Dopo la Costituzione: l'Europa tra allargamento e integrazione. Patto di stabilità e sviluppo

Gli autobus lungo sorvolò
Molto importante
Motivazioni prodotti nuovo
Finisce Luigi
Somiglia
Questo
Sì ideologia senza
Studia unica
Cioè il spiega decisivo possibile
Ossia
Punta
Presenta che in invece sì allora da
Allora Massimo D'Alema generale
Abbiamo un mostro nel ridicolo luogo professor
Approvarla
Allora
E dopo
Ci sono
Non romperà imputato causa della capo dell'ordine saluto brevissima non faccio l'intervento perché così contribuisco a diario lavori di assentire dare più spazio sia certamente cose più interessanti da dire è stata nel mille volevo però a un ringraziamento pubblico a all'onorevole Follini onorevole D'Alema per aver mantenuto l'impegno per così faticosamente erano riusciti a ricavare all'interno delle loro agente siamo veramente grati questa presenza che ci onora che gratifica una comunità accademica che si mette a disposizione anche come in questo caso del dibattito politico sentendo più antica possiamo fare ancora ho detto onorevole Follini onorevole D'Alema non ignorando il protocollo né le cariche ricoperte da entrambi perché volevo sottolineare anche da questo punto di vista Kids di questa loro presenza sulle la presenza di fluisce politici pienamente politici
Che vengono in qualche modo stimolati a ad analizzare su versanti diversi un tema che ci sovrasta cioè il tema dell'euro delle conseguenze e delle prospettive che abbiamo da fare
Ci piace ragionare così ampio perché ci sembra che questo sia l'ambito specifico di un ateneo che si interroga su ciò che succede nel mondo ma con un occhio un po'più distaccato dalle vicende quotidiane questo è il senso dell'operazione che Dipartimento di scienze sociali diretto da sostengono che ringrazio per questa l'idea del questa organizzazione a contratti a questo il senso dell'operazione questa operazione sarà svolta con qualche azione di stimolo da parte del preside crescere e del prezzo del direttore Carboni che in qualche modo cercheranno di introdurre gli interventi di darmi uno stimolo ai nostri interlocutori che ringrazio di nuovo quali e ho avuto ogni successo per la loro azione politica grazie a tutti voi passeggeri
Va bene vediamo
Con impianti
Questo non è il ministero comune parlare
Con azione consigliere aveva così verrà
Per cui io Vittorio
Messo ho attenzione non ultimo
Conoscere
Ruolo avvocato tutta dare di approfondire viabilità come quindi lei
Corruzione
Sono abbiamo
Le prove
Questa
Comodità capiamo vorrei
Mi pare salita erano
Cioè posizione per quanto riguarda
Consigliere virgola
Diana che fa oggi che in quegli anni si augura
In campo tiene quello europea essendo assegnato
Lista a un dico
E Marco Garzonio devono anch'essa sazia economico il assistiamo
Ce l'ha
Tensione serve
Non mi considerano questo c'è secondo offre fondato da
Sesta
Serie Pusterla serbo cinque che
Bianco
Un altro elemento che occorre questa conclusione
Poco
L'industria
Accardo questo Cesare
Caro
Approvare resti affondo molto
Secolare avremmo passi
Rissa ecco consigliare pure
Dell'euro
Se si tiene può fare fa
Lista veramente se avesse
Sono delle società e delle nazioni che erano ritrosia da questo punto di vista incamminarsi in quella direzione in tempi così rapidi
Oggi sembra invece attraverso questa comunque sta nuova costituzione che la tendenza in qualche modo a frenare su questo sviluppo emerga con maggiore forza
Il problema è rilevante è rilevante in particolare per l'Italia
E su questo io spero che i nostri ospiti intervengano in particolare perché noi abbiamo bisogno lo dico da economista da scienziato sociale abbiamo bisogno di più Europa non abbiamo bisogno di meno Europa perché il rischio è che ci sia una diminuzione di attenzione nei confronti della costruzione europea il rischio è che l'Europa venga vista come un limite
Da parte anche dell'opinione pubblica nel momento in cui non ha a sua disposizione una serie di elementi per esempio la leva della politica economica
Che attualmente non viene utilizzata superare questo livello secondo me fondamentale spero che su questo tema i nostri ospiti dicano la loro parole
No no no
Era solo un po'lunga ma era solo una domanda
I commi
Vargas volte nel senso che il il presidente D'Alema può adesso intervenire su questo Paese coincidano
Si suppone
No solo
Zanella noi siamo abituati a queste
Voce ecco ci siamo io penso che questa nostra conversazione assenso se è una conversazione cioè se
Non sanno non se sono due conferenze quindi io cercherò iniziarla con una considerazione di carattere generale
Ma io credo che insomma la la la costruzione dell'unione europea
Un processo lungo che attraversa oramai
L'intero dopoguerra
è stato sin qui
Uno straordinario successo io credo che bisognerebbe partire da questa da questa da questo giudizio
E direi anche un successo senza precedenti
Ne nella storia umana
E tale da suscitare anche una grande ammirazione
So che non era mai accaduto che una una quantità di Paesi di popoli
In Europa si parlano ventuno lingue più un certo numero di lingue minori diciamo ecco
Riuscissero a costruire istituzioni comuni scelte comuni
Attraverso un lungo processo democratico
Che non è stato segnato da da guerre e da da da
Da conquiste che avvenuto sulla base di una paziente costruzione del consenso
Se il principale obiettivo dell'Europa era quello di creare una grande area di stabilità di pace e di Benessere questo obiettivo è stato largamente conseguito
Io sono anch'io e poi però a questi aspetti un euro prevista
Pungolato dalla coscienza infelice di di di tutto quello che si potrebbe fare e che ancora non si fa
Però penso che questa questo senso del processo storico del valore delle conquiste europee ci debba accompagnare perché
Ritengo che noi dobbiamo anche riuscire a trasmetterlo
In una opinione pubblica nella quale di tanto in tanto la delusione verso l'Europa il timore per i riflessi del processo di integrazione
Sembrano affacciarsi questa immagine di un'Europa che più vincoli e sacrifici che non opportunità
Che secondo me è un'immagine sbagliata
Perché come sempre a noi manca l'altro termine di paragone
Attualmente l'opinione pubblica italiana ha vissuto anche con me
Come sacrificio sia la conquista dell'Euro cioè il conseguimento dei parametri necessari per entrare a far parte della moneta unica
E poi l'entrata in vigore della moneta unica che si è accompagnata anche fenomeni speculativi ad una crescita del costo della vita ma noi non sappiamo che cosa sarebbe l'Italia senza alle
Anche se credo che
Gli economisti potrebbero aiutarci a dire che probabilmente diciamo il tasso di inflazione il costo del denaro
Avrebbero un'incidenza assai il costo delle materie prime avrebbero un'incidenza assai più drammatica sulla nostra economia e sulla vita di tutti gli italiani di quanto ci sia costato lei euro
Che l'Europa è quella
Essendo Cicerone a me un bellissimo romanzo Breve diciamo dove si parlava d'amore non d'Europa di
Di di di Proust dove si diceva che l'amore come la pieno che quando manca e qua affinché cessi respirare
Quando manca uno si sente soffocare no
Io credo che l'esistenza dell'Europa costituisce per noi un ambiente favorevole alla nostra vita al nostro sviluppo la nostra stabilità
E ci siamo talmente abituati a vivere in questo ambiente favorevole che forse non percepiamo che cosa significherebbe la mancanza dell'Europa rispetto alle condizioni di vita e di sviluppo del nostro Paese
Naturalmente queste Europa le ripeto suscita anche molta curiosità e gli inviti io sono super ragioni del mio lavoro viaggio moltissimo
E sempre in America Latina il modello di integrazione dell'Europa è guardato come un grande Modena integrazione loro vorrebbero potere creare un processo di integrazione regionale sul modello europeo
In Africa si parla di una Unione Africana che guarda anche se all'Europa le sue istituzioni alle sue regole come ad un modello questo noi forse uno abbiamo sottovalutato ma l'esperienza europea comincia ad essere vista
Nell'epoca della globalizzazione come un modello di integrazione continentale in cui elementi di integrazione economica di mercato regole
E elementi di integrazione politica
Sono visti ripeto come un successo che non ha precedenti
Noi eleggiamo un Parlamento in venticinque Paesi
Stiamo costruendo partiti politici continentali
Nell'epoca della globalizzazione economica cui abbiamo sofferto di una globalizzazione senza regole perché senza politica perché dominata dall'economia e dal mercato
Questa grande costruzione politica sovrannazionale che l'Europa si presenta ad oggi come l'unico grande tentativo di
Creare gli strumenti politico istituzionali per governare i grandi processi economici sovranazionali
Detto questo in favore dell'Europa secondo me deve essere sempre detto
Primo perché è vero e secondo perché ogni ragionamento critico deve partire dalla considerazione del fatto che noi siamo protagonisti grazie anche alle generazioni
Gli uomini di Stato di intellettuali che sono venuti prima di noi siamo protagonisti di un grande processo storico di cui ci dobbiamo sentire orgogliosi
è evidente che oggi l'Europa vive un passaggio dedicate importante
Nel senso che
L'allargamento dell'Unione che è stata una grande scelta giusta inevitabile
Ed anzi io credo che
Come fu suggerito all'indomani della caduta del muro di Berlino
Da alcuni degli statisti europei forse l'Europa avrebbe dovuto accelerare il processo politico di apertura a destra
Magari conservando poi i tempi più lunghi dell'integrazione economica
Anche sapendo innovare le sue regole
Non abbiamo tenuto per troppo tempo quei Paesi in sala d'altezza
Quando era evidente che l'allargamento dell'Unione ai Paesi dell'Europa centrale e orientale era il compimento di quella riunificazione dell'Europa resa possibile dalla caduta del muro di Berlino dalla fine della guerra fredda
Ed era vissuta da quei Paesi come il compimento di un processo di democratico di conquista della democrazia
è evidente che questo allargamento dell'Unione
Se non si accompagna con coraggio ad un processo di rafforzamento delle istituzioni politiche rischia di
Ridurre
L'Europa come si dice ad un'area di libero scambio io io penso questo giudizio che deve essere preso con moderazione
Intanto un'area di libero scambio che legge un Parlamento non è soltanto un'area di libero scambio lo dico perché sono partecipe diciamo ecco di questa
Perché mi trovo lì ma anche il fatto che essi ci sia una società politica europea è un fatto di cui non si può non tenere
La Costituzione rappresenta a mio giudizio rappresenta un passo in avanti non passi
Passo in avanti forse insufficiente per molti aspetti a mio giudizio
Non tale come sarebbe stato desidera
Tuttavia un passo in avanti
Rappresenta un passo in avanti dal punto di vista delle premesse di una possibile politica estera comune dell'Europa
Rappresenta un passo in avanti dal punto di vista del rafforzamento dei le procedure democratiche di decisione pensiamo la crescita del potere di codecisione del Parlamento in tante materie
Rappresenta un passo in avanti dal punto di vista del rafforzamento delle istituzioni comuni
Cento
Ci sono sicuramente visioni diverso e di come portare avanti il processo di integrazione politica e direi che queste visioni diverse sono lungo l'arco
Diciamo delle posizioni che sono definiti da due estere
Da una parte una visione intergovernativa dell'Europa
Che io ritengo scarsamente ambiziose
Dall'altra parte un mio una visione federalista
L'Europa è una complessa architettura di istituzioni di di tipo intergovernativo ed istituzioni comuni
La mia posizione è quella che
Guarda alla crescita delle istituzioni comuni come prospettiva desiderabile dell'Unione
E cioè al rafforzamento del Parlamento della commissione
Ad una estensione del voto a maggioranza che è la condizione per fare dell'Europa una realtà politica sovranazionale in senso forte
La Costituzione da questo punto di vista rappresenta un compromesso
Ma è un compromesso che non è chiuso ad un possibile sviluppo
Nella pratica
Di questa Europa l'ultima considerazione che faccio questa somma parola la la la battuta Follini di questa Europa politicamente più forte
La cui capacità di essere politicamente forte non è soltanto legata al funzionamento delle istituzioni ma anche alla volontà politica delle classi dirigenti europee
Alla loro coesione alla loro unità
C'è bisogno oggi in modo particolare in una realtà mondiale in cui si si vanno vanno rapidamente mutando gli scenari gli equilibri
Io sono dicevo anche venendo Marco Follini vengo da da un viaggio in Argentina o in Libia ma saggio istituzionale l'Argentina
L'Europa sta negoziando con il Mercosur cioè con i grandi paesi dell'America latina da otto anni un possibile accordo commerciale di grande portata
Ah della mente con tutte le sofferenze e le difficoltà perché noi naturalmente diciamo abbiamo delle resistenze a di di importare liberamente i prodotti agricoli di questi Paesi perché questi Paesi hanno agricolture che producono a prezzi molto più bassi dei nostri sicuramente
Sono interessi economici costituiti
I consumatori non so non interesse costituito perché per i consumatori sarebbe una manna ma i consumatori contano poco nell'equilibrio dei poteri
Cioè arriverebbe una massa di carne di buona qualità a basso prezzo cosa che viene considerata una tragedia dall'Europa forse per i cittadini europei non sarebbe proprio una tragedia diciamo
L'accento per una per i nostri allevatori sarebbe un problema se
Comunque noi stiamo negoziando sono otto anni che stiamo negoziando
Mentre io ero lì è passato comunale una meteora il presidente cinese Q cinta accolto come nel mondo antico veniva colto l'imperatore romano
Il quale in due giorni ha stipulato un accordo commerciale con l'Argentina il cui volume il doppio di quello che noi stiamo negoziando da nove anni
Ha detto voi cosa procede soja ci serve la compriamo no
Tutto
Dobbiamo crescere
Vogliamo dare da mangiare ai cinesi in cambio però i nostri prodotti manifatturieri devono poter venire immagino
E devo dire che appunto ho avuto un certo senso di frustrazione
Questo
C'è cresce nel mondo io sono anche contento politicamente che cresca nel mondo un sistema di relazioni cosiddetto Sud su
Credi che di rapporti sul piano economico commerciale di grandissimo rilievo che non passano né dagli Stati Uniti né dall'euro
Non passò più dal Nord del mondo esplicita
E e naturalmente questo comincia a definire un un nuovo sistema di nuovo equilibrio del mondo
Ancora
Racconto finisco un altro aneddoto dei miei viaggi
Qualche mese fa sono stato in Cina dove ho incontrato questo presidente cinese che adesso ha ricevuto ampi viaggio importante e positivo
In cui il sistema Italia si è affacciato in Cina finalmente cercando di vedere le opportunità non soltanto le preoccupazioni e sono avuto occasione di conversare con lui perché mi occupo del dei rapporti col partito comunista cinese per conto della Internazionale socialista dico sempre per scherzo che non avrei mai immaginato da ragazzo di andare come socialista discutere con i comunisti in Cina e
Di più diciamo a chiedere ai comunisti cinesi da socialista che rispetti in un po'di più i diritti dei lavoratori anche qui scandalosa che vuol dire devo dire che nella vita accadono delle cose di imprevedibili ma
Ma
Abbiamo discusso con cucita o della dell'unilateralismo americano
E lui ha detto sì ma anche noi siamo preoccupati la politica americana però dice
Stuart noi abbiamo un punto di vista diverso dal vostro
Perché noi abbiamo calcolato che verso la metà del secolo
Che stiamo vivendo la Cina avrà un prodotto interno lordo pari a quello degli Stati Uniti
E avrà un tasso di sviluppo che sarà circa doppio di quello degli Stati Uniti
Quindi saremo alla pari ma noi saremo lanciati in corsa tendenza superare il il PIL complessivo ovviamente non pro-capite degli Stati Uniti d'America
E siamo anche una grande potenza nucleare per cui noi più che preoccuparci per lumi polli unipolarismo americano
Stiamo discutendo tra di noi di come gestire il bipolarismo con gli Stati Uniti quando verrà tra per poco loro hanno una tempistica
è un è un paese una classe dirigente abituate a ragionare sui tempi lunghi della si racconta ma è vero che
Cioè laiche richiesto negli anni sessanta di un giudizio sulla Rivoluzione francese abbia risposto ma forse un po'presto per valutare diciamo gli affetti quindi
è un Paese che ha una storia millenaria è una classe dirigente che misura sui tempi lunghi diciamo già questo secondo me quindi dice noi in realtà ci prepariamo a gestire il bipolarismo consistenti e il nostro obiettivo quando arriveremo a quel momento è di avere più amici possibile
Quindi facciamo una politica prudente non vogliamo un confronto con gli americani e lavoriamo per estendere nostra relazione nostre amicizie nel mondo la cosa mi ha colpito varie cose la lungimiranza
Il fatto che l'idea che ci sia l'Europa manco disperati che il alga che a quel tavolo si possa essere in tre i proprio gli passava neanche l'anticamera del cervello diciamo proprio anche se c'è molta ammirazione verso l'Europa ma
L'idea che
Io no nessuno di noi è innamorato di una politica di potenza ma siccome io penso che questa Europa non è soltanto benessere e stabilità ma è anche un insieme di valori no
Di di di di valori è un è una civiltà
E se noi vogliamo che questi valori questa civiltà europea abbiano un peso nel mondo se noi vogliamo di qui a quarant'anni non dico essere una forza egemone che non lo saremo più ma diciamo essere invitati al tavolo dove si prendono le decisioni
Pensate io ho fatto un conto che alla fine del secolo
Se l'Europa si divide
Non si unisce
Improbabile che ci sia ancora un Paese europeo membro del G7
Nel senso che nel G7 sono i Paesi più ricchi diciamo è improbabile se l'Europa resta divisa
Che ci sia ancora un Paese europeo forse la Germania membro del perché ecco non la Cina il Brasile Ling via sono destinati
Allora se l'Europa vuole continuare a fare pesare i suoi valori nel mondo delle unirsi
Questo è il questo è veramente il compito che ha di fronte può nuovi e soprattutto la generazione che verrà dopo di noi
Nel mondo che sta rapidamente cambiando noi rischiamo di diventare un'area
Di benessere ma sempre più marginali siccome io credo che noi abbiamo ancora qualcosa da dire in termini di diritti umani di libertà di concezione della democrazia
In questo mondo che sta cambiando sì vogliamo dirlo in modo da essere ascoltati abbiamo bisogno di un'Europa più unita e più forte
Ma anch'io credo che l'Europa sia la storia
Di un grande successo
Il successo
Geopolitico un successo strategico
Un successo dal punto di vista di ideali che hanno camminato nella loro perfezione ma insomma qualche
Progresso lo hanno fatto
Sì per quanto noi tendiamo sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto questo fa parte un po'anche del nostro
Spirito nazionale qualche volta un po'malinconico
Io credo che noi dobbiamo guardare a questi anni di vita europea
Come ad un cammino che ha realizzato almeno una parte delle speranze del dopoguerra
Non mi voglio mettere nell'angolo visuale cinese prenderla troppo alla lontana ma insomma
L'Europa nel secolo scorso ha scatenato le due guerre che hanno sconvolto il mondo tutto è partito da conflitti dentro l'area europea e poi si propagato a tutto il mondo
E di lì è partito un tentativo di creare un'area che non fosse solo di libero scambio ma forse prima di tutto un'area di pace libero scambio era uno degli strumenti
Non l'unico
Che serviva avvicinare quell'obiettivo
In effetti quell'obiettivo un mondo che ha conosciuto tante guerre tanti conflitti
è stato centrato
Dico di più l'Europa
Ha risposto per prima io credo abbia risposto su questo dissento da Massimo credo che abbia risposto in tempi
Abbastanza reali all'ottantanove
L'ottantanove sono appunto quindici anni fa
In quindici anni
Si è fatta un'operazione che linguaggio europeista impone di chiamare riunificazione perché in effetti d'Europa quella centrorientale al pari dell'Europa che avevamo messo insieme
Con i Trattati di Roma
E tuttavia sappiamo quale divario avesse scavato la cortina di ferro tra queste due europei
Quanto l'impresa fosse difficile
Sappiamo anche noi quanta fatica abbiamo fatto in casa nostra
A re inventare una politica che tenesse conto del fatto che era cambiato il mondo e che il mondo dentro il quale eravamo cresciuti sulle cui coordinata avevamo organizzato i nostri pensieri e le nostre politiche aveva bisogno di essere ripensato da cima a fondo
Dopo l'ottantanove e questo ha posto a tutte le culture politiche è un dilemma
Ognuno di noi l'ha affrontato come ha potuto
Ma indubbiamente le istituzioni europee hanno fronteggiato la sfida dell'ottantanove io credo anche con un tempismo ragionevole era realistico immaginare un percorso come questo era difficile immaginare un percorso più veloce tante
Che oggi c'è una parte del pensiero politico europeo che ammonisce mette in guardia
Dal rischio di a vere
Creato un Europa così complicata
E così estesa in nutrita di così tante differenze
Da far fatica a funzionare era tutto più semplice quando eravamo in sei e poi nove poi ancora in quindici oggi l'Europa a venticinque in prospettiva ancora più larga pone sicuramente alle istituzioni
Un problema di aggiornamento dei suoi meccanismi e dei suoi percorsi decisionali che è un problema indubbiamente che rappresenta una grande quantità di incognite di difficoltà
Aggiungo che l'Europa è nella storia del mondo un inedito assoluto
Ci sono tanti modi di mettere insieme i Paesi c'è anche qualche modo qualche
Percorso che conduce nella direzione opposta
Ci sono alleanze ci sono fusioni
Ma
Questo principio della doppia sovranità che mette insieme la leva
Del rapporto tra i governi
E la leva di tutto quello che è comune a tutti i cittadini europei quale che sia il loro Paese
Questo doppio Statuto su cui è fondata l'Unione di essere contemporaneamente appunto una unione di popoli e una unione di Stati
è una costruzione che nel mondo non c'è non ha precedenti non non esiste un know how non sta scritto da nessuna parte come si fa e quindi nel farsi questo processo affronta tutte le inevitabili difficoltà di una cosa che non c'è
E comincia ad esserci a partire da noi
Poi c'è un problema come posso dire più italiano noi l'Europa la vediamo come una sorta di istitutrice svizzera
Severa
Qualche volta
Un po'troppo esigente
Abbiamo finito per attendere l'albero della virtù europea anche qualche d'uno dei nostri vizi siamo impegnati in una progressiva riduzione del nostro debito pubblico in una riorganizzazione dei nostri conti in una liberalizzazione della nostra economia che parte
Da un input europeo
E questo genera molte volte consenso ma qualche altra volta può generare qualche malumore
E tuttavia io credo che noi dovremmo vedere
Questa virtù europea
Come un'occasione straordinarie anche di crescita
Civile e sociale del nostro Paese
Rientra nella parte mezza piena e io dico più che piena per la metà anche il giudizio sull'opera della convenzione sul trattato che di qui a poco Parlamento italiano sarà chiamato a ratificare
Onorevole dalle medio notoriamente facciamo sogni diversi però credo che questo punto lo abbiamo in comune voteremo tutte e due allo stesso modo tutte e due siamo credo convinti che la ratifica di quel trattato debba avvenire presto e magari tutte e due abbiamo dentro casa nostra qualche difficoltà a convincere di questo argomento ma questo è un argomento che appartiene al Paese per intero e appartiene credo in maniera significativa direi decisiva al profilo che pensiamo di dare
All'Italia
Detto questo quali sono oggi le difficoltà che noi troviamo
Io ho ragionato sull'articolo di Panebianco l'ho trovato convincente perché aiuta sfrondare una certa retorica europeista che
Non fa bene prima di tutto all'Europa aiuta a mettere a fuoco alcuni problemi
E allora proviamo a vedere i problemi perché vedete
Non abbiamo un'abitudine
Che è quasi un riflesso condizionato tra di noi e che ci porta a considerare che la dialettica principale quella che oppone nel contesto europeo la forza dell'Unione all'egoismo e all'interesse degli Stati
E questa sicuramente è una dialettica fondamentale
Che ha spinto in avanti e qualche volta magari frenato il processo di integrazione europea ma che è parte costitutiva della identità europea
Ed è parte di un dilemma e di una disputa che largamente aperta davanti a noi
E naturalmente affrontiamo questo tema molte volte
Lo fa l'onorevole D'Alema e lo faccio anch'io nella chiave più semplice per noi
Di dare addosso a tutte quelle correnti di euroscetticismo diffuso e qua e là
Che guardano con titubanza e qualche volta con aperta ostilità ad un processo di maggiore integrazione europea
Questo è sicuramente un aspetto
Del problema
Però ce n'è un altro e l'altro problema si chiama
Come posso dire volendo dare un nome Hu Jintao io mi sono
Segnato i dati
Della crescita in Europa nella Cina e negli Stati Uniti secondo le indicazioni di una fonte non sospetta che Eurostat Eurostat ci dice che nel due mila l'Europa cresceva altre punto sei
Gli Stati Uniti poco più al tre punto sette che la Cina all'otto punto tre
E proiettando questi dati arrivando al due mila e tre
L'Europa si è trovata a crescere per lo zero e nove
Gli Stati Uniti per il tre per cento quindi la Cina per il nove punto uno
Noi avevamo un tasso di crescita che era poco meno della metà di quello della Cina
E ci troveremmo
Lascio da parte delle proiezioni quelle relative a quest'anno tanto più quelle relative la metà del secolo
Ma ci troviamo già oggi già per i dati che abbiamo accumulato lo scorso anno ad avere un tasso di crescita che
Quasi un decimo
Di quello della Cina
Allora è evidente che
L'Europa così come
Se resta uguale a se stessa
E se resta aggrappata un'idea un po'pigra un po'conservatrice disse
Non ha una grande prospettiva non ha un grande respiro
Lo dico essendo come dire molto lontano da qualunque pensiero euroscettici euroscettico ma
Penso che l'euro conservazione possa essere altrettanto
Pericolosa
E penso che dentro questa nuova Europa che affronta
Come si dice con un pizzico di retorica il nuovo millennio
Sia fondamentale anche una disputa che c'è tra chi immagina di lasciare le cose come sono
E chi sempre di più il bisogno di cambiare alcune cose
E in questo contesto io credo che
Uno degli argomenti che suscitato un po'di controversie anche in questi ultimi giorni è quello del Patto di stabilità sia un argomento che invece merita di essere affrontato e merita di essere affrontato da un punto di vista europeo non da un punto di vista
Di difesa e di promozione del nostro interesse nazionale
Perché vedete c'è una contraddizione alla quale noi non sfuggiamo
Noi siamo quella parte del mondo
Che vide meglio dove la dolcezza di vita è maggiore
E siamo quella parte del mondo noi proprio noi
Che non produce
Innovazione ricerca è un numero congruo di brevetti e un numero congruo di premi Nobel scegliete voi il parametro che di convince di più ma quale che sia il parametro che scegliamo
Registriamo in ogni passaggio
Una difficoltà un ritardo un rallentamento dell'Europa e dunque anche il rischio di un declino rispetto ad altre aree del mondo che camminano devo dire avendo anche qualche fortuna è qualche vantaggio qualche volta come dire disattendendo
L'invito che l'onorevole D'Alema rivolgeva a tutelare gli interessi dei lavoratori sono tante parti del mondo dove questi interessi
Sono un po'
Trattati a modi carne da cannone
E però questa è la globalizzazione non con questo mondo dobbiamo fare i conti allora io credo che nel percorso che abbiamo davanti a noi sono fondamentali
Tre condizioni
La prima è quella di
Puntare di più sulla crescita
Il patto si chiama di stabilità e di crescita
Credo che sia stato fondamentale in questi anni temere
Fermo l'impegno della stabilità per il nostro Paese e questo ha avuto un significato particolare io credo abbia rappresentato anche un vantaggio particolare ma oggi l'accento batte sulla crescita
E se noi non riusciamo a spostare questo accento dalla stabilità la crescita quali che siano gli interessi nazionali che sono in campo io non entro nel merito
Della disputa che sia Cesa se l'Italia possa trarre un vantaggio non lo pongo dal punto di vista italiano lo pongo dal punto di vista europeo è fondamentale per l'Europa un orientamento delle sue politiche volte alla crescita volte all'innovazione
Volte alla consapevolezza che così come siamo lontano rischiamo di non andare
Secondo
è evidente
Che questa Europa è chiamata a farsi un esame di coscienza
E tanto più se noi immaginiamo che l'Europa in prospettiva possa diventare qualcosa di più di quello che in termini di unione di integrazione di forza delle istituzioni comunitarie
E non sfuggiamo a questo dilemma della nostra identità
Di quelle che sono le nostre ragioni le nostre radici pongono questo argomento lo affronta come può e come sa e io non lo voglio rivestire di significati confessionali che non appartengono alla mia visione politica ma credo che l'Europa deve approfondire l'interrogativo su quello che su quello che la tiene assieme i su quella che è la sua fondamentale identità diversamente difficile
Affrontare un mondo in cui appunto ognuno ha trovato
Questa
Elaborando risposte a questo fondamentale dilemma e non invece continuiamo a riproporre la domanda con qualche difficoltà a individuare invece la risposta
E il terzo passaggio che abbiamo di fronte è una riunificazione delle nostre scelte geopolitiche
Noi ci siamo divisi
Credo che ognuno di noi si è diviso dentro di sé al bivio delle scelte che dopo l'undici settembre via via che la politica incalzava sotto l'iniziativa americana e l'Iraq e quant'altro
La divisione più profonda è quella che ha attraversato il mondo europeo
Oggi questo scenario comincia a cambiare
In evoluzione continua
Noi dobbiamo scommettere sul fatto che l'Europa ridiedi prossimi appuntamenti essendo capace di elaborare una e una sola politica
Certo forse ci avrebbe aiutato di più
Una sorta di autodisciplina che nel Trattato costituzionale prevedesse
Di abbattere il muro
Degli argomenti sui quali si decide all'unanimità dove basta alla conta
Comune però non siamo arrivati a tanto e le resistenze sono state molte variopinte colorate da più parti di diverse nazioni e di diverse culture politiche
E tuttavia è sempre pericoloso affidare
Queste risposte soltanto ai meccanismi istituzionali questa risposta hanno bisogno anche di comportamenti politici
E quindi c'è bisogno che tutte le leadership dei Paesi europei riescano ad immaginare facendo un qualche sforzo riescano ad immaginare di arrivare ai prossimi appuntamenti con una posizione comune
Questi sono i tre ostacoli che abbiamo di fronte e queste sono le tre difficoltà che io vedo
Probabilmente sono anche l'occasione
Per crescere
E penso anch'io mettendomi nell'ottica appunto del Vecchio dirigente cinese che si chiede oggi se non è un po'presto per giudicare la rivoluzione francese
Penso anch'io che se ci mettiamo da questo punto di vista possiamo confidare
Che questo piccolo miracolo che è riuscito dopo la guerra di costruire luogo di pace e di collaborazione sulle macerie del più grande conflitto del mondo
Possa essere di insegnamento e possa essere
Come dire l'occasione
A partire dalla quale non soltanto noi ma tutto il mondo fa un passo nella direzione di una convivenza difficile eppure ovvio necessaria
Sì credo che
Tra Marco Follini abbia posto le questioni sulle quali appunto opportunamente
Ed è giusto che ci dividiamo se no raggiungimento ma non si capisce pure pure essendo noi certamente
Rappresentando punti di vista che in un bipolarismo così
Agonistico come quello italiano in realtà su alcune grandi scelte di fondo
Sono meno distanti tra di loro rispetto alla media delle distanze diciamo tra i due schieramenti
Per ragioni di storia di cultura politica però
Io credo che
Che lui abbia toccato
Due questioni sensibili su cui
Si misura una differenza
Non solo una differenza di nel nella qualità delle risposte
Ma anche secondo me nella quando tutto quanta Europa c'è dentro le disposte di ciascun in questo senso io non sono del tutto d'accordo con l'articolo di Panebianco
E affronto la prima questione le due questioni sono nelle due grandi sfide cioè la crescita
Cioè come restituire slancio
Come restituire slancio alla nostra società nostra economica
Noi siamo una parte del mondo ricca
Mediamente ricca
Dove c'è una buona qualità della vita alto livello dei consumi
Ma le nostre società appaiono Società astanti
Invecchiare
Prive di slancio competitivo
Il grande problema di come l'Europa riesce a tenere insieme esce i caratteri propri della nostra civiltà la nostra noi non signori siamo un Occidente diverso dagli Stati Uniti d'America
Abbiamo dei punti in comune certamente ma ci sono delle differenze
Da noi i l'equilibrio tra libertà individuale mercato che socialità
E un equilibrio diverso rispetto a quello americano
Esiste una civiltà europea adesso non voglio entrare nel merito degli diciamo in un libro in un volume provocatorio ma intelligente Rifkin
Contrapposto questo modello europeo diciamo dal punto di vista della qualità della vita
A quello americano in termini vincenti ma non lo vedo in termini di sfida però noi siamo una società diverso abbiamo dei punti in contatto di contatto l'America
Ma abbiamo poi un nostro modo di interpretare l'Occidente che ha le sue radici nella nostra civiltà
Che è
Diciamo sul luogo in cui si incontrano certamente mondo cristiano con i suoi valori ma anche le grandi correnti di pensiero liberale socialista che hanno
Costituito diciamo la storia europea e che sono il fondamento della nostra civiltà
Anche con i loro punti di contatto per esempio impegni nei valori della solidarietà questo che Dahrendorf chiamava la quadratura del cerchio cioè tenere insieme lo sviluppo la la libertà politica e la socialità
E la cui visione sociale
Ora e è evidente che noi dobbiamo cercare di di di fare in modo che in questo mix europeo ci ci sia maggiore dinamismo capacità di crescere
L'Europa ha affrontato questo tema negli ultimi anni questa è stato un grande tema al centro del dibattito Europa anche indicato una sua risposta
Che N le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona
Che rimane secondo me è la piattaforma più coraggiosa del riformismo europeo
Cioè di
Neurologa che accetta la sfida di un'economia fondata sulla conoscenza
E che quindi senza rinnegare la sua tradizione di coesione sociale rio rientra il suo UE nel far verso la formazione verso la creazione di nuove opportunità
Is Born è indicava questa prospettiva investire sull'innovazione sulla formazione e sulla creazione di lavoro qualificato
E l'Europa non non ha saputo marciare in quella direzione con la determinazione con la forza che erano necessari
Io credo anche per la debolezza
Della sua integrazione politica
Di fronte alla sfida della crescita ci sono due risposte diverso il provino
Due tre certamente da una parte c'è anche l'ortodossia monetarista di chi concepisce il patto di stabilità soltanto come vigilanza sulla stabilità monetaria e io non sono tra questi
Ma ci sono due modi diversi di interpretare la necessaria flessibilità l'Europa in effetti non ha la necessaria flessibilità eppure istituzionale voi sapete che il compito istituzionale della Federal Reserve americana
E di garantire stabilità della moneta e crescita economica
La Banca centrale europea che è un'istituzione forte nel quadro di istituzioni meno forti dell'Europa invece non ha il compito di favorire la crescita
Ma solo quello di garantire la stabilità monetaria
Quindi noi abbiamo un patto di stabilità e di crescita ma la più forte istituzione europea
Che la banca centrale non come suo fine istituzionale la crescita ma solo la stabilità
Anche per ragioni istituzionali l'Europa appare disarmata di fronte alla manovra americana spregiudicata
Pilotare la caduta del dollaro nel rapporto con l'Euro per aumentare la competitività dell'industria
L'industria americana
Alla faccia di tutte le solidarietà occidentale dice
Dice
Che vengono richieste quando si tratta di mandare i soldati dove decidono loro ma quando poi si tratta di difendere gli interessi americani
Io credo pendente ci sono due modi diversi di affrontare questa questione l'unico rozzamente fatta per intenderci sì sì ci può essere la ricetta di chi dice va bene si restituisca flessibilità ai bilanci nazionali
In fondo se la Germania vuole investire di più se l'Italia vuole ridurre le tasse insomma non può essere questa storia del Patto di stabilità che ci impedisce di riprendere una una possibilità di usare i bilanci nazionali allo scopo di rilanciare l'economia è una vecchia ricetta
Si potrebbe sono forme diverse di keynesismo
Una sorta di deficit spending Presidente del Consiglio ha sostenuto che se la teoria che il del sistemi si può fare anche per ridurre le tasse e ridurre le tasse in deficit
Sulla base di un della convinzione che questo possa alimentare lo sviluppo diciamo
I fatti hanno smentito questa visione ottimistica la famosa curva di l'affaire non non sempre funziona spesso non funziona cioè l'idea che si riducono le tasse i ceti medi quindi riparte l'economia è una scommessa
E come puntare alla roulette dei soldi che non si hanno diciamo può andare bene nel senso ma può anche andare malissimo ecco
Non c'è certezza di una politica di questo tipo tanto più che appunto questa Europa voi non è che ha il problema come giustamente dice Follini
Follini dice siamo ricchi dobbiamo investire sulla ricerca sull'innovazione
Ma se siamo ricchi e dobbiamo investire sulla ricerca e sull'innovazione ridurre le tasse a chi guadagna trecento mila euro all'anno
Aiuta la ricerca o fa diventare ancora più ricco chi già il ricco e questo avrà effetti
Onorevole riunite
è ragionevole dubitare è ragionevole dubitare gli affetti li vedrei ma è ragionevole dubitare
C'è un altro modo di a di di affrontare il tema cruciale di una interpretazione flessibile del Patto di stabilità ed è quello di dire noi
Noi abbiamo bisogno di grandi programmi europee
Nel campo dell'innovazione della cooperazione industriale della ricerca scientifica della formazione
E decidiamo a livello europeo di finanziare questi grandi programmi di investimento come è ragionevole fare perché gli investimenti sono Investimenti io non dovrebbero essere contati tra i debiti e decidiamo a livello europeo di finanziare questi grandi programmi di investimento
Andando oltre
I parametri di Maastricht
Cioè in fondo il tema della flessibilità del Patto di stabilità
Proprio per garantire la crescita
Può essere affrontato o nel senso di una rinazionalizzazione delle politiche economiche e cioè allentiamo i vincoli e lasciamo che ognuno possa fare quello che vuole poi ci saranno paesi che ridurranno le tasse Paesi che aumenteranno l'investimento che lo farà quello che crede
Allentiamo i vincoli interpretiamo in modo più flessibile e lasciamo più libertà ai governi nazionali
Oppure ci può essere una risposta opposta che quello di dire
Concordiamo una politica europea per l'innovazione per la ricerca
Decidiamo insieme di destinare a grandi programmi di innovazione e di sviluppo una quota del PIL europeo voi capite che questo questa seconda soluzione
Anche un impatto anticongiunturale
Di ben altro peso
Si sostiene che la crescita americana degli anni di Clinton abbia avuto come premessa alla riduzione delle tasse del periodo di Reagan ma gli economisti non dicono
Dicono che la grande premessa di quella cresceva sono stati gli enormi investimenti pubblici
Compiuti dagli Stati Uniti nel campo delle nuove tecnologie militari
Una forma anche questa di keynesismo diciamo ma investimenti estremamente avanzati che hanno avuto poi una ricca vi ricordate scudo stellare che ha avuto un enorme ricaduta sul
Industria civile hanno fatto fare un salto tecnologico agli Stati Uniti d'America
Accrescendone la competitività e creando le condizioni di un periodo straordinario di crescita senza inflazione perché crescita dovuta a un aumento continuo dalla produttività perché trainata dall'innovazione tecnologica
Io penso che l'Europa dovrebbe fare una grande operazione di investimento sulle nuove tecnologie
Penso che una scelta di questo tipo
E difficilmente compatibili con una rinazionalizzazione delle politiche economiche
Richiede grandi risorse richiede una concertazione europea nell'uso di queste risorse
Penso che invece illudersi che la crescita europea avverrà
Attraverso un puro e semplice rilancio dei consumi interni poi di quali consumi non c'è una caduta dei consumi di lusso in Europa
C'è in alcuni strati sociali e una caduta dei consumi prima
Allora anche da questo punto di vista un'operazione fiscale che incidesse sui consumi dovrebbe essere totalmente mirata a sostegno delle famiglie dei redditi più bassi
A cominciare mi si consenta dei redditi più bassi che sono di quelli che non pagano le tasse e quindi non hanno alcun beneficio dalla riduzione delle tasse ma non perché sia una fortuna c'è chi pensa che le tasse sono un male e chi non le paga e fortunato ma non è vero
Le tasse sono uno strumento essenziale convivenza e chi non le paga se è onesto non le paga perché guadagna meno di quindici mila euro all'anno e quindi è sfortunato conforto
Quindi una politica di riequilibrio dovrebbe innanzitutto guardare agli incapienti e non la si fa riducendo l'età ora io dico questo non non solo perché questo è un grande tema del futuro del Paese ecco la voglia di litigare diciamo propongo delle opinioni ecco ma perché ripeto passa anch'che attraverso quale ruolo si affida all'Europa
Quale ruolo si affida all'EUR
Una politica che pensa che la crescita sostanzialmente la si ottenga restituendo margini di redistribuzione perché di questo si tratta
Si può aprire redistribuire i tanti mo'ha margini di redistribuzione ai governi nazionali a mio giudizio è una politica che non ci darà cresce
E che rischia di riso spingerci verso
Quella dissesto della finanza pubblica che ha avuto come effetto in Europa è stata una delle ragioni che hanno portato ad un arresto della crescita europea
Attraverso l'aumento del costo del denaro attraverso la lo spostamento di enormi risorse anche private a finanziamento del debito pubblico anziché al finanziamento degli investimenti
Noi rischiamo di riaprire questa spirale dalla quale l'Italia è uscita in parte negli anni novanta ma siamo col cento sei per cento di debito sul PIL diciamo sempre sull'orlo di un baratro
Dall'altra parte invece ci può essere un modo di affrontare la sfida della crescita che è quello di rafforzare gli strumenti del coordinamento di una politica europea e di puntare sull'innovazione
Come chiave di volta del rilancio della nostra competitività vedete un po'nello stesso senso va una discussione
Sulla sulla politica internazionale
Insomma
è evidente
Che non può essere una regola istituzionale a costruire l'unità dell'Europa se i grandi paesi europei non sono d'accordo tra di loro una volta Solana mi disse sai fare il portavoce come io l'ho criticato
Conosciamo da tanti anni diciamo sai fare il portavoce di politica estera dette la politica estera dell'Europa in una sito quando non sono d'accordo la Francia la Germania la Gran Bretagna si fatevi portare porti la crociera che porti la voce nel senso è una situazione nella quale certamente difficile costruire una posizione europea
Questo è chiaro io penso che
E dell'Italia non è un grandissimo paese
è un paese però importa e soprattutto quando la Gran Bretagna da una parte la Francia e la Germania l'altra parte non sono d'accordo tra di loro l'Italia diventa importantissimo può diventare importanti
Che è un paese che può giocare il suo ruolo di paese
Coesivo di paese che di frontiera di paese che lavora per ricostruire una posizione comune dell'Europa secondo me in Italia non ha giocato questo questo ruolo sempre negli anni che abbiamo alle spalle venuto meno ad una sua funzione tradizionale Mione è un rimprovero a Follini perché lui erede invece di una cultura politica che ha saputo svolgere molto bene questa funzione anche nei momenti più difficili delle crisi internazionali
Di essere un grande paese di di equilibrio di di di coesione
Però ecco parliamoci chiaro insomma l'Europa oggi e la la crisi la crisi che investe i rapporti con il mondo islamico tocca i nostri interessi vita
è chiaro che gli Stati Uniti sono una potenza globale diciamo fra noi lo dico mutamento siamo critici insomma ecco
Il mondo islamico è la seconda comunità religiosa dell'Europa
Non voglio pensare a che cosa accadrà domani se entrerà la Turchia se il più grande Paese dell'Unione europea diventerà un Paese sul ma
E sto e l'Europa non è riuscita a giocare nessun ruolo in questa drammatica crisi
Sostanzialmente nessuno può per cercare di gli allori contrapporsi agli Stati Uniti che sarebbe velleitario diciamo ma insomma l'Europa ha saputo giocare le sue carte migliori quando ha saputo temperare condizionare la politica americana condizione in un rapporto di collaborazione ma di collaborazione e di condizionamento
Noi abbiamo il vissuto io parlo di ne abbiamo vissuto la la crisi dei Balcani dato una crisi drammatica non è che ne siamo usciti da sicuramente diciamo si è si è conclusa quella guerra civile balcanica che ha seminato più di trecento mila morti a pochi chilometri da qui
Una lunga tragedia di cui l'Europa porta una parte di responsabilità perché l'Europa ha assistito inerti
All'esplodere di queste tragedie addirittura ha fatto hard riprodotto una politica di potenza di di inizio Novecento cioè con qualcuno che ha strizzato l'occhio la Croazia qualcuno che ha incoraggiato la Serbia una politica irresponsabile poi a un certo punto è scoppiata la tragedia
Gli americani sono arrivati hanno detto bisogna agire bisogna intervenire
Io penso che avessero ragione io penso io
Penso che avessero ragione
E che la comunità internazionale non poteva assistere quella traccia però
Pensavano di occupare del GRA resti di ghiaccio nordamericani pensavano che a quel punto ci dovesse essere una soluzione militare
Che a mio giudizio avrebbe avuto conseguenze disastrose altro che del tipo di quelle che oggi abbiamo in Iraq
Full è un'opera di interveniamo ma combiniamo la politica e la forza
Esercitiamo un'azione militare ma non per occupare la serva per indurre serve ritirarsi dal Kosovo per aprire un processo politico
Teniamo insieme dice la la politica e la forza e l'Europa in qualche modo gli americani spinsero l'Europa muoversi
E l'Europa riuscì però a condizionare l'iniziativa complessiva
Nel senso di di temere insieme la politica la forza del diritto internazionale
Alla fine il risultato della gestione di quella vicenda è stato meno di stizza sto otto di quello di una situazione in cui ci troviamo oggi anche perché in questo caso invece l'Europa non ha condizionato nu si è divisa tra chi si è tirato fuori chi si accoda
Io penso che questo è un punto essenziale
Sono in gioco i nostri interessi vita
E
Se noi non riusciamo a condiziona la politica americana nel Mediterraneo nel rapporto con il mondo arabo noi rischiamo una compromissione di nostri interessi dita
E penso che ripeto
Tenere insieme l'Europa da questo punto di vista è un'opera politica complessa
Che però Alitalia potrebbe spettare un compito importante che penso che l'Italia in questi anni questo questo compito non lo ha svolto non lo ha svolto all'altezza non delle idee della sinistra ma della sua migliore tradizione politiche diploma
Siamo ripasso la parola al vicepresidente Follini soltanto una questione volevo aggiungere visto che abbiamo cercato anche se qualche intervento è stato abbastanza lungo
Beh puntualizzare un elemento nessuno onorevole D'Alema pensa che i passi avanti non siano stati fatti
Nessuno pensa che i passi avanti non siano migliori del non fare alcun passo
C'è un'idea diffusa almeno in alcune categorie intellettuale economisti scienziati politici poi qualcuno come altri scrivono non sarà d'accordo che si poteva fare molto di più che la classe politica non ha avuto coraggio che la classe politica non è stata all'altezza in Europa questa volta della classe politica del cinquantasei questa è la tanto più in un momento in cui noi siamo come su quel famoso limite del baratro ahimè un limite in cui tutto una serie di strumenti agli Stati nazionali sono venuti meno
Alcuni strumenti opportunistici in cui eravamo dei ma abbiamo la leva del cambio
L'intervento di politica economica per il salvataggio delle aziende e che in taluni casi anche il giusto fare non si capisce non si capiva e non si capisce tuttora bisogna essere pragmatici non ideologico ideologie su questo per quale motivo bisogna mandare al macero intere non un'impresa Mauri intera industria per motivi congiunturali
Quando forse con un semplice aiuto potrebbe recuperare rientrare nel nella come economico con piena capacità questa è stato sempre un problema che c'ha poi attanagliato anche più gli economisti forse volta che politici tra queste due leve sono venute meno
Perché l'Europa impone una serie di comportamenti questa è la parte meno diciamo in negativo non perché negativa può essere che positivo qualitativamente ma in negativo nel senso che non impone tanto dei comportamenti e quanto ne impedisce altri ora nel momento in cui vengono meno queste leve e a queste terre non si sostituisce una politica economica mentre gli USA intervengono mentre la Cina lei lo ricorda la prima le arriva e in due giorni fa un accordo che migliore di quello che l'Europa non non è riuscito a fare dopo averci faticato sopra otto nove anni ecco questa è un indicatore che i tempi in economia come in politica conta e i tempi urgono perché adesso che noi ci troviamo all'interno di una ristrutturazione complessiva anche del potere economico mondiale ecco perché non voglio essere pessimista figura mi sono una cubista convinto ma forse poteva essere fatto di più e meglio e se il livello politico non sarà conquistato in tempi brevi c'è il rischio di un ritorno all'indietro perché sarà anche facile presso le opinioni pubbliche a chi vorrà agitare questo spettro sottolineare che in fondo e l'Europa che ci pone dei limiti se non fossimo liberi perché poi l'elemento controfattuale non si dimostra cosa succederebbe anche Annibaliano al pezzo per la benzina quello appunto prima ricordava se non ci fosse l'Europa non possono ricordiamo i tempi dell'uscita dal serpente europeo ma probabilmente quell'opinione pubblica a cui talvolta il nostro presidente del Consiglio fa riferimento queste cose probabilmente non se ne può ricordare così evidentemente vede dell'Euro e dell'Europa a volte più l'aspetto negativo che l'aspetto positivo quindi c'è bisogno di un rilancio forte e questo l'università falso fa il suo può abbiamo grandi rapporti con il mondo universitario abbiamo superato grandi barriere
Questo è un poema di politici e poi di chi ci governa e dei politici genera
Prego ma dunque
Cominciò dalle cose su cui sono d'accordo che sono le più semplici naturalmente l'elogio dell'onorevole D'Alema ha fatto dell'Europa democristiana lo condivido pienamente
No questa è la parte che condivida o meno e quindi poi su questo tedesco però
Credo che
Il passaggio che simbolicamente viene descritto come il tragitto che va da Maastricht a Lisbona
Portuale Europa appunto tutta interrogarsi sulla competitività su come recuperare uno slancio si è andato
Via via affievolendo
E credo che questo è un tema che noi dobbiamo opporre
Provavo dirlo prima comunque ma europeo cioè se ognuno di noi lo affronta nell'ottica
Degli interessi dei vantaggi delle conseguenze nazionali non si va lontano
Questo è un tema che riguarda prima di tutto l'Europa tutta assieme
E quindi è un tema di aggiornamento di rivisitazione di cambiamento usate le parole
Che vi vengono meglio delle regole europee
Nessuno ha mai posto la questione di violare quelle regole o meglio qualcheduno cioè
Nessuno di noi
E la posizione del governo italiano è una posizione che sta tutta dentro il perimetro di quelle regole di quei parametri allora un conto è dire
Da europei ci poniamo il problema di come
Cambiare queste regole
E altro conto a immaginare di fare eccezione a quelle regole
Io credo che sul primo crinale ci sta la gran parte oggi della politica europea
Ed è la politica italiana
Sul secondo canale non ci sta nessuno di noi non vorrei che l'onorevole D'Alema avesse visto come dire sfilare un fantasma perché quel fantasma non c'è
E in una congiuntura economica difficoltosa e nella quale l'appello al deficit spending
Alla forzatura dei parametri può essere anche la via di fuga più semplice per chi governa ci siamo tenuti rigorosamente
Dentro quei confini sapendo che quei confini sono dal punto di vista delle priorità politiche e progettuali del governo italiano confini invalicabili
Salvo il fatto che si immagini di disegnare altri confini e questo tema cioè
Vorrei ricordare non polemicamente che questo tema l'opposto anche Prodi
è stato lui a definire il patto in maniera come dire la più quasi sarcastica quando ti sei fatto di stabilità è stupido
Voleva dire che era un patto non flessibile quindi reagiva per automatismi
Questi automatismi rappresentavano e rappresentano qualche volta un vincolo è un freno
Alla capacità di crescita dell'economia europea
E quindi ripeto un conto è
Immaginare di ridisegnare i confini altro conto
Illudersi di potersi avventurare fuori dai confini in solitudine
Il primo è un argomento che c'è
Per gli Europei il secondo è un argomento che non c'è nessuna delle forze
Che come dire danno impronta europeista
Al governo e alla politica del nostro Paese
La riduzione delle tasse la riforma fiscale
Ha subito
Un aggiustamento evidentemente rispetto alla
Programma di governo
Sta anche essa tutta dentro quei vincoli non è finanziata con
Deficit ulteriore questa è la scommessa
Che abbiamo fatto poi debbo dire che io sono colpito dal fatto che
Il centro sinistra ha reagito
In un modo un po'peculiare a questa
Iniziativa vede
Prima se ha detto no no
La riforma fiscale una disse una pezza non la faranno mai
E può invece
Il giorno dopo è scattata la sindrome del più uno
E per cui c'è stato una straordinaria fioritura che di cui leggiamo quasi tutti i giorni sui giornali di grande fantasia
Gli economisti e dirigenti politici del centrosinistra i quali hanno detto no ma non basta non avremmo fatto di più pensavamo che si potesse fare questo quest'altro insomma dopo avere fatto rigorosamente il conto dei Cappuccini che venivano risparmiati dai contribuenti italiani
Si è arrivati a dire ma forse potevamo anche offrire le brioche
Io credo che sia giusto collocare qualunque Progetto di riduzione della pressione fiscale dentro
I parametri
Credo che questo vincolo lo dobbiamo accettare serenamente
Credo che dobbiamo porci
Insisto da europei prima ancora che da italiani
La questione se questi vincoli tutti insieme non disegni in una condizione un po'di di di forzatura e di costrizione Rispetto allo slancio che l'economia europea negli ultimi anni ha perduto
E se lo spostamento dell'accento verso la competitività e l'innovazione non richieda un aggiornamento di quelle regole ma insisto nessuno pensa di fare eccezione
Seconda questione
è evidente che tra noi e gli Stati Uniti esistono una grande quantità di differenza
Io sono tra quanti fanno fatica ad interpretare come spesso un po'per pigrizia capita di fare in casa nostra la politica americana indossando occhiali italiani
Non penso che Bush sia il campione dalla Casa delle Libertà hanno un peso che Kerry sia il rappresentante dell'Ulivo mondiale insomma penso che in questo occorre
Pagare dazi da tenere conto che ogni Paese ha la sua storia la sua tradizione
Ogni albero è cresciuto a partire dalle proprie radici e sicuramente c'è tra noi e gli Stati Uniti una grande quantità di differenza
E queste differenze restano
Non penso che
Neppure il più ardito sforzo di fantasia
Lasci immaginare
Che queste differenze possano venire meno
E però
Penso anche che a partire da un'alleanza strategica
Occorre evitare non soltanto di accentuare le differenze che esistono ma anche di interpretarle in una chiave come dire un po'moraleggiante
Perché questa idea noi siamo nel giusto loro sono sbagliati e viceversa
E gli uni sono nuovi e gli altri sono vecchi quello viene da Venere quell'altro viene da Marte cioè questa attitudine che c'è stata
A scavare un solco sempre più profondo tra paesi che sono destinati ad affrontare assieme per quanto è possibile per quanto è doveroso i grandi appuntamenti della politica mondiale
Questa tentazione credo che vada un po'frenata allora noi dobbiamo avere la capacità di tenere insieme la coltivazione Dinoi
Della nostra identità e anche di quello che ci fa diversi dagli americani
Con la consapevolezza che senza come dire avventurarci nella mitologia dell'Occidente
Ma noi e loro siamo assieme di fronte a uno scenario mondiale e di fronte a una quantità di insidie di pericoli alcuni dei quali sono assolutamente imprevisti inediti
Noi tendiamo a recuperare le categorie del passato e affrontiamo il terrorismo come se fosse il comunismo di una volta ma è tutto diverso
E nella differenza sta anche probabilmente la nostra difficoltà che siamo cresciuti dentro un mondo che non è più quello
E dobbiamo immaginare delle risposte di cui nessuno di noi possiede il know how
Questo però
Impone secondo me di tenere alcuni punti fermi allora l'Europa non sarà la copia degli Stati Uniti
E il processo di integrazione europea camminerà diversamente
E
Le differenze
Come dire nell'anima politica nostra e loro restano tutte quante
E però credo che noi dobbiamo adoperarci per un Atlantico che sia per quanto è possibile più stretto non più largo
E credo che
A partire da questa consapevolezza intorno a questo presupposto dobbiamo cercare di ricucire l'unità europea
Io non condivido il giudizio che ha dato prima l'onorevole D'Alema secondo cui noi non ci siamo adoperati
Io credo che tentativo sia stato quello di tenere insieme quanto più possibile le posizioni europee in un passaggio che era obiettivamente difficile a prescindere da noi e dal ruolo che potranno esercitare
E tuttavia questo è l'obiettivo che abbiamo oggi di fronte a noi
Se c'è una difficoltà questa difficoltà fa parte torno a dirlo di uno scenario che nessuno di noi aveva potuto neppure lontanamente immaginare e però quello scenario noi lo dobbiamo attraversare a partire da un certo grado di come dire ricomposizione
Delle diverse anime dell'Occidente
Terza e ultima questione
Io mi rendo conto che la Cina viaggia come dire una maggiore velocità
Invito a considerare che anche meccanismi come dire di decisione politica che sono un po'più approssimativi dei nostri prende la nostra scommessa la nostra difficoltà sta qua
Acquaioli cerchiamo di mettere insieme il massimo di efficienza dentro la competizione
Del mondo globalizzato con il massimo di democrazia di consenso di partecipazione perché questa è la nostra natura
E tuttavia chiunque abbia un briciolo di esperienza politica sa quanto questo percorso possa essere faticoso quanto questa quadratura del cerchio riesca sempre in modo imperfetto soprattutto a partire da chi come noi ritiene che
Sì quadra il cerchio cercando ragionevoli compromessi ma il compromesso parte dal presupposto che istituzioni diritti e libertà sono fondamentali e non possono essere sacrificate sull'altare della competizione perché qui sta come dire
La radice anche un po'di qualche guaio che ci può capitare tuttavia quei guai sono anche la ragione fondamentale della nostra forza della nostra esistenza come comunità politica e quindi ce li teniamo carie stretti e non vorremmo rinunciarci mai
L'Europa inventato il concetto di nazione
Anche perché la storia del mondo può darsi che non la interpretiamo in modo un po'troppo eurocentrico ma
Sembra difficile interpretarla in modo troppo diverso oggi è di fronte alla necessità di ragionare sul progressivo superamento
Dell'idea di nazione così come
La inventata coltivata e proposta al resto del mondo non abbiamo ancorato ad un principio quello di sussidiarietà
Il destino d'Europa
E nella sussidiarietà c'è probabilmente un'idea del potere un'idea come dire
Del limite che si pone al potere
E del fatto che il potere lo si esercita fin dove serve quando serve quando è utile
Quando si può non esercitarlo e trasmetterlo tutto questo è un arricchimento dalla nostra comunità
Questo principio è un principio tipicamente europeo si accentra e si decide insieme laddove c'è un vantaggio e si decentra tutte le volte che è possibile voi capite che se questo principio non voi lo adottiamo come divisa politica cambiano molte cose ma cambia fondamentalmente il rapporto tra le istituzioni i cittadini
E quindi cambia qualche cosa di più che non una costruzione o geopolitica cambia un modo di intendere la vita pubblica
Io mi fermo qua
Su questo punto credo
Come dire lo dico senza
Polemica non
Vorrei come dire
Chiedo perdono per l'eccesso di patriottismo ma è significativo che i momenti salienti della vita politica europea
Siano quelli nei quali la cultura politica democristiana
è stata la guida
E i momenti nei quali invece in Europa sono risorse di lo ismi nazionali umbre fantasmi e demoni un po'più nazionalisti siano i momenti nei quali questa cultura rimasta più in ombra
Poi naturalmente chi Dinoi collabori
Rafforzare questa cultura è materia di dibattito politico su questo io qui mi fermo
Prendo la parola di nuovo io per trarre alcune
Brevissime conclusioni intensi tutto ringrazio i nostri ospiti che hanno una scaletta dei tempi adeguati a ai loro impegni istituzionali e che quindi sono riusciti a ricavare incasso nuovamente
Il tempo necessario per questa a excursus su sul quadro di Europa che abbiamo davanti io ho ascoltato con molte vicinanze ho veduto molti modi di vedere che tra rimpianti per una visione d'Europa che forse non c'era e speranze e percorsi per un'Europa che possa tornare a giocare un ruolo fondamentale non scacchiere mondiale un particolare di segnale di ottimismo in piace cogliere nel richiamo che è stato fatto da entrambi ha un impegno a usare quelli margine di flessibilità
Che dai pazzi vengano soprattutto in direzione di quegli obiettivi che sono stati richiamati che sono gli obiettivi di Lisbona agli obiettivi di Lisbona sono interessanti per la crescita complessiva
Del della della nazione europea
Perché si parla di quegli strumenti fondamentali come motori lo sviluppo di innovazione di ricerca di formazione ed è chiaro che a sentire questo da rappresentanti
Proprio sul tema che è caro e che sono i temi che formano la base stessa storica dall'ammissione d'Europa no università europea nasce proprio su questi presupposti la la università europea che come tradizione unisce tutti i Paesi col
E fondata proprio sulle innovazioni sulla ricerca la produzione del nuovo sapere che sono il presupposto per la formazione e per lo sviluppo interno dalla società
Ecco ci piacerebbe poter a venire
L'acqua anche da questo dibattito dal quale abbiamo ricavato che sia l'opposizione che la maggioranza del nostro Paese almeno a mente questa priorità delle qualche parola di speranza per un versante quello accademico e della ricerca in generale che negli ultimi anni malgrado molte parole avuto pochi fatti
Per speriamo di essere partendo da questa consapevolezza dichiarata alla vigilia di qualche cambiamento che permetta di rimettere in moto non solo le accademie ma il Paese nel suo complesso grazie ora