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Continua l'iniziativa a favore di Adriano Sofri, uno sciopero della fame a staffetta messo in atto da personaggi diversi, del mondo della politica ma anche della cultura e del giornalismo, che si sono ritrovati a Roma alla manifestazione 'Libri in Campo'Roma, 3 luglio 2002 - La rassegna di santa Maria in Trastevere diventa l'occasione non solo per parlare del libro di Mattia Feltri, «Il prigioniero», che racconta la detenzione di Adriano Sofri, le ore passate a leggere e scrivere, le storie e i resoconti dei suoi viaggi compiuti in luoghi come Sarajevo e Groznj.
La serata è stata anche un … momento di riflessione sul problema carcere.La volpe e 'Giacomino'Mattia Feltri si è rammaricato del fatto che la battaglia fatta insieme a Giuliano Ferrara dalla pagine del 'Foglio' per la liberazione dell'ex leader di 'Lotta Continua' non abbia sortito effetti.
Inoltre sul problema del carcere ha ricordato un suo episodio da bambino quando "sono stato portato allo zoo" - ha detto - "e c'era questa volpe rinchiusa in gabbia che correva impazzita, allora mi sono detto che l'unico modo per evitare che succedessero cose del genere e far chiudere luoghi simili era non andarci più"."Al contrario" - ha poi precisato - "se si vuole impedire che i carcerati rimangano in tali condizioni è necessario andare, entrare nelle carceri".Fabio Fazio, conduttore Tv, seppur affermando di non aver mai conosciuto Sofri e di leggerlo, "per capire di più le cose che mi circondano", soltanto attraverso i suoi articoli sul quotidiano 'La Repubblica' e 'Il Foglio', ha detto che spesso la sua figura gli ha ricordato quella di un personaggio di una favola di Gianni Rodari."Si chiamava Giacomino" - ha detto Fazio - "ed era un bambino che diceva sempre la verità e quindi era trasparente ma proprio per questo fu ritenuto pericoloso e imprigionato.
La sua trasparenza però" - ha continuato il conduttore Tv - "era contagiosa e forte e attaccò anche le pareti del carcere tanto che a un certo punto non solo dall'esterno potevano vederlo ma anche lui poteva vedere fuori".Al 31 maggio i detenuti in Italia erano 57.122Il senatore dei Verdi Luigi Manconi ha ricordato come la vicenda Sofri riaccenda continuamente l'attenzione su quella "discarica dove seppelliamo i condannati", come ha definito il carcere, "dove mettiamo tutte le nostre paure, i rei e le nostre fobie".Manconi ha inoltre ricordato come al 31 maggio 2002 il numero di detenuti nelle prigioni italiane fosse di 57.122 persone.In merito alla accusa di essere il mandante dell'omicidio Calabresi che ancora costringe Sofri alla detenzione per condanna, si è augurato che "questa grande mobilitazione di individui provenienti dalle aree culturali più diverse del paese possa restituire dignità a Sofri ma anche a Bompressi e Pietrostefani".In carcere le arance non entranoSilvio Di Francia, consigliere comunale dei Verdi, nell'elencare tutta una serie di oggetti che Sofri ha messo nei suoi scritti come vietati in carcere, ha citato anche le arance; divieti che servirebbero ad impedire non solo gesti offensivi ma anche autolesionisti come il suicidio.A questo proposito, Ermete Realacci, presidente di Legambiente, nel sottolineare che lui ogni due settimane è ormai di casa al carcere di Pisa, ha ricordato un episodio in cui nella stanza di un medico di quel carcere ha visto appesa al muro ciò che sembrava una collezione di chiavi; "in realtà" - ha affermato - "erano gli oggetti tolti dalle pance dei detenuti, pezzi di ferro cucchiai ecc..
usati per suicidarsi, o provarci".In ultimo il presidente di Legambiente ha ricordato che Adriano Sofri sta per compiere sessant'anni.
"E io trovo insopportabile" - ha detto a proposito - "che sia ancora dentro e se perderemo questa battaglia significherà che l'Italia sarà tutta un po' più grigia".
La serata è stata anche un … momento di riflessione sul problema carcere.La volpe e 'Giacomino'Mattia Feltri si è rammaricato del fatto che la battaglia fatta insieme a Giuliano Ferrara dalla pagine del 'Foglio' per la liberazione dell'ex leader di 'Lotta Continua' non abbia sortito effetti.
Inoltre sul problema del carcere ha ricordato un suo episodio da bambino quando "sono stato portato allo zoo" - ha detto - "e c'era questa volpe rinchiusa in gabbia che correva impazzita, allora mi sono detto che l'unico modo per evitare che succedessero cose del genere e far chiudere luoghi simili era non andarci più"."Al contrario" - ha poi precisato - "se si vuole impedire che i carcerati rimangano in tali condizioni è necessario andare, entrare nelle carceri".Fabio Fazio, conduttore Tv, seppur affermando di non aver mai conosciuto Sofri e di leggerlo, "per capire di più le cose che mi circondano", soltanto attraverso i suoi articoli sul quotidiano 'La Repubblica' e 'Il Foglio', ha detto che spesso la sua figura gli ha ricordato quella di un personaggio di una favola di Gianni Rodari."Si chiamava Giacomino" - ha detto Fazio - "ed era un bambino che diceva sempre la verità e quindi era trasparente ma proprio per questo fu ritenuto pericoloso e imprigionato.
La sua trasparenza però" - ha continuato il conduttore Tv - "era contagiosa e forte e attaccò anche le pareti del carcere tanto che a un certo punto non solo dall'esterno potevano vederlo ma anche lui poteva vedere fuori".Al 31 maggio i detenuti in Italia erano 57.122Il senatore dei Verdi Luigi Manconi ha ricordato come la vicenda Sofri riaccenda continuamente l'attenzione su quella "discarica dove seppelliamo i condannati", come ha definito il carcere, "dove mettiamo tutte le nostre paure, i rei e le nostre fobie".Manconi ha inoltre ricordato come al 31 maggio 2002 il numero di detenuti nelle prigioni italiane fosse di 57.122 persone.In merito alla accusa di essere il mandante dell'omicidio Calabresi che ancora costringe Sofri alla detenzione per condanna, si è augurato che "questa grande mobilitazione di individui provenienti dalle aree culturali più diverse del paese possa restituire dignità a Sofri ma anche a Bompressi e Pietrostefani".In carcere le arance non entranoSilvio Di Francia, consigliere comunale dei Verdi, nell'elencare tutta una serie di oggetti che Sofri ha messo nei suoi scritti come vietati in carcere, ha citato anche le arance; divieti che servirebbero ad impedire non solo gesti offensivi ma anche autolesionisti come il suicidio.A questo proposito, Ermete Realacci, presidente di Legambiente, nel sottolineare che lui ogni due settimane è ormai di casa al carcere di Pisa, ha ricordato un episodio in cui nella stanza di un medico di quel carcere ha visto appesa al muro ciò che sembrava una collezione di chiavi; "in realtà" - ha affermato - "erano gli oggetti tolti dalle pance dei detenuti, pezzi di ferro cucchiai ecc..
usati per suicidarsi, o provarci".In ultimo il presidente di Legambiente ha ricordato che Adriano Sofri sta per compiere sessant'anni.
"E io trovo insopportabile" - ha detto a proposito - "che sia ancora dentro e se perderemo questa battaglia significherà che l'Italia sarà tutta un po' più grigia".
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