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Per Cofferati il 'Patto per l'Italia' è un accordo al buio, che non ha avuto nessuna approvazione dei lavoratori.
Sulle modifiche all'art.18 insiste per il referendum abrogativo e per il suo futuro promette: aiuterò gli altri ma senza entrare in politica.Orvieto, 15 luglio 2002 - Alla festa dell'Unità di Orvieto il leader della Cgil viene intervistato dal giornalista del quotidiano l'Unità Bruno Ugolini.
I temi sono quelli dell'attualità.
A cominciare dal 'Patto per l'Italia' recentemente firmato dal governo con la Cisl e la Uil.«Io non ho mai visto in un accordo sindacale» - ha detto … Cofferati - «accettare le intenzioni del governo prima che queste fossero rese esplicite.
L'accordo si è firmato venerdì» - ha spiegato - «il giorno successivo il governo ha varato gli orientamenti generali del dpef che il giorno prima erano già stati approvati, mentre le tabelle coi valori definitivi sono arrivati solo il lunedì o il martedì dopo; praticamente una specie di accordo al buio».«Tra l'altro» - ha aggiunto - «un accordo di quelle intenzioni dovrebbe essere valutato discusso e votato dai lavoratori italiani, in realtà nessuno ha pensato di venire a chiedere la vostra opinione» - ha sottolineato rivolgendosi alla platea - «come facemmo con gli accordi del '93 del '95 e del '97».Meno tasse...
per i più ricchiCofferati ha spiegato che con i precedenti governi si era stabilito di diminuire di un punto l'anno l'Irpef e poi di restituire il fiscal drag.
«Questo governo invece» - ha detto il leader della Cgil - «cancella tutti i due e usa gli stessi soldi per fare delle deduzioni, anzi se fate i conti vi accorgerete che ci ridanno meno di quanto ci è dovuto».«Le meno tasse» - ha poi aggiunto - «verranno successivamente ma solo per i più ricchi, perché in un sistema con due aliquote coloro che hanno un redditto superiore ai 150 milioni avranno grandi vantaggi e si potranno permettere la sanità privata», ha spiegato poi riferendosi alle mutue recentemente reintrodotte, «per gli altri c'è un danno propoprzionale perché pagheranno le tasse di prima e non avranno più né sanità e l'assistenza né la previdenza».L'imbarazzo di Cisl e UilCofferati ha detto che c'è grande imbarazzo all'interno delle altre due grandi organizzazioni sindacali per aver firmato un patto che alla lunga, ha specificato, porterà altre sgradite sorprese.
Infatti, ha poi aggiunto che le questioni in ballo saranno molte, oltre alla modifica dell'art.
18, e alla politica fiscale.Ad esempio, le pensioni.
«In parlamento c'è la delega, ma quella delega se viene approvata mette in crisi l'intero sistema previdenziale, se c'è calo di contributi versati dalle aziende per i nuovi dipendenti» - ha spiegato - «c'è un vantaggio sicuro per le aziende, i giovani invece saranno duramente penalizzati perché i loro contributi, calando, fra 40 anni saranno bassissimi».Cofferati massimalista?Dopo aver ribadito che anche il Contratto Collettivo Nazionale deve essere mantenuto nelle sue prerogative essenziali perché diminuirlo vorrebbe dire penalizzare tante persone, quelle per esempio che lavorando in piccole aziende non hanno sempre la contrattazione di secondo livello, Cofferati, sollecitato da Ugolini, ha risposto a quelli che lo accusano di massimalismo.«Prima ero un conservatore» - ha affermato - «adesso sono diventato un massimalista..., ho l'impressione che questi che vogliono definirmi non capiscono che io voglio solo difendere i diritti delle persone.
Sono qui a dire che vorrei tenere l'art.
18 com'è, ecco qual è il massimalismo».Cofferati ha a questo proposito sostenuto che l'Italia non è un paese normale visto che se «delle persone che lottano per difendere dei diritti sanciti dalla costituzione fanno scandalo e la cosa è da etichettare come massimalismo.
Adirittura come forme di stimolo alla violenza».Infine ha aggiunto che qualora dovessero passare le modifiche all'art.
18 in Parlamento proporrà un referendum abrogativo, oltre alle leggi di iniziativa popolare, con 5 milioni di firme, per gli ammortizzatori sociali e l'estensione dei diritti dello stesso art.
18 a coloro che ne sono sprovvisti.La risposta del centro-sinistraInnanzituto il leader della Cgil ha smentito voci su possibili scissioni interne ai Ds, dicendosi stanco di coloro che ad ogni forma di dialettica dentro la sinistra oppongono un pericolo scissionista.Questo, ha avvertito, non significa che tutto deve andare bene.«Come fa il centro sinistra» - ha infatti detto - «a non vedere che la legge sugli atipici è finita in parlamento nella scorsa legislatura e che non c'è stata la volontà di portarla a compimento e che invece avrebbe risolto se approvata una parte dei problemi che abbiamo oggi».Cofferati ha inoltre chiesto coerenza allo schieramento politico in cui si riconosce.
«C'è da restare trasecolati» - ha affermato il 'cinese'- «ad ascoltare certe dichiarazioni di leader della sinistra, tipo 'Il patto è sbagliato però la Cgil ha diviso i lavoratori'; se il patto è sbagliato» - ha sottolineato - «chi ha diviso i lavoratori è chi ha firmato il patto.
Non noi».Nel 'Libro bianco' c'era già la volontà di dividereL'intento di questo governo, ha comunque ribadito il leader Cgil, era quello di dividere le organizzazioni sindacali, isolando la Cgil.
«Prendete il 'Libro bianco'» - ha spiegato - «nella premessa che porta la firma del ministro del welfare, lì c'è scritto che il governo avrebbe agito per introdurre un modello di relazioni che aveva come modello di riferimento il 1984.
Cioè l'anno in cui è si avuta una delle più drammatiche scissioni sindacali, e c'è riuscito».Farò sempre politica, ma non da politicoPer il suo futuro, Sergio Cofferati, dopo aver detto che da qui al 20 settembre molte cose posso ancora succedere, ha assicurato, ribadendolo, che ha intenzione di tornare a lavorare nell'azienda in cui ha trascorso i suoi anni da dipendente, forse continuando ad occuparsi, se la Cgil glielo permetterà, della Fondazione Di Vittorio.E poi ha aggiunto che continuerà ad occuparsi degli altri, a vario titolo, specificando che non darà adito a polemiche che lo vogliono già dentro un qualche partito politico.
«Io penso» - ha detto - «che ci si possa occupare degli altri, e quindi fare politica, anche al di fuori della politica e dell'essere parlamentare».
Sulle modifiche all'art.18 insiste per il referendum abrogativo e per il suo futuro promette: aiuterò gli altri ma senza entrare in politica.Orvieto, 15 luglio 2002 - Alla festa dell'Unità di Orvieto il leader della Cgil viene intervistato dal giornalista del quotidiano l'Unità Bruno Ugolini.
I temi sono quelli dell'attualità.
A cominciare dal 'Patto per l'Italia' recentemente firmato dal governo con la Cisl e la Uil.«Io non ho mai visto in un accordo sindacale» - ha detto … Cofferati - «accettare le intenzioni del governo prima che queste fossero rese esplicite.
L'accordo si è firmato venerdì» - ha spiegato - «il giorno successivo il governo ha varato gli orientamenti generali del dpef che il giorno prima erano già stati approvati, mentre le tabelle coi valori definitivi sono arrivati solo il lunedì o il martedì dopo; praticamente una specie di accordo al buio».«Tra l'altro» - ha aggiunto - «un accordo di quelle intenzioni dovrebbe essere valutato discusso e votato dai lavoratori italiani, in realtà nessuno ha pensato di venire a chiedere la vostra opinione» - ha sottolineato rivolgendosi alla platea - «come facemmo con gli accordi del '93 del '95 e del '97».Meno tasse...
per i più ricchiCofferati ha spiegato che con i precedenti governi si era stabilito di diminuire di un punto l'anno l'Irpef e poi di restituire il fiscal drag.
«Questo governo invece» - ha detto il leader della Cgil - «cancella tutti i due e usa gli stessi soldi per fare delle deduzioni, anzi se fate i conti vi accorgerete che ci ridanno meno di quanto ci è dovuto».«Le meno tasse» - ha poi aggiunto - «verranno successivamente ma solo per i più ricchi, perché in un sistema con due aliquote coloro che hanno un redditto superiore ai 150 milioni avranno grandi vantaggi e si potranno permettere la sanità privata», ha spiegato poi riferendosi alle mutue recentemente reintrodotte, «per gli altri c'è un danno propoprzionale perché pagheranno le tasse di prima e non avranno più né sanità e l'assistenza né la previdenza».L'imbarazzo di Cisl e UilCofferati ha detto che c'è grande imbarazzo all'interno delle altre due grandi organizzazioni sindacali per aver firmato un patto che alla lunga, ha specificato, porterà altre sgradite sorprese.
Infatti, ha poi aggiunto che le questioni in ballo saranno molte, oltre alla modifica dell'art.
18, e alla politica fiscale.Ad esempio, le pensioni.
«In parlamento c'è la delega, ma quella delega se viene approvata mette in crisi l'intero sistema previdenziale, se c'è calo di contributi versati dalle aziende per i nuovi dipendenti» - ha spiegato - «c'è un vantaggio sicuro per le aziende, i giovani invece saranno duramente penalizzati perché i loro contributi, calando, fra 40 anni saranno bassissimi».Cofferati massimalista?Dopo aver ribadito che anche il Contratto Collettivo Nazionale deve essere mantenuto nelle sue prerogative essenziali perché diminuirlo vorrebbe dire penalizzare tante persone, quelle per esempio che lavorando in piccole aziende non hanno sempre la contrattazione di secondo livello, Cofferati, sollecitato da Ugolini, ha risposto a quelli che lo accusano di massimalismo.«Prima ero un conservatore» - ha affermato - «adesso sono diventato un massimalista..., ho l'impressione che questi che vogliono definirmi non capiscono che io voglio solo difendere i diritti delle persone.
Sono qui a dire che vorrei tenere l'art.
18 com'è, ecco qual è il massimalismo».Cofferati ha a questo proposito sostenuto che l'Italia non è un paese normale visto che se «delle persone che lottano per difendere dei diritti sanciti dalla costituzione fanno scandalo e la cosa è da etichettare come massimalismo.
Adirittura come forme di stimolo alla violenza».Infine ha aggiunto che qualora dovessero passare le modifiche all'art.
18 in Parlamento proporrà un referendum abrogativo, oltre alle leggi di iniziativa popolare, con 5 milioni di firme, per gli ammortizzatori sociali e l'estensione dei diritti dello stesso art.
18 a coloro che ne sono sprovvisti.La risposta del centro-sinistraInnanzituto il leader della Cgil ha smentito voci su possibili scissioni interne ai Ds, dicendosi stanco di coloro che ad ogni forma di dialettica dentro la sinistra oppongono un pericolo scissionista.Questo, ha avvertito, non significa che tutto deve andare bene.«Come fa il centro sinistra» - ha infatti detto - «a non vedere che la legge sugli atipici è finita in parlamento nella scorsa legislatura e che non c'è stata la volontà di portarla a compimento e che invece avrebbe risolto se approvata una parte dei problemi che abbiamo oggi».Cofferati ha inoltre chiesto coerenza allo schieramento politico in cui si riconosce.
«C'è da restare trasecolati» - ha affermato il 'cinese'- «ad ascoltare certe dichiarazioni di leader della sinistra, tipo 'Il patto è sbagliato però la Cgil ha diviso i lavoratori'; se il patto è sbagliato» - ha sottolineato - «chi ha diviso i lavoratori è chi ha firmato il patto.
Non noi».Nel 'Libro bianco' c'era già la volontà di dividereL'intento di questo governo, ha comunque ribadito il leader Cgil, era quello di dividere le organizzazioni sindacali, isolando la Cgil.
«Prendete il 'Libro bianco'» - ha spiegato - «nella premessa che porta la firma del ministro del welfare, lì c'è scritto che il governo avrebbe agito per introdurre un modello di relazioni che aveva come modello di riferimento il 1984.
Cioè l'anno in cui è si avuta una delle più drammatiche scissioni sindacali, e c'è riuscito».Farò sempre politica, ma non da politicoPer il suo futuro, Sergio Cofferati, dopo aver detto che da qui al 20 settembre molte cose posso ancora succedere, ha assicurato, ribadendolo, che ha intenzione di tornare a lavorare nell'azienda in cui ha trascorso i suoi anni da dipendente, forse continuando ad occuparsi, se la Cgil glielo permetterà, della Fondazione Di Vittorio.E poi ha aggiunto che continuerà ad occuparsi degli altri, a vario titolo, specificando che non darà adito a polemiche che lo vogliono già dentro un qualche partito politico.
«Io penso» - ha detto - «che ci si possa occupare degli altri, e quindi fare politica, anche al di fuori della politica e dell'essere parlamentare».
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