partecipare allora veramente a partire proprio da una ridefinizione degli spazi di senso condivisibili dentro una società dunque di consenso e anche di dissenso
A partire da qui diventa chiaro allora che i giovani non sono chiamati ad entrare
In una società così come si entra in una casa già pronta
Non sono chiamati ad entrare nell'economia o a entrare nella politica così come si entra in una struttura già fatta per cui il giovane arriva e si deve adeguare
E ha spesso doppio triste destino come flessibile nell'adattarsi bene oppure un esubero
Oppure qualcuno che va rifiutato che va espulso allora irrealtà in questo confronto in questa dialettica in questa nascita della condizione giovanile c'è in gioco la possibilità di una società nascente società nascente vuol dire una società che diventa progressivamente certo non in un cammino lineare non abbiamo più questo progressismo ingenuo ma diventa progressivamente attraverso dialettiche complesse capace di comunione
E allora che noi diciamo questa è una società cubana è una società all'altezza dell'essere umano è termine di scelta e non è soltanto una fastidiosa interferenza che ci siano gli altri che noi siamo costretti a convivere
Allora in questa prospettiva è chiaro che se il cammino dei giovani da oggetto diventato soggetto
Della tessitura della società della trasformazione della società
Anche il profilo della politica può essere da un lato giudicato e dall'altro in qualche modo risanato rimesso in un circuito per cui la politica riacquista la sua funzione umana
E qual è questa funzione umana detto in termini molto rapidi quando nasce un bambino una bambina noi diciamo che chi se ne prende cura esercita funzioni di maternità e di paternità
Ecco prendersi cura del bene comune questo e fare politica questo è il primo significato fondamentale come non possiamo lasciare incolto un giardino con me non possiamo non lavare non accudire non alimentare un neonato
Come non possiamo non coltivare noi stessi in qualche modo così ancora più assurdo sarebbe lasciare incolta la convivenza
Come se non avesse appunto bisogno costante di cura di attenzione assumersi la responsabilità di questa cura del bene comune questo significa fare politica
E probabilmente dicevo prima nell'alternativa tra conflitti distruttivi e un modo invece di copie di cooperare di confliggere che sia non violento la seconda fondamentale funzione dalla politica
E di imparare di organizzare anche delle forme di convivenza in cui non si ha la potenza non sia la violenza
Non siano questi gli elementi che fondano nonché sono l'anomalia ma che fondano la convivenza la politica ci serve per non fare le guerre né quelle economiche né quelle militari né quelle ideologiche e quelle religiose
Poiché noi possiamo amare singolarmente nella nostra vita due tre quattro cinque persone
Siamo bravi se impariamo a spostare il confine fondo il cammino del cristiano umilmente è quello di spostare il confine non tanto gli essere il salvatore del mondo almeno del simbolo cristiano in questo modo
Allora la politica è quello strumento che ci permette di cercare un riconoscimento interurbano
Su scala di massa su scala di milioni di miliardi di persone
Che non è lo stesso che io posso avere tra moglie e marito tra figlio tra fratello sorella cioè nelle micro relazioni ma deve essere compatibile in forme di traduzione specifica questa la laicità della politica
Deve essere compatibile con quel riconoscimento
Nessuno di noi arriverà a sei milioni a sei miliardi di persone
Allora dov'è la politica l'abbiamo per tradurre su questa scala il grado di riconoscimento attraverso mediazioni e noi possiamo sperimentare nel migliore dei casi tra due persone
A questo ci serve la politica altrimenti diventa distruttiva rovinosa e tutti noi
Infatti quando questo accade diciamo io non mi vischio non mi metto dentro questioni politiche
Perché intuiamo che lì c'è un meccanismo distruttivo
Allora rispetto a questo percorso
Mi pare che appunto sia importante nel ripensare la funzione della politica a tenere presente anche il contesto in cui oggi le nuove generazioni sono chiamate a portare il loro contributo dicevo non da oggetti vada costo oggetti danno vita diventi capace in qualche modo di trasformare quello che oggi appunto noi chiamiamo normalmente con la parola crisi qual è allora il contesto
Qui non abboccherò le dinamiche positive gli elementi che ci fanno sperare e ce ne sono
Non per niente gran parte dei movimenti del volontariato quando me diciamo facciamo appello a questi soggetti sociali e a volte anche soggetti civili
Più raramente soggetti direttamente politici ma quando noi diciamo ci sono dei movimenti delle associazioni c'è un volontariato cioè una società civile attiva allora quando RAI diciamo questo non a caso gran parte del mondo giovanile o almeno una parte consistente del mondo giovanile è protagonista di queste forme qui c'è una crescita positiva rispetto a questo e c'è una crescita anche dire di coscienza dell'interdipendenza mondiale di coscienza dei diritti e dei doveri umani in questo senso in qualche modo inedita rispetto alle epoche precedenti questo però non può farci dire bene siamo già nella democrazia siamo già in una società nascente che nasce alla comunione universale
Tutti noi sappiamo che non è così allora non dobbiamo esitare anche a guardare i punti di maggiore contrasto i punti di crisi maggiore
Io li riassumere in tre elementi le chiamerei tre evidenze oscure
Perché non ci viene luce da queste evidenze cilene ombra oscurano il futuro allora la prima grande evidenza oscura
La chiamo la globalizzazione della iniquità
Io adesso non entro nel merito del calcolo quantitativo di quanti guadagni c'era della globalizzazione di quanti svantaggi forse questo è un discorso ancora un po'di superficie ma c'è un dato radicale
Se oggi io guardo alla famiglia umana se un marziano arriva dall'alto e quarto all'umanità che cosa vede vede una famiglia di sei persone in cui due persone
Sono nel lusso sono diceva Primo levi salvati e vedo quattro persone di questa famiglia di sei persone alla disperazione alla fame all'esclusione
Eppure la stessa famiglia sono sei persone
Ma quattro di queste sono ai limiti dell'umano ai limiti della sopravvivenza
Allora la globalizzazione dell'iniquità cioè vuol dire un assetto di ingiustizia di fondo che permane e si acuisce
Nonostante i progressi tecnici economici dei due privilegiati di quella famiglia di sei persone
Questa è un'evidenza oscura
Di cui dobbiamo prendere atto al di là delle cifre dei morti per fame per cifra dell'Unicef cioè quelle cifre che alla fine ci lasciano
In qualche modo intatti quando noi lo sentiamo non riusciamo affatto a calcolare concretamente che cosa questo significhi
Allora questa è la prima evidenza oscura la seconda evidenza oscura se uno abbastanza anni per fare il confronto tra il cosiddetto equilibrio del terrore grosso modo tra il mille novecentoquarantacinque
Nel mille novecentonovantuno oppure mille novecentottantanove che cosa vuol dire oggi oggi in cui la parola terrore terrorismo contro terrorismo ed è ridiventata al centro
Dell'universo politico dell'immaginario collettivo allora prima avevamo e non Lorin piangiamo affatto il cosiddetto equilibrio del terrore
Oggi in qualche modo abbiamo una sorta di terrore senza equilibrio per cui abbiamo i terrorismi
Abbiamo anche una guerra come si dice al terrorismo
Che però di fatto produce più vittime degli atti terroristici e quindi il gioco per noi non è così facile per dire gli occidentali sono buoni islamici sono cattivi
I terroristi sono quelli che mettono le bombe gli altri sono tutti buoni noi siamo presi in questa spirale di violenza
In quel mondo diventa unito economicamente e tecnologicamente ma sembra che non sappia diventare unito se non non solo attraverso l'imposizione del più forte del momento ma addirittura se non attraverso uno scatenarsi di terrorismo e contrazioni che anche loro producono una quantità di vittime inaccettabile anche solo per quello che noi chiamiamo democrazia
La terza è evidente la la terza evidenza oscura la cui versi della crisi ecologica
Adesso anche qui non entro nel merito ma da decenni tutti licenziati ci dicono la terra corregge questo tipo di rapporto con la natura questo modello economico questo stile di vita
Non è capito è questione di destra di sinistra di centro non è questione di essere religiosi o non religiosi è un dato oggettivo utopistico sarebbe pensare di continuare così
Tra queste è un'evidenza che in realtà è un'urgenza a cambiare modo di stare al mondo
Ecco rispetto a questo allora e arrivo alla parte conclusiva
Mi pare che
Il tema per noi oggi si è quello di riconoscere che siamo sulla soglia della Mole politico
Che vuol dire che l'umanità nonostante le le tragedie le atrocità i campi di concentramento l'uso della bomba atomica le persecuzioni no tutto quello che normalmente fallire amava la natura umana è cattiva
Inutile pensare a quali a quali utopia quale sogna ad occhi aperti di fatto la storia è questa
Ecco nonostante queste cose ci si fa caso la storia umana ha conosciuto a modo suo delle capacità di guardare l'altro di uscire dalla ferocia come regola di convivenza ha conosciuto dei residenti
Un l'ultimo grande risveglio forse è stato proprio quello della svolta di metà Novecento in cui le costituzioni la dichiarazione dei diritti dell'uomo la nascita delle Nazioni Unite il tentativo dello stato sociale
Sono stati tutti elementi in cui si diceva la politica lo strumento del bene comune e puntualmente le generazioni di allora anche non erano ragazzini utopistica stavano nelle piazze così a urlare ma le generazioni adulte e le giovani di allora dissero
La guerra non può più essere uno strumento della politica questa è stata la grande svolta di metà Novecento e su questa noi oggi fatichiamo per non arretrare per non tornare indietro per non riprodurre nuove nuove atrocità dentro la storia
Allora rispetto a questo mi pare che il cammino e dei giovani e della nostra società civile anche in particolare in Italia debba tendere ad alcune risposte essenziali a una crisi di questo tipo
La prima risposta da dare direi è quella del rafforzamento e dell'estensione delle forme di esistenza comunitaria
Esistenza comunitaria non vuol dire vivere per forza in una comunità di accoglienza tutta la vita ho tutto il giorno tutti insieme non è questo
Esistenza comunitaria può essere vissuta in molti modi ma a questa condizione coinvolgersi positivamente nella vita degli altri
Smettere di assumere il mio per interesse privato mio e della mia famiglia come se fosse l'unica vera Bibbia che io conosco
Ora tutti gli studiosi del totalitarismo del Novecento citerei anzitutto Hannah Arendt e ci hanno detto la condizione sociale il prerequisito del totalitarismo anch'la massificazione delle persone
Tutti atomi isolati che essi credono un io autonomo indipendente ma tutti ma significati e tutte pettine nelle mani dei potenti di turno
Allora il vero antidoto la condizione prepolitica per una democrazia che sia stile di vita
E stile di vita plurale che non è un modello buono logico da esportare con la forza Maul legame con la cultura con i territori con le tradizioni la prima condizione a dilatare gli spazi di esistenza comunitaria
La seconda risposta sta nello sviluppo dicevo prima
E dei luoghi e dei canali di confronto dialogico e di esercizio del pensiero critico
E questo mi pare molto più importante che non confidare nelle virtualità i cui mediche di internet o della tecnologia in quanto tale la grande tentazione umana cioè di affidarsi a degli automatismi che sarebbero salvifici
La tradizione biblica ci ricorda che questo semmai un nucleo dell'idolatria cioè pensare che c'è un meccanismo automatico disumano il personale che ci salverà
Allora non è questo il punto perno il punto è dilatare gli spazi di formazione di esercizio del pensiero critico il dialogo
Azione con questa che è una condizione vitale della democrazia da ultimo sottolineo non una risposta ma un orientamento per queste risposte
Quell'orientamento che sta in qualche modo sancito nelle costituzioni democratiche
E anche per noi nella Costituzione della Repubblica che non ci stanno alle spalle perché si dice risalgono al quarantotto quindi sono invecchiate quelle costituzioni ci stanno davanti
Il nostro problema di porle al centro dell'agenda politica e se voglio edificate che cosa c'è al centro oggi in Italia nell'agenda politica voi trovate tutte questioni o sfocate
Ho pericolose
Mentre non trovate nell'agenda politica che cosa per la Costituzione la centralità dei diritti e dei doveri umani nell'impegno della politica a tradurli a dare forma organizzativa forma giuridica forma istituzionale a tutto questo
Ma allora veramente arrivo agli ultimissimi minuti della mia relazione forse ci corre l'obbligo di una domanda dicevo all'inizio imparare a partecipare vuol dire in qualche modo imparare a stare al mondo a stare al mondo essendo se stessi insieme agli altri
Allora che cosa ci richiede questo io direi che la minaccia più grave che noi oggi dobbiamo affrontare quella che in qualche modo rende ragione anche delle cause
Direi così spirituali culturali delle tre evidenze oscure che vi ho citato la ragione di fondo sta nel fatto che noi spesso quasi sempre siamo pervasi di una razionalità vittima varia
Che voglio dire razionalità Vitti varia cioè una logica che trova necessario naturale normale
Razionale
Efficace addirittura fonte di progresso produrre vittime metterle in conto o quanto meno accettare che questo sia possibile
La grande illusione di pensare che questa sia la razionalità tra virgolette dell'amico dell'altro oggi forse non gli occidentali diremmo all'ingrosso gli islamici o come si dice con parola generale i terroristi chiunque siano
In realtà questa razionalità Beatty María funziona come un contatto
Allora pensare di fermarla solo perché io sto sotto un'altra bandiera o perché mi dico occidentale o perché mi dico cristiano o perché vi dico che io la guerra la faccio per motivi umanitari oppure la chiamo missione di pace e altamente illusorio se non espressione di malafede questo contato della razionalità vittima aria percorre le culture le politiche e le economie persino i modi di educare
Se non ce ne liberiamo questo sì che è un elemento distruttivo che in qualche modo opera alle nostre spalle
Allora rispetto a questo
Mi pare che sia essenziale per tutti noi che imparare capire e imparare a partecipare significa in radice imparare a uscire dalla razionalità Arditti María per assumere la ragione riconoscente
Ragione riconoscente vuol dire io che ha il potere di la facoltà di riconoscere il valore della verità il valore degli altri
Il valore della nostra stessa dignità e imparare a correlare questi valori che sono uso una parola che molti dei colleghi filosofi nono sarebbero perché ormai non so più hanno un valore infinito
Dentro la nostra finitezza il valore della vita il valore delle persone è incalcolabile è infinito non lo posso subordinare strumentalizzare quando faccio questo sono già tornato ricaduto in una razionalità di chi María
Allora quando Giovanni Paolo secondo per scongiurare la guerra all'Iraq diceva
E ha detto questa affermazione forte che molti cattolici hanno messo da parte hanno in qualche modo lasciato sotto silenzio la differenza tra la guerra e la pace
E la stessa che corre tra il male e il bene è con lei cioè il discrimine tra una razionalità abiti María e una ragione riconoscente capite non significa parlare male della guerra bene dalla pace questo lo fanno tutti pure quelli che fanno le guerre che le organizzano che le preparano perché poi le le attuano il punto invece assumere la pace come metodo che vuol dire come percorso
Ma pensate come metodo come percorso del fare politica tanto che nella storia umana quando qualcuno fa così fa notizia fa testo ce lo ricordiamo perché è un grande risveglio una grande nascita della storia umana
Concludo allora mi pare che in particolare i cristiani in Italia in qualche modo in Europa sono passati storicamente in questi decenni
Da una fase di univocità c'erano i tempi in cui c'era un partito cristiano un'appartenenza cristiana in politica obbligata univoca
Allora nessuno rimpiange questi se però oggi ci chiediamo in quale tempo siamo allora temo che siamo passati dall'univocità all'equivocità
In cui infonde abbastanza a buon mercato dirsi cattolici in politica non basta molto per esempio si possono evocare citare i valori i famosi valori
Ma la verifica poi l'ha fatta sul metodo sul metodo sulla prassi cioè sul modo di costruire la prassi politica
Perché i valori vanno interrati e vanno anzitutto riconosciuti nelle persone nei popoli come valori incarnati valori viventi
Altrimenti valori astrattamente citati diventano essi stessi fonte di giustificazione della violenza
Qual è allora per i cristiani a mio avviso una via alternativa quella di un pluralismo fedele da figli e figlie ed io non siamo fatti dice Paolo per tornare schiavi però il pluralismo non è un'anomalia non è una stranezza
è intrinseco al cammino storico dei cristiani ma non un qualsiasi pluralismo da essere equivoco pluralismo fedele vuol dire attento in ogni caso alla fedeltà al Vangelo allora questo io lo chiamerei unità metodologica unità metodologica non politica non partitica ma unita metodologica cioè nel percorso
Dei cristiani una unità che a mio avviso deve essere fatta di pratica del dialogo anziché della identificazione negativa dell'altro come nemico
Di pratica della non violenza di pratica della restituzione dei diritti di correlazione tra gli uomini le donne
I programmi e metodi del fare politica un cristiano in politica
Senza alcun trionfalismo ma dovrebbe potersi distinguere da queste caratteristiche se non fa questo è un cristiano nominale
Nessuno lo obbliga a stare in un unico partito ma è vincolato in maniera produttiva a seconda a questa unità metodologica ecco allora rispetto a questo i cristiani hanno anche una fonte di comprensione quando si dice il metodo si dice anche una logica cioè dicevo prima un codice una chiave per interpretare ecco credo che noi dovremmo riscoprire ancora ancora di più
L'epistemologia della croce
Quelli si rivela uno sguardo sul mondo un modo proprio di vederlo di comprenderlo che ha fatto appunto della capacità di non riprodurre vittime semmai di assumere su di sé gli affetti della violenza per neutralizzare utili
è fatto non di Potenza ma di misericordia quanto spesso corriamo al dio della potenza e dimentichiamo il dio della Misericordia
Ma in quello sguardo in quella vista ecologia si rivela un modo di stare al mondo per tutti non un modo soltanto di Gesù di Nazareth non modo soltanto di pochi privilegiati che sarebbero i cristiani
Allora concludo ha scritto grandi rimanda Scanni che la vera fede non è nient'altro che una vita vigilante consapevolezza di tiglio Dinoi
Dove quel di Dio è un genitivo soggettivo non solo oggettivo cioè se noi assumiamo quel tipo di fede
Che vuol dire amare fedelmente gli altri con questa gratuità che ci apre l'epistemologia della croce allora nella nostra fede nel piccolo frammento dalla nostra vita della nostra fede qui c'è un frammento della coscienza di Dio
Dello sguardo d'amore di Dio sul mondo
Allora in questa prospettiva dico entra misteriosamente nella nostra coscienza e nell'essere di ciascuno non appena noi nasciamo a questa vera file per non è un'imposizione non è una conquista non ci autorizza nessun trionfalismo
Auguro allora la Fuci di continuare a comunicare e a vivere con amore questa fede
Ringraziamo il professore Roberto Mancini e adesso abbiamo una mezz'ora circa prima dei vespri
Di dibattito così per Excelsior chiarirsi alcuni punti quindi rivolgere le domande al professor Mancini
E chiunque volesse intervenire può parlare al microfono qui di fianco a me niente raccomanda interventi Brady
Grazie
C'è bisogno di quanto non era un tal piazza
Sarà Stoppable Francesco Gabriele di Pescara
Io sto in pochi
Da quando sono nato
Sono la memoria storica vivente
Sapete quanto sto in frutti
Devo dire ma nessuno ci crede
Più o meno da quando sono nato c'è dal mille novecento
Cinquantanove cinquantotto guardando il suo fatti i calcoli è un inchino subito solo il decano egli assiste da quando lei la pulce esistere nessun assistente è stato tanto tale per tantissimi anni allori volevo dire una cosa molto chiara
Grazioso ha concluso contento non mi risultava che si faccia dibattito sapete compensati stabile dava rischiando anche la Francia popolando dove andiamo a finire ma anche dei battistrada Novaretti
Da Roma sulla fotocopia Boris fatta aspettare poi Cadorna Grossman collego assorbito con Roberto Mancini non so se chi è parente Italo Mancini che sta in Paradiso
Nervi verranno davvero mo'turchese più giovane ci vuole tempo per servano come dormitorio
Era trapelano uno di quei filosofi che quando parlava lo capivano tutti anche i chili che lo so che non sapeva anche le le l'esistenza del significato
Molto si è avvicinata abbastanza credo specialmente l'ultima parte meno male perché si tratta di avere abbastanza ultima parte bene
Tutta data dell'ecologia ma da tanto tempo io sono collegato il collo Almeyda quindicina d'anni anche delle dei riconoscimenti non ti su altri livelli offerti ai livelli più alti ma siccome sono altri cioè voglio dire io premio mondiale dell'ONU mille novecentonovantuno messaggero di pace nel novantuno mamme Chiarato messa inventarci ha cantato al trattore terrà che bada otto volte quella del no il Nobel sono ottanta Paesi quello del loro centottanta e quindi o valli alpine due premi Nobel perché la pace Barbara labili sta per il carapace che cos'è la pace bonifico libero chi soffre l'osso più spicciolo c'è pace quanto ogni persona e anche colta come tale
Come figlio di Dio se Christian sono come le persone che direi più intima lì un core come una persona come una persona che non che non hanno niente di meno degli altri
Niente io rinviano e ci si pone sopra base sbattuta a terra sapete io sono convinto che tutti quelli prepotenti qualunque coloro pubblici sei che hanno saranno sbattuti a terra uno dopo l'altro abbassato tutte ad saluto il segno per la salvezza
Perché queste infallibile questa mia affermazione geologicamente infallibile
Perché la Madonna pregati Magnificat invece ma perché il Magnificat l'unica fa ridere che noi sappiamo chiarezza labrador Gheddafi statuette cose nel Vangelo boh questo slogan in voga però risulta chiusi go la gente mansarde poi la preghiera
Io non lo so perché posso fa fa paura
Chi chi di voi non stava in magnifica al Memorial zio Armando vediamo Profeti
Di amianto e della pandemia sappiamo veramente no tutti nonostante una legge bensì da da sapete tutti da ma branda novanta o manager
La savana lederebbe la sapete tutti avversari dubbi perché perché al ha ha detto aspetta ha detto a pulirla ma signora è grato perché tenuti potente Pagni svetta per nulla per i rovesci dai terrori è sicuro per tastiera vaccino proprio mentre usano io sentivo scritture agli lo scrittore un MBA lettere
La funzione la ricevuta cabaret disposto quindi & ma avete risposto Begni edotti gli ordini debba avere risposte perché batosta tra tutti quanti ho scritto anche che lo scrittore incardinata vespe tutti qua suo pupazzo salva avete avuto il coraggio di dire anche dell'ideologia e chi l'ha detto Sasa delusi tendo resteremo lì resteremo a voi capite brusco per resteremo restrittiva sto a tutti i tuoi figli e nipoti dovrebbero Zichichi valido i ragazzi mandati come carne da macello
Missione di pace quale visione una legge parla la strada all'aula avallato e l'altro
Ammette il processo famelici con medico che assiste e lo si fa sapere un killer l'arrestato
Se fossi Miceli pagine ai cada tu vai a curare bene tu seguivo che il seguire i killer sedicente che è stato mentale per buttare bombe sentite non vorrei considerare una persona che uccidono attraverso e assassino seconda persona cileni volevo Symphony volume da tutte le piazze d'Italia io sto blindata le chiazze evitarla prestiamo sto tempesta di Yokohama punti il c.d. deve cancella scritta che blasfema
Una scritta monumento Raffaele Paolucci che anticipa così lascia la palude a persone c'è un gap un Abruzzo e cioè c'è con un mirabile ordigno di guerra fatti con la corazzata all'anima Gore veniva diventa mirabile all'anima mirabile avesse donato offriva propone otto film serrato in a sera dopo inviterei il carabiniere che Benitez tramezzo la Slepoj piccolo ma Edwards Specola quella scritta blasfemi ospiti ha natura scritta blasfemo grazie stante anche all'imminente neanche
Allora
Zaccaria caffè
Carlo cara e chiama andatemi diedi Bobba ad ammazzare Ventimila leghe né più otto sei settecento evasori databile che ai più cantata le torri super terroristi sono bene vagliate ed è pronta a fare il verso giusto gli ho scritto al Vaidisova qualificato messaggi di pace del dopo dovette processare contate quanti sono dal sapore di quest'ultimo passaggio
Adesso dice Roger de ammaliato perde grande affiatamento dei verbali
Akashi deve toccare con le mani
Grazie è mi ama spaziare altri interventi ci sono tanti ragazzi
Ecco questo è il momento di partecipare
Davide Paris del gruppo Fusi di trenta
Allora sono
Insomma
Sono una domanda veloce potrebbe darsi quanto
Si potrebbe spendere alcuna parola
Ai si sente qualcosa no
Entro così anche
Se poteva spendere alcune parole per definire la parola guerra perché io credo che oggi insomma molto alto il dibattito proprio siamo in guerra non siamo in guerra se la guerra non fare la guerra io penso che anche la scelta che se oggi lasciata cassata fatta appunto cinquant'anni fa di dire la guerra non può essere più o un un non può più far parte dell'azione politica penso che oggi si sì configura in maniera molto difficile problematica proprio per la difficoltà di di capire e di comprarne concettualmente questo questo termine alla guerra se può dare un
Grazie
Inaccettabile diamo spazio fosse raccogliamo qualche altro intervento
Luca Rossomando ha fatto una finta
Ancora un giovanissimo Giorgio Porta
Già che ha parlato però di Trento sono atti o di Trento don Celestino parlo a nome di tutti quei giovani che la strada della piazza delle parabole visto che arrivo di più su quelli sottolineo due-tre input la logica della produzione
E per questo un ricordo a quegli educatori che hanno pagato e pagano oggi per sostenere quei giovani eroi perché soltanto all'eroismo li fa uscire da un sistema che li schiaccia
è un ricordo è una sfida
Un esame per tutti noi adulti e per tutte le istituzioni ricordo ancora quell'imbuto pluralismo fedeli e razionalità vittima aria
Domando seri per uscire da questa cammino
Che stravolge tutto dei mass media
Sono sufficienti sono in grado oggi Giovanni se non c'è istituzioni che si mettono in discussione
Come è un fatto avete fatto oggi e io vi pregherei commenta fuggiti diffondere questa relazione
Potrebbe far fare un esame di coscienza chissà a quanti sì sono in grado loro senza gente che essi compromettenti e si mette in discussione e paga anche come istituzione oltre Congo persone grazie
Certo
Ed è di alto presentate però
Ciao Massimiliano dalla Sicilia primo da pochissimo Macerata cui sono stato benissimo accolto dal gruppo di Macerata viene sta cercando di di avviarsi sono completamente estraneo all'esperienza cucina
Sì osavo chiamarla addirittura pucciniana proprio per l'ignoranza totale su questo su questa bellissima esperienza però devo dire di essere tantissimo vicino a quelle che sono le vostre aspirazioni
Posso portare una piccola testimonianza perché sto facendo tirocinio in una radio
Al fine di prendere il cosiddetto tesserino da pubblicista che mi permetterebbe un giorno ecco di esercitare la professione o quanto meno di sperare e collabora con un giornale sto conservando sto conseguendo oppure la laurea in giurisprudenza
E qual è la gestione anzi voglio dare effettivamente il mondo dei media oltre ad afferrare a vivere il le difficoltà di cui voi avete in modo compiuto parlato ci sono anche altre difficoltà legate proprio alla burocrazia proprio intesi in senso tecnico proprio c'è la concessione delle frequenze
L'accesso ai finanziamenti quindi questo pluralismo sanno di cui spesso si parla non può comunque prescindere anche dalle riconoscere a chi non ha la nostra sensibilità di cattolico io sono cattolico e ne sono pure fiero orgoglioso però questo i principi e diritti devono valere per tutti devono essere affermati anche al di fuori della del per sette il sentirsi apparteneva del appartenere ad un ad un gruppo io lo dico proprio da in quanto non appartenente a nessun gruppo e quindi io conosco le difficoltà di un giovane che poi scende in piazza perché la piazza non ai cancelli chiusi è aperta la piazza mentre gruppi sono chiusi
Mentre gruppi ci sono giustamente c'è anche una certa dose di arrivismo nei gruppi lo sappiamo bene siamo giovani e conosciamo bene in questi fenomeni perché magari un giovane dentro una radio non può fare un programma che parla i giovani perché magari se cattolico la fortuna di lavorare in una radio docile diocesano del palinsesto non è il giovane a stabilirlo concordarle insieme ai tecnici ma è il sacerdote quindi ecco la rivalutazione del dell'impegno laico anche e importante
Di di questi giorni e poi giovani io sono ventisette enne quindi ecco sulla scia dei due intervenuti più al Grande
Posso posso dire soltanto qualcosa io posso dire soltanto che in coscienza davanti a Cristo io in Sicilia ho lottato e mi sono impegnato in regola la facoltà come qual è il Palermo dopo venti cinque novità su ventisei e con la tesi già depositata e dopo due anni un anno e mezzo circa che non potevo conseguire la laurea causa di una certa situazione io ho dovuto lasciare Palermo nell'umiliazione di totale che prova dato una liberazione di quella che vi assicuro non dichiaratamente atroce non accettate ma il compromesso perché nel momento in cui ha citato il compromesso credete complici di loro diventati come loro e quando dico loro che ogni giorno coltivano l'ingiustizia perché l'ingiustizia è un ideale e al pari della giustizia un ideale va perseguito ingiustizia un ideale quindi perseguito quindi vi invito così mi sta venendo così spontanea questa testimonianza a crederci anche perché a Palermo comunque
Non è rimasta terra bruciata è rimasto qualcosa veramente l'amicizia la fratellanza con le persone la cappelletta della facoltà di giurisprudenza e via Macheda che era adibita sgabuzzino riabilitata e adesso c'è il rosario ogni settimana c'è la Pierina
Che dette che del dei fedeli che si uniscono Comunione e Liberazione e certi altri gruppi e componente cristiana e cattolica non si potevano parlare invece abbiamo fatto un dialogo ecumenico Inter cattolici c'è proprio una cosa esagerata
E sit-in tenete comunque le realtà decollano ecco invito quindi comunque a crederci sempre di più
Grazie ammoniaca serata
Belli pieni d'acqua e io a questo punto visto che il tempo straniera lei errori darei la parola al professor Mancini a l'ultimo intervento prego riprendersi come il professor Mancini è stato così efficace del linguaggio sui
Esatto molto efficace nel linguaggio e credo che il l'idea del l'epistemologia della croce e c'è il costo modo di vedere le cose anche metodologico sulla croce
Qualche volta rischia di essere concepito quando ci diciamo come siamo bravi come una specie di Perla di diamante cristiano quando siamo bravi e a me piacerebbe che ma aggiungendo altro paragone che ha già detto ma magari concentrando su questo
E tornasse a dire come in fondo questa epistemologia della Croce anche se nell'esprimersi e cristiana
Ma può essere un valore umano se no qualche volta noi si resta come l'idea che abbiamo un tesoro
Ma che forse non riusciamo a condividere o che forse per poter dialogare con un mondo che non sembra pensarla cristiana dobbiamo un po'mettere da parte il fa Fini si è questo Gemma che abbiamo maturato era nascosto
Grazie professor Mancini
Ora grazie per queste sollecitazioni ecco riprendo innanzitutto la questione che mi è stata posta della guerra
Che naturalmente forse proprio la questione sottesa nuova quella che dalla qualità in positivo e negativo a tutte le altre categorie compresa quella che appare è tra noti amministrazione a volte si dice alla parte c'è la politica dall'altra c'è l'amministrazione delle cose delle procedure ma qualunque elemento qualunque frammento della convivenza dunque anche nella prassi politica
Non è mai neutro o a una qualità capace di favorire in qualche misura laico la società come comunione universale umana
Oppure antitetica a questa e allora una valenza almeno potenzialmente distruttiva disc elegante rispetto alla società umana
Allora perché vive questo mi pare che una piccolissima breve premessa vada fatta recuperando la categoria di creatura Lita
Oggi per esempio filosofia non è morto o al centro di per lo più sentite parlare di finitezza
Dove si dice beh noi nasciamo un certo momento poi quello che sappiamo di sicuro al di là delle nostre proiezioni nostri desideri dei nostri desideri che ci aspetta la morte c'è questo limite quindi in qualche modo ci mettiamo giù ma in un'ottica per cui la morte nonostante le cose vere belle che sperimentiamo nella vita di fatto soprattutto direi dal cuore prima ancora che dalla mente è assorbita come la verità ultima della condizione umana
Ora quando stiamo dentro in questo universo culturale ecco direi queste alla radice spirituale metafisica della razionalità Pitti varia il pensare secondo la morte il non sentirsi destinati ad altro che alla morte
Nel primo libro la Sapienza a un certo punto si dice perché gli enti di giusti i malvagi si comportano così lei indicata in quella Fenomenologia la causa c'è una proposizione che dicono nel loro dialogo dicono all'inizio del dire allora profeti e approfittiamo o per il povero facciamo ingiustizia l'orfana la vedova all'inizio di questo discorso di questo progetto di malvagità di questa sorta di progetto antipolitico di politica rovesciata
Dicono enunciare una proposizione metafisica dalla morte non c'è ritorno
Sono convinti che la morte la verità ultima dell'esistenza dunque tanto vale impadronirsi di quello che ci ha dato in qualche modo i sorci usando ritardando la nostra morte addossava allora agli altri ora ogni logica e vittima aria se assorbe a monte questo tipo di di visione questo tipo di evidenza oscura radicale rispetta la nostra condizione
Perché questo è così negativo perché la morte in fondo è uno dei paradigmi dette l'esperienza del male almeno la morte come distruzione proprio perché l'essenza del male che non è questo mistero abissale capo perché una certa retorica si dice il lato diabolico inarrivabile misteriose iniquità tis l'ora nel funzionamento il male un meccanismo in una guerra ore il sequestro di persona o in un tradimento a vari livelli il meccanismo è sempre lo stesso richiede menzogna distrutti vita manipolazione e perdita di coscienza gli ingredienti sono gli stessi
L'elemento essenziale sostanziale del vale qual è il male distruzione
Tanti creazione è il contrario della creazione divina lo laddove noi ricorriamo a pratiche distruttive collaboriamo al male allora che cos'è premessa questa questa indicazione la nostra creatura vita
Non è solo il derivare più o meno da un creatore questo nipote si torna al misteriosa nella religione la riconosciamo razionalmente facciamo fatica perché non vediamo questo crea ore l'anche naturalità comunque è la responsabilità di vivere in modo creativo cioè di esistere confermando la vita anziché distruggendola
Allora dentro queste coordinate si capisce subito che cosa è guerra guerra è una distruzione universalità da generalizzata ecco perché come tale non ce la facciamo a riabilitarlo a non ce la facciamo con gli aggettivi vicino guerra umanitaria guerra per i diritti umani a dire però allora ci Volterra al terrorismo sì io dico Guerra Altero ritmo poi riabilitato pensando che la c'è un male ed è vero che c'è un male non è che dico gli altri sono buoni no però in questo modo riabilitato una pratica distruttiva che infatti poi puntualmente produce moltissime vittime
Faccio un esempio immediato per capirci guardate la diversità di reazione
Tra l'attentato alle Torri gemelle no la reazione è stata due conflitti due guerre l'attentato di Madrid la polizia che cerca di terroristi
Cioè dov'è la razionalità nel primo comportamento ora il secondo
Io direi nel secondo cioè c'è una proporzione una misura se io arrivo alla guerra allora lei la distruzione e la vince sulla nostra soggettività sui nostri progetti spesso anche di chi l'aveva iniziata
E siamo presi in una spirale che non controlliamo più che intanto allora distrugge la vita alle persone il futuro allora rispetto a questo l'ultima indicazione importante per non cadere in questo equivoco della guerra giusta
La guerra non è una rissa occasionale in discoteca la guerra è il prodotto di una preparazione nelle menti di i cuori nella cultura nella politica nell'economia quando tutto il maturo arriva questa grande valanga che si chiama guerra
Allora la vera responsabilità è quella di disinnescare la di attivare delle pratiche non violente di riconciliazione di giustizia cioè quelle che disinnesca nei conflitti
Siccità ma di fronte a indizi che facevi tu no Bonhoeffer ci dà una risposta ci riceve uno si assume anche la responsabilità non di un atto morale non di un atto giusto più nato a quel punto tom necessario per evitare il dilagare del male ma beh quello non poi giustificare da quella porticina non puoi far rientrare allora tutte le guerra dicendo che sono guerre giuste per legittima difesa
Se voi leggete le lettere dei condannati a morte della Resistenza loro fecero la Resistenza almeno quelli che effettivamente la fecero con autenticità nove sono credo la gran parte non per chissà quale altro calcolo la fecero perché da allora in poi i loro figli e non conoscessero più un mondo con le guerre il loro fu un atto di responsabilità se noi oggi li citiamo per dire dunque di fronte al male assoluto ci vuole la guerra trattiamo la loro memoria la loro energia la loro capacità di fare politica
Allora capite ci sono molti equivoci su questa parola bisogna tentare di prendere le distanze da quello che poi ci mette già culturalmente con le mani legate
E decido e chiudo su questa risposta che la più lunga perché mi pare la questione centrale
Noi abbiamo questa grande metafora atroce e terribile del Medio Oriente israeliani e palestinesi che cercano contorti ragioni differenziate però cercano in qualche modo almeno le frange integraliste dei due versanti che in questo sono estremamente alleate nonostante l'odio cercano la sicurezza la soddisfazione di diritti con la forza con la distruzione con la guerra
Tant'è vero che tiene due versanti lotta per la pace rischia la vita viene ammazzato
Quindi c'è questa trasversalità il fronte non è israeliani e palestinesi ma chi lavora per la pace e chi lavora per la guerra
Però questa è una metafora tragica del mondo uno specchio
C'è un'altra metafora non tragica che il Sudafrica dove tutti s'aspettavano un bagno di sangue bianchi sarebbero stati sterminati la minoranza dai neri che ne avevano no di di cose da far pagare alla minoranza bianca lì si è avviato concretamente capite non è un'utopia nei libri dei filosofi un processo di democratizzazione e di riconciliazione nazionale in cui la prassi politica è servita in quella funzione umana che dicevamo cura del bene comune in presenza di conflitti radicali perché c'erano stati torture persecuzioni uccisioni l'odio era viscerale anche in Sudafrica
Sono riusciti a ricostruire un tessuto civile fino alla riconciliazione
Quindi queste non sono cose impossibili per la prassi politica impossibili per la condizione umana dobbiamo uscire da questo vero che veramente ci chiude gli occhi più brevemente sulle altre questioni certo allora che non bastano i giovani nota su o li abbiamo detto anche che è una categoria un po'forse anche troppo generale io credo che ci servono delle forme di anticipazione c'è una speranza diventa concreta quando si può dire che da qualche parte della terra qualcuno la sta incarnando
Almeno psicologicamente diciamo così Dio ha fatto questo con umanità non ha detto io sono il Dio perfetto sublime tu mi devi credere si è anticipato cioè si è incarnato dentro fino in fondo dentro la condizione umana
Da lì in poi uomini e donne hanno cominciato a credere nel senso di affidare la loro vita a questo dio quindi le speranze vanno incarnate però questo è un compito di tutti certo non solo delle nuove generazioni
Però mi pare che questo sia la vera responsabilità e non crediamo allora più di responsabilità sia secondo quella vecchio col vecchio pregiudizi pregiudizio di Max Weber
Per cui l'etica della responsabilità sarebbe far fronte con la forza di fronte a un pericolo per difendere il proprio Paese la vera responsabilità e anticipare in questo modo la giustizia la pace la vera responsabilità e impedire che quella pallina di neve che l'odio la conflittualità il calcolo del dominio che poi diventerà guerra diventi appunto una valanga affermarla finché ha soltanto una pallina di neve riconvertirla di l'acqua che sia in qualche modo s'salvifica positiva per le persone le ultime sottolineatura discorsi Massimiliano mi pareva autonomo ci richiama mi pare ha un'identità comunicativa a una forma di appartenenza che non sia esclusiva
No ma che sia l'idrante per chi la vive per gli altri che incontra di qui allora vivo dritto all'ultima sottolineatura certo che la Croce non è solo per i cristiani voglio dire non è una proprietà esclusiva
La croce il simbolo più d'amore incondizionata che l'essere umano in parlava di Dio noi per diventare umani dobbiamo assumere qualcosa che divino altrimenti non diventiamo umani questo vuol dire io credo tra tra gli altri significato prendere su di sé e la propria croce che non vuol dire sopportare con pazienza l'incidente stradale o il tumore vuol dire assumere su di sé questa capacità di portare il negativo per amore e tiri sanarlo allora questo certo che lo specifico dei cristiani
Ogni cosa che i cristiani hanno come specifica l'anno per gli altri cioè l'anno da condividere non è una proprietà esclusiva allora veramente la categoria ultima per noi non è cristiani o musulmani o cattolici o atei la categoria ultima per noi e arrivare a a a esistere come figlie e come figli di Dio
Grazie
Dunque ringraziando di nuovo il professor Roberto Mancini per la sua relazione per la sua disponibilità per queste beh le risposte e io però ora chiamerei Cristina il gruppo dichiarato non vedo anzi la vedo e che ci dà alcune indicazioni per Ippati successivi da fare quindi per il percorso per andare a visitare tutti assieme Events prende grazie qualche avviso sentito allora subito adesso partiamo e raggiungiamo la chiesa di San Giovanni di tre che è vicino a Brignole dove riciteremo i venti ripeto allora ore diciannove bestie alla chiesa di San Giovanni di tre vicina principe
Dopo cena alle diciotto dopo certe o privati alle diciannove e quaranta andiamo a mangiare al trendy che vicinissimo alla chiesa dove recitiamo Events
I bagagli li ritirate dopo cena quindi dopocena torneremo alla stadi San Carlo dove l'avete depositati avete fatto l'iscrizione e alle ore ventidue e trenta
Vi aspettano il pullman vicino al principe petit riporteranno all'ostello mi raccomando la puntualità è fondamentale quindi diciannove arresti diciannove quaranta l'azienda ventidue e trenta partenza per restarlo
Grazie Bettina von premiazione iniziale Ezio vediamo più tardi